DOPO UN ANNO DI ASSENZA L'UNITA' TORNA IN EDICOLA

di Giuseppa Guglielmino

Il 30 giugno è il giorno fissato per il ritorno nelle edicole de “l'Unità”, il quotidiano che ormai ha sospeso le pubblicazioni da circa una anno. Numerose le novità, anche societarie, che riguardano lo storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci, che sarà di 24 pagine e costerà 1,40 euro. Le prime tirature saranno oltre le 100 mila copie. Direttore responsabile sarà Vladimiro Ilic Frulletti, da sempre giornalista della stessa Unità, per cui seguiva Matteo Renzi.

La redazione sarà composta da 33 tra giornalisti e poligrafici, come ha stabilito il nuovo accordo sindacale del 10 giugno, prevedendo l'assunzione di 3 giornalisti in più rispetto a quello di novembre. La redazione centrale sarà a Roma e non a Milano come stabilito in un primo momento. Il piano è stato approvato dall'assemblea dei redattori del quotidiano con una consistente maggioranza. Il direttore Frulletti sta per terminare i colloqui con i giornalisti ed entro pochi giorni si prevede l'inizio dell'elaborazione dei primi numeri zero della nuova edizione.
 
Cambiamenti anche nell'assetto societario dell'Unità srl, di cui l'80% è di proprietà della Piesse, (società controllata al 60% da Guido Stefanelli e dal 40% da Massimo Pessina). La Fondazione Eyu (Europa-Youdem-Unità), che fa capo al Pd, è salita al 19,65%, mentre Guido Veneziani è sceso sotto l'1% ed uscito dal consiglio di amministrazione. L'editore che pubblica settimanali di gossip come Stop e Vero resterà come service per la realizzazione degli inserti tematici che saranno allegati al giornale e che spazieranno dalla salute al tempo libero.




ESAMI DI MATURITA': DOMANI LA PRIMA PROVA

di Angelo Barraco
 
Esami di maturità 2015: è iniziato il conto alla rovescia per gli studenti, circa mezzo milione, che  calcheranno le prove scritte per poi passare all’esame orale. Domani 17 giugno avrà luogo la prima prova, ovvero il tema di italiano che sarà uguale per tutti gli indirizzi scolastici, la seconda prova invece si svolgerà il 18 giugno e la famosa “terza prova” si svolgerà il 22 giugno, poi vi sarà l’esame orale. 
 
Il tema. Per quanto riguarda la prova di domani, sul web impazza il toto tema e la ricerca di numerosi studenti sulle possibili tracce che usciranno domani. I più gettonati sono Pirandello, Ungaretti, Svevo, Dante per l’analisi del testo. Per quanto riguarda invece il saggio breve o il tema, le ricerche dei giovani maturandi si vertono sugli anniversari e sui temi di attualità come la liberazione d’Italia, l’entrata in guerra. Per quanto riguarda i temi di attualità fanno da padroni immigrazione, Isis, terrorismo, ma anche l’evento Expo 2015. 
 
La seconda prova. La seconda prova varia in base alla scuola d’appartenenza e vediamo che nel liceo scientifico vi sarà la prova di matematica, ma le nuove riforme possono far cambiare questa prevedibilità della seconda prova per i prossimi anni ed anziché esserci matematica potrebbe esserci la prova di Fisica. 
Nel liceo linguistico vi sono stati dei cambiamenti sulla seconda prova, poiché fino al 2014 erano gli studenti a scegliere in che lingua svolgere la seconda prova, quest’anno invece la prova è stata scelta dal Miur. Esordiscono quest’anno alla maturità gli indirizzi della riforma Gelmini che sono il Liceo musicale e il liceo coreutico. Presso il liceo musicale i maturandi dovranno affrontare una prova che consiste nella teoria, nell’analisi e nella composizione della musica invece nel liceo coreutico, nella seconda prova, i maturandi dovranno dimostrare alla commissione di saper ballare, di svolgere dei passi medi, grandi sbalzi, cadute. Come un vero e proprio talent show. 

Le novità degli esami. Vi è una novità importante per quanto riguarda l’ammissione all’esame di maturità, ovvero; possono essere ammessi alla maturità gli studenti del quarto anno che hanno voti pari a 8/10 e non inferiore, compresa la condotta su tutte le materie, senza essere incorsi in ripetenze nei due anni predetti. L’ammissione alla maturità è consentita soltanto agli studenti che hanno una votazione di un minimo di 6 in tutte le materie. Quest’anno, gli anni passati, la commissione d’esame sarà mista e vi saranno commissari interni e commissari esterni e vi sarà un presidente esterno. 



ELENA CESTE: TESTIMONIANZE, PERIZIE E UN PROFILO DELLA DONNA RIMASTO INESPLORATO

di Chiara Rai

Altri colpi di scena e notizie esclusive fornite a L’Osservatore d’Italia in una intervista inedita alla Dottoressa Ursula Franco, medico chirurgo e criminologo, consulente della difesa di Michele Buoninconti. Emerge un quadro di Elena Ceste che possiamo definire ancora inesplorato con testimonianze che andrebbero attentamente analizzate.

 

Qualche mese fa abbiamo avuto il piacere di intervistarla e lei, come abbiamo avuto modo di approfondire, esclude che Elena Ceste sia stata vittima di un omicidio, ci può dire di più?

Il vero punto cruciale di questo caso è che nulla indica che ci sia stato un omicidio, l’esame medico legale sul cadavere della Ceste non ha stabilito la causa della morte ed ha escluso le più comuni cause di morte violenta. Una causale asfittica, tra l’altro indimostrabile per le condizioni in cui è stato ritrovato il cadavere, è stata ipotizzata dai consulenti medico legali del gip solo in via residuale, tale ipotesi per essere presa in seria considerazione dovrebbe essere accompagnata da indizi che la confermino, come ad esempio potrebbero essere i segni di una colluttazione sia su Buoninconti che sulla moglie. Tali indizi mancano. L’assenza di segni di una colluttazione e l’assenza di segni del trasporto del cadavere sull’auto difficilmente possono sostenere l’ipotesi omicidiaria, piuttosto tendono ad escluderla.

L’accusa ha definito surreale ed inverosimile l’ipotesi di un allontanamento volontario della donna, in preda ad una crisi psicotica e per di più senza abiti, lei come giustifica tali convinzioni degli inquirenti?

Solo per chi disconosce la psichiatria le dinamiche dell’allontanamento di Elena possono apparire inverosimili, in realtà l’allontanamento volontario, dopo un altrettanto volontario denudamento, è l’unica ipotesi realmente plausibile e logica in questo caso, anche dal punto di vista della ricostruzione degli eventi, non solo, è l’unica cui si confanno tutte le risultanze investigative, crisi psicotica, autopsia negativa per morte violenta, assenza di segni di una colluttazione su Buoninconti, assenza di segni di trasporto del cadavere sull’auto e assenza di un movente. Il denudamento della Ceste si spiega solo come sintomo di una psicosi. Un omicida non avrebbe avuto alcuna ragione di denudare la sua vittima, il denudamento non impedisce il riconoscimento né favorisce i fenomeni cadaverici, piuttosto li rallenta nel caso in cui le temperature esterne siano basse, come lo erano ad Asti il 24 gennaio 2014.

Mi chiedo se a suo dire ci siano dei passaggi, elementi che non sono stati presi in considerazione dal pm e o dagli inquirenti. Se sì quali e in che misura possono incidere sull'inchiesta?

La Ceste soffriva di psicosi, come ci confermano i racconti di alcuni conoscenti che ricevettero sue confidenze nei mesi precedenti alla sua scomparsa e come ci conferma la perizia psicologica del Dr Pirlo, perito del gip, che parla di precedenti psicotici, questi dati a mio avviso sono stati fatalmente sottovalutati. Una psicosi non trattata tende a recidivare. Elena dopo i pensieri persecutori ossessivi di ottobre sviluppò un grave disturbo psicotico che esordì nel pomeriggio del giorno precedente la sua scomparsa. Buoninconti non si sarebbe potuto inventare un quadro classico di psicosi se non avesse assistito al delirio persecutorio della moglie, al racconto delle allucinazioni uditive, ai colpi che la donna si dava sulla fronte per cacciare le voci.



Fu un caso la morte della Ceste od una scelta deliberata?

Elena era in preda al delirio e fuggì ai suoi persecutori, non era decisa a lasciarsi morire, si nascose nel Rio Mersa e poi si addormentò a causa del freddo e della fatica che le aveva provocato il delirio, delirio che durava dal pomeriggio del giorno precedente e che le aveva impedito di dormire, infine morì per assideramento. La Ceste non scelse di lasciarsi morire, la sua fine fu una tragica fatalità che ebbe come concause la sua patologia psichica ed il freddo. Se la donna si fosse allontanata nei mesi estivi si sarebbe risvegliata dopo qualche ora e qualcuno l’avrebbe di sicuro avvistata tra i campi.

Oltre a non aver compreso la vera causa dell’allontanamento di Elena, cosa secondo lei nella ricostruzione dell’accusa non è logico?

La criminologia è una scienza esatta, se un’ipotesi è errata tutto ciò che la conforta è illogico. Uno dei punti più deboli della ricostruzione dell’accusa sono le condizioni in cui fu ritrovata la casa dei due coniugi, ovvero priva di segni della presenza della Ceste dopo la dipartita del marito e dei figli. Elena dopo le 8.10 non si occupò delle faccende domestiche che avrebbe dovuto sbrigare, la casa al ritorno di Michele era esattamente come lui l’aveva lasciata a riprova del fatto che la moglie si allontanò subito dopo l’uscita del marito e dei figli, se la Ceste infatti fosse rimasta per 35 minuti nella sua abitazione e fosse stata uccisa dal marito dopo le 8.45 la stessa avrebbe lavato almeno le tazze della colazione e rifatto tutti i letti. Durante il primo sopralluogo in casa Buoninconti- Ceste i carabinieri trovarono anomalo che solo il letto matrimoniale fosse stato ricomposto e dedussero che proprio su quel letto Michele aveva con tutta probabilità ucciso Elena e che solo in seguito all’omicidio lo avesse rifatto. Se, come sostiene l’accusa, Michele avesse ucciso Elena sul letto matrimoniale ancora sfatto non avrebbe avuto ragione alcuna di ricomporlo, sfatto per sfatto, tra l’altro uno dei figli dei coniugi Buoninconti ha riferito di aver aiutato la madre quella mattina a rifare il letto matrimoniale poco prima delle 8.10.



Che cosa pensa delle risultanze della perizia del gip sulle celle telefoniche?

Non ho nulla contro la perizia in sé, è l’interpretazione che non convince. Secondo la perizia Buonninconti si trovava nei pressi del Rio Mersa alle 9.02.50, non prima, ma la procura ha ipotizzato che egli fosse in quella zona, pur non avendo né prove scientifiche (celle telefoniche), né testimoni in grado di collocarlo in quel luogo, ad occultare il cadavere della moglie, tra poco dopo le 8.57.28 e le 9.00.18. Buoninconti durante le 3 ravvicinate telefonate, quelle delle 8.55.08, delle 8.57.28 e delle 9.01.48 agganciò la cella che copre casa sua, la logica vuole che evidentemente egli si trovasse in quell’area ed è una forzatura collocarlo altrove senza giustificazioni, tra l’altro Marilena Ceste lo vide di fronte alla casa dei Rava circa 5 minuti dopo aver ricevuto da lui la telefonata delle 8.55.08, quindi intorno alle 9.00. Le risultanze della perizia sulle celle telefoniche prodotta dalla procura non accreditano assolutamente la ricostruzione dell’accusa.

La procura ritiene un indizio a carico di Buoninconti il fatto che il corpo si trovasse a poche centinaia di metri da casa, che ne pensa?

La vicinanza del luogo in cui furono ritrovati i resti di Elena non è un indizio a carico di Buoninconti, piuttosto il contrario. Il fatto che il corpo sia stato ritrovato così vicino a casa avvalora l’ipotesi dell’allontanamento volontario, se Michele avesse occultato il corpo di Elena non lo avrebbe nascosto in quel luogo, in specie dopo aver allertato i vicini e sapendo che i soccorritori sarebbero andati lì a cercarlo, tra l’altro i soccorritori cercarono intorno alla casa proprio su sua indicazione. Michele sostenne nei primi giorni che Elena andava cercata vicino a casa e che con tutta probabilità era nuda, solo in seguito, convinto di aver cercato ovunque e di non essersi potuto sbagliare cominciò ad elaborare ipotesi alternative.



Ritiene che il clima colpevolista alimentato dai media possa influenzare il processo?

Vede, io credo che per molti sia difficile pensare, il pregiudizio ingombra le menti dei pigri. L’interesse suscitato dai media nei confronti del caso Ceste ha scatenato un clima colpevolista che non ha influenzato solo il pubblico televisivo ma è entrato a gamba tesa nel processo attraverso le testimonianze, tale clima a senso unico ha manipolato gli animi dei testi e lo loro testimonianze ne hanno risentito. La maggior parte dei testimoni diretti degli avvenimenti di quei giorni si sono sentiti a torto traditi da Buoninconti. I media hanno il demerito di aver trasformato un innocente, colpito da un doloroso lutto, in un mostro in carne ed ossa, in un capro espiatorio cui nessuna debolezza, seppure umana e comune a tutti noi, è perdonata.



Non ha mai avuto dubbi?

Theodor Lessing suggeriva di percorrere il cammino del dubbio nella ricerca della verità. Ad ogni studente di criminologia il primo giorno viene detto che innamorarsi di un’ipotesi e cercare di trovare contorte giustificazioni alla propria idea è il peggiore errore che si possa fare in questo campo. Sulla base di questi due insegnamenti, all’inizio della mia analisi mi sono posta molte domande, nel momento in cui ho visto la verità ho ricostruito i fatti secondo la logica ed ho riconosciuto senza ombra del dubbio un doloroso errore giudiziario.




Il fenomeno dell’mmigrazione e la burocrazia italiana

di Angelo Barraco
Si parla molto di immigrazione, anzi, non si fa che parlare d’altro poiché il numero di immigrati che giungono nel nostro paese è elevatissimo e spesso ci si chiede che siamo in grado di poter far fronte nel migliore dei modi a questa emergenza. Gli immigrati giungono nel nostro paese con gli occhi pieni di dolore e con dentro la voglia di vivere e di creare qualcosa di nuovo che vada al di la della guerra e delle prospettive di vita scarse e precarie che il loro paese di origine dava loro. Ma cosa possiamo dare noi a loro? Un paese che accoglie tanti immigrati ogni giorni, può garantire loro egregie aspettative di vita? La burocrazia italiana impiega molto a regolarizzarli e quindi sono costretti a rimanere stipati in case di accoglienza insieme ad altri loro connazionali che, come loro, hanno subito torture durante il viaggio poiché il viaggio per giungere in Italia non è per niente semplice come si possa pensare. Costoro attraversano il deserto, a piedi, stipati in camion, pagano, vengono rapiti, torturati, violentati, pagano per essere liberati, le loro famiglie si indebitano per liberarli, arrivati in Libia spesso vengono tenuti prigionieri a lungo e subiscono violenze di ogni tipo. Poi salgono su baconi e vagano per giorni in mare, senza cibo, senza acqua e spesso muoiono di stenti, impazziscono per le condizioni sia fisiche che psichiche e molti diventano i fantasmi del mare. I fantasmi che nessuno vedrà più e i nomi che nessuno saprà mai. Vengono soccorsi dalle motovedette e vengono portati in Italia e cosa trovano in Italia? Trovano un’Europa che dovrebbe rappresentare l’unione tra gli Stati che però di unione non ha nulla, poiché questa fittizia unione è soltanto sulla carta. Trovano regioni italiane che si rifiutano di ospitarli e se ne fanno carico altre regioni che, spesso e volentieri, non hanno i mezzi per aiutare gli immigrati. Ma l’Europa che fa? Il ministro dell’Interno francese Cazeneuve dice che “bisogna che l’Italia accetti di creare dei centri” aggiunge anche che la Francia non ha bloccato le frontiere anche se i migranti non devono passare, “è l’Italia che deve farsene carico. Bisogna rispettare le regole di Schengen”. La commissione Ue fa sapere intanto di essere “al corrente dei controlli alle frontiere di Francia, Austria e Svizzera con l’Italia ed ha avviato verifiche ricordando che «tutti devono rispettare Schengen”. Renzi ha detto che “l’Italia farà da sola”, ma con quali soldi? Con quali risorse e soprattutto con quali strutture? Renzi sfida l’Europa e dice che L’Ue è ad un bivio: o ragiona come comunità e si fa carico di risolvere tutti insieme il problema, e questo è il piano A. Ma se non si trovano soluzioni, faremo da soli: “il piano B è che l’Italia affronta il problema da grande paese che è”. Il premier aggiunge che l’immigrazione è una vicenda complessa che va gestita con la solidità di un Paese che non deve esserci nessun egoismo nassun egoismo nazionale. Concetti molto forti ma il concetto di comunità europea dov’è finito? “L’Italia è un grande paese” ma con quale risorse se non riusciamo a fronteggiare i problemi economi che affliggono genericamente il quotidiano e vi sono anche problemi causati da tagli effettuati alla sanità, all’istruzione che hanno creato un cratere incolmabile nel nostro paese; come fronteggiamo da soli questa enorme emergenza degli immigrati? Dove apporrà i tagli il premier adesso? Cosa aumenterà? Preferisco rimanere col beneficio del dubbio al momento.



MARSALA: ELEZIONI AMMINISTRATIVE: IL NUOVO SINDACO E' ALBERTO DI GIROLAMO

di Angelo Barraco

Marsala – La città di Marsala e i marsalesi hanno scelto il nuovo Sindaco, è Alberto Di Girolamo (Pd)  che ha battuto al ballottaggio il suo sfidante Massimo Grillo (centro). Ha vinto il Dottore Di Girolamo che ha raggiunto voti nettamente superiori nella maggior parte delle 80 sezioni.  E’ stato uno “scontro” alla pari dove veniva coinvolta direttamente la cittadinanza nelle piazze. Entrambi, subito dopo i risultati del 31 maggio e del 1 giugno, si sono adoperati nel coinvolgere la città e nel raccontare loro i programmi e le idee che vogliono portare avanti non il popolo avrà scelto.  Nella giornata di ieri hanno votato 23.591 elettori sui 70.300 aventi diritto al voto. Ieri sera alle 19 si sono recati alle urne 15.043 elettori su 70.300, pochissimi i marsalesi che si sono presentati alle urne. Nelle votazioni del 21 maggio e del 1 giugno i candidati hanno ottenuto rispettivamente:  Alberto Di Girolamo (PD) 17.323 voti, pari al 49,82%;  Massimo Grillo (Centro) 12.123 voti, pari al 34,86%. Oltre ai due contendenti al poltrona comunale marsalese vi erano altri candidati come Antonio Angileri (M5S) 4.857 voti, pari al 13,97% e per Vito Armato (Noi con Salvini)  469 voti pari all’1,35%.  Anche le liste hanno raggiunto percentuali variabili buone, la lista “Cambiamo Marsala” ha raggiunto l’8%, la lista “PD” ha raggiunto il 15%, la lista “Una voce per Marsala”, “Democratici per Marsala” e “Psi” hanno raggiunto tra il 6% e il 7%. La coalizione di Grillo ottiene il 9% con l’Udc, la lista “Futuro per Marsala” ottiene ben 8,3% e la lista Forza Marsala ottiene l’8,7%, bene anche “Sicilia Democratica” con il 6,7%, “Oltre i Colori” con il 4,9%, “Progettiamo Marsala” con il 5,5%.
 
L’amministrazione della città, allo stato attuale, è in mano al commissario straordinario Giovanni Bologna che è in carica dall’agosto del 2014 che cederà la carica al nuovo Sindaco. Alle elezioni del 31 maggio/1 giugno, l’affluenza alle urne è stata di 48.533 cittadini, pari al 69,04%. Emerge inoltre che su 48.533 elettori, 24.349 sono state donne mentre 24.184 uomini. Un altro dato storico importante da sottolineare è che l’affluenza alle urne ha avuto un calo poiché nel 2012 ha votato il 73.36% dei cittadini. Il 31 maggio a seggio chiuso l’affluenza alle urne rilevata è stata pari al 51,86%, mentre nel 2012 era pari al 55,12%. Giorno 1 invece era pari al 38,64%, mentre nel 2012 era pari al 39,27%.
Ricordiamo che sono 5 le liste che hanno appoggiato Alberto Di Girolamo:  PD, PSI, Cambiamo Marsala, Democratici per Marsala e Una voce per Marsala
Le liste che hanno appoggiato Massimo Grillo sono:  Futuro per Marsala, Liberaldemocratici per Marsala, Amare Marsala, Sicilia – Unione di Centro per Marsala, Forza Marsala, Sicilia Democratica per le Riforme, Oltre i Colori, ProgettiAmo Marsala. 



BALLOTTAGGI: IL PD PERDE VENEZIA, AREZZO E MATERA

Le comunali 2015 vedono il centrosinistra prevalere di misura sul centrodestra in 8 comuni capoluogo contro 7. Nelle precedenti elezioni il centrosinistra vinse 9-7. Venezia, Arezzo e Matera al centrodestra, Lecco, Macerata e Mantova al centrosinistra. In laguna e nella città toscana si consumano i due "ribaltoni" piùclamorosi col Pd e tutto il centrosinistra che esce sconfitto. A Venezia cambia la giunta dopo 22 anni. Il candidato di centrodestra Luigi Brugnaro, sostenuto da Fi, Ncd, liste civiche, ha ottenuto al ballottaggio oltre il 53% dei voti. Il centrodestra strappa al centrosinistra anche il comune di Arezzo: Alessandro Ghinelli (sostenuto da Fi, Lega, Fdi, civica) ha ottenuto il 50,8% dei voti.

Pd ko anche a Matera dove Raffaello De Ruggieri, sostenuto da Forza Matera e civiche, ha ottenuto al ballottaggio il 54,51% dei voti mentre Salvatore Adduce (Pd, Api, Sel e civiche) si è fermato al 45,49%. Il centrosinistra ha invece confermato al ballottaggio il sindaco di Lecco – Virginio Brivio (Pd, liste civiche) ha ottenuto il 54,38% dei voti – e quello di Macerata: Romano Carancini, sostenuto da Pd, Udc, Idv, Sinistra, ha ottenuto il 59,11% dei voti. A Matova è il Pd a strappare il sindaco al centrodestra: Mattia Palazzi (Pd, Sel, civiche) ha ottenuto al ballottaggio il 62,56% dei voti.

Il centrodestra vince due a uno in Calabria. Due a uno per il centrodestra. Al secondo turno delle amministrative in Calabria hanno vinto Paolo Mascaro a Lamezia Terme (con il 59,96 per cento) e Giuseppe Pedà a Gioia Tauro (con il 57,16 per cento), entrambi preferiti già al primo turno; a Castrovillari è stato rieletto sindaco Domenico Lo Polito, sostenuto da una coalizione di centrosinistra, ma solo per un pugno di voti. La percentuale finale è di 50,06 per cento, solo undici i voti di differenza dal suo contendente Giuseppe Santagada che rispetto al primo turno ha fatto una rimonta eccezionale arrivando fino al 49,94 per cento e sfiorando il colpaccio. Il centrodestra avanza dunque a Lamezia Terme e Gioia Tauro, in passato amministrati dal centrosinistra. "La Calabria -commenta la coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli- dopo solo sei mesi ha ribaltato il suo giudizio politico rispetto al Pd di Renzi e di Oliverio. È un segnale che ha una valenza che va ben oltre quella regionale e che se travolge il Pd calabrese e il presidente Oliverio, è una sconfitta politica di Matteo Renzi e del suo governo".

A Chieti Di Primio (Ncd) si conferma sindaco. Umberto Di Primio (Ncd) si conferma sindaco di Chieti battendo al turno di ballottaggio il suo avversario Luigi Febo (Pd). Le operazioni di scrutinio si sono concluse nel corso della notte. Di Primio,47 anni, avvocato, era sostenuto da sei liste di centrodestra mentre il suo avversario, Febo, 49 anni, architetto, da sette liste di centro sinistra compresa quella di "Giustizia sociale" con la quale si era apparentata. Al turno di ballottaggio hanno votato il 50,52% degli elettori mentre al primo turno l'affluenza era stata del 66,45%. Chieti è stata la sola città abruzzese interessata a questo turno di voto .

L'affluenza alle urne. Si sono chiusi ieri sera alle 23 i seggi in 65 comuni dove si è votato per il ballottaggio. Oggi fino alle 15 si potrà votare solo nei comuni siciliani, tra cui il capoluogo Enna. I dati definitivi sull'affluenza (65 comuni su 65) indicano che ha votato il 47,11% degli aventi diritto. Al primo turno era andato alle urne il 62,91%. Circa due milioni di votanti sono stati chiamati alle urne per il turno di ballottaggio per l'elezione dei sindaci di 65 comuni, di cui 11 capoluoghi di provincia (Lecco, Mantova, Rovigo, Venezia, Arezzo, Fermo, Macerata, Chieti, Trani, Matera, Nuoro), che ha riguardato 2.160.550 elettori, di cui 1.036.159 maschi e 1.124.391 femmine.




VENTIMIGLIA: PROTESTANO GLI IMMIGRATI RESPINTI DALLA FRANCIA

di Christian Montagna

Ponte San Ludovico –
Nonostante il temporale forte che si è abbattuto sulla zona, la protesta dei migranti va avanti ad oltranza. Respinti alla frontiera francese di Ventimiglia, hanno trascorso la notte sugli scogli di Ponte San Ludovico e questa mattina sotto gli occhi di polizia francese e italiana hanno ripulito gli scogli dai rifiuti. La situazione è sotto controllo: nessun momento di grande tensione soprattutto durante la notte. Sul posto sono giunti i primi soccorsi: la Croix Rouge francese, una organizzazione medico-umanitaria francese ed alcuni giovani della zona che hanno portato cibo e abiti.


I fatti di ieri. Proprio ieri ha avuto inizio lo sgombero dei migranti che da giorni sostavano presso la frontiera con la Francia. La polizia francese li ha allontanati con non poche difficoltà. La Croce Rossa è accorsa sul luogo per portare pasti caldi che, per protesta, non sono stati consumati.


A.A.A. cercasi accordo Ue. Proprio in vista del prossimo consiglio europeo del 25 e 26 Giugno, Renzi ha fatto sapere di far sentire la sua voce in merito al collocamento degli immigrati. In settimana infatti incontrerà Cameron e domenica prossima Hollande, a Milano, in ambito Expo e tra i temi si discuterà anche della questione immigrazione. Dall’Italia, Beppe Grillo ha così reclamato: ”Perché dobbiamo rimanere nella UE se l'unica sua risposta è di chiudere le porte come nel Medioevo, alzare i ponti levatoi?". Proprio nei giorni di massima difficoltà, l’Italia pare si sia trovata sola a risolvere la più grande emergenza umanitaria del secolo. Dall’Ue al momento non giungono notizie incoraggianti, è stata chiesta “ la mobilitazione di tutti gli strumenti per promuovere le riammissioni dei migranti economici illegali nei Paesi di origine e transito” oltre a “il rafforzamento del ruolo dell'agenzia per il controllo delle frontiere Frontex; una velocizzazione dei negoziati con i Paesi Terzi; lo sviluppo di regole nel quadro della convenzione di cooperazione di Cotonou; il monitoraggio dell'attuazione degli Stati membri della direttiva sui rientri". Resta però il problema del ricollocamento che non può essere suddiviso solo tra Italia e Grecia. Renzi, ha riferito che “ La nostre voce si farà sentire. Se il consiglio europeo accoglierà la solidarietà bene, sennò abbiamo pronto il piano B”. Anche il Ministro dell’Interno Alfano ha condannato duramente la posizione egoista dell’Europa.


Immigrati a Roma e Milano.
Roma e Milano, in questi ultimi giorni, sono diventate i centri emblematici del problema immigrazione in Italia: ottocento a Roma Tiburtina e altri cinquecento alla stazione di Milano. Un’odissea la cui fine non si riesce ad intravedere, sia per i poveri uomini e donne abbandonati come bestie sui marciapiedi, sia per gli italiani che allarmati dai pericoli di malattie, non si sentono più sicuri nelle proprie città. A Roma, è in corso l'allestimento della tendopoli sul lato est della stazione Tiburtina che ospiterà gli immigrati dopo l'emergenza dei scorsi giorni. Avrà al momento 150 posti letto ma, come già detto dal presidente della Croce Rossa Flavio Ronzi, si tratta di "una soluzione provvisoria per decongestionare il Centro di accoglienza di via Cupa ed eventualmente potrà essere ampliata”. A Milano, i molti profughi che affollavano la stazione sono stati allontanati. Ora e' all'esterno che si sta concentrando il disagio dei rifugiati e anche dei volontari che cercano di aiutarli. La maggior parte dei migranti provenienti dal Crono D’Africa, cercano di arrangiarsi come possono, tranquilli e silenziosi, attendendo per loro un futuro migliore.


Scabbia e malaria. Trenta i profughi a Milano risultati affetti da scabbia e due di sospetta malaria ma sono soltanto gli ultimi casi accertati. "Nel 2015 i casi di scabbia rilevati dai medici di confine negli sbarchi degli immigrati, sono circa il 10%: 4.700 casi di scabbia su 46 mila individui in arrivo nei porti italiani", ha riportato il direttore generale del ministero della Salute Ranieri Guerra, ''Non si tratta "di un'epidemia ma di una patologia dermatologica banale per la quale esiste una terapia a basso costo". Anche a Roma Tiburtina è allarme per la diffusione delle malattie.




ESTATE 2015: 30 MILIONI DI ITALIANI ANDRANNO IN VACANZA

di Angelo Barraco

Roma – Inizia l’estate e iniziano le vacanze per gli italiani. Ma quanti sono gli italiani che andranno in vacanza? Secondo un’analisi della Coldiretti/Ixe’ gli italiani che andranno in vacanza quest’anno saranno 30 milioni, per una spesa complessiva di 15,1 miliardi tra alloggio e alimentazione, servizi e svaghi. L’indagine evidenzia un aumento dell’8% dei vacanzieri, soprattutto nel periodo successivo alla fine della scuola. Rispetto all’anno scorso vi sono delle differenze sulle spese, ovvero; vi è il 16% di italiani che dichiara di spendere di meno e vi è anche il 3% che ha deciso di spendere di più. Il 14% degli italiani partirà a giugno per approfittare delle offerte e degli sconti che possono raggiungere anche il 30%.
 
Quest’anno sono supergettonate le vacanze brevi con durata al di sotto dei 3 giorni. Il 17% da 4 giorni ad una settimana, 16% da una settimana a due settimane, l’8% da 2 a 3 settimane, il 4% da 3 a 4 settimane e infine il 3% oltre un mese. L’82% dei vacanzieri rimarrà in Italia e si godrà le riviere, le coste, i lidi italiani. La Coldiretti aggiunge che “"La ripresa del turismo fatto che sei italiani adulti su dieci abbiano deciso di trascorrere una vacanza in estate con un aumento dell'8 per cento rispetto allo scorso anno, che ha lasciato un bilancio pesantemente in rosso, e' un importante segnale di incoraggiamento”. Vi sarà un aumento del turismo in Italia secondo i dati, con un tasso di crescita del 5%. 



VERCELLI: INSEGNANTE ASSENTE PER MALATTIA ORGANIZZA CONCERTI

di A.B.
 
Vercelli – I controlli della Finanza hanno scoperto una professoressa di Prato che si assentava dal 2009 per malattia, ma in realtà la donna si prodigava ad organizzare concerti, eventi, concorsi musicali in giro per l’Italia e ha costituito persino un’associazione musicale no-profit. La donna si era trasferita nella provincia di Vercelli ed è stata scoperta dalla Finanza che ha stimato il suo danno a 124 mila euro. il procedimento disciplinare risulta sospeso in attesa degli estremi penali, intanto il caso è all’esame della Corte dei Conti.
 
I dati. Secondo i dati di Confindustria l’assenteismo nel pubblico impiego è di quasi il 50% più alto che nelle aziende private. Le maggiori assenze dal lavoro si registrano nelle grandi imprese e raggiungo il 7,2% e nelle piccole aziende il 4,5%. L’assenteismo è un problema molto diffuso, c’è chi farebbe di tutto per un posto di lavoro e chi invece ha un posto di lavoro sicuro e fa di tutto per perderlo, tipici paradossi all’italiana.



LO SPORT IN ETA' EVOLUTIVA: COME SCEGLIERE?

Lo sport in età evolutiva: come scegliere?

A cura della Dottoressa Francesca Bertucci, Psicologa dell’età evolutiva– Mediatore familiare


Tale articolo nasce dall’esigenza di definire delle linee guida per l’utilizzo dello sport in età evolutiva, sperimentato nel mio vissuto lavorativo e formativo, in contesti sia terapeutici (cura del sintomo) sia non terapeutici (integrazione sociale e prevenzione della devianza giovanile).
Nelle situazioni di disabilità fisica e psicologica, momentanea dovuta ad un trauma o permanente, lo sport può avere un valore terapeutico, in quanto è un motore di crescita e di maturazione personale. In altri contesti invece, attraverso la relazione educativa, facilita la consapevolezza di ciò che si è e di ciò che avviene, delle sensazioni corporee e delle emozioni. Ciò contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo psico-fisico, alla formazione di una personalità armonica e non da ultimo, allo sviluppo della socialità.


In età evolutiva lo sport può essere assimilato al gioco che può avere anche finalità agonistiche, ma che rappresenta un evento molto importante, in special modo se visto come fonte di divertimento, educazione e benessere psicofisico.
Nel gioco il livello motorio, emotivo-affettivo e cognitivo sono strettamente collegati, avendo un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento, sviluppo ed adattamento. L'attività sportiva riveste una notevole influenza nello sviluppo del bambino e dell'adolescente ed è caratterizzata da forti finalità educative e formative, anche perché il corpo ed il movimento sono fonte e mezzo di apprendimento (Piaget, 1936) Inoltre, lo sport come attività ludica, come ho già accennato, può avere una funzione terapeutica, in alcuni casi facilitando l'espressione dei propri vissuti ed esperienze quotidiane, nei casi invece in cui processi di sviluppo sono turbati modificati ed alterati da difficoltà o da handicap, un’attività motoria ben condotta e consapevole può costituire un grosso motore di crescita e di maturazione personale proprio perché può favorire il recupero sensomotorio dello schema corporeo .


Le finalità di un’attività sportiva in età evolutiva sono diverse:

1. Costruire uno sviluppo armonico dell’individuo attraverso l’espressione delle competenze personali sia fisiche che psichiche, anche attraverso meccanismi compensatori di carenze e di disagi.
2. Disciplina: saper ascoltare e conoscere i propri ritmi, diventando consapevole delle proprie capacità e favorendo abitudini positive quali il sentirsi in forma e rispettare impegni e tempi.
3. Saper soffrire resistendo per il raggiungimento di un obiettivo, non fermandosi al primo ostacolo. Capacità di tollerare la frustrazione che può essere trasferita anche in altri contesti della propria vita.
4. Finalizzare in modo sano la competitività in un rapporto di complementarietà con la cooperazione e la condivisione.
5. Sviluppo del senso di appartenenza in un contesto sano.
6. Aumentare l’autostima come elemento basilare della sicurezza personale partendo dalla concretezza dell'io corporeo coinvolto e costruito nelle dinamiche di attaccamento.
7. Contenere l’aggressività e finalizzarla in modo relazionale costruttivo.
8. Attivare la capacità di porre, capire, rispettare le regole, in quanto insindagabili, perché per inserirsi nel gioco bisogna conoscere ciò che si può fare e ciò che non si può fare.
9. Sviluppo dell’autoefficacia attraverso il perfezionamento del gesto sportivo.
10. Integrazione sociale.
11. Attenzione alla salute divenendo più sensibile ai segnali del proprio corpo.

Quando si parla di attività sportiva in età evolutiva è importante fare una distinzione tra il bambino e l’adolescente.
Il bambino è per sua natura un essere psicosomatico ed il corpo è la base ed il luogo dell'esperienza di vita in un vissuto totale ed indifferenziato tra sensazioni ed emozioni che è difficilmente concepibile dall’adulto.
Nella fase dello sviluppo prima dell’adolescenza, lo sport soddisfa un bisogno fondamentale che è quello di giocare ed è una delle principali motivazioni per cui i bambini intraprendono un’ attività sportiva. Ed è per questo che un bravo allenatore o istruttore deve essere in grado di trasformare l’attività in gioco, in quanto facilita la comprensione del bambino.


Il gioco è ricerca di un piacere e uno sfogo di vitalità, ma anche uno strumento adatto alle necessità dello sviluppo.
Nella mia esperienza professionale mi è capitato di lavorare con bambini in contesti sportivi, osservando grandi risultati su diversi piani, sulla capacità relazionale, sul superamento di un trauma, sull’esplicitazione di un vissuto, sulla capacità di collaborare e condividere, sulla capacità di credere in se stessi, ma soprattutto sulla possibilità di credere e vivere contesti positivi molto distanti dal proprio vissuto.
Nella fase evolutiva dell’infanzia e della fanciullezza, diverse sono le attività sportive che si possono proporre. Prima fra tutti l’attività psicomotoria in quanto consente di mettere in moto contemporaneamente corpo, emozioni e pensieri in maniera fluida. Il bambino è posto nella condizione di sviluppare una consapevolezza del proprio corpo in relazione all’altro e all’uso degli oggetti. L’obiettivo è di permettergli di esplorare, sperimentare e approfondire la propria relazione con il mondo che lo circonda nella direzione di uno sviluppo psicofisico armonioso. Questa attività può agire in modo positivo anche sui bambini che hanno subito maltrattamenti o abusi, i quali hanno vissuti di corpo violato e ferito e di deprezzamento, rischiando una deformazione dello schema corporeo e quindi conseguenze allo sviluppo psicofisico, oltre ad evitare l’isolamento sociale. Inoltre, questo l’attività psicomotoria, può agire preventivamente sui soggetti che per particolari condizioni ambientali, familiari e sociali potrebbero presentare disturbi del comportamento.
L’altro sport che può avere effetti positivi sulla capacità di gestire e percepire il proprio corpo è il nuoto, che se utilizzato anche nei casi di abuso e maltrattamento può far vincere al bambino la paura di essere controllato dall’esterno attraverso il superamento della paura dell’acqua.
Un’attività sportiva che mi è capitato di sperimentare soprattutto con i bambini anche molto piccoli e che voglio prendere in considerazione è l’equitazione e il volteggio. Queste pratiche si sviluppano su diverse aree tra loro interagenti: quella dell’educazione fisica, rivolta all’acquisizione e allo sviluppo degli schemi motori di base; l’area pedagogica, che vede il gruppo come elemento cardine per lo sviluppo di capacità relazionali che presuppongono la collaborazione, il rispetto dell’altro, l’accettazione di regole e la condivisione; l’area della prevenzione sociale, che come per la psicomotricità agisce sui disturbi del comportamento. Nei casi di disabilità psichica o fisica, l’equitazione ha una funzione terapeutica attraverso la riabilitazione con il cavallo (ippoterapia) e da la possibilità a questi soggetti di uscire dalla dimensione dell’eterno assistito, emarginato in luoghi di cura chiusi e di recuperare il rapporto con l’ambiente naturale. Molti risultati si ottengono anche sull’autismo, in quanto questi bambini possono sperimentare attraverso il contatto e la relazione con il cavallo, vissuti specifici dell’infanzia e la possibilità di avere un tramite nella comunicazione con il mondo esterno, migliorando la capacità relazionale.
In adolescenza, lo sport assume anche la valenza del comunicare, come mezzo per sviluppare caratteristiche positive: la capacità di superare le difficoltà, la consapevolezza delle proprie possibilità e dei propri limiti, l’autonomia, la motivazione e la capacità di collaborare con gli altri.
È per questo che in tale momento evolutivo ritengo siano molto efficaci gli sport di squadra, non solo per l’importanza di sentirsi parte di un gruppo ma anche per le molteplici funzioni che svolgono. Si sviluppa la responsabilità, attraverso la coscienza degli effetti diretti e indiretti delle proprie azioni; l’autonomia, attraverso la presa di coscienza di sé e delle proprie caratteristiche personali; innalzamento dell’autostima, attraverso l’accettazione realistica dei propri limiti e la scoperta delle proprie potenzialità; la conoscenza e la fiducia negli altri; il rispetto degli avversari, fare risultato è meno importante dell’integrità fisica propria e degli altri; la capacità di cooperare, prendendo coscienza che il successo dipende dal fatto che ognuno svolga i suoi compiti; l’empatia; la condivisione, in quanto il raggiungimento delle mete personali è legato alla possibilità per gli altri di raggiungere le proprie mete; il rispetto delle norme e delle regole; la coordinazione e la mobilità.
Infine, è soprattutto in questa fase evolutiva che lo sport può essere utilizzato a fini preventivi, rispetto alla devianza e al disagio giovanile. Numerose sono le variabili che contribuiscono allo sviluppo della devianza: il legame debole con la società e la famiglia, i bisogni non appagati d’amicizia, di sicurezza affettiva e di rapporti gratificanti. Tra i fattori protettivi invece troviamo la partecipazione ad attività organizzate, oltre alla buona socializzazione e al buon rendimento scolastico.

Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa dell’età evolutiva– Mediatore familiare

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VOGLIA DI COMMISSARIO

di Silvio Rossi

 

Nominare un commissario. Sembra questo ormai l’imperativo ricorrente nel PD romano, per quanto riguarda le vicende capitoline.
La segreteria cittadina è stata commissariata, affidandola al Presidente del partito Matteo Orfini, il decimo municipio, dopo il coinvolgimento di Andrea Tassone, minisindaco di Ostia e dintorni, è commissariato fino alle prossime elezioni, che si svolgeranno però tra un anno.
Non è esente da richieste di commissariamento il Campidoglio, dove la testa di Marino è chiesta da tutte le opposizioni, e da qualche settore del PD, che teme un danno maggiore nel lasciare le cose così come stanno. Commissariare il comune per permettere un rinnovamento del partito, per eliminare il sistema delle correnti che ha portato questi risultati, così come ha chiesto, anche sulle nostre pagine, la candidata alle primarie cittadine nel 2013 Patrizia Prestipino.
L’ultima voce riguarda la presunta nomina come commissario del Giubileo, che partirà l’otto dicembre di quest’anno, del prefetto Franco Gabrielli, uomo “delle istituzioni”, figura che può assicurare una completa lontananza rispetto ai sospetti di inquinamento dal malaffare romano. Una figura fuori dalle beghe politiche, per assicurare la tranquillità d’azione necessaria allo svolgimento dell’evento.
Ormai in Italia non si riesce più a gestire nulla se non si commissaria. Il Mose è commissariato, l’Expo è commissariato. Anche il governo del paese, nel momento in cui la recessione sembrava farci scivolare verso la china percorsa dalla Grecia, è stato guidato a un commissario in loden, che ha forse evitato il default, ma con conseguenze che stanno emergendo oggi, come nel caso della sentenza sulle pensioni.
Certo, un politico che affida le speranze del futuro alla capacità tecnica di un commissario, però, non fa altro che certificare il fallimento di un’intera categoria di persone, della quale è attore protagonista. Una classe politica che non crede in se stessa, ma che vuole mantenere i privilegi senza assumersi le responsabilità di scelte impopolari, non può rappresentare un popolo che ha nell’iniziativa, nella fantasia, nell’estro, la sua peculiarità riconosciuta in tutto il mondo.