CONCORSI PUBBLICI: ECCO LE NOVITA' APPROVATE DALLA CAMERA

di A.B.
 
Roma – Il M5S e il PD hanno presentato due emendamenti che sono stati approvati alla Camera e che riguardano due importanti novità: lo stop ai dirigenti condannati per danno erariale e l’eliminazione del voto di laurea come limite per l’accesso ai concorsi pubblici. Quindi questa barriera non sarà più presente e l’accesso sarà più facilitato. Per quanto riguarda i dirigenti, si delega il governo a prevedere i casi in cui vi è una condotta dolosa e tale condotta, della Corte dei Conti, porta alla revoca dell’incarico o del suo mancato conferimento.
 
Per quanto riguarda la dirigenza, diventano licenziabili anche i vertici e potrebbero essere cacciati qualora saranno valutati in modo negativo. Il dirigente però, per non essere cacciato via, può chiedere di essere “demansionato”, c’è da sottolineare inoltre che gli incarichi non saranno più a vita.
 
L’azione disciplinare non sarà più una formalità ma dovrà essere portata a termine. Visti i casi di "finti malati" che ci sono stati in Italia in tutti questi anni, anche qui la situazione cambia poiché le funzioni di controllo passano dalle Asl all’Inps. “Pulizia” negli uffici dei ministeri e dell’Authority, tagli per semplificare ed accelerare la produzione. Arriva anche la Carta della cittadinanza digitale. Per le emergenze basterà chiamare il numero unico 112 per chiedere aiuto. 



IVAN BASSO, DOPO L'INTERVENTO: "STO BENE E SONO FELICE DI TORNARE A CASA"

di Angelo Barraco

Milano – Ivan Basso è felice e risollevato in seguito all’intervento per l’asportazione della massa tumorale al testicolo sinistro. Il ciclista ha dichiarato che “Sto bene, sono contento, ho recuperato velocemente e sono felice di tornare a casa. Faro' una serie di controlli nei prossimi giorni ma tutto e' andato bene e sono felice”, ha espresso poi il suo ottimismo di sempre e la sua grinta dicendo che “il medico mi ha rassicurato, ora dobbiamo aspettare, ci sono ulteriori esami ma c'e' grande ottimismo, io per primo, e torno a casa felice e sollevato”. Il ciclista dichiara anche di aver chiesto quando potrà tornare in sella alla sua bicicletta, “ma c'e' una convalescenza che ancora non sappiamo quanto durera'. Domani mattina tornero' in ospedale per un ulteriore consulto, ci vogliono pazienza e tempi giusti per recuperare e questa e' la priorita', poi nelle prossime settimane penseremo a tutto il resto. In questo momento la priorita' e' la salute e pensare a guarire al piu' presto e nel migliore dei modi”. Il ciclista, malgrado l’intervento, rimane ottimista  e dice che “E' successo tutto in poche ore mi pare di essere ancora alla fine della cronometro a squadre. E' un momento in cui si succedono tanti stati d'animo ma non ho mai perso l'ottimismo ne' il sorriso e questo e' quello che mi ha aiutato di piu' assieme all'affetto della famiglia, tutti mi hanno fatto sentire la propria vicinanza e questo mi ha fatto piacere”.
 
Ivan Basso, detto “Ivan il Terribile”, è considerato il migliore corridore di corse a tappe degli anni 2000. nel corso della sua carriera ha vinto 2 edizioni del Giro D’Italia, nell’anno 2006 e nell’anno 2010 e si è piazzato per due volte sul podio del Tour de France.
 
 
Tutto è partito dal Tour de France quando “Ho avvertito un forte dolore dopo la caduta nella quale sono stato coinvolto durante la quinta tappa del Tour". Sono stati effettuati subito tutti gli accertamenti del caso, che hanno portato purtroppo all'annuncio di oggi. La TAC, infatti, ha certificato la presenza di cellule tumorali nel testicolo sinistro del due volte vincitore del Giro d'Italia. Quello del lombardo non e' in caso isolato. Nel ciclismo c'era gia' stato Lance Armstrong. L'ex campione statunitense, sette volte vincitore della Grande Boucle, prima di vedersi tolti i titoli conquistati per doping, ha scritto oggi su Twitter per fare gli auguri a Basso. Lui conosce bene le problematice legate al tumore ai testicoli. E' stato operato per la stessa malattia nel 1996. Ha sconfitto il cancro ed e' tornato all'attivita' agonistica nel 1998 e da allora con la sua Lance Armstrong Foundation e grazie al braccialetto Livestrong raccoglie fondi per finanziare la ricerca contro i tumori. Negli altri sport, invece, si ricordano i casi dei calciatori Eric Abidal, Francesco Acerbi e Jonas Gutierrez; oltre a quello dello schermidore italiano Paolo Pizzo. Questi ultimi quattro atleti, al pari di Armstrong, sono poi tornati regolarmente alle proprie attivita' agonistiche. 



INTERCETTAZIONI SHOCK TRA CROCETTA E IL SUO MEDICO: "LUCIA BORSELLINO VA FATTA FUORI COME SUO PADRE"

Redazione

Palermo – Intercettazione telefonica per il chirurgo Matteo Tutino, primario dell'ospedale palermitano di Villa Sofia arrestato per truffa al sistema sanitario, in un conversazione con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, avrebbe affermato che l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino, "va fermata, fatta fuori. Come suo padre", il giudice ucciso nella strage di via D'Amelio. Questo quanto si apprende dal settimanale "L'Espresso", che in un comunicato fornisce anticipazioni sul numero in edicola domani e afferma che "gli stralci di queste intercettazioni sono confermate dai magistrati e dagli investigatori che lavorano all'inchiesta".

Sempre secondo il settimanale, "all'altro capo del telefono c'e' il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell'assessore della sua giunta, scelto come simbolo di legalita' in un settore da sempre culla di interessi mafiosi". Lucia Borsellino si e' dimessa pochi giorni dopo l'arresto di Tutino, che quando i carabinieri sono andati a notificargli il provvedimento giudiziario emesso contro di lui ha telefonato a Crocetta, del quale era il medico personale, per dirgli "Mi stanno arrestando". "Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro". Cosi' Lucia Borsellino, ex assessore alla Salute della Regione siciliana e figlia del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio, ha commentato ai microfoni del giornale radio regionale della Rai, la frase detta dal primario di Villa Sofia, Matteo Tutino, poi arrestato per truffa al sistema sanitario, in una telefonata con il governatore, Rosario Crocetta: "La Borsellino va fermata, bisogna farla fuori come suo padre". Crocetta, per spiegare il suo silenzio, ha sostenuto oggi di non aver sentito quelle parole. Alla domanda su cosa pensi di questa giustizificazione, Lucia Borsellino ha risposto glaciale: "Non spessa a me fare commenti al riguardo".La Borsellino si era dimessa dopo giorno dopo l'arresto di Tutino, medico personale di Crocetta. Al suo posto il governatore ha nominato assessore il capogruppo del Pd all'Ars, Baldo Gucciardi.

Renzi chiama Borsellino  – E' stata per lei, si apprende da fonti di Palazzo Chigi, la prima telefonata della giornata. Matteo Renzi questa mattina presto ha chiamato Lucia Borsellino alla quale, spiegano le stesse fonti, il presidente del Consiglio ha mandato un abbraccio di solidarieta'.

Renziani chiedono dimissioni di Crocetta – "Inevitabili dimissioni Crocetta e nuove elezioni" in Sicilia, scrive su Twitter Davide Faraone. "Quelle parole su Lucia Borsellino una vergogna inaccettabile", denuncia il sottosegretario Pd all'Istruzione, tra i piu' vicini a Matteo Renzi. "Siamo ben oltre il limite della decenza e della moralita'", dice invece Sel. "La conversazione telefonica tra il dottor Tutino e il governatore Crocetta segnano un punto di non ritorno. I silenzi del governatore davanti alle raccapriccianti frasi del primario su Lucia Borsellino sono una condanna senza appello", spiega Erasmo Palazzotto, deputato nazionale di Sinistra Ecologia e Liberta' Anche Ncd chiede le dimissioni del governatore: il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha chiamato Lucia Borsellino per esprimerle "sdegno, affettuosa vicinanza e solidarieta' per quelle parole che pesano in modo gravissimo e incancellabile sulla coscienza di chi le ha pronunciate". Il ministro Alfano auspica che sia vero quanto affermato dal Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e cioe' che non ha sentito la "irripetibile frase pronunciata dal suo medico".

"Premesso che questo gioco delle intercettazioni deve essere superato da una regolamentazione rigorosa, non si capisce con che faccia Crocetta non dico possa ancora fare il presidente della Regione Sicilia, ma andare in giro per Palermo", afferma Fabrizio Cicchitto
 




PENSIONI: IL DECRETO E' LEGGE. DA AGOSTO PARTIRANNO I RIMBORSI

di Angelo Barraco
 
Roma – E’ stato approvato in via definitiva il decreto Pensioni presso l’Aula del Senato. L’approvazione è avvenuta con 145 si e 97 no e un astenuto. Il provvedimento quindi ormai è legge poiché ha completato l’Iter parlamentare. Dal 1 agosto partirà un rimborso parziale delle pensioni intaccate dalla Norma Foriero su cui si era pronunciata la Corte Costituzionale il 30 aprile. La norma, che è contenuta nel decreto denominato “Salva Italia”, gli anni 2012-2013 sui trattamenti pensionistici con un importo superiore a tre volte il minimo inps scatta il blocco perequazioni. 
 
Del rimborso ne aveva parlato Renzi in un programma di Giletti poco tempo fa dove ha promesso "Rimborseremo le pensioni di 4 milioni di italiani con 500 euro a testa in media". Il primo ministro ha parlato di molte cose, dalle pensioni al fantomatico termine dei lavori della Salerno-Reggio Calabria per il 2016, con un Giletti stupito che diceva al premier che la responsabilità di quell’impegno era enorme e infatti lo è poiché la speranza della chiusura di quei lavori ormai è diventata un’utopia.
 
Ma andiamo con ordine. Renzi ha parlato di pensioni e ha detto che circa "quattro milioni di pensionati, il primo agosto, avranno circa 500 euro a testa in media". Questo vuol dire che verranno rimborsate le pensioni fino a quelle di 3mila euro. Il rimborso sarà comunque a scaglioni: i pensionati con un assegno più basso prenderanno di più.
 
Renzi ha voluto anticipare da Giletti la soluzione che il governo porterà al Cdm come risposta alla sentenza della consulta in merito al blocco delle indicizzazioni delle pensioni. Il premier ha puntualizzato anche che nessun pensionato perderà un centesimo da tutta questa vicenda. il primo ministro ha poi aggiunto che "gli assegni superiori ai 3.000 euro saranno tenuti fuori dal rimborso".
 
Questo bonus non andrà a tutti poiché vi sarà una differenza tra quanto spetterebbe e quanto effettivamente incasseranno. L’Inps ricorda che non sarà necessario presentare alcuna domanda ma aggiunge che gli eredi dei pensionati deceduti potranno chiedere ciò che gli spetta e solo in questo caso bisognerà presentare domanda. Emerge che in Italia il 56,3% delle pensioni ha come beneficiario le donne che rappresentano più della metà, ovvero il 52,9% dei pensionati. Malgrado ciò, ricevono il 44,2% dei 273 miliardi di pensioni erogati. Inoltre, emerge un dato geografico molto importante, ovvero che il 28% dei pensionati risiede al nord, il 20% nel resto d’Italia e al sud soltanto il 10% comprese isole. Malgrado siano dati di qualche anno fa, sono dati da tenere in considerazione da parte del Governo. I dati Istat riportano inoltre che i pensionati che hanno il guadagno maggiore risiedono nel Lazio (19.549 euro) e invece quelli che guadagnano meno risiedono in Basilicata (14.226 euro).
 
L’una tantum comprende. Duecento dieci euro di arretrati relativi al 2012, 447,2 euro per il 2013, 89,96 per il 2014 e 48,51 per il 2015. Dal 2016, l’assegno mensile che percepirà il pensionato sarà di 1541,75 euro. Per gli anni 2012-2013 viene riconosciuta una rivalutazione pari al 40% per i trattamenti pensionistici superiori superiore al trattamento minimo Inps. La rivalutazione non è riconosciuta per i trattamenti pensionistici superiori a sei volte, ovvero 3.000 euro lordi mensili. Per il 2014 e il 2015 la rivalutazione è del 20% dell'aumento ottenuto per ogni fascia di reddito nel biennio 2012-2013. Per il 2016, la rivalutazione è del 50% dell'aumento ottenuto per ogni fascia di reddito nel biennio 2012-2013. 



POVERTA', ITALIANI E QUEI GRAN FIGLI DI… CASTA

di Angelo Barraco

Il benessere delle famiglie non è certamente avviato verso una fase di "rose e fiori" come qualcuno ci vorrebbe far credere. E molti italiani devono ormai “strizzare la cinghia” per cercare di andare avanti, per far fronte alla crisi, al continuo aumento del costo della vita, alla disoccupazione che si estende a macchia d’olio e ad una mancanza occupazionale disarmante anche per coloro che hanno lavorato per tanti anni e che si ritrovano senza lavoro a causa dei meccanismi innescasti dal sistema e ciò che ne consegue.

Dando uno sguardo agli ultimi dati Istat sulla povertà delle famiglie italiane, constatiamo che il dato resta stabile nel 2014, risultano oltre 4 milioni, per la precisione 4 milioni e 102 mila individui pari al 6,8% dell'intera popolazione, gli italiani costretti a spendere meno del necessario per uno standard di vita minimo. Si tratta di 1 milione 470 mila famiglie, il 5,7% del totale. Nei piccoli comuni il miglioramento è del 7,2% e nel mezzogiorno va dal 12,1% al 9,2%, invece nelle famiglie composte da soli italiani va dal 5,1% al 4,3%. Per le famiglie numerose invece vi sono livelli di povertà che possono raggiungere il 16,4% e si può arrivare persino al 18,6%. Nelle aree metropolitane si rivela un’incidenza elevata di povertà che arriva al 7,4%, quando in passato si parlava di un 3,9%.

Gli italiani fanno fatica a finire il mese, spesso si indebitano e devono rinunciare all’istruzione dei propri figli, molto spesso propensi allo studio e magari con un brillante futuro da avvocato o dottore, per mandarli su binari diversi ai fini di aiutare la famiglia poiché, in assenza di risorse economiche, non c’è altra scelta. Ma il nostro governo cosa fa? Aiuta queste famiglie? Eppure l’articolo 31 della Costituzione Italiana dice chiaramente che “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternita`, l’infanzia e la gioventu`, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Che valore ha questo articolo della costituzione italiana per i nostri politicanti?

I “fortunelli” o "gran figli di… casta", l’altra faccia dell’Italia senza lavoro: Chi è meritevole spesso è costretto a non poter fare un determinato percorso per mancanza di risorse economiche, ma chi è figlio di professori universitari, rettori, banchieri, politici, ministri, parlamentari hanno il lavoro bello e pronto.

Ecco qualche esempio: Maria Maddalena Gnudi, figlia dell’ex ministro Gnudi (ex presidente Enel, quota Udc), che è diventata socia dello studio del padre su proposta dello stesso. L’avvocato Eleonora Di Benedetto lavora per uno degli studi legali più importanti della capitale, lo studio Severino, che è lo studio della madre Paola, ex ministro della Giustizia. Poi c’è Costanza Profumo, architetto che si è laureata presso il Politecnico di Torino, figlia dell'ex rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo ex ministro dell’istruzione. Luigi Passera, figlio del’ex ministro Passera, si è laureato alla Bocconi come il padre e si è occupato di marketing alla Piaggio. Adesso lavora presso la multinazionale Procter & Gamble. Il figlio di Mario Monti ha lavorato a Londra per Citigroup e Morgan Stanley  ed è stato chiamato da Enrico Bondi alla Parmalat e chiamato dal padre come commissario straordinario per la spendine review. Ma in seguito alle polemiche sul posto fisso, il suo curriculum non è più reperibile sul web. La figlia di Mario Monti, Federica, ha lavorato per il prestigiosissimo studio Ambrosetti. Giorgio Peluso, figlio del ministro Cancellieri, è stato assunto come direttore di Unicredit, successivamente direttore di Fondiaria Sai, adesso lavora come Chief Financial Officer presso Telecom Italia. La figlia della Foriero, Silvia, ha una cattedra presso l’Università di Torino –madre e padre sono professori ordinari- e lavora anche in una fondazione finanziata da Intesa. L’altro figlio fa il registra di film impegnati.

Quindi si deve essere “fortunelli” o "gran figli di… casta" per avere un buon posto di lavoro? I capaci e meritevoli che non hanno disponibilità economiche non possono puntare in alto tanto quanto i cosiddetti “fortunelli”? Tutti dovrebbero avere le stesse opportunità e le stesse garanzie per un futuro migliore e garantito, tutti dovrebbero avere la possibilità di studiare, di crescere e di affrontare la vita come meglio si crede e senza freni di alcun tipo. Ci auguriamo che presto le cose cambino e che lo Stato dia maggiori possibilità a coloro che fino ad oggi, pur meritevoli, hanno ricevuto avuto poco.
 




POVERTA', ITALIANI E QUEI GRAN FIGLI DI… CASTA

di Angelo Barraco

Il benessere delle famiglie non è certamente avviato verso una fase di "rose e fiori" come qualcuno ci vorrebbe far credere. E molti italiani devono ormai “strizzare la cinghia” per cercare di andare avanti, per far fronte alla crisi, al continuo aumento del costo della vita, alla disoccupazione che si estende a macchia d’olio e ad una mancanza occupazionale disarmante anche per coloro che hanno lavorato per tanti anni e che si ritrovano senza lavoro a causa dei meccanismi innescasti dal sistema e ciò che ne consegue.

Dando uno sguardo agli ultimi dati Istat sulla povertà delle famiglie italiane, constatiamo che il dato resta stabile nel 2014, risultano oltre 4 milioni, per la precisione 4 milioni e 102 mila individui pari al 6,8% dell'intera popolazione, gli italiani costretti a spendere meno del necessario per uno standard di vita minimo. Si tratta di 1 milione 470 mila famiglie, il 5,7% del totale. Nei piccoli comuni il miglioramento è del 7,2% e nel mezzogiorno va dal 12,1% al 9,2%, invece nelle famiglie composte da soli italiani va dal 5,1% al 4,3%. Per le famiglie numerose invece vi sono livelli di povertà che possono raggiungere il 16,4% e si può arrivare persino al 18,6%. Nelle aree metropolitane si rivela un’incidenza elevata di povertà che arriva al 7,4%, quando in passato si parlava di un 3,9%.

Gli italiani fanno fatica a finire il mese, spesso si indebitano e devono rinunciare all’istruzione dei propri figli, molto spesso propensi allo studio e magari con un brillante futuro da avvocato o dottore, per mandarli su binari diversi ai fini di aiutare la famiglia poiché, in assenza di risorse economiche, non c’è altra scelta. Ma il nostro governo cosa fa? Aiuta queste famiglie? Eppure l’articolo 31 della Costituzione Italiana dice chiaramente che “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternita`, l’infanzia e la gioventu`, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Che valore ha questo articolo della costituzione italiana per i nostri politicanti?

I “fortunelli” o "gran figli di… casta", l’altra faccia dell’Italia senza lavoro: Chi è meritevole spesso è costretto a non poter fare un determinato percorso per mancanza di risorse economiche, ma chi è figlio di professori universitari, rettori, banchieri, politici, ministri, parlamentari hanno il lavoro bello e pronto.

Ecco qualche esempio: Maria Maddalena Gnudi, figlia dell’ex ministro Gnudi (ex presidente Enel, quota Udc), che è diventata socia dello studio del padre su proposta dello stesso. L’avvocato Eleonora Di Benedetto lavora per uno degli studi legali più importanti della capitale, lo studio Severino, che è lo studio della madre Paola, ex ministro della Giustizia. Poi c’è Costanza Profumo, architetto che si è laureata presso il Politecnico di Torino, figlia dell'ex rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo ex ministro dell’istruzione. Luigi Passera, figlio del’ex ministro Passera, si è laureato alla Bocconi come il padre e si è occupato di marketing alla Piaggio. Adesso lavora presso la multinazionale Procter & Gamble. Il figlio di Mario Monti ha lavorato a Londra per Citigroup e Morgan Stanley  ed è stato chiamato da Enrico Bondi alla Parmalat e chiamato dal padre come commissario straordinario per la spendine review. Ma in seguito alle polemiche sul posto fisso, il suo curriculum non è più reperibile sul web. La figlia di Mario Monti, Federica, ha lavorato per il prestigiosissimo studio Ambrosetti. Giorgio Peluso, figlio del ministro Cancellieri, è stato assunto come direttore di Unicredit, successivamente direttore di Fondiaria Sai, adesso lavora come Chief Financial Officer presso Telecom Italia. La figlia della Foriero, Silvia, ha una cattedra presso l’Università di Torino –madre e padre sono professori ordinari- e lavora anche in una fondazione finanziata da Intesa. L’altro figlio fa il registra di film impegnati.

Quindi si deve essere “fortunelli” o "gran figli di… casta" per avere un buon posto di lavoro? I capaci e meritevoli che non hanno disponibilità economiche non possono puntare in alto tanto quanto i cosiddetti “fortunelli”? Tutti dovrebbero avere le stesse opportunità e le stesse garanzie per un futuro migliore e garantito, tutti dovrebbero avere la possibilità di studiare, di crescere e di affrontare la vita come meglio si crede e senza freni di alcun tipo. Ci auguriamo che presto le cose cambino e che lo Stato dia maggiori possibilità a coloro che fino ad oggi, pur meritevoli, hanno ricevuto avuto poco.
 




PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, ORLANDO: "PER I CORROTTI PRESCRIZIONE IMPROROGABILE"

Redazione

 

"Il problema della prescrizione per i reati contro la Pa lo considero strarisolto. È difficile guardare ad altri Paesi senza tener conto delle rispettive specificità. La mediazione raggiunta tiene conto del rafforzamento della pretesa punitiva dello Stato senza scaricare addosso all’imputato l’inefficienza del sistema. Per i reati di corruzione abbiamo costruito un sistema in cui è improbabile che scatti la prescrizione grazie al combinato disposto della sospensione per tre anni, degli aumenti di pena e del riconoscimento della specificità di alcuni di questi reati". Lo afferma il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in un'intervista al Sole 24 Ore in edicola oggi.
"Se non si riesce a fare un processo in 18 o 22 anni…. Dopodiché, anche questa norma andrà sottoposta al vaglio dei fatti. Io credo che con questa riforma non ci saranno più prescrizioni per i reati contro la Pa. Verificheremo e valuteremo", prosegue.
"Ho detto che non avrei mai voluto fare una riforma del Codice penale perché lo considero la tavola del grado di riprovazione che una società esprime verso certe condotte, in un certo momento storico – sottolinea il Guardasigilli -. Perciò si scontrerebbero visioni diverse: per esempio tra chi ritiene più gravi i reati di corruzione e chi quelli di strada… Sulle intercettazioni il discorso è diverso: credo si possa essere d’accordo che sono uno strumento per accertare la verità processuale. Quindi, non bisogna pregiudicare le intercettazioni come mezzo di indagine, ma bisogna che le intercettazioni siano quanto più possibile strumento di indagine. Su questo è più facile trovare un accordo che su altri temi".
Quanto alla riforma del Csm, il ministro spiega: "Io credo sia necessaria una legge elettorale che limiti i criteri di appartenenza alle correnti ma non agevoli la creazione di feudi elettorali. Inoltre, riterrei opportuna una Sezione disciplinare separata, i cui componenti siano distinti da quelli che si occupano delle funzioni amministrative. È probabile che sia necessario un più alto numero di consiglieri ma a parità di costi. Infine, la legge dovrà garantire anche le pari opportunità. Questa consiliatura ha solo due donne".
Poi a una domanda sui casi Fincantieri e Ilva, Orlando risponde così: "Non generalizzarei: Monfalcone non è Taranto. Taranto è il frutto della difficoltà di riportare una struttura industriale all’interno della normativa ambientale attuale, Monfalcone è un intervento su un singolo segmento di attività industriale. Detto questo, non è un’opinione che il giudice si deve far carico dell’impatto delle sue decisioni, perché la legge prevede la proporzionalità dell’intervento cautelare. La legge dice che deve tener conto di come impatta la sua decisione. Ma la domanda è: il magistrato ha tutti gli strumenti? Non sempre la risposta è sì. Quindi, credo che le strade da percorrere siano due: formazione e specializzazione".




GIORGIO NAPOLITANO: LE INTERCETTAZIONI DEI CARABINIERI DEL NOE E LE OMBRE SULLE ATTIVITÀ DEL FIGLIO DELL'EX PRESIDENTE

 

"Quando si trattava di far passare i provvedimenti per l’Università che gli stavano al cuore al figlio era il primo a imporci le norme di spesa ma comunque poi ha imposto a tutto il paese un anno di governo Monti al grido rigore, rigore, rigore…’”. E il Noe ricorda che Giulio Napolitano è professore ordinario a Roma tre".

 

di Ivan Galea
Il Fatto quotidiano ha pubblicato alcune intercettazioni effettuate dai Carabinieri del Noe comandati dal colonnello Sergio De Caprio. Il periodo storico è quello di febbraio 2014, la vigilia del ribaltone del governo Letta.

I carabinieri del Noe intercettano il colloquio con una cimice sotto un  tavolo alla Taverna Flavia di Roma dove si trovano a pranzare l'allora vicesindaco e poi sindaco di Firenze Dario Nardella, il generale della Guardia di Finanza allora a capo di Toscana ed Emilia-Romagna Michele Adinolfi, oggi comandante in seconda della Guardia di Finanza, il presidente dei medici sportivi Maurizio Casasco e l’ex capo di gabinetto del ministro Tremonti nonché presidente di Invimit, società di gestione del risparmio che amministra immobili pubblici ed è di proprietà del ministero dell’Economia, Vincenzo Fortunato.


Secondo le intercettazioni pubblicate da Il Fatto Michele Adinolfi, oggi comandante in seconda della Guardia di Finanza, fa delle asserzioni su Giulio Napolitano, figlio di Giorgio: “Giulio oggi a Roma è potente, è tutto”.  Poi sembra dire che il capo dello Stato sarebbe ricattabile perché “l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro e (Enrico, ndr) Letta ce l’hanno per le palle, pur sapendo qualche cosa di Giulio”

I carabinieri del Noe poi riportano che: “Nardella dice che la strada è più semplice. Bisogna fare la legge elettorale e andare alle elezioni anticipate”. Poi dice che Letta gli sembra “andreottiano” e “attaccato alla seggiola”. E allude malizioso: “A meno che non ci sia anche da coprire una serie di cose, come uno nomina sei mesi prima il comandante, perché… a me è venuta la Santanchè pensa, che dice tanto tutti sanno qual è la considerazione di Giulio Napolitano. Prima o poi uscirà fuori”. Insomma, il segreto non sarebbe più tale. “Se lo sa la Santanchè, vabbè ragazzi”.
A confermare l’ipotetica relazione tra la nomina di Capolupo e una presunta ricattabilità di Giulio Napolitano c’è una telefonata del giorno seguente. Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato per la Legalità di Confindustria nazionale, parla con Adinolfi. Mentre aspetta Montante confida a qualcuno vicino: “Perché è stato prorogato… chissà perché… Figlio di puttana ha beccato ha in mano tutto del figlio di Napolitano, tutto… me l’ha detto Michele… ha tutto in mano sul figlio di Napolitano”. Dove Michele, secondo i carabinieri, è Adinolfi.

Giorgio Napolitano non esce bene dalle intercettazioni, come quella di una conversazione tra Fabrizio Ravoni, già al Giornale dei Berlusconi e poi a Palazzo Chigi con Berlusconi e Fortunato. Il Noe definisce “interessante” la conversazione del 5 febbraio 2014 in cui il burocrate più potente ai tempi di Tremonti, “in contrasto con l’attuale governo Letta sente il bisogno di esternare circa un ruolo anomalo di Giulio Napolitano. Il discorso – prosegue il Noe – parte da Fortunato che racconta a Ravoni le sue considerazioni sull’azione del Presidente della Repubblica, che avrebbe favorito provvedimenti favorevoli al figlio Giulio imponendo il rigore su altri: ‘Guarda è un uomo di merda io so’ convinto da tempo… prima ha fatto cadere questo poi ha spostato il rigore a parole perché tra l’altro quando si trattava di far passare i provvedimenti per l’Università che gli stavano al cuore al figlio era il primo a imporci le norme di spesa ma comunque poi ha imposto a tutto il paese un anno di governo Monti al grido rigore, rigore, rigore…’”. E il Noe ricorda che Giulio Napolitano è professore ordinario a Roma tre.

Nelle intercettazioni si evince quindi che l'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo gli interlocutori, non fosse un uomo libero, in quanto si sarebbe trovato in una situazione ricattabile a causa di alcuni affari di suo figlio.

L'allora presidente della Repubblica giocava una partita tutta sua e lo faceva da ben prima di quel gennaio,come risulta dal libro inchiesta di Alan Friedman sulle grandi e oscure manovre al Quirinale nell’estate del 2011, dalle testimonianze del ministro americano all’Economia dell’epoca, Timothy Geithner, e di Zapatero, allora premier spagnolo.

Il risultato di queste evidenze è ormai ben noto a tutti gli italiani: la caduta dell'ultimo governo eletto democraticamente dal popolo è,  che ci piaccia o no, di fatto il governo Berlusconi. A quest'ultimo segue  l’insediamento del governo tecnico di Mario Monti e successivamente quello di Letta e Renzi. Tant'è.
 




MARINA MILITARE: LA NAVE PALINURO FA TAPPA AL SANTUARIO PELAGOS

di Angelo Barraco
 
La nave scuola della Marina Militare, la nave Palinuro, è approdata questo weekend presso il santuario toscano Pelagos. La nave in questione è protagonista della nuova campagna di sensibilizzazione chiamata “MEDITERRANEO” che è voluta dalla Marina Militare in collaborazione con il WWF.
 
La nave Palinuro è partita da Venezia in data 16 giungo e ha fatto tappa ad Ortona e Catania e sabato scorso, dopo essere giunta nel porto di Livorno, è stata accolta da tanti visitatori. Pelagos è l’habitat delle Balenottere comuni, che sono i mammiferi più grandi del mediterraneo. Il Wwf in una nota chiede una governance efficace ed estesa con un piano di gestione rivisto e più operativo; la definizione di obiettivi precisi da raggiungere sui temi più caldi come inquinamento, traffico marittimo con l’obiettivo di limitare o eliminare i rischi di collisioni tra navi e balenottere nell’area del Santuario e in quelle limitrofe: tutto questo affinché Pelagos diventi un esempio internazionale di conservazione di biodiversità marina.
 
La nota continua dicendo che poco più dell'1% dell’intero Mar Mediterraneo è sotto protezione e il Santuario Pelagos farebbe salire al 5% la percentuale protetta del Mediterraneo se godesse della necessaria tutela. E’ questo l’obiettivo della Campagna MEdiTErraneo svolta da Wwf e Marina Militare Italiana che ha viaggiato a bordo della nave Palinuro lungo le coste italiane. Prossima tappa prevista a settembre Montecarlo, nel ‘cuore del Santuario Pelagos. 



MARO': LA PROCURA INDIANA ACCETTA L'ARBITRATO: L'UDIENZA SI TERRA' IL 26 AGOSTO

Redazione

Piccoli passi in avanti nel caso dei due Marò. La Procura indiana ha accettato davanti alla Corte suprema il ricorso all'arbitrato internazionale sul caso dei maro', attivato dall'Italia il 26 giugno scorso. Si tratta di un atto dovuto essendo l'India firmataria della convenzione dell'Onu sul diritto del mare che all'articolo 287 indica i metodi di soluzione delle dispute.

E' stata fissata una nuova udienza davanti alla Corte suprema per il 26 agosto, quando il governo di New Delhi dovra' presentare un rapporto ufficiale sul caso.
Intanto la Corte suprema indiana ha prolungato di sei mesi il permesso di restare in Italia per le cure mediche, dopo l'operazione al cuore subita il 5 gennaio. La decisione e' stata annunciata dal tribunale che l'ha giustificata con le motivazioni mediche legate alla convalescenza dopo l'attacco ischemico del 31 agosto scorso e il rapresentante del governo indiano non si e' opposto. Latorre, che ad aprile aveva gia' ottenuto una proroga di tre mesi che sarebbe scaduta mercoledi' 15 luglio, potra' cosi' continuare a curarsi in Puglia.

L'altro Fuciliere di Marina, Salvatore Girone, si trova invece ancora bloccato a New Delhi dove risiede nell'ambasciata italiana e collabora con l'addetto militare. A fine giugno Girone aveva definito "una bella notizia" l'annuncio dell'attivazione dell'arbitrato internazionale sul caso dell'uccisione di due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala, nel febbraio 2012. I tempi per l'arbitrato potrebbero comunque essere lunghi, forse tra i due e i quattro anni, considerando che deve essere istituita una Corte internazionale




IMMIGRATI, RENZI: "POSSIAMO FARE DA SOLI MA LA UE PERDE IDENTITA'

Redazione

L'Italia lasciata ancora una volta da sola da un Europa che sembra proprio non funzionare. Quello dell'immigrazione e' "un chiaro esempio di come l'Europa non funziona nel caso in cui non accettano i principi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un'intervista ad al Jazeera. "Non e' solo un problema dell'Italia – ha spiegato Renzi – perche' l'Italia (il problema immigrati ndr.) e' in condizione di risolverlo da sola". Ma, ha aggiunto, "se l'Europa non accetta di risolvere questo problema perdera' la sua identita'. La ragione per cui l'Europa e' nata non e' solo quella di un accordo economico, non solo l'euro. Sono gli ideali europei la ragione vera per cui dopo 70 anni possiamo celebrare un posto di pace". "Se c'e' una giovane donna in mare io corro a salvarla. Se non c'e' possibilita' per lei di rimanere in Italia allora tornera' a casa, perche' magari organizzeremo noi stessi voli di ritorno per la gente che arriva senza permesso".
"Ma se qualcuno e' in mare, lo salvo perche' e' un essere umano".

 

Intanto Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha annunciato su Twitter di aver cancellato il Summit europeo in programma oggi a Bruxelles. Resta in calendario alle 16 l'Euro Summit a 19 che "continuera' fino a quando concluderemo i colloqui sulla Grecia".

"E' molto poco probabile che la Commissione Ue riceva oggi un mandato negoziale per un terzo piani di aiuti alla Grecia", ha affermato il vicepresidente dell'esecutivo Ue Valdis Dombrovskis entrando all'Eurogruppo.
 

Renzi: "Impensabile l'Europa senza Atene".  "Non posso immaginare un'Europa senza Grecia. Sarebbe un'Europa senza valori molto importanti e ance senza stile di vita", ha affermato il presidente dle Consiglio Matteo Renzi in un'intervista ad al Jazeera. Secondo Renzi il problema "non e' il debito greco. Il problema e' l'organizzazione dell'economia greca". "Penso che comunque abbiamo spintoil governo greco nella direzione gusta perche' non possiamo dire che ci sia una regola per i greci e un'altra per italiani, francesi e spagnoli".
Un Eurogruppo che ieri sera si e' chiuso senza ancora un accordo, perche' dopo 9 ore di serrati negoziati e' mancato su una dichiarazione comune, anche se e' emerso che l'Eurogruppo stilera' un elenco di riforme che la Grecia deve impegnarsi ad approvare in Parlamento all'inizio della prossima settimana per ripristinare la fiducia dei partner e consentire il negoziato per un terzo programma di aiuti.
Quattro giorni dopo che l'Eurosummit convocato a ridosso della vittoria del "no" al referendum aveva dato un ultimatum ai greci, che tutti i passi successivi erano stati fatti in tempo e che l'ottimismo era tornato a prevalere sui mercati finanziari, oggi le posizioni piu' intransigenti di Germania e Finlandia e la cautela del presidente dell'Eurogruppo hanno raffreddato gli entusiasmi.
L'aggiornamento della riunione riflette il fatto che una parte dei paesi euro non e' convinta dalla lista di riforme presentata dal governo di Atene nei giorni scorsi e vuole maggiori garanzie sulla loro attuazione.
Ecco perche' si vorrebbe che la Grecia attuasse subito alcune "azioni prioritarie", come la riforma dell'Iva, l'abolizione delle pensioni "baby", le privatizzazioni. Durante la riunione e' circolato un documento del governo tedesco, dal quale emergeva la richiesta di un fondo di garanzia da 50 miliardi; inoltre, la stampa tedesca ha pubblicato un altro documento in cui si ipotizza un'uscita della Grecia per cinque anni. Ma la posizione piu' dura appare quella del governo finlandese, che potrebbe cadere se decidesse di approvare il terzo piano di assistenza finanziaria della Grecia.
Un'uscita "a tempo" di cinque anni della Grecia dall'euro, per permettere ad Atene di ristrutturare il proprio debito: sarebbe questa la proposta inviata ai colleghi dell'Eurogruppo dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. La rivelazione e' arrivata dal Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Fonti comunitarie hanno confermato l'esistenza di un piano tedesco in questo senso ma fonti del governo greco hanno fatto sapere che l'ipotesi di 'Grexit' temporanea non e' stata affrontata nel corso della riunione dell'Eurogruppo.
Secondo la Faz, il ministro tedesco ha inviato agli altri Paesi dell'area euro una nota con la quale boccia le proposte della Grecia e suggerisce l'uscita a tempo di Atene che rimarrebbe comunque membro Ue e riceverebbe "assistenza umanitaria e tecnica di stimolo per la crescita". Nel piano Schaeuble ventilerebbe la possibilita' di un trasferimento di 'asset' per 50 miliardi di dollari in un fondo di garanzia da parte di Atene a copertura del debito.