Finlandia, un posto di riguardo per l’Italia nelle parole del presidente Stubb

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale, in visita ufficiale, il Presidente della Repubblica di Finlandia, Alexander Stubb, intrattenendolo successivamente a colazione. Stubb era accompagnato da una delegazione del suo paese, con l’ambasciatore in Italia, Matti Lassila.
Era presente all’incontro il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri – Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani.
Si tratta della prima visita ufficiale di Stubb in Italia nel suo ruolo di Presidente della Repubblica finlandese ma lo stesso Stubb, negli indirizzi di saluto a Mattarella ha ricordato la sua familiarità con l’Italia, ed in particolare Firenze, ove aveva un prestigioso incarico nell’ambito dell’Istituto Europeo. Come ha ricordato arche Mattarella, citando la partecipazione di Stubb, lo scorso febbraio, and un convegno a Firenze in onore dello scomparso Premio Nobel per la pace, Martti Ahtisaari.
Nel pomeriggio, il Presidente Stubb è stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.  Nel corso dei colloqui è stata sottolineata la situazione della sicurezza in Europa e l’imminente vertice della NATO.
“L’Italia è per molti versi un fattore chiave nella sicurezza e nella politica europea”, ha dichiarato, tra l’altro, Stubb. I colloqui hanno permesso di confermare le profonde sinergie tra Italia e Finlandia nel comune quadro UE e NATO. Sono state ripercorse le opportunità di rafforzamento delle relazioni economiche e della cooperazione in ambito sicurezza e difesa, ma anche sui principali temi dell’agenda internazionale ed europea, inclusa la gestione della migrazione irregolare. L’incontro ha costituito, inoltre, un’occasione di confronto in vista del Vertice NATO di Washington, confermando l’importanza di proseguire nel sostegno all’Ucraina e di perseguire un approccio a tutto campo in relazione alla sicurezza euro-atlantica.
Al centro dei colloqui anche uno scambio sulle principali dinamiche politiche e strategiche in corso, e sull’importanza di promuovere un modello di sviluppo e cooperazione da pari a pari verso il continente africano, nello spirito del Piano Mattei.
Il programma della visita del 3 e 4 luglio ha incluso, inoltre, un incontro con il mondo imprenditoriale ed una discussione in una tavola rotonda sulla politica estera e di sicurezza presso l’Istituto Affari Internazionali, con la partecipazione. della direttrice, Nathalie Tocci e del Presidente Ferdinando Nelli Feroci, alla presenza di alcuni esperti, ricercatori e soci collettivi dell’Istituto. Al centro del dibattito alcuni importanti temi di attualità per l’Europa, come la guerra di aggressione della Russia in Ucraina e le sfide alla sicurezza nel nostro continente. “L’Ucraina sta combattendo anche la nostra guerra e alla fine diventerà un membro dell’Ue e della Nato”, ha affermato Stubb. “La posizione della Cina in Russia è così forte che basterebbe una telefonata di Xi Jinping per fermare la guerra”, ha aggiunto.
Nelle parole di Stubb “l’Italia ha un posto speciale nel mio cuore. Gli anni a Firenze mi hanno insegnato a conoscere la cultura e le persone italiane. Ecco perché è stato particolarmente bello tornare qui per rappresentare la Finlandia come Presidente della Repubblica. Grazie Italia! “
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Roma, Asl Roma 3: Formare i formatori al benessere nell’apprendimento

Dopo l’esperienza Covid-19 è stata compiuta, da parte delle strutture del Servizio Sanitario Regionale una riflessione sul senso di una maggiore e più adeguata formazione su tutto il personale delle Aziende Sanitarie e dei Medici di Medicina Generale.
Ieri, nella sala Tevere della Regione Lazio, la Asl Rm3, capitanata dalla dottoressa Francesca Milito, direttore generale, e orchestrata dal dottor Emilio Scalise, dirigente medico Responsabile dell’U.O.S. Formazione ed Aggiornamento del Personale, ha promosso un corso AGENAS volto a “FORMARE I FORMATORI AL BENESSERE DELL’APPRENDIMENTO”.
Una proposta attenta che comprende le necessità di una continua formazione in grado di recepire sul campo le eventualità difficoltà facendone per prima cosa prima esperienza e tramutandole poi in un valore aggiunto.

nella foto il dottor Giuseppe Fucito (ph L.I.)

Quello che si evince, già dalle prime battute, resta fondamentale per il proseguo della narrazione della giornata odierna: la criticità genere un’esigenza. “Nel post-emergenza sanitaria mondiale da Covid-19 – ribadisce Scalise- è diventato di attualità il metodo formativo andragogico cioè la formazione rivolta agli adulti in antitesi alla pedagogia che si rivolge ai giovani senza esperienza”. Un metodo formativo applicato con successo dopo i conflitti mondiali, ad adulti già con esperienza lavorativa vittime di stress post-traumatico come attualmente tanto personale in sanità dopo l’emergenza Covid-19.
Quello che va focalizzato, dice il dottor Marco Sparvoli, psicologo dell’SPDC dell’Ospedale San Camillo, deve essere necessariamente finalizzato a fornire non solo “conoscenze” ma “competenze” e a tale situazione bisogna giungere con la consapevolezza piena di chi, aggiunge, “debba essere formato, con quali obiettivi, chi può e chi deve formare, cosa sia necessario insegnare per formare per giungere poi a come formare ed insegnare” ma poi, aggiunge, diventa rilevante e fondamentale “curare i curanti”
Un impegno forte e che presuppone, come spiega in seguito la dottoressa Norma Sardella, dirigente psicologo della Asl RM3, che “la formazione e la sicurezza non siano piegate al budget” in quanto l’investimento sul patrimonio umano resta ancora oggi la prima fonte di ricchezza di una azienda.
Focalizza poi in seguito la necessità di “realtà co-condivise” capaci, spiega nel dettaglio, di “fare gruppo, fare corpo” un’entità composta da varie membra che che si muova nella interessa di un’unica corporeità.

nella foto, da sx, la dottoressa Maria Rita Noviello, la dottoressa Norma Sardella ed il dottor Emilio Scalise (ph. L.I.)

Nella mattinata è particolarmente toccante la narrazione della dottoressa Maria Rita Noviello, medico oncologo: “Formare chi deve accettare la morte” è il tema davvero delicato che affronta.
Ma lo fa con la serenità che la porta ad affermare con forza che “l’essere umano è di per se essere mortale” e quindi tutta la narrazione del nostro tempo che cerca di “cancellare” dapprima la morte narcotizzando la stessa paura di morire non fa altro che togliere quella naturalità che la morte stessa ha insita in sé. Un principio davvero semplice e chiaro dentro questa sua narrazione che è figlia di una esperienza diretta vissuta con i suoi pazienti “i miei migliori insegnanti sui concetti di vita e morte”, dice nella commozione. “Noi medici, aggiunge, dobbiamo avere il coraggio di valorizzare la vita” anche perché quello che va tolto dal pensiero comune è il concetto errato che fa equivalere l’arte medica, il “medicinus” con il ruolo di “aggiustatore”; tutto ciò, aggiunge, contrasta con quello che è il nostro reale ruolo: “noi medici dobbiamo essere promotori di benessere”.
Due i momenti focali della tarda mattinata
Dapprima l’intervento del dottor Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale che ricorda come il “successo” dell’esempio delle USCAR Lazio durante la pandemia derivi principalmente, dice testualmente “dal mettere il cuore e le orecchie per ascoltare quelli che sono i bisogni formativi” capaci poi di essere esempio per tutti. “una formazione dinamica, che è stata in grado di far funzionare il sistema anche durante uno dei momenti più bui della medicina – delinea il coordinatore dei Corsi MMG Giuseppe Fucito.

intervista al dottor PIER LUIGI BARTOLETTI, segretario provinciale FEDERAZIONE ITALIANA MEDICI DI MEDICINA GENERALE (VIDEO REALIZZATO DA L.I.)

Nel concludere il suo intervento fa notare che la prima problematica che va superata, per arrivare davvero ad un Sistema Sanitario eccellente sia quella mancanza di collegamento tra territorio e l’ospedale e questo può avvenire quando i medici di medicina generale diverranno “sentinelle in grado di condividere i casi clinici e smettano di essere i cosiddetti medici della ricetta” e questo può avvenire solo difendendo con forza il sistema pubblico l’unico in grado di sopportare i bisogni reali delle persone.
Di seguito interessante il commento dell’avvocato ed ex magistrato cassazionista Italo Amorelli, uno dei decani dell’ordine romano, presidente del Lions Club Accademia, che partendo dall’inciso contenuto nell’art. 32 della Carta Costituzionale “il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo” afferma con forza la necessità che i medici tornino a comprendere, con maggiore forza, “leggendo, capendo, tenendo a mente, spiegando” quello che la loro professione ma, soprattutto, il “Giuramento di Ippocrate” impone loro e a ciò fanno eco le parole della psicologa dottoressa Maria Pia Malizia che riafferma la necessità dell’apprendimento come veicolo di sviluppo e di miglioramento.

nella foto, da sx, la dottoressa Maria Pia Malizia, l’avvocato Italo Amorelli, il dottor Emilio Scalise, la dottoressa Maria Rita Noviello ed il dottor Pier Luigi Bartoletti (ph L.I.)

La mattina si chiede poi con il racconto di Arianna Camilloni, PSF infermiere coordinatore UOS formazione e aggiornamento del personale: racconta i terribili giorni del Covid-19 non nascondendo la sua emozione che coinvolge l’intera sala e le più di 150 persone collegate in videoconferenza.

Arianna Camilloni

Due i concetti che esprime con forza: l’approccio più concreto alla salute tramite la “salutogenesi” in grado di occuparsi delle fonti stesse della salute, delle risorse generali e del senso di coerenza e poi la “patogenesi” per verificare al meglio tutte quelle alterazioni dello stato fisiologico che portano poi allo stabilirsi ed allo svilupparsi di una patologia.
Ma resta l’amarezza nelle sue parole: è pur vero che durante il periodo Covid-19 si sia parlato degli “angeli con il camice bianco” ma le troppe violenze che avvengo verso tutto il personale sanitario fanno riflettere a fondo.

nella foto, da sx, Davide Conforti, Claudio Rossi e il dottor Emilio Scalise (ph L.I)

Un “istrionico” ma concreto Claudio Rossi, accompagnato dal giovanissimo Davide Conforzi, ci raccontano la formazione del personale amministrativo che è, sotto alcuni punti di vista, il lato nascosto del mondo della Sanità ma nel contempo è anima stessa del Servizio.
Claudio Rossi racconta la sua esperienza ultra quarantennale nel mondo della sanità: “in ogni mio atto amministrativo ho sempre messo al centro il malato e credo che per chi oggi svolge tale attività debba essere sempre e comunque il principio base”.
Lo dice con quella forza emotiva e con la sua capacità di far comprendere come “l’ansia dell’atto amministrativo” non debba essere mai presente in chi agisce avendo la “persona al centro del proprio agire”.
“Potrà essere banale il mio pensiero ma esistono due tipi di impiegati: quello che fa l’impiegato e l’impiegato stesso” e nell’esempio della strada con buche spiega al meglio il suo concetto; “il primo le salta, il secondo costruisce a lato una strada in grado di raggiungere l’obiettivo ed una volta compiuto ciò si appresta a coprire le buche de disservizi che possono essersi generati dentro una procedura”.
Un atteggiamento che costruisce ricchezza e la sua speranza guardando negli occhi Davide Conforti è quella di poter essere riuscito a trasferire le sue esperienze e il suo modo di lavorare.
Entrambi orgogliosamente affermano di avere scelto di lavorare in ospedale con senso di responsabilità e di solidarietà.
La giornata si conclude poi con due esperienze che, apparentemente, poco legano con il mondo della sanità: la danza e l’arte figurativa.

nella foto, da sx, la dottoressa Giorgia Celli, la dottoressa Noemi Romana Bernardi ed il dottor Emilio Scalise (ph L.I.)

Giorgia Celli, psicologa, psicoterapeutica e ballerina, assieme a Noemi Romana Bernardi, psicologa clinica e psicoterapeutica, raccontano le proprie esperienze di danzaterapia: “dimmi come danzi la tua vita” è il loro incipit all’intervento perché attraverso di questo si ottengo esperienze di trasformazione in grado di ricreare, attraverso i movimenti autentici e primordiali, quella armonia nei corpi che riporta, prima di tutto, stabilità alle emozioni.
Una “sana follia” che riesca a liberarci da pregiudizi, preconcetti, paure e tabù dove tutti i sensi dell’uomo vengono esaltati.

la dottoressa Vincenza Ferrara (ph L.I.)

Vincenza Ferrara, docente esperta in Strategie di Pensiero Visivo dell’università La Sapienza, e Metello Iacobini responsabile di Ematologia Pediatrica presso il Policlinico Umberto I di Roma, “una apparente strana coppia” raccontano l’esperienza vissuta attraverso la sperimentazione e la ricerca VTS (Visual Thinking Strategies) ponendosi come obiettivo lo studio e l’applicazione di metodi innovativi per l’utilizzo dei patrimoni culturali come strumento per l’apprendimento, la promozione e l’inclusione sociale, il miglioramento delle relazioni interpersonali, la mediazione culturale e la salute è riuscita a ricreare una rete di rapporto umani ed lavorativi all’interno di una struttura, quella dell’Ematologia Pediatrica dell’ospedale Umberto I, “logorata” da un clima decisamente pressante trattandosi di oncologia pediatrica.
I risultati ottenuta dalla dottoressa Ferrara ed dal dottore Iacobini dimostrano come una maggiore sinergia, una miglioramento delle relazioni interpersonali hanno creato questa rete tra le diverse componenti della struttura realizzando un tangibile e concreto miglioramento.

il dottor Metello Iacobini (ph L.I.)

Una giornata davvero piena di spunti e di considerazioni.
Quello a cui teniamo maggiormente è ricordare come le persone che oggi abbiamo incontrato restino, al di là del camice, al di là dello sportello, degli esseri umani capaci di comprendere e verso i quali, come utenti, abbiamo il dovere di rapportarsi con rispetto ed attenzione, la stessa che, da sempre, loro hanno nei nostri riguardi.

intervista alle dottoresse norma sardella e MARIA RITA NOVIELLO ED AL DOTTOR EMILIO SCALISE (VIDEO REALIZZATO DA L.I.)



Lazio, all’Ospedale di Frascati la prima cistifellea asportata in anestesia locale

Il primo intervento chirurgico nella Regione Lazio di asportazione della cistifellea in anestesia locale è avvenuto con successo all’Ospedale di Frascati nel territorio della Asl Roma 6.
 
Si tratta di una rivoluzione nell’ambito della chirurgia generale che supera la rigida “condicio sine qua non” che per eseguire una procedura di laparoscopia, è necessario eseguire un’anestesia generale con intubazione.
 
Ora nel Lazio è possibile e si apre un nuovo percorso di presa in carico di pazienti con quadri clinici complessi per cui l’anestesia generale risulterebbe molto rischiosa.
Ma veniamo ai fatti. Al San Sebastiano è stata effettuata una colecistectomia laparoscopica in anestesia locoregionale a una signora di 74 anni, già plurioperata all’addome e con diverse comorbilità tra cui cardiopatia ischemica ed ipertensiva, insufficienza respiratoria e inoltre impossibilitata a camminare a causa di una grave forma di artrosi.
 
Proprio In considerazione del quadro di salute complesso della paziente, e delle continue coliche epatiche di cui soffriva sfociate in una una colecistite, l’equipe chirurgica ed anestesiologica dell’ospedale, avendo già maturato esperienza in interventi laparotomici di chirurgia maggiore in anestesia locoregionale, ha deciso si non sottoporre la signora a un intervento in anestesia generale, bensì locale, pur trattandosi di intervento laparoscopico.
 
Grande soddisfazione, in merito alla tecnica Anestesiologica, è stata espressa sia dalla paziente che dal chirurgo Dr. Massimiliano Boccuzzi, Direttore della UOC di Chirurgia Generale e dal suo aiuto Dr Angelo Torcasio insieme al direttore del servizio anestesia dott. Benedetto Alfonsi.
 
L’intervento è durato 60 minuti ed è stato effettuato con un pneumoperitoneo ridotto da 12mmHg ad 8mmHg, di conseguenza con un campo lievemente ridotto e senza curarizzazione, tutto ciò ha richiesto esperienza nella tecnica laparoscopica e affiatamento tra equipe anestesiologica, chirurgica ed infermieristica.
 
Di fatto operare in laparoscopica in anestesia locale evita il presentarsi delle complicazioni dovute all’operazione chirurgica  con anestesia generale, c’è una minore occupazione della sala operatoria e i tempi di ripresa del paziente si accorciano.
 
La signora infatti ha avuto una ottima ripresa post operatoria ed è stata dimessa il secondo giorno. A distanza di meno di un mese dall’operazione è in buona salute.
 
Grazie alla tecnologia e la fiducia messa a disposizione dalla direzione strategica della Asl Roma 6,l’ Unità Operativa Complessa (Uoc) di Chirurgia Generale dell’Ospedale San Sebastiano di Frascati ha dato inizio, per la prima volta nella Regione Lazio a un innovativo studio prospettico per le colecistectomie laparoscopiche con comorbilità eseguite in anestesia locoregionale. 
 
“Da diversi anni – dichiara il dottor Massimiliano Boccuzzi – presso il nostro presidio ci siamo prodigati, Chirurghi ed Anestesisti, all’affinamento di tecniche, che ci possano condurre ad una sensibile riduzione dei rischi operatori e delle complicanze, nei pazienti anziani e nei pazienti con gravi comorbilità, con il fine di raggiungere questo traguardo. Un grande ringraziamento agli anestesisti, ai miei chirurghi ed alla professionalità e all’affiatamento degli infermieri ed OSS del blocco operatorio e del reparto di degenza dell’area chirurgica che con competenza e grande umanità seguono i pazienti nel blocco operatorio e nel reparto di degenza”.
 
Non sono mancati i complimenti della direzione della Asl Roma 6: ”Siamo orgogliosi – hanno detto il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli e il Direttore Sanitario dott. Vincenzo Carlo La Regina – per l’importante traguardo raggiunto qui all’ospedale di Frascati che servirà per rivoluzionare questa tipologia di interventi chirurgici riuscendo a curare anche pazienti con quadri molto complessi. Adesso è necessario continuare a coltivare questa tecnica e trasmetterla per garantire un nuovo futuro approccio chirurgico in questo campo”.

 

 

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Aumentano le infezioni sessuali fra i giovani in Italia: sù sifilide e clamidia

“I dati del 2022 mostrano un incremento delle Ist (infezioni sessualmente trasmesse) soprattutto tra i giovani”. Lo dice Barbara Suligoi, direttrice del Centro operativo Aids dell’Istituto superiore della Sanità, durante la XVI edizione di Icar (Italian Conference on Aids and Antiviral Research), svoltasi a Roma dal 19 al 21 giugno. “Per la gonorrea sono stati segnalati al sistema sentinella circa 1.200 casi, che rispetto agli 820 del 2021 implicano un aumento del 50%. Per la sifilide, siamo passati da 580 casi del 2021 a 700, con un aumento quindi del 20%”, sottolinea. “Questa crescita nei numeri non è solo un effetto della maggiore socializzazione che si è verificata dopo le fasi più acute della pandemia da Covid-19. Questo aumento si riscontra anche rispetto al 2019, quando i casi di gonorrea erano stati 610 (quindi rispetto ad allora sono aumentati del 100%), mentre quelli di sifilide erano 470, incrementati quindi di oltre il 50%”, fa notare. Un dato preoccupante riguarda anche i casi di clamidia: “Anche sulla clamidia il riscontro è analogo: dagli 800 casi del 2019 si è giunti nel 2022 a 993, con un aumento del 25%”, afferma. “L’aspetto più rilevante è il coinvolgimento giovanile, in particolare le ragazze under 25: la prevalenza della clamidia tra le giovani di questa fascia d’età è del 7%, mentre sopra i 40 anni è appena 1%. In 3 casi su 4 l’infezione è asintomatica, quindi molte ragazze non se ne accorgono per lungo tempo”, aggiunge. Uno dei problemi più rilevanti nei giovani è la mancanza di consapevolezza sulle malattie sessualmente trasmissibili. “I giovani spesso non sanno dove reperire le informazioni e dove eseguire i necessari controlli, non si recano regolarmente presso uno specialista come avviene in età adulta con il ginecologo e l’andrologo. Inoltre, spesso si informano sul web, con fonti approssimative se non fuorvianti”, fa notare Suligoi. “Questi elementi avviano un circuito di non consapevolezza, che aumenta esponenzialmente nei momenti di socialità, in cui si abbassa la soglia della prudenza, con la perdita delle inibizioni e delle protezioni. Inoltre, alcuni ragazzi fanno uso di droghe o di chemsex, ma, considerando queste attività occasionali, non le ritengono, erroneamente, situazioni di rischio. Servirebbe quindi una maggiore informazione, un’educazione all’affettività a livello scolastico, percorsi chiari sul territorio per chi abbia bisogno di una consulenza tempestiva in caso di sospetto di aver contratto una Ist”, conclude. 




Roma e provincia, inquinamento da polveri sottili: un quadro ancora complesso ma incoraggiante

L’inquinamento da polveri sottili, rappresentato principalmente dalle particelle PM10 e PM2.5, è un problema ambientale significativo per molte aree urbane, tra cui Roma e la sua provincia. Dal 2000 ad oggi, i livelli di inquinamento hanno subito variazioni dovute a diversi fattori, tra cui politiche ambientali, cambiamenti climatici e modifiche nei comportamenti sociali ed economici.

Anni 2000-2010: problemi persistenti e primi interventi

Nei primi anni del 2000, Roma ha affrontato livelli elevati di inquinamento da polveri sottili. Le principali fonti di PM10 e PM2.5 erano il traffico veicolare, l’industria, i riscaldamenti domestici e le attività commerciali. La città ha spesso superato i limiti giornalieri e annuali di PM10 stabiliti dall’Unione Europea, con conseguenti rischi per la salute pubblica.

Le misure iniziali per affrontare il problema includevano:

  • Limitazioni del traffico: L’introduzione di targhe alterne e blocchi del traffico nei giorni di maggiore inquinamento.
  • Promozione del trasporto pubblico: Incentivazione dell’uso dei mezzi pubblici per ridurre il numero di veicoli privati in circolazione.
  • Regolamentazione dei riscaldamenti: Interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre l’uso di combustibili inquinanti.

2010-2020: miglioramenti e nuove sfide

Nel decennio successivo, Roma ha continuato a sviluppare e implementare politiche ambientali più efficaci. Tra le principali iniziative:

  • Zone a Traffico Limitato (ZTL): L’estensione delle ZTL ha ridotto significativamente il traffico veicolare nel centro storico e in altre aree critiche.
  • Mezzi pubblici ecologici: L’introduzione di autobus elettrici e ibridi ha contribuito a ridurre le emissioni.
  • Piste ciclabili e mobilità sostenibile: La creazione di nuove piste ciclabili e l’incentivazione dell’uso delle biciclette hanno favorito una mobilità più sostenibile.

Queste misure hanno portato a una graduale riduzione dei livelli di PM10 e PM2.5, anche se i problemi non sono stati del tutto eliminati. Durante i mesi invernali, l’inquinamento da riscaldamenti domestici ha continuato a rappresentare una sfida.

Dal 2020 ad oggi: effetti della pandemia e strategie future

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sull’inquinamento atmosferico. Durante i periodi di lockdown, la riduzione drastica del traffico ha portato a un calo temporaneo dei livelli di PM10 e PM2.5. Questo ha dimostrato quanto il traffico veicolare incida sull’inquinamento urbano.

Nel post-pandemia, le strategie per migliorare la qualità dell’aria si sono intensificate, con un focus su:

  • Transizione energetica: Maggiore investimento in energie rinnovabili e promozione dell’efficienza energetica.
  • Smart Mobility: Sviluppo di infrastrutture per veicoli elettrici e soluzioni di mobilità intelligente.
  • Verde urbano: Incremento delle aree verdi e piantumazione di alberi per assorbire le polveri sottili.

L’inquinamento nella provincia di Roma

Anche i comuni della provincia di Roma, inclusi i Castelli Romani, hanno risentito dell’inquinamento da polveri sottili, sebbene in misura diversa rispetto alla capitale. Le principali fonti di inquinamento in queste aree sono il traffico locale, i riscaldamenti domestici e alcune attività industriali e agricole.

Anni 2000-2010: aumento della popolazione e inquinamento

L’espansione urbanistica e l’aumento della popolazione nei comuni della provincia hanno portato a un incremento del traffico e delle emissioni inquinanti. In alcune aree, l’inquinamento ha raggiunto livelli preoccupanti, soprattutto durante i mesi invernali.

2010-2020: interventi locali

Molti comuni della provincia hanno iniziato a implementare politiche ambientali per contrastare l’inquinamento. Tra queste:

  • Miglioramento del trasporto pubblico: Potenziamento delle linee di autobus e creazione di collegamenti più efficienti con Roma.
  • Efficienza energetica: Promozione di soluzioni energetiche sostenibili per i riscaldamenti domestici.
  • Progetti verdi: Creazione di parchi e aree verdi per migliorare la qualità dell’aria.

Dal 2020 ad oggi: focus sulla sostenibilità

Negli ultimi anni, l’attenzione all’ambiente è aumentata ulteriormente. I comuni della provincia di Roma hanno iniziato a collaborare più strettamente con la capitale per implementare strategie integrate di gestione della qualità dell’aria. L’obiettivo è ridurre le emissioni inquinanti attraverso soluzioni sostenibili e innovazioni tecnologiche.

L’andamento dell’inquinamento da polveri sottili a Roma e nella sua provincia dal 2000 ad oggi riflette un quadro complesso ma incoraggiante. Sebbene siano stati fatti progressi significativi grazie a politiche mirate e a una maggiore consapevolezza pubblica, rimangono sfide importanti. La collaborazione continua tra le istituzioni, i cittadini e le imprese sarà cruciale per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria e garantire un ambiente più sano per tutti.




Il top dei Comuni turistici di mare e di lago del 2024: la classifica

Acque cristalline, bellezze paesaggistiche, attenzione alla sostenibilità e alla tutela della biodiversità. Sono le località italiane dove sventolano le Cinque Vele di Legambiente e Touring Club Italiano: 21 comuni turistici marini e 12 località lacustri premiati a Roma in occasione della presentazione della guida Il Mare più bello 2024, curata dall’associazione ambientalista e dal Touring Club Italiano. La guida raccoglie informazioni turistiche e caratteristiche ambientali dei comuni a Cinque Vele, compreso l’impegno nella tutela delle tartarughe Caretta caretta.

A guidare la top five del 2024 è Pollica, Acciaroli e Pioppi, (Sa) il comune cilentano inserito all’interno del comprensorio del Cilento Antico, in Campania. Al secondo posto il comune di Nardò, in provincia di Lecce nel comprensorio pugliese dell’Alto Salento Ionico, seguito da Baunei, in provincia di Nuoro sulla costa orientale sarda. Quarto posto per la località Domus De Maria sul Litorale di Chia, sempre in Sardegna, e quinto posto per Castiglione della Pescaia, nel comprensorio della Maremma Toscana.

A livello regionale la Sardegna è di gran lunga la regione con più comuni premiati con le Cinque Vele: accanto a Baunei (Nu) e a Domus de Maria (Sud Sardegna) figurano, infatti, anche i comuni di Cabras (Or), Santa Teresa di Gallura (Ss), San Teodoro (Ss) Posada (Nu), Bosa (Or). A seguire la Toscana che, oltre a Castiglion della Pescaia (Gr), piazza i comuni di Capraia Isola (Li), Isola del Giglio (Gr), Capalbio (Gr) e Marina di Grosseto (Gr). Quindi la Campania con una pattuglia di comuni tutti in provincia di Salerno: alla prima classificata si affiancano i comuni di San Giovanni a Piro (Sa), Castellabate (Sa) e San Mauro Cilento (Sa). Tre comuni a Cinque Vele per la Puglia con Nardò (Le), Vieste (Fg) e Gallipoli (Le) e una bandiera anche per la Liguria, con i tre comuni delle Cinque Terre (Riomaggiore, Vernazza a Monterosso al Mare in provincia della Spezia) e la Basilicata con Maratea (Pz).

I comuni amici delle tartarughe

Novità di quest’anno, presente anche all’interno della guida il Mare più bello, sono anche i 33 comuni amici delle tartarughe marine segnalati con l’apposito simbolo ‘la tartaruga’ e dove sventolano le vele di Legambiente e Touring Club Italiano. Da Maratea alle isole Tremiti, da San Teodoro a Gaeta passando per Silvi, Caorle e Castiglione della Pescaia, solo per citarne alcuni. Si tratta di quelle amministrazioni che, attraverso un apposito protocollo d’intesa, si sono impegnate a adottare una serie di misure per rendere le spiagge accoglienti anche per le tartarughe che depongono le uova oltre che per i bagnanti. Ad oggi in totale sono 74 i comuni in tutta Italia (guida al momento la classifica la Campania con 22 comuni) che hanno firmato il protocollo, di questi 33 sono quelle in cui sventolano anche le vele di Legambiente e Touring Club Italiano.

L’iniziativa ‘comuni amici delle tartarughe’ rientra nel progetto Life Turtlenest che mira a tutelare gli habitat di nidificazione della Caretta caretta aumentando le probabilità di successo riproduttivo e tenendo conto di clima e antropizzazione. Nato grazie al sostegno del programma Life dell’Unione Europea, il progetto è coordinato da Legambiente e riunisce 13 partner di 3 diversi Paesi (Italia, Spagna e Francia). In prima linea insieme ai comuni amici delle tartarughe anche le aree protette (34 quelle che ad oggi hanno firmato il protocollo), entrambi premiati oggi a Roma.




Maturità 2024, al via i colloqui orali. Ecco come si svolgeranno

Al via da oggi gli orali dell’esame di maturità per i 526.317 studenti. Nei comuni al ballottaggio, laddove le scuole sono sede di seggio elettorale, gli orali inzieranno tra qualche giorno. ll colloquio riguarda anche l’insegnamento trasversale dell’educazione civica e durerà circa 1 ora; le commissioni esamineranno al massimo 5 maturandi al giorno.

Si tratta di un colloquio in chiave pluri e interdisciplinare: in poche parole, la commissione valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il profilo educativo, culturale e professionale dello studente.

Prenderà il via da uno spunto iniziale scelto dalla Commissione. È la fase dell’esame in cui valorizzare il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente di elaborare, in una prospettiva pluridisciplinare, i temi più significativi di ciascuna disciplina. Questi ultimi vengono indicati nel documento del Consiglio di classe di ciascuno studente.

Nell’ambito del colloquio il candidato espone, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, l’esperienza Pcto (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) svolta nel percorso degli studi. Il colloquio dell’Esame di Stato assume un valore orientativo: data la sua dimensione pluridisciplinare, mette il candidato in condizione di approfondire le discipline a lui più congeniali.

Per questo motivo, la commissione d’esame tiene conto delle informazioni inserite nel Curriculum dello studente: da qui emergono, infatti, le esperienze formative del candidato nella scuola e nei vari contesti non formali e informali. Nella parte del colloquio dedicata ai Pcto lo studente può evidenziare il significato di questa esperienza in chiave orientativa e, quindi, può collegarla con le proprie scelte future (sia che comportino la prosecuzione degli studi sia che prevedano l’inserimento nel mondo del lavoro).

Nello scrutinio finale il consiglio di classe attribuisce il punteggio per il credito maturato nel secondo biennio e nell’ultimo anno fino a un massimo di quaranta punti: dodici punti per il terzo anno, tredici per il quarto anno e quindici per il quinto anno. La valutazione sul comportamento concorre alla determinazione del credito scolastico. Il voto finale dell’Esame di Stato è espresso in centesimi: massimo 40 punti per il credito scolastico massimo 20 punti per il primo scritto, massimo 20 punti per il secondo scritto, massimo 20 punti per il colloquio. La commissione può assegnare fino a 5 punti di “bonus” per chi ne ha diritto. Dalla somma di tutti questi punti risulta il voto finale dell’Esame. Il punteggio massimo è 100 (c’è la possibilità della lode). Il punteggio minimo per superare l’esame è 60/100.




Conti pubblici, i temi caldi dell’autunno

L’avvio di una procedura Ue nei confronti dell’Italia apre le porte alla trattativa sull’asse Roma-Bruxelles in vista della manovra d’autunno. Cruciale non solo l’impegno per la correzione dei conti ma anche la spinta della crescita condizionata all’attuazione del Pnrr da circa 191 miliardi di euro.

Le raccomandazioni della Commissione europea erano attese al ministero dell’Economia, reo lo sforamento del deficit nel 2023 lievitato al 7,4% del pil sotto il peso delle spese post-Covid e della mina del superbonus; stessa sorte per altri sette Paesi membri, tra i quali la Francia. Nessun ritorno all’austerity però, “perché sarebbe un terribile errore”, ha chiarito nei giorni scorsi il commissario Ue agli affari economici Paolo Gentiloni.

In base alle attenuanti previste dal Patto di Stabilità riformato Roma dovrebbe tagliare il disavanzo dello 0,5-0,6% del pil (circa 10-12 miliardi) ogni anno per sette anni, quindi fino al 2031 incluso, attraverso una strategia credile monitorata da Bruxelles anche sul fronte della spesa pubblica. La proposta di procedura approderà al tavolo del Consiglio Ecofin di luglio per il via libera. Dopodiché il Mef dovrà presentare entro il 20 settembre il documento che ha preso il posto della vecchia Nadef, il Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psb) con le stime programmatiche su crescita, deficit e debito e da cui si evincerà l’entità dell’aggiustamento del 2025.

La correzione impone al governo di trovare coperture equivalenti per finanziare le misure della nuova Finanziaria, visto che la leva del deficit sarà per sette anni off limits. E l’esecutivo ha in più sedi confermato la volontà di riconfermare il taglio del cuneo fiscale (quasi 11 mld) e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef (oltre 4 mld), per un totale di circa 15 miliardi. Se così non fosse salirebbero le tasse per un valore medio pari a 100 euro al mese nelle buste paga di 14 milioni di cittadini. Le coperture verrebbero reperite tra i risparmi dell’Assegno di inclusione (circa 3 mld), dal taglio dell’Ace (4 mld) e dalle risorse della lotta all’evasione e del concordato biennale.

Ma in scadenza ci sono altre misure per circa 5 mld complessivi: dagli stanziamenti per la nuova Sabatini e gli investimenti nelle Zes (1,9 mld) alla detassazione dei premi di produttività aziendali (833 mln), il taglio del canone Rai (430 mln) o l’anticipo pensionistico (260 mln), solo per citarne alcune.

Per rispettare gli impegni con l’Ue sarà cruciale la correzione dei conti ma anche l’andamento della crescita presente e futura, con il Pnrr a fare da traino con un impatto aggiuntivo stimato di 3 punti percentuali cumulativi fino al 2026 e di 9,6 punti in più fino al 2050, secondo l’Upb. Intanto questa mattina alle 11 è in programma la cabina di regia convocata dal ministro per le Politiche Ue Raffaele Fitto a Palazzo Chigi per fare il punto sull’attuazione dei 37 obiettivi che danno all’Italia il diritto di chiedere gli 8,5 miliardi della sesta rata, mentre si dovrebbe chiudere a stretto giro di posta l’esborso del quinto pagamento da 10,6 miliardi collegati ai 52 obiettivi del secondo semestre 2023.




Rocca Priora, ufficializzata la giunta a guida Claudio Fatelli

Nasce la giunta di Claudio Fatelli ma nello stesso tempo divampano dalla piazza e dai social numerosi polemiche.
L’ anomalia, a leggere i commenti, risiederebbe nel vicesindaco che, seppure non eletto in Consiglio Comunale, riceve una carica di prestigio negli stessi giorni in cui il Senato approva, in prima lettura, la cosiddetta legge sul Premierato commentata dalla stessa premier, Giorgia Meloni, con le seguenti parole: “… un primo passo per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati …”.

Nel dettaglio le deleghe attribuite con decreto del Sindaco n. 2 del 19 giugno 2024;
Giuseppe Mariani vicesindaco con deleghe ai lavori pubblici e infrastrutture, mobilità e viabilità; politiche Sanitarie e casa della salute;
Federica Lavalle assessore alle politiche sociosanitarie, welfare, politiche culturali e scolastiche, marketing territoriale e turismo, politiche per la terza età, politiche giovanili , politiche di partecipazione cittadina, sport;
Flavia Testa assessore al bilancio e programmazione, personale e formazione interna, sviluppo economico, attività produttive, commerciali e mercati, informatizzazione e digitalizzazione dell’ente, rapporti internazionali scambi e gemellaggi;
Flavio Pucci assessore all’urbanistica e territorio, manutenzione del patrimonio comunale, manutenzione stradale e decoro, valorizzazione centro storico, sicurezza e protezione civile;
Daniele Pacini assessore alle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, patrimonio mobiliare e immobiliare comunale, valorizzazione dei beni confiscati, politiche di decentramento dei servizi, parchi e giardini.

Lo stesso sindaco, in un comunicato diffuso dalle pagine dell’ufficio stampa, dichiara inoltre che “… giovedì celebreremo il primo Consiglio Comunale nel quale eleggeremo anche il presidente del Consiglio Comunale che, per investitura unanime, sarà il consigliere Franco Spoto …”.

Alla nuova giunta di Rocca Priora giunga l’augurio di un buon lavoro




Malattie dell’apparato respiratorio: sintomi e profilassi

Le malattie dell’apparato respiratorio sono tra le condizioni più comuni che affliggono la popolazione mondiale, variando da infezioni lievi a patologie croniche e potenzialmente fatali. Riconoscere i primi sintomi e sapere come affrontare queste malattie è cruciale per prevenire complicazioni e migliorare la qualità della vita.

I sintomi iniziali delle malattie respiratorie possono variare notevolmente a seconda della patologia, ma alcuni segnali comuni includono:

  1. Tosse Persistente: Una tosse che dura più di qualche settimana può essere indicativa di bronchite, asma, polmonite o altre condizioni respiratorie. La tosse può essere secca o produttiva (con espettorato).
  2. Dispnea: La difficoltà respiratoria o mancanza di respiro, nota come dispnea, può manifestarsi durante l’attività fisica o a riposo. Questa è un sintomo chiave in patologie come l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’insufficienza cardiaca.
  3. Sibili: Un suono sibilante durante la respirazione, spesso associato all’asma e alla BPCO, indica una restrizione delle vie aeree.
  4. Dolore Toracico: Dolore o senso di oppressione al petto possono essere sintomi di infezioni polmonari come la polmonite o di condizioni più gravi come l’embolia polmonare.
  5. Febbre: Una temperatura elevata può accompagnare infezioni respiratorie acute come l’influenza, la polmonite e la bronchite.
  6. Affaticamento: Stanchezza e debolezza sono sintomi non specifici che possono essere associati a numerose malattie respiratorie, particolarmente nelle forme croniche.

La gestione delle malattie respiratorie richiede un approccio multiprofessionale e varia a seconda della diagnosi specifica. Ecco alcuni passi generali per affrontarle:

Diagnosi Precoce: Consultare un medico ai primi sintomi è essenziale per una diagnosi accurata. Test diagnostici come spirometria, radiografia del torace, e esami del sangue possono aiutare a identificare la causa sottostante.

Terapia Farmacologica:

    • Broncodilatatori: Utilizzati principalmente per l’asma e la BPCO, questi farmaci aiutano ad aprire le vie aeree.
    • Corticosteroidi: Utilizzati per ridurre l’infiammazione nelle vie aeree, sono comunemente prescritti per l’asma e alcune forme di bronchite.
    • Antibiotici: Prescritti in caso di infezioni batteriche come la polmonite.
    • Antivirali: Utilizzati per trattare infezioni virali gravi come l’influenza.

    Modifiche allo Stile di Vita:

      • Smettere di Fumare: Il fumo è una delle principali cause di malattie respiratorie croniche. Smettere di fumare può migliorare notevolmente la funzione polmonare.
      • Esercizio Fisico: L’attività fisica regolare aiuta a migliorare la capacità polmonare e la salute generale.
      • Alimentazione Sana: Una dieta equilibrata può supportare il sistema immunitario e migliorare la gestione del peso, riducendo lo stress sul sistema respiratorio.

      Terapie Complementari:

        • Ossigenoterapia: Per i pazienti con insufficienza respiratoria cronica, l’ossigenoterapia può migliorare la qualità della vita.
        • Riabilitazione Polmonare: Programmi di esercizi e educazione specifica per pazienti con malattie polmonari croniche.

        1. Prevenzione delle Complicazioni:

        • Vaccinazioni: Vaccinarsi contro l’influenza e la polmonite è fondamentale per prevenire infezioni respiratorie gravi.
        • Igiene: Pratiche igieniche come lavarsi frequentemente le mani possono ridurre il rischio di infezioni respiratorie.

        Le malattie dell’apparato respiratorio possono avere un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita. Riconoscere i primi sintomi e intervenire tempestivamente con misure appropriate è fondamentale per prevenire complicazioni e gestire efficacemente queste condizioni. Un approccio integrato che combina diagnosi precoce, terapia farmacologica, modifiche dello stile di vita e prevenzione può aiutare i pazienti a vivere meglio e più a lungo.




        Vertici UE, Ursula von der Leyen in pole position

        Intesa rimandata al primo euroconclave chiamato a scegliere i vertici nella nuova legislatura.

        Nessuna decisione formale era prevista, questo è vero, però ci si aspettava un accordo quantomeno di massima sullo schema, perché la rosa di nomi proposti per i top jobs era giudicata sostanzialmente solida. “Abbiamo una direzione giusta ma in questo momento non c’è accordo”, ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel al termine della cena dei leader. “È nostro dovere concludere entro la fine del mese”, ha poi rassicurato.

        La quadriglia prevede Ursula von der Leyen confermata alla Commissione sulle ali del trionfo alle elezioni del Ppe, il socialista portoghese Antonio Costa al Consiglio, la liberale estone Kaja Kallas al ‘ministero degli Esteri’ Ue. La conferma di Roberta Metsola al Parlamento – che però sceglie in autonomia – completa il quadro. I Popolari, poco prima dell’inizio del vertice informale, hanno avanzato però la richiesta di cambiare il colore politico della casella al Consiglio a metà mandato, come accade per l’Eurocamera. Una mossa che potrebbe complicare le cose ma che andrebbe letta nella logica delle trattative sull’intero esecutivo blustellato, con le vicepresidenze comprese. Insomma, pensare di poter chiudere la partita prima di essere giocata era eccessivo.

        “Non è mio compito convincere Meloni, abbiamo già una maggioranza con Ppe, liberali, socialisti e altri piccoli gruppi, la mia sensazione è che sia già più che sufficiente”, aveva sottolineato già a ora di pranzo il premier polacco Donald Tusk (uno dei due negoziatori popolari) a chi gli chiedeva se ci fossero altri equilibri di cui dover tenere conto.

        “È chiaro che in Parlamento non deve esserci alcun sostegno per il presidente della Commissione che si basi su partiti di destra e populisti di destra”, è stato invece il muro eretto dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui le elezioni europee “hanno portato una maggioranza stabile” delle stesse forze politiche “che finora hanno lavorato a stretto contatto in Parlamento.

        “Viviamo in tempi difficili ed è importante sapere presto cosa succederà in Europa”, ha aggiunto. Il senso di urgenza è condiviso da molti. La logica, spiegano diverse fonti, è quella del pacchetto. La quadriglia è frutto di calcoli alchemici che tengono conto dei voti, dei profili, delle aree geografiche: se si modificano gli addendi, il risultato cambia eccome. La danese Mette Frederiksen, indicata nel pre partita papabile alla presidenza del Consiglio Europeo, si è tirata fuori dalla mischia. “Io – dice – non sono una candidata: Costa è un ottimo collega della famiglia socialista”.

        Poi certo, la perfetta sintonia – ed è normale – non c’è ancora. Il presidente slovacco, Peter Pellegrini, sostituto del primo ministro Robert Fico, in convalescenza dopo il tentato omicidio, ha esortato “a stare molto attenti a chi rappresenterà l’Unione europea e la Commissione a livello internazionale, per non creare ancora più tensione di quanto non ve ne sia già”. Un chiaro riferimento a Kaja Kallas, la lady di ferro dell’est, arcinemica di Mosca. 

        Detto questo, la prima tessera del mosaico è ovviamente la guida di palazzo Berlaymont. Qui però la domanda è solo una. Cosa farà Giorgia Meloni? Qual è la sua strategia per andare a punti? Nel pre vertice ha incontrato l’ungherese Viktor Orban, che sibillino aveva definito la situazione “ancora fluida”. “Non vedo voci” in seno al Consiglio “che possano mettere in discussione il nome di von der Leyen”, ha affermato però il primo ministro croato Andrej Plenkovic al termine del vertice riferendo di “un dibattito positivo” tra i capi di Stato e governo. Proprio Orban, peraltro, è andato oltre. “Il Ppe – giura il magiaro – invece di ascoltare gli elettori alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: hanno fatto un accordo e si sono divisi i posti di comando dell’Ue”.

        Ma è un fatto che dei voti in più all’Eurocamera a Ursula farebbero ben comodo, perché la conferma dei deputati è obbligatoria e in questo passaggio c’è la preferenza segreta (anche se resta aperta l’opzione dei Verdi come stampella). “Ora dobbiamo lasciar marinare le cose”, ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron aggiungendo di ritenere l’accordo finale “vicino”. Macron ha tuttavia sottolineato che l’intesa potrebbe non arrivare prima delle elezioni francesi (che si terranno il 30 giugno e il 7 luglio). “Non è comunque il nostro obiettivo”, ha comunque assicurato.