Politiche, appello di “Iniziativa Comune” ai partiti: “Sia l’Italia delle piccole e medie imprese”

ROMA – Dopo le elezioni del 4 marzo 2018, rinnovato il Parlamento, l’Italia andrà incontro alla XVIII legislatura e ci sarà un nuovo governo. “Forse, ci saranno nuovi ministri e amministratori che non conosciamo e forse conosceremo solo dopo che il presidente della Repubblica avrà affidato l’incarico di formare il nuovo Esecutivo. Siamo dunque chiamati alle urne, ma conosciamo solo in parte i propositi delle forze politiche candidate al governo del Paese”. A parlare è Rocco Tiso, portavoce di “Iniziativa Comune”, neonato gruppo di Cooperazione e Proposte, composto da “Radici” (Raggruppamento corpi intermedi nessuno tocchi le radici), “Confeuro” (Confederazione degli agricoltori europei e del mondo) e “Soggetto giuridico” (Organismo di aggregazione intercategoriale e coinvolgimento dei cittadini).

Iniziativa Comune, dunque, nasce per analizzare nel concreto le condizioni politiche, economiche e sociali in cui si ritrova il sistema Italia e per approfondire gli aspetti che riguardano il sistema delle piccole e medie imprese, in particolare del mondo dell’agricoltura, artigianato e commercio. “Settori nevralgici della nostra economia, motore del Belpaese che il nostro Stato – sottolinea Tiso – troppo spesso sottovaluta, se non trascura. Per questa ragione, abbiamo deciso di creare un soggetto civico, non ideologizzato né politicizzato, che nel rispetto dei valori fondamentali della Carta Costituzionale, cementifichi il pluralismo, le libertà associative, i diritti delle minoranze. E tuteli le migliaia di aziende italiane. Aziende, di cui “Iniziativa Comune” si fa portatore, proponendo alle forze politiche, in lizza alle elezioni del 4 marzo prossimo, un documento con le priorità del Paese.

Sul tema Ricco Tiso premette: “Da troppo tempo la politica è impegnata in schermaglie che sembrano avere l’obiettivo di stabilire chi, tra i partiti, sia il più accreditato per avere il privilegio di Governare lo Stivale, atteso che per celebrare la Democrazia non occorrono chissà quali grandi uomini. L’Italia ha bisogno solo di più gente onesta. La politica sembra non avere ritegno, spregiudicata fino a trasformare una competizione libera e democratica in un incomprensibile commercio del vento”, commenta preoccupato il portavoce di Iniziativa Comune. Che, quindi, detta la linea per ripartire: “Al fine di rappresentare le priorità, che a nostro avviso necessitano al Paese, abbiamo inviato un documento, approvato congiuntamente nella riunione del Consiglio Direttivo Nazionale del 25 gennaio scorso, nella convinzione maturata che l’Italia abbia bisogno del contributo di tutti, per riportarla nei margini di quella democrazia che abbiamo ereditato da quanti, per Lei, hanno dato la vita”. Sviluppando forme di crescente cooperazione e collaborazione-partnership tra istituzioni e comunità nei diversi comparti: agricoltura, artigianato, commercio, trasporti, ricerca, scuola, comunicazione, cultura. “Noi ci siamo, Iniziativa Comune c’è, ci auguriamo che anche i partiti ci siano, inserendo nella loro azione di governo tutte quelle sinergie continuative e stabili, sulla base di un programma condiviso di processi formativi e di comunicazione, dedicati all’eccellenza del Sistema delle medie e piccole imprese”, conclude Rocco Tiso.




Lecco, monte Grignetta: valanga travolge alpinisti. Due morti e un disperso

LECCO Una valanga che si è staccata dal monte Grignetta, a Nord di Lecco, ha travolto tre escursionisti: due sono stati recuperati morti; il terzo è ancora disperso. Partecipano alle ricerche Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino, forze dell’Ordine e sanitari. Presente un’eliambulanza e l’elicottero dei vigili del fuoco del reparto volo di Varese.

La valanga si è staccata dalla Grignetta, montagna del gruppo delle Grigne nel territorio di Lecco. Il distacco di neve si sarebbe verificato sul versante della Grignetta (2.177 metri) che si affaccia sul comune di Primaluna.

Gli alpinisti sarebbero rimasti intrappolati dal distacco di neve mentre stavano risalendo il Canale del Sasso Incastrato, sul versante valsassinese della montagna.




Guidonia, Giovanna Ammaturo: “Le paure di Cubeddu e le uscite infelici”

GUIDONIA (RM) – Calpestare la verità, autoreferenziarsi al limite dell’idolatria è la bislacca uscita dell’ex consigliere comunale del M5S Sebastiano Cubeddu sulla stampa. Un grillino che tenacemente è rimasto aggrappato alla poltrona mentre assisteva, con qualche gridolino di circostanza, come una donna atterrita dal topo, al tracollo di una classe politica ebbra di onnipotenza.

La politica la fanno gli uomini, alcune volte, come il caso dei falsi bonifici nel M5S, i valori e gli ideali pur supportati dagli elettori sono disonorati. L’ex consigliere è assillato dal dare patenti di legalità. Ha talmente timore del centro destra che si presenta compatto intorno a Barbara Saltamartini per il collegio uninominale per la Camera e Umberto Fusco al Senato da ometterne l’appartenenza: siamo la Lega per Salvini a guida oggi del centro destra. Cubeddu non sfiora neppure il collega avvocato Cerroni, che era presidente del consiglio comunale a guida Rubeis, candidato a sindaco con tre liste civiche a giugno scorso ed oggi è ha indossato la casacca del PD.

Tre sbandate da trottola che abbatterebbero anche il più elastico elettore. La Lega è un partito che alla prima uscita ha ottenuto da zero o poco più nel Lazio, un adeguato successo da risultarne primo a Guidonia Montecelio nel rapporto elettori e percentuale e che oggi è il collante di un centro destra che ha il sacrosanto diritto di ritornare al governo perché ha idee , forza, coraggio e rappresentati validissimi preparati ed oltre a saper parlare agli Italiani e che ben conoscono il territorio. Ovviamente con l’onestà: che per noi è solo un prerequisito. I rappresentati in lista oggi per il governo centrale e regionale non facevano parte della sconfitta umana di cui enarra l’ex consigliere avendola vissuta in prima fila. La nostra forza sono i fatti concreti e la reale trasparenza: da candidata sono stata l’unica, dal primo comizio, ad affermare la certezza della costituzione di parte civile verso gli indagati, non solo, ma la verifica delle corresponsabilità che con il silenzio e l’astensione oltre che per mantenersi la poltrona si sono resi eventualmente complici chi non è finito in carcere insieme a funzionari del Comune e imprenditori in lobbies affaristiche.

Sarà il processo ed i tre gradi di giudizio a confermare la responsabilità degli indagati: da avvocato dovrebbe essere più garantista. Dal primo intervento in Aula ho chiesto, come da Statuto, una Commissione Speciale avocandone la presidenza verificato che sono la rappresentante dell’unico simbolo politico mai presente nella terza Città del Lazio:due volte, inutilmente.

Ho denunciato il Sindaco grillino Barbet alla Procura della Repubblica per violazioni di Leggi dello Stato ed omissioni di atti d’ufficio oltre alla Corte dei Conti per manifesta miopia su affermazioni in veritiere che tre mesi l’amministrazione M5S è stata costretta ad ammettere. Partecipo alla quasi totalità delle Commissioni comunali in qualità di capogruppo e sono decine le prese d’atto messe a verbale. In sette mesi ho prodotto circa 60 interrogazioni e 10 mozioni, ho chiesto una riunione consiliare a porte chiuse e una ventina di pregiudiziali. Da 4 mesi a cadenza mensile chiedo il saldo del conto corrente del Comune per avere certezza ufficiale che i soldi ci sono, per pagare migliaia di aziende e lavoratori senza mai risposta. Non ho mai pensato al contrario dell’assessore del M5S che i commercianti non hanno pagato la tassa sul’immondizia: ho chiesto l’elenco dei morosi, invano. Ho fatto tirare fuori dal garage un’auto Zoe elettrica già pagata ed assicurata con i soldi dei cittadini da marzo del 2017 e che dopo tre mesi è a disposizione del Sindaco grillino “per andare nella ZTL di Roma”. Anche questa le era passata sotto il naso mentre era consigliere Cubeddu. Non mi sono mai auto referenziata come il vice sindaco del M5S a mille km di distanza di aver sequestrato ville né tantomeno direi come ha fatto che la Città è ”la tintoria della mafia”. Non è elegante né in stile né ammissibile come Istituzione dimenticare il 4 novembre o la giornata dei Martiri delle Foibe, o non essere ricevuto dal Governatore Zingaretti, non riuscire a esprimersi e trovare soluzioni al disagio dei Cittadini per i fatti dell’Albuccione che ci hanno ribaltato negativamente per conclamata inerzia alle cronache nazionali, non rispondere sull’autonomia amministrativa, sull’igiene dei negozi di ortofrutta o la vendita di alcolici a minori, sul blocco della ferrovia che avrebbe dovuto essere terminata dal 2013, sul verde attrezzato a Collefiorito e sul nuovo palazzo comunale.

Abbiamo chiesto spiegazioni sul mancato avviso di acqua non potabile mentre Comuni più piccoli avevano emesso ordinanze 72 ore prima, invano. A guida grillina siamo l’unico Comune in Italia a voler distruggere se stesso attraverso al demolizione di 2030 loculi cimiteriali e 695 ossari, pur “non sussistendo contrasti con rilevanti interessi urbanistici” dice la Legge, mentre da due anni 215 salme stumulate attendono sotto la chiesa di essere inumate: almeno la pietas cristiana.

Una amministrazione M5S incapace di mettere un cartello di limite di sosta per non ingolfare le vie centrali e favorire i commercianti e la sicurezza, o di attingere a fondi regionali per le videocamere di sorveglianza, o di omettere i pagamenti alle cartolibrerie dopo 5 mesi, o dopo 50 giorni non ottenere la copia di un atto di concessione. Non siete riusciti neanche ad affiggere un manifesto di auguri natalizi sebbene il Sindaco pur spendendo duecento euro per la campagna elettorale abbia ricevuto per mandato quasi 29.000 euro e poco meno ogni assessore. Si spendono centinaia di migliaia di euro in avvocatura e poi si chiede ai creditori del Comune di sottoscrivere “ transazioni compensative” ovvero un pizzo di Stato, ricattando chi attende il giusto compenso per prestazioni contrattualizzate. Sono stati richiesti attraverso il recupero coattivo oltre 440.000 euro di affitti di case popolari impagati dal 2013.

E per arrivare al 2018 dovremo aspettare il 2023? Cubeddu dov’era quando gli affittuari non pagavano non solo gli affitti ma le contravvenzioni, i piani casa, e tutte le altre tasse inevase. Usi lo stesso metro davanti alla mancata trasparenza e manifesta incapacità della amministrazione grillina della 58^ Città d’Italia e anche per le denuncie presentate chieda al Sindaco di Barbet di dimettersi.

Ci chiamiamo Lega per Salvini, siamo il collante del centro destra anche a Guidonia Montecelio e siamo fieri di andare d’accordo con gli altri tre partiti e di tutti gli uomini che ci stanno mettendo la faccia con la diretta conoscenza del territorio, attraverso una legge, anche migliorabile, ma che permette ai cittadini di avere dei rappresentanti di riferimento. Lei pensa al passato a cui ha partecipato senza gloria, noi Lega per Salvini abbiamo una visione futura, per il progresso di tutti i cittadini e dell’Italia.

Il Consigliere Comunale Lega per Salvini Giovanna Ammaturo




Rimborsi a 5 stelle: ecco nomi e cifre

Sulla rimborsopoli a 5 stelle Luigi Di Maio chiude il cerchio a distanza di pochi giorni di distanza dallo scoppio della ‘tempesta’ sui mancati tagli dello stipendio da parte di alcuni parlamentari. Non una conferenza stampa, ma una dichiarazione davanti alle telecamere in cui scandisce gli otto nomi di chi per M5s si è autoescluso.

“Ivan Della Valle – scandisce – che non ha dato l’autorizzazione ad accedere agli atti, non avrebbe donato per circa 270mila euro; Girolamo Pisano per circa 200mila euro; Maurizio Buccarella, che ci ha dato l’autorizzazione, non avrebbe donato per 137 mila euro; Carlo Martelli, che non ci ha dato l’autorizzazione, non dovrebbe aver donato circa 81mila euro; Elisa Bulgarelli, che ci ha dato l’autorizzazione per circa 43mila euro; Andrea Cecconi per circa 28mila euro; Silvia Benedetti per circa 23mila euro; Emanuele Cozzolino per circa 13 mila euro”.

Il candidato pentastellato alla presidenza del Consiglio ha interrotto il suo rally elettorale per fare tappa a Roma:

Ha voluto recarsi in banca, quasi a dare il buon esempio, per certificare le somme volontariamente restituite allo Stato, per un totale di oltre 370mila euro. A stretto giro hanno iniziato a seguirlo su Facebook, alla spicciolata, alcuni parlamentari. Fra questi Massimiliano Bernini, finito nella black liste de ‘Le Iene’, ma indicato dal capo politico fra i più generosi sul fronte delle donazioni e anche Silvia Benedetti, che ha rivendicato solo errori formali, ma che è stata indicata da Di Maio fra gli autoesclusi. Al Rally che riprende fino alla sua conclusione a Roma il 2 marzo anche la rivendicazione della “settimana dell’orgoglio” che inizia, per dirla con le sue parole, “con i nomi che abbiamo cacciato fuori”, perché nel Movimento le regole si rispettano “e questa è una garanzia per gli italiani”.

Dove vanno i soldi dei parlamentari grillini

Previsto fin dal 1993 (decreto legislativo 385), ricorda il Corriere, fu attivato con molto ritardo con tre decreti ministeriali emanati fra la fine del 2014 e l’inizio del 2015.Scopo del Fondo è la concessione di garanzie pubbliche sulle operazioni di microcredito, cioè sulla concessione di prestiti fino a 25 mila euro (35 mila in alcuni casi) a lavoratori autonomi e piccole imprese con non più di 5 dipendenti.

La vicenda, aveva detto il candidato a Palazzo Chigi del Movimento, si rivelerà un boomerang per gli altri partiti, “perché ora per i cittadini è chiaro che noi abbiamo restituito 23 milioni di euro mentre gli altri si sono intascati fino all’ultimo centesimo”. In perfetta sintonia con Beppe Grillo che, di passaggio a Roma, ha spinto ad andare avanti i suoi: “alla fine ci favorirà”.
Sul blog dei 5 stelle Di Maio conclude: “Chi pensava di farci del male non solo non ci ha fatto niente, ma ci sta rendendo migliori di quello che siamo. Questo caso è chiuso, abbiamo fatto chiarezza e siamo completamente trasparenti. Gli altri partiti prendano esempio”.




La fiction su Fabrizio De Andrè, “Il Principe Libero”: una occasione persa

Il Fabrizio De Andrè andato in onda sulla Rai dal titolo “Il Principe Libero” ha riscosso un buon successo di pubblico ed è stato interpretato ottimamente da attori del calibro di Luca Marinelli nei panni del cantautore scomparso l’11 Gennaio del 1999, da Enrica Rignon nel ruolo della prima moglie, da Elena Radonicich nel ruolo di Dori Ghezzi e da Ennio Fantastichini nel ruolo del padre del cantautore genovese.

La regia di Luca Facchini ci ha regalato una fiction che ha ripercorso la gioventù del cantautore in una Genova degli anni 50 e 60 dove la vita di De Andrè spensierata e libertina, diventava perfetto scenario di ispirazione per canzoni che nel tempo lo resero celebre. Evidenziate anche le importanti amicizie con Paolo Villaggio, Luigi Tenco e Riccardo Mannerini che segnarono il percorso professionale del cantautore.

Il tentativo già difficile in partenza di raccontare il poeta e cantautore Fabrizio De Andrè sin dalla prima delle delle due puntate, ha subito evidenziato la scelta e la direzione di narrare e romanzare la vita complessa del cantautore mettendo quasi in secondo piano il lato artistico dei suoi album, capolavori assoluti della musica italiana che dimostrarono ed evidenziarono il genio e lo spessore del poeta vissuto in un periodo burrascoso di una Italia alle prese con cambiamenti sociali e ribellione giovanile.

Conoscere alcuni brani capolavoro come “La canzone di Marinella”, “il Pescatore” , “La guerra di Piero” e “Canzone dell’amore perduto” significa solo disconoscere tutta una serie di album capolavoro che hanno trattato argomenti forti e che hanno suscitato e causato non poche polemiche nella stampa con cui il cantautore si è dovuto scontrare più volte.

Per fare un esempio, l’album concept “La buona novella” narra con canzoni pregne di frasi poetiche di una bellezza disarmante la vita di Giuseppe e Maria fino all’avvento di Gesù e la sua successiva crocefissione. L’album uscì nel 1970, anno caldissimo dove contestazioni e terrorismo affliggevano l’Italia intera e un argomento cosi delicato suscitò nella stampa e ammiratori non pochi dubbi e lui stesso da anarchico qual’era dovette spiegare che il suo intento era solo quello di raccontare dai vangeli apocrifi la storia di un rivoluzionario fuori dagli schemi di quei tempi e quindi non anacronistico ma in perfetta simbiosi con i tempi in cui la gioventù studentesca era in fermento rivoluzionario costante.

Tutto questo nel film non viene evidenziato e ancora peggio tre anni dopo quando Fabrizio De Andrè fece uscire un ennesimo capolavoro dal titolo “Storia di un impiegato” dove racconta la storia di un lavoratore disilluso e deluso in un suo presente di conflitti fra stato e borghesia che progetta di fare esplodere un ordigno durante una festa in maschera presenziata da politici e personaggi del governo; altro album che gli procurò non poche grane ma che nella fiction vengono accennate e riassunte in pochi secondi nei quali Fabrizio De Andrè confida a Dori le sue preoccupazioni per frasi tratte da testi del suo album urlate come slogan durante le manifestazioni dei giovani che ogni giorno riempivano le strade delle grandi città.

Contestazioni ed interruzioni di concerti che dovette pure subire quando progettò una turnèe di concerti in tutta Italia insieme alla band di successo PFM ripercorrendo parecchi brani del suo repertorio con un arrangiamento “progressive” magistralmente suonato dal complesso PFM che destò scalpore e venne spesso interpretato come una sorta di tradimento del modo prevalentemente folk con cui Fabrizio De Andrè suonava e registrava i suoi brani.

Spesso nelle interruzioni, fra urla e insulti, De Andrè riusciva a malapena a spiegare che dietro questo progetto c’era solo la voglia di suonare le sue canzoni in una modalità diversa ed arricchita di spunti diversi. Detto questo, ad oggi quel doppio album uscito al termine della tournèe viene considerato e venerato come uno dei concerti più belli di sempre e prepotentemente entrato nella storia della musica italiana. La fortuna e la popolarità del cantautore ebbe inizio quando Mina decise di cantare “La storia di Marinella” durante il programma “Studio Uno” del 1965 e nel tempo Fabrizio De Andrè compose album diversi ma sempre attenti al suo presente e sempre dalla parte degli emarginati, dei perseguitati e di coloro la cui vita gli si ritorceva contro in una morsa di sfortuna e ingiustizia.

Nella fiction tutti questi lati fondamentali sono stati sacrificati sull’altare della storia romanzata del suo primo difficile matrimonio e del sequestro che durò mesi duri fra le sofferenze dei parenti e le difficili trattative per la liberazione. La fiction seppur interpretata bene lascia l’amaro in bocca e sembra invece messa in atto come una operazione commerciale, avallata da Dori Ghezzi, dispiace dirlo, che ha concesso il permesso di raccontare una storia che non ha evidenziato quello che emergeva dai capolavori, unici veri testimoni di quello che è stato Fabrizio De Andrè.
Paolino Canzoneri




Luigi Di Maio su rimborsi M5S: “Ho sbagliato a fidarmi, li abbiamo allontanati”

Passa al contrattacco, Luigi Di Maio, e dopo la vicenda dei rimborsi va al ministero dell’Economia a chiedere che quanto è stato reestituito dai pentastellati venga messo nero su bianco. Il M5S non più credibile dopo il caso delle restituzioni? “Se avessi difeso questa gente – dice uscendo dal Mef – magari l’avessi anche candidata ministro, questo tema aveva un senso. Ma da noi chi fa il furbo viene messo fuori” mentre “dall’altra parte ci sono autisti di camorristi che vengono candidati. La credibilità sta nella garanzia che le regole sono sacre”.

E sui mancati controlli sui rimborsi spiega: “Ho sbagliato a fidarmi dell’essere umano, ma c’è tempo per rimediare, queste persone sono state allontanate“.

“Sul fondo ci sono 23 milioni e 468 mila euro, oggi i dati li potrete vedere tutti”, spiega parlando del resoconto delle restituzioni degli esponenti del Movimento al fondo per il microcredito. “Questo dato in questi giorni lo sbandiereremo ovunque, sarà un boomerang per le forze politiche che in questi anni hanno rubato ai cittadini. Ci saranno diversi Restitution Day in questa campagna elettorale”.

La lista di chi ha falsificato i rimborsi si allunga? “Oggi vi facciamo vedere tutto”, risponde Di Maio che sull’addio di David Borrelli taglia corto: “chiedete a lui”.

Ma gli altri partiti continuano a fare polemica. “Gente che non riesce a controllare i propri rimborsi vuole controllare i conti del Paese e la gente gli dà ancora credito…”. Così il segretario del Pd Matteo Renzi nel corso dell’incontro organizzato da Confcommercio in vista delle elezioni a proposito del Movimento 5 Stelle, lamentando la non disponibilità degli altri leader a fare “confronti all’americana sui programmi”. Poi scherza con la platea dei commercianti sul fatto che Luigi Di Maio, inizialmente previsto nel programma di Confcommercio non sarà invece presente: “Non viene nemmeno qui? Sono passati dagli impresentabili a non presentarsi loro..”




Frascati: alla sala degli Specchi si parla di medicina tradizionale cinese

FRASCATI (RM) – Medicina Tradizionale Cinese: attualità e prospettive. È questo il titolo dell’incontro previsto per venerdì 16 febbraio 2018 alle ore 17 nella Sala degli Specchi del Comune di Frascati. Il Sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti aprirà l’incontro con i saluti istituzionali. Introduce la conferenza la dott.ssa Ada Pambianco, delegata del Comune di Frascati in Analisi e studio dei bisogni socio sanitari e specialista in igiene e medicina preventiva.
La conferenza sarà condotta dal Prof. Aldo Liguori, medico, agopuntore e omeopata. È docente del Master di Agopuntura della World Federation in Acupuncture; membro fondatore dell’Istituto Paracelso di Roma (Ente Morale del Ministero della Salute), istituto che opera nel campo delle tematiche della Salute e delle Medicine non convenzionali. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche indicizzate sulla Me dicina Tradizionale Cinese e di oltre 200 lavori scientifici presentati nei congressi di settore in tutto il mondo.




Nemi: Patrizia Corrieri aderisce al PD

NEMI (RM)Patrizia Corrieri, attuale consigliere comunale di opposizione a Nemi aderisce al Partito Democratico. Da sempre molto attiva in politica e nel sociale, Corrieri prosegue un cammino di crescita senza rinnegare le sue origini e la sua provenienza, rimanendo dunque ben salda alla sua estrazione di sinistra: “L’adesione al PD – dice Corrieri – è una tappa importante nel mio percorso politico e umano, un impegno che assumo con grande soddisfazione a fianco delle tante personalità valide e competenti che animano la nostra realtà territoriale, sia a Nemi che nei comuni limitrofi. Il mio lavoro nel gruppo consiliare “Ricomincio da Nemi“, insieme a Carlo Cortuso e a tutta la squadra prosegue immutato, con rinnovata determinazione ed entusiasmo, nel pieno rispetto del progetto politico che abbiamo messo in campo e della fiducia che i cittadini mi hanno voluto riservare”.




La guerra santa contro le fake news

È apparso di recente sulla scena un pericoloso nemico da combattere: le fake news. Confezionato con tutte le caratteristiche proprie del male assoluto non è altro che un’ arma di distrazione di massa. Telegiornali e giornali ne parlano incessantemente, allarmandoci sui rischi gravissimi che comportano.

Si studiano strategie di difesa da questo flagello che si è improvvisamente materializzato sulla scena politica, si cerca di individuarne la fonte, bloccarne il flusso, censurarle.

Eppure le fake news sono sempre esistite e nessuna strategia sarà mai in grado di annientarle. Si diffondono e si insinuano nell’opinione pubblica attraverso mezzi di comunicazione di scarsa qualità che non si limitano a dare alle notizie un taglio favorevole alla parte politica da promuovere a danno di quella avversa ma si spingono fino a creare notizie totalmente infondate per creare opinioni, sconcerto, timori, convinzioni.

Ci sono sempre state e ci saranno nel futuro. Ma allora perché questa battaglia contro i mulini a vento? Questa crociata non è altro che il tentativo del pensiero unico dominante di squalificare quello che non si uniforma ai dettami del Potere.

Si crea un filtro per vietare alcune opinioni e affermarne altre. In questo modo il pensiero unico afferma se stesso, eliminando ogni possibilità di critica, di divergenza, di dialettica e muove verso l’appiattimento.

L’unica difesa è acquisire la conoscenza dei fatti attingendo a fonti qualificate, verificando le informazioni ogni volta che è possibile, affinando l’abilità di decifrare le notizie oscure, di scartare quelle che non hanno pregio.

Non è un terzo invisibile e inafferrabile a doverci proteggere dalle fake news, soltanto la nostra capacità di giudizio può farlo. Il Pensiero Unico ci vuole ignoranti e asserviti, occorre reagire con la conoscenza della realtà e la forza delle idee.

Susanna Donatella Campione




M5S nel caos, tensione sui rimborsi: il buco supera il milione di euro

Potrebbe superare il milione di euro il ‘buco’ nelle restituzioni volontarie dei parlamentari del M5s sul conto del microcredito. Lo staff dei 5Stelle per ora non dà cifre, ma ammette che ‘mancano più soldi di quanto affermato dalla stampa’. ‘Non permetteremo a nessuno di inficiare il nome del M5s. Le mele marce le trovo e le metto fuori’, assicura Luigi Di Maio, che nelle prossime ore tornerà ad incontrare Le Iene, la trasmissione di Italia 1 che ha condotto l’inchiesta. L’incontro potrebbe essere inserito dal programma nel sequel al servizio messo ieri sul sito del programma.

Sono in corso, a quanto apprende l’ANSA, le verifiche dei vertici M5S sulle restituzioni volontarie fatte sul conto del microcredito. Dai primi riscontri si evince che non solo i parlamentari, ma anche alcuni consiglieri ed europarlamentari versano i rimborsi sul conto e, dai calcoli fatti, i vertici sottolineano che “mancano più soldi di quanto affermato dalla stampa”. Dallo staff di Luigi Di Maio si fa sapere che chi ha violato le regole interne avrà “lo stesso trattamento di Andrea Cecconi e Carlo Martelli”.

Non permetteremo a nessuno di inficiare il nome del M5S. Le mele marce le trovo e metto fuori”, ha detto il leader del M5S Luigi Di Maio sul caso rimborsi. “Io non conosco i nomi ma sia chiara una cosa le mele marce ci sono ovunque. Da noi vanno fuori negli altri partiti li fanno ministri”, spiega ancora Di Maio sottolineando di aspettare il resoconto del Mef per avere un quadro più preciso del caso.

“Per quanto ci riguarda è una persona che non ci aveva detto di far parte di una loggia massonica e per questa ragione non può stare nel movimento – ha detto in mattinata Luigi Di Maio in merito al caso del candidato Catello Vitiello e al suo legame con la massoneria -. Gli abbiamo inibito l’utilizzo del simbolo e quindi per lui è game over”.

“Quelle persone come Cecconi e Martelli le ho già messe fuori, per gli altri stiamo facendo tutte le verifiche che servono ma siamo orgogliosi di quello che è il Movimento. Non sarà qualche mela marcia ad inficiare questa iniziativa che facciamo solo noi e come sanno gli italiani da noi le mele marce si puniscono sempre”: così a Napoli, Luigi Di Maio, in merito ai rimborsi dei cinquestelle. “La notizia in un paese normale è che M5S ha restituito 23 milioni e 100mila euro di stipendi e questo è certificato da tutti quanti e ci sono 7mila imprese in Italia che lo testimoniano perché quei soldi hanno fatto partire 7mila imprese e 14mila posti di lavoro”, ha spiegato. ” Se ci saranno controlli da fare li stiamo facendo – ha concluso – ringrazio chi ha fatto queste inchieste ma questo è un paese strano in cui restituisci 23,1 milioni e la notizia è che manca lo 0.1″.

Ex militante M5S a “Le Iene”, in tanti mentono su rimborsi

“Tra deputati e senatori siamo ad una doppia cifra, è un partito fatto di furbi e furbastri che tradisce la fiducia dei cittadini”. Sono queste le parole con cui un ex militante, ai microfoni de Le Iene nel servizio sul M5S trasmesso via internet domenica sera, svela i mancati rimborsi che, a suo parere, coinvolgerebbero diversi esponenti del M5S. L’inchiesta de Le Iene, che il programma sceglie di mandare sul suo sito web, ha portato al ritiro, di fatto, dalla campagna elettorale dei parlamentari Andrea Cecconi e Carlo Martelli. E’ l’ex militante intervistato da Le Iene, infatti, a fare i nomi dei due esponenti pentastellati, rei – è la sua accuso ai microfoni del programma Mediaset – di aver finto di restituire oltre 21mila euro, nel caso di Cecconi, e oltre 76mila nel caso di Martelli. La mancata restituzione, spiega l’ex militante, si concretizza pubblicando sul sito “tirendiconto.it” i bonifici fatti salvo poi revocarli entro 24 ore dalla pubblicazione. Interpellati il 2 febbraio scorso dall’inviato de Le Iene Filippo Roma, sia Cecconi sia Martelli negano. “Non è vero, ho tutti i bonifici fatti, sono caricati online”, spiega Cecconi prima di andar via mentre Martelli prima nega con forza (“A me questa cosa non risulta, questa cosa qua finisce adesso, è una cosa terribile”) salvo poi rilevarsi più possibilista: “farà questa verifica, se è così provvederò a sistemare tutto”. A entrambi Le Iene chiedono di contattare il programma dopo la verifica ma nessuno dei due parlamentari, spiega il programma nel servizio, si fa sentire.




Macerata, morte Pamela Mastropietro: c’è un quarto indagato

MACERATA – C’è un quarto indagato, nigeriano, nell’inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro. Riguardano anche lui (oltre ai tre connazionali già fermati), accertamenti tecnici irripetibili disposti dalla Procura di Macerata per le ipotesi di concorso in omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere.

Il giovane è stato sentito tra venerdì e sabato dagli inquirenti a Macerata – ha riferito il suo legale Paolo Cognini – e sottoposto a rilievi palmari e plantari. Un tecnico verrà incaricato di una perizia sul suo cellulare per individuare conversazioni, messaggi inviati e ricerche internet.
La perizia, evidentemente, ha lo scopo di verificare la presenza del quarto indagato, che si trova a piede libero, nell’appartamento di via Spalato 124 dove, ritiene l’accusa, sarebbe stata uccisa e poi fatta a pezzi la ragazza il cui corpo è stato trovato in due trolley il 31 gennaio a Pollenza. Intanto è in corso un nuovo sopralluogo dei carabinieri del Ris nell’appartamento di via Spalato.