Benevento, notte di terrore in casa di un medico: sequestrate tre ragazze

BENEVENTO – Notte di terrore a Frasso Telesino (Benevento) dove quattro rapinatori, incappucciati e armati di pistola, hanno fatto irruzione nell’abitazione di un medico sequestrando tre ragazze (la figlia del professionista – che non era in casa – di 16 anni e due sue amiche di 20) e, successivamente, prima il papà e poi la mamma di una di loro, ferita alla testa con un corpo contundente da uno dei malviventi. La giovane aveva invitato a casa le amiche che ad un certo punto sono uscite per comprare una pizza. Nel frattempo in casa, hanno fatto irruzione i rapinatori che hanno immobilizzato la giovane e poi sequestrato le amiche tornate dalla pizzeria.
Intorno alle 23 sono arrivati i genitori di una delle due amiche si sono recate a casa del medico: ad aprire al padre sono stati i malviventi che lo hanno sequestrato. Dopo una decina di minuti, la moglie, preoccupata del mancato ritorno dell’uomo, è entrata in casa dove è stata ferita alla testa e immobilizzata.
I rapinatori sono fuggiti con quanto trovato.




Palermo, rappresentante di Forza Nuova picchiato a sangue: pure questo un atto fascista?

PALERMO – Nonostante tutti gridino al rigurgito fascista, ieri, a Palermo, in pieno centro, Massimo Ursino, responsabile provinciale del Movimento Politico Forza Nuova e titolare di un laboratorio di tatuaggi nella vicina via Marconi, verso le 19,30, all’altezza di Piazza Lolli è stato aggredito da sei o più persone vestite di nero e travisate con sciarpe sul volto, e dopo essere stato legato mani e piedi con nastro adesivo, picchiato a sangue. Ursino è stato poi trasportato in ambulanza al locale ospedale. Un’aggressione che ricorda tanto quella subita il 12 febbraio 1973 da Bruno Labate, un ‘capetto’ della Fiat, episodio all’origine della genesi delle Brigate Rosse. Episodio gravissimo, perché sospetto sotto molti aspetti, simili a quelli che storia delle Brigate Rosse non ci hanno ancora rivelato del tutto. Come non è ancora chiara la storia della bomba di Piazza Fontana, di quella di Brescia, di quella di Bologna, e di tutta quella stagione di episodi cruenti targati BR, che a tutt’oggi sono ancora avvolti nella nebbia.

A quanto si apprende, la scena del pestaggio sarebbe stata ripresa da qualcuno con uno smartphone:

Qualcuno che certamente metterà il breve filmato in rete, magari anche prima di consegnarlo alle Autorità competenti per l’individuazione dei colpevoli. Nel momento in cui la fibrillazione elettorale è al suo culmine, e viene agitato come un drappo rosso davanti al toro il pericolo di un ritorno – o di un rigurgito – di una ideologia fascista, assistiamo ad un episodio che è marcatamente di opposta fazione.

Provocazione o intimidazione?

In questo paese ne abbiamo viste di tutti i colori, specialmente negli anni di piombo, quando circolava il motto che ‘uccidere un fascista non è reato’, e che portò all’eccidio, fra l’altro, accaduto il 7 gennaio 1978 in via Acca Larentia, a Roma, dove il 7 tre giovani aderenti al Movimento Sociale vennero trucidati in un agguato: episodio che non ha mai conosciuto piena luce. Riteniamo che certi personaggi politici, che in questi giorni direbbero e prometterebbero qualsiasi cosa pur di accaparrarsi un voto, dovrebbero tener conto delle conseguenze di alcune loro esternazioni, che portano poi a ciò che è successo ieri sera.

Radicalizzare i conflitti politici portandoli all’estremo, specie in clima elettorale, quando gli animi sono più accesi, è decisamente da persone poco intelligenti. A meno che non si voglia cercare lo scontro di piazza, che potrebbe essere dietro l’angolo. Nonostante tutte le notizie che ci propinano i vari telegiornali, il clima in Italia non è assolutamente idilliaco, e mentre Gentiloni va a ‘baciare la pantofola’ alla Merkel – come si è espresso un quotidiano i questi giorni – alcuni si rendono conto che siamo alla stretta finale. Aggredire un militante di opposta fazione può essere una intimidazione oppure, ancor peggio, una provocazione.

Ci auguriamo che qualche persona per bene si renda conto di chi ci ha governato fino ad oggi, se queste cose vengono permesse. Nel secondo caso, speriamo che la provocazione non abbia seguito, e che si affidi la risposta alle urne.

Da rimarcare un particolare: la notizia è stata data in TV sottovoce, in mezzo ad altre. Ben diverso sarebbe stato il risalto se l’aggressione fosse venuta da chi invece l’aggressione ha subito. Striscioni, fiaccolate, interrogazioni parlamentari, partigiani vecchi e nuovi, e chi più ne ha più ne metta, sarebbero stato il panorama dei prossimi giorni. La legge è uguale per tutti, ma, in barba alla sempre più vilipesa Costituzione, alcuni sono più ‘uguali’ di altri. Vedremo come va a finire. In chiusura, una nota comica: Renzi ha censurato le nuove promesse di Berlusconi, dopo quelle del 2001, perché già le prime non sono state mantenute. Anche in questo caso il bue ha dato del cornuto al classico asino.

Roberto Ragone




Ciampino, slitta l’approvazione del bilancio: tutti i partiti di opposizione chiedono convocazione urgente

CIAMPINO (RM) – “La mancata riconciliazione debiti/crediti con la partecipata Ambiente Spa, oltre a pregiudicare la chiusura del Bilancio Consolidato,  continua a generare cospicui accantonamenti a passività potenziali nel bilancio comunale, con conseguente difficoltà dell’Ente a svolgere un’adeguata programmazione economico finanziaria. Per questo chiediamo di convocare con la massima urgenza un’apposita seduta di Consiglio comunale”. E’ quanto scritto nel documento indirizzato al Presidente del Consiglio Comunale a firma dei Consiglieri comunali, Guglielmo Abbondati (SEL-tutta un’altra storia), Alberto Comella(FI), Marilena Checchi e Marco Bartolucci  (M5S), Ivan Boccali (Gente Libera) e Paola Natali (Gruppo Misto).

“Nella seduta di Martedì 27 – si legge in una nota diffusa – abbiamo chiesto di discutere di Bilancio Consolidato e del Documento Unico di Programmazione 2018/2020, atti fondamentali la cui approvazione è costantemente rinviata da parte dell’Amministrazione comunale, nonostante il Collegio dei Revisori dei conti abbia tre mesi fa invitato a convocare senza indugio un Consiglio Comunale in merito. Il nostro dovere è esercitare la funzione d’indirizzo e controllo sull’attività di governo ed intendiamo farlo fino in fondo”.




Roma, licenziato senza preavviso un lavoratore AMA: era di Forza Italia e ha fatto dichiarazioni alla stampa

ROMA – “Un atto dittatoriale e discriminatorio. Non ci sono altre parole per descrivere quanto accaduto a un nostro delegato di Forza Italia e lavoratore Ama, che senza alcun preavviso è stato buttato fuori dal Presidente e Ad della municipalizzata, Lorenzo Bagnacani. Che, nella sua lettera, lo accusa di aver gravemente leso l’immagine di Ama per alcune affermazioni, rilasciate in una nota stampa del 21 dicembre, in cui semplicemente invitava l’azienda capitolina e il Campidoglio a chiarire sul servizio di raccolta rifiuti nel weekend natalizio fino a Santo Stefano, e sul paventato rischio chiusura delle officine adibite alla manutenzione straordinaria dei mezzi di raccolta. Richieste legittime, avanzate nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Un articolo che il “paladino della giustizia” Bagnacani evidentemente tenta di calpestare pur di epurare una figura scomoda all’interno dell’azienda. Ricordiamo, tuttavia, all’Ad che Ama è una partecipata del Comune, quindi dei romani, e dunque il lavoratore licenziato, peraltro rappresentante politico e persona onesta al servizio di Ama da quasi 25 anni, ha pieno diritto nel denunciare inefficienze e carenze della municipalizzata: segnalazioni e denunce sempre perpetrate con garbo, educazione e nel rispetto dei ruoli. Quello dell’inefficiente e cialtronesco Bagnacani, dunque, ha tutte le sembianze di un vero e proprio licenziamento “politico” su base ideologica, avulso da qualsiasi contesto democratico. Esprimiamo vicinanza al nostro amico di Forza Italia nella assoluta convinzione che saprà far valere i propri diritti di fronte alle autorità competenti. Al contempo, auspichiamo che tutte le forze politiche condannino questo modus operandi autoritario, in atto in Ama e avallato nel silenzio dall’imbarazzante amministrazione comunale a 5 Stelle”. Così, in una nota, il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi.




La gestione della guerriglia urbana. Il punto del Prefetto Tagliente

Con un articolo pubblicato oggi sul quotidiano Leggo postato anche sulla pagina dell’ex Questore di Roma Francesco Tagliente, il giornalista Franco Pasqualetti torna a parlare della gestione della guerriglia urbana nella Capitale esprimendo appezzamenti Per l’ex Questore. ” Voglio ricordare – scrive Tagliente postando l’articolo- che quel 15 ottobre, circa 3000 antagonisti incappucciati a armati di bastoni e bottiglie incendiarie, tentarono ripetutamente di sfondare lo sbarramento realizzato strategicamente con i mezzi delle forze di polizia per raggiungere le sedi istituzionali. Lungo il corteo composto da oltre 50 mila persone procurato danni a 5 esercizi commerciali ed altrettanti edifici, a 20 veicoli e cassonetti ed incendiato un edificio e un blindato dei carabinieri. Nel corso degli interventi con i reparti inquadrati riportarono ferite 105 operatori di polizia 35 manifestanti”.

Nella successiva ricostruzione fatta in Senato, il Ministro dell’Interno sottolineò che «c’era la volontà di ricreare l’incidente avvenuto a Genova ed è solo grazie alle forze dell’ordine che si era impedito che ci scappasse il morto”. Se non ci sono stati morti disse, “lo si deve proprio alle forze dell’ordine”. “Per quelle devastazioni e saccheggio – aggiunge il prefetto Tagliente- le indagini di Polizia e Carabinieri consentirono azioni mirate con arresti, perquisizioni, sequestri e denunce seguiti da procedimenti che a distanza di tempo hanno consentito pesanti condanne confermate in Cassazione. Condanne esemplari che hanno avuto il loro effetto deterrente. Per un lungo periodo infatti non abbiamo più avuto manifestazioni violente di quella portata. Segno che la cultura dell’inchiostro, cioè dell’utilizzo degli strumenti giuridici produce i suoi effetti”.

Oggi – prosegue Tagliente- confermo quindi uno dei miei punti fermi della strategia per la gestione dell’ordine pubblico che può essere riassunto nella espressione: “Meglio l’inchiostro del manganello”. “E’ chiaro – precisa- che non esiste un dispositivo unico di gestione dell’ordine pubblico universalmente valido, ma esistono le norme, i regolamenti e le buone prassi frutto di anni di lavoro nella gestione della piazza, dello stadio o del corteo.

Ciascun episodio è unico e come tale va trattato, nella cornice delineata dalle fonti normative. Ora che quelle violenze di piazza stanno tornando, manifestando tutta la loro pericolosità – conclude- voglio ricordare che per gestire la follia della guerriglia urbana delle folle servono coesione istituzionale e strumenti giuridici con effetti deterrenti come Daspo con prescrizioni, denunce e arresti differiti seguiti da condanne esemplari e misure carcerarie.

La battaglia della legalità nell’ordine pubblico si vince nel quotidiano praticando la via incondizionata, persino alla mediazione, del rispetto delle regole. Occorre che a coloro i quali hanno da sempre considerato la piazza e quindi la folla come meccanismo di deresponsabilizzazione dell’individuo protetto dalla massa, sia ribadita e resa effettiva la “paura delle conseguenze”. Questo obiettivo si consegue ogni giorno affinché la necessità di rispettare le regole divenga una consapevolezza culturale ma anche una necessità a fronte di uno Stato che non tollera impunità per i violenti e per i trasgressori delle regole poste a presidio della libertà di espressione del pensiero”

 




Roma, Nicola Zingaretti incontra la comunità molisana

ROMA – Si è svolto sabato, presso il Centro Congressi Frentani, a San Lorenzo, un incontro tra il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingareti, candidato al secondo mandato, con le comunità abruzzesi e molisane residenti nella regione Lazio. L’attrazione di Roma nei confronti dei paesi del centro-sud italiano è stata costante negli anni, in particolare nei decenni del boom sono stati molte le persone attratte dal lavoro nelle grandi città, alcuni al nord, molti, in particolare dalle regioni centrali, nella “vicina” Roma. Si sono sviluppate nei decenni scorsi una serie di comunità di romani che mantengono, in alcune forme, un collegamento con i luoghi di origine. A questo pubblico si è rivolto Zingaretti, con un discorso basato sui risultati ottenuti in questi cinque anni al governo della Pisana, in particolare nella sanità e nel potenziamento del sistema dei trasporti pubblici. Abbiamo incontrato il governatore all’uscita del centro congressi dove ci ha rilasciato una breve video intervista.




La sinistra è buona, la destra è cattiva. O no?

Questa è una storia in cui, come nei film western degli anni ’50, ci sono i buoni e i cattivi. Ma in questa storia moderna, lo Shane/Gentiloni di turno, il Cavaliere della valle solitaria, dopo aver salvato la famiglia di onesti coloni dal cattivo che vuole impadronirsi del paese e del loro terreno, non sparisce verso altri orizzonti, ma rimane dov’è, per rassicurare la Merkel/Jack Palance e l’Unione Europea sul fatto che tutto cambierà perché tutto resterà come prima, e la Germania potrà conservare nelle proprie banche i titoli di Stato italiani senza bisogno di gettarli sul mercato, causando l’ennesima crisi economica nel nostro paese.

Per far questo, è stato conveniente riesumare un nuovo/antico nemico da esorcizzare, il Fascismo di Mussolini, cioè creare un nemico da combattere

Battere ‘le destre’ diventa quindi la bandiera dei buoni, quelli rappresentati dal PD, un partito notoriamente autodefinitosi ‘di governo’, che ha realizzato tante ‘buone riforme’ per i nostri concittadini, e che avrebbe ‘ridotto le tasse’. Non si sa a chi, perché la signora Maria, quando va a far la spesa, i soldi di prima non le bastano più. Peccato ancora che le riforme più rinomate – il jobs act e la spending review – l’uomo della strada non sappia neanche cosa significhino, e che la Buona Scuola sia buona solo – forse – nelle intenzioni di chi l’ha elucubrata nottetempo, mentre al contrario il debito pubblico cresce ogni momento. Stendiamo un velo pietoso su quella che sarebbe stata l’apoteosi piddina, cioè la Riforma Costituzionale, fallita per due motivi: il primo perché, diciamo così, non era valida, il secondo perché sia Renzi che Boschi ci avevano promesso la loro uscita dall’agone politico: promessa e speranza regolarmente disattese da chi ci aveva ‘messo la faccia’.

Quindi oggi i Fascisti sono i cattivi da battere, e i Comunisti i buoni:

Cioè un partito che rimane solo romanticamente in poche anime, ma comunque che rappresenta la sinistra; non questa sinistra, perché il PD le ha usurpato la qualifica di ‘sinistra’, dato che di sinistro annovera tra le sue fila soltanto alcuni ben noti personaggi: ma centro-sinistra, dato il ‘centro’ che vogliono occupare provenendo appunto da sinistra. Facendo a gomitate con chi quello stesso centro, spazio lasciato libero da una defunta Diccì, vuole occupare da destra. Comunque sia, l’importante è impersonificare il ‘buono’, come appunto nei film di una volta.

Oggi – allarmi allarmi! – pare che ci sia quello che i giornali definiscono un ‘rigurgito fascista’ nel paese

Cosa gravissima, a sentir loro. Né alcuno s’impegna ad analizzare questa frase. Il reflusso gastroesofageo – forse è più esatto definirlo così – si presenta di solito nella notte, quando non s’è ben digerito qualcosa. Anche favorito da una posizione supina, si ripresenta con i succhi gastrici, decisamente acidi, a corrodere quel tratto di esofago interessato alla risalita. Nei tempi in cui viviamo, e con la politica che ci governa, questo reflusso riguarda piuttosto tutto ciò che ci propinano, e non un periodo ventennale affidato alla storia: tante e troppe sono le ingiustizie, i favoritismi, le menzogne e i malfunzionamenti, e i privilegi sotto forma di ‘diritti acquisiti’ che dobbiamo ingoiare, e che minacciano il nostro riposo: altro che Fascismo! Il quale starà senz’altro sullo stomaco a qualcuno – non è il caso di far nomi, ognuno sa e conosce: a qualcuno che pretende che le proprie opinioni e le proprie idee, posto che ne abbia, divengano leggi dello Stato.

Così accade che la Destra è cattiva, e la Sinistra buona

Quando Berlusconi andò al governo – non al potere, perché non l’ha mai realmente avuto – gli si contestò che se la prendeva con dei ‘comunisti’ la cui memoria s’era ormai persa. Quando invece qualcun altro se la prende con i Fascisti, tutto è normale, anzi doveroso. Quello che preoccupa è il ‘rigurgito’ di una cattiva digestione. È comico poi notare che quelli che dicono che la Destra ‘soffia sulle paure’ dei cittadini, amplificandone il timore in merito all’invasione dei ‘neri’, sono gli stessi che soffiano sulla paura di un presunto ritorno ad un periodo storico mai più ripetibile.
Fatto sta che non s’è mai parlato tanto, negli ultimi cinquant’anni, di Mussolini e dei fascisti.

Martedì scorso, 13 febbraio, era previsto a Livorno un comizio di Giorgia Meloni, segretaria di un partito, Fratelli d’Italia, compreso legittimamente in quello che una volta si definiva ‘Arco costituzionale’, e dal quale era stato escluso unicamente il Movimento Sociale di Giorgio Almirante.

Ebbene, il comizio non s’è potuto tenere per il democratico intervento di eroici e democratici ‘antagonisti’, definiti ‘comunisti’ dai giornali che ne hanno riportato la notizia, che si sono accaniti sull’auto della Meloni, con calci, sputi ed altro, mentre la Polizia, democraticamente, non riusciva ad impedire l’aggressione ad un parlamentare della Repubblica, segretario di un partito presente in Parlamento. Diversamente sarebbero andate le cose se ciò fosse accaduto in Turchia, dove un oppositore di Erdogan, pur se giornalista, rischia l’ergastolo. Un Erdogan, a cui, malgrado tutto, tutti fanno la corte, accolto ultimamente in Italia, lui musulmano radicale, perfino dal Papa: ma già, questo Papa è molto ‘ecumenico’. Battute a parte, il pensiero poi va ad Al Sisi e a Giulio Regeni – il cui segreto della morte è pari a quello di Pulcinella – o a Narendra Modi, eletto, come pare sia accaduto, sconfiggendo politicamente la sua avversaria politica italiana Sonia Gandhi con la farsa dolorosa dei nostri marò tenuti in ostaggio per quasi quattro anni, condannati come omicidi senza processo nè incriminazione, e accolto con tutti gli onori all’ombra di affari di miliardi di euro, sputando sulla dignità del nostro paese. Cosa direbbe Emilio Fede, descrivendo la figura dell’Italia in quell’occasione? Non vale la pena ripetere. Ci sono idee che ognuno di noi ha il diritto di avere e di propugnare, nel rispetto della legge e del vivere civile.

Chi dovesse violare questi principi è un delinquente: come quei quattro bravi ragazzi, risorse indispensabili alla nostra nazione secondo alcuni, che hanno sequestrata, ripetutamente violentata, squartata – pare ancora viva – una ragazza di diciotto anni, dopo averne fatto sparire cuore e fegato, in odore di cannibalismo rituale.

Sono loro i migranti che nei nuovi libri di scuola nelle mani dei nostri ragazzi delle medie vengono descritti come risorse indispensabili. E a i quali immediatamente si contrappongono i delinquenti dalla pelle bianca – vietato parlare di razze, anche se sarebbe linguisticamente corretto. Delinquenti sono quelli che commettono reati; come i 27 facinorosi che hanno aggredito la Meloni a Livorno, – e che la Polizia non ha potuto far altro che denunciare a piede libero – in nome di un’ideologia che s’è ritenuto legittimo manifestare, contro i ‘cattivi’, in modo violento. Allora? Come li chiamiamo? Giovani che non si rifanno al deprecato ventennio, ma che di esso adottano le peggiori manifestazioni? Li chiamiamo comunisti? E allora che differenza c’è? Oggi l’Europa è l’idea dominante, l’idea di una classe politica maniacale, che non sa far altro che proporre un mix artificiale di culture, storia, costume, tradizioni, abitudini, religione: tutta roba che non va giù a molti. Una miscela che vorrebbe appiattire ogni cosa, riducendoci come nel romanzo di Orwell, ‘1984’. Ma c’è qualcosa di cui questa gente che aspira al Potere Mondiale non ha tenuto conto: siamo esseri umani, e non robot: almeno non ancora, vista la pubblicità che se ne fa. C’è qualcosa che nessuno potrà mai omologare, e che è diversa in ognuno di noi, ed è il nostro io interiore, la nostra storia, la nostra personale cultura. Tutto quel coacervo di sentimenti, storia, lingua, dialetti, tradizioni, attaccamento alle nostre radici: un’identità esclusiva che s’è venuta formando variamente in ogni essere umano, e che non può essere uguale per tutti, nè può essere appiattito. E come noi sono anche gli abitanti di tutti gli altri paesi che fanno parte di questa Unione Europea che i cittadini non hanno voluto, né chiesto. Grazie a Dio, siamo tutti formati con gli stessi organi, ma nessuno di noi è uguale ad un altro. Né alcuno può e deve costringere tutti a pensarla allo stesso modo. Abbiamo una Costituzione della Repubblica Italiana, abbiamo una Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, abbiamo dei principi sanciti da chi ha lottato per la libertà dei popoli, e nessuno ha il diritto di calpestarli.

Oggi i termini ‘populista’, ‘sovranista’, ‘giustizialista’ sono diventati insulti, e sono assimilati a quello eternamente colpevole di ‘Fascista’

Stiamo attenti: i populisti sono quelli che soffrono degli abusi e degli ingiustificati privilegi di chi comanda a spese del popolo. I sovranisti sono quelli che rifiutano l’omologazione ad una Europa artificiale calata dall’alto, e che vorrebbero conservare le proprie tradizioni e la propria storia e cultura. I giustizialisti sono quelli che vorrebbero poter uscire la sera con la moglie o con la fidanzata senza correre il rischio di essere aggrediti e rapinati da chi poi magari se la cava con un buffetto sulla guancia.

Gentiloni è andato dalla Merkel – forse ha una palla di cristallo in cui leggere il futuro, o forse ha già pronto qualche ‘espediente’ elettorale – a rassicurarla sul fatto che il governo continuerà come prima, nella stessa direzione, senza ‘populismi’

Il motivo è chiaro: i nostri titoli di Stato sono in mano ad una Europa – leggi Germania, – che già una volta ha fatto crollare il nostro debito pubblico, creando quella crisi che ha giustificato l’intervento di Monti, manovrando i nostri titoli di Stato, e Gentiloni ha bisogno che la Merkel ‘stia serena’. Ma tutti coloro che oggi dirigono il timone di un’Europa che sta all’Italia come una protesi di titanio, sanno benissimo che nel profondo della nostra popolazione esiste un nocciolo duro, qualcosa che non potranno mai omologare come piace a loro. Siamo già ad una dittatura strisciante, e per far questo ne servirebbe una conclamata. E comunque ogni situazione ha il suo limite. Parlare a sproposito di Fascismo ne ha fatto tornare il desiderio nei cuori di molti, specialmente di fronte a tutte le manovre di una classe politica che è senza dubbio – a detta degli osservatori che non leggiamo sui nostri giornali – la peggiore mai al potere in Italia.

Roberto Ragone




Nemi, domani il Pd in piazza Umberto: Piazzoni e Patanè per la “Rivoluzione gentile”

NEMI (RM) – Un incontro del Partito Democratico domani a Nemi. Eugenio Patanè candidato alla Regione Lazio e Ileana Piazzoni candidata alla camera dei deputati incontreranno i cittadini. L’appuntamento è fissato per domani, domenica 18 febbraio alle 17 in piazza Umberto I. Il tema? Rivoluzione gentile.

Di recente Piazzoni è intervenuta per commentare le importanti novità sul piano della sanità in Regione asserendo sostanzialmente come il percorso di riforma e riorganizzazione dei consultori aziendali della Regione Lazio porti un nuovo risultato positivo, nel segno del potenziamento dei servizi. La notizia è che la Direzione Regionale Salute ha autorizzato l’Asl Roma 6 a procedere all’assunzione di 4 dirigenti sanitari psicologi e di 4 assistenti sociali. La stessa Asl potrà inoltre assumere altri 4 infermieri e 4 ostetriche qualora non riuscisse ad acquisire queste professionalità tramite avvisi di mobilità aziendale. Tutto ciò alfine di migliorare l’operato dei consultori e garantire servizi fondamentali. Si tratta di 16 nuove assunzioni in un settore nevralgico, anche dal punto di vista territoriale, grazie a cui prende sempre più corpo l’ossatura del sistema socio-sanitario delineato in questi ultimi 5 anni. Piazzoni ha chiaramente detto che:”La riorganizzazione dei consultori è simbolo di grande attenzione al tema dei diritti della salute e in particolare delle salute donne: interventi in forte discontinuità con il passato, dove il centrodestra e le sue politiche hanno causato completo abbandono del settore, lasciandolo senza risorse, servizi adeguati e investimenti. Un lavoro frutto di una politica seria e concreta che, dopo il risanamento, ha messo la sanità laziale nella condizione di ripartire. Ora ci attendono sfide importanti, a partire dalla nuova legislatura, la principale: quella di poter competere con le diverse eccellenze nazionali per qualità ed efficienza dei servizi”.

Anche Patané di recente ha evidanziato nel corso dei suoi incontri con i cittadini che il Lazio è passato da fanalino di coda per l’utilizzo dei fondi europei a terza Regione in Italia: “Risultati tangibili – ha detto – che verranno divulgati in modo più capillare nel corso degli incontri con i cittadini nella tornata elettorale. Incontri per proseguire sul tracciato della “Rivoluzione gentile” la cui linea si può arricchire nel prossimo lustro in Regione con le istanze e i bisogni provenienti dal basso”.




Messico: scomparsi tre italiani. L’allarme dei familiari: “Nessuna notizia da 18 giorni”

MESSICO – Tre italiani sono scomparsi nel nulla in una cittadina di 16mila abitanti a settecento chilometri da Città del Messico, dove facevano i venditori ambulanti. La denuncia arriva da una famiglia napoletana che non ha più notizie dei familiari ormai da 18 giorni. Della vicenda è stata informata anche la Farnesina che sta seguendo il caso con l’ambasciata a Città del Messico in stretto raccordo con le autorità locali e in costante contatto con la famiglia. I tre scomparsi sarebbero il sessantenne Raffaele Russo, suo figlio Antonio e suo nipote Vincenzo Cimmino, rispettivamente di 25 e 29 anni.

“Ad oggi non è pervenuta nessuna richiesta di riscatto – dicono i familiari in un comunicato – chiediamo la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche”. Russo si trovava in Messico da tempo: era a Tecaltitlan, città dello stato di Jalisco, dove vendeva in strada prodotti acquistati a Napoli da commercianti cinesi. Antonio e Vincenzo, invece, erano arrivati soltanto cinque giorni prima della sparizione, anche loro per lavorare. Secondo il racconto dei familiari, le tracce di Raffaele si persono il 31 gennaio scorso attorno alle 15. Il figlio e il nipote provano a chiamarlo ma il cellulare è muto. In Messico ci sono anche altri due figli di Russo, Francesco e Daniele. Ed è quest’ultimo, rientrato in Italia, a raccontare quel che accade dopo “Noi eravamo troppo lontani, così abbiamo chiamato Antonio e Vincenzo e gli abbiamo detto di andare a cercarlo”.

I due partono dal punto nel quale il gps dell’auto noleggiata dal sessantenne segnava la sua ultima posizione. “Quando sono arrivati, non hanno trovato né la macchina né mio padre. Hanno chiesto alla gente, ma nessuno aveva visto nulla”. I due ragazzi, sempre secondo il racconto dei familiari, a quel punto si sarebbero fermati a fare benzina in un distributore. E lì sarebbero stati avvicinati da diversi poliziotti a bordo di due moto e un auto, che hanno intimato loro di seguirli.

“Antonio è riuscito a mandarmi una serie di messaggi con Whatsapp – dice ancora Daniele – ma ad un certo punto anche i loro telefoni sono risultati spenti”. Daniele e il fratello sono tornati cosi in albergo, a Ciudad Guzman e hanno cominciato a contattare la polizia di Tecaltitlan. “In un primo momento – sostiene Daniele – ci hanno detto che Antonio e Vincenzo erano stati arrestati e stavano andando all’ufficio, mentre di Raffaele non sapevano nulla. Ma durante una seconda telefonata questa versione è stata negata dalle autorità messicane”. Da allora non c’è più traccia dei tre. Secondo i familiari, nessuno di loro ha avuto problemi in passato con la giustizia né hanno mai avuto rapporti con narcotrafficanti. “Loro sono solo lì per vendere giacche, non hanno nulla a che fare con la droga” dice Modesta, una cugina, sottolineando che anche ad altri loro conoscenti è capitata una storia simile in passato: “lì funziona così, ti rapiscono e poi chiedono il riscatto. Ma finora nessuno si è fatto sentire”. “E’ già capitato ad altre persone del nostro quartiere – conferma Daniele – speriamo che vogliano solo il riscatto e ci ridiano i nostri cari”.




Da Civitavecchia al Viterbese, Saltamartini (Lega): “È allarme sicurezza. Necessari rimpatri e stop all’immigrazione incontrollata”

“Da Civitavecchia a Viterbo, passando per Orte, anche nelle ultime ore leggiamo notizie di delinquenza che riguardano immigrati, clandestini e richiedenti asilo. Ormai è un ‘bollettino di guerra’ quotidiano. Solo oggi: un nigeriano espulso a Civitavecchia perché senza permesso, risse tra extracomunitari a Orte, due marocchini e un gambiano arrestati nel viterbese durante le attività di contrasto allo spaccio di droghe. Le nostre forze dell’ordine, cui va il nostro plauso, tutti i giorni devono fare i salti mortali per garantire la sicurezza nelle nostre città, anche a rischio della propria incolumità. Trovandosi di fronte gente che non scappa da alcuna guerra e che, piuttosto, nella maggior parte dei casi va ad alimentare la delinquenza sul territorio. Questo è il risultato delle politiche delle porte aperte del Pd e della sinistra. Questa è una vera e propria emergenza. Per la Lega e Salvini al Governo le priorità saranno più sicurezza e legalità, rimpatri e stop all’immigrazione incontrollata, contrasto al degrado. Anche di questo parleremo domenica prossima durante il tour elettorale con i candidati della Lega sul litorale Nord Roma, a Civitavecchia, Ladispoli e Santa Marinella“. Lo dichiara la deputata Barbara Saltamartini, candidata alla Camera per la Lega nei collegi plurinominali di Roma e del Lazio.




Viterbo, acqua per uso umano: in provincia torna lo spettro dell’arsenico

VITERBO – E’ di questi giorni la notizia che in diversi comuni viterbesi è stata rilevata ancora la presenza di Arsenico, oltre i limiti di 10 microgrammi/litro e di Fluoro, oltre 1.5 milligrammi per litro, previsti dalla legge a tutela della salute pubblica nelle acque ad uso umano, evidenziando così una inadeguata capacità di dearsenificazione e potabilizzazione degli impianti preposti all’erogazione di acque potabili.

L’Associazione medici per l’ambiente-Isde (International Society of doctors for the environment) di Viterbo esprime nuovamente grande preoccupazione per i rischi sanitari già ben documentati per le popolazioni dell’Alto Lazio, sottoposte cronicamente e da decenni all’esposizione all’Arsenico, sostanza tossica e cancerogena e al Fluoro, elemento con effetti tossici a livello sia neurologico che del sistema osseo. Le problematiche sanitarie e ambientali determinate dall’Arsenico sono infatti ben conosciute e sono costante oggetto di studi e ricerche; sul sito on-line di una delle più importanti biblioteche mediche internazionali “PubMed” (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/ ), digitando “arsenic drinking water” sono presenti, al febbraio 2018, ben 3123 pubblicazioni scientifiche a questo riguardo.

L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda ed auspica come obiettivo di qualità un contenuto di arsenico pari a zero (o al più e in via transitoria di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano come vera e sicura tutela della salute pubblica

L’Arsenico infatti è stato classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) come elemento cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche, e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. Sempre più segnalazioni inoltre lo correlano anche ai tumori del fegato e del colon.
L’assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, e’ indicata inoltre da una cospicua e rilevante documentazione scientifica anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

L’Arsenico, come molte altre sostanze tossiche, il Fluoro ad esempio, e cancerogene come vari metalli pesanti e pesticidi, possono, attraverso l’esposizione materna ad alimenti, aria e bevande contaminati, superare la barriera placentare e quella emato-encefalica e interferire in modo negativo con lo sviluppo del feto, soprattutto delle sue strutture neurocerebrali.

Diversi studi condotti anche nell’Alto Lazio (riportati di seguito a questo comunicato), l’ultimo in ordinetempo“Urinary Arsenic in Human Samples from Areas Characterized by Natural or Anthropogenic Pollution in Italy ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29425136), pubblicato proprio in questo mese sulla prestigiosa rivista International journal of environmental research and public health, richiamano ad una costante attenzione per il rischio sanitario connesso all’esposizioni croniche anche a dosi medio- basse di Arsenico e auspicano interventi definitivi per la soluzione del problema, quelli che a quanto sembrerebbe non sono stati adottati ed urgono in vari comuni del territorio viterbese.