Dall’Unione Europea arriva l’appoggio a un governo del Movimento 5stelle

Sembra proprio che l’UE voglia per l’Italia un governo a trazione 5 stelle. Impegnata in prima linea nella realizzazione di questo progetto sarebbe l’europarlamentare italiana Barbara Spinelli, del gruppo GUE, Sinistra Unitaria Europea, figlia di Altiero Spinelli, uno dei fondatori dell’Unione Europea.

L’iniziativa vede coinvolti i Verdi, GUE e i socialisti che, alla vigilia della direzione Dem, tenteranno di convogliare il numero più elevato possibile di adesioni di parlamentari di diversi gruppi per fare pressione sul PD e convincerlo ad allearsi con i 5 stelle per formare il governo. Tutto questo per scongiurare la possibilità che in Italia si formi un governo di centrodestra a guida Salvini che, come è noto, non sarebbe affatto gradito all’Unione Europea. Grandi manovre quindi per condizionare il futuro assetto del governo italiano e assicurare l’incondizionata fedeltà dell’Italia a Bruxelles.

Susanna Donatella Campione




Grecia, politiche della Troika e responsabilità di governo: uno stato in bilico tra default e declino totale

“L’amara verità! Atene rischia di pagare un conto sempre più salato” scriveva Sergio Coggiola il 5 giugno 2015 su “ilsussidiario- Economia e Finanza”. Le previsioni di Coggiola, ahinoi, furono più che mai profetiche. Siamo a marzo 2018 e la situazione di Atene, a dire poco, è disastrosa.

E se oggi Atene piange, Roma certamente non ride

Due stati bagnati dallo stesso mare. Due paesi con un debito “strangolante” che li accomuna. Due paesi sovrastati da una immigrazione clandestina fuori controllo.
La Grecia al pari dell’Italia deve il suo dissesto economico/finanziario alla mala politica, agli sprechi, alla corruzione e all’evasione. A detta di molti, Atene oggi è sul punto di non ritorno e la causa del disastro sarebbero i cosiddetti “mercati” che hanno messo in ginocchio il paese imponendo un tasso di interesse sul debito pubblico (sui titoli di stato) che sarebbe insostenibile per qualsiasi nazione al mondo.

La morte lenta ed inesauribile di Atene non è stata casuale

Le politiche della Troika e il governo che le ha imposte sono i principali responsabili del presente “stato in bilico” tra il default e il declino totale, per la sua povertà supera di molto la disastrata Venezuela di Maduro. La Grecia ahinoi, è un paese in svendita. Il peggioramento progressivo seguito da Atene è esattamente quello che, in misura minore, ci auguriamo essere solo un fattore contingente, sta accadendo anche da noi.Prima di procedere oltre, sarebbe utile dare un’occhiata alla situazione ellenica attuale affinché il popolo italiano stia ben guardingo ad evitare di cadere nelle braccia della Troika. Cosa ben risaputa che già nel 2011 le politiche della Troika in Grecia avevano fatto chiudere un negozio su 4, oggi ne sono rimasti un decimo, rispetto al periodo pre-crisi.
A seguito dell’arrivo della Troika ad Atene, migliaia di statali sono stati licenziati. ridotti all’osso gli stipendi e le pensioni da 700 euro al mese, valori pre-crisi, oggi sono solo un ricordo. La Grecia ha dovuto mettere in vendita i suoi “gioielli” (la messa sul mercato di 110 bellissime spiagge, che diventeranno i “lidi privati” dei lobbisti, magari i responsabili della stessa situazione greca.)
Aumenta sempre più il numero dei senzatetto e dei genitori disperati, che non sapendo più come sfamare i propri bambini, li abbandonano per le strade. File dei disperati fuori i cancelli degli enti caritatevoli, mendicando un pezzo di pane, si allungano sempre di più. A questa sacca di povertà e degrado prospera la circolazione della droga dei poveri, lo spaccio di quella pesante ed una inevitabile crescita di furti e reati connessi. La malavita la fa da padrona e crescono le violenze. La giustizia lascia molto a desiderare e gli abusi di potere aumentano l’indigenza rendendo sempre più la vita invivibile. Il sistema sanitario è diventato un lusso solo per pochi e sempre più le case farmaceutiche interrompono le forniture a causa di insolvenza. Il lavoro è diventato più che mai un bene prezioso e chi vuole lavorare deve essere disposto ad accettare stipendi di poche centinaia di euro al mese, senza contratto, senza assicurazione e senza alcun diritto.

Così è se vi pare! In certe località è stato introdotto il sistema medioevale del baratto. Questa è la Troika della moderna Unione Europea.

Spesso e volentieri in Grecia, ai giorni nostri, ci si imbatte in casi quando in cambio alla tredicesima e quattordicesima si offrono coupon per cibo e benzina. Tutto quanto detto si verifica mentre in Italia si dibatte di rischio fascismo, alleanze e possibili governi ballerini, mentre Francia e Germania vogliono mettere in difficoltà la ditta Italia, riscrivendo le regole europee a livello finanziario, preparando il terreno per lo sbarco della Troika come scriveva Mauro Bottarelli il 13 febbraio 2018 su “il sussidiario”, un articolo intitolato: “Le manovre contro l’Italia ignorate dalla campagna elettorale”. Lo stesso dubbio lo ha esternato anche Alessandro Graziani sul Sole 24Ore con il suo commento nell’articolo “La Yalta del Sistema Finanziario”. Molti studi accademici, condotti da economisti e studiosi di fama, studi come: “Political connections and the informativeness of insider trades” confermano questa ipotesi. Già nel 2016 Alberto Rovis nel suo sito “altreinfo.org” scriveva : “La Troika sta distruggendo la Grecia. Poi tocca a noi….” Allora per gli ellenici si era avviata una spirale negativa, imposta dalla Troika che l’ha messa in ginocchio: elevata tassazione /conseguente riduzione di investimenti nell’attività produttiva/mancanza di lavoro/cittadini con sempre meno reddito/inabissamento del Pil/ fuga dei capitali all’estero/aumento delle tasse da parte dello Stato/ svendita del patrimonio per il pagamento degli interessi sul debito pubblico. Allora bastava qualche mese dei QE gestito da Draghi per salvare la Grecia, senonché i finanziamenti dei Q.E. vanno a salvare le banche e mai gli Stati in difficoltà. A questo punto urge fare una riflessione. Cosa accadrebbe all’Italia il giorno in cui si esaurisse l’Istituto del Q.E? Il debito schizzerebbe avanti, e dopo? Continuerebbero i nostri avventurieri politici a sprecare il tempo discutendo forme di governi impossibili che appena formati, se si riuscisse a formarli, si scioglierebbero come neve al sole?

Emanuel Galea




Nemi, atteso il Consiglio comunale sul bilancio: Corrieri e Cortuso presentano un emendamento su una questione scottante e invitano la cittadinanza a partecipare

NEMI (RM) – Consiglio Comunale importante a Nemi perché si discute sull’approvazione del bilancio di previsione 2018-2020 dopo che il sindaco Alberto Bertucci durante la scorsa seduta consiliare aveva accolto la richiesta di rinvio di discussione per l’approvazione dell’importante atto contabile avanzata dal Gruppo Consiliare “2017 Ricomincio da Nemi”. Infatti, ai due consiglieri di “Ricomincio da Nemi” Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri non era stato possibile prendere visione del parere espresso dal revisore dei conti in quanto tale relazione, obbligatoria per legge, non era stata allegata agli atti del Bilancio.

I consiglieri di “Ricomincio da Nemi” Patrizia Corrieri e Carlo Cortuso invitano i cittadini a partecipare alla seduta ordinaria di prima convocazione prevista per lunedì 12 marzo alle ore 16 e per il giorno 13 marzo alle ore 17.

L’invito dei consiglieri di opposizione è finalizzato all’esito dello studio fatto sul bilancio: “Invitiamo i cittadini a partecipare – affermano Corrieri e Cortuso – perché abbiamo presentato un emendamento al bilancio nel quale chiediamo spiegazioni circa l’impiego di soldi pubblici riguardo una questione di interesse generale. Anche questo è frutto di una attenzione costante di monitoraggio e studio rispetto l’attività amministrativa della maggioranza per cercare di dare più risposte possibili non solo ai cittadini che ci hanno dato fiducia ma a chiunque volesse essere in qualche modo aggiornato su quello che succede in Comune”.  L’invito dunque è quello di partecipare al prossimo Consiglio Comunale di Nemi.

Nemi, consiglio comunale su approvazione bilancio previsione: Cortuso e Corrieri chiedono rinvio seduta. “Manca il parere del revisore”




Elezioni, il neo eletto Marco Silvestroni: “Fdi vince in provincia di Roma”

“Sento il dovere di ringraziare tutti gli iscritti e simpatizzanti di Fratelli d’Italia per il risultato che Fratelli d’Italia ha raggiunto in provincia di Roma”. E’ quanto dichiara Marco Silvestroni, deputato di Fratelli d’Italia e segretario della Federazione di Fdi dei corcoli della provincia di Roma.

“Grazie a tutti i candidati, eletti o meno, per il grandissimo impegno dedicato al Movimento in questa difficile campagna elettorale. Tra i nostri iscritti, ci rappresenterà nel Parlamento Francesco Lollobrigida. Giancarlo Righini continuerà a rappresentarci  nel Consiglio regionale del Lazio. Un grazie dunque – sottolinea Silvestroni – a Paolo Della Rocca, al momento primo dei non eletti in Regione, Micol Grasselli, Marika Rotondi, Flaminia Bottacchiari, Stefano D’Angelo, Federica Nobilio, Fabrizio Cherubini, Maira Falcone, Monica Fasoli, Vincenzo Elifani e Bruno Mari, cui va va il mio personale apprezzamento per gli importanti risultati raggiunti”.

“Voglio anche dedicare una menzione speciale al nostro presidente Giorgia Meloni – osserva Silvestroni – che anima e corpo si è dedicata anche a questa campagna elettorale. Seppur ‘schiacciati’ dai mass media e, come sempre, osteggiati dai poteri forti, abbiamo resistito portando in parlamento 49 Patrioti pronti a mantenere gli impegni assunti. Dopo il M5S e la Lega siamo il partito che è maggiormente cresciuto più che raddoppiando dalle ultime elezioni politiche”.

“I nostri sacrifici, la nostra passione e il nostro amore per il territorio – conclude Silvestroni – ci hanno finalmente premiato. Fratelli d’Italia ha vinto in provincia di Roma e per noi questo è solo l’inizio di un percorso di rinascita per il popolo italiano”.




Reddito di cittadinanza, M5S. A Marino è una realtà: ecco come funziona

MARINO (RM) – Il reddito di cittadinanza diventa una realtà per il Comune di Marino guidato dal sindaco M5S Carlo Colizza. Lo scorso 28 febbraio il Consiglio comunale ha approvato il regolamento che stabilisce i requisiti per poter accedere alla misura che intende sostenere quei cittadini e quelle famiglie classificate sotto la soglia di povertà.

Ecco dunque i requisiti necessari, richiesti dall’amministrazione locale di Marino per poter ottenere il Reddito di Cittadinanza:

Il richiedente la misura di Reddito di Cittadinanza locale deve trovarsi nelle seguenti condizioni soggettive:

– Essere cittadino italiano o cittadino comunitario UE o cittadino extracomunitario in regola con l’iscrizione anagrafica Residenza nel Comune erogante da almeno 60 mesi (5 anni)
– Età compresa tra i 43 e i 58 anni Condizione dello stato di disoccupato o inoccupato al momento della chiusura del bando con iscrizione al Centro per l’Impiego
– Mancato percepimento di qualsiasi ammortizzatore sociale (Naspi, Asdi, Dis-Coll)
– Mancato percepimento di qualsiasi sostegno al reddito (SIA, REI, contributi temporanei comunali)
– Stato di disoccupazione o inoccupazione in un periodo compreso tra 12 mesi (1 anno) e 60 mesi (5 anni) con almeno 36 mesi (3 anni) continui di assenza dal lavoro
– Dichiarare la disponibilità ad essere coinvolto in progetti finalizzati alla formazione e alla ricollocazione nel mercato del lavoro
– Appartenere ad un nucleo familiare i cui componenti risultano dallo Stato di famiglia (stesso nucleo familiare anche per i coniugi residenti separatamente ma che non sono separati legalmente) con attestazione ISEE non superiore a 9.000,00 euro; in alternativa, qualora fossero sopraggiunte rilevanti variazioni, può essere prodotto l’ISEE corrente rilasciato dal CAF competente, in corso di validità alla data di scadenza del bando
– Nessun componente il nucleo familiare deve essere in possesso di: Autoveicoli immatricolati la prima volta nei dodici mesi antecedenti la richiesta Autoveicoli di cilindrata superiore a 1300cc (250cc in caso di motoveicoli) immatricolati la prima volta nei tre anni precedenti la richiesta
– Non essere proprietario di immobili ad eccezione dell’immobile di residenza e con l’ulteriore condizione che l’immobile non appartenga alle categorie catastali A8, A9.

La cifra che verrà concessa dall’amministrazione comunale di Marino è compresa tra i 400 e i 600 euro al mese.

Il primo cittadino, Carlo Colizza, concretizza dunque uno dei leitmotiv del Movimento Cinque Stelle ed esprime piena soddisfazione per aver portato in porto questo importante traguardo promesso durante la trascorsa campagna elettorale.

“Abbiamo approvato con delibera il 28 febbraio una formula propositiva che interessa una fascia di età compresa tra i 43 e i 58 anni che rimane scoperta dal Rei che è il reddito di inclusione sociale previsto dal Governo che prevede un bonus da 500 euro al mese – ha detto Colizza nell’intervista rilasciata a Chiara Rai durante il programma in diretta web Officina Stampa – Per il reddito di cittadinanza locale che abbiamo approvato – ha evidenziato il primo cittadino – invece sono coinvolti circa 600 nuclei familiari a cui si da la possibilità di poter trovare lavoro attraverso un interessamento e coinvolgimento dei centri per l’impiego e organi di intermediazione per l’inserimento nel mondo lavorativo”.

Il sindaco di Marino spiega come funziona il Reddito di Cittadinanza locale [Officina Stampa programma in diretta web del 08/03/2018]

 




Colori e ossessioni in passerella: quando la moda diventa arte figurativa

La moda come qualsiasi arte figurativa applicata come la pittura, la scultura, la ceramica ecc. ha bisogno di visibilità, questo avviene grazie ai media per avere la riconoscibilità dalle persone, e per far si che il fatturato sia notevole, e anche i grandi brand consolidati come Gucci hanno bisogno di stupire sulle passerelle.

Fino adesso faceva scalpore la magrezza delle modelle ai limiti dell’anoressia vedendole sfilare sulle passerelle o nei servizi fotografici di moda, la maison Gucci durante Settimana della moda di Milano, ha presentato un exibhition a dir poco unica, attirando a sé tutta l’attenzione dei media, ma le distanze dello stilista Giorgio Armani.

La famosissima casa di moda Gucci ha fatto sfilare sulle passerelle modelle e modelli con teste di manichino sotto al braccio, si trattava di un doppio della loro immagine, una modella aveva un occhio dipinto in fronte, ossia il “terzo occhio”, alcuni cuccioli di drago portati in mano, un camaleonte, e anche un serpente. Per l’occasione la “scena” è stata allestita come una sala operatoria, da
una fabbrica che si occupa di effetti speciali di Cinecittà la Makinarium che in passato ha collaborato con diversi registi come Ridley Scott, Matteo Garrone ecc… Per preparare l’evento ci sono voluti ben sei mesi di tempo, e molta maestria artigianale per completare il lavoro, come l’uso di calchi, gessi e scansioni 3D della testa dei modelli. Nell’epoca dell’immagine, e della condivisione per essere innovativi si ha bisogno di sensazionalismo per avere attenzione, ma questo succedeva anche con gli artisti del passato.

Dopo la nascita dell’impressionismo e le correnti artistiche l’arte è stata rappresentata in tutte le sue forme e colori, addirittura è stata rappresentata anche l’invisibile, e questo è accaduto dall’inizio del novecento in poi, ma puntualmente da oltre un secolo i galleristi presentano ai media eventi di “opere invisibili” proclamandoli come eventi innovativi, ad esempio la mostra presentata a Londra alla Hayaward Gallery con il nome di “Invisible: Art about the Unseen” . I galleristi sono arrivati a vendere a cifre importanti pur di essere innovativi anche dipinti del tipo “action painting” di Pollock realizzati dallo scimpanzé “Coco”, pur di avere nella propria galleria dipinti che davano un “taglio” alla produzione pittorica passata.

Fra le innovazioni positive contemporanee la troviamo nei musei e le gallerie, infatti attualmente ci sono in giro mostre di opere di pittori del passato scelte da personaggi famosi, oppure associando arte antica con opere d’arte contemporanea, è un nuovo modo di attirare le persone e bambini ai musei, ma anche di dare una nuova vita alle opere d’arte tenute nei musei, ed è una visione diversa di fruire l’opera d’arte da un’altra prospettiva, rigenerandola.
La moda è arte e l’arte è provocazione in tutte le sue manifestazioni, ma in merito alla sfilata della maison Gucci la provocazione non dovrebbe suscitare DESIDERIO DI POSSESSO e OSSESIONE del capo o dell’accessorio delle addicted della moda non appena hanno vista sfilare un vestito o dopo aver sfogliato riviste di fashion?
Lo stilista della famosa casa di moda si chiama Alessandro Michele, ed ha fatto aumentare il fatturato del brand Gucci a cifre vertiginose. Le sfilate di moda dagli anni novanta in poi grazie a Gianni Versace sono diventate SPETTACOLO, infatti è al grande stilista scomparso tragicamente che si deve il clamore delle top model di quegli anni come Claudia Schiffer, Naomi Campmbell, Carla Bruni e Cindy Crawford ecc…, il loro successo fu tale che arrivarono ad offuscare perfino gli abiti indossati quando sfilavano sulle passerelle in quasi tutto il decennio, le sfilate erano dei veri e propri show. Sulle passerelle si è visto quasi di tutto, perfino in alcune exibhition le modelle sono state affiancate da animali come la giraffa pur di stupire.

Marcel Duchamp nel 1914 negli Stati Uniti portò con sé una sfera di vetro contenente l’aria di Parigi rendendo “arte” anche un qualcosa che non si vedeva solo perché l’artista aveva deciso che un semplice contenitore di vetro e l’aria che la conteneva fosse OPERA D’ARTE.
“E’ opera d’arte perché è frutto del genio” come diceva Angela Vettese, addirittura in quegli anni si vendevano opere d’arte invisibili, il compratore aveva di materiale solo il contratto di un’opera che non avrebbe mai visto. In futuro gli stilisti pur di far parlare delle loro sfilate presenteranno collezioni di abiti o accessori anche loro invisibili? o modelli e modelle con le sembianze di un IBIS egiziano simbolo del dio Thot?
Il concetto di eleganza e di bellezza è sempre stato mutevole nei secoli, forse ci troviamo di fronte ad un nuovo concetto di bellezza e di eleganza? O forse siamo invasi da immagini e i creativi pur di farsi notare cercano a tutti i costi di dare un’aura a creazioni (Walter Benjamin), cercando idee e ideologie che non hanno nulla a che fare con l’artigianato, l’arte ha bisogno di sperimentazioni, ma pur di vendere si arriva a tralasciare anche il buon gusto?

Giuseppina Ercole




Pisa, viaggio tra i valori e i simboli della Repubblica: attesa la Lectio magistralis del prof. Sabino Cassese

PISA – Sono queste le prime parole del neo-presidente della Consulta, Giorgio Lattanzi. Un messaggio importante anche in vista della imminente “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” che si celebra il prossimo 17 marzo. Un messaggio importante alla vigilia di un evento promosso a Pisa dall’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica (ANCRI) Nell’ambito del progetto “Viaggio tra i Valori e i Simboli della Repubblica” richiamati nella nostra Carta Costituzionale, l’ANCRI, il Comune di Pisa e il C.N.R. di Pisa, in occasione della ricorrenza della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” hanno organizzato un momento celebrativo con Sabino Cassese, uno dei massimi giuristi italiani, giudice emerito della Corte costituzionale e professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa e con lo storico Michele D’Andrea già dirigente dell’Ufficio Cerimoniale del Quirinale. Negli ultimi tempi sentiamo parlare sempre più spesso di valori anche da parte di persone che non ne conoscono in fondo il significato.

Con l’intervento del prof Cassese l’ANCRI vuole contribuite a far conoscere l’importanza di tenere in cima alla scala dei valori il cittadino come persona e come individuo portatore di diritti e di doveri. Per alimentare una maggiore attenzione verso i simboli della Repubblica interverrà D’Andrea, il quale narrerà in maniera briosa agli ospiti il Canto degli Italiani, le curiosità del nostro Inno e gli aneddoti che ne hanno accompagnato la nascita, il successo, il significato e l’attuale percezione.

All’evento, oltre ai rappresentanti di vertice delle istituzioni e amministrazioni Enti ed associazioni della provincia di Pisa, sono stati invitati a partecipare gli insigniti della Onorificenza al Merito della Repubblica anche se non associati all’ANCRI.

L’Associazione degli insigniti OMRI sarà presente con i delegati delle 20 sedi regionali e 65 sezioni territoriali provenienti da 13 Regioni in rappresentanza delle 71 sezioni territoriali di cui 11 estere. L’evento, moderato dal delegato nazionale per i rapporti istituzionali dell’ANCRI, Francesco Tagliente già prefetto di Pisa, sarà aperto alle ore 10.30 con i saluti del padrone di casa Ottavio Zirilli responsabile dell’Area Ricerche del CNR di Pisa.

Seguiranno gli interventi del sindaco di Pisa, Marco Filippeschi e del presidente dell’ANCRI Tommaso Bove. I saluti istituzionali si concluderanno con l’intervento del prefetto di Pisa Angela Pagliuca. Dopo l’intervento di Michele D’Andrea, seguirà una lectio magistralis sul tema “I diritti e i doveri” del professor Sabino Cassese. Le conclusioni della giornata saranno fatte dal prefetto Francesco Tagliente




Roma, ospedale Fatebenefratelli all’isola Tiberina: wi-fi nel reparto di terapia intensiva neonatale. Sotto i riflettori le onde elettromagnatiche

Ieri all’ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina è stata presentata una novità, che porta con se degli enormi punti interrogativi. Attraverso il wi-fi, tablet o smartphone, i genitori hanno la possibilità di controllare, salutare, coccolare anche se solo con lo sguardo il proprio figlio ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale. La novità tecnologica è nata da un accordo tra Fatebenefratelli e Philips, primo step di una partnership, nata nel 2017, che durerà altri cinque anni e che ha come obiettivo quello di rinnovare e potenziare la terapia intensiva neonatale della struttura ospedaliera, dando vita a un vero e proprio modello di Family-Centered Care (Fcc).

E ancora una volta sotto i riflettori le onde elettromagnatiche

Certamente una buona idea, anche se non vanno sottovalutati i possibili effetti sull’organismo, in questo caso dei bambini, provocati dalle frequenze della rete wi-fi. Come ha dimostrato il Professor John Goldsmith, consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Epidemiologia e Scienze della Comunicazione, l’esposizione alle radiazioni di microonde Wi-Fi è diventata ormai la prima causa di aborti spontanei: addirittura nel 47,7% dei casi di esposizione a queste radiazioni, i casi di aborto spontaneo si verificano entro la settima settimana di gravidanza. E il livello di irraggiamento incidente sulle donne in esame partiva da cinque microwatt per centimetro quadrato. Un tale livello potrebbe sembrare privo di senso per un non scienziato, ma diventa però più significativo se diciamo che è al di sotto di quello che la maggior parte delle studentesse riceve in un’aula dotata di trasmettitori Wi-Fi, a partire dall’età di circa cinque anni in su.

Il dato ancora più allarmante è che nei bambini l’assorbimento di microonde può essere dieci volte superiore rispetto agli adulti

Il tessuto celebrale e il midollo osseo di un bambino hanno proprietà di conducibilità elettrica diverse da quelle degli adulti a causa del maggiore contenuto di acqua. L’esposizione a microonde a basso livello permanente può indurre ‘stress’ cronico ossidativo e nitrosativo e quindi danneggiare i mitocondri cellulari (mitocondriopatia). Questo ‘stress’ può causare danni irreversibili al DNA mitocondriale (esso è dieci volte più sensibile allo stress ossidativo e nitrosativo del DNA nel nucleo della cellula). Il DNA mitocondriale non è riparabile a causa del suo basso contenuto di proteine istoniche, pertanto eventuali danni (genetici o altro) si possono trasmettere a tutte le generazioni successive attraverso la linea materna.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato questi rischi in un documento di 350 pagine noto come “International Symposium Research Agreement No. 05-609-04” (“Effetti biologici e danni alla salute dalle radiazioni a microonde – Effetti biologici, la salute e la mortalità in eccesso da irradiazione artificiale di microonde a radio frequenza”).

La sezione 28 tratta in modo specifico i problemi riguardanti la funzione riproduttiva. Questo documento è stato classificato ‘Top Secret’ e i suoi contenuti celati dall’OMS e dall’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection – Commissione Internazionale per la Protezione dalla Radiazione Non-Ionizzante). Alla luce di questi dati allarmanti e delle previsioni di molti scienziati secondo i quali, se proseguirà con questo ritmo la diffusione incontrollata dei sistemi Wi-Fi, entro il 2020 il cancro e le mutazioni genetiche saranno diffusi in tutto il mondo a livello pandemico, molti paesi stanno fortunatamente correndo ai ripari, varando leggi che limitano per i bambini l’uso dei cellulari e rimuovendo dalle aule scolastiche i dispositivi wireless. Mentre da noi….

Marco Staffiero

L’approfondimento sulle onde elettromagnetiche e effetti sulla salute 




Governo, era post “il Bomba” di Firenze: Pd-M5s o Lega-M5s? Un matrimonio s’ha da fare

Da sondaggi pubblicati da un quotidiano, pare che i piddini non siano contrari ad una collaborazione con M5S, nella misura del 59%. Meno disponibili i grillini, al 49%. Sono comunque numeri sui quali si può fondare una seria trattativa, eliminata la pietra d’inciampo, cioè don Matteo Renzi, il ‘padrino’ che ha regnato sul Partito Democratico, a volte con un piglio che nulla aveva di democratico. Il padre padrone del partito di governo non ha badato ad altro che a consolidare la propria posizione politica, calpestando perfino i diritti dei cittadini, travolti da provvedimenti tesi ad ingraziarsi le varie lobby, tra l’altro in odore di contribuzioni alle varie fondazioni renziane.

 

Ricordiamo il fallito referendum sulle trivelle, che l’ex presidente del Consiglio ha boicottato in ogni modo, non adottando un election day che avrebbe fatto risparmiare qualcosa come trecentomila euro alle casse dello Stato, e incitando gli aventi diritto al voto ad andarsene piuttosto al mare.

Ricordiamo il disastroso referendum, voluto da lui e firmato – qualche malelingua dice in maniera posticcia – da una Maria Elena Boschi che da sempre è stata la ‘pupilla’ di Renzi. Anche qui le malelingue ci hanno sguazzato, parlando di incontri ‘didattici’ a due a proposito di argomenti politici, tenuti a Firenze, in via degli Alfani, 8 ultimo piano vista tetti: un dipendente del Comune di Firenze per aver rivelato questa notizia vera o falsa che sia, ha dovuto subire numerose querele.

Ricordiamo le promesse mai mantenute da Renzi e Boschi di lasciare la politica quando il referendum costituzionale non fosse passato.

Ricordiamo la trivellazione entro le dodici miglia, imposta in sordina nonostante fosse stata bocciata a furor di popolo; trivellazione assolutamente improduttiva e dannosa. Ricordiamo le misure a pro delle banche in difficoltà, che hanno bruciato i risparmi di migliaia di persone, mai rimborsati.

Ricordiamo il caso MPS, su cui incombe ancora una morte oggetto di indagini.

Ricordiamo gli ottanta euro di elemosina elettorale, per ottenere i quali è stato necessario negoziare uno sforamento dei conti con l’UE, – quando don Matteo asseriva di aver ‘battuto il pugno’ sul tavolo – a fronte del quale dobbiamo subire sbarchi quotidiani di disperati di tutti i colori di pelle. Ottanta euro – ma poi, perché proprio ‘ottanta’? – prontamente ritirati nella maggior parte dei casi.

Ennesima beffa di un personaggio che già da quando era bambino era – a sentire chi lo chiamava ‘bomba’ – un campione di bugie

Bisogna dire che in politica le bugie rendono, e la storia ce lo insegna. Secondo alcuni sondaggi, gli elettori preferiscono una persona che abbia ‘capacità politica’, cioè la capacità di imbrogliare le carte, piuttosto che una persona onesta, della quale tutti hanno paura, chissà perché. Ad ognuno le sue conclusioni. Così, il gemellaggio PD-M5S pare che sia possibile, si tratta solo di far maturare i tempi. Sull’altra ipotesi – alleanza M5S-Lega – troviamo una notizia: a Laives, un ridente paesino in provincia di Bolzano, come ci riferisce il sindaco leghista Christian Bianchi, già da due anni funziona egregiamente un governo cittadino Lega-M5S-SVP. Decisivo è stato l’accordo su alcuni punti fondamentali, compreso quello sui migranti, presenti in numero di 60, e tutti impiegati variamente nella vita del paese – diciottomila abitanti – di modo che nessuno rimanga inattivo. Determinante per il governo di Laives è stato l’appoggio esterno dato dal M5S. “A Laives non si fanno proclami ed ordinanze farsa” dice il sindaco Bianchi “si opera con coraggio, determinazione e caparbietà per arrivare ad avere risultati.”
Certo, un paese di diciottomila anime ha problemi e andamento diversi da sessanta e passa milioni di persone; una cosa però bisogna sottolineare: nella politica nazionale gli scopi sono diversi, come dimostra l’esperienza Matteo Renzi. In un piccolo centro si opera per il bene della comunità; in quell’altro teatro la mira è quella di acquisire potere personale, come dimostrato. Alla faccia dei cittadini. Terza ed ultima ipotesi da considerare è un Gentiloni-bis. Abbiamo notato che a tutto questo andirivieni è mancata finora la presenza e la parola di re Giorgio. Un Napolitano che ha già in altra occasione espresso la sua preferenza per Paolo Gentiloni, fuor dai denti. Un Gentiloni-bis non sarebbe una soluzione a lungo termine, ma piacerebbe molto alla Merkel e all’UE, oltre che a Napolitano. In questo caso potremmo parlare di governo di scopo, che ci porterà alle urne magari in autunno e dopo aver cambiato la legge elettorale. Staremo a vedere. Nel frattempo le cose maturano, come le nespole, con il tempo e con la paglia. Tornare al voto con il Rosatellum non risolverebbe granchè, tranne che a confermare, a nostro avviso, le posizioni già note, tranne forse qualche piccolo spostamento. Diverso sarebbe cambiare le regole e creare una legge su misura per la situazione che già conosciamo nelle sue grandi linee. Avremmo la partecipazione, probabilmente, di un nuovo partito creato da Renzi, che non vuol mollare l’osso, e metterebbe in campo tutte le risorse del suo Giglio Magico. Un Renzi che non ha capito la lezione, – in realtà la sconfitta del PD è stata quella di un voto contro di lui – e pare che pretenda la guida del Copasir per uno dei suoi: una manovra tentata anni fa, ma che gli andò buca. Una nuova consultazione elettorale costerebbe denaro e tempo. Denaro pubblico, e tempo che non c’è. L’Unione Europea, a cui purtroppo dobbiamo rendere conto, pare, anche per le erbe aromatiche nelle nostre cucine, aspetta una risposta.

Roberto Ragone




Elezioni, Nicola Zingaretti: “Pronto a correre alle primarie del Pd”

Mossa del neogovernatore del Lazio Nicola Zingaretti scende in campo per la segreteria Pd dopo le dimissioni di Matteo Renzi. “Io ci sarò”. Nicola Zingaretti, rieletto Presidente della Regione Lazio risponde così a Repubblica a proposito delle primarie del Pd aggiungendo, “Anche alle primarie, non escludo nulla”. Sull’intesa con M5S è netto: “Restiamo all’opposizione”. Il motivo dei 341mila voti presi in più del Pd alle politiche? “Buona amministrazione e rilancio dello spirito dell’Ulivo”. E su Renzi spiega: “Un’esperienza che non possiamo liquidare” e lo invita a spingere “verso la rigenerazione.

 

Lunedì la direzione Pd per decidere il percorso in vista delle consultazioni al Quirinale. “In questo momento la situazione è opposta. Ognuno deve prendere la sua barchetta e andare in soccorso del Pd. Disfatte se vissute con dignità e onore possono essere la premessa per una vittoria futura. #dunkerque”. Lo scrive su Twitter il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda rispondendo a chi gli faceva notare che “una nave senza capitano, soprattutto in questo momento, non può navigare, si rischia ammutinamento generale. Il capitano è importante e deve essere quello giusto”.




L’intervista all’avvocato di Fabrizio Corona: ecco perchè l’ex re dei paparazzi non tornerà in carcere

Non dovrà tornare in carcere Fabrizio Corona. L’indiscusso ex re dei paparazzi, che era tornato in carcere nell’ottobre del 2016, è stato formalmente diffidato dal giudice ad attenersi alle prescrizioni da lui violate, ovvero a quella di non usare i social, di non diffondere proprie immagini o video. Il motivo di cotanta agitazione tra i maggiori sostenitori di Fabrizio risale al 21 febbraio scorso, giorno in cui è avvenuta la tanto attesa scarcerazione. Un momento che l’ex re dei paparazzi pensava di poter vivere nella gioia e nella spensieratezza dell’abbraccio di un amore solido e vivo. Ma alla luce della  diffusione di un video di pochi minuti che mostrava la sua uscita dal carcere di San Vittore e concitati abbracci con la sua fidanzata Silvia Provvedi e della pubblicazione di un servizio fotografico che lo ritraeva a passeggio con la fidanzata, la Procura generale di Milano aveva chiesto la revoca dell’affidamento terapeutico e il pg Lamanna, dunque, aveva chiesto che tornasse in carcere. La richiesta è stata però respinta dal giudice della Sorveglianza di Milano Simone Luerti, quindi Corona non dovrà tornare in carcere.  Il giudice Luerti, nella diffida ha specificato che l’ex re dei paparazzi non dovrà divulgare proprie immagini o video sui social e non potrà nemmeno dare mandato ad altri per la divulgazione. Nel divieto si evidenzia inoltre che non possono essere diffuse immagini che riguardano la misura detentiva.

Ne abbiamo parlato con l’Avvocato Ivano Chiesa, legale di Fabrizio Corona che ha chiarito alcuni importanti punti della vicenda.

– E’ stata respinta la richiesta di revoca dell’affidamento terapeutico concesso a Fabrizio Corona. Come avete accolto questa notizia?

Davo per scontato perché la richiesta era un’esagerazione. L’ho già dichiarato anche in TV stamattina. Era palesemente un’esagerazione perché la richiesta di revoca di affidamento per un selfie o per un filmato, insomma…si revoca l’affidamento quando c’è una violazione gravissima. Nel caso di Fabrizio sarebbe stare in giro di notte o rilasciare un’intervista dove aggredisce la magistratura o critica l’esecuzione della pena. Quella non era certamente una cosa da revoca della misura, anzi, secondo me non era neanche da ammonimento però adesso ne parleremo col magistrato e cercheremo di capire cosa si può fare e cosa non si può fare. Perché va bene eseguire l’affidamento e rispettarlo, ci mancherebbe altro, ma Corona non può neanche scomparire.

– Avvocato mi scusi, ma il fatto  che nel corso della sua carcerazione apparissero sue immagini e adesso non possono comparire, non risulta un contraddittorio?

Il fatto che comparissero video e immagini di Fabrizio, ovviamente di repertorio, quando era in carcere era pacifico, adesso che è uscito non può. Allora ci stiamo chiedendo e lo chiederemo al magistrato, ma noi abbiamo inteso e intendiamo che il divieto di utilizzare i social è legato al fatto che non può rilasciare interviste quindi utilizzare i social non può essere per aggirare l’ostacolo. Per cui se tu fai immagini riguardanti esecuzione della pena, ti fai un filmato oppure fai un’intervista questo non va bene, ma non è che tutto non va bene. Quello era un filmato di immagini di repertorio collazionate da altri, entusiasti perché Fabrizio era uscito. Se questo scatena una reazione come quella di chiedere addirittura la revoca allora uno ci pensa e dice “non so più che cosa posso fare e cosa non posso fare”. La preoccupazione è tale che io ho detto a Fabrizio di non salutare più a nessuno per strada, non rispondere più ai saluti.

 – Qual è, nello specifico, la diffida a cui è stato sottoposto Corona e cosa impone?

Non può rilasciare interviste, non può parlare di fatto. E’ l’unico italiano a cui è stata tolta la parola. Queste sono quelle particolari per lui, le altre sono le prescrizioni classiche che hanno tutti gli affidati, cioè non possono lasciare il territorio della Lombardia (nel caso di specie), devono rientrare ad una certa ora, non possono frequentare pregiudicati, devono rispettare le prescrizioni. Corona ha delle prescrizioni ad Hoc legate alla sua figura, alla sua immagine, al suo mestiere. Capisco la prudenza del magistrato  e capisco che lui abbia voluto usare prudenza perché ha preso in mano una patata bollente però, è meglio non dimenticare mai che Corona non è tornato in carcere e non ha perso l’affidamento che era in corso perché ha violato le prescrizioni, ma è tornato in carcere perché gli hanno trovato dei soldi nel controsoffitto e per quelli è stato assolto. Tutto questo mi suona abbastanza surreale.

– Nel momento in cui la Procura generale di Milano ha chiesto la revoca dell’affidamento terapeutico, come ha reagito il suo assistito?

Non glielo dico sennò poi dicono che Fabrizio rilascia interviste tramite me.

– Oggi, come sta Fabrizio Corona? Come sta vivendo questo momento?

Bene, lo vive con la serenità data da chi non ha fatto niente di male. Si rende conto che qualunque minima violazione viene sanzionata o viene chiesta una sanzione pesante e quindi ha la preoccupazione di non sbagliare. La misura ha una logica se la si contiene in un limite di ragionevolezza, sennò diventa illogica e diventa una limitazione grave di diritti fondamentali della persona. Fabrizio dovrà lavorare prima o poi, non è che vive d’aria. Gli hanno sequestrato milioni di euro, gli vogliono portare via la casa, lo hanno tenuto sedici mesi in galera per cui è stato assolto, magari è il caso che ricominci a lavorare. Ma non è che fa l’ortolano di mestiere o il dentista, ma è un personaggio pubblico; allora lo avete mai visto un personaggio pubblico che non ha immagini? E’ una contraddizione in termini. Corona che non parla, che non può pubblicare immagini, che non può fare niente non è più Corona, è un’altra persona.

– Pensa che questa restrizione possa avere una durata momentanea?

Ci proviamo, cercheremo di farla modificare o di farla precisare perché così c’è qualcosa che non va. Sennò scelgano loro il mestiere che Corona deve fare, lo scelgano loro. Cosa deve fare Corona? In verità, il vero problema è sempre lo stesso, quello che ho detto nei processi, quello che ho detto sulla stampa e quello che continuerò a dire fino a che avrò fiato e cioè il problema è etico. Il mestiere di Corona è immorale, e allora? Facciamo anche che sia immorale, e allora? Il problema è se è illecito. Se tu mi dici “Corona non può prendere i soldi in nero sennò non paga le tasse” io dico hai ragione, Corona non può commettere dei reati, ci mancherebbe altro, sono perfettamente d’accordo, ma che tu mi dica che Fabrizio Corona non può condurre un programma televisivo, comparire in televisione, rilasciare un’intervista, io questo, giuro, non lo capirò mai.

– Immagino che il suo assistito viva male questa situazione…

L’ha sempre vissuto male questo atteggiamento psicologico nei suoi confronti. Anche l’ultima richiesta di condanna, quando lo hanno infamato, trattato come un criminale, Fabrizio era sconvolto…

Angelo Barraco