Scandalo Facebook, abuso dati di milioni di utenti: titoli social in picchiata

Facebook nello scandalo. Il titolo crolla a Wall Street per il secondo giorno. Perde più del 5%, travolto dallo scandalo sull’abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge anche la società di consulenza politica Cambridge Analytica.

Trascina trutti i social media: Twitter -9,68%, Snapchat -3,6%. Il colosso del web è sotto inchiesta in Gran Bretagna e Stati Uniti. La Commissione parlamentare britannica su Cultura, Media e Digitale ha chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un’audizione. La Casa Bianca chiede di tutelare il diritto alla privacy. Il caso, secondo il Garante Ue per la privacy, ‘potrebbe essere lo scandalo del secolo e mostra solo la punta dell’iceberg’. Tajani invita il fondatore di Facebook a dare spiegazioni al Parlamento europeo.

“Abbiamo invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo. Facebook chiarisca davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non vengono utilizzati per manipolare la democrazia”. Così in un tweet il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani.

La Commissione parlamentare britannica sulla Cultura, i Media e il Digitale ha chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un’audizione sullo scandalo relativo all’abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge Facebook e la società di consulenza politica Cambridge Analytica. Lo ha reso noto il presidente della commissione, Damian Collins, citando una sua lettera al patron del colosso Usa del web in cui si accusa il management dell’azienda di aver “ingannato” l’organismo in precedenti audizioni

Sulla stessa linea la Casa Bianca: ‘Il presidente americano Donald Trump – afferma il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah – ritiene che i diritti alla privacy degli americani dovrebbero essere tutelati”.




Trattato di Caen, mare italiano alla Francia?: E’ scontro tra Farnesina e Meloni

Entrerà in vigore il 25 marzo l’accordo bilaterale tra Francia e Italia sottoscritto nel 2015 dall’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, oggi Presidente del Consiglio dimissionario, ed il suo omologo francese, secondo il quale diverse miglia marine passeranno dalle acque territoriali italiane a quelle francesi. In dettaglio saranno porzioni del Mare di Sardegna e del Mar Ligure che passeranno sotto la competenza di Parigi che già può contare sulle acque della Corsica da 12 a 40 miglia. Per quanto riguarda la Zona Economica Speciale (Zes) in prossimità delle acque sarde si estenderà l’influenza francese per 200 miglia. I risvolti economici per la Penisola posso essere gravosi dato che la zona marittima in analisi contribuisce alla crescita dell’industria ittica italiana ma soprattutto perché l’Italia rinuncerà allo sfruttamento di un giacimento di idrocarburi nei pressi della Sardegna che conta dimensioni di un decimo rispetto allo Zohr egiziano (il più grande del mondo). L’Italia è un importatore di risorse minerarie energetiche e con questa mossa si perderebbero 1.400 miliardi di metri cubi di gas e 420 milioni di barili di petrolio.

Fin qui sembra la solita storia all’italiana ma le cose peggiorano considerando che non sono previste royalties da corrispondere al governo italiano che si sorbirà solo i danni ambientali

Ci si aspetterebbe perciò una ratifica formale (come smentita) dal nostro inerme governo attraverso una legge, ma niente. Al contrario Macron inizia a Bruxelles una procedura unilaterale di ratifica che conferirà il 25 marzo suddetti tratti alla Francia, de iure. Anche se l’ambasciatore francese in Italia smentisce una modificazione delle delimitazioni marittime.

Mentre Gentiloni muove la danza del “Io non so nulla e non faccio nulla”, gli esponenti del centrodestra tra cui Meloni, Santanché e Calderoli sollevano le loro preoccupazioni

Il senatore della Lega poi chiarisce che qualora non si prenderanno i giusti provvedimenti sarà considerata l’ipotesi di far rispondere lo stesso Gentiloni di danno erariale all’Italia. Ieri la risposta della Farnesina che spiega come “l’accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall’Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici. A breve si terranno consultazioni bilaterali previste dalla normativa UE al solo fine di migliorare e armonizzare la gestione delle risorse marine tra i Paesi confinanti”.

Giorgia Meloni ha fatto sapere che la mobilitazione del Governo si è dovuta attendere fino alla protesta del centrodestra “Fratelli d’Italia continuerà a vigilare sull’integrità dei nostri confini marittimi. Raccoglieremo in un’interrogazione parlamentare le tante domande invase su questa vicenda e chiederemo che il nuovo Parlamento si esprima sui contenuti di questo trattato.”

La notizia di possibili cessioni di acque territoriali alla Francia è priva di ogni fondamento. Lo precisa la Farnesina, “relativamente alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici”.

Nella nota non è fatto alcun nome, ma appare evidente il riferimento al Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che sul suo profilo Facebook aveva postato: “In assenza di un intervento del governo italiano, il 25 marzo entrerà in vigore il Trattato di Caen con il quale verranno scandalosamente sottratti al Mare di Sardegna e al Mar Ligure alcune zone molto pescose e il diritto di sfruttamento di un importante giacimento di idrocarburi recentemente individuato”, ha scritto Meloni. “Per questo Fratelli d’Italia intima il governo in carica ad agire immediatamente per interrompere la procedura unilaterale di ratifica attivata dalla Francia presso Bruxelles, che in caso di silenzio-assenso da parte italiana, conferirà de iure i tratti di mare in questione alla Francia arrecando un gravissimo danno ai nostri interessi nazionali”. “Chiediamo, inoltre, l’intervento del presidente della Repubblica Mattarella affinché questo trattato, che comporta variazioni del territorio italiano”, ha aggiunto la leader di FdI, “sia sottoposto al voto di ratifica del Parlamento come previsto dall’articolo 80 della nostra Costituzione”. Meloni annuncia anche di aver presentato con Guido Crosetto “un esposto alla Procura di Roma contro Paolo Gentiloni per fare piena luce su questa storia dai contorni torbidi”. La Farnesina spiega che “l’accordo bilaterale del marzo 2015 non è stato ratificato dall’Italia e non può pertanto produrre effetti giuridici”. L’ambasciata – dice ancora la Farnesina – riconosce che ‘le cartine circolate nel quadro della consultazione pubblica contengono degli errori (in particolare le delimitazioni dell’accordo di Caen, non ratificato dall’Italia)‘ e aggiunge che ‘esse saranno corrette al più presto possibile’”. Infine, dal ministero degli Esteri italiano sottolineano che “a breve si terranno consultazioni bilaterali previste a scadenze regolari dalla normativa UE al solo fine di migliorare e armonizzare la gestione delle risorse marine tra i Paesi confinanti, nel quadro del diritto esistente”.

La Meloni, nonostante le rassicurazioni della Farnesina – sempre dal suo profilo Facebook – attacca:

“Dopo le denunce e l’esposto presentato da Fratelli d’Italia in Procura, il Governo Gentiloni è stato costretto a smentire ufficialmente che il trattato di Caen preveda la cessione di acque territoriali italiane alla Francia. La mobilitazione va avanti e Fratelli d’Italia continuerà a vigilare sull’integrità dei nostri confini marittimi: raccoglieremo in un’interrogazione parlamentare le tante domande inevase su questa vicenda e chiederemo che il nuovo Parlamento si esprima sui contenuti di questo trattato. Per noi questo accordo è carta straccia e non deve essere ratificato”.

Ambasciata di Francia a Roma: il 25 solo una consultazione pubblica

I confini marittimi con la Francia sono immutati e nessuno, a Parigi o a Roma, intende modificarli. E quanto alla data del 25 marzo, “essa, come informa l’ambasciata di Francia a Roma, riguarda semplicemente ‘una consultazione pubblica nel quadro della concertazione preparatoria di un documento strategico’ sul Mediterraneo che si riferisce al diritto ed alle direttive europee esistenti e che non è volta in alcun modo a ‘modificare le delimitazioni marittime nel Mediterraneo’».

Il Trattato di Caen

L’ accordo – si legge dal sito del Ministero degli esteri – è stato firmato il 21 marzo 2015, dopo un lungo negoziato avviato nel 2006 e terminato nel 2012, per far fronte a un’obiettiva esigenza di regolamentazione anche alla luce delle sopravvenute norme della convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS). Al negoziato sulla base delle rispettive competenze hanno partecipato anche tutti i Ministeri tecnici – inclusi quelli che hanno responsabilità in materia di pesca, trasporti ed energia – che hanno avuto modo di formulare le proprie autonome valutazioni. Considerata la sua natura, l’Accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore. Per quanto riguarda, in particolare, i contenuti dell’Accordo, il tracciato di delimitazione delle acque territoriali e delle restanti zone marittime riflette i criteri stabiliti dall’UNCLOS, primo fra tutti il principio della linea mediana di equidistanza. Nel corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell’Accordo, la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l’arcipelago toscano, già fissata dall’Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977. Inoltre, per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, è stato completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta. Anche per quanto riguarda il confine del mare territoriale tra Italia e Francia nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l’Accordo di Caen segue il principio dell’equidistanza come previsto dall’UNCLOS.

Il caso del peschereccio Mina

L’ ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ex Capo di Stato Maggiore della Marina Militare dal 2013 1l 2016 – rileva sul suo blog – che l’accordo era passato piuttosto inosservato fino a quando nel gennaio 2016 il peschereccio italiano Mina era stato fermato dalla gendarmeria marittima francese e scortato fino al porto di Nizza, con l’accusa di praticare la pesca del gambero in acque francesi. Solo dopo il pagamento di una cauzione di 8300 euro era stato rilasciato. Dunque, quelle che sembravano essere acque italiane erano diventate francesi. L’episodio fece deflagrare la questione dei confini e di porzioni di mare cedute alla Francia. E prosegue: mentre in Italia l’accordo non è stato mai ratificato, in Francia sembrava essere di dominio pubblico, tanto che la gendarmeria marittima era subito intervenuta pochi mesi dopo l’accordo fermando proprio il peschereccio Mina. Ad oggi, spiega l’ammiraglio De Giorgi, i confini tra acque italiane e francesi rimangono incerti.

Gianpaolo Plini




Giornata dell’Unità nazionale, evento ANCRI a Pisa: momenti di grande emozione con il tenore Francesco Grollo

PISA – L’evento è stato organizzato al CNR di Pisa dall’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica (ANCRI) insieme con il Comune di Pisa nell’ambito del progetto “Viaggio tra i Valori e i Simboli della Repubblica” La cerimonia è stata aperta con l’inno nazionale, da grandi emozioni, cantato dal tenore trevigiano Francesco Grollo e intonato nell’Auditorium del CNR di Pisa, con la massima partecipazione da circa 300 persone presenti tra rappresentanti di istituzioni e insigniti della onorificenza al Merito della Repubblica provenienti da 13 Regioni.

Presenti anche al Prefetto Angela Pagliuca, il Questore Paolo Rossi, i comandanti provinciali dei Carabinieri Col. Nicola Bellafante, della Guardia di Finanza Col. Giancarlo Franzese e dei Vigili del Fuoco ing. Ugo D’Anna nonché l’ex prefetto di Pisa Francesco Tagliente nella veste di organizzatore e moderatore dell’evento. A seguire hanno preso la parola per un indirizzo di saluto il padrone di casa Ottavio Zirilli, Responsabile dell’area Ricerche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi, il presidente dell’Associazione ANCRI Tommaso Bove e il Prefetto di Pisa Angela Pagliuca.

Sono stati saluti-interventi istituzionali ricchi di significato molto apprezzati dalle centinaia di persone presenti in sala che si sono strette intorno ai valori e ai simboli richiamati nella nostra Carta Costituzionale. Sul palco dell’Auditorium Area della Ricerca del CNR di Pisa è entrato in scena lo storico del Risorgimento Michele D’Andrea, con una “chiacchierata briosa” sull’inno nazionale, attraverso le vicende, la musica, i fatti, i personaggi, le curiosità e gli aneddoti che si nascondono dietro la cortina della storia ufficiale.

Non sono mancati i richiami ad altri canti dell’indipendenza italiana e i confronti con gli inni degli altri Paesi, ricchi di retroscena gustosi e sorprendenti. A seguire è intervenuto Paolo Carrozza, professore ordinario di diritto costituzionale alla Scuola Superiore Sant’Anna, che ha trattato dei valori fondamentali che emergono dal complesso della Costituzione e che dovrebbero essere quelli cui si ispira tutta la vita politica, economica, sociale del Paese. Nel concludere i lavori il prefetto Tagliente si è soffermato sulla importanza del ruolo che svolge per la città di Pisa il presidente del Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana Antonio Cerrai che peraltro ha patrocinato l’evento istituzionale. Un particolare ringraziamento lo ha rivolto a Francesco Grollo, tenore di fama internazionale che tra l’altro è la voce ufficiale delle Frecce Tricolori ed insignito della onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.




M5S, Di Maio: “No a condannati o sotto processo”

Siamo il perno della legislatura“. Lo afferma, a quanto si apprende, il capo politico del M5s, Luigi Di Maio, nel suo intervento introduttivo all’assemblea dei 112 senatori del movimento. L’assemblea è chiamata tra l’altro a ratificare la nomina di Danilo Toninelli a capogruppo a Palazzo Madama. “Prima il metodo, poi i nomi”, ha detto ancora Di Maio ribadendo il suo ‘no’ a candidati “condannati o sotto processo”. Poi ha aggiunto: “Dei ministri si parla con il presidente della Repubblica, dei temi si parla con i partiti politici”.

Dialogo con tutti, ma soprattutto con Matteo Salvini per arrivare all’elezione dei presidenti delle Camere e “far partire la legislatura”. Il leader M5s ha riaperto i contatti con “i principali esponenti di tutti i futuri gruppi” ma precisa Di Maio, “ho sentito prima Maurizio Martina, Renato Brunetta, Giorgia Meloni, Pietro Grasso” e “successivamente anche Matteo Salvini”. Con lui, “pur non affrontando la questione nomi e ruoli, abbiamo convenuto sulla necessità di far partire il Parlamento quanto prima” scrive il capo politico dei 5 Stelle.

Sembra l’indicazione di un canale privilegiato con il leader del Carroccio per l’individuazione dei candidati per le due assemblee mentre con gli altri partiti viene data la “disponibilità a proseguire il confronto, attraverso i capigruppo” per individuare i profili anche per “le altre figure che andranno a comporre gli Uffici di Presidenza”.

La partita delle Camere per i due leader resta però slegata dalle ipotesi di governo su cui il M5s continua a tenere acceso il radar a 360 gradi incassando una prima apertura di Walter Veltroni: “A certe condizioni e con la regia del Colle il Pd dialoghi” dice l’ex segretario dem.

“Se a fine crisi emergesse un’ipotesi a certe condizioni programmatiche, come politiche sociali e adesione alla Ue, sarebbe bene discuterne” insiste Veltroni che però osserva: “Una parte del nostro elettorato è finita ai 5 Stelle; una piccola nella Lega, il resto, tanto, nell’astensione. Il Pd fa bene per ora a stare dov’è. All’opposizione”.

Ma questo del governo per il momento è il secondo tempo della partita che Lega e M5s stanno giocando sulle Camere. Anche Salvini è diplomatico e conferma l’approccio di Di Maio: “Con Di Maio ma come con Martina e Grasso, con la concordia di Meloni e Berlusconi stabiliamo tutti assieme chi saranno i presidenti delle Camere”. Tutti, anche il Pd per il quale si augura che, solo per le cariche istituzionali e non per il governo, dia “una mano a far ripartire questo Paese”.

Il leader leghista nega che ci siano già i nomi ma poi ammette: “Stiamo ragionando su alcune ipotesi“. Come quelle dei leghisti Stefano Candiani e Erika Stefani, responsabile giustizia gradita a Fi, che hanno surclassato l’ipotesi Giulia Bongiorno, indigeribile a Fi e soprattutto i nomi di Paolo Romani e Roberto Calderoli, inaccettabili invece a larga parte del Movimento.

Ieri un ortodosso come il senatore Nicola Morra rievoca il passaggio tattico di Calderoli al Misto: “Ce lo ricordiamo che la Lega, con Belsito e Bossi, ha avuto un ‘problemino’ da 52 mln di euro?”. Lo schema Di Maio-Salvini prevederebbe quindi l’assegnazione di Montecitorio al M5s per il cui scranno più alto si fanno i nomi di Riccardo Fraccaro, Emilio Carelli e Roberto Fico: improbabile la possibilità che lo stesso Di Maio sia interessato a candidarsi. Ma c’è anche chi nel Movimento auspica una raccordo maggiore con il Pd anche per quanto riguarda l’indicazione delle presidenze delle assemblee, magari consegnando ai dem Montecitorio e lasciando al M5s il Senato. Minoranze che fanno tuttavia il paio con l’altolà di Giorgia Meloni che avverte: “La presidenza della Camera a un esponente 5 stelle non è un atto dovuto”. Uno scambio di posizioni ribadito tra i due anche in occasione della telefonata tra Di Maio e Meloni dove la leader di Fdi ha ripetuto che le due presidenze devono andare alla coalizione che ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra




Anguillara, Palozzi(FI): “Basta silenzi M5s su sindaco condannato. Vergogna”

ANGUILLARA (RM) – “Movimento 5 Stelle sempre più a trasparenza zero. Soprattutto ad Anguillara, dove la prima cittadina, Sabrina Anselmo, l’estate scorsa era finita nella bufera mediatica per non aver dichiarato a M5S una condanna per calunnia di 9 anni fa. La sua pena a un anno di reclusione fu condonata ed estinta per indulto, ma non è mai comparsa sul casellario giudiziale, né fu comunicata esplicitamente al momento della sua candidatura a sindaco di Anguillara. Una vicenda ambigua, su cui i vertici pentastellati hanno deciso di non proferire parola. Da fine giugno, non a caso, si è in attesa di capire se i probiviri M5S emettano il provvedimento di richiesta dimissioni dalla carica di sindaco. Per il bene della comunità locale è arrivato il momento di fare chiarezza: adesso, come cinque mesi fa, dunque chiediamo ai falsi moralisti grillini se Sabrina Anselmo sia ufficialmente nel Movimento 5 Stelle e, nel caso, di rendere pubblica la risultanza del procedimento disciplinare del Regolamento grillino a carico della sindaca. La città di Anguillara merita una amministrazione credibile e competente, non certamente la cialtroneria e l’ambiguità pentastellata”. Così, in una nota, il consigliere regionale del Lazio e coordinatore FI Provincia di Roma, Adriano Palozzi.

Anguillara, paralisi M5S: Pizzigallo, “l’assessore ondivago” e la trasparenza




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: il menù di primavera consigliato dalla nutrizionista

ALBANO LAZIALE (RM) – Siamo alle solite. Arriva Marzo e inizia a risuonare quella vocina “l’estate si sta avvicinando”. Tolti i cappotti ed i maglioni, le forme del nostro corpo iniziano a catturare la nostra attenzione: la primavera e i primi caldi ci portano inesorabilmente la voglia di rimetterci in forma, di prenderci cura di noi stessi (che viene prima di qualsiasi tipo di dieta!). Come nutrizionista sono concorde sul fatto che Marzo è il mese ideale per rivedere le nostre consuetudini alimentari e il nostro menù!

Qualche piccola premessa è doverosa. Proprio in questo periodo sentiamo parlare spesso di diete “disintossicanti”, prodotti “detox”, programmi dietetici “rigeneranti”. I social sono purtroppo un veicolo attraverso i quali questi messaggi arrivano a qualsiasi tipo di pubblico: nella maggior parte dei casi si tratta di programmi a base di digiuni, infusi e prodotti che di naturale hanno ben poco! Non abbiamo bisogno di questi “programmi” e vi spiego anche il perché! Nel nostro corpo abbiamo due meravigliosi organi, il “fegato” e i “reni”, chiamati organi “emuntori”, ovvero strutture organiche capaci di eliminare le tossine dal nostro corpo. Il sistema linfatico sostiene tutto questo processo in quanto rappresenta la “via” attraverso la quale i prodotti di scarto delle cellule vengono veicolati verso il sangue, per poi essere eliminati dagli altri organi tra i quali il fegato e i reni!

Come possiamo allora sostenere il lavoro di depurazione dei nostri organi con l’arrivo della bella stagione? Innanzitutto rendiamo equilibrata la nostra alimentazione, riducendo quelli che sono zuccheri aggiunti (quanti dolci? Quanto zucchero aggiunto?) e carboidrati raffinati (perché non sostituire la pasta bianca con pasta e riso integrale, farro e orzo?). Oltre a ciò è sempre buona abitudine consumare cibi freschi e di stagione preferibilmente preparati a casa: integriamo la nostra dieta con verdure a foglia verde, ma anche con mele, carote, sedano e cerchiamo di utilizzare alcune preziose spezie come zenzero, curcuma, il cumino e la cannella! Teniamo lontano dal nostro menù di primavera i cibi fritti, i formaggi stagionati, insaccati vari, l’alcool, lo zucchero e le bibite gassate.

Vediamo allora come poter costruire insieme il menù di Primavera!

Innanzitutto partiamo dalle verdure, le vere “regine” di Marzo!

Sulla nostra tavola non possono mancare i carciofi, verdure “detossificanti” per eccellenza che stimolano le funzioni del fegato, aiutano a regolare i livelli di colesterolo nel sangue e, grazie al loro contenuto di inulina, favoriscono la regolarità intestinale. Alla lista della spesa di Marzo dovremmo aggiungere altre verdure “verdi”: erba cipollina per le sue proprietà diuretiche; radicchio verde per il suo contenuto di ferro, magnesio, calcio, acido folico e vitamina K; valeriana, per il suo quantitativo di vitamine A e C; la rucola, ricca non solo di vitamina A e C, ma anche di sulforafano, un potente antitumorale; la cicoria, erba spontanea molto amara, stimolante della secrezione biliare, azione connessa anche ad un miglioramento della digestione; ultimi, ma non per importanza, gli asparagi, verdure “diuretiche” per eccellenza, ricchissime di vitamine, sali minerali e fibre.

Non dimentichiamoci che marzo è il mese di passaggio dall’inverno alla primavera: il nostro corpo è come se sentisse il bisogno di uscire dal “letargo” invernale, adottando uno stile alimentare più leggero! Ecco perché, oltre a preferire le verdure elencate in precedenza, dovremmo iniziare a mescolare a ogni pasto ingredienti sia cotti (e caldi) che crudi! Ad esempio proviamo a sostituire la zuppa di cereali e legumi che tanto ci confortava quest’inverno, con un’insalata di fagioli, carote e rucola, abbinata ad una fetta di pane integrale tostato.

L’acqua è un ingrediente indispensabile. Se quest’inverno l’unico modo per raggiungere il famoso apporto idrico di almeno 1,5 litri al giorno era bere tè o infusi caldi, adesso a Primavera saremo maggiormente invogliati a bere di più! Quanto dovremmo bere? Senza esagerare, cercate di assumere 1,5-2 litri di acqua al giorno (dipende molto anche dal fatto se fate o meno attività fisica). Quale tipo di acqua? Possibilmente un’acqua a basso residuo fisso la mattina, mentre durante la giornata un’acqua che sia minerale naturale.

Un alimento simbolo sia della Primavera che della Pasqua ormai imminente è sicuramente l’uovo che, proprio in questo periodo, è nel pieno della sua stagionalità! Così come la frutta e la verdura, anche le uova hanno la loro stagionalità: le galline, dopo il lungo inverno, riprendono finalmente la loro attività grazie alle ore di luce solare in più (parlo sempre di galline allevate a terra, seguendo i loro bioritmi naturali; questo non vale per le galline allevate in gabbia a suon di mangimi). Pertanto, assicuriamoci di mettere in tavola un numero adeguato di uova a settimana. Ormai moltissimi studi scientifici hanno dimostrato che non c’è alcuna correlazione tra colesterolo ematico (quello che leggete quando vi fate le analisi del sangue) e il colesterolo presente nelle uova: quindi via libera alle uova (anche a colazione volendo!).

Fatte le giuste premesse, proviamo a costruire insieme il nostro menù di Primavera!

COLAZIONE. Iniziamo con uno Yogurt intero bianco (o di soia se per vari motivi non potete assumere latticini) o un bicchiere di latte di mandorla senza zuccheri aggiunti, preferibilmente biologico, arricchito con qualche cucchiaio di fiocchi d’avena (se li mettete in ammollo la sera prima saranno molto più morbidi e gustosi), un cucchiaino di miele o di sciroppo d’agave e d’acero per addolcire (oppure dell’uvetta sultanina se amate un dolcificante “più naturale”). Aggiungete come guarnizione delle fragole fresche oppure una piccola macedonia composta da kiwi, fragole e succo di limone. Per gli sportivi o per chi deve affrontare una mattinata lavorativa intensa, aggiungete una fetta di pane tostato con un velo di marmellata senza zuccheri aggiunti oppure del tahin o della crema di mandorle.

SPUNTINI. A metà mattina via libera a frutta di stagione: al momento troviamo ancora mele, arance, kiwi e le primissime fragole! Utilizzando alcune delle verdure di cui vi ho parlato prima, potremmo preparare anche degli estratti o dei centrifugati, ottimi spezza-fame e/o per prendersi una pausa dall’ufficio (al posto della classica “pausa caffè” voi farete la “pausa centrifuga”). Continuate, come consigliavo anche nel menù autunnale, ad introdurre qualche noce o mandorla!

PRANZO. Nota dolente di chi deve mangiare fuori casa, tranquilli però, basta solo un pochino di organizzazione! Se avete la possibilità di mangiare a casa, un classico è sicuramente il risotto ai carciofi oppure degli spaghetti integrali con rucola e limone. Volete la ricetta? Eccola qui: rosolate uno spicchio d’aglio tritato per pochissimo tempo. Nel frattempo scolate la pasta al dente e mettetela nella padella, unite la scorza grattugiata e un pochino di succo di limone, la rucola tritata finemente. Saltate brevemente e salate (con moderazione mi raccomando) a piacere. Se al posto degli spaghetti utilizzate una pasta corta o del farro, avrete un pasto da portare tranquillamente in ufficio. Potete abbinare un piccolo secondo composto da carne/pesce/uova cotti in modo semplice con un’insalata di valeriana e radicchio verde. Se non volete appesantirvi troppo con dei carboidrati a pranzo, potete optare per un secondo veloce, ad esempio: uova sode accompagnate da cicoria e crostini integrali (fateli voi tostando una fetta di pane integrale e tagliandola poi a quadratini) oppure una sogliola al forno con patate aromatizzate al rosmarino e zenzero, accompagnata da asparagi saltati in padella.

CENA. Facciamo spazio a pesce, carni bianche e uova. Potreste preparare delle cosce di pollo al forno lasciate marinate qualche ora con succo di limone, zenzero, salvia e rosmarino oppure dello sgombro al cartoccio insaporito da aromi ed erbette aromatiche di stagione. Un classico di questo periodo è la frittata con asparagi che potete cucinare sia al forno che in padella (ottima da portare anche il giorno successivo a lavoro). Oggi vi lascio una ricetta davvero speciale per fare un piatto unico: la frittata di patate, carciofi e cipollotti. Affettate sottilmente un paio di cipollotti e fateli rosolare con olio extravergine d’oliva in una padella. Mondate i carciofi e pelate una patata, poi affettate finemente tutti gli ortaggi. Uniteli ai cipollotti insieme a qualche cucchiaio d’acqua, salate, pepate, coprite con un coperchio e fate cuocere per circa una decina di minuti. Nel frattempo sbattete le uova (mi raccomando di galline ruspanti o biologiche), conditele con della maggiorana o del prezzemolo tritato. A questo punto potete decidere se preparare la frittata in padella o al forno. Quindi unite gli ortaggi saltati in padella con le uova, in padella fate cuocere per qualche minuto su ogni lato, mentre al forno vi serviranno una ventina di minuti a 180 gradi. Accompagnate la frittata con un’insalata mista. Perché è un piatto unico? Perché ci sono i carboidrati delle patate, i grassi dell’olio, le proteine delle uova e le fibre delle verdure!

Accompagnate sempre i vostri secondi piatti con una porzione di verdure e ricordate che carboidrati non solo la classica fetta di pane o la pasta, ma anche patate cotte al forno, patate dolci bollite, riso basmati o integrale, del cous cous o altri cereali in chicchi tipo farro e orzo.

 

Dott.ssa Elisa De Filippi Biologa Nutrizionista

Centro Psicologia Castelli Romani, Piazza Pia 21, 00041 Albano Laziale

Tel. 3204604812 – email: defilippielisa@gmail.com




Pisa, consegna del gonfalone: i vertici ANCRI riuniti al Tower Inn PisaValdera

PISA – Al temine della serata titolare del gruppo Tower Inn Hotel ha devoluto l’incasso della serata alla Fondazione ARPA Da febbraio scorso Pisa ha la sua sezione territoriale dell’Associazione nazionale cavalieri al merito della Repubblica Italiana (ANCRI) Alla guida del sodalizio è stato preposto il cavalier Dino Martelli, noto imprenditore di Lari. Per la cerimonia di consegna del gonfalone all’ANCRI alla sezione, si sono riuniti al Tower Inn PisaValdera, 80 delegati territoriali dell’ANCRI giunti a Pisa per partecipare alle celebrazioni della Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera.

Nel corso della riunione il presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove, ha voluto ricordare che per statuto l’adesione all’Associazione è riservata ai soli insigniti di una delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica, nelle classi di Cavaliere, Ufficiale, Commendatore, Grande Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce. All’incontro erano presenti anche i vice presidenti Domenico Garofalo e Franco Graziano e il delegato ai rapporti istituzionali dell’ANCRI Francesco Tagliente già Prefetto di Pisa. Presenti anche il Presidente provinciale della Croce Rossa di Pisa, Antonio Cerrai e professore Franco Mosca della Fondazione Arpa. Al temine della serata titolare del gruppo Tower Inn Hotel alla presenza dei delegati ANCRI ha devoluto l’incasso della serata alla Fondazione ARPA




Pisa, Unità d’Italia: successo per l’incontro ANCRI sui valori e simboli della Costituzione

PISA – Si sono conclusi i lavori dell’incontro spettacolo “Viaggio tra i Valori e i Simboli della Repubblica” organizzato al CNR di Pisa dall’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica (ANCRI) insieme con il Comune di Pisa per celebrare la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”
La cerimonia è stata aperta con l’inno nazionale, da grandi emozioni, cantato dal tenore trevigiano Francesco Grollo e intonato da tutti i presenti nell’Auditorium con la massima partecipazione.
A seguire hanno preso la parola per un indirizzo di saluto il padrone di casa Ottavio Zirilli, Responsabile dell’area Ricerche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi, il presidente dell’Associazione ANCRI Tommaso Bove e il Prefetto di Pisa Angela Pagliuca.
Sono stati saluti-interventi istituzionali ricchi di significato molto apprezzati dalle centinaia di persone presenti in sala che si sono strette intorno ai valori e ai simboli richiamati nella nostra Carta Costituzionale.
Una standing ovation per lo spettacolo originale e istituzionale dello storico del risorgimento Michele D’Andrea che ha incantato tutti.
Sul palco dell’Auditorium Area della Ricerca del CNR di Pisa è andata in scena una “lezione” di storia distante anni luce dal taglio didattico o accademico: si è trattato di una “chiacchierata briosa” sull’inno nazionale attraverso le vicende, la musica, i fatti, i personaggi, le curiosità e gli aneddoti che si nascondono dietro la cortina della storia ufficiale.
Non sono mancati i richiami ad altri canti dell’indipendenza italiana e i confronti con gli inni degli altri Paesi, ricchi di retroscena gustosi e sorprendenti.
Storico di formazione, Michele D’Andrea ha un passato nella dirigenza del Quirinale e si occupa di onorificenze, di musica del Risorgimento e di araldica militare. Suoi sono, fra gli altri, lo stendardo presidenziale e gli attuali stemmi dell’Esercito, della Marina e dei Carabinieri.
A seguire è intervenuto Paolo Carrozza, professore ordinario di diritto costituzionale alla Scuola Superiore Sant’Anna, autore di opere monografiche e di numerosi saggi in tema di diritto costituzionale, che ha trattato dei valori fondamentali che emergono dal complesso della Costituzione e che dovrebbero essere quelli cui si ispira tutta la vita politica, economica, sociale del Paese.
Nel chiudere i lavori Francesco Tagliente, già prefetto di Pisa, ha presentato alle personalità pisane presenti in sala la figura del presidente dell’Associazione ANCRI, una persona caratterizzata da una forte vocazione sociale ed istituzionale, che ha saputo imprimere all’ANCRI un ruolo centrale nella promozione di iniziative per tenere alti i valori e i simboli della Repubblica. Tagliente ha poi fatto un cenno al progetto “Decoro delle Bandiere” voluto dall’ ANCRI, finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica.
Concludendo il suo intervento e i lavori della giornata Tagliente ha sottolineato che “l’iniziativa dell’ANCRI vuole rappresentare un contributo per a far conoscere l’importanza dei valori e in particolare del cittadino come persona e come individuo portatore di diritti e di doveri.
Parlo del valore della legalità, della libertà, della dignità della persona, della dignità sociale, della democrazia, della solidarietà, dell’eguaglianza. Parlo della esigenza di rivolgere attenzione ai diritti delle persone che versano in una condizione di fragilità, come gli anziani, i disabili, i bambini, le donne che si vengono a trovare in un momento di debolezza per aver subito una violenza o un trauma”.
All’iniziativa hanno partecipato oltre 300 ospiti d’eccezione, delle istituzioni e della società civile. Presenti oltre al Prefetto Angela Pagliuca, il Questore Paolo Rossi, i comandanti provinciali dei Carabinieri Col. Nicola Bellafante, della Guardia di Finanza Col. Giancarlo Franzese e dei Vigili del Fuoco ing. Ugo D’Anna.
Presente anche Antonio Cerrai, presidente provinciale della Croce Rossa di Pisa che ha patrocinato l’evento, definito da Tagliente suo punto di riferimento negli anni in cui ha svolto il ruolo di rappresentante di Governo nella Città della Torre



Putin eletto per la quarta volta: trionfa con oltre il 75%

In Russia Vladimir Putin ha stravinto: quando i seggi scrutinati sono ben oltre la metà, infatti, lo zar gode di più del 75% delle preferenze – e tutti gli altri sfidanti arrancano nella polvere, con percentuali a singola cifra. A salvarsi è solo il comunista ‘col Rolex’ Pavel Grudinin, l’unico in grado di superare la soglia del 10%. “Vi ringrazio: il successo è il nostro destino”, ha detto Putin parlando alla folla riunita al Maneggio, a due passi dalla Piazza Rossa, nella gelida notte moscovita.

Il risultato, per quanto cercato con attenzione dagli specialisti del Cremlino, senz’altro è stato influenzato dallo scontro con Londra sul caso dell’ex agente dell’intelligence di Mosca Serghei Skripal. Il portavoce della campagna elettorale di Putin, Andrei Kondrashov, non s’è tenuto e ha ringraziato pubblicamente il premier britannico Theresa May per aver fatto impennare l’affluenza. “Ancora una volta la Gran Bretagna non ha capito la mentalità della Russia: se ci accusano di qualcosa in modo infondato, il popolo russo si unisce al centro della forza e il centro della forza oggi è senz’altro Putin”.

Il ‘presidentissimo’, parlando al suo comitato elettorale, per la prima volta è intervenuto sulla questione e ha definito “una sciocchezza” ritenere la Russia colpevole della morte di Skripal a pochi giorni dalle elezioni e prima della coppa del mondo.

Ancora incerto il dato dell’affluenza che potrebbe essere inferiore all’obiettivo del 70%. Secondo le stime del centro demoscopico statale Vtsiom, infatti, potrebbe anche fermarsi al 63,7%. Ma questo si saprà solo più tardi, quando verranno pubblicati i dati ufficiali.

 




Napoli, agguato mortale del branco con morte della guardia giurata. Il padre di uno degli assassini: “Volevano fare uno scherzo”

È il 3 di marzo di quest’anno, sono circa le tre del mattino. Franco Della Corte, 51 anni, guardia giurata, sta chiudendo il cancello d’accesso della metropolitana di Piscinola, Napoli. Viene aggredito e brutalmente pestato sul capo da tre ragazzini che lo aspettavano per rapinarlo della pistola, da rivendere poi a qualche malavitoso per 5/600 euro, commettendo un ulteriore crimine. Le loro armi sono gambe di un tavolo trovato nei pressi, divelte dalla loro sede. Il Della Corte, padre di famiglia, guardia giurata da sedici anni, riesce a difendere l’oggetto della tentata rapina, subendo una dura punizione da parte dei tre, che, pare, avessero anche ‘fumato’ qualcosa. Il branco fugge, senza aver potuto portare a termine l’azione, ripreso dalle telecamere di sorveglianza, immagini fondamentali per l’identificazione e l’arresto dei tre minorenni, due di 16 e uno di 17 anni.

Della Corte muore in ospedale dopo due settimane di agonia, nonostante le cure mediche

Evidentemente la bastonate sono state inflitte con ferocia e crudeltà, e non soltanto per stordirlo, ma anche per causargli un danno maggiore, senza badare che la ripetitività e la violenza dei colpi avrebbero potuto ucciderlo, con sommo sprezzo della vita di un uomo. Non è retorica dire che il mestiere di guardia giurata è uno dei più rischiosi e meno redditizi, e anche molto disagevole. Se infatti i malviventi si fanno scrupolo – oggi molto meno – di uccidere o aggredire un rappresentante ufficiale delle Forze dell’Ordine, non altrettanto avviene per questi ‘vigilantes’, che vengono a volte attirati in luoghi isolati con false segnalazioni e minacciati pesantemente. I tre ragazzi provengono da Scampia, un quartiere a rischio, soggetto più volte di indagini giornalistiche, blitz delle FdO, e notoriamente centrale di spaccio. A Scampia c’è il buono e il cattivo. Persone costrette a vivere fianco a fianco con delinquenti di varia natura, e pregiudicati che usano quegli anfratti, quegli androni, quelle scale, per meglio nascondere le loro attività illecite. Evidentemente siamo qui capitati in questa seconda categoria. Intervistato dal TG della Rai, il padre di uno dei ragazzi – indossando una maglietta nera con una grossa scritta NARCOS sul petto, – ha detto che, naturalmente, suo figlio non c’entra, e che nessuno, riferito dal ragazzo, si era fermato per interrompere l’aggressione. Ci chiediamo prima di tutto quanti testimoni possa avere avuto l’episodio criminoso, alle tre del mattino, a metropolitana chiusa. Fosse stato in buona fede, il ragazzo, avrebbe potuto cercare lui di far qualcosa. “Era uno scherzo” ha detto il padre, con un mezzo sorriso sul volto. Superfluo da parte nostra dire che gli scherzi così assomigliano tanto a degli omicidi premeditati. Superfluo da parte nostra chiedere a questo genitore perché suo figlio a quell’ora non era nel suo letto, essendo evidente che il minorenne era uscito di casa la sera prima, con i suoi compagni: “Un branco di lupi”, come ha detto il questore di Napoli Antonio De Jesu, “che attendevano l’agnello.” L’associazione per delinquere – tre persone – è evidente. Come è anche da investigare cosa abbiano combinato questi tre sbandati dall’ora in cui sono apparsi sulle strade della città fino all’omicidio.

Oggi gli episodi di bullismo sono all’ordine del giorno, codificati e il più delle volte tollerati

Qui si va oltre. Aspettare una persona armati di gambe di tavolo, divelte per l’occasione, – ricordiamo che siamo nell’ambito di ‘armi improprie’, ma sempre armi – non è più bullismo, né ‘uno scherzo’, come ha sentenziato sorridendo il padre di uno dei tre. Un albero nuovo, quando viene messo a dimora, ha bisogno di un bastoncello che lo guidi nella crescita, per non farlo venire su storto. È chiaro ed evidente che i colpevoli della morte di Franco Della Corte, onesto lavoratore e padre di famiglia, unico sostegno economico dei suoi, non sono solo i tre disgraziati, ma anche, e soprattutto, quelli che solo per stirpe si fanno chiamare ‘genitori’, i quali hanno clamorosamente fallito il loro compito, e andrebbero ingabbiati con i figli; tanto perché anche loro imparino qualcosa: come si sta a l mondo, per esempio, e che uccidere un uomo a bastonate alle sei del mattino non è ‘uno scherzo’ finito male. La violenza dei colpi e il loro numero, oltre che il peso dei bastoni adoperati ne fanno fede.

Addirittura sui social sono apparsi post di incoraggiamento e solidarietà per i tre assassini

Questo è un malcostume che una società civile non deve più tollerare. Tutti ci aspettiamo, visti i precedenti, che qualche magistrato – magari di sinistra, e magari con poca esperienza – riesca a far ridurre la pena ai tre ragazzi del branco, e che se la cavino con un buffetto sulla guancia: in questo caso rimetteremmo in circuito tre banditi in erba, ma già sulla buona strada per crimini maggiori. Al contrario, ci auguriamo che finalmente questa società che si va sempre più sfaldando e imbarbarendo, e per la quale non esistono più canoni etici e morali, sappia avere un moto di orgoglio, dando chiaro e forte un segnale a tutti coloro che la vorrebbero in pieno caos, senza più regole. Ci viene in mente il famoso ‘Far West’ tanto sbandierato da chi non vorrebbe che i cittadini si potessero legittimamente difendere a casa propria, privandoli delle armi. In questo caso non sarebbero gli onesti a creare il Far West – come sta accadendo – ma i delinquenti. Pare che uno dei ragazzi, per nulla pentito, abbia chiesto se in galera ci sia la doccia. Questo ci da’ una dimensione del compito che gli educatori debbono assolvere, di riffa o di raffa. Ma prima di tutto bisogna insegnare ad un uomo che indegnamente si fregia del titolo di ‘padre’, che uccidere un uomo non è ‘uno scherzo’, anche se, secondo qualcuno, ‘finito male’. L’augurio di noi tutti, di tutte le persone oneste, e soprattutto dei due figli rimasti senza padre, è che i tre del branco vengano incriminati e condannati per il reato realmente commesso, cioè omicidio premeditato aggravato da crudeltà, e tentata rapina, in concorso, quindi con l’aggravante dell’associazione per delinquere. Nulla rileva che siano minorenni: hanno commesso un crimine ‘da grandi’, e come tali vanno giudicati, aldilà di un ipotetico ‘recupero’. Tollerare ancora questi atti criminosi, nascondendosi dietro alla giovane età dei delinquenti, non farà altro che incoraggiare altri nel commettere delitti: e questo non è di una società che si dichiara democratica e civile. Ministro Orlando, dove sei?




Anguillara, paralisi M5S: Pizzigallo, “l’assessore ondivago” e la trasparenza

ANGUILLARA (RM) – Ad Anguillara Sabazia permane l’alone di mistero riguardo le motivazioni che hanno portato l’ormai ex assessore all’urbanistica Andrea Piccioni a dimettersi dalla giunta guidata dal sindaco Sabrina Anselmo, insediatasi sotto l’effige del Movimento 5 Stelle alle trascorse amministrative del 2016.

Un’amministrazione comunale che oggi non compare più tra i Comuni a 5 stelle

Stando ai dati riportati dal sito del Movimento dove vengono indicati gli Enti a guida grillina e che, anche per questo caso, non sono ancora arrivati chiarimenti ufficiali da parte dei vertici pentastellati e che per quanto riguarda la “sparizione” del Comune di Anguillara dal sito M5s probabilmente deve essere partito un ordine dall’alto dopo che lo scorso luglio 2017 erano state recapitate in Comune delle buste contenenti una sentenza di condanna, pena poi condonata, riferita alla sindaca grillina. E’ risultato, nella sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Civitavecchia Giovanni Giorgianni depositata a dicembre del 2008, che Sabrina Anselmo è stata condannata a un anno di reclusione, pena patteggiata e dichiarata estinta per indulto, per aver denunciato “falsamente” lo smarrimento di tre assegni incolpando del reato di ricettazione tre persone sapendole innocenti.

Luigi Di Maio a Il Messaggero: “Abbiamo aperto un procedimento disciplinare in tempi record, e presto arriverà l’esito”

Queste le parole attribuite a Luigi Di Maio nell’articolo pubblicato da Il Messaggero il 21 luglio del 2017 e che lasciavano trapelare quanto poi accaduto: l’epurazione di una intera amministrazione dal sito M5s. Ma oltre questo, ad oggi non è seguita nessuna comunicazione ufficiale a conferma o smentita dell’epurazione di massa.

Questa situazione di pendenza crea una situazione paradossale:

La sindaca ha sbagliato ma a rimetterci di fronte l’elettorato è tutta la giunta perché si fa di tutta l’erba un fascio. Dunque ci si chiede: dov’è la procedura d’espulsione da parte del M5S? Perché il Consiglio comunale non prende una posizione chiara e netta? Un’amministrazione comunale che per voce di Silvia Silvestri, presidente del Consiglio ad Anguillara, è ancora a tutti gli effetti M5s e che si tratterebbe quindi di un “falso scoop giornalistico”. Asserzione, questa che non trova riscontro stando a quanto riportato sul sito ufficiale del Movimento.

 

 

Onestà, legalità e trasparenza

Due questioni, quelle delle dimissioni di Andrea Piccioni e della mancata presenza del Comune di Anguillara nel sito dei Comuni a 5 Stelle per le quali non sono state date spiegazioni ufficiali e che stanno creando non pochi malcontenti nei residenti che avevano riposto la propria fiducia nei valori espressi dal Movimento: onestà, legalità e trasparenza. Così come le dimissioni dell’ex assessore all’Urbanistica Andrea Piccioni sono state liquidate con una lettera riservata e personale indirizzata alla sindaca Anselmo e per le quali sono risultate inutili le richieste di spiegazioni avanzate durante il Consiglio comunale del 16 febbraio 2018 dal Consigliere di opposizione Antonio Pizzigallo. “Siamo arrivati a un punto in cui si rende necessario che l’amministrazione fornisca delle spiegazioni” Ha detto Pizzigallo durante il suo intervento in Consiglio comunale. “Aldilà della lettera riservata personale – ha proseguito il Consigliere – sulla quale non possiamo e non vogliamo entrare nel merito è evidente che ci deve essere una comunicazione ufficiale protocollata con la quale l’assessore dimissionario comunica la volontà di dimettersi”. Motivazioni che Pizzigallo ha evidenziato debbano essere messe a disposizione dei consiglieri e dell’intera cittadinanza. Una questione che non può essere certamente liquidata con una lettera riservata e personale in quanto si tratta di dimissioni importanti che meritano una discussione e una spiegazione. Pizzigallo ha infatti ricordato che durante la campagna elettorale e nel programma presentato dal Movimento 5 Stelle di Anguillara era riportato tra i termini di legalità e trasparenza anche una anticipazione della composizione della Giunta che poi non è stata rispettata. “E’ bastato un giorno per cambiare la giunta che era stata pubblicizzata” Ha evidenziato il Consigliere di opposizione puntando il dito su una serie di atti amministrativi dei quali non si hanno spiegazioni delle cause che hanno portato alla situazione odierna. “L’assessore Piccioni rappresentava comunque un punto di riferimento anche per l’opposizione e per la cittadinanza”. Ha aggiunto Pizzigallo definendo l’ex assessore come “ondivago” e accolto tra le braccia pentastellate al quale era stato affidato un importante assessorato come quello all’Urbanistica. “Non vorrei che adesso lo sport preferito dai Cinque Stelle diventi quello dell’inganno dei cittadini anziché quello dell’onestà della legalità della trasparenza perchè di trasparenza in questo non c’è nulla”. Il fatto è che il MoVimento Cinque Stelle è il primo partito d’Italia e ha come prassi quella di epurare le mele marce.

Si aspetta dunque una presa di posizione chiara e trasparente anche per non deludere tutti quei cittadini che credono ai valori del moVimento. In primis dovrebbero prendere posizione quegli amministratori onesti che si ritrovano un grosso problema dentro casa. Onestà e trasparenza.

CONSIGLIO COMUNALE DEL 16/02/2018 IL CONSIGLIERE ANTONIO PIZZIGALLO CHIEDE CHIARIMENTI SU DIMISSIONI ASSESSORE ANDREA PICCIONI