Rocca di Papa: c’è aria di dimissioni. Non passa il bilancio e spuntano altre dichiarazioni shock

ROCCA DI PAPA (RM) – Consiglio Comunale critico a Rocca di Papa dove il sindaco Emanuele Crestini sembra in bilico. Ieri non è passato il bilancio e ci sono delle dichiarazioni del consigliere Lorenzo Romei che sembrano ricalcare quella della ex vicesindaco Veronica Giannone: anche lui avrebbe subito minacce e pressioni

Intanto in tarda serata sono arrivate le dichiarazioni del sindaco Emanuele Crestini che fa una sorta di appello alla “ragionevolezza” per il bene di Rocca di Papa. Ecco la nota del primo cittadino:

Una minoranza divisa e contrapposta fino a pochi giorni fa si è oggi raggrumata, in Consiglio Comunale, con un unico scopo: far cadere l’Amministrazione Comunale.

Il Consiglio di oggi era particolarmente importante. All’ordine del giorno c’era il bilancio, atto fondamentale per la vita amministrativa dell’ente comunale. E proprio questa occasione ha fatto unire la minoranza. Una compagine che ha fatto del basso tatticismo la sua bandiera, scegliendo di essere cieca rispetto ai risultati positivi già conseguiti dall’Amministrazione, così come ai progetti – già finanziati – che nei prossimi mesi e anni si realizzeranno a Rocca di Papa.

Dalle precedenti amministrazioni abbiamo ereditato un debito di 9.200.000 euro, un grave fardello che pesa quotidianamente sulle scelte che il Comune è chiamato a fare. Per questo abbiamo scelto di partire da qui, dalla riduzione del debito. A oggi, in soli 18 mesi, siamo riusciti ad abbassarlo di oltre 1.200.000 euro.

In questo periodo, siamo riusciti a ottenere quasi 3 milioni di euro di finanziamenti – a fondo perduto – un importo considerevole che sarà investito in numerosi progetti per garantire migliori servizi ai cittadini: rifacimento di strade, iniziative per il compostaggio domestico, sicurezza stradale…

Tutto questo senza chiedere prestiti, come si faceva prima. Ricordo, infatti, che Boccia firmò una richiesta di 9 milioni di euro, e non per investimenti sul paese, bensì per coprire la spese correnti, aumentando in questo modo i debiti dei cittadini, che dovranno pagare per i prossimi 30 anni.

Stiamo lavorando con impegno per la rinascita di Rocca di Papa, per una stabilità finanziaria, per un maggiore sostegno alle fasce più deboli della popolazione, per un rilancio dell’economia del paese.

Per questo motivo, tutti si devono assumere le proprie responsabilità. Soprattutto i consiglieri che vogliono bocciare le delibere propedeutiche al bilancio solamente per miope avventurismo e tornaconto personale immediato. Coloro che votano contro un bilancio solido, come dichiarato formalmente dai Revisori dei Conti, che ha espresso parere favorevole senza alcuna riserva. Questi consiglieri si devono prendere la responsabilità, davanti a tutti i cittadini, di farsi autori della distruzione di quanto fatto di buono in questi mesi e di quanto prospettato nell’immediato futuro. Questi consiglieri rischiano di riconsegnare il destino del nostro paese nelle mani di coloro che l’hanno affossato.

Mi sento in dovere di richiamare alla ragionevolezza i singoli consiglieri. Se si ha a cuore veramente il bene di Rocca di Papa, si lavora tutti insieme per il buon funzionamento del nostro Comune, che deve essere sempre anteposto agli interessi particolaristici

 




Governo, Di Maio vuole contrattualizzare la Lega o il Pd

Si apre la fase cruciale delle consultazioni Siamo entrati nella fase cruciale della formazione del nuovo governo. Di Maio e Salvini al centro della scena tessono alleanze, vagliano possibili accordi. Trapelano indiscrezioni sul fatto che Di Maio avrebbe lanciato l’ipotesi di un contratto da sottoscrivere con la Lega o con il PD, con la tassativa esclusione di Forza Italia.

Il contratto ipotizzato da Di Maio è il modello sottoscritto in Germania da SPD e CDU in cui vengono individuati i punti del programma che l’esecutivo dovrà attuare. Immediate le reazioni: Andrea Marcucci, capogruppo del PD a Palazzo Madama ha respinto la proposta al mittente definendola “irricevibile”.

Marcucci ha aggiunto “ Non siamo disponibili a alcun accordo di governo che preveda Salvini o Di Maio premier”. Maria Stella Gelmini, capogruppo di FI alla Camera ha precisato che è Forza Italia a non essere disponibile a accordi con chi dimostra di non aver compreso il ruolo che gli elettori hanno attribuito a Berlusconi che in questi anni è stato votato da milioni di cittadini.

Salvini fa sapere che non condivide l’apertura di Di Maio al PD, bocciato inesorabilmente dagli elettori:”A differenza dei 5Stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo col Pd bocciato dagli italiani. La coalizione che ha preso più voti è quella di centrodestra e da questa si riparte, dialogando anche con i 5Stelle ma senza subire veti o imposizioni”.

Resta l’incognita della personalità politica alla quale il Presidente della Repubblica darà l’incarico. L’Italia ha davvero necessità di un governo che possa prendersi cura delle numerose, pressanti esigenze che richiedono da tempo soluzioni adeguate. E questa volta di un governo che si formi nel rispetto della volontà manifestata dagli elettori.

Susanna Donatella Campione




Parigi, allarme terrorismo: aeroporto blindato

PARIGI – Paura attentato all’aeroporto di Parigi dove verso le 19.35 è scattato l’allarme per un bagaglio sospetto lasciato incustodito. La gendarmerie ha immediatamente chiuso l’intera zona imbarchi e i check in. Sul posto presenti anche i militari. E gli artificieri hanno provveduto a portare via la borsa. I negozi stanno ora riaprendo, anche se gli imbarchi restano per il momento sospesi.

Gianpaolo Plini




Dj Fabo: il Governo difende il divieto di aiuto al suicidio e si costituisce davanti la Corte Costituzionale

Il Governo si è costituito davanti alla Corte costituzionale nel procedimento sollevato dalla Corte di Assise di Milano nell’ambito del processo a Marco Cappato per la morte di Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo. Lo ha reso noto il vice presidente dell’associazione Luca Coscioni Filomena Gallo. I giudici lo scorso febbraio, al termine del processo a Cappato, avevano deciso di trasmettere gli atti alla Consulta per valutare la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio contestato all’esponente dei Radicali.

“Prendo atto della decisione del Governo Gentiloni di costituirsi” davanti alla Consulta, “in difesa della costituzionalità” del reato di aiuto al suicidio. Al contrario “noi sosterremo l’incostituzionalità di un reato del 1930”. Lo ha fatto sapere in una nota l’avv. Filomena Gallo, vice presidente dell’Associazione Luca Coscioni, a proposito del procedimento incardinato alla Corte Costituzionale in seguito alla decisione con cui lo scorso febbraio la Corte d’Assise di Milano, al termine del processo di primo grado a Marco Cappato, finito imputato per il caso di Dj Fabo, ha eccepito l’incostituzionalità della norma e ha trasmesso gli atti ai giudici costituzionali. “La scelta del Governo è, oltre che del tutto legittima, anche pienamente politica – ha aggiunto l’avv.
Gallo – visto che l’Esecutivo avrebbe potuto altrettanto legittimamente agire in senso opposto e raccogliere l’appello lanciato da giuristi come Paolo Veronesi, Emilio Dolcini, Nerina Boschiero, Ernesto Bettinelli e sottoscritto da 15.000 cittadini, che chiedevano al Governo italiano di non intervenire a difesa della costituzionalità di quel reato”. Invece il Governo ha dato mandato all’ Avvocatura di Stato di costituirsi in tale procedimento.




Blitz dei gendarmi a Bardonecchia: la Francia sospende i controlli alla frontiera

FRANCIA – La Francia ha sospeso i controlli alla frontiera di Bardonecchia in attesa che si faccia chiarezza sull’incidente della sera del 30 marzo, quando un gruppo di agenti delle Dogane hanno fatto irruzione in un locale in uso a una Ong per sottoporre un nigeriano a un prelievo di urine. “I doganieri non hanno fatto nulla di illegale” assicura il ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, il quale però aggiunge di aver chiesto di “sospendere il funzionamento” dell’accordo transnazionale fra i due Paesi in vista “di una mia visita al governo di Roma”.

“L’Italia – ha poi sottolineato – è una nazione sorella”. A Torino la procura ha aperto un’inchiesta con delle ipotesi di reato che sembrano indicare una direzione ben precisa: abuso in atti di ufficio, concorso in violenza privata, concorso in violazione di domicilio.

Il procedimento per ora è a carico di ignoti perché gli agenti francesi non sono stati identificati. Si valuterà anche l’eventuale sussistenza della “perquisizione illegale”. Il procuratore capo Armando Spataro, il magistrato del caso Abu Omar, ha preso l’iniziativa dopo una primo rapporto del Commissariato di Bardonecchia della Polizia di Stato, cui seguirà in tempi rapidi una dettagliata informativa della Questura torinese.

Nel frattempo ha già ordinato di acquisire documenti e di ascoltare i testimoni. L’Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione) ribadisce che con l’azione delle Dogane “sono state palesemente violate” le procedure e i limiti specifici fissati per gli interventi francesi in territorio italiano. Le norme di riferimento – spiegano i giuristi – sono l’accordo di Chambery del 1997, il trattato di Prum del 2005 (ratificato dall’Italia nel 2009) e l’accordo italo-francese del 2012 (esecutivo dal 2015) sulla cooperazione bilaterale per l’esecuzione di operazioni congiunte di polizia. Secondo l’associazione, inoltre, il prelievo delle urine sul migrante è stato eseguito violando il codice di procedura italiano.

Sul caso è intervenuto il senatore Maurizio Gasparri (Fi). “Alla Francia – dice – facciamo tutte le rimostranze dovute. Ma poi ripristiniamo legge e ordine in casa nostra: Bardonecchia è un punto di transito per i clandestini e, di fatto, Ong e altre realtà supportano questo transito illegale”.




Bardonecchia, blitz dei gendarmi francesi in un centro migranti: scoppia un caso diplomatico

Diventa un caso diplomatico il blitz dei gendarmi francesi in un centro di migranti a Bardonecchia. Attaccano l’Ong Rainbow4Africa che ha denunciato quanto avvenuto (‘Grave ingerenza’),  FdI (‘Non siamo la toilette di macron’), il sindaco (‘Non si permettano più’), Enrico Letta (‘ennesimo errore su questione migranti’). Interviene la Farnesina: “Abbiamo chiesto spiegazioni al governo francese e all’ Ambasciata di Francia a Roma, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione”. Il ministero degli Esteri convoca, quindi, l’ambasciatore francese a Roma.

Scende in campo anche il leader della Lega, Matteo Salvini, secondo il quale i diplomatici francesi devono essere cacciati.

COME SONO ANDATI I FATTI – Sono piombati armati nella sala della stazione di Bardonecchia, al confine tra Italia e Francia, dove opera Rainbow4Africa. E, di fronte allo stupore di medici e volontari, hanno costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine. E’ un vero e proprio sconfinamento quello compiuto la scorsa sera da cinque agenti delle dogane francesi. A denunciarlo l’associazione che assiste i profughi che sempre più numerosi scelgono le Alpi per tentare di oltrepassare la frontiera.

Una “grave ingerenza nell’operato delle Ong e delle istituzioni italiane”, si legge in una nota diffusa a tarda sera, con cui Rainbow4Africa ricorda che “un presidio sanitario è un luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra”. Da alcuni mesi Bardonecchia, località sciistica della Valle di Susa, si trova al centro della rotta dei migranti che, abbandonata la via di Ventimiglia, tentano di raggiungere la Francia nonostante la neve e il gelo. E nonostante la rigidità delle autorità francesi.

E’ dei giorni scorsi la notizia della guida alpina francese indagata per avere aiutato una migrante incinta. A denunciare l’episodio sempre Rainbow4Africa, la stessa associazione che nelle scorse settimane ha assistito un’altra donna incinta e malata, respinta al confine, morta dopo un parto miracolo all’ospedale Sant’Anna di Torino.

Dallo scorso dicembre sono un migliaio i profughi, per lo più nordafricani, che hanno trovato assistenza nelle stanze della stazione di Bardonecchia dove è avvenuta l’irruzione. Gli agenti della dogana francese accompagnavano un migrante, come altre volte in passato. Solo che anziché scaricarlo davanti alla stazione, sono entrati nei locali della Ong, costringendo il profugo al test delle urine e intimidendo un medico, i mediatori culturali e i volontari dell’Asgi, l’associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione. Ad allontanare gli agenti transalpini ci ha pensato il personale del Commissariato, avvisato dalla stessa Ong di quanto stava accadendo. L’episodio rischia ora di diventare un caso diplomatico. Rainbow4Africa ricorda infatti di agire “secondo principi inviolabili di indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità.

L’azione degli agenti della Dogana Francese viola tali principi”, insiste l’associazione, secondo cui “il comportamento adottato nei confronti dell’ospite nigeriano appare irrispettoso dei diritti umani”. “Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni – commenta Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa – Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti”. “Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l’Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità umana, intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione – aggiunge l’avvocato Lorenzo Trucco, presidente di Asgi -.Si valuterà pertanto ogni possibile azione per contrastare simili comportamenti”.

Scoppia la polemica: “Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Siamo un Paese sovrano non una provincia della Francia. I campioni delle urine li prendano nei bagni francesi o ne segnalino la necessità alle nostre Forze dell’Ordine”, afferma Augusta Montaruli, deputata di Fdi. “Già scaricano sul nostro Paese tutto il peso dell’immigrazione e dell’emergenza profughi ora non vengano a far valere i loro distintivi a casa nostra – aggiunge la parlamentare -. Si tratta di una mancanza di rispetto inaudita verso l’Italia ed un precedente inammissibile. Siamo contrari a questa gestione del problema profughi da parte di un’Europa lavativa e sappiamo peraltro che dietro le richieste di asilo troppe volte c’è il tentativo di eludere la normativa sull’immigrazione clandestina ma dopo il danno di essere lasciati soli non assisteremo pure alla beffa di essere usati come la loro toilette”.

All’attacco anche il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato: “Non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più”.  “Quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori – aggiunge il sindaco – i volontari di Raimbow4Africa, come altre realtà, collaborano con il progetto. L’accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. E’ uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza”.




Incidente mortale con il pilota automatico: un’era di sangue sulle strade?

Ecco cosa succede con le macchine che hanno il pilota automatico. Le probabilità di avere un incidente mortale aumentano perché la verità che emerge è che questi sistemi non possono sostituire completamente i conducenti umani. L’autista di 38 anni che era alla guida di quest’auto è morto. Il terribile incidente è avvenuto in California. La notizia è riportata dal giornale Reuters che pubblica una approfondita inchiesta sul tema. Tesla electric suv Inc ha fatto sapere venerdì che un modello Tesla X, su cui è stato attivato il suo sistema di pilota automatico, è rimasto coinvolto in un incidente fatale in California la scorsa settimana , sollevando nuove domande sul sistema semi-autonomo che gestisce alcune attività di guida.

Tesla ha anche detto che i registri del veicolo dell’incidente non hanno mostrato alcuna azione da parte dell’autista poco prima dello schianto e che lo stesso avrebbe ricevuto degli avvertimenti precedenti di mettere le mani sul volante.

“Il conducente aveva circa cinque secondi e 150 metri di visuale libera del divisore di cemento con l’attenuatore schiacciato, ma i registri del veicolo mostrano che non è stata intrapresa alcuna azione”, ha detto Tesla. La dichiarazione non ha chiarito però perché il sistema dell’Autopilota non ha rilevato il divisore concreto.

Lo scontro fatale e il fuoco dei veicoli del Tesla vicino a Mountain View, in California, hanno coinvolto altre due auto e il traffico in ritardo per ore. L’autista di Tesla, 38 anni, è morto in un vicino ospedale poco dopo l’incidente.

L’Amministrazione nazionale per la sicurezza del traffico autostradale ha avviato un’indagine sullo schianto all’inizio di questa settimana. Anche il National Transportation Safety Board sta indagando sull’incidente mortale.

L’autopilota consente ai conducenti di togliere le mani dal volante per periodi prolungati e in determinate condizioni. Tesla richiede che gli utenti acconsentano a tenere le mani sul volante “sempre” prima che possano usare il pilota automatico, ma gli utenti solitamente dicono che possono usare il sistema per guidare a mani libere.

L’NTSB ha incolpato Tesla in un precedente incidente fatale con il pilota automatico. A settembre, il presidente dell’NTSB, Robert Sumwalt, ha dichiarato che i limiti operativi del Tesla Model S hanno svolto un ruolo chiave in un incidente del maggio 2016 che ha ucciso un autista utilizzando il pilota automatico.

Quella morte – la prima fatalità in un veicolo Tesla che funziona in modalità Pilota automatico – ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei sistemi che possono eseguire compiti di guida per lunghi tratti con un intervento umano minimo o nullo, ma che non possono sostituire completamente i conducenti umani.

L’NTSB ha dichiarato che Tesla avrebbe potuto adottare ulteriori misure per prevenire l’uso improprio del sistema e ha criticato il conducente per non aver prestato attenzione e per “eccessiva dipendenza dall’automazione dei veicoli”.

A gennaio, la NHTSA e la NTSB hanno avviato indagini su un veicolo Tesla, apparentemente in modalità semi-autonoma, che ha colpito un camion dei pompieri in California. Né l’agenzia né Tesla hanno offerto alcun aggiornamento.

Le indagini governative aumentano il rischio per Tesla e le case automobilistiche in un momento in cui l’industria sta cercando una legislazione federale che faciliti lo spiegamento di auto a guida autonoma.

Lo schianto giunge poco dopo che un veicolo Uber in Arizona in modalità di guida autonoma ha colpito e ucciso un pedone.

Tesla ha detto venerdì che “il pilota automatico non previene tutti gli incidenti – un tale standard sarebbe impossibile – ma li rende molto meno probabili. In modo inequivocabile rende il mondo più sicuro per gli occupanti del veicolo, i pedoni e i ciclisti “.

 

Tesla ha detto che negli Stati Uniti “c’è una mortalità automobilistica ogni 86 milioni di miglia su tutti i veicoli di tutti i produttori. Per Tesla, vi è una fatalità, tra cui incidenti mortali noti, ogni 320 milioni di miglia in veicoli dotati di hardware autopilota. ”

Tesla a settembre 2016 ha presentato miglioramenti al pilota automatico, aggiungendo nuovi limiti alla guida hands-off. Giovedì, Tesla ha detto che stava richiamando 123.000 berline Model S costruite prima di aprile 2016 per sostituire i bulloni nel componente del servosterzo che possono iniziare a corrodersi dopo il contatto a basse temperature con il sale stradale. Al riguardo non sono stati segnalati incidenti o lesioni.




Pavona di Albano Laziale, incendio a capannone industriale: chiesto il monitoraggio ambientale

ALBANO LAZIALE (RM) – L’incendio che si è sviluppato nel primo pomeriggio di ieri all’interno di un capannone industriale di Via Ragusa a Pavona di Albano Laziale, è sotto controllo anche se il capannone stesso è a rischio crollo.  “Grazie al pronto intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, assistiti dalla Polizia Locale di Albano. – Ha dichiarato il consigliere comunale di Albano Laziale con delega ai rifiuti Luca Andreassi – Secondo le prime informazioni che giungono dai proprietari della struttura, il materiale che è bruciato pare non essere soggetto a particolari prescrizioni di pericolosità. Si tratterebbe, infatti, di materiale per giardinaggio e ferramenteria, mentre non sembra essere stata interessata dalle fiamme una zona di stoccaggio di lampade a led. Come amministrazione comunale abbiamo immediatamente richiesto per le vie ufficiali l’intervento di Arpa Lazio per un sollecito intervento di monitoraggio ambientale, sul posto è giunta la Asl RM6 per le verifiche del caso”.

Movimento Ecologista – Ecoitaliasolidale: “Chiediamo di comunicare con la massima trasparenza il grado di inquinamento prodotto dall’incendio”

“Ancora un incendio nell’area pometina, questa volta si è sviluppato nel primo pomeriggio di oggi – ieri Ndr. – a Pavona, nel Comune di Albano. – Così in una nota congiunta Piergiorgio Benvenuti e Fabio Ficosecco, rispettivamente Presidente Nazionale e Responsabile Romano del Movimento Ecologista – Ecoitaliasolidale. – Ad andare a fuoco è stato un capannone dell’azienda di ferramenta GB Trade Srl in via Ragusa, ma la colonna di fumo di intenso colore nero è nettamente visibile dalle abitazioni di Santa Palomba, nel Comune di Pomezia.

L’ultimo incendio si è sviluppato il 4 marzo scorso all’interno dell’impianto Irpp Pomezia Pneumatici di via Trieste, nella zona industriale, ed il fumo tossico emanato dai pneumatici in fiamme si è diffuso su un territorio estremamente vasto. Anche oggi immediati gli interventi dei Vigili del Fuoco e delle forze dell’Ordine , ma chiaramente ricordando gli effetti del devastante incendio che ha interessato lo stabilimento Eco X di Pomezia , per la lentezza dello smaltimento delle 8.413 tonnellate di rifiuti andati a fuoco e la bonifica dello stabilimento, chiediamo, oltre ad accertare le cause dell’evento che risulta l’ennesimo in un’area ristretta, si chiede di procedere alla dovuta bonifica del territorio interessato con la massima celerità senza incorrere nelle solite discussioni burocratiche su competenze fra Comune e Regione”.  “Anche per questo evento – conclude la nota -, senza alcun allarmismo, ma con determinazione chiediamo di comunicare con la massima trasparenza il grado di inquinamento prodotto dall’incendio, le zone interessate, e procedere con interventi immediati e risolutivi, al fine di garantire la salute dei cittadini, dell’ambiente e delle attività economiche della zona”.




Orrore nel Mantovano: marito e moglie impiccati davanti alla figlia di 6 anni

PEGOGNAGA – Marito e moglie sono stati trovati impiccati nella loro abitazione di Pegognaga, nel Mantovano. Per gli investigatori si tratterebbe di un doppio suicidio avvenuto davanti all’unica figlia di sei anni, trovata ieri sera in casa dal nonno in stato di shock e con dei lividi sul collo che potrebbero far sospettare l’intenzione dei genitori di uccidere anche lei. La bimba si trova ora nel reparto di pediatria dell’ospedale Carlo Poma di Mantova.

Il marito, che lavorava in un allevamento bovino, aveva 35 anni e la moglie 27. Ieri l’uomo aveva telefonato in azienda dicendo che non sarebbe andato al lavoro perché doveva accompagnare la moglie dal medico. Non avendo più avuto loro notizie, uno dei nonni della bambina è andato a casa e ha trovato i due corpi, impiccati con un’unica corda al corrimano della scala interna. Le due salme sono alle camere mortuarie dell’ospedale Poma a disposizione del magistrato.




Terrorismo, uomo fermato in Piemonte: smantellata cellula legata all’attentatore di Berlino tra Roma e Latina:

Un cittadino marocchino residente in Italia è stato fermato all’alba in Piemonte dai Carabinieri del Ros e da quelli del Comando provinciale di Cuneo per terrorismo. Al centro delle indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Roma, le “attività criminali” dello straniero, “fortemente indiziato”, sottolineano gli investigatori, di istigazione a delinquere per finalità di terrorismo e di far parte di una associazione terroristica.

Il fermato si chiama Ilyass Hadouz, 19 anni, residente a Fossano, il comune del cuneese dove è stato bloccato dai carabinieri. Secondo gli investigatori il giovane marocchino, attraverso i suoi numerosi account social (facebook, instagram, twitter) avrebbe portato avanti una “intensa propaganda jihadista” inneggiante al martirio, alla ricompensa che Dio concederà ai musulmani impegnati nel jihad, esaltando le gesta, il valore ed il coraggio dei “combattenti in nome di Allah”, di cui sarebbe stato pronto ad emulare le gesta. Hadouzd si sarebbe radicalizzato in casa, attraverso video e frequentando chat integraliste.

Nuova operazione antiterrorismo della Polizia. Gli uomini dell’Ucigos assieme a quelli delle Digos di Roma e Latina hanno arrestato diverse persone riconducibili alla rete di Anis Amri, il tunisino autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, ucciso a Sesto San Giovanni (Milano) il 23 dicembre del 2016.

Sono cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti degli arrestati: i reati ipotizzati sono addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale e associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oltre agli arresti, sono in corso una serie di perquisizioni nelle province di Latina, Roma, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo.




Nemi, rifiuti: quelle gestioni su siti non idonei…

NEMI (RM) – Non esiste un sito idoneo dove realizzare un’isola ecologica e c’è una gestione rifiuti su siti non idonei. Questa è la drammatica condizione in cui versa la cittadina di Nemi immersa nel cuore del Parco dei Castelli Romani. Ancora oggi non è decollata la raccolta differenziata, che viene effettuata solo in alcuni tratti del territorio con un’incidenza del 4% sul totale raccolto.

Nemi è rimasto dunque l’ultimo Comune dell’area dei Castelli Romani in cui deve ancora partire la raccolta virtuosa dei rifiuti

La gestione dei rifiuti è stata effettuata da diversi anni in via della Radiosa a soli 50 metri da un pozzo dell’acqua che fornisce tutta la cittadinanza. Dopo 24 mesi di articoli di denuncia, una vera e propria campagna informativa portata avanti (in solitaria) da questo quotidiano – L’Osservatore d’Italia – anche grazie all’intervento del Garante Idrico del Lazio l’avvocato Paola Perisi, l’area è stata bocciata da Acea, in sede di conferenza di servizi, quale sito non idoneo ad accogliere l’isola ecologica.

Il risultato quindi è che ad oggi non c’è a Nemi un sito idoneo ad accogliere l’isola ecologica

E la gestione è andata di male in peggio. L’area di via della Radiosa, dove i mezzi della società Lazio Ambiente caricavano e scaricavano l’immondizia, è stata sgomberata da tutti i cassonetti tranne uno. Il risultato è quell’unico cassonetto è stracolmo di immondizia e l’ingresso dell’area continua ad essere un ricettacolo di rifiuti anche pericolosi come oli esausti Dulcis in fundo, il problema non è stato eliminato ma si è spostato in un sito a protezione speciale e con numerosi vincoli ambientali tra cui l’idrogeologico: la gestione dei rifiuti adesso avviene su via nemorense in località Fornaccio, primo sito che fu bocciato per l’isola ecologica e che si trova proprio sul costone del lago di Nemi. Qui, sulle pendici, ci sono tutti i cassonetti della spazzatura che sono stati tolti da via della Radiosa. Ora ci sono due siti che non dovrebbero essere destinatari di alcuna gestione di rifiuti o isola ecologica. Perché il Comune di Nemi non si consorzia come avevano promesso gli amministratori in campagna elettorale?

IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO NEL CORSO DELLA PUNTATA DI OFFICINA STAMPA DEL 29/03/2018