Montescaglioso: il sindaco abbraccia il Progetto decoro della Bandiera lanciato dall’Ancri

MONTESCAGLIOSO (MT) – Negli ultimi anni è sempre più frequente notare anche su edifici pubblici la bandiera italiana strappata, lacerata, scolorita o sporca.
Il Sindaco di Montescaglioso Vincenzo Zito, determinato a tenere alti decoro e dignità del Tricolore, ha aderito “Progetto decoro della Bandiera” lanciato dall’Associazione Nazionale insigniti al Merito della Repubblica (ANCRI).
Il Progetto decoro della Bandiera è finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica soprattutto con la concreta azione di individuare gli Enti pubblici che non siano nelle condizioni economiche di poter sostituire il Tricolore esposto qualora versi in degrado.
L’ANCRI è pronta a valutare espresse richieste da parte di organismi pubblici che non sono nelle condizioni di provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere strappate o lacerate. In questo caso, previa delibera del Direttivo Nazionale e compatibilmente con le risorse economiche disponibili, l’ANCRI provvede all’acquisto e alla fornitura del materiale necessario alla messa in decoro, con modalità da concordare con gli interessati.
Aderendo al progetto il sindaco Vincenzo Zito ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori e i Simboli della Repubblica richiamati nella nostra Carta Costituzionale. Il sindaco Zito ha concordato con il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove e con il Prefetto Francesco Tagliente, delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’Associazione e con Antonio Montalbano, segretario della Sezione ANCRI di Matera, di organizzare per venerdì 27 aprile un incontro dibattito tematico sul valore del Tricolore cui seguirà la consegna delle nuove Bandiere italiana ed europea da parte dell’associazione benemeriti della Repubblica (ANCRI).
L’evento avrà inizio alle ore 12.00 presso la Sala del Capitolo dell’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo – Piazza del Popolo, alla presenza della Giunta Municipale, del Prefetto di Matera Antonella Bellomo, del Questore Paolo Sirna e del Comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Samuele Sighinolfi nonché delle scolaresche dell’Istituto Comprensivo Palazzo – Salinari di Montescaglioso. Al termine degli interventi e della formale consegna delle Bandiere al Sindaco, la Giunta, le Autorità seguite dagli invitati e dalle scolaresche si sposteranno presso la Residenza Municipale in via Cosimo Venezia n°1 per procedere alla sostituzione delle Bandiere sull’edificio comunale.
Enrico Pellegrini

 




Scuola, bullismo: serve fermezza!

Chi semina vento raccoglie tempesta. Un vecchio proverbio perfettamente adattabile alla situazione odierna della scuola italiana. Un susseguirsi di casi di bullismo, rivolto sia contro i compagni di classe che contro i professori, che sta gettando fango sull’intera istituzione scolastica. Non si intende certo affermare che determinati episodi nelle scuole italiane siano nuovi.

Ricordiamo perfettamente come anche negli anni settanta, la prevaricazione del più forte sul più debole si manifestava a volte nelle aule, certamente però non esisteva la rilevanza mediatica assunta dalla diffusione sistemica di foto e video che immortalano tali bravate. Oggi più di ieri è facile mostrare il meglio e il peggio di noi, ed è proprio quest’ultima modalità che spesso viene messa in evidenza nelle riprese amatoriali realizzate con gli smartphone. Senza limiti geografici, né di età. Recentemente sono stati evidenziati episodi a Lecce, Venezia, Lucca, Velletri.

Percosse e lesioni ai compagni di classe, o a ragazzi presi a caso da altre classi, alle medie come alle superiori

Insegnanti minacciati (“Ti sciolgo nell’acido” ha detto il ragazzo di Velletri alla sua prof), non c’è più limite al livello di violenza espressa in queste azioni. E davanti a tale tracotanza, la risposta delle istituzioni è sempre traballante. Se il Consiglio di Classe di Lucca, uno dei casi più eclatanti, ha proposto cinque sospensioni che avrebbero comportato la bocciatura, delle quali tre sono confermate dal Consiglio di Istituto, ecco che in tanti hanno iniziato a criticare “tanta durezza”. Tra le affermazioni pronunciate dai vari commentatori di professione si è sentito “Con queste punizioni rischiamo di allontanare questi ragazzi dalle scuole”. Chi si spertica nel voler recuperare tali pecorelle smarrite, si è mai chiesto invece come evitare che siano le vittime di bullismo a decidere di abbandonare gli studi a causa di tale atmosfera? Non prendere provvedimenti adeguati nei confronti dei bulli, non significa essere neutrali, ma schierarsi dalla loro parte contro chi ha subito le loro angherie.

Silvio Rossi




Torino, la sindaca Appendino firma l’atto: Niccolò Pietro è figlio di due mamme

TORINO – Il Comune di Torino ha registrato oggi, nell’anagrafe cittadina, il figlio di due mamme nato nel nostro Paese. Si tratta del primo riconoscimento alla nascita di un bimbo di una coppia omogenitoriale. Dopo aver annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di dare pari diritti anche “forzando la mano”, questa mattina, infatti, la sindaca Chiara Appendino ha firmato l’atto che riconosce Niccolò Pietro come figlio di Chiara Foglietta, vicecapogruppo del Pd in consiglio comunale, e della compagna Micaela Ghisleni, bioeticista.

Toccante il post e la foto pubblicato da Chiara Forglietta su Facebook: “Niccolò Pietro Foglietta Ghisleni. Oggi non si è solo scritto un atto. Un nome su un foglio. Si è scritta una pagina importante della nostra Storia. Niccolò ora è ufficialmente registrato ed è figlio mio e di Micaela anche per lo Stato italiano. Abbiamo aperto una strada importante per tutte le coppie che si trovano nella nostra stessa situazione, abbiamo dato coraggio a quelle donne che non hanno più intenzione di dichiarare il falso. Molti i grazie che dobbiamo esprimere. Perché siete stati tantissimi a scriverci, a dedicarci qualche parola o gesto di affetto, a infonderci coraggio.
Ma se siamo qui oggi lo dobbiamo a chi ci ha creduto fin da subito, il nostro avvocato Alexander Schuster, al Coordinamento Torino Pride – e nello specifico ad Alessandro Battaglia che è stato fondamentale e da anni si impegna per tutte e tutti noi senza sosta, alla Sindaca Chiara Appendino, che ha avuto coraggio e ci ha messo la faccia, e alla giunta.
Torino, non senza fatica, si dimostra ancora una volta all’altezza della sua storia. Che sia di esempio a tante altre città e altri Sindaci in Italia.
E poi si riempia il vuoto legislativo quanto prima. Un grazie alla mia famiglia e ai miei amici. Un grazie particolare a Roberta Bertero che a mani nude ha smosso montagne insieme a noi. Oggi piangiamo di gioia per la seconda volta da quando sei venuto al mondo. Benvenuto Niccolò”.




Governo, Fico prossimo designato per mandato esplorativo

Partiti in attesa delle mosse del Capo dello Stato che, dopo due giorni di riflessione, dovrebbe sciogliere la riserva e, molto probabilmente, conferire un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico. “Sto facendo di tutto per dare un futuro all’Italia”, garantisce Matteo Salvini. Intanto M5S e Lega confermano la vicinanza anche su temi di merito.

Ma di traverso all’intesa resta Silvio Berlusconi che continua a tacciare come “immaturi e arroganti” gli esponenti Cinque Stelle, ribadendo di fidarsi di Salvini. Sulla carta resta – dunque – lo stallo anche se oggi il calendario della crisi prevede una nuova tappa. Il Presidente della Camera, specularmente a quanto è accaduto con Casellati, potrebbe rivolgersi anche al Pd.

Ma, secondo fonti dem, non basterà a “scongelare” i dem il fatto che, come sembra, a ricevere l’incarico questa volta dovrebbe essere il presidente della Camera, considerato l’esponente M5S più in grado di parlare al centrosinistra. “La pregiudiziale – spiegano fonti di maggioranza – è che Di Maio chiuda il forno con la Lega. Se non dichiara chiuso il confronto con la Lega e tergiversa, anche alla luce dei vari ultimatum già scaduti di Di Maio a Salvini il Pd neanche si siederà al tavolo”. Sedersi al tavolo, chiariscono i dem, non vuol dire automaticamente aprire un dialogo per un governo M5S-Pd ma “provare a confrontarsi e vedere che succede, l’esito non lo sappiamo”. Anzi, i renziani continuano a ritenersi alternativi a M5s ma l’avvio di un confronto, nel quale ognuno pone le sue condizioni, è chiaro che potrebbe aprire scenari nuovi e, chissà, ragionano i dem, mutare gli equilibri interni a M5S




Molise, centrodestra avanti. Fi supera la Lega

Candidato del centrodestra avanti su quello del Movimento cinque stelle in Molise mentre, all’interno della coalizione Forza Italia si conferma sopra la Lega, come era accaduto alle regionali.

Il risultato dei candidati: Donato Toma (centrodestra) al momento ha ottenuto 64.436 voti pari al 44,22%. Per il suo più diretto contendente, Andrea Greco (M5s), le preferenze sono 55.264 (37,93%)Carlo Veneziale (centrosinistra) 24.439 (16,77%)Agostino Di Giacomo (Casapound), 593 (0,41%).

Per quanto riguarda il voto di lista il M5s è al 31,14%Forza Italia al 9,47% supera la Lega all’8,24%il Pd è all’8,63%.

“E’ un risultato storico a livello regionale. Forse il Movimento Cinque Stelle non aveva mai fatto così bene in un’elezione regionale. Siamo passati da due consiglieri a sei, sei persone che si batteranno per difendere le idee del Movimento e soprattutto per rendere onore ai cittadini che ci hanno votato. Io parlerei di risultato storico, non di fallimento”. Lo ha detto Andrea Greco, candidato governatore del Movimento Cinque Stelle alle regionali del Molise, ad Agorà su Rai3.

“La schiacciante vittoria del centrodestra in Molise – commenta su Facebook Giorgia Meloni – con il fondamentale contributo di Fdi, unico partito che cresce rispetto alle politiche, è un’altra indicazione chiara per il Presidente Mattarella: gli italiani vogliono un governo guidato dal c.destra e con un programma di centrodestra. Complimenti e buon lavoro al neo governatore Donato Toma! Ora a testa bassa per strappare anche il Friuli Venezia Giulia alla sinistra”.

 




Lecce, bullismo: 17enne picchiato e umiliato dai compagni di classe. Ecco il video

LECCE – I genitori di un ragazzo di 17 anni hanno presentato un esposto in Procura a Lecce nel quale denunciano che il giovane sarebbe stato vittima di atti di bullismo a scuola: picchiato e umiliato dai compagni di classe. Alla denuncia è stato allegato anche un video. Il filmato sarebbe stato girato da un altro amico del giovane. Si vede in particolare uno studente che aggredisce il compagno tirandogli calci e minacciandolo con una sedia. Secondo la famiglia, il ragazzo avrebbe subito soprusi, umiliazioni e botte fin dall’inizio dell’anno scolastico. A scoprire tutto è stata la madre che ha ricevuto in chat il video nel quale vengono riprese le violenze. Il ragazzo le avrebbe confermato quanto accaduto.

 

Nel video si sentono alcune voci che, secondo l’interpretazione della mamma riferita all’avvocato Giovanni Montagna, rivelerebbero la volontà di un amico – ma dal filmato emerge la partecipazione almeno di un’altra persona – di aiutare la vittima a uscire dalla situazione di umiliazione. “Sicuro che stai registrando?”, inizia uno dei due. “Sì”, risponde l’altro. Poi, in dialetto leccese: “Così lo mettiamo a posto proprio”. “Ma a tutto io devo pensare?”, è la conclusione del dialogo.

Il legale preferisce non riferire il nome della scuola. Secondo quanto si apprende si tratta di un istituto tecnico professionale. Il diciassettenne non ha subito solo aggressioni – sul suo corpo c’erano segni che lui ha sempre cercato di minimizzare – ma anche umiliazioni.

“E’ un ragazzo molto introverso, chiuso ma che ha sempre avuto un brillante rendimento scolastico – riferisce, interpellato dall’Ansa, l’avvocato Giovanni Montagna -. Da settembre, da quando sarebbero iniziati questi episodi, invece è calato notevolmente”, racconta Montagna.

Il giovane aveva negato alla madre di avere problemi in classe fino al 7 aprile quando lei ha ricevuto un whatsapp con un video che ritraeva il figlio vittima di un compagno che lo prendeva a calci e lo minacciava con una sedia. Il video le è arrivato grazie ad un amico del 17enne che ha voluto cercare di aiutare la vittima. Quando la mamma ha chiesto spiegazioni, il giovane preso di mira dai bulli ha cercato di minimizzare. Non è ancora chiaro quanti partecipassero alle vessazioni. Sarà il lavoro della Procura a dover cercare di fare chiarezza”.

“Nonostante la riservatezza della vicenda, che riguarda minori abbiamo registrato una vasta solidarietà e un tempestivo intervento della scuola, dopo la nostra denuncia. Ci hanno assicurato che interverranno, aspettando di chiarire coinvolgimenti e responsabilità”, riferisce l’avvocato Giovanni Montagna.




Orrore in Siria: trovata fossa comune

SIRIA – Una fossa comune che potrebbe contenere fino a 200 corpi è stata scoperta a Raqqa, l’ex ‘capitale’ dell’Isis nel nord della Siria: lo ha detto un funzionario della città, Abdallah al-Eriane, secondo quanto riporta Al Arabiya. Secondo al-Eriane circa 50 corpi – tra civili ed estremisti – sono stati recuperati finora. La fossa era stata scavata sotto un campo di calcio, vicino all’ospedale in cui i combattenti dell’Isis si erano trincerati prima di essere cacciati dalla città nell’ottobre del 2017.




L’italietta delle offese (anche agli italiani) di un ex presidente in declino e i capriccetti a 5 stelle

Proprio così. Berlusconi, dopo avere dichiarato che i Cinquestelle sarebbero ‘una massa di disoccupati che non hanno mai fatto nulla nella vita, e che non prenderei neanche a pulire i cessi nelle mie aziende’, si è detto ‘disgustato del voto degli Italiani, che hanno votato malissimo’. Potremmo chiamare queste ultime manifestazioni ‘colpi di coda’, come accade ad un animale in agonia, che si dimena per creare maggior danno possibile a chi l’ha ferito a morte. Certamente non ci si poteva aspettare una tale reazione da parte di un uomo che una volta era un brillante imprenditore, grande mediatore, famoso per mettere tutti d’accordo. Ricordiamo quel sorriso accattivante che incantava le persone.

Berlusconi ha cambiato espressione, non ha più ‘quel’ sorriso, e ciò che gli si legge in viso è tanta rabbia

Certamente uno così dovrebbe tirare i remi in barca e farsi da parte. Nonostante la fedeltà di Salvini, che ha mostrato di seguirlo fino alla fine, è riuscito a litigare anche con lui, quando ha detto di cercare l’appoggio del PD per formare un governo. Secondo lui, il PD sarebbe ‘un partito avanti anni luce rispetto ai Cinquestelle’. Senza ricordare che quelli stessi che lui oggi avrebbe voluto accanto per formare a tutti i costi un governo, fanno parte della combriccola filo-UE che lo ha disarcionato nel 2011. Pace fatta, quindi, con Salvini, e dichiarazioni che rinnegano la sua pretesa intenzione di andare con il PD, pur fresche di stampa. In definitiva, gli Italiani hanno finalmente votato, e se il risultato non è quello che lui avrebbe gradito, il Cavaliere non può dichiararsi disgustato dal loro voto, né dire che hanno ‘votato malissimo’. Questo è offensivo. Forse sarebbe stato più contento se i voti li avessero dati tutti a Forza Italia, un partito ormai vecchio e scaduto come il suo leader, che non presenta nulla di nuovo agli elettori, e che annovera nelle sue schiere elementi che con la giustizia hanno avuto a che fare, i cosiddetti ‘impresentabili’: che poi l’impresentabilità in questi casi è soggettiva, e dipende da chi la decreta o da chi la rifiuta. Le promesse di flat tax, di aumento delle pensioni minime a mille euro e di posti di lavoro, non sono bastate a far conseguire un buon risultato alla compagine in declino. Ormai gli elettori sono vaccinati contro le promesse elettorali, da qualunque parte provengano. Il programma di M5S, o quello della lega, evidentemente sono risultati più appetibili, e più affidabili – fino a prova contraria. Ma questa è la classe politica che abbiamo e ce la dobbiamo tenere.

Il pericolo per l’Italia sarebbe stato un governo Forza Italia-PD

Non Centrodestra-PD, perché Salvini, con coerenza, ha dichiarato che non parteciperebbe ad una soluzione politica con i Dem, e che in questo caso, che don Silvio vada pure da solo. Abituato a comandare, forse B. non si rende conto appieno del peso di ciò che dice: dichiarare che ‘vuole’ fare un governo di Centrodestra è totalmente velleitario, e non tiene conto dei passaggi democratici che contemplano che il presidente Mattarella dica la sua. Speriamo che la ‘pausa di riflessione’ che il Presidente s’è preso gli porti consiglio. Comunque, dopo la frettolosa riconciliazione con Salvini, la situazione, che pareva risolta dopo la sparata di B., si ripresenta come prima. con l’aggravante della sentenza di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che coinvolgerebbe anche B. e il suo governo. Di Maio, infatti, gettando benzina su di un fuoco ormai solo brace, ha dichiarato, se ce ne fosse stato bisogno, che questa sentenza ha definitivamente chiuso ogni possibilità di alleanza con FI: dichiarazione decisamente ipocrita, visto che già dall’inizio lui stesso ha negato qualsiasi soluzione del genere. Un Berlusconi ormai patetico nel suo velleitarismo, con il volto segnato da troppe operazioni di lifting. Un Berlusconi tirato in ballo, nel processo relativo alla trattativa Stato-mafia a Palermo, dal P.M. Nino Di Matteo – prontamente smentito e querelato – a proposito della connivenza con la mafia per il presunto tramite di Dell’Utri – il quale ormai probabilmente non uscirà più di galera.

A latere, ci sentiamo di spendere una parola per i servitori dello Stato, condannati a pene pesanti

Non hanno evidentemente agito di propria iniziativa, ma soltanto per obbedire a ordini precisi. I mandanti non appaiono nella sentenza del Tribunale di Palermo: sono tranquillamente a casa loro, con il sedere al caldo. Ma si sa, i militari sono lì per obbedire agli ordini, e per fare da scudo ai potenti, a volte. Dall’altra parte, una parola di elogio merita Salvini. Ripetutamente tacciato di razzismo, non solo nei confronti dei neri ma anche del meridionali, accusato d’essere populista e giustizialista, e chissà di quante altre malefatte – proprio da quella sinistra che B. avrebbe sollecitato per un governo comune, – Matteo Salvini ha conservato la calma e la coerenza, cercando di rendere concreto il risultato elettorale. Allora, chi è che ha più il senso dello Stato, o della democrazia? Certo chi fa i capricci come B. e Di Maio, che non perdono occasione per insultarsi a vicenda, – mentre l’Italia ha bisogno di chi la governi, e non di chi fa i propri interessi alla faccia del popolo, – non è adatto a governare. Di fronte alla sovranità del popolo tutti dovrebbero fare un passo indietro. B. vuole governare a tutti i costi, calpestando quei valori democratici che rimprovera ad altri di non avere, e non trovando di meglio che insultare tutti gli Italiani, che avrebbero ‘votato malissimo’.

Di Maio & Co. s’impuntano come un mulo su di una strada di montagna, a rischio di cadere nel burrone con tutti i bagagli e con il cavaliere

L’unico, che ci sentiamo di assolvere, in questa situazione, è proprio Matteo Salvini. All’orizzonte nuove elezioni, o, peggio, un governo tecnico teleguidato dalla UE, del quale abbiamo già una infelice esperienza nel governo Monti. Non ci resta che sperare nella Lega, non più Lombarda. Se son rose fioriranno, dice il proverbio. Ma che si diano una mossa. Nel frattempo Martina, con il suo solito sorriso sardonico, bagna il pane, contando i giorni del non-governo – quarantotto – e facendo la parte di chi, all’opposizione per dichiarazione autonoma, guarda la barca del nemico affondare, mentre i buoni stanno all’asciutto. E mentre Renzi ogni tanto fa una puntatina in Qatar – con volo dello Stato? – certamente non per compiti istituzionali, ma per gli affari suoi e di Carrai, suo amico. Pare che la piccola ma ricchissima nazione mediorientale abbia già investito più di sei miliardi di dollari in Italia, acquistando fra l’altro alberghi ed edifici storici di prestigio, sponsorizzata da don Matteo. Soldi grossi, insomma, e, come dice il proverbio, chi va al mulino s’infarina. Ma questo riguarda i compiti istituzionali di un senatore PD?

Roberto Ragone




Albano Laziale, processo Albafor: la cronaca dell’udienza

VELLETRI– Inizia alle 15 e un quarto l’ultimo tassello del processo Albafor. La sentenza che arriva verso le 19 e 45 vede tutti gli imputati, tra cui il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini, assolti per l’articolo 530 del codice penale: il fatto non sussiste.
Termina liscissimo il procedimento penale che gravava su Nicola Marini (sindaco di Albano), Maurizio Sementilli (vicesindaco), Santoro Vincenzo (consigliere comunale delegato) e Mariella Sabadini (capo dell’ufficio legale del comune).

Si sottopone a esame il sindaco che ricostruisce i fatti per cui è stato accusato di abuso d’ufficio continuato e in alcuni casi in concorso.
All’attenzione del giudice Adele Durante, Marini chiarisce di non intrattenere nessuna relazione con De Vitalini, proprietario della società ATES con sede legale in una proprietà immobiliare del Marini.
Roberto de Vitalini nell’estate 2011 ha ricevuto, con delibera comunale n.29, l’appalto per la programmazione dell’evento Albano Estate per 123mila euro. A sostegno della tesi della difesa interviene anche Mariella Sabadini che riferisce come l’assegnazione così tempestiva, da luglio a settembre, sia stata causata dall’approvazione in ritardo del bilancio comunale: strumento indispensabile per l’erogazione di tali servizi. Anche lei, tra l’altro, risponde all’accusa di clientelismo, precisando di non conoscere, se non di vista, Roberto De Vitalini.

In questo quadro si inserisce il consigliere Vincenzo Santoro. Secondo la difesa non ricoprendo il ruolo di assessore e non avrebbe potuto favorire in alcun modo la ATES.

Per quanto riguarda il filone FRAME, società appartenente a Gianni Micarelli, la parte civile, rappresentata da Agostino Silvestri, fa presente l’ambiguità dell’assegnazione. Su 91 ditte che si occupavano di gestione telecomunicativa, il comune ne ha accertate solo 5 di cui 4 facenti capo a Micarelli. Ma anche questo punto viene sconfessato dal pm Travaglini registrandone l’urgenza e l’utilità.
Poi si è parlato delle tre lettere di padronage del Comune di Albano che riguardano il caso Albafor, ente formativo e partecipata al 100% del comune di Albano Laziale.  Dichiarata fallita nel 2016 su proposta della procura diventa Albafor e poi ceduta dal tribunale fallimentare di Velletri alla Alles Don Milani per 50mila euro. Nicola Marini, che ha sottoscritto la triade epistolare, schematizza il procedimento.

La Banca Popolare di Aprilia, a causa dei lenti sovvenzionamenti a carico della Regione Lazio, sollecita il Comune a dare certezze (con tale forma di garanzia impropria) circa l’affidabilità della proprietà (insomma non dovevano essere cedute quote) per fornire l’anticipazione finanziaria indispensabile per il pagamento degli stipendi arretrati e per gli affitti che ricordiamo venivano pagati con un’aggiunta di 7mila euro rispetto al valore di mercato alla Curia Vescovile di Albano Laziale.

Il sindaco per ultimo dichiara che le lettere hanno visto l’approvazione del Consiglio Comunale che ne ha apportato modifica e il vaglio della sezione Controllo e Procura della Corte dei Conti.
A chiudere il pm Travaglini recide dalla genesi ogni accusa: mancanza di evidenza probatoria (ATES) e i fatti non sussistono.

Gianpaolo Plini




Processo Albafor, Marco Mattei assolto perchè il fatto non sussite

ALBANO LAZIALE (RM) – Marco Mattei è stato “assolto perché il fatto non sussiste nel processo “Albafor”. Una sentenza pronunciata oggi in Tribunale a Velletri dopo diversi anni di attesa. Mattei era accusato di aver favorito la municipalizzata Albafor quando era Sindaco di Albano.

Le accuse, rivelatesi infondate, risalgono al 2007 e quasi 11 anni dopo arriva l’assoluzione con formula piena. A difendere Marco Mattei è stato l’avvocato Giuseppe Petrillo:

Sono sempre stato fiducioso nell’operato della Magistratura  – ha commentato Marco Mattei – e ho atteso questa sentenza con la serenità di chi sa di aver agito sempre con correttezza e governato con la ponderatezza e l’attenzione del buon padre di famiglia. Ero certo di non aver commesso reati. Si è vero, oggi si chiude un capitolo forse troppo lungo e che mi ha visto uscire dalla scena politica per permettere alla Magistratura di poter compiere fino in fondo il suo operato“.

Nei fatti è andata proprio così. Un’attesa veramente molto lunga quella con cui Mattei ha dovuto convivere anche sopportando alcune scivolate di stile da parte di qualche giornalista prestato alla politica. Marco Mattei non ha chiesto la prescrizione e per questo motivo la sentenza di oggi assume un significato ancora più forte.

Inoltre, l’ex sindaco di Albano laziale e già assessore regionale all’Ambiente è stato nominato in questi giorni Direttore del Dipartimento del Territorio del Asl Rm6

Chiara Rai

 




Palermo, processo Stato mafia: condanne da 8 a 28 anni di carcere

PALERMO – Condanne tra gli 8 e i 28 anni di galera quelle emesse oggi dalla Corte di Assise di Palermo nei confronti degli ex vertici del Ros Mori, Subranni e De Donno, l’ex senatore Dell’Utri, Massimo Ciancimino e i boss Bagarella e Cinà. Condanna a 12 anni di carcere nei confronti di Mario Mori e Antonio Subranni  per minaccia a corpo politico dello Stato e stessa pena per lo stesso reato per l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri. 28 anni sempre per minaccia a corpo politico dello Stato, per il capo mafia Leoluca Bagarella. Per lo stesso reato dovrà scontare 12 anni il bosso Antonino Cinà. L’ex ufficiale del Ros Giuseppe De Donno, per le stesse imputazioni, ha avuto 8 anni. Massimo Ciancimino, accusato in concorso in associazione mafiosa e calunnia dell’ex capo della polizia De Gennaro, ha avuto 8 anni.

Assolto Nicola Mancino

La Corte d’Assise di Palermo ha assolto dall’accusa di falsa testimonianza l’ex ministro democristiano Nicola Mancino. Prescritte le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca. Condannati tutti gli altri imputati. Mancino: ‘E’ finita la mia sofferenza’ – “Sono sollevato. E’ finita la mia soffrenza anche se sono sempre stato convinto che a Palermo ci fosse un giudice. La sentenza è la conferma che sono stato vittima di un teorema che doveva mortificare lo Stato e un suo uomo che tale è stato ed è tuttora”. Lo ha detto l’ex ministro di Nicola Mancino che è stato assolto oggi dal reato di falsa testimonianza nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

Legale Mori, ora speriamo in appello

“Aspettiamo di leggere le motivazioni però è chiaro che 12 anni di condanna la dicono lunga sulla decisione della corte. C’è però in me un barlume di contentezza, in un mare di sconforto. Sono contento perché so che la verità è dalla nostra parte. E’ un giorno di speranza. Possiamo sperare che in appello ci sarà un giudizio, perché questo è stato un pregiudizio”. Lo ha detto l’avvocato Basilio Milio che difendeva l’ex generale dei carabinieri Mario Mori e gli ufficiali del Ros Antonio Subranni e Giuseppe De Donno nel processo sulla cosiddetta “trattativa” tra Stato e mafia. Gli ufficiali sono stati tutti condannati per minaccia a Corpo politico dello Stato a pene pesanti. “Questo processo è stato caratterizzato dalla mancata ammissione di tante prove da noi presentate – ha proseguito – La prova del nove? Non sono stati ammessi oltre 200 documenti alla difesa e venti testimoni, tra i quali c’erano magistrati tra cui la dottoressa Boccassini, il dottor Di Pietro, il dottor Ayala”. “E’ stata una sentenza dura – ha concluso – che non sta né in cielo né in terra perché questi fatti sono stati smentiti da quattro sentenze definitive”.

Pm, sentenza dedicata a Borsellino

“Questo processo e questa sentenza sono dedicati a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone e a tutte le vittime innocenti della mafia”. Lo ha detto il Pm del pool che ha istruito il processo sulla trattativa Stato-mafia Vittorio Teresi, dopo la lettura del dispositivo. “E’ stata confermata – ha aggiunto – la tesi principale dell’accusa che riguardava l’ignobile ricatto fatto dalla Mafia allo Stato a cui si sono piegati pezzi delle istituzioni”. “E’ un processo – ha concluso – che andava fatto ad ogni costo”.