Il Giudice inglese: “Alfie sta morendo”. Papà Tom: “Il guerriero lotta ancora”

Alfie Evans sta morendo: l’annuncio è stato dato dal giudice durante udienza in Corte d’Appello britannica. Ma papà Tom non si arrende ancora e posta un video da Liverpool su Facebook secondo cui Alfie è ormai allo stremo, per affermare che suo figlio resiste, che “si è ripreso per la terza volta”, che “il guerriero lotta ancora”. “E’ tornato, ha avuto solo un calo, è diventato pallido, le labbra si sono un po’ scurite, ma è tornato”, scrive Tom. “Voglio solo che tutti sappiano che Alfie si è stabilizzato”, insiste.

Tom Evans, il papà di Alfie, minaccia di far causa a tre medici dell’Alder Hey Hosipital di Liverpool per cospirazione finalizzata all’omicidio del figlio e fa sapere di aver già preso contatti con investigatori privati per istruire il caso. Lo si è appreso dai fonti legali durante l’udienza di oggi sul possibile trasferimento in Italia del bambino di fronte alla Corte d’Appello di Londra.




Takrouna 1943: l’orgoglio italiano sino all’estremo sacrificio

In occasione del 75° anniversario, si è tenuta ieri, a Takrouna (Tunisia), la commemorazione dei soldati italiani caduti nell’ultima battaglia della Campagna d’Africa (20-22 aprile 1943), presso il memoriale costruito anche grazie all’impegno ed alle donazioni dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia.

Alla cerimonia, organizzata dall’Ufficio Militare dell’Ambasciata diretto dal Capitano di Vascello Paolo Fantoni, in un clima di sentita partecipazione e commozione, ha partecipato l’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Lorenzo Fanara, oltre ai numerosi addetti militari in rappresentanza delle rispettive delegazioni (Algeria, Canada, Francia, Belgio, Russia…) ed alle istituzioni civili e militari locali.
Significativa, inoltre, la presenza dei Parà Rolando Gianpaolo e Lucilla Andreoli familiari del Ten. Gianpaolo e del S.Ten. Cesare Andreoli (Medaglia d’Argento), ai quali si devono la realizzazione delle aste per le bandiere e la protezione del simbolo, insieme con una numerosa delegazione dell’Associazione Italiani di Hammamet, grazie alla quale si realizzerà l’iscrizione esterna al luogo: “Memoriale dei Paracadutisti Italiani caduti in Tunisia”.

Nel corso della cerimonia sono state attribuite le onorificenze al il Primo Maresciallo Salvatore Ferraro, che ha ricevuto i gradi da Luogotenente e all’Appuntato Scelto Stefano Morlino, che ha ricevuto la Croce d’Argento per anzianità di servizio.

#gallery-1 { margin: auto; } #gallery-1 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 11%; } #gallery-1 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-1 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */

Il piccolo villaggio di Takrouna – dove si arriva attraverso una malconcia strada principale – sorge tra aspre colline rocciose interrotte da qualche strada sterrata, nella regione del Sahel

Qui, il tempo sembra essersi fermato. La straordinaria semplicità del memoriale ne evoca il rispetto per la sacralità, un luogo nel quale si sono spezzate migliaia di vite, immolate per la Patria, per un ideale. “La terra d’Africa ha consentito di scrivere le più belle pagine di storia, spesso dolorosa ma sempre di grande esempio e monito per noi che vestiamo con amore ed onore l’uniforme” ha sottolineato il Comandante Fantoni.

Il documento inedito [Cliccare di seguito per visionarlo Documento Amedeo Querci]

In un inedito documento qui riportato, rinvenuto da Anna Querci tra le cose di suo padre, Amedeo Querci che fu reduce della battaglia, vengono descritti, con dovizia di particolari, dati ed analisi di quella che viene definita una “..missione suicida, compresa e accettata da tutti…” quei soldati ai quali, il Gen. Messe il 17 aprile del 1943, consegnando al Battaglione il Vessillo del 66° Reggimento, ordinò la resistenza sino all’estremo sacrificio. E tale fu, sino a quando, ridotti allo stremo delle forze, oramai senza munizioni, si batterono sino all’arma bianca.

Più che condivisibile, quindi, la rivendicazione del Comandante Fantoni di voler tener viva la memoria di tali imprese per le generazioni future che, senza alcun dubbio, rimane un dovere morale. Come chiosato dall’Ambasciatore Fanara, “La memoria di un Paese deve essere preservata con il rinnovato impegno delle istituzioni non per risentimento ma in prospettiva futura, perché riteniamo doveroso impegnarci, anche con le forze armate, oltre che con la diplomazia, a preservare la pace. La memoria è sacra, la Patria è sacra, il coraggio va ricordato, il sacrificio va valorizzato ma soprattutto guardando al futuro per scongiurare ulteriori conflitti”.

Inquadramento storico (Sintesi)

Il 285° Battaglione Folgore, alla sua costituzione composto da 5 compagnie fra cui la 108^ del Ten. Gianpaolo, era formato da quegli iniziali 3500 paracadutisti, dei quali circa 450 insieme a granatieri, bersaglieri e truppe tedesche, riuscirono a rompere l’accerchiamento degli Inglesi continuando a combattere strenuamente per altri 6 mesi durante tutta la ritirata da El Alamein, attraverso la parte occidentale dell’Egitto, tutta la Libia fino in Tunisia.

2500 km di estenuante ritirata nel deserto, sete, fame, freddo notturno, caldo soffocante di giorno, sporcizia, parassiti, mancanza di rifornimenti adeguati, attacchi da terra e dal cielo che misero a dura prova questi uomini.

Oramai decimati dal costante fuoco nemico, i fanti della 1^ compagnia del 66° Reggimento, i Paracadutisti del 285° battaglione e un’ultima compagnia di Granatieri giunta in rinforzo, per un totale di circa 500 uomini, riuscirono a resistere fino alla sera del 21 aprile. Alla fine – la mattina del 22 aprile – dovettero arrendersi di fronte alle soverchianti forze Neozelandesi, avendo oramai terminato le munizioni.

La maggior parte morì combattendo finanche all’arma bianca. Diverse furono le Medaglie d’argento e di bronzo al valore. Tra queste merita di essere ricordata quella d’Argento del S.Ten. Cesare Andreoli. I pochissimi sopravvissuti, una cinquantina, furono avviati verso i campi di prigionia in Egitto.
Radio Londra, per giustificare il ritardo dell’avanzata verso Tunisi, dovuto alla resistenza incontrata, affermò che l’Italia aveva schierato laggiù i suoi migliori soldati.

Tiziana Bianchi




Albano Laziale, assoluzione processo Albafor: “Sempre avuto fiducia in Mattei. Complimenti per il suo nuovo incarico in Asl RM6”

ALBANO LAZIALE (RM) – “Una notizia lungamente attesa ma che non giunge affatto inaspettata – così l’On. Marco Silvestroni deputato di Fdi ha commentato la sentenza pronunciata dal Tribunale di Velletri che ha concluso il processo Albafor con una piena assoluzione in favore di Marco Mattei “per non aver commesso il fatto”.

Ho sempre avuto fiducia – continua Silvestroni – che l’operato della magistratura avrebbe prima o dopo messo una pietra tombale su questa sgradevole vicenda restituendo dignità non solo all’amico Mattei ma a tutta la città di Albano da lui rappresentata per 10 anni.

Colgo anche l’occasione per rivolgere a Mattei i miei complimenti ed un grande augurio di buon lavoro per la nomina arrivata proprio in questi giorni a Direttore del Dipartimento del territorio della Asl Rm6: un incarico strategico e di grande rilevanza per il nostro territorio”




Alfie, i genitori vogliono trasferirlo in Italia. Per il Giudice Hayden il bambino può andare a casa, ma non in Italia

Il giudice dell’Alta Corte britannica Anthony Hayden ha chiesto ai medici dell’ospedale Alder Hey di Liverpool di valutare se consentire che Alfie Evans venga riportato a casa dal padre e dalla madre, mentre non ha fatto alcuna apertura su un trasferimento in Italia. Lo riferiscono reporter britannici presenti all’udienza di oggi a Manchester citati dal Liverpool Echo. Ora s’attende la risposta dell’ospedale. Il giudice ha inoltre criticato alcune persone vicine ai genitori accusandole di dare “false speranze”.

Il giudice d’appello dell’Alta Corte britannica Anthony Hayden, firmatario nei giorni scorsi del verdetto di via libera a staccare la spina al piccolo Alfie Evans, aveva fissato per oggi pomeriggio una nuova, inattesa udienza sulla base degli ultimi sviluppi di queste ore

n precedenza i genitori di Alfie Evans avevano rilanciato la richiesta di trasferimento da Liverpool a un ospedale italiano, alla luce della capacità di respirazione autonoma mostrata dopo il distacco dai macchinari.

Cdm conferisce a Alfie cittadinanza italiana   Il cdm, su proposta del Ministro Marco Minniti, ai sensi dell’art. 9, comma 2, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, ha deliberato il conferimento della cittadinanza italiana ad Alfie EVANS, nato a Liverpool (Gran Bretagna) il 9 maggio 2016, in considerazione dell’eccezionale interesse per la Comunità nazionale ad assicurare al minore ulteriori sviluppi terapeutici, nella tutela di preminenti valori umanitari che, nel caso di specie, attengono alla salvaguardia della salute.E’ scritto nel comunicato diffuso al termine di una riunione lampo.

Intanto il piccolo Alfie Evans non si arrende e la battaglia continua. E’ una resistenza oltre ogni previsione quella dimostrata la notte scorsa dal bambino di 23 mesi, colpito da una grave quanto ignota patologia neurodegenerativa, per il quale i medici dell’Alder Hey Hospital di Liverpool hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione della giustizia britannica a staccare la spina contro il volere dei giovanissimi genitori Tom e Kate. Un caso che sta scatenando proteste e interrogativi, quanto e più di vicende precedenti, a maggior ragione dopo la decisione del governo di Roma di concedere la cittadinanza italiana “per motivi umanitari”.

Un intervento che per il momento non ha smosso le autorità di Londra, né ha modificato i verdetti già emessi nel Regno. Come testimonia il via libera confermato dal giudice Anthony Hayden ad avviare le procedure di distacco di Alfie dai macchinari salvavita scattata ieri sera verso le 22:30 ora locale. Sembrava fosse l’inizio della fine, ma è accaduto l’imprevisto: Alfie ha continuato a respirare nel suo lettino, fra la braccia di mamma Kate, anche senza l’ausilio del ventilatore meccanico. Ed è andato avanti “per oltre nove ore”, come in mattinata ha raccontato il padre dinanzi a circa 200 manifestanti e attivisti che seguitano a sostenerne la battaglia di fronte all’ospedale di Liverpool, sorvegliati da decine di poliziotti. Gli stessi medici – ha detto Tom Evans – sono rimasti “esterrefatti”. Dopo sei ore – durante le quali al bambino erano mancati pure acqua e cibo, che non è in grado di ricevere senza assistenza esterna – lo staff ha quindi deciso di tornare a idratarlo.

Poco dopo è stato ripristinato l’ossigeno, seppure per ora solo tramite bombole. Uno sviluppo che ha ridato fiato alla battaglia. “Ad Alfie è stato assicurato l’ossigeno e l’acqua! E’ sorprendente. Non importa cosa accadrà, ha già dimostrato che i medici si sbagliano”, ha scritto su Facebook la mamma dando conto della novità. “Dicevano che stava soffrendo, invece non soffre anche senza respiratore”, ha detto papà Tom. L’ospedale intanto tace invocando “la privacy della famiglia”, ma appare in imbarazzo: ancora ieri sera aveva annunciato un bollettino per stamane, poi annullato. E dall’Italia ripartono le sollecitazioni della politica a “salvare Alfie”, mentre la diplomazia si muove sotto traccia. Il Vaticano prova a tessere a sua volta la propria tela e l’ospedale Bambino Gesù rinnova l’offerta di accogliere e continuare a dare assistenza al piccolo. Londra, tuttavia, resta ferma al momento nella difesa della giurisdizione che il Regno Unito s’attribuisce. La concessione della cittadinanza ad Alfie dà all’Italia il diritto d’essere ascoltata, attraverso canali politici, diplomatici e legali. Ma non cancella – notano fonti locali – il fatto che il bimbo rimanga anche cittadino britannico. Ricoverato in un ospedale nel territorio dell’isola e soggetto a sentenze emesse da corti di Sua Maestà.




Verso Governo M5s-Pd. Di Maio: “Con la Lega abbiamo chiuso”

“Tramonta del tutto l’idea di un governo di centrodestra, e dopo 50 giorni l’idea di un progetto con la Lega si chiude qui. Salvini si è condannato all’irrilevanza”. Queste le parole di Luigi Di Maio subito dopo l’incontro con il presidente della Camera, Roberto Fico. Il leader pentastellato ha spiegato che di avere “apprezzato le parole di Martina”, reggente del Partito Democratico. E se anche questo tentativo dovesse fallire, “noi chiederemo che si torni al voto”.

“Sono passati circa 50 giorni in cui abbiamo provato in tutti modi e tutte le forme a firmare un contratto di governo per il cambiamento del Paese con Salvini e la Lega ma loro hanno deciso di condannarsi all’irrilevanza per rispetto dei loro alleati e del loro alleato invece di andare al governo nel rispetto degli italiani”. “Abbiamo apprezzato le parole del segretario del Pd Martina – prosegue Di Maio – sono parole che vanno in direzione dell’ apertura. Abbiamo detto al presidente Fico che manteniamo la linea delle elezioni, di insistenza sui temi per il cambiamento del paese e abbiamo detto che non rinunciamo ai nostri valori e alle nostre battaglie politiche”. “M5s e Lega, M5s e Pd e qualsiasi partito sono e resteranno alternativi e questo patto deve essere segno di rispetto dei nostri elettori e degli elettori dei partiti. Ma nessuna forza politica può fare da sola, nessuno può dare un governo a questo Paese da solo. Per questo abbiamo ribadito la disponibilità” a un confronto con il Pd. “Se fallisce questo percorso per noi si deve tornare al voto non sosterremo nessun altro governo, tecnico, di scopo o del presidente”, ha concluso Di Maio.




Genzano, il MoVimento Cinque Stelle replica a Pozzana: “Dichiarazioni scomposte e rancorose”

Il MoVimento Cinque Stelle di Genzano replica a Pozzana. “Apprendiamo che l’assessore nonché vice sindaco Pozzana ha rassegnato le sue dimissioni. Possiamo anche capire l’amarezza malcelata delle dichiarazioni scomposte e rancorose di chi è stato portato a lasciare un ruolo probabilmente frainteso come “prestigioso” ma non capiamo il senso delle polemiche.

Ricordiamo in trasparenza ai nostri concittadini che il ruolo al quale era stato chiamato Piero Pozzana era unicamente tecnico, in quanto mai attivista e in nessun modo legato politicamente al Movimento 5 Stelle.

Nessuno dei consiglieri di maggioranza ha mai chiesto all’assessore dimissionario di qualificarsi come organo di riferimento politico, mentre fin dai primi giorni del suo mandato, abbiamo chiesto puntualmente di relazionare la situazione economica reale dell’ente (una risibile relazione ci è arrivata invece in nettissimo ritardo qualche settimana fa e per di più copiata in buona parte da quella di un altro comune), di ascoltare e attuare legalmente la linea politica dettata dalla maggioranza nel rispetto dei cittadini che nel giugno 2016 ci hanno votato e nel rispetto della utile e doverosa comunicazione tra organi di governo che invece è sempre mancata.

La riprova sta nella stessa comunicazione fatta prima ai giornali che ai consiglieri di maggioranza che non fa altro che confermare quanto gli stessi consiglieri avevano ben chiaro sulle metodologie care a Pozzana.

La scelta di un assessore tecnico è basata sulla necessità di portare a compimento le strategie programmatiche proprie del nostro programma, indirizzate più e più volte ma sempre rimaste inascoltate.

Vogliamo ricordare che il ruolo di assessore è prettamente esecutivo delle linee politiche portate dalla maggioranza, suo è l’onere di finalizzare e concretizzare coordinando e indirizzando l’operato di dirigenti e dipendenti.

Se si fallisce, se ci si rivela inadatti a tal punto, il Movimento 5 Stelle trova naturale e doveroso chiedere un cambio di tendenza visto che nulla lega la parte politica all’assessore tecnico, non a caso siamo soliti definire queste figure “assessori a progetto”. Se non si è capaci di interpretare il progetto si cambiano gli attori affinché il programma non venga tradito.

Cosa intende Pozzana con “strategie di lavandaia”? Forse la sua incapacità di ascolto delle istanze dei cittadini che passava attraverso i consiglieri o le tattiche che adottava per evitare di affrontare con coraggio il confronto con le parti politiche (opposizione compresa)?

Ricordiamo a Pozzana che la maggioranza ha sostenuto sempre e comunque, tutte le proposte portate in consiglio comunale e che quando abbiamo fermato alcune sue iniziative prossime all’inverosimile lo abbiamo fatto per rispetto dei cittadini e della nostra dignità personale. Dovevamo forse assecondarlo quando voleva abolire il servizio scuolabus? Dove era il nostro ex assessore quando chiedevamo in maniera estenuante di attenzionare i parcheggi o le entrate delle farmacie?  Una piccola parte di esempi tutti dimostrabili. Sia onesto soprattutto con se stesso, quante volte ha fatto spallucce di fronte alle nostre richieste di progettualità per il risanamento a lungo termine delle casse del paese?

Un bilancio politico per essere attuato deve essere innanzitutto capito. Ma tant’è, la capacità di visione non è per tutti, buona fortuna dott. Pozzana”.

I Consiglieri del Movimento 5 Stelle di Genzano

Cristina Bernardi

Alessandro Scoppoletti

Dario D’Amico

Marco Fermanti

Maurilio Silvestri

Claudio Mariani

Silvia Bongianni

Luigi Nasoni

Elena Mercuri




Genzano, Pozzana si dimette da assessore al Bilancio: ecco la lettera di dimissioni

Ecco la lettera di dimissioni protocollata dal Dottor Piero Pozzana che ha lavorato nella giunta di Daniele Lorenzon e che oggi ha formalizzato le sue dimissioni.

“Con la presente formalizzo le mie dimissioni dalla carica di assessore e vice Sindaco del Comune di Genzano di Roma a far data da oggi.
Dopo una attenta e sofferta riflessione sono costretto a prendere atto della impossibilità di proseguire a svolgere il lavoro di amministratore secondo i miei ideali, i miei propositi e le finalità
per le quali ero stato coinvolto.
Sconto un clima di diffidenza e parzialità che non fanno parte della mia etica costruita duramente nei ventotto anni di carriera professionale durante i quali ho scelto di perseguire costantemente e con sacrificio un percorso di libertà e autonomia intellettuale che non può essere donata da terzi o a terzi donata.
Ogni assessore dovrebbe essere inteso come una risorsa strategica e non come un peso da sopportare.
Visto il momento delicatissimo che stiamo vivendo, per le ragioni che tutti conosciamo, ritengo che il ruolo di un assessore al bilancio debba essere innanzi tutto quello avere i conti del Comune a
norma di legge, conti trovati in condizioni che rendono impossibile qualunque programmazione e, solo successivamente tramite un lavoro di squadra, quello della suddivisione dei compiti, della
condivisione degli obiettivi e delle strategie, della programmazione che dovrebbe essere fatta da tutti gli elementi all’unisono assumendosi ognuno per il proprio campo le proprie responsabilità
senza puntare il dito verso altri alla minima occasione.
È doveroso innescare dei meccanismi di stretta collaborazione con i dirigenti accompagnata da un puntuale e rigoroso controllo del risultato, da valutare giorno dopo giorno, affinché ciascuno dia il meglio di sé e venga gratificato o, al contrario, penalizzato in funzione dei risultati ottenuti. In questo Comune la collaborazione e la programmazione sono state praticamente impossibili per il continuo variare del dirigente di riferimento, cambiato per ben sei volte nel corso di questi miei mesi di incarico.
Nonostante la mancanza di sintonia con parte dei Consiglieri si sia manifestata sin dall’inizio del mandato, per senso di responsabilità nei confronti della Città, per senso del dovere anche nei
confronti dei cittadini, e per etica, ho ritenuto opportuno continuare faticosamente a fare il mio lavoro fino ad oggi: portare a conclusione il bilancio consuntivo 2017, operazione questa che ha
richiesto una grande dedizione del personale oltre al mio grande impegno personale e professionale, considerata la grave situazione finanziaria trovata.
Ho sperato che l’approvazione della procedura di salvaguardia degli equilibri di bilancio e successivamente il bilancio di previsione 2018/2020 potessero rappresentare un momento di verità
e conoscenza, anche dal punto di vista politico, e che la doverosa azione concreta di risanamento finanziario potesse indurre i Consiglieri ad un atteggiamento di maggiore consapevolezza e
responsabilizzazione per il bene del paese. Ad oggi devo prendere atto che queste mie personali aspettative sono state totalmente deluse.
Vengo accusato di non essere un referente politico del movimento e questo è vero perché non sono stato eletto, ma sono stato scelto come tecnico e come tale ho portato avanti il mio lavoro fattivamente e tramite proposte per le quali ad oggi, a settimane di distanza, non ho ricevuto alcun indirizzo politico.

Per questi motivi è più che mai necessario e doveroso che io mi dimetta. Ho fatto presente alla maggioranza qualche tempo fa che sarei stato disposto a fare un passo indietro qualora non ci fosse
stata la necessaria fiducia per proseguire ed oggi, io, mantengo la mia parola perché credo che la coerenza con sé stessi sia l’unico modo per portare avanti la propria esistenza ed essere da esempio anche per coloro che, all’interno del gruppo, non hanno lo stesso coraggio e utilizzano le parole come monito senza darne un seguito mostrando cosi solamente i propri limiti. La testimonianza più efficace e più autentica è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri! All’inizio del mio mandato ho trovato un bilancio consuntivo 2016 che chiudeva il conto economico con un disavanzo di euro 7.734.069,67 mentre oggi, il consuntivo 2017 chiude con un avanzo positivo di euro .474.732,45, mentre il risultato di amministrazione passa dai 8.644.390,60 ai 12.315.955,42 e la parte disponibile va da 129.332,11 a 2.108.678,04. I risultati raggiunti in così poco tempo sono davanti agli occhi di tutti e sono frutto di decisioni coraggiose e sicuramente non popolari dovute a scelte consapevoli e conseguenza di un duro lavoro. Posso solo che essere soddisfatto di quanto realizzato fino ad ora nonostante ci sia qualche voce contraria, figlia sicuramente della poca conoscenza della materia o di semplici valutazioni soggettive che possono essere considerate alla stregua di chiacchiere da lavandaie o dell’effetto Dunning-Kruger. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma la strada da intraprendere è stata segnata. Sono onorato di aver avuto la possibilità di aver servito il mio paese e di aver reso indietro alla collettività un mio seppur piccolo contributo; ringrazio coloro che mi hanno supportato e che mi sono stati vicini, specie nei momenti difficili legati alla definizione ed approvazione della procedura di salvaguardia e successivamente per il bilancio di previsione.
Sono convinto che chi verrà chiamato a sostituirmi saprà soddisfare al meglio le richieste e le necessità della cittadinanza grazie alle competenze e all’esperienza politica che necessariamente
dovrà avere per migliorare quanto trovato. A questa figura va il mio più grande augurio. Colgo l’occasione per augurare inoltre ai miei colleghi di Giunta e a tutti i consiglieri e soprattutto a tutti i
dipendenti dell’amministrazione un buono e proficuo lavoro per il bene della nostra città”

Dott. Piero Pozzana

 




Genzano, Lorenzon cambia assessori. Pozzana si è dimesso

GENZANO (RM) – Il sindaco Daniele Lorenzon, alla vigilia dei due anni di mandato, ha scelto un cambio di passo della sua squadra di governo per mettere in atto quella fase due di cui Genzano necessita.

“La mia Giunta, fatta di esperti tecnici, era stata scelta per portare avanti un obiettivo preciso: quello del risanamento – ha spiegato il sindaco Lorenzon -. Lo scorso anno siamo stati costretti a fare molti tagli per mette i conti in ordine. Ora che abbiamo approvato il bilancio di previsione per il prossimo triennio possiamo finalmente cambiare passo e mettere in pratica i progetti del nostro programma di governo.

Ringrazio i miei assessori per l’impegno, la dedizione e il lavoro svolti. La mia squadra non è fatta di persone attaccate ad una poltrona, ma di progetti da portare avanti con un unico, nobile fine: il benessere della collettività. Questi quasi due anni di mandato mi hanno convinto che è necessario aprire a nuove risorse ridistribuendo le competenze per sviluppare azioni di programmazione e progettazione finalizzate al raggiungimento di obiettivi chiari, definiti temporalmente e di interesse per la città. La mia maggioranza è unita e coesa e continuerà ad operare da interfaccia tra il territorio e l’Ente”.

In attesa del cambio di Giunta – che avverrà nelle prossime settimane – l’assessore Piero Pozzana ha preferito presentare le dimissioni per incompatibilità ambientale tornando così a dedicarsi a tempo pieno alla sua attività professionale.

“A Piero mi lega un rapporto di stima e fiducia reciproci – ha aggiunto il primo cittadino -. Lo ringrazio per il lavoro svolto in questi mesi nonostante le oggettive difficoltà, anche di bilancio, che spesso lo hanno portato a divergenze di vedute con parte della maggioranza”.




Alfie verrà in Italia. Riattaccato l’ossigeno. L’Equipe del Bambino Gesù è pronta. Pinotti ha fornito un aereo

ROMA – “In questo momento Alfie ha un respiratore. L’Equipe del Bambino Gesù è pronta per partire con un aereo fornito dal ministro Pinotti”. Così l’ospedale conferma quanto annunciato dal presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc a Radio 24. “Ho parlato poco fa con Thomas, il padre di Alfie. In questo momento Alfie ha la mascherina per l’ossigeno però c’è bisogno di trasportarlo”. ”Poco fa ho parlato con l’ambasciatore Trombetta a cui ho detto che la nostra equipe e’ allertata e pronta a partire in pochi minuti”.

Il ministro Pinotti, ha affermato Enoc a Radio 24, “si sta attivando per dare l’aereo. La situazione va risolta in pochi minuti”. ella giornata di ieri, Enoc si era recata a Liverpool, ma ha riferito di non essere stata ricevuta dai responsabili dell’ospedale, dove Alfie è ricoverato.

Alfie: post madre: ‘Riattaccato l’ossigeno e data l’acqua’

“Ad Alfie è stato assicurato l’ossigeno e l’acqua! E’ sorprendente. Non importa cosa accadrà, ha già dimostrato che i medici si sbagliano”. Lo scrive in un post la mamma di Alfie, Kate James. Nel post,  sono pubblicate due foto del piccolo: nella prima, si vede il bambino senza cannule per l’ossigeno in braccio alla madre; nella seconda, Alfie ha invece le cannule nasali per l’apporto di ossigeno. La madre ha espresso la propria gioia per la possibilità data ad Alfie di poter usufruire dell’ausilio per l’ossigenazione con un post in cui campeggiano vari cuoricini e che si conclude con la frase “Quanto è bello”.

La macchina per la ventilazione respiratoria è stata staccata ad Alfie ieri sera, all’incirca alle 22.30 ora inglese, dopo una giornata densa di polemiche e contatti diplomatici in cui al bimbo è stata concessa la cittadinanza italiana.

Papà di Tom, il bimbo respira ma presto servirà aiuto – Alfie Evans ha continuato a respirare per oltre 9 ore dopo il distacco dal ventilatore. Lo conferma il padre Tom ai media britannici a Liverpool affermando che non è quanto si aspettassero i medici: “Dicevano che stava soffrendo e invece non soffre anche senza respiratore”, nota, dicendosi convinto comunque che entro “un paio d’ore” potrà aver bisogno di “sostegno” per continuare a respirare. Tom aggiunge che il bimbo non ha avuto neppure acqua o cibo “per sei ore”, ma poi è stato idratato dai sanitari. E precisa che mamma Kate dorme con lui.

Ieri Anthony Hayden, il giudice d’appello britannico che giorni fa ha firmato il verdetto che autorizza i medici di Liverpool a staccare la spina al piccolo Alfie Evans, ha chiuso la porta a ogni ripensamento dopo un ultimo consulto con gli avvocati delle parti e un confronto telefonico anche con i rappresentanti legali della famiglia in Italia: coinvolti in seguito alla concessione della cittadinanza italiana al bimbo.

Sempre ieri “I ministri degli Esteri Angelino Alfano e dell’Interno Marco Minniti hanno concesso la cittadinanza italiana al piccolo Alfie. In tale modo il governo italiano auspica che l’essere cittadino italiano permetta, al bambino, l’immediato trasferimento in Italia“.

Le procedure per il distacco del respiratore di Alfie soono riprese alle 17.30 di ieri in Italia, dopo una sospensione di alcune ore ottenuta dai genitori per ottenere un’ulteriore dilazione “per chiarire un aspetto formale della sentenza”.

E il Papa ha fatto un nuovo appello via twitter: “Commosso per le preghiere e la vasta solidarietà in favore del piccolo Alfie Evans – afferma -, rinnovo il mio appello perché venga ascoltata la sofferenza dei suoi genitori e venga esaudito il loro desiderio di tentare nuove possibilità di trattamento”.




Coraggio Alfie! Staccato il respiratore, il piccolo è ancora vivo. I genitori hanno praticato la respirazione bocca a bocca per tutta la notte. L’Italia deve prendere posizione

Il piccolo Alfie sarebbe ancora vivo a 9 ore dal distacco del respiratore, avvenuto ieri sera alle 22.30 ora inglese. Lo confermerebbero fonti vicine alla famiglia. Le stesse fonti rendono noto che i genitori del piccolo gli avrebbero praticato la respirazione bocca a bocca per tutta la notte, non potendo più il bambino ricevere ossigeno dalle macchine. Sarebbero, secondo quanto si apprende, ancora in corso i contatti diplomatici con l’obiettivo di riattaccare in extremis il respiratore al piccolo Alfie.

Papà di Tom, il bimbo respira ma presto servirà aiuto – Alfie Evans continua a respirare da oltre 9 ore dopo il distacco dal ventilatore. Lo conferma il padre Tom ai media britannici a Liverpool affermando che non è quanto si aspettassero i medici: “Dicevano che stava soffrendo e invece non soffre anche senza respiratore”, nota, dicendosi convinto comunque che entro “un paio d’ore” potrà aver bisogno di “sostegno” per continuare a respirare. Tom aggiunge che il bimbo non ha avuto neppure acqua o cibo “per sei ore”, ma poi è stato idratato dai sanitari. E precisa che mamma Kate dorme con lui.

Ieri Anthony Hayden, il giudice d’appello britannico che giorni fa ha firmato il verdetto che autorizza i medici di Liverpool a staccare la spina al piccolo Alfie Evans, ha chiuso la porta a ogni ripensamento dopo un ultimo consulto con gli avvocati delle parti e un confronto telefonico anche con i rappresentanti legali della famiglia in Italia: coinvolti in seguito alla concessione della cittadinanza italiana al bimbo.

Sempre ieri “I ministri degli Esteri Angelino Alfano e dell’Interno Marco Minniti hanno concesso la cittadinanza italiana al piccolo Alfie. In tale modo il governo italiano auspica che l’essere cittadino italiano permetta, al bambino, l’immediato trasferimento in Italia“.

Le procedure per il distacco del respiratore di Alfie soono riprese alle 17.30 di ieri in Italia, dopo una sospensione di alcune ore ottenuta dai genitori per ottenere un’ulteriore dilazione “per chiarire un aspetto formale della sentenza”.

E il Papa ha fatto un nuovo appello via twitter: “Commosso per le preghiere e la vasta solidarietà in favore del piccolo Alfie Evans – afferma -, rinnovo il mio appello perché venga ascoltata la sofferenza dei suoi genitori e venga esaudito il loro desiderio di tentare nuove possibilità di trattamento”.

Dopo il riconoscimento della cittadinanza, il padre – in un post su Facebook – scrive: ‘Attendiamo che il ministro degli esteri italiano chiami Boris Johnson. Alfie appartiene all’Italia”. Alfano e Johnson sono oggi entrambi a Toronto per la riunione del G7 dei ministri degli Esteri.

“Mio figlio appartiene all’Italia, io sono qui e qui resto, continuo a lottare come Alfie continua a lottare”, ha detto ancora il padre, rivolgendosi di fronte all’ospedale di Liverpool ai sostenitori che protestano contro la decisione della giustizia britannica di autorizzare i medici a staccare la spina. “Continuo a lottare per lui”, ha detto ancora Tom Evans, precisando di essere “in contatto con l’ambasciatore italiano”. “Io amo Alfie, amo Kate (la mamma del piccolo) e non mi arrendo”, ha concluso.

Secondo Maria Pia Garavaglia, vice presidente del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB), “in Italia, con il biotestamento, abbiamo una legge esplicita sul fine vita e, per quanto riguarda i minori, i titolari del diritto di scelta sono i genitori. E’ evidente che con l’acquisizione della cittadinanza italiana si applicherà la legge italiana, quindi saranno i genitori a decidere”.

Una parte dei manifestanti che protestavano fuori dall’Alder Hey Hospital di Liverpool ha tentato di fare irruzione nell’ospedale, come riportano i media britannici. La polizia ha serrato le file per bloccare l’ingresso, ma la tensione resta alta e la protesta si rafforza con ormai diverse centinaia di sostenitori della battaglia dei genitori presenti.

I manifestanti, che sventolano insegne del cosiddetto ‘Alfie Army’, sostengono i genitori nella battaglia contro la decisione della magistratura britannica di autorizzare i medici a staccare la spina.

“Ho parlato con i genitori, ho portato loro la vicinanza di Papa Francesco, ma anche dei tanti genitori che si trovano nella loro situazione”. Lo ha detto all’ANSA il Presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc che ha appena lasciato l’ospedale di Liverpool, dove è ricoverato il piccolo Alfie Evans. “I genitori non si rassegnano, stanno facendo di tutto per rallentare l’inizio della procedura ma non si può più far nulla”, aggiunge Enoc




Governo, dopo Casellati il mandato a Fico: obiettivo accordo M5s-Pd

Alle 17,00 di ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito all’onorevole Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati, il mandato esplorativo per la creazione di un governo con il Partito Democratico. Nell’accettare, il presidente Fico ha dichiarato che prioritari nei suoi sondaggi saranno i programmi.

Quindi un mandato non ampio, come ci si aspettava, ma mirato.

Un mandato a breve scadenza, come è stato anche per la Casellati. Impossibile, nonostante la buona volontà di Salvini, si è rivelato l’accordo che sarebbe logicamente emerso dai risultati elettorali, cioè un governo CDX- M5S. o, al limite, Lega-M5S, impossibile per lo sbarramento di Berlusconi, che ha rifiutato un appoggio esterno di Forza Italia al governo, ma anche per l’impossibilità di Salvini di abbandonare i compagni della Lega in seno alla coalizione.

Già da ieri il presidente Fico ha iniziato le consultazioni

Dieci punti sono fondamentalmente quelli proposti da Di Maio per un accordo ‘alla tedesca’. Bisogna vedere ora la reazione dei Dem di fronte a questa occasione che probabilmente era nelle loro previsioni. Il percorso di Fico non sarà però così agevole. Non tutti, infatti, nel PD, sono d’accordo ad una alleanza con un partito che fino a ieri li ha messi alla berlina, arrivando a dire che avevano ‘le mani sporche di sangue’. Certamente contrari saranno i renziani, che hanno in Senato la loro roccaforte: infatti in Senato i numeri di una maggioranza parlamentare sarebbero risicati. A questa alleanza parteciperebbe, con tutta probabilità, anche Grasso con LEU, il che darebbe qualche numero in più per l’accordo. In caso di fallimento anche di Fico, l’alternativa sarebbe un governo tecnico, il ‘governo del presidente’, certamente auspicato da chi invoca ordini dall’alto dell’UE. Oppure un governo di tregua, con la partecipazione di tutte le forze politiche: una soluzione a scadenza breve, adottata per cambiare, se non altro, la legge elettorale.

Strada in salita, quindi, anche per Fico

Il punto cruciale sarà la discussione sui 10 punti da mettere in atto secondo il calendario di Di Maio, punti che nel tempo hanno subito una modifica rispetto a quelli presentati in programma elettorale. Nessuna influenza, come qualcuno si aspettava, hanno avuto le elezioni in Molise, dove la coalizione di Centrodestra ha rafforzato le sue posizioni, risultando la più votata. M5S al 38% hanno in sostanza confermato le proprie posizioni, mentre non c’è stato l’atteso sfondamento della Lega in seno al CDX.

Roberto Ragone