Accademia italiana di criminologia, dall’FBI al top dei professionisti: il primo congresso a Roma

ROMA – All’Università degli Studi Internazionali di Roma –UNINT in via Cristoforo Colombo, 200, è in corso da ieri il primo congresso nazionale dell’Accademia Italiana di Criminologia, sistema penale, investigazioni e sicurezza il cui principale organizzatore è il professor Vincenzo Maria Mastronardi, già titolare della Cattedra di Psicopatologia forense dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Presidente dell’AIC di Roma (Accademia Italiana di Criminologia, Sistema penale, Investigazione e Sicurezza). I lavori del congresso dureranno fino alla giornata di domani domenica 29 aprile.

Tanti gli illustri nomi degli altri organizzatori dell’evento:

Il professor Enrico Marinelli, Sezione di Medicina Legale Sapienza Università di Roma; l’avvocato Lello Spoletini, direttore Associazione Tutela dei Diritti; la professoressa Simona Zaami, Sezione di Medicina Legale Sapienza Università di Roma; l’avvocato Matteo Santini, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma; l’avvocato professor Giovanni Neri, segretario dell’Accademia Italiana di Criminologia, Sistema Penale, Investigazione e Sicurezza; il professor Gianluca Montanari Vergallo, Sezione di Medicina Legale Sapienza Università di Roma; la professoressa Monica Calderaro, direttore dell’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologico-Forensi; la professoressa Lucrecia Vega Gramunt, responsabile per la Spagna e l’America Latina dell’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologico-Forensi.

Tra i partecipanti rappresentanti dell’Arma dei carabinieri e della Federal Bureau of Investigation statunitense (FBI)

Numerosi esperti di fama nazionale e internazionale, appartenenti al mondo accademico e delle professioni e istituzionale con ufficiali dell’Arma dei carabinieri nonché una rappresentanza dell’FBI statunitense. Presente il professor Antonello Crisci, medico legale, consulente di parte della famiglia Bergamini (Caso Denis Bergamini, giocatore del Cosenza morto in tragiche ed oscure circostanze).  Inoltre: Fabio Cicchitelli, odontoiatra e criminologo dell’Acri;  Giovanni Cicchitelli, avvocato e criminologo. Il loro intervento è previsto per oggi 28 aprile alle 17.45 dove sarà presente anche Michelangelo Russo, avvocato penalista-cassazionista di Cosenza.

Il programma della prima giornata

Ieri a dare il benvenuto agli intervenuti il professor Ciro Sbailò dell’Università degli Studi Internazionali di Roma – UNINT. Le relazioni introduttive sono state curate dal professor Javier Alejandro Bujan rettore dell’Istituto Universitario Nazional de Derecios Humanos “Madres de Plaza de Mayo” di Buenos Aires; dal professor Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Professore emerito Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”; dal professor Natale Mario Di Luca, Responsabile della sezione dipartimentale di Medicina Legale Sapienza Università di Roma; dal professor Jorge A. Sereni presidente della Fondazione Civitas et Lex di Buenos Aires.

Durante la prima sessione di ieri si è parlato di tecniche e negoziazione e profiling con il professor Vincenzo Mastronardi, già titolare della cattedra di psicopatologia forense Sapienza Università di Roma; con il professor Gregory Vecchi, profiler già FBI supervisor e docente agenti speciali FBI, USA. Esperto dell’FBI in tecniche di negoziazione e profiling dipartimento di giustizia penale, studi giuridici e lavoro sociale Missouri Western State University. Il professor Antonello Crisci e l’avvocato Massimiliano Fioravanti hanno parlato di vittimologia; il Presidente avvocato Lello Spoletini ha parlato del fenomeno delle coppie criminali mentre il professor Paolo Capri e il professore avvocato Pietro Mazzeri hanno argomentato di profili delle vittime di famiglia e delle dipendenze.

Il programma di oggi (seconda giornata)

La seconda sessione plenaria vedrà affrontare tematiche legate alle prospettive di applicazioni dopo le ultime note giurisprudenziali della legge Gelli-Bianco e le sue reali applicazioni con il presidente professor Enrico Marinelli e la professoressa Simona Zaami; Cons. Giovanni Battista Petti, presidente della III Sez. Civile della Suprema Corte di Cassazione; dottor Enrico Pedoja, segretario Società Medicolegale Triveneta. Seguirà poi la presentazione del dizionario Italiano del Crimine di Vincenzo Maria Mastronardi, a cura del dottor Stefano Loparco, direttore generale Osservatorio Nuove Professionalità (ONP). Si parlerà di responsabilità sanitaria- aspetti penalistici con il professor Gianluca Montanari Vergallo e l’avvocato Maia Agnino.

Nel pomeriggio ci sarà lo Standard Internazionale delle tecniche investigative e relativi profili con il Presidente professor Vincenzo Mastronardi; professor Gregory Vecchi, che parlerà dell’analisi predittiva dei comportamenti: profiling dell’aggressore prima di eventuali attacchi nelle scuole e negli ambienti lavorativi; Il tenente colonnello Claudio Rubertà, comandante del nucleo Radio Mobile di Roma; il Generale Gioacchino Angeloni, già comandante provinciale della Guardia di Finanza di Torino attualmente ufficiale di collegamento tra il Comando generale della Finanza e il Ministero del Tesoro. Si parlerà poi della scena del crimine con il professor Giovanni Neri. E di perizie grafiche e altri argomenti criminologici con Fabio Cicchitelli, odontoiatra e criminologo di Acri;  Giovanni Cicchitelli, avvocato e criminologo. Il loro intervento è previsto per le 17.45. Con loro ci sarà pure Michelangelo Russo, avvocato penalista-cassazionista di Cosenza.

Il programma della giornata conclusiva (domani 29 aprile)

Durante la terza e ultima giornata del congresso si parlerà di giustizia penale tra il retributivo e il garantismo con il Presidente professor Vincenzo Mastronardi e l’avvocato Lello Spoletini; con il professor Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, ex presidente del Csm, professore emerito Università degli studi di Roma Tor Vergata; professor Claudio Zanghì, Emerito professore dell’Università di Roma Sapienza; professor Ricardo Alvarez, presidente della facoltà di diritto Università Maimonides. Buenos Aires; dottor Giacinto Siciliano, direttore della casa di reclusione di Milano San Vittore; Cons. dottor Gennaro Francione e il dottor Eugenio D’Orio, specialista in biologia e genetica forense, ricercatore Università di Copenhagen, direttore del Master “Biologia forense ed investigazioni scientifiche”.

Angelo Barraco

 




Pace mondiale e liti da cortile nostrane

Che Kim Jong-Un fosse un pazzo esaltato, un dittatore senza scrupoli, lo pensavano tutti, visti anche i precedenti di suo padre e di suo nonno. Di lui si diceva che fosse spietato con gli avversari politici, al punto da far divorare da un branco di cani suo zio che gli era contro. Tutti avevano tremato, paventando un conflitto mondiale – che avrebbe coinvolto Russia, Cina, America e alleati – quando in un momento di maggior tensione, Kim e Trump si erano scambiati offese a distanza. E intano si intensificavano le prove nucleari, con lancio di missili ed esplosioni sotterranee. Tuttavia, bastava guardare un po’ più in là per scoprire le manovre di Kim. Lungi dall’essere quello che si credeva, Kim si è rivelato uno stratega, anche se alla fine piuttosto prevedibile. Alla guida di una piccola nazione ridotta alla fame, pur avendo ai suoi confini stati prosperi come la Corea del Sud e la Cina, Kim ha capito che l’unica alternativa che gli si presentava era quella di fare la formica che disturba l’elefante. Certo a nessuno, in Occidente – ma neanche dalle sue parti – avrebbe fatto comodo un conflitto con la Corea del Nord. Quelle parate militari ‘oceaniche’ nascondevano i buchi nelle suole delle scarpe. Così, meglio per tutti offrire a Kim una soluzione epocale, che si è concretizzata con suo grande piacere ed emozione, proprio un paio di giorni fa. Il mondo ha tirato un sospiro di sollievo. Un po’ meno i produttori di armamenti. Ma tant’è, la pace è fatta con grande soddisfazione di tutti. Ora la Corea del Nord potrà risollevare la propria economia, e le famiglie divise potranno riunirsi. Kim sarà più grande, agli occhi dei suoi, di ciò che sarebbe se avesse scatenato una guerra contro Trump. Tutto è bene ciò che finisce bene, e vissero felici e contenti. Ogni tanto una bella favola aiuta a vivere. Due nazioni si sono riunite, l’America di Trump celebra la vittoria del suo presidente, eccetera eccetera.

Non così quando la diatriba è piccola, come in questi giorni da noi

Stiamo assistendo al festival dell’irresponsabilità, da tutte le parti. Di Maio, davanti ad un Salvini che sarebbe disponibile a mettere insieme un governo, nicchia, rifiutando Berlusconi. Il quale, comportandosi anche lui in modo puerile, paragona Di Maio a Hitler, rincarando la dose di insulti ad un leader Cinquestelle che, a fronte dell’accusa di poca o nulla democrazia in seno al partito, minaccia di voler risolvere una volta per tutte l’annosa questione del conflitto d’interessi del Caimano. Il quale, da parte sua, parla di ‘esproprio proletario anni ’70’. Mentre un Salvini, pur pieno di buona volontà, conferma che non romperà mai la coalizione abbandonando Berlusconi. Intanto il PD, spaccato almeno in due – ma forse in più pezzi – bordeggia con Martina al timone, al quale non parrebbe vero di tornare in sella al posto di un Renzi che ha dichiarato che se il PD dovesse andare con M5S sarebbe morto per sempre. Questo è ciò che tanti si augurano, visti i guasti e la conduzione senz’altro poco democratica di questi cinque anni. Per fare un esempio, abbiamo parlato spesso del permesso concesso alle multinazionali del gas e del petrolio di trivellare entro le dodici miglia nel mare Adriatico: concessione folle, per chi conosce i posti e le conseguenze di una tale impresa. Il TAR del Lazio ha respinto l’istanza formulata da 7 Comuni del Teramano e da altri due Comuni marchigiani – e vorremmo conoscere i nomi dei giudici – che mirava ad impedire che l’Adriatico diventi una morta gora, piuttosto che un mare pescoso e limpido. Il decreto di Via è stato rilasciato in favore della Spectrum Geo Limited, che potrà così, con tutti i crismi di una legalità al limite dell’odor di mafia, trivellare e sparare le sue ‘air bomb’ a suo piacimento, in un’area di quasi 30.000 km. quadrati. In pratica tutto l’Adriatico. Questo è uno degli ultimi regali di un partito-governo guidato da Renzi, notoriamente proiettato verso i grandi capitali delle multinazionali, favorite più volte. Ancora possiamo osservare 107 piattaforme per la ricerca del gas naturale, che in futuro costituiranno una curiosità per i turisti attirati dall’archeologia industriale, dato che rimarranno sine die a deturpare l’ambiente. Il disastro ambientale sarà enorme, in tutti i sensi. Sappiamo chi dobbiamo ringraziare. E ora questi personaggi – o questo personaggio – si riaffaccia alla scena politica avendo come mentore il partito – o Movimento – che pareva dovesse fare da castigamatti. Non sappiamo se le trattative, definite ‘promettenti’ da un Fico piuttosto incerto, andranno a buon fine: in coscienza ci auguriamo di no.

Una piccola riflessione

se Kim Jong-Un e Moon Jae-In sono riusciti a stringersi la mano attraverso il 38° Parallelo, per il bene delle due Coree e di tutta l’umanità, rinunciando a settant’anni – o giù di lì – di inimicizia e di minacce reciproche, perché altrettanto non può succedere per una questione molto più piccola, agli occhi del mondo, come la costituzione del nostro governo?  In una lite di cortile, com’è quella a cui stiamo assistendo, quello che vince è il primo che tende la mano all’avversario, e che riscuote l’approvazione e la simpatia di quegli spettatori che stanno a guardare come va a finire. Non è corretto politicamente che circa il 72% degli elettori – CDX più M5S – siano traditi in questa maniera, e che debbano assistere al festival dell’irresponsabilità. Proprio quella di cui ognuno accusa l’altro. La nazione ha bisogno di un governo, i poveri sono undici milioni, l’Italia non cresce – l’1,5 per cento è una barzelletta coniata per coprire l’inflazione – i pensionati non arrivano a fine mese – ben il 70% sotto i mille euro – la nazione è allo sbando, le cosiddette riforme tanto vantate sono fasulle. Eccetera eccetera. Se i contendenti fossero persone mature, che lavorano, o vorrebbero farlo, per il bene del paese, come proclamato, farebbero un passo indietro ciascuno, e se necessario, anche due, invece di continuare in contese da trivio. “Usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?” Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza? diceva Cicerone qualche secolo fa. Fino a quando, dissennati, tirerete la corda? Piuttosto andiamo a nuove elezioni. Ormai abbiamo capito chi abbiamo di fronte, e il nostro voto sarà, almeno lui, più responsabile.

Roberto Ragone




Il piccolo Alfie è morto, il papà: “Abbiamo il cuore spezzato”

Il piccolo Alfie Evans è morto. Lo hanno annunciato entrambi i genitori su Facebook

Proprio giovedì sera il papà del piccolo aveva di fatto annunciato di considerare conclusa la sua battaglia chiedendo ai medici dell’ospedale di Liverpool, dove il figlio di 23 mesi si trovava ricoverato, per ricevere l’autorizzazione a riportarlo a casa. Tom Evans aveva letto una dichiarazione in cui prometteva di voler «formare una relazione» e «costruire un ponte» con l’ospedale, chiedendo ai dimostranti che da giorni protestano di fronte alla clinica di tornare a casa, Il padre aveva ringraziato per il sostegno l’Italia e la Polonia riconoscendo nel contempo «la dignità e la professionalità» dei medici dell’ospedale pediatrico di Liverpool, che per oltre un anno hanno assistito il bambino affetto da una grave malattia degenerativa.




Salvini, #andiamoagovernare: “Di Maio torni a sedersi con il centrodestra o elezioni entro l’estate”

Dopo il termine del secondo round di consultazioni si attende la riunione della direzione del Pd fissata per il 3 maggio. Intanto nel centrodestra Matteo Salvini fa un nuovo appello al dialogo a Di Maio. “La mia parola – sottolinea a Radio 1 a ‘Gioco a premier’ – vale più delle ambizioni di Di Maio. Io non riuscirei a fare quello che fa Di Maio un giorno parla con la Lega e il giorno dopo parla con il Pd. Io rispetto gli elettori. Spero che Di Maio faccia un bagno di umiltà e torni a sedersi al tavolo del Centrodestra“. “Se dovessi scommettere un euro – aggiunge – scommetterei su un governo che rispetti il voto del 4 marzo quindi con centrodestra e 5 stelle. Se così non fosse: elezioni, anche prima di ottobre”. “Anche con la legge elettorale invariata – continua Salvini – il centrodestra vincerebbe. Tanto lo sanno tutti che Renzi e Di Maio non c’azzeccano l’uno con l’altro”.

Il leader del Carroccio ha comunque ribadito in mattinata la fedeltà al centrodestra. “Sono storie inventate da chi ha interesse a inventarle”, commenta Berlusconi. “I giornali di oggi dicono che lunedì lascerò Berlusconi? – dice Salvini mentre è in Friuli in campagna elettorale per le regionali – Capisco perché vendano sempre di meno. Non è vero che accadrà. Non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d’ora: non faccio come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra”.

“Lasciare Berlusconi – ha sottolineato – non è l’unica strada per fare il governo: non cedo a veti, controveti e capricci. Il Centrodestra ha vinto con un programma comune e siamo ben disponibili a dialogare con i secondi arrivati ma non coi terzi”. “Se Mattarella regala agli italiani – ha detto ancora – una settimana di telenovela su Renzi e Di Maio non so cosa possono scrivere i giornali per una settimana”, ha aggiunto Salvini “e così riempiono le pagine con ipotesi non vere che ci riguardano”.

E poi ha ribadito l’importanza di vincere in Friuli Venezia Giulia

 

“Non mi sento assolutamente minacciato – ha detto ancora replicando alle affermazioni di ieri di Di Maio – dalle tv di Berlusconi. Ognuno è libero di scrivere o raccontare quello che vuole: non penso che in Italia ci siano rischi di questo tipo”, ha aggiunto.

“Le percentuali di un governo tra Pd e Cinquestelle – ha concluso – sono pari a zero: è un accordo contro natura e soprattutto una presa in giro agli italiani”. “Fossi un elettore dei Cinquestelle avrei o problemi o vergogna: però ognuno fa le proprie scelte”.

“Se le cose vanno come devono andare mi impegno ad andare al governo più in fretta possibile – ha detto poi Salvini parlando a Udine –. Unica cosa che non posso impegnarmi a garantire è la salvezza dell’Udinese e il Milan in Europa”. “Ho ambizione sciocca e fuori moda di dare agli italiani un governo che rispecchia il voto degli italiani. Prima vengono gli italiani, poi viene il resto del mondo. Mano libera alle forze dell’ordine per fare il loro lavoro. Non sarà facilissimo ma sono convinto che ce la possiamo fare”.

Non credo ad un accordo tra Pd e M5S, per il Pd sarebbe l’inizio della fine”, ha detto anche Berlusconi a Trieste. Cosa succede? “secondo me succede che il centrodestra torna in Parlamento con un proprio governo per ottenere anche altri voti oltre ai suoi e magari” arrivare alla fiducia “attraverso delle astensioni”. Dice il Cav ribadendo che “non c’è nessuna possibilità di un accordo con il M5S”. “Io non ho posto veti ma Di Maio ha detto che sono il male assoluto e non vuole neanche dei ministri di area”. Cosa deve fare il presidente Sergio Mattarella? “Ho piena fiducia in Mattarella ma secondo me la cosa più logica sarebbe consentire al centrodestra di andare in Parlamento” per ottenere la fiducia ad un suo governo. “Succede in altri Paesi, non vedo perché non debba succedere qui”.

“Sarebbe un male tornare al voto. Chi ha vinto queste elezioni ha il diritto e il dovere di fare un governo”. Cosa mi auguro per l’Italia? “Che ci sia un governo democratico e competente”, aggiunge Berlusconi parlando ai cronisti dal Municipio della città, dove si è recato con il sindaco Dipiazza.




Storico accordo tra le due Coree, Moon Jae-in e Kim Jong-un: “Impegno sulla denuclearizzazione”

Storico incontro fra i leader delle due Coree al confine fra i due stati, a cavallo della linea di demarcazione del villaggio di Panmunjom. Il terzo summit intercoreano fra il leader di Pyongyang, Kim Jong-un, che ha invitato a non sprecare l’occasione perché ‘una nuova storia comincia adesso’; e quello di Seul Moon Jae-in, il quale ha ricordato che il mondo guarda all’incontro.

Moon Jae-in e Kim Jong-un hanno convenuto sull’impegno di completare la denuclearizzazione della penisola coreana, concordando anche di ridurre gli arsenali convenzionali a sostegno degli sforzi per ridurre le tensioni militari e rafforzare la pace nella penisola.

Le due Coree di sono impegnate a trasformare entro il 2018 l’armistizio siglato nel 1953 in un vero e proprio trattato di pace. Lo prevede la dichiarazione congiunta firmata dai leader Moon Jae-in e Kim Jong-un.

“Abbiamo aspettato a lungo questo momento per molto tempo e quando è giunto abbiamo realizzato che siamo una nazione, che siamo vicini”. E’ il messaggio letto dal leader nordcoreano Kim Jong-un, a commento della firma della dichiarazione congiunta. “Siamo legati dal sangue e i compatrioti non possono vivere separatamente”, ha aggiunto.

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha detto che non rovinerà più il sonno del presidente sudcoreano Moon Jae-in a causa del lancio di missili balistici, quale effetto dello stop ai test nucleari e balistici annunciato la scorsa settimana. E’ quanto ha riferito Yoon Young-chan, portavoce dell’Ufficio presidenziale di Seul in un briefing coi media trasmesso da Arirang Tv. “Non interromperò più il sonno del primo mattino”, ha affermato Kim rivolgendosi a Moon.

Le due Coree hanno concordato che il presidente Moon Jae-in debba visitare Kim Jong-un a Pyongyang in autunno. Lo dichiarazione congiunta firmata dai due leader, tuttavia, non precisa il periodo limitandosi a ricordare che tra i due ci saranno, su base regolare, incontri e telefonate dopo la recentissima apertura di una linea rossa.




Nuovo Parlamento italiano, il più giovane della storia repubblicana

Spinti dal tedio dei 50 giorni di pantano governativo, abbiamo analizzato i profili dei neo-eletti che si divideranno tra Camera e Senato. Frugando i dati dell’analisi dell’osservatorio civico OpenPolis emerge che il nuovo Parlamento presenta l’età media più bassa affermandosi come il più giovane della storia repubblicana. Per il Senato l’età media si attesta ai 52 anni, mentre alla Camera si registra ai 44. Ciò è dovuto soprattutto all’ingresso del Movimento Cinque Stelle che si distanzia di una media di 6 anni dal partito più longevo di Liberi e Uguali.

La XVIII legislatura ha segnato un’impennata delle quote rosa

In entrambi i rami del Parlamento. Cambiamento profondo se si considera il 17.2% di presenza femminile nel 2006-2008 contro il 34.6% odierno.

Dato curioso è rappresentato dai Parlamentari al primo incarico politico, ossia coloro i quali non hanno mai assunto cariche a livello locale, né nazionale e tanto meno europeo

Nella frangia di Montecitorio i vergini sono il 35% mentre a Palazzo Madama decresce al 30,16%. M5S detiene il record del 65% di esordienti onorevoli.

Elemento ormai pleonastico in Italia è il numero di indagati e non

146 gli indagati, condannati e prescritti nelle liste di voto del 4 marzo. Nel periodo pre-elettorale, il primato di questa tanto agognata lista se lo aggiudica il centrodestra con 36 candidati nei collegi uninominale da aggiungersi ai 59 del proporzionale. Record conservato intatto al 23 marzo, giorno dell’insediamento parlamentare. Nel nome del pregiudicato e incandidabile Berlusconi sono circa il 17% ad essere coinvolti in procedimenti penali o ad essere oggetto di sentenze avverse in primo o secondo grado. Agli antipodi, nessun indagato o condannato tra le fila di Luigi Di Maio sottratti una decina tra massoni e furbetti No Rimborso. Al mezzo, solo parzialmente intaccati LeU. Per quanto spetta invece al Giglio Magico, bastino due nomi fra tutti: Piero De Luca e Micaele Campana famosa non per le sue strategie di Welfare ma per gli svariati vuoti di memoria plastificati in dozzine di “non ricordo” al processo Mafia Capitale.

Requisito non indispensabile ma sicuramente indicativo dello stato di professionalità dei nostri governanti è il titolo accademico

Il M5S, capitanato dal un non laureato, vanta due professori di economia ( Mastruzzo, Fioramonri e Tridico) tra il 25% di onorevoli con titolo superiore alla laurea. La percentuale scende al 15% per LeU, 12% per il Centrosinistra e 8% per il Centrodestra. Ma a sedersi sugli scranni legislativi anche molti non laureati. Un quarto tra Pd e LeU e solo il 18% per i pentastellati. Il Parlamento presenta delle zone di innovazione che a fatica avanzano per occupare il posto della ben sedimentata gerontocrazia. I baluardi annosi e stagionati, per non dire antiquati, sono la senatrice Emma Bonino alla nona legislatura da instancabile radicale e il deputato (ultra DC, UDC, Centro Cristiano Democratico, Centristi per l’Europa, PD), Pier Ferdinando Casini alla sua decima legislatura. Rincorrono Elio Vito (FI) all’ottava, Piero Fassino (PD) alla sesta e con loro numerosi latori di decennale esperienza.

Gianpaolo Plini




Alfie, la veglia a piazza San Pietro e l’appello del padre: “Chiedo al Papa di venire qui per rendersi conto di cosa sta accadendo”

Gli italiani si stringono attorno al piccolo di Liverpool Alfie Evans. Già da mercoledì 25 aprile è cominciata, attraverso i social, l’iniziativa che ha portato circa 300 persone in piazza San Pietro a Roma. Veglia e fiaccolata di preghiera che ha raccolto migliaia di persone in diretta su Facebook. La veglia si è ripetuta anche ieri sera alle 22.17, l’orario in cui, lo scorso lunedì, sono stati staccati i macchinari che tenevano in vita Alfie all’Alder Hey. L’iniziativa, che si è propagata in altre città tra cui Milano e Modena, “proseguirà fino a quando sarà necessario” fanno sapere i promotori.

Solo qualche giorno fa, i giudici inglesi hanno respinto la richiesta di trasferimento in Italia del bambino affetto da una malattia neurodegenerativa

“Chiedo al Papa di venire qui per rendersi conto di cosa sta accadendo”. Ha detto il papà del piccolo.

Ma è grande il riconoscimento dell’uomo nei confronti del nostro Paese, il primo a prodigarsi per un aiuto medico in extrema ratio: “Alfie è parte della famiglia italiana, – ha detto ancora il padre di Alfie – è parte dell’Italia. Noi apparteniamo all’Italia. Grazie per la solidarietà e il supporto. Vi amiamo. Continueremo a lottare – conclude – ricevendo sempre più forza dal popolo italiano”. Da lunedì sera, Alfie è staccato dai macchinari e da allora, tra alti e bassi, si è stabilizzato grazie all’ausilio di mascherine dell’ossigeno. “Alcuni dicono che è un miracolo, non è un miracolo, è una diagnosi errata. Alfie vive comodamente, felicemente, senza ventilazione, senza alcuna forma di ventilazione”.

Gianpaolo Plini




Verso il Governo Frankenstein: ok M5s la parola ora al direttivo Pd

Partiti i nuovi incontri con le forze politiche del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico. Incontro con le delegazioni del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle in seguito al mandato esplorativo conferito dal Capo dello Stato.

Il presidente della Camera Fico ha incontrato al Quirinale Mattarella per riferire l’esito delle consultazioni con Pd e M5S: l’esito del mandato si conclude in modo positivo, ha detto alla stampa.

 

I Dem con Maurizio Martina hanno sottolineato i passi in avanti di M5s, ma anche le diversità rispetto ai pentastellati e fatto sapere che sarà la direzione del Pd a decidere la linea da tenere rispetto al confronto avviato. Luigi Di Maio, dal canto suo, è tornato a chiudere con la Lega. “Accordo col Pd o si torna al voto”, ha detto.

“Se si riescono a fare le cose, bene. Altrimenti si torna al voto. Io pero chiedo uno sforzo al Pd”, ha detto Di Maio al termine del colloquio della delegazione M5s con Fico. “Capisco – ha detto ancora – chi nel M5s dice ‘mai col Pd’ e chi dal Pd dice ‘mai col M5s’ ma qui non si tratta di andare insieme, non si tratta di negare le profonde differenze o le divergenze, nel passato o nel presente, si tratta di cominciare a ragionare in un’ottica che non è di schieramento”. “Non so – ha detto ancora – come andrà, ce la metteremo tutta: spero si possa scrivere un contratto all’altezza delle aspettative degli italiani e poi i nostri iscritti valuteranno”, così come “con i loro tempi che rispettiamo gli organi” del Pd faranno le loro valutazioni. Infine, un attacco a Berlusconi: “Bisogna mettere mano – ha detto il Cav – a questo continuo conflitto di interesse che c’è in Italia. Penso ad esempio al fatto che Berlusconi usando le sue tv continua a mandare velate minacce a Salvini”.

Di Maio evoca discontinuità. Renziani irritati – “Non ci si può fossilizzare sull’idea di difendere per partito preso tutto quello che hanno fatto i governi in questi anni: dal voto del 4 marzo sono emerse delle richieste chiare sui problemi del precariato, sugli insegnanti che devono fare mille chilometri per andare a lavorare, sulle grandi opere inutili”. Luigi Di Maio pronuncia queste parole nel suo intervento al termine dell’incontro con il presidente della Camera Roberto Fico. E nel Pd la frase non passa inosservata e viene presa come una richiesta di discontinuità irritando più di un dirigente renziano. Un altro passaggio poco apprezzato è quello in cui Di Maio fa un distinguo tra i Dem: “Chiedo uno sforzo al Pd – afferma il capo del M5s – non si può chiedere al Movimento 5 stelle di negare le battaglie storiche…ho visto alcune dichiarazioni in questi giorni” di esponenti del Pd, “e non mi riferisco alla linea espressa dal segretario Martina, che apprezziamo”.

IL PD – Il Pd riconosce il “passo” di M5s di chiudere il confronto con la Lega, ma “al tempo stesso non nascondiamo le differenze tra noi, è giusto dirlo per serietà e responsabilità”. “Ci interessa – ha detto Martina – dare una mano a questo Paese in una fase delicata della storia istituzionale e politica. Se siamo arrivati fino a qui è perché altri hanno fallito, per 50 giorni assistito a diversi tentativi che non hanno prodotto un esito utile. Questo lavoro lo facciamo con spirito di servizio e nel solco degli indirizzi dati dal Presidente Mattarella”.

“Abbiamo deciso di convocare la direzione nazionale Pd il 3 maggio prossimo per decidere se e come accedere a questo confronto da comunità collettiva. Insieme discutiamo e poi insieme lavoriamo”.




Liverpool, in coma supporter: arrestati due romanisti per tentato omicidio

Un tifoso dei Reds in coma, due romanisti arrestati e accusati di tentato omicidio, l’Uefa “scioccata” dagli incidenti registrati nei pressi di Anfield, Liverpool “sconvolto”, e Roma ancora una volta al centro dell’attenzione della scena europea per il comportamento violento dei propri tifosi. Il day-after della semifinale d’andata di Champions League è a tinte fosche, con un bilancio degli scontri gravissimo. Sean Cox, il 53enne irlandese rimasto a terra dopo i tafferugli, è ricoverato al Walton Neurological Center e versa in condizioni critiche. I familiari hanno riferito ai media che sarebbe in coma, con gravi danni al cervello causati dai colpi sferrati – secondo le ricostruzioni della polizia – con cinte, bastoni e un martello. La moglie del tifoso dei Reds, secondo altri parenti sentiti dal Mirror e dal Liverpool Echo, si starebbe chiedendo in queste ore “se non sia il caso di lasciarlo andare”.

Per l’aggressione sono in arresto da ieri due ultrà romanisti – Filippo Lombardi di 21 anni e Daniele Sciusco di 29 -, per tentativo di omicidio

I due sono stati identificati dagli agenti della Digos della Questura di Roma inviati in Gran Bretagna per collaborare al dispositivo di sicurezza messo in atto dalla polizia locale. La polizia italiana ha avvertito i colleghi della presenza del gruppo ultrà ‘Fedayn’ a Liverpool e proprio con il suo arrivo vicino allo stadio sono avvenuti i violenti incidenti in cui il tifoso dei Reds è stato ferito. Gli agenti italiani hanno individuato il gruppo, una quarantina di persone bloccate dalla polizia inglesi per essere riprese con video e identificate e quindi fatte entrare comunque nello stadio. Durante la partita gli uomini della Digos han visionato i filmati e identificato Sciusco e Lombardi, entrambi già noti come appartenenti al gruppo ultrà, come due dei responsabili degli incidenti.

Successivamente i due sono stati bloccati sempre da parte della Digos e poi sottoposti a fermo. L’Uefa si è detta “profondamente scioccata” per quello che ha definito come un “vile e ignobile attacco” che certamente provocherà “provvedimenti severissimi. “Prima di decidere sulle potenziali accuse disciplinari”, tuttavia, ha precisato di essere “in attesa di ricevere i rapporti completi”. Il rischio è che nella prossima riunione della Commissione disciplinare prevista per il 31 maggio si arrivi a dure sanzioni per la Roma, che potrebbero portare anche alla squalifica dell’Olimpico. I giallorossi vantano altri precedenti finiti nella black list, come gli scontri con il Galatasaray nel 2002.

La Roma rientrata nel pomeriggio per cominciare a preparare la gara di campionato col Chievo, ha rivolto un pensiero e “le nostre preghiere al tifoso ricoverato in ospedale e alla sua famiglia”, e soprattutto “condanna nella maniera più dura possibile l’aberrante comportamento di una ristretta minoranza di tifosi in trasferta che hanno arrecato vergogna al club e alla stragrande maggioranza dei romanisti che hanno avuto una condotta esemplare ad Anfield. Non c’è posto per comportamenti così vili nel mondo del calcio. Il club ha offerto la collaborazione al Liverpool, alla Uefa e alle autorità”. La società inglese ha fatto sapere di essere “scioccata e sconvolta”, e poi ha chiesto chiarezza spiegando che “continuerà a lavorare a stretto contatto con le autorità competenti per stabilire come sono andati i fatti” relativamente a quello che è considerato un “grave e inquietante incidente”. Che adesso fa schizzare alle stelle la tensione per la semifinale di ritorno con oltre cinquemila tifosi inglesi attesi per la gara dell’Olimpico.




Matera, Montescaglioso aderisce al “Decoro delle Bandiere” dell’ Ancri: interviste ai protagonisti di una iniziativa di alto valore morale

MATERA – La Buona notizia. Montescaglioso aderisce al progetto “Decoro delle Bandiere” dell’ANCRI. L’orgoglio della Città nel comunicato del Sindaco Vincenzo Zito: “Con particolare orgoglio e gioia la nostra Città, dopo aver partecipato al progetto Decoro della Bandiera, è stata selezionata dall’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) per la consegna di un nuovo Tricolore, simbolo dell’Unità nazionale e della Repubblica, da issare presso la Residenza Municipale. L’iniziativa, a cui l’Amministrazione ha partecipato su idea dell’Assessore Francesca Fortunato e suggerita dal Presidente Regionale dell’ANCRI Cav. Donato Leone, si colloca tra le varie attività previste dall’ANCRI in occasione del 70° anniversario della promulgazione della Costituzione. Montescaglioso, con questo progetto, ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori ed i Simboli della Repubblica richiamati dalla nostra Carta Costituzionale. La Cerimonia di Consegna, dunque, è prevista venerdì 27 aprile 2018 alle ore 12.00 presso la Sala del Capitolo dell’Abbazia di San Michele Arcangelo alla presenza del Sindaco Vincenzo Zito, della Giunta e del Consiglio Comunale, del Prefetto di Matera Antonella Bellomo, del Questore Paolo Sirna, del Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Samuele Sighinolfi, di altre autorità religiose e militari, della Dirigente Scolastica Antonia Salerno e di alcune classi dell’Istituto Comprensivo Palazzo – Salinari. La delegazione dell’ANCRI sarà rappresentata, invece, dal Presidente Tommaso Bove e dal Prefetto Delegato ai Rapporti Istituzionali Francesco Tagliente” Lo scrive in un comunicato il Sindaco di Montescaglioso Vincenzo Zito.

In occasione dei 70 anni dalla firma della Costituzione della Repubblica Italiana l’ANCRI (Associazione Nazionale insigniti al Merito della Repubblica) ha lanciato il “Progetto decoro della Bandiera”. Un progetto finalizzato a contribuire a garantire il decoro del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica soprattutto con la concreta azione di individuare gli Enti pubblici che non siano nelle condizioni economiche di poter sostituire il Tricolore esposto qualora versi in degrado.

Con questa nuova iniziativa l’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica ha inteso contribuire a mantenere alta l’attenzione sui Valori e i Simboli della Repubblica richiamati nella nostra Carta Costituzionale. L’ANCRI si è dichiarata pronta a valutare «espresse richieste ricevute da parte di organismi pubblici che non sono nelle condizioni di provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere strappate o lacerate».

In questo caso, «previa delibera del Direttivo Nazionale e compatibilmente con le risorse economiche disponibili, l’ANCRI provvederà all’acquisto e alla fornitura del materiale necessario alla messa in decoro, con modalità da concordare». Il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove e il prefetto Francesco Tagliente, Delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’Associazione, hanno avviato anche un monitoraggio degli edifici pubblici che presentano criticità in tema di decoro del Tricolore.

La notizia di questo progetto è stata accolta con grande favore anche da istituzioni, Amministrazioni Enti ed Associazioni che hanno a cuore il nostro Tricolore. Tra gli Amministratori interessati al progetto c’è anche il Sindaco Vincenzo Zito, che ha chiesto all’ANCRI la possibilità di sostituire il Tricolore del Comune di Montescaglioso, in provincia di Matera.

Ci fa piacere documentare queste sensibilità verso il nostro Tricolore e per questo abbiamo ritenuto di raggiungere il presidente dell’Ancri Tommaso Bove e il prefetto Francesco Tagliente, per saperne di più sul progetto e sulla iniziativa congiunta al Comune di Montescaglioso.

 

Presidente Bove, come nasce l’evento di Montescaglioso?

Nel dare attuazione al nostro Progetto “Decoro delle Bandiere”, il segretario della sezione di Matera, Cav. Antonio Montalbano, ci ha trasmesso una nota del Sindaco di Montescaglioso (MT) con la quale chiede all’ANCRI la possibilità di destinare un Tricolore al Comune di Montescaglioso, non avendo la disponibilità di fondi per sostituire quello lacero esposto al Comune. Ritenendo particolarmente interessante la questione ho condiviso con i componenti della segreteria di presidenza di occuparcene e ho chiesto al nostro delegato ai rapporti istituzionali, prefetto Francesco Tagliente di concordare con il sindaco le procedure per la consegna delle due bandiere, Italiana ed europea aggiungendo che sarebbe stato bello organizzare per venerdì la cerimonia di consegna della Bandiera poiché l’Ufficio di Presidenza si trasferisce in blocco a Cosenza per il Raduno Nazionale biennale dell’Associazione.

 

La consegna di una Bandiera, per quello che rappresenta per tutti noi, è un momento importante che merita la massima partecipazione possibile. Presidente se lo sarebbe aspettato che il progetto “Decoro delle Bandiere” dell’Ancri, avrebbe avuto tanto consenso sul territorio?

Certo. L’Ancri presenta un progetto solo dopo averlo condiviso con le strutture territoriali anche sul piano della operatività.

 

Prefetto Tagliente, lei è un uomo delle istituzioni, come vede questa iniziativa del sindaco di Montescaglioso?

Un sindaco che mette in cima alla scala dei valori della sua comunità la dignità del Tricolore, ad ogni costo, è un amministratore che merita tutto il rispetto istituzionale e sociale. La Bandiera Italiana e con essa l’inno di Mameli, sono il simbolo dell’unità e rappresentano l’orgoglio di essere italiani. Ogni ufficio pubblico ha l’obbligo di procedere ad un’attenta verifica sui vessilli esposti, avendo cura di controllare sia la corretta esposizione nel rispetto delle regole protocollari, sia che gli stessi non si presentino logori, scoloriti, strappati, sporchi o male avvolti intorno all’asta. Eventuali Bandiere in stato di degrado vanno sostituite. La crisi economico-finanziaria che stiamo vivendo non deve vederci rassegnati. Non deve far venir meno il dovere del Rispetto del simbolo del nostro Paese e dell’unità nazionale. Tutti gli italiani si devono riconoscere nel Tricolore e rispettarlo. L’iniziativa del sindaco Vincenzo Zito merita il massimo rispetto istituzionale e sociale, un modello da prendere d’esempio.




Liberazione, un nodo da sciogliere

Diceva Montanelli – e in questi giorni la pubblicità TV ce lo ricorda – che “un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”. In realtà, elidendo il termine ‘proprio’, possiamo ben dire che è importante conoscere la storia, per evitare di commettere errori marchiani.

La brigata Ebraica, protagonista della lotta di liberazione, ha rinunciato a sfilare a Roma per la presenza dei palestinesi, e non è la prima volta

A Milano la stessa Brigata è stata duramente contestata da quella parte della sinistra che, ammantandosi di ‘antifascismo’, si ritiene in diritto di compiere ogni atto al limite dell’eversione, partendo da manifestazioni di piazza, per lo più parecchio rumorose. Qualcuno ha detto che sono prove generali per altre iniziative molto meno pacifiche. Fatto sta che spesso, durante i disordini, vengono adottate tecniche di guerriglia urbana per niente casuali. Allora, mettiamoci d’accordo su di un fatto fondamentale.

Gli Ebrei sono stati perseguitati, deportati, torturati, uccisi e cremati da un regime nazista che aveva purtroppo come complici anche gli Italiani, e che è stato combattuto da quella stessa parte che oggi contesta gli Ebrei. Oggi i nemici degli Ebrei continuano ad essere anche alcune frange poco intelligenti di neonazisti, nostalgici di un regime che al mondo ha fatto solo del male. Ma purtroppo costoro, fra i quali anche coloro che negano stupidamente l’Olocausto, non conoscono il passato. O meglio, lo conoscono a maniera loro, sventolando bandiere di cui non conoscono genesi, significati, né effetti collaterali. È assolutamente idiota, oggi, rifarsi ad un regime criminale che tante vittime innocenti ha fatto anche fra gli Italiani, e che tanti crimini di guerra – mai riconosciuti neanche dal governo tedesco di oggi – ha perpetrato, non ultimo, – sul quale ci ha rinfrescato la memoria una bella puntata del canale di RAI Storia, – il massacro di Cefalonia, del settembre del 1943, quando furono fucilati migliaia di soldati e ufficiali italiani che si erano arresi ai tedeschi – divenuti nemici dopo l’armistizio – per impossibilità di continuare a combattere. Dall’altra parte, è ancora più idiota continuare a sostenere una causa storicamente persa, cioè quella dei territori assegnati ad Israele da una delibera dell’ONU, mai accettata dagli Stati Arabi.

Sarebbe troppo complesso e complicato entrare nel merito di questa questione, né è questo l’obiettivo di queste righe. Vogliamo soltanto rilevare che la parte politica che una volta sosteneva, coadiuvata dagli stessi Ebrei, la guerra di liberazione, oggi, camuffata da antifascista sui generis, lasciapassare buono per ogni stagione, contesta anche la partecipazione della Brigata Ebraica alle manifestazioni di commemorazione di una liberazione dal nazifascismo che comunque ha visto gli Ebrei come compartecipi. Insomma, una contraddizione in termini, un ossimoro politico generato da chi la storia non conosce, e va solo dietro a slogan coniati da quelle forze più o meno occulte che hanno interesse a che in quelle zone mediorientali si continui a mantenere uno stato di guerra, con una nazione ormai legittimamente insediata, dopo le battaglie del 1948, e un popolo palestinese che viene strumentalizzato per interessi poco puliti.

Al punto da mandare scientemente a morire ragazzi adolescenti con le tasche piene di pietre contro i fucili dei soldati israeliani, creando la fabbrica dei martiri. A costoro non interessa la vita dei Palestinesi, anzi, meglio avere tanti martiri da esibire alle TV dell’Occidente. Né a loro interessa che i Palestinesi abbiano una nuova nazione. Civiltà moderna contro medioevo: è facile capire chi vince. Per ciò che riguarda la nostra ‘liberazione’, penso che siano pochi gli Italiani che si sentono veramente ‘liberi’. In realtà, sotto un sottile strato di pretesa ‘democrazia’, l’Italiano sta vivendo uno dei periodi peggiori della sua storia. Non abbiamo Hitler e Mussolini, ma abbiamo l’Unione Europea, che ci è stata ammannita come la panacea universale per ogni problema. La verità è che siamo tutti più poveri, sotto l’egida dell’UE, con un euro che non è una vera moneta, ma solo un accordo fra banche, privati della sovranità nazionale, ma rispondenti solo ad una sovranità europea; né il nostro Stato, non essendo sovrano, può battere moneta, ciò che è la cosa più importante per una nazione. E per soprammercato, dobbiamo sottostare ad una serie di regole decise da un Parlamento che è distante da noi non solo migliaia di chilometri, ma addirittura anni luce. “Ce lo chiede l’Europa” è stato, ed è tuttora, la giustificazione per qualsiasi assurdità autolesionista; come, ad esempio, l’importazione di milioni di tonnellate d’olio dalla Tunisia, oppure di arance dal Marocco: tutte iniziative che hanno messo in ginocchio la nostra agricoltura. Senza parlare del TAP, che sta distruggendo le campagne del Salento, o della TAV , che non si sa a che cosa servirà, visto che anche una persona al di sopra di ogni sospetto come il giudice Imposimato ne contestava l’efficacia. Per non parlare del debito che cresce ogni giorno, e sugli interessi del quale i soloni europei pontificano e lucrano quotidianamente. L averità è che siamo in mano ad una classe politica che piuttosto che fare gli interessi dell’Italia, appoggia tutto ciò che fa comodo all’UE e a chi la controlla. Siamo stanchi di sottoporci ad una autorità non riconosciuta, e soprattutto stanchi d’essere vessati con nuovi e inevitabili balzelli, tesi al pagamento di inique vessazioni economiche.

La nostra vita è diventata un percorso a ostacoli, un imbuto senza uscita nel quale siamo destinati a soccombere. Riteniamo che il nostro debito pubblico sia stato già ampiamente ripagato con gli interessi, e che, a questo punto, tutto vada azzerato, come la Germania ci ha insegnato un po’ d’anni fa. Altrimenti correremo su di un mattone. Niente pensioni, tranne quelle milionarie dei soliti noti, niente ribasso delle tasse, niente crescita, solo quella fasulla di Renzi, niente liberazione. Siamo passati da un regime totalitario ad una invasione strisciante, messa in atto con la complicità di alcuni dei nostri governanti. Liberazione? La festeggeremo quando da queste pastoie saremo davvero liberi.

Roberto Ragone