Centro Psicologia Castelli Romani: il neonato a rischio neuroevolutivo

A cura della Dottoressa Francesca Bertucci

ALBANO LAZIALE (RM) – Il neonato a rischio neuroevolutivo è un bambino che durante la vita intrauterina, o alla nascita, o nei primi giorni di vita ha subito un evento traumatico di vario genere (nascita pretermine, ipossia cerebrale, emorragia cerebrale, malformazioni, patologia gravidica della madre, ecc.) che potrà produrre un rallentamento e/o un’alterazione del percorso evolutivo evidenziabile in anomalie neuropsichiatriche più o meno gravi, transitorie o persistenti (Valente, 2012).
A causa del trauma questi bambini presenteranno dei segni clinici alla nascita (sindrome neuro comportamentale), indicatori di anomalie neuromotorie o comportamentali, che possono evolvere in disturbi cerebrali maggiori, minori o in “turbe transitorie dello sviluppo” (che tenderanno alla normalizzazione entro i primi anni di vita).
Per i disturbi di maggior gravità la diagnosi viene tendenzialmente fatta entro il primo anno di vita; per i  disturbi minori, anche se i primi segni di difficoltà nello sviluppo delle diverse aree (emotiva, cognitiva e relazionale) si possono riscontrare nel primo anno di vita, si giunge a una diagnosi certa in età prescolare e scolare.
Le sequele del danno cerebrale subito dal bambino possono essere riscontrabili nelle immagini ecografiche, nelle neuro immagini e nella risonanza magnetica.
Oggi grazie alla Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) volumetrica tridimensionale è possibile rilevare una modificazione strutturale dello sviluppo cerebrale anche nelle sequele minori.
Questo oggi ha portato a una più accurata distinzione tra le sequele dei vari disturbi che vengono classificati in:
– Disturbi cerebrali maggiori: paralisi cerebrali infantili, ritardo mentale, epilessia, patologie uditive o visive;
– Disturbi cerebrali minori: disturbo di coordinazione motoria, goffaggine, deficit attentivi, di linguaggio o relazionali;
– Turbe transitorie: ipereccitabilità, asimmetria posturale, tono muscolare scarsamente regolato.

Fattori di rischio del neonato a rischio neuroevolutivo
L’asfissia perinatale, la prematurità, le emorragie cerebrali, la presenza di malformazioni, l’azione di farmaci materni e le infezioni possono interferire con i normali processi di adattamento alla nascita e causare l’insorgenza di patologie che possono compromettere il normale processo evolutivo del bambino.
Dal 5% al 10% dei nati a termine e l’80% dei nati pretermine possono avere bisogno di cure supplementari oltre la normale routine assistenziale e hanno maggiori probabilità di incorrere in patologie che possono compromettere lo sviluppo armonioso del bambino (Castello,2008).
I primi fattori che predispongo il neonato a un rischio neuroevolutivo sono i traumi di natura lesionale (ischemie, emorragie, malformazioni, infezioni), che sono le principali cause di sequele a distanza.
I secondi fattori di rischio si possono riscontrare nelle condizioni ambientali (non idonee allo sviluppo del bambino) a cui questi neonati sono esposti precocemente e per tempi prolungati, come: l’ospedalizzazione nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (TIN). I lunghi periodi di permanenza in ambienti innaturali, stressanti (per via delle molteplici manovre invasive) possono alterare la normale organizzazione degli stati comportamentali del bambino, complice anche la forzata separazione genitori-neonato che mina le dinamiche relazionali della triade padre-madre- bambino.

Se i neonati vengono esposti a questi fattori di rischio, si creano condizioni reali di danno cerebrale o condizioni potenziali di danno, legate ad un ambiente ed a situazioni relazionali sfavorevoli che determinano alto rischio per lo sviluppo neuropsichico futuro del bambino.
Fondamentale mezzo di prevenzione è l’utilizzo di procedure diagnostiche ed interventi riabilitativi precoci atti a ridurre tale rischio.
Infatti, vari studi hanno evidenziato che un intervento abilitativo precoce, mirato e individualizzato può ridurre l’incidenza di sequele a distanza e nel caso di turbe transitorie può anticipare il processo di “normalizzazione” o gettare la basi per un vero e proprio intervento riabilitativo.

Centro psicologia Castelli Romani-Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa-Psicodiagnosta dell’età evolutiva-Mediatore familiare
Cell 3345909764-dott.francescabertucci@cpcr.it
www.psicologafrancescabertucci.com
piazza Pia 21 00041 ALBANO LAZIALE

Bibliografia
Allemand F. (2003), “Neuropsichiatria del neonato e del lattante”, Roma, Aracne
Artese C. (2008), “La Riabilitazione Integrata in Neonatologia”, Firenze, IMR Europe
Battaglia C. et al. (2005) , “Fattori di rischio e diagnosi clinica del parto pretermine”, Riv. It. Ost. Gin., Vol 8
Brazelton T.B. (2003), “Il bambino da zero a tre anni”, Milano, Fabbri editore
Cioni G., Ferrari A. (1996), “Le forme discinetiche delle Paralisi Cerebrali Infantili”, Pisa, Edizioni del Cerro
Manuel A. Castello (2007), “Manuale di pediatria”, Milano, Piccin
Valente D. (2009), “Fondamenti di riabilitazione in età evolutiva”, Roma, Carrocci Faber




Vaccini: a Torino due bambini non potranno frequentare la scuola

TORINO – Primi effetti, a Torino, della legge Lorenzin sull’obbligatorietà dei vaccini. La dirigente scolastica delle scuole materne Keller e Kandinskij, nel quartiere Mirafiori, ha notificato alle famiglie di due bambini il divieto a presentarsi in classe fino a quando non saranno in regola con le vaccinazioni. “Lo impone la legge – spiega la preside, Elena Cappai – e sino a quando non riceverò i documenti che attestano l’avvenuta messa in regola, non potrò fare altrimenti”.

E divieto di portare a scuola i figli sino a quando non saranno in regola con le vaccinazioni, anche per due famiglie residenti a Collegno, nel Torinese. Lo rende noto Matteo Cavallone, assessore comunale alle Politiche educative della cittadina alle porte del capoluogo piemontese. “Il rispetto della legge non è una questione politica – sostiene Cavallone -. Per tutto l’anno abbiamo inviato ai genitori numerose sollecitazioni. L’Asl ci ha comunicato che, su 172 bambini iscritti agli asili comunali, due non sono stati vaccinati. E così procederemo come da normativa. Nei mesi scorsi abbiamo anche incontrato le famiglie”

VAL D’AOSTA Scaduti i termini per l’adempimento dell’obbligo vaccinale, in Valle d’Aosta otto bambini non in regola con le norme nazionali sono stati ugualmente ammessi a scuola; di questi sette negli asili nido e uno nella scuola dell’infanzia. Lo riferisce all’ANSA Stefano Minetti, presidente dell’associazione Pro libera scelta Vda. “Nessuno si è assunto la responsabilità di non far entrare a scuola i bambini, anche a causa di un vuoto normativo”, ha spiegato Minetti.




118 nel caos, Balzanelli lancia allarme: “Smantellato il sistema di soccorso salva-vita”

“Chiamare il 118 è un terno al lotto”.  L’allarme è del presidente nazionale del Sis 118 Mario Balzanelli che denuncia: “Negli ultimi 7-8 anni il sistema di soccorso salva-vita è stato smantellato”. A bordo delle ambulanze di rado ci sono medico e un infermiere in grado di intervenire con diagnosi e terapia immediata, spiega Balzanelli.
La situazione e’ peggiore al Nord. “Al Sud – precisa – invece i mezzi di soccorso hanno il personale sanitario, ma troppo spesso arrivano in ritardo perchè le ambulanze sono poche”.

Balzanelli sottolinea che per il 118 si spende l’1,7% di tutta la spesa sanitaria nazionale, e che negli ultimi anni è stato chiuso il 50% delle Centrali operative. E ricorda che il DM del 2015 prevede che per ogni 60 mila persone, va garantito sui mezzi di soccorso “un team di prestazione avanzata”, in grado di fare una diagnosi immediata e di fornire una terapia urgente”. “Ogni regione – spiega – fa a modo suo. E così succede che a Milano su centinaia di ambulanze, quelle medicalizzate, cioè con medico e infermiere a bordo, sono solo cinque. Nel Lazio ce ne sono 16, poche in tutto il Friuli. A Taranto invece chi chiama il 118 sta tranquillo perchè il medico arriva sempre, come in Calabria e Sicilia, dove però c’è carenza di ambulanze e quindi sono sempre in ritardo mettendo a rischio la vita dei cittadini”. Non solo: “Troppo spesso sulle ambulanze ci sono solo soccorritori, volontari o persone che hanno seguito corsi certificati di rianimazione e che non possono intubare, dare farmaci, insomma salvare la vita alla gente”.




Nervi nel Pd: in direzione i renziani rischiano e lanciano senzadime.it

Nervi tesi nel Pd alla vigilia della direzione. I renziani promuovono un documento per evitare la conta sul dialogo con M5s ma i non renziani parrebbero pronti a chiedere un voto sul sostegno al segretario reggente fino all’Assemblea. Ma a far discutere è anche un sito comparso in rete con il nome di senzadime.it (l’hashtag utilizzato da diversi esponenti vicini all’ex segretario per dire no all’accordo con 5s). Il sito, fornito di elenchi con nomi e cognomi, di chi è favorevole o contrario o non si è espresso sul dialogo con Di Maio e i suoi, manda su tutte le furie molti a partire dal ministro della Cultura Dario Francschini (“c’è qualcosa di profondo che non va”). Anche dopo l’uscita di Martina che dice “va chiuso”, sul sito al posto dei precedenti nomi compaiono degli omissis.

Niente “conte interne” alla Direzione di domani: lo “stallo” politico è “frutto dell’irresponsabilità” di M5s e centrodestra; sì al confronto ma niente fiducia “a un governo guidato da Salvini o Di Maio”. Sono questi i tre punti di un breve documento predisposto dai renziani sui quali da ieri è partita una raccolta di firme tra i parlamentari e i membri della Direzione del Pd. Al momento sarebbero state raccolte le firme di 77 deputati su 105 e 39 senatori su 52. Tra i firmatari anche i capigruppo Delrio e Marcucci. “Siamo parlamentari eletti con il PD e membri della Direzione – esordisce il Documento – Proveniamo da storie e percorsi diversi. Non sappiamo se il prossimo congresso ci vedrà sulle stesse posizioni o se, del tutto legittimamente, sosterremo candidati diversi. Pensiamo tuttavia che tre punti chiave ci uniscano in modo forte” “1. Crediamo dannoso – si legge ancora – fare conte interne nella prossima Direzione. È più utile riflettere insieme sulla visione che ci attende per le prossime sfide e sulle idee guida del futuro del centrosinistra in Italia. 2. Crediamo che lo stallo creato dal voto del 4 marzo sia frutto dell’irresponsabilità del Centrodestra e del Movimento Cinque Stelle che con la loro campagna elettorale permanente hanno messo e stanno continuando a mettere in difficoltà il nostro Paese. 3. Crediamo che il PD debba essere pronto a confrontarsi con tutti, ma partendo dal rispetto dell’esito del voto: per questo non voteremo la fiducia a un governo guidato da Salvini o Di Maio. Significherebbe infatti venire meno al mandato degli elettori democratici. È utile invece impegnarci a un lavoro comune, insieme a tutte le altre forze politiche, per riscrivere insieme le regole del nostro sistema politico-istituzionale”, conclude il documento.

Tutte le componenti del Pd che non fanno capo a Renzi, sono orientate a chiedere domani in Direzione un voto sul mandato del reggente Maurizio Martina fino all’Assemblea nazionale. E’ quanto risulta all’Ansa dopo aver contattato gli esponenti delle componenti che fanno capo a Franceschini e Fassino, ad Andrea Orlando, a Gianni Cuperlo, a Michele Emiliano, a ReteDem e allo stesso Martina. Tra stasera e domani le diverse componenti terranno delle riunioni, ma contatti tra i rispettivi dirigenti ci sono stati dopo la circolazione del documento dei renziani.




Salvini: “Farò tutto il possibile per dare un Governo agli italiani”. Di Maio: “No con Berlusconi, si torni al voto!”

Resta in stallo la trattativa sulla formazione del governo a due mesi dal voto. Il Pd si prepara alla direzione mentre continuano i botta e risposta tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il leader del Carroccio ribadisce di voler fare “di tutto” per tentare la formazione di un governo ma si dice anche a disposizione di un tavolo con i pentastellati sulle riforme. “Non è possibile nessun governo del cambiamento con Berlusconi e il centrodestra. Salvini ha cambiato idea e si è piegato a lui solo per le poltrone. Si torni subito al voto!“.

“Sono umilmente a disposizione da oggi pomeriggio, quando e dove si vuole, con chi si vuole, in diretta o non in diretta, a sederci attorno a un tavolo con il M5S – dice Salvini – partendo dalla riforma delle pensioni, del lavoro, del sistema fiscale, del sistema giudiziario, del sistema scolastico, punto per punti, senza professoroni, per decidere come si fanno queste riforme”.

Farò tutto il possibile fino all’ ultimo minuto per dare un Governo che duri cinque anni agli italiani, per occuparci dell’emergenza del Paese che è il lavoro“, ha detto Salvini. “Mi farò portatore nei prossimi giorni di trattative a Roma della diffusione della ‘margherita Itala’, perché è la più resistente, vince chi è più resistente, datemi tante ‘margherite Itale’, così vediamo di mettere in piedi questo Governo, che è un parto” ha aggiunto Salvini stamani a Genova in visita a Euroflora riferendosi al nuovo fiore che l’Istituto per la floricoltura ligure ha voluto dedicare a Italo Calvino.

“Noi siamo disponibili a prendere l’attuale legge elettorale e a mettere un premio di maggioranza che garantisca a chi prende un voto in più di governare, non vogliamo perdere due anni di tempo, l’unica modifica possibile è prendere questa legge elettorale aggiungendoci due righe sul premio di maggioranza”.

“Non rispondo a insulti e sciocchezze su soldi e poltrone – ha detto Matteo Salvini a Luigi Di Maio -, per noi lealtà e coerenza valgono più dei ministeri. Voglio dare un governo agli italiani, se i grillini preferiscono litigare lo faremo da soli. Bloccare anche la partenza dei lavori delle commissioni parlamentari è da irresponsabili”.




Pd, tensione a “5 stelle” tra Renzi & Co.

Tensione alle stelle nel Pd dopo la presa di posizione di ieri di Matteo Renzi a ‘Che tempo che fa’.

Il segretario reggente, Maurizio Martina va all’attacco. “Ritengo – dice – ciò che è accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito. Così un partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società”. “Servirà una discussione franca e senza equivoci perché è impossibile guidare un partito in queste condizioni e per quanto mi riguarda la collegialità è sempre un valore, non un problema”, aggiunge escludendo comunque con l’Ansa sue dimissioni.

Dopo qualche ora, arriva la risposta dello stesso Renzi su twitter:

“Sono stato eletto in un collegio. Ho il dovere, non solo il diritto, di illustrare le mie scelte agli elettori. Rispetto chi nel Pd vuole andare a governare con #M5S, ma credo sarebbe un grave errore. E qui spiego perché”.
“In queste ore – afferma Martina – stiamo vivendo una situazione politica generale di estrema delicatezza. Per il rispetto che ho della comunità del Partito Democratico porterò il mio punto di vista alla Direzione Nazionale di giovedì che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione. Servirà una discussione franca e senza equivoci perché è impossibile guidare un partito in queste condizioni e per quanto mi riguarda la collegialità è sempre un valore, non un problema”. “Ritengo ciò che è accaduto in queste ore grave – aggiunge – nel metodo e nel merito. Così un Partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società; si smarrisce l’impegno per il cambiamento e non si aiuta il Paese. Per questo continuo a pensare che il Pd abbia innanzitutto bisogno di una vera ripartenza su basi nuove”, conclude Martina.

All’attacco anche il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini che critica la chiusura di Renzi.

“Invito tutti alla calma – è l’appello di Lorenzo Guerini – ad abbassare i toni. È un dibattito, il nostro, in cui ci sono opinioni note, anche giudizi diversi sui passaggi che sono di fronte al Paese. Ma dobbiamo, anche attraverso un dibattito serio e non reticente ma che sia teso alla coesione della nostra comunità, lavorare insieme, anche in queste ore. Giovedì ci confronteremo come si confronta un partito come il nostro, ma adesso, per favore, proviamo ad abbassare i toni”.

Intanto Luigi Di Maio, in un video su Facebook propone a Matteo Salvini di chiedere al Quirinale di andare a votare a giugno. Mentre Silvio Berlusconi, dopo il risultato del Friuli Venezia Giulia ribadisce l’ipotesi di un governo di centrodestra.




Friuli Venezia Giulia a tutta Lega: Massimiliano Fedriga è il nuovo Governatore

Il candidato del centrodestra, Massimiliano Fedriga, ha vinto le elezioni regionali per la presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia. A 1.065 sezioni scrutinate su 1.369, Fedriga ha ottenuto 222.905 voti, pari al 56,86% delle preferenze. Arrivati a questo punto dello scrutinio il dato può considerarsi irreversibile.

“Il clima era buono, ma nessun sondaggio dava questi numeri: vedere la Lega con la più alta percentuale della storia dà un’enorme soddisfazione anche perché io sono anche il segretario regionale: un simile successo non era mai accaduto”, ha detto Massimiliano Fedriga alla trasmissione “Gioco a premier” di Radiouno. “L’abbiamo detto e lo ribadiamo: con i 5 stelle è possibile ragionare sulla decina di punti sui quali ci troviamo d’accordo e su questo imbastiamo la discussione”, ha spiegato commentando lo scenario politico nazionale. “Venerdì, alla chiusura della nostra campagna elettorale, mi ha colpito l’accusa che ci veniva mossa: “Salvini dice sempre le stesse cose”. E’ proprio questo il punto. Noi non cambiamo idea ogni giorno, ragioniamo in modo coerente”, ha aggiunto. “Visto lo straordinario consenso popolare – ha concluso Fedriga – non si può non tenere conto di quanto hanno detto i cittadini. Noi abbiamo ottenuto questo successo mantenendo trasparenza e coerenza rispetto a quanto avevamo promesso prima del 4 marzo. Adesso ci vuole senso di responsabilità da parte di chi, in questo periodo, ha espresso posizioni altalenanti, non gradite dall’elettorato. Basta perdere tempo”.

Fedriga è stato accolto con applausi e cori da una piccola folla che lo attendeva davanti alla sede del Consiglio regionale. Tra la folla, anche il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza che gli è andato incontro stringendoli la mano e gli ha detto “Benvenuto presidente”.

Via twitter arriva il messaggio del leader della Lega Matteo Salvini, che pubblica la foto di una carta del 2 di picche dentro la sabbia su una spiaggia: “Dopo i Molisani – scrive -, anche donne e uomini del Friuli Venezia Giulia ringraziano il PD per l’egregio lavoro svolto, e salutano Di Maio & Compagni. GRAZIE!!!!! #andiamoagovernare io sono pronto!”.

E Sergio Bolzonello fa sapere di aver chiamato per Fedriga per complimentarsi per la sua vittoria. “Ho appena sentito Massimiliano Fedriga al telefono – ha detto il candidato del centrosinistra alla presidenza del Friuli Venezia Giulia – e mi sono complimentato per il risultato che ha ottenuto, io ora starò all’opposizione con lo spirito di chi sa di lasciare una Regione in ottima salute e che tale dovrà rimanere nei prossimi 5 anni”.
L’affluenza alle urne, rimaste aperte dalle 7 alle 23, è stata pari 49,65%. Nel 2013, quando si votò in due giornate, l’affluenza definitiva fu del 50,48%.




Scontro Renzi – Di Maio: impossibile alleanza M5S con Pd

Matteo Renzi ospite a Che tempo che fa. “Il titolo di domani dovrebbe essere quello di tutti i giorni – ha detto l’ex segretario del Pd -: siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Non possiamo far passare il messaggio che il 4 marzo sia stato uno scherzo. Il Pd ha perso: tocca a Salvini e Di Maio a governare. Non possiamo rientrare dalla finestra come un gioco di palazzo” o con decisioni “dei caminetti romani”.

Ira del capo politico dei pentastellati: ‘Da Renzi ego smisurato, noi ci abbiamo provato’

“Incontrarsi con Di Maio sì, votare la fiducia a un governo Di Maio no. Anche per rispetto per chi ci guarda da casa, la gente sennò poi non crede più alla democrazia”, ha aggiunto.

“Incontrarsi è un bene, sempre – ha spiegato Renzi a Che tempo che fa -. Si parlano le Coree, si possono parlare Cinque stelle e Pd, Cinque stelle e Lega. Penso che incontrarsi con Di Maio sia un fatto normale, naturale, come con altri leader. Secondo me andrebbe fatto in streaming l’incontro. Così vediamo se hanno cambiato idea su vaccini tav reddito di cittadinanza. Però le elezioni le hanno vinte loro”.

“Su 52 senatori Pd, almeno 48 devono votare a favore. Io di disponibili alla fiducia a Di Maio non ne conosco uno”. Lo dice l’ex segretario del Pd Matteo Renzi a Che tempo che fa.

“O fanno il governo i populisti” Di Maio e Salvini “che hanno vinto o facciano loro una proposta di riforma costituzionale”, ha detto ancora Renzi. “Dal 4 dicembre 2016 questo Paese è bloccato: su questo si poteva fare un governo insieme. Da quel momento l’Italia non è più in grado di avere un sistema efficace ed efficiente. Non era un referendum sui poteri di Renzi ma sul futuro dell’Italia. E’ un contrappasso dantesco. Salvini e Di Maio avrebbero avuto interesse a farsi un ballottaggio”.

“O M5s e Lega fanno il governo” o “scriviamo le regole insieme”: legge elettorale e una riforma costituzionale per “fare iniziale davvero la terza Repubblica” perché con due Camere “il ballottaggio non è possibile”, ha detto ancora Renzi. “M5s e Lega scrivetele voi le regole: noi da subito vi diciamo che a meno che non propongano la dittatura, siamo pronti a sederci e dire che va bene”. “Un anno, due anni, un anno e mezzo. Con quale governo? Deciderà il presidente della Repubblica quale la forma migliore”.

“Se si torna a votare non so se prendono più voti di prima – ha aggiunto l’ex segretario del Pd -. Se si dovesse tornare a votare sarebbe un gigantesco schiaffo ai cittadini perché quelli che hanno detto ‘abbiamo vinto’ non sono stati in grado di non fare niente. Perché c’è uno che ha detto ‘o faccio il premier io o niente’…”.

Bugani, Renzi arrogante, se attacca sbanda – “Quando vuol far ridere, sbaglia la battuta. Quando vuol fare lo statista, pecca di arroganza. Quando vuol fare il realista, emerge un finto modesto. Quando vuol giocare in attacco, sbanda in curva. Quando vuol ribaltare la frittata, gli cadono le uova sui piedi”. Lo scrive, in un post su facebook Massimo Bugani – consigliere comunale M5S di Bologna, membro dell’associazione Rousseau e tra gli esponenti più vicini ai vertici del Movimento – commentando, senza citarlo direttamente, le parole di Matteo Renzi in tv.




Siria, missili contro basi militari: almeno 40 morti

SIRIA – Almeno 40 persone sono morte e altre 60 sono rimaste ferite in seguito ad attacchi missilistici la notte scorsa contro postazioni militari nel nord della Siria: lo riporta l’agenzia di stampa iraniana ISNA, che cita fonti straniere, sottolineando che tra le vittime ci sono anche 18 iraniani. I missili hanno colpito basi militari ad Hama e ad Aleppo. Secondo i media ufficiali siriani gli attacchi sono partiti da basi britanniche e statunitensi nel nord della Giordania e durante le operazioni sono stati lanciati 9 missili balistici.

E la tv di stato siriana ha parlato di una “nuova aggressione”, con missili lanciati contro avamposti militari nel nord del paese, in particolare ad Hama e Aleppo. Non è stato specificato chi abbia lanciato i missili o eventuali vittime e danni.
All’inizio di aprile, sette militari iraniani erano rimasti uccisi nel corso di un raid contro una base aerea a Homs. Damasco, Teheran e Mosca avevano accusato Israele, che non aveva né confermato né smentito.

Meno di due settimane fa c’era stato un altro report di un possibile raid contro installazioni militari governative nella stessa regione, e nei sobborghi di Damasco. Ma gli stessi militari avevano detto che un falso allarme aveva innescato il loro sistema di difesa. Il 14 aprile, poi, il territorio siriano era stato colpito da un’operazione militare congiunta Usa-Francia-Gran Bretagna come rappresaglia contro il regime, in seguito al presunto attacco chimico nella Ghuta.




M5s, “Luigi il Magnifico” e la cena delle beffe

La tavola è imbandita. Si festeggia la vittoria del 4 marzo. L’oste è Luigi Di Maio, impeccabile ed impietrito, con un sorriso plastico e sguardo d’autosufficienza. Per annunciare la sua cena delle beffe fa largo uso di tutti i media, incurante se questi siano proprietà esecrante e grondante di conflitto di interessi; non prova alcun fastidio. Nella lista degli invitati di “Luigi il Magnifico”, Silvio Berlusconi alias “il male assoluto”non figura affatto. Quest’ultimo è stato “preso di mira con pesanti scherzi e provocazioni di crescente crudeltà, infierendo tanto più quanto meno il rivale sia capace di reagire agli insulti ed ai tiri mancini di cui è vittima”. Così avrebbe detto di lui l’autore del poema drammatico Sem Benelli, di cui il titolo di questo articolo..

Ma Silvio si è molto risentito reagendo con parole dure “ A Mediaset i M5S pulirebbero i cessi”

Ebbene, non si può dire che non si parli di contenuti. Si tratta di una cena intima, un’ incontro a due e l’invito è solamente rivolto a uno dei due Matteo, Salvini o Renzi. Il primo ad arrivare prenderà il posto a tavola e può, fortuna l’aiuti, avere l’onore di firmare il menù – contratto- Cananea, preparato con ingredienti della piattaforma Rousseau-Casaleggio, cotto nei forni delle cinque stelle e servito da, niente poco di meno che lo stesso premier in pectore Luigi Di Maio. Non è un invito amichevole – di alleanza, nient’affatto, è semplicemente una gentile offerta “disinteressata” ad assicurare al governo M5S la fiducia, tutto qui e nient’altro. Cosa si vuole di più dalla vita? Ingratitudine della sorte! La lega, alle condizioni di Di Maio non ci sta ed il tentativo esplorativo della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati abortisce alle prime luci dell’alba. Un successivo incarico al presidente Roberto Fico da parte del presidente Mattarella non poteva non esserci, questione di protocollo, e Fico tenta il triplo salto mortale, scende nella cittadella agitata e confusa del PD. L’oggetto della contesa, il piatto forte, sarebbe quel contratto “misterioso” già offerto a Salvini e per motivi ancora da scoprire, arenato sul più bello, quando si vedevano dei barlumi di speranza.

Molti sono gli esclusi da questa cena delle beffe

A tavola non c’è posto per “Più Europa” e questa volta, Emma, la radicale, si duole di non essere stata convocata. Le sarebbe bastato l’assaggio degli aperitivi, lei che ha sempre una ragione per ogni problema. I socialisti poi aspettavano alla porta, attirati dal profumo del menu-contratto e delusi di non aver potuto neanche stare in piedi in fondo alla sala, si sono ritirati in corridoio tenendo il broncio. Grasso e la Boldrini sperano in un futuro più conciliabile, aspettando il loro turno. Di Maio è perentorio. Dice con tanta ingenuità: noi di cinque stelle siamo generosi, permettiamo a chiunque di votarci, di applaudirci, di darci la fiducia , persino non obiettiamo se ci vogliono dare affetto, accetteremo carezze e baci, ma non permettiamo a nessuno di mettere il naso nei nostri affari, di manomettere il nostro contratto in dieci punti preparato dallo studio di Giacinto della Cananea, con il suo punto fermo, capo saldo: Di Maio for president!

C’è chi giura di aver sentito Di Maio anagrammare la famosa frase, felice memoria di Amadeo Nazzari : chi non firma il nostro contratto, peste lo colga. Sembra un’esagerazione, però più chiaro di così ci sarebbe solamente la notte fonda e poco a poco ci stiamo arrivando.

Emanuel Galea




Governo, Martina (Pd): “Consulteremo anche la base se fare accordo con M5S”

“Se la direzione del 3 maggio darà il via libera al confronto con i Cinque Stelle penso sia giusto che l’eventuale esito finale di questo lavoro venga valutato anche dalla nostra base nei territori con una consultazione“. Così il segretario reggente del Pd Maurizio Martina intervenendo a L’intervista di Maria Latella su Skytg24.

“Il 3 maggio non dovremo decidere se fare o non fare un governo con M5s ma se iniziare un confronto – ha detto Martina -, entrare nel merito delle questioni, capire se ci possono essere punti d’intesa. Siamo forze molto diverse e la strada è in salita. Ma i presunti vincitori del voto del 4 marzo non hanno offerto prospettive e ipotesi concrete per il Paese. Credo che arrivati a questo punto sia giusto capire se esiste la possibilità di un confronto”.

“Io sono molto preoccupato sia di un governo con Salvini come socio di riferimento che di una precipitazione al voto anticipato nei prossimi mesi. L’Italia non può permettersi questi scenari”, ha spiegato ancora Martina. “Io – aggiunge – difenderò sempre il lavoro fatto dai governi Pd di questi anni che hanno portato l’Italia fuori da una grande crisi. Ci sono tante cose da fare ancora. Ora il tema è quello di sfidare i 5 stelle sui nostri temi e capire se esiste la possibilità di un’agenda condivisa di impegni per l’Italia su alcune priorità essenziali”.