Governo verso nuove elezioni: se non passa la fiducia a Cottarelli si vota dopo agosto

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Carlo Cottarelli l’incarico di formare il governo. Cottarelli si è riservato di accettare, ha detto il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti.

Cottarelli al lavoro sui ministri

“Il presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni”. “Ho accettato l’incarico di formare un governo come mi ha chiesto il presidente della Repubblica. Sono molto onorato come italiano di questo incarico e naturalmente ce la metterò tutta”, ha apiegato Carlo Cottarelli. “In assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente ed il suo compito è quello dell’ordinaria amministrazione per le elezioni dopo il mese di agosto”. “Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari – ha detto Cottarelli dopo avere accettato l’incarico con riserva di formare il governo -, lo spread è aumentato, tuttavia l’economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici”. “Il dialogo con la Ue in difesa dei nostri interessi è essenziale, deve essere un dialogo costruttivo, nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale” dell’Italia. Cottarelli ha anche confermato la “continua partecipazione all’area dell’euro”. Il premier incaricato ha assicurato “tempi molto stretti” per la presentazione della “lista dei ministri” al presidente della Repubblica.




Governo, Salvini: “Cottarelli chi lo vota?”

“Andremo al governo con chi ha subito dei veti: saremo ancora più forti”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, in diretta su Fb. “Ho letto e riletto la Costituzione e non c’e’ nessun articolo che proibisca di cambiare le regole Ue”, ha quindi dichiarato giungendo a Montecitorio. “E’ una follia”, ha sottolineato ancora, dicendosi “incazzato nero” per quanto accaduto e aggiungendo che “il problema non é che” il Capo dello Stato “mi ha detto no ad un nome, ma ha detto no a un’idea”.

In precedenza, parlando a “Circomassimo” su Radio Capital, Salvini aveva detto che “nessuno ha mai pensato all’uscita dell’euro: non era nei nostri programmi, non era nei programmi di Savona. C’era solo revisione del sistema bancario e delle tasse”. Sulla scelta di Savona all’economia piuttosto che Giorgetti, Salvini ha spiegato che “Savona era il meglio non leghista, non grillino, che ci avrebbe garantito grandi risultati in Europa, nessun altro avrebbe avuto lo stesso successo. Giorgetti non avrebbe avuto lo stesso peso in Europa, lo sa lui e lo so io. Savona sarebbe stato un perno attorno al quale costruire il governo”.

Sulle mosse del Colle ha poi osservato:

“Mi interessa capire che fa il Presidente della Repubblica, Cottarelli chi lo vota? Non ha dato l’incarico al centrodestra perché non aveva i voti e ora arriva il signor Cottarelli senza i voti? Mi sembra una forzatura. Se Berlusconi vota il governo Cottarelli addio alleanza”. “Non è vero che volevamo andare alle urne: il trattamento e le calunnie che ho sentito in tv non ha precedenti. Questo governo aveva contro tutti, giornali, radio e tv. Fantasie: noi e 5S abbiamo lavorato assieme”. Lo afferma Matteo Salvini, su Radio Capital, ha poi proseguito, senza chiudere la porta ad una futura intesa elettorale col M5s: “Noi con i Cinque stelle alle elezioni? Vedremo, valuteremo sui progetti. Ma vorrei sapere che fa Berlusconi. Savona? Non uso il suo nome a vanvera ma abbiamo trovato una persona che se volesse potrebbe essere con noi. Ora si parte dal lavoro che abbiamo fatto assieme”. Infine un accenno all’ipotesi di impeachment di Mattarella: “Io le cose le faccio se ho elementi concreti: al momento non li ho, devo vedere, devo studiare. Nessuno pensa ad una marcia su Roma”.




Roma, figuraccia mondiale col giro d’Italia. Silvestroni (FdI): “Raggi non ne mette a segno una giusta”

ROMA – Le ormai famose buche di Roma hanno compromesso il Giro d’Italia. La 21esima e ultima tappa della corsa ciclistica, che passa per le strade capitoline, è stata neutralizzata a sette giri dal termine: in pratica il percorso sarà coperto per intero, ma gli ultimi sette passaggi non varranno per la classifica finale. Il provvedimento è stato richiesto a gran voce dai corridori a causa del manto stradale, giudicato “pericoloso” per la loro incolumità.

Il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni è intervenuto sulla figuraccia mondiale che ha dovuto subire la Capitale d’Italia.

“Dopo la giornata di ieri le buche di Roma sono andate in mondovisione. – Ha detto Silvestroni – Davvero una figuraccia terribile quella che la Capitale ha fatto durante il passaggio del Giro d’Italia. Le condizioni disastrate infatti del manto stradale hanno scatenato le proteste dei corridori con conseguenze negative anche sugli esiti della gara. Il tema della manutenzione stradale è diventato una vera e propria emergenza sia per Roma che per tutto il territorio della città metropolitana. La Sindaca Raggi – ha proseguito il deputato FdI – e la sua “mobilissima” giunta proprio non riescono ad individuare le priorità della città e a metterne a segno una giusta. Invito ancora una volta la Sindaca, come tante volte ho fatto dai banchi della città metropolitana, a concentrarsi su pochi interventi strutturali e fondamentali per la sicurezza e la vivibilità invece di andare partorendo bizzarrie varie. Perché se a volte le sue fantasiose proposte possono talvolta provocare una risata in questo caso ci hanno sottoposto alla vergogna e all’umiliazione in tutto il mondo”.

Sul caso è intervenuta anche la senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà, che ha puntato il dito sulla sindaca Raggi per “la figuraccia in mondovisione” subita dalla Capitale

“Non serviva la protesta dei corridori per certificare l’impraticabilità di campo di una città che quotidianamente mette a rischio la mobilità dei romani”. ha dichiarato Cirinnà. “È ora che, dopo questo ennesimo e palese fallimento e le numerose emergenze irrisolte, da quella dei rifiuti a quella del trasporto pubblico, la sindaca prenda atto dell’incapacità sua e della sua Giunta di gestire in modo adeguato la Capitale del Paese”.




Governo giallo-verde, tempi supplementari: ct Mattarella convoca Carlo Cottarelli

Giuseppe Conte ha rinunciato all’incarico, salta così il governo giallo-verde. Parla il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul no a Savona all’Economia per difendere ‘l’Italia nell’euro’. ‘Sui ministri non posso subire imposizioni, devo difendere i risparmi degli italiani’. Ora un governo del presidente. Il capo dello Stato convoca per domani al Colle l’economista Carlo Cottarelli. L’iniziativa è stata accolta dall’ira di Salvini, Di Maio e Meloni. ‘Mai servi’, dice il leader della Lega. Mentre M5s e FdI evocano la messa in stato di accusa per il capo dello Stato. “In bocca al lupo a Cottarelli? In bocca al lupo a chiunque. E soprattutto all’Italia. L’importante è cercare di far bene al Paese”, ha detto Conte in serata. Paolo Gentiloni esprime solidarietà al Colle: ‘Ora salviamo il Paese’.

Ho agevolato il tentativo di dar vita a governo” tra M5s e Lega, “ho atteso i tempi per farlo approvare dalle basi militanti”, ha detto ilCapo dello Stato dopo la rinuncia di Conte. “Io devo firmare” i decreti per le nomine dei ministri “assumendone la responsabilità istituzionale, in questo caso il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non ha subito né può subire imposizione”, ha affermato ancora Mattarella. “L’incertezza della nostra posizione nell’Euro ha posto in allarme investitori italiani e stranieri che hanno investito in titoli e aziende. L’aumento dello spread aumenta debito e riduce la possibilità di spese in campo sociale. Questo brucia risorse e risparmi delle aziende e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani”, con un rischio anche per i mutui. La decisione di non accettare il ministro dell’Economia “non l’ho presa a cuor leggero”, ha spiegato Mattarella parlando al Quirinale, ora da alcune forze politiche mi si chiede di andare alle elezioni. Prenderò delle decisioni sulla base dell’evoluzione della situazione alle Camere

Il lavoro compiuto è stato fatto “in un clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che mi hanno designato“, ha detto Conte parlando al Quirinale al termine del colloquio con il Capo dello Stato. “Come vi è stato anticipato ho rimesso il mandato a formare il governo di cambiamento” e “ringrazio il Presidente della Repubblica e gli esponenti delle due forze politiche per aver indicato il mio nome”, ha detto ancora Conte. “Vi assicuro – ha concluso – che ho profuso il massimo sforzo e attenzione a questo sforzo, in un clima di piena collaborazione con le forze politiche che mi hanno designato”

Salvini: “Abbiamo dimostrato buon senso, generosità, responsabilità. Abbiamo rinunciato al presidente della Camera, al presidente del Senato, alla presidenza del Consiglio. Abbiamo finito di rinunciare. Quello che dovevamo fare, l’abbiamo fatto”.

Di Maio: “Avevamo espresso Conte come presidente del consiglio, avevamo una squadra di ministri, eravamo pronti a governare e ci è stato detto no perché il problema è che le agenzie di rating in tutta Europa erano preoccupate per un uomo che andava a fare il ministro dell’Economia. Allora diciamocelo chiaramente che è inutile che andiamo a votare tanto i governi li decidono le agenzie di rating, le lobby finanziare e bancarie, sempre gli stessi”.




Giro d’Italia di ciclismo, le buche di Roma in pole position

di Luca Andreassi

ROMA – Più dello sterrato del Colle delle Finestre, più di una discesa impossibile sotto una pioggia torrenziale poterono le buche di Roma.

Il Giro più spettacolare e interessante degli ultimi anni si chiude nella maniera più grottesca: del pessimo fondo stradale di Roma se ne accorge quotidianamente chi vive nella Capitale. Ma anche i ciclisti provenienti da tutte le latitudini ci hanno messo poco ad accorgersene. I tubolari evoluti e al tempo stesso sottili hanno sviluppato la sensibilità e, perché no, anche la loro suscettibilità. Una presa di posizione ‘sindacale’ forte e totalmente giustificabile che viene raccolta dall’organizzazione: al terzo passaggio sul traguardo dei Fori Imperiali, il tempo viene neutralizzato incoronando ufficialmente Chris Froome come vincitore della edizione numero 101 (ndr. la 21/a tappa, è stata neutralizzata di sette giri per una richiesta dei corridori per via del manto stradale ritenuto pericoloso).

Un Giro nato male (a Gerusalemme – ed oggi un murales lungo il percorso lo ha ricordato) e finito peggio con una figura barbina che ridicolizza in tutto il mondo Roma, la città più bella del mondo.

 

L’annuncio e la figura barbina

La Sindaca di Roma salutò con queste parole la notizia che il 101° Giro d’Italia si sarebbe concluso a Roma:

Con grande soddisfazione annuncio che il prossimo anno la nostra città ospiterà l’ultima tappa del Giro d’Italia, un evento seguito da milioni e milioni di persone.

Dopo nove anni la Corsa Rosa torna così nella Capitale: il 27 maggio 2018 vedremo gareggiare i ciclisti lungo le strade del centro storico.

Trinità dei Monti, Piazza Barberini, Largo delle Terme di Caracalla faranno da straordinario scenario alla tappa conclusiva della 101esima edizione del Giro d’Italia.

La nostra città si conferma al centro dei grandi eventi sportivi internazionali. È un motivo di orgoglio per me, per Daniele Frongia Assessore Sport, Politiche Giovanili, Grandi Eventi di Roma, per gli appassionati sportivi e per tutti i romani.”

Oggi i ciclisti hanno protestato ottenendo la neutralizzazione della corsa (di fatto si è svolta una passeggiata non competitiva) a causa dei rischi connessi alle troppe buche.

Una figura barbina colossale. Perché su una cosa la Sindaca aveva ragione. Sono “milioni e milioni” le persone che seguono il Giro. Grazie Sindaca per aver ridicolizzato la nostra Città. La prossima volta non si impegni, lei e l’Assessore Frongia, a portare eventi sportivi a Roma. Se poi questo deve essere il risultato.

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Governo si, governo no, Salvini: “O si parte o per noi basta!”

Per il governo Conte, “io ho detto ‘o si parte o per noi basta’. Mi rifiuto di andare avanti ancora a trattare per settimane. I mutui non aspettano, la benzina non aspetta, gli sbarchi nemmeno”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini. Quindi l’unica alternativa sarebbero le elezioni anticipate? “Sicuramente non sono nato per tirare a campare”, ha risposto. “Già stasera daremo al presidente del Consiglio incaricato i nomi dei ministri della Lega che sono pronti a lavorare per il bene dell’Italia. Non è questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani”. Lo ha detto Matteo Salvini in via Bellerio, senza rispondere sul nome di Paolo Savona come ministro dell’Economia, parlando coi giornalisti al termine di una riunione informale con i vertici del partito in via Bellerio sulla formazione del governo Conte. Secondo Salvini, comunque, “passi indietro la Lega ne ha già fatti abbastanza, abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare”.

La proposta della Lega

Salvini al Viminale, Giorgetti sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Molteni alla Funzione Pubblica, Fontana agli Affari regionali, Centinaio al ‘Made in Italy’, l’assessore veneto Lanzarin alla Famiglia e un esponente della Lega alla Scuola e non più alle Infrastrutture (dove il Carroccio potrebbe esprimere un vice). Dovrebbe essere questa la proposta sui nomi da inserire al governo che la Lega ha consegnato al premier incaricato Conte. E nella ‘lista’ compare in neretto anche il nome di Paolo Savona per il dicastero di via XX settembre. Nel vertice di via Bellerio si è decisi di tirare dritto. Nessuna alternativa al nome dell’economista.

“O si chiude questa partita del Governo entro le prossime 24 ore o non si chiude più”, gli fa eco Luigi Di Maio

“Abbiamo aspettato già abbastanza – ha affermato il leader del movimento M5S – e adesso è il momento di iniziare a lavorare per gli italiani”. “Stiamo lavorando”. Così il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha risposto in mattinata – lasciando la sua abitazione a Roma per recarsi alla Camera – ai giornalisti che gli chiedevano quando avrebbe sciolto la riserva. Nessuna dichiarazione, invece, al suo arrivo a Montecitorio avvenuto – come ormai è tradizione – in taxi. Conte è arrivato alla Camera, dove ha a disposizione un ufficio, per lavorare alla formazione del Governo. E alla Camera è terminato dopo circa mezz’ora il colloquio tra Luca Giansanti e il premier incaricato. L’ambasciatore ha lasciato Montecitorio senza fare dichiarazioni congedandosi da telecamere e giornalisti con un cortese “buon weekend”.

“Giornali e politici tedeschi insultano: italiani mendicanti, fannulloni, evasori fiscali, scrocconi e ingrati. E noi dovremmo scegliere un ministro dell’Economia che vada bene a loro? No, grazie! #primagliitaliani”, ha scritto su Twitter Matteo Salvini replicando alla stampa tedesca che oggi si è occupata, in toni allarmati, di Paolo Savona, l’uomo “che odia la Germania”.

“Un’italexit è assolutamente improbabile. L’Europa è sulla buona strada – ha detto il commissario al Bilancio Ue Guenther Oettinger al Berliner Morgenpost -. Come si vede dallo sviluppo in Paesi come Grecia, Portogallo e Irlanda. Ma dobbiamo fare prevenzione contro la crescita debole e forse addirittura la stagnazione. Quando arriva questa fase non si sa. Ma che arrivi è certo: dazi e guerra commerciale potrebbero far finire rapidamente questa fase di stabilità”. “Lega e 5 stelle non hanno alcun interesse a che si verifichi il peggio”.
“In questo momento il presidente del Consiglio incaricato insieme al Presidente della Repubblica sta lavorando per riuscire a dare un governo al Paese. Speriamo che arrivi il prima possibile”, ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, arrivando al Salone del Libro di Napoli. “È un’interlocuzione tra il Presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio incaricato. Lasciamo a loro. Io spero che si vada avanti”, ha aggiunto il presidente della Camera commentando il caso Savona.

Casaleggio fiducioso

“Il tema del Governo è in mano a Giuseppe Conte e a Mattarella. Sono fiducioso che troveranno un’ottima soluzione”, ha detto Casaleggio a chi gli ha chiesto dello stallo per la formazione del governo M5S-Lega legato al nome dell’economista Paolo Savona. Interpellato a margine della Wired Next Fest di Milano sul rischio di una crisi istituzionale, Casaleggio ha ribadito più volte di essere “fiducioso che siamo vicini a un grande cambiamento per il Paese”.

Via Facebook sono arrivate le parole di Matteo Renzi:

“Lo spread sale ai massimi dal 2013 – ha scritto -. Non pensate che sia una notizia tecnica perché purtroppo riguarda la nostra vita. Dai prossimi giorni i mutui per le famiglie costeranno di più, l’accesso al credito per le piccole imprese sarà più difficile e pagheremo di più gli interessi sul debito pubblico. Chi è il colpevole? Non c’è nessun complotto, non guardate Bruxelles, non è colpa dei mercati finanziari. Il responsabile ha sempre un nome, in questo caso due cognomi: Salvini e Di Maio”.




Tutti contro il governo pentaleghista, tra clown involontari e circo mediatico: siamo alla comica finale

E il nuovo governo cerca di dispiegare le vele, con Giuseppe Conte al timone. Tranne M5S e Lega, tutti soffiano contro, tanti piccoli Eolo. La televisione ci porta la testimonianza di questo, nei Tiggì e nei Talk Show dedicati alla politica. Di contorno, anche qualche discutibile umorista – tipo Crozza , o involontario anche lui, come Fazio, otto milioni di euro all’anno dalla RAI ‘servizio pubblico’ – in altre trasmissioni, che con la politica non hanno nulla a che fare. Ma tant’è, l’Italiano medio – vorremmo dire mediocre – si occupa di politica quando non dovrebbe, e viceversa, quando sarebbe necessario approfondire per dare un indirizzo al paese, almeno evitando le castronerie che ci ammanniscono senza par condicio – vedi il defunto Renzi – si rifugiano nella plebiscitaria presenza sui canali che trasmettono partite di calcio. Non importa quali, purchè sia calcio. Quelle sono le occasioni in cui si sentono talmente patriottici, da esporre al balcone una bandiera tricolore comprata al mercato. Insomma, siamo messi proprio male.

Dicevamo della TV. È diventata un circo

Qualcosa che ormai è fuori moda, e soltanto pochi tenaci nostalgici continuano in queste imprese, il più delle volte con le toppe al sedere. C’è però uno spettacolo che non passerà mai di moda, ed è quello dei clown, dei pagliacci, per dirla in italiano. Grandi scarpe sformate, viso dipinto con labbra assurde, ciuffi di capelli applicati con una cuffia di gomma, e di solito un simulacro di frack, papillon enorme tutto storto, e poi tanta fantasia in un abbigliamento che deve soltanto provocare ilarità. La TV è diventata un circo, a cui alternativamente s’affacciano vari modelli di clown, – involontari – e le risate che suscitano non sono nelle loro intenzioni.

Il nuovo governo – e ancor più il nuovo presidente del Consiglio – hanno suscitato aspre critiche da tutte le parti politiche non coinvolte nel governo.

Ma proprio tutte. Cominciamo con il centrodestra, escluso dalla preclusione di Gigi Di Maio. Un Berlusconi sempre più appannato e malfermo ha tracciato la linea: a morte il governo, ma soprattutto il M5S. E se la prende anche con Mattarella, colpevole, a sentir lui, di non avergli consentito di provare a trovare i voti in parlamento. Come un sol uomo – ah, il dio danaro, cosa fa! – tutti gli azzurri, e purtroppo anche una frastornata Giorgia Meloni (4,2%) si sono accodati compatti a dire le stesse cose. Gasparri è un vero campione di logorrea, la retorica è la sua scienza. Riesce a dire tutto e il contrario di tutto quasi nello stesso momento. È stato perciò delegato a partecipare praticamente in modalità costante ad Agorà il ‘bel’ programma del mattino ‘leggermente’ orientato ancora verso il PD.
Poi ci sono Rosato, Maggiore, Romano, Fiano – tutti ‘onorevoli’, – e le varie soubrette Piddine e non solo che si alternano davanti alla telecamera. Il tema è sempre quello. Gli argomenti sempre quelli. Governo delle destre (quante, non era una sola?), governo pericoloso (perché?), attacco ai risparmiatori e alle fatiche annose del loro lavoro (come se Renzi non lo avesse già fatto, con pretesti vari), programma irrealizzabile (a priori? Aspettate un attimo), governo populista (termine oggi assunto al rango di insulto), premier che ha mentito sul curriculum (già fatto anche quello, una regola per un ministro PD: e la Fedeli?),eccetera eccetera.

I clown di Bruxelles

Junker (ma quanto beve a pranzo? O bisogna intervistarlo solo al mattino?), Moscovici, Dombrowski, ora perfino Macron (da che pulpito) criticano un governo ‘populista’, ‘antieuropeista’, ‘delle destre’ e via così. Il tutto sullo sfondo del solito spread (ormai il re è nudo) manovrato ad arte, ma che non va oltre un certo limite, perché c’è gente che ci rimette. È chiaro che preferivano – loro – quello di prima. Siamo arrivati all’assurdo. Ora quando il faccione di uno di questi personaggi appare sullo schermo, scoppiamo a ridere. Ormai la gente li ha relegati al pari dei comici, e neanche bravi. Senza parlare dei ‘nostri’, dei quali potremmo doppiare gli interventi, togliendo l’audio, tanto sono sempre uguali i loro disgraziati piccoli discorsi. Possiamo dirlo? Smettetela, fate ridere. Forse vorreste portare acqua al mulino di Renzi, Martina e PD – già avevamo dimenticato il buon Martina, il nemico degli uliveti pugliesi – ma sortite esattamente l’effetto contrario. Potremmo reclutarli in blocco e farne uno spettacolo itinerante, magari con un bel tendone variopinto, ma senza tigri e cammelli, e girare per l’Italia; e magari anche a Bruxelles, loro patria di adozione. Ci fermiamo qui.

Savona l’antieuropeista?

Intanto il combattuto forse ministro dell’economia Paolo Savona ha rivelato che la nostra attuale condizione dell’Italia in ambito europeo è esattamente quella a cui tendeva il programma di un ministro del governo di Hitler, negli anni ’40. Nel quale si era prevista, come si è realizzata oggi, una ‘gabbia’ tedesca per l’Italia,- IV Reich? – delegata al rango di luogo ameno e di villeggiatura, al pari della Francia, mentre alla Germania sarebbe toccato di gestire industrie di vario genere. Esattamente ciò che si è ottenuto oggi con l’ingresso nell’area euro e nella UE. Pochi sanno che nel convegno di Yalta, a fine conflitto, si decise che all’Italia fossero posti dei paletti sine die, limitandone l’espansione economica e politica. Esattamente quello che invece Aldo Moro riuscì a realizzare. Purtroppo, al pari di Mattei – che voleva dare impulso alla nazione e ci era riuscito, rendendola autonoma sotto il profilo energetico, e surclassando gli Inglesi – fu ucciso. E la spinta propulsiva dell’Italia, in campo economico ed energetico, cessò improvvisamente. Savona, il quasi ministro dell’economia, fa paura, non solo per le sue idee anti-euro, ma anche perché, come ricordava qualcuno, a 82 anni non ha remore a dire fuor dai denti ciò che pensa.

6 Italiani su 10 vorrebbero uscire dall’Unione, e dall’euro

E se pensiamo a come queste condizioni sono state imposte e sfruttate – comprendendo anche inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio operato alla chetichella – possiamo capirli e dar loro tutte le ragioni. Finalmente, aggiungiamo noi, qualcuno ha incominciato ad aprire gli occhi. Se l’Italia dovesse attuare quella che si chiama Italexit, l’Unione Europea traballerebbe, forse senza speranza. E la Germania potrebbe andare a cogliere margherite. Insomma, lo sport nazionale è diventato, anche sui social, criticare la coalizione di governo, criticare il curriculum di Conte, criticare i programmi, e tutti si accodano – è molto ‘trendy’, vuoi vedere che rispuntano i ‘radical chic’? – dietro al pifferaio di Hamelin. Tutte queste reazioni ci dicono una cosa sola: l’Europa, ma soprattutto la Germania, temono l’Italia libera da pastoie europeistiche, fino a rendere concreta, all’opinione pubblica italiana, la possibilità di uscita dall’euro. Il che ci renderebbe tutti più liberi e felici, e finalmente la nostra nazione – ingiustamente sanzionata da Yalta in poi, quando addirittura s’era deciso di dividerla in quattro diverse zone d’influenza, – USA. UK, Francia e URSS – potrebbe rinascere, con una economia sana e veritiera, non pilotata dall’alto. E dettare noi le leggi all’UE, quelle che fanno meglio ai cittadini italiani e alla nazione. Discorso populista, sovranista? Certo. E’ ora di finirla di assimilare questi termini ad insulti. Semmai sono reati d’opinione, e la UE, grazie a Dio, non è ancora arrivata a sanzionare la libertà di pensiero – ma non ci manca molto, se continuiamo così. Il Professor Savona è in rampa di lancio, ma come al solito le banche, lo spread, l’UE, la Merkel e le agenzie di Rating pretendono di scegliere il nostro governo, condizionando pesantemente il parere di Mattarella, – quello di Napolitano era autoprodotto, essendo lui un feroce e interessato propugnatore della nostra sottomissione – e quindi rischiamo di dover tornare a votare. Cosa che noi ci auguriamo.

In definitiva, la sorpresa più grossa l’avrebbero tutti gli europeisti e schiavisti che ci vogliono sotto il tallone dell’establishment europeo

Diciamo chiaro a queste gente che siamo stufi delle loro ingerenze in casa nostra. Che rispettino il voto di undici milioni di Italiani. In politica, come altrove, si vince e si perde: loro hanno perso, affidandosi a chi affidabile non era, e non è, tuttora, don Matteo Renzi. Non Tiziano, quello deciderà la magistratura se sia affidabile o meno. Se questo è sovranismo, ben venga. Abbiamo altre tradizioni noi, che quelle europeiste, specialmente di ‘questa’ Europa. Rimane la pena che certi parlamentari aggiogati a questo o a quel carretto, e per caso concordi, ma per ragioni opposte, suscitano in chi davanti al televisore vorrebbe sentirli finalmente pronunciare qualcosa di serio, e non solo buffonate vestite da dichiarazioni politiche. Se ne sono capaci.

Roberto Ragone




Governo gialloverde: è muro contro muro col Colle

La Lega blinda Paolo Savona al Tesoro ed è muro contro muro con il Colle. Una situazione molto delicata che mette il Presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, stretto – si ragiona in ambienti parlamentari – nella morsa tra i partiti della sua maggioranza e il Presidente della Repubblica.

Quando già si diffondevano i rumors sul calendario dell’eventuale giuramento, lo strappo sul titolare all’Economia provoca un’inevitabile allungamento dei tempi e anche ipotesi di una clamorosa rottura. Neanche un lungo faccia a faccia informale tra Giuseppe Conte e il capo dello Stato, oltre un’ora e mezza di colloquio al Quirinale, pare abbia sciolto la tensione. Da un lato il Colle sembra che abbia confermato con decisione le sue riserve su Savona, dall’altro Matteo Salvini che specularmente non cede di un centimetro, con il sostegno dei 5 stelle. “La Lega – fanno sapere fonti del Carroccio – ha preso precisi impegni con gli italiani su tasse, Europa, giustizia, pensioni, non prendiamo in giro nessuno. Non andiamo a Bruxelles con il cappello in mano”. Un modo per ribadire il concetto che Salvini ripete da giorni come un mantra: o questo governo cambia le cose o meglio andare al voto.

E dire che Giuseppe Conte ce la sta mettendo tutta per concludere positivamente il suo incarico

di prima mattina si è recato a Palazzo Koch per un lungo faccia a faccia, oltre un’ora e mezza, con il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Non è la prima volta che un premier incaricato fa visita al governatore: nel febbraio 2014, Matteo Renzi fece lo stesso. Ma stavolta questo incontro assume un valore molto particolare: l’uomo incaricato di fare il governo è stato accolto dai mercati con una doccia fredda, facendo evocare gli spettri di un “contagio” da parte della Bce nel cui consiglio siede lo stesso Visco e presieduta dall’ex governatore a Via Nazionale Mario Draghi. E perché le banche, la stabilità finanziaria, il dialogo con Bruxelles stanno molto a cuore a Visco. Quindi Conte giunge alla Camera per un vertice a mezzogiorno con Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Entrando nel portone di Montecitorio, ai cronisti che gli chiedono se entro la giornata sarà pronto a portare la lista al Colle risponde con un vago “vedremo”. La riunione nella sala del governo dura poco più di un’ora. Nel frattempo, Paolo Savona ammette candidamente di essere convinto che ci siano dei veti sulla sua persona. Lasciando il vertice il capo politico dei Cinque Stelle cerca di smorzare la tensione facendo buon viso a cattiva sorte.

“L’incontro – osserva Luigi Di Maio – è andato molto bene”

“E’ come se avessimo lavorato sempre insieme, – ha detto il leader pentastellato -è  c’è una totale sinergia e sintonia e stiamo lavorando con abbastanza velocità per assicurare il governo del cambiamento”. Dribbla ogni domanda su Paolo Savona: “Non voglio parlare di nomi. Di questo – commenta sintetico – ne devono parlare il presidente della Repubblica e Conte”. Decisamente laconico Matteo Salvini, dall’umore nero, che sul Tesoro si limita a dire che “sarà il presidente incaricato a fare le sue valutazioni”. Poi vola a Milano, oggi sarà presente a un saggio della figlia. E’ il segnale che per lui il tempo della trattativa a Roma è ormai scaduto, la parola tocca ora al Capo dello Stato. Quindi ribadisce la sua netta determinazione a spingere su Savona sino alla fine, a ogni costo: se non ci sarà lui nella compagine di governo – informano fonti a lui vicine – non ci sarà nemmeno il governo stesso. In serata, su Facebook conferma la sua grande irritazione con una frase secca inequivocabile: “sono molto arrabbiato”. In questo clima di tempesta, si inseriscono le parole di apertura del Presidente francese Emmanuel Macron che tende la mano al nuovo governo: L’Italia – sottolineato a San Pietroburgo – è un membro importante dell’Ue e un alleato eminente. Vedremo cosa sceglierà l’Italia, ho rispetto per questo grande Paese che è sempre stato al nostro fianco”.




Governo, Conte da Mattarella senza lista ministri

E’ durato circa un’ora l’incontro al Quirinale tra il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Non ha presentato al capo dello Stato la lista dei ministri, non ha sciolto la riserva, ma ha fatto solo il punto della situazione.

Il presidente del Consiglio incaricato ha incontrato alla Camera il capo politico del M5S Luigi Di Maio e il segretario federale della Lega Matteo Salvini. “Procede tutto per il meglio – ha assicurato Di Maio -. L’incontro è andato bene. Sulla squadra di governo la parola spetta al presidente Conte e al presidente della Repubblica”. Alla domanda se sia disposto a rinunciare al superministero del Lavoro, Di Maio ha risposto: “Non mi pare si stia discutendo di nomi, si sta discutendo dell’asset-to di governo per realizzare il programma elettorale. Quando giurerà la squadra? Questo dovete chiederlo al presidente”.

“E’ come se avessimo lavorato sempre insieme – ha aggiunto -, c’è una totale sinergia e sintonia e stiamo lavorando con abbastanza velocità per assicurare il governo del cambiamento”. “Savona? – risponde Di Maio – Non voglio parlare di nomi. Di questo ne devono parlare il presidente della Repubblica e Conte. Quello che vi posso dire è che c’è molta compattezza e che ci capiamo al volo”.
Secondo fonti del M5S, tuttavia, è poco probabile che oggi il premier incaricato salga al Quirinale per chiudere la partita sulla squadra di governo con Mattarella. Nulla, sottolineano le stese fonti, è ancora definito per quanto riguarda i tempi.

In mattinata, il premier incaricato ha incontrato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nella sede dell’Istituto. Al termine della riunione, durata circa un’ora e mazza, Conte è andato via in taxi seguito dalla scorta, così come era arrivato. “Abbiamo doverosamente parlato dello stato dell’economia italiana – ha detto Conte ai cronisti – c’è stato un aggiornamento”. Il premier incaricato ha poi ricordato che la prossima settimana ci sarà la relazione finale di Banca d’Italia.




Castel Gandolfo, ok dalla Regione: il lago Albano è balneabile

CASTEL GANDOLFO (RM) – Anche quest’anno si può fare il bagno al Lago Albano di Castel Gandolfo. A renderlo noto è la Regione Lazio con il Decreto a firma del Presidente Nicola Zingaretti – n. T00121 del 18 maggio 2018 – di individuazione e classificazione delle acque destinate alla balneazione per la stagione balneare 2018.

La Regione Lazio, in occasione della stagione balneare apertasi lo scorso 1 maggio e che durerà fino al 30 settembre prossimo, ha eseguito i prelievi in tre punti differenti del Lago Albano: 1750 m. a destra dell’emissario, 4350 m. a destra dell’emissario e alla Cabina di sollevamento della Villa Pontificia. In queste ultime due aree la qualità delle acque è “eccellente” ed è risultata “buona” nel primo punto di prelievo, corrispondente al tratto di costa di fronte il Lungolago.

Per quanto riguarda la sorveglianza dei cianobatteri e per garantire un costante monitoraggio della salute delle acque, la Regione Lazio – sulla base della valutazione dei dati storici, dell’analisi dei nutrienti e della valutazione della trasparenza – ha indicato che il Lago Albano rientra in quei bacini con fioriture per i quali è necessario procedere ad una pianificazione delle attività di prelievo e analisi da parte di Arpa Lazio.

Le informazioni sulle aree balneabili del Lago Albano sono disponibili sul sito istituzionale del Comune di Castel Gandolfo ed anche sul portale internet del Governo “acque di Balneazione”.




Federica Angeli, quando il giornalismo non piega la testa: l’intervista

Federica Angeli è una giornalista del quotidiano La Repubblica impegnata nella lotta contro le mafie romane. Nel 2013, con Carlo Bonini porta avanti un’inchiesta che termina con la maxi retata soprannominata “Nuova alba” grazie alla quale 51 uomini vengono arrestati. Tutti appartenenti ai clan dei Fasciani, Triassi e Cuntrera-Caruana. Dal luglio 2013 vive sotto scorta dopo esser stata minacciata di morte, mentre due anni dopo il Presidente della Repubblica le conferiva il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito. Nell’ultimo anno, l’operazione Eclisse porta all’arresto di 32 adepti al clan Spada di Ostia. Federica Angeli sarà un testimone chiave al processo contro Armando Spada.

Oggi spiega a L’osservatore d’Italia cosa vuol dire essere una giornalista impegnata in una lotta così difficile proseguita anche dopo aver ricevuto il 7 aprile scorso una busta con all’interno un proiettile.

Cosa è per lei la lotta alla mafia?
E’ ristabilire la libertà di ognuno di noi di non dover piegare la testa e di avere paura.

Ravvisa delle differenze o delle affinità tra mafia radicata nel Lazio e quella invece del sud Italia?

Direi che mentre ‘ndrangheta e Cosa nostra sono ormai diventate mafie imprenditoriali e dunque meno riconoscibili di un tempo, la camorra e i clan autoctoni presenti nel Lazio sono molto più simili nelle dinamiche di strada. Il bisogno di usare, quasi ostentare, la violenza ad esempio è tipico della mala campana così come della malavita organizzata di Ostia. Dimostrare di governare con le cattive maniere un territorio rende simili le modalità di queste due compagini malavitose.

Lo scorso 19 aprile, ha testimoniato al processo Spada mentre terminava la prima parte del procedimento giudiziario sulla trattativa Stato-Mafia. E’ importante dare voce mediatica a questi processi?
Ritengo di sì. Il cittadino ha diritto di conoscere l’evoluzione e l’esito di determinati procedimenti contro la mafia. Per capire quanto il gioco di forza tra stato e antistato abbia portato l’uno a vincere e l’altro a soccombere. E poi partendo dal presupposto che le mafie odiano i riflettori e che si parli di loro, direi a maggior ragione che trovo tutt’altro che esiziale parlarne, al contrario bisogna farlo sempre e ovunque.

Come descriverebbe la sua vita? Lei lavora come un ispettore che ha scambiato la pistola con la penna.
In verità il lavoro di indagine sul campo è molto simile. Ma no, non ho scambiato penna per pistola, so bene di non possedere gli strumenti che hanno procure e inquirenti e conosco il confine entro cui muovermi. La mia vita? E’ una continua e incessante e appassionante ricerca della verità. Questo mi fa sentire davvero libera.

Dopo Mafia Capitale e gli Spada, ci si è resi conto che Roma è spartita tra varie famiglie mafiose. Vede un futuro per Ostia?
Sì. Vedo sempre più vicino il giorno della resa dei conti in cui finalmente lo Stato deciderà di proteggere sul serio i suoi cittadini e la giustizia renderà merito al lavoro degli investigatori che hanno portato in carcere i clan.

Gianpaolo Plini