Anguillara, Bianchini (PD): “Seduta segreta sul bilancio. Bavaglio al Consiglio”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Il consigliere comunale del Partito Democratico Silvio Bianchini critica l’ultima comunicazione degli amministratori che in pratica hanno annunciato una seduta “segreta sul bilancio”. Ecco la nota: “I paladini (a parole, ma non nei fatti) della trasparenza e della partecipazione popolare si sono inventati una comunicazione a tutti i Consiglieri dove sono imposte le regole su come affrontare il prossimo Consiglio Comunale che avrà all’ordine del giorno un punto importante come il Bilancio di Rendiconto di Gestione 2017.

Probabilmente avendo paura di una libera ed aperta discussione in Aula Consiliare – o ritenendo , forse, che la sua maggioranza non fosse all’altezza di affrontare un pubblico dibattito – la presidente del Consiglio sig.ra Silvia Silvestri ha destinato alla Conferenza dei Capogruppo – da tenersi in via riservata ed a porte chiuse – la discussione sostanziale sul Bilancio, demandando all’Aula ed alla seduta pubblica di Consiglio solo la mera dichiarazione di voto sullo stesso.

Tale disegno comporta non solo il divieto di qualsiasi discussione aperta, ma nella sostanza nega ai cittadini la possibilità di poter assistere all’esame dei punti da verificare e chiarire ed al dibattito sugli stessi che – lo ripeto –secondo il piano della sig.ra Silvestri dovrà avvenire nelle segrete stanze e non in pubblica seduta.

La udienza Consiliare sarebbe riservata esclusivamente alla sola dichiarazione di voto da effettuarsi – ha ricordato, oltretutto, la Silvestri- in tempi strettamente da lei limitati.

Premesso che nessuna Amministrazione precedente si è mai sognata di promuovere tale illiberale e oscura procedura, sottolineo – nella mia qualità di Consigliere di opposizione – che non solo il TUEL, ma nemmeno nessun articolo del Regolamento di Contabilità, prevede questa limitazione del ruolo e delle prerogative del Consigliere comunale il quale deve essere libero – in sede di seduta consiliare – di poter esprimere il proprio pensiero e di farlo udire e conoscere a tutte le persone interessate.

Tale iniziativa – conclude Bianchini – inoltre, lede il diritto dei cittadini – sia di quelli presenti in aula che di quelli collegati via streaming – ai quali la legge ha concesso la facoltà di poter assistere e di essere testimoni della discussione sulla approvazione di un atto amministrativo fondamentale come il bilancio consuntivo.

Inoltre in questo modo – non vigendo per la seduta dei Capogruppo l’obbligo di registrazione degli interventi – non saranno messi agli atti , annotati ed archiviati tutti i quesiti, , i chiarimenti e le domande che porranno i Consiglieri.

Non se tale iniziativa della sigra Silvestri sia nota anche ai Consiglieri della maggioranza – i quali potrebbero essere stati convinti a condividere senza discutere il Bilancio di previsione così come approvato recentemente- ma trovo gravissimo che tale procedura sia imposta alla opposizione a cui viene negata la possibilità di esercitare pubblicamente le funzioni di partecipazione e di controllo.

Il Sindaco venga in Aula – apertamente – a discutere del bilancio, come del resto hanno fatto tutti i suoi predecessori, senza sottrarsi al dialogo chiaro e pubblico alla presenza dei cittadini.

Avrebbe così la possibilità di spiegare pubblicamente quali siano le probabili future passività del Comune, quali e quanti siano i crediti inesigibili, con quali voci di entrata ha previsto di coprire i mutui o i prestiti richiesti per milioni di euro e se e come graveranno sulle future generazioni, a quanto ammontano gli incarichi esterni affidati nel corso dell’anno e tanto altro.

I Cittadini debbono constatare – purtroppo – come siamo passati da una campagna elettorale dove si decantava il BILANCIO PARTECIPATO alla amara realtà dove di applica il BILANCIO SEGRETO”.

 




Albano Laziale, Centro Psicologia Castelli Romani: che cos’è la dislessia

Per Dislessia evolutiva ci si riferisce ad una difficoltà specifica nella lettura, tale difficoltà può manifestarsi rispetto al parametro della velocità ovvero una lettura stentata e lenta, oppure per correttezza, quindi il bambino leggendo compie numerosi errori che possono essere di varia natura e precocemente identificabili: scambio di lettere (d/b, p/q, v/f etc), salto della parola, della riga, inversioni di lettere, autocorrezioni frequenti, lettura corretta della prima parte di parola per poi però dirne una simile ma con parte finale differente; questi sono solo alcuni esempi degli errori
più comuni. Le difficoltà di velocità e correttezza si possono presentare contemporaneamente. Inoltre, in molti casi la dislessia non si manifesta isolatamente bensì associata ad ulteriori difficoltà di comprensione del testo scritto, di scrittura (disortografia e disgrafia), nell’ambito logico matematico (discalculia) ed altri.
Questo disturbo specifico dell’apprendimento si manifesta in assenza di deprivazioni ambientali, difficoltà cognitive, sensoriali (ad esempio della vista) o patologie specifiche che possano giustificarne la causa. Degli indici da non sottovalutare sono: l’eventuale familiarità, quindi se vi sono altri casi in famiglia l’indice di rischio può essere maggiore, stesso discorso vale se il bambino ha manifestato un disturbo di linguaggio in precedenza, avrà maggiore probabilità di sviluppare un DSA.
La diagnosi viene fatta a metà/fine seconda elementare, anche se importanti indici predittivi e di rischio possono essere più precocemente individuati. E’ indispensabile somministrare test standardizzati cognitivi, degli apprendimenti, delle funzioni esecutive. Per la diagnosi e per il trattamento è necessario un intervento in equipe: neuropsichiatra/ psicologo, logopedista, ortottista/optometrista, tutor specializzato ed altri.
La diagnosi deve essere certificata presso la propria ASL per attivare misure compensative e dispensative nel contesto scolastico previste dalla Legge 170/2010 e che verranno concordate e scritte dal corpo docente all’interno di un PDP (piano didattico personalizzato) e condiviso con genitori e specialisti.

Logopedista Chiara Marianecci
chiara.marianecci@hotmail.it
3497296063




Governo Conte, Salvini e Di Maio vice premier: ecco tutti i ministri

Giuseppe Conte ha accettato l’incarico di presidente del Consiglio e ha presentato al capo dello Stato, Sergio Mattarella, la lista dei ministri.

Tra i principali dicasteri

Tria all’Economia. Per Savona gli Affari Europei. Moavero-Milanesi alla Farnesina. Per Fraccaro Rapporti con il Parlamento e, per la prima volta, Democrazia diretta. All’avvocato Giulia Bongiorno la Pubblica amministrazione. “Lavoreremo intensamente per realizzare gli obiettivi politici anticipati nel contratto, lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità di vita di tutti gli italiani”. Così il Presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, al Quirinale dopo aver letto la lista dei ministri del suo governo.

“C’è grande entusiasmo e determinazione. Lavoreremo per ridare fiducia all’Italia. Questo è un grande paese che ha bisogno di ritrovare fiducia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando con i cronisti mentre si recava a piedi dal Senato alla sua abitazione. – Conte ha deciso di recarsi dal Senato alla vicina pizzeria sotto casa a piedi e non in taxi, che gli uffici del Senato avevano chiamato per lui. Il presidente del Consiglio ha attraversato piazza Navona e ha imboccato via del Governo Vecchio, strada tipica della movida serale del centro. E qui è stato riconosciuto da diverse persone che gli anno fatto gli auguri.

Il premier Giuseppe Conte è andato a cena in una pizzeria vicino casa, accolto da saluti e incoraggiamenti della gente per strada

Un passante gli ha urlato ironicamente “Viva Cottarelli”. Festeggiamenti anche all’interno della pizzeria dove Conte si è fatto una foto con lo staff del locale. Poi ha ordinato un piatto di straccetti di manzo con la rucola. La svolta decisiva nelle consultazioni per cercare di formare un governo arriva alle 19 con una dichiarazione congiunta di Di Maio e Salvini che annunciava: “Ci sono le condizioni per un governo politico”. L’accordo prevedeva Conte premier. Carlo Cottarelli, intanto, saliva al Colle alle 19.30 per rimettere il mandato. La dichiarazione di Salvini e Di Maio era giunta dopo un vertice alla Camera dei Deputati cominciato intorno alle ore 15 e al quale si era poi aggregato lo stesso prof. Conte. “Ho sentito dire molte cose in queste ore ma ci tengo a precisare che Fdi non ha mai chiesto poltrone o di entrare nella squadra di governo. Per patriottismo abbiamo detto che davamo una mano perchè l’Italia è sotto attacco e non ci possiamo permettere di votare a luglio. Ma non abbiamo mai chiesto posti di governo”. Lo afferma Giorgia Meloni, leader di Fdi conversando con i giornalisti.

“Un’amministrazione euroscettica al potere in Italia, la terza economia d’Europa”. Così il Wall Street Journal commenta gli ultimi sviluppi politici

I leader dei due partiti della coalizione – sottolinea il quotidiano – oltre ad essere ministri saranno entrambi anche vicepremier: “Un ruolo che permetterà a Luigi Di Maio e Matteo Salvini di guidare il governo, verosimilmente oscurando il primo ministro Giuseppe Conte”. Quest’ultimo viene descritto come “un avvocato e un accademico poco conosciuto”, “emerso come candidato di compromesso dopo che i leader dei partiti della coalizione hanno rinunciato a rivendicare la premiership come parte del loro patto per formare un governo”. E a proposito di Giovanni Tria, scelto come ministro dell’Economia, il Wsj lo descrive come “un economista che ha criticato l’eurozona affermando che ha fallito l’obiettivo di raggiungere la convergenza tra le diverse economie che compongono l’euro area e di eliminare gli squilibri macroeconomici”.




Governo, ultima chiamata del presidente per M5s e Lega

Ore decisive per una probabile riapertura del governo pentaleghista. E secondo fonti M5s ci sarebbero contatti sempre più frequenti tra Di Maio e Salvini proprio in queste ore, dopo la proposta del leader pentastellato di “spostare” Paolo Savona dal Mef a un altro ministero per dare il via al governo.

Un ultimo, estremo, tentativo di dare all’Italia un governo politico

L’ipotesi di un Esecutivo giallo-verde, quasi fotocopia di quello che Giuseppe Conte avrebbe dovuto portare al Quirinale domenica scorsa, con l’economista della “discorda” Paolo Savona dentro, ma in un ruolo diverso da quello di responsabile del Mef. E’ la carta che prova a giocare Luigi Di Maio per non arrendersi all’ineluttabilità di un governo tecnico o di un immediato ritorno alle urne. E’ un’offerta su cui potrebbe riflettere anche Matteo Salvini, fin’ora irremovibile nel blindare Savona: “ne parlerò con Di Maio”, sembra aprire. Il ritorno al governo politico è una chance che Sergio Mattarella intende dare ai due partiti guardando con “grande attenzione”a questa soluzione, soprattutto dopo i timori sorti dal rischio di scaricare su un governo del Presidente sfiduciato la gestione della crisi dei mercati che potrebbe abbattersi sull’Italia nei prossimi mesi. Perché allo stato nessuno, compreso Salvini che pure si augura un voto “il prima possibile ma non a fine luglio”, sarebbe ancora convinto di dare la fiducia ad una compagine guidata da Cottarelli. Che dovrebbe quindi accompagnare l’Italia al voto e rappresentarla all’estero da una possibile debole posizione di governo in carica per i soli affari correnti. Sergio Mattarella quindi concede altro tempo. Il Capo dello Stato ha incontrato nel pomeriggio il leader del M5s, che da ieri continua a ripetere: “governo politico o urne”. Poi ha visto anche il premier tecnico in pectore, Carlo Cottarelli, per un incontro “informale” dopo il quale è stato deciso che il presidente del Consiglio incaricato non sarebbe tornato in serata per sciogliere la riserva.

“La battaglia non è con il Quirinale” si affretta a precisare Di Maio che domenica era arrivato a minacciare il presidente di impeachment per aver bloccato la partenza dell’esecutivo giallo-verde per l’insistenza dei due leader sulla presenza dell’euroscettico Savona. “Ci proveremo ancora, aspettiamo una risposta dalla Lega sulla proposta che abbiamo fatto”,spiega ai parlamentari riuniti di sera in assemblea dopo che nel pomeriggio, prima di salire al Colle, aveva perentoriamente chiarito: “il M5S voterà contro un governo non politico, ovvero quello già pronto di Carlo Cottarelli, e non si presterà a escamotage parlamentari come quello della non sfiducia tecnica”. In ogni caso, sono ore in cui la tensione tra M5s e Lega rimane sempre alta. Salvini dice di voler riflettere sulla proposta di Di Maio ma comunque avverte: “Se mi tirano via anche un solo uomo di quella squadra, il governo non ha senso che esista” mette in guardi escludendo ipotesi di governi “tenuti al guinzaglio”. In attesa che si chiarisca la reale opportunità di rinascita di un governo politico, intanto, resta l’opzione del governo Cottarelli che potrebbe partire grazie al voto di fiducia di una parte dei partiti, insieme a uscite dall’aula e astensioni. E su questo approccio praticamente tutti, al netto dei 5 stelle che hanno già annunciato voto contrario, sono ancora fortemente indecisi. Silvio Berlusconi, molto irritato per la partita che Salvini sta giocando in solitaria, ha riunito un vertice a palazzo Grazioli. Sulla fiducia Fi non voterà in dissenso dalle altre forze del centrodestra anche perché il Cav non ha nessuna intenzione di dare il destro a Salvini per rompere. Lo stesso Salvini, pur auspicando un esecutivo che porti al voto a ottobre, è molto perplesso circa il da farsi. Il Pd, anche nei contatti di giornata con il Quirinale, conferma, per ora, l’astensione “positiva”. E si prepara a ogni scenario, anche il voto a brevissimo con Gentiloni candidato premier di un fronte “largo, aperto, nuovo”.




Governo, la Lega dice no a Di Maio. Salvini: “Non siamo al mercato, al voto subito”

Novità sul fronte della crisi politica. Secondo ambienti vicini a Cottarelli, durante l’attività del Presidente del Consiglio incaricato per la formazione del nuovo Governo sarebbero emerse nuove possibilità per la nascita di un Governo politico. Questa circostanza, anche di fronte alle tensioni sui mercati, avrebbe indotto Cottarelli – d’intesa con il Presidente della Repubblica – ad attendere gli eventuali sviluppi. A quanto si apprende da fonti leghiste, la posizione delle ultime ore del partito di Matteo Salvini sulla crisi di governo, è quella di non ostacolare soluzioni rapide per affrontare le emergenze ma “ridare comunque la parola agli italiani il prima possibile”. Questa mattina il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli si era recato al Quirinale per un incontro informale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, poi è rientrato a palazzo Montecitorio. Cottarelli è adesso al lavoro nella Sala Busti di Montecitorio.

Intanto Matteo Salvini tuona “Mattarella ci dia il voto” da Pisa, dove è in campagna elettorale per le amministrative

Al voto, dunque. Ma alleati con chi e quando? “Prima possibile ma non a fine luglio perché ci sono le sacrosante ferie degli italiani e i lavoratori stagionali”, mette in chiaro il leader della Lega. Quanto alle alleanze, le parole di Salvini sembrano escludere che la soluzione della crisi passi ora da un governo M5s-Lega. Per il dopo il segretario del Carroccio mette in chiaro: “Andremo al voto con chi sostiene il nostro programma perché l’Italia non può essere il paese che continua solo a dire signorsì all’Europa”.

Luigi Di Maio, arriva di buon mattino a Montecitorio, dove lo raggiungono le sferzanti parole che Salvini gli riserva: “Di Maio riapre? Non siamo al mercato, al voto subito…”. “Mattarella ci dica come uscire dallo stallo: abbiamo rinunciato a posti, poltrone, presidenze e ministeri. Ci hanno sempre detto no”, ributta la palla sul Colle il leader leghista. “All’ipotesi di un governo giallo-verde ci abbiamo lavorato per un mese inutilmente ma io ho una dignità politica e soprattutto l’Italia non è schiava di nessuno: i tedeschi si facciano gli affari dei tedeschi e i francesi quelli dei francesi ma agli italiani ci pensiamo noi”, chiosa.




Governo, Di Maio rilancia su governo gialloverde e spunta ipotesi premiership leghista

Ancora irrisolta la grave crisi politica italiana. Ieri il premier incaricato Carlo Cottarelli ha fatto visita al presidente della Repubblica senza sciogliere la riserva.

Due gli scenari possibili:

Scioglimento immediato delle camere e elezioni a fine luglio o una fiducia “tecnica” per legge di bilancio “light” e voto a ottobre.

Luigi Di Maio abbandona l’idea dell’impeachment a Mattarella e rilancia su governo M5s-Lega

“Siamo pronti a rivedere la nostra posizione. Se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo, ma ora si rispetti la volontà del popolo: una maggioranza c’è in parlamento, fatelo partire quel governo” ha detto da Napoli, in un comizio, il capo politico del Movimento 5 stelle. E a rinforzare l’idea che ci possa essere un tentativo in quel senso, è arrivato in serata anche l’appoggio di Fratelli d’Italia. “Una maggioranza in Parlamento c’è, ed è formata da M5s e Lega: “Era pronta a fare un governo e aveva stipulato un contratto di governo – ha scritto Giorgia Meloni su Facebook -. Noi siamo stati critici però arrivati a questo punto siamo anche disponibili a rafforzare quella maggioranza con FdI, perché crediamo che bisogna fare tutto quello che c’è da fare in questo momento per tirare fuori l’Italia dalla situazione di caos nella quale rischia di gettarsi. Presidente, ci rifletta perché non avremo molto altro tempo”.

E, in tarda serata si alternano anche le voci su una possibile premiership di segno leghista per compensare Matteo Salvini. In tal caso, secondo gli stessi rumors, a Palazzo Chigi potrebbe sedere Giancarlo Giorgetti, che nel pomeriggio di ieri avrebbe avuto, tra l’altro un colloquio con il premier incaricato Carlo Cottarelli. Fonti del M5S non confermano un simile schema di governo e, anzi, si dicono scettiche sulla possibilità di un ok a un esecutivo guidato da un premier leghista. Ma la disponibilità a riaprire un canale di dialogo con il Quirinale c’è e, come alternativa, il M5S propone in maniera via via più convinta il ritorno alle urne il 29 luglio. Interpellate sull’ipotesi che si riapra la possibilità di un governo M5S-Lega, fonti de Carroccio riferiscono che al momento non ci sono fatti concreti nuovi, definendo questa come la “note delle follie”. E non escludono tuttavia che una delle ipotesi che circolano in queste ore possa vedere la luce.

Al momento, però, al vaglio di Sergio Mattarella restano le prime due opzioni

con la ferma convinzione da parte del Quirinale che comunque il parlamento si dovrà assumere la responsabilità di chiudere la legislatura o di consentire al governo tecnico un passaggio fondamentale con la presentazione della manovra, per evitare l’eccessiva fibrillazione dei mercati e ridare credibilità e fiducia al nostro Paese.

Mercati che continuano a subire una fortissima tensione, con lo spread che s’impenna col passare dalle ore, dai 250 punti della mattina, alla chiusura a quota 300. Tuttavia, dopo lo scontro frontale di lunedì tra il Colle e il fronte sovranista, i toni sembrano essersi decisamente abbassati. ono decisamente più morbidi. Luigi Di Maio, torna sui suoi passi nella richiesta di impeachment, consapevole che su quella strada era rimasto praticamente isolato. Lo stesso Salvini, in diretta Facebook, ribadisce che “Mattarella ha sbagliato ma basta insulti”.

Una riapertura di dialogo tra M5s e Quirinale che, secondo qualche osservatore, potrebbe riaprire una strada, seppur strettissima, verso un governo politico. Ma al momento è una ipotesi solo di scuola. Per ora, in pista c’è solo Cottarelli, che Mattarella vuole comunque inviare al Parlamento. Malgrado le difficoltà. Dopo una mattinata di contatti e relazioni, il premier incaricato è stato al Colle per le 16,30. Sembra essere il momento dell’accettazione del mandato e la presentazione della lista dei ministri, ma qualcosa deve essere andato storto, tanto che a sorpresa, Cottarelli lascia il Colle senza presentarsi alla stampa. E subito scoppia una ridda di ipotesi tra cui quelle se intenda rimettere il mandato o se in realtà abbia bisogno di più tempo per stilare la lista dei ministri. Il Colle subito fa trapelare che non esiste l’ipotesi della rinuncia. E Cottarelli, rientrando a Montecitorio, assicura che sta approfondendo “alcuni aspetti della lista”.

Nelle stesse ore le diverse anime del Pd propongono l’idea di andare a votare il 29 luglio

probabilmente – si ragiona in ambienti parlamentari – assecondando il pressing del Colle. Una data decisamente inedita ma che oggettivamente raccoglie positivamente la preoccupazione di Mattarella, qualora dovesse saltare tutto, di avere un governo in carica in autunno, subito in grado di presentare la legge di bilancio. E non è un caso che per tutta la giornata si siano inseguiti rumors di contatti tra Cottarelli ed alcuni esponenti delle forze politiche, come il leghista Giancarlo Giorgetti e il dem Graziano Delrio, proprio per sminare la strada del governo tecnico finalizzata al varo della manovra. Il ritorno alle urne a luglio, se viene accolto con favore dalla Lega, trova invece i Cinque Stelle molto freddi. “Spero che – ha spiegato Di Maio – si possa andare al voto il prima possibile però riconosco pure che questa è una situazione veramente difficile per il Paese”.




Governo, Meloni ci ripensa: Fdi pronta a sostenere i gialloverdi

Cambio di programma per il partito della Meloni che ha deciso di sostenere un eventuale governo M5s-Lega. “Una maggioranza in Parlamento c’è. Era pronta a fare un governo e aveva stipulato un contratto di governo. Noi siamo stati critici però arrivati a questo punto siamo anche disponibili a rafforzare quella maggioranza con FdI, perché crediamo che bisogna fare tutto quello che c’è da fare in questo momento per tirare fuori l’Italia dalla situazione di caos nella quale rischia di gettarsi. Presidente, ci rifletta perché non avremo molto altro tempo”, scrive Giorgia Meloni, leader di Fdi, su Facebook. “Presidente Mattarella noi non abbiamo condiviso alcuna delle scelte che ha fatto nelle ultime settimane. Però l’Italia è sotto attacco e non può permettersi in questo momento né un governo che vada in Aula prendendo forse 20 voti per farci ridere dietro dal mondo; né di tornare a votare il 29 luglio o il 5 agosto con l’attacco finanziario della speculazione in atto. Allora un gesto di responsabilità deve arrivare da tutti, soprattutto da chi si considera un patriota. Noi abbiamo da chiederle: provi a fare l’unica cosa che non ha fatto sinora, dare un incarico a chi era arrivato primo alle elezioni, al centrodestra, per formare un governo e verificare se in Aula – anche grazie magari all’astensione di altri partiti con la stessa responsabilità – c’è la possibilità di formare un governo, di calmare la situazione internazionale e di occuparci dei problemi degli italiani”.




Spread sfiora quota 300, il commissario Ue si scusa con l’Italia. Salvini: “A Bruxelles sono senza vergogna”

Lo spread risale sopra i 280 punti base, a 282 punti, al termine dell’incontro tra il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli e il presidente Mattarella al Quirinale. Il rendimento del 10 anni italiano è in rialzo al 3,08%.

Affonda anche New York sull’ ‘onda lunga’ italiana con il Dow Jones che perde oltre il 2%.

La Borsa di Milano chiude in calo con il Ftse Mib che cede il 2,65% a 21.350 punti. Sulla seduta pesano le incertezze del quadro politico italiano dopo l’incontro tra il premier incaricato, Carlo Cottarelli, ed il capo dello stato, Sergio Mattarella, e la notizia che si rivedranno mercoledì. “Non ci sono giustificazioni, se non emotive, per quello che sta succedendo oggi sui mercati”. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco parlando ‘a braccio’ rispetto al testo delle considerazioni finali riferendosi al balzo dello spread. Spread Btp-Bund chiude vicino a 300 punti base – Lo spread tra Btp e Bund chiude vicino alla soglia dei 300 punti base, a 290 punti – sugli schermi Bloomberg – con il rendimento del decennale italiano al 3,13%. Il differenziale ha segnato un’accelerazione nelle ultime battute della seduta dopo che l’incontro tra il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli e il capo dello Stato Mattarella si era appena concluso senza la presentazione della lista dei ministri. Spread btp-bund a 2 anni schizza 190 punti a quota 343 – Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani a due anni e quelli tedeschi di eguale durata si è allargato oggi di 190 punti basi, pari a quasi il 2%. Lo spread tra il btp con scadenza giugno 2020 e il bund si è allargato a 343 punti. Il rendimento del btp a due anni si è impennato al 2,639%, poco meno di quanto rendeva ieri il nostro btp decennale. Borsa Wall Street affonda con Italia, Dj -2,03% – Wall Street affonda con l’onda lunga dell’Italia. Il Dow Jones perde il 2,03% a 24.252,32 punti, il Nasdaq cede lo 0,89% a 7.367,80 punti mentre lo S&P500 lascia sul terreno l’1,58% a 2.678,46 punti.

Bufera su Guenther Oettinger, commissario tedesco Ue al Bilancio

mentre si consuma una nuova giornata nera sui mercati con lo spread che schizza oltre i 300 punti e poi ripiega sulle tensioni per la formazione del nuovo governo. “Lo sviluppo negativo dei mercati porterà gli italiani a non votare più a lungo per i populisti”, dice il commissario, secondo un tweet di Bernd Thomas Riegert, che anticipa sul social network i contenuti di un’intervista per Deutsche Welle, che sarà diffusa stasera. Il tweet sarebbe la versione corretta di un precedente post comparso nel social network, nel quale Oettinger veniva citato in modo diverso: “i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta”.

“Non volevo mancare di rispetto e mi scuso”

Lo scrive su Twitter il commissario europeo Gunther Oettinger a proposito delle dichiarazioni sulla crisi politica italiana rilasciate durante un’intervista a Deutsche Welle.
Questa versione dell’intervista, poi rieditata dallo stesso giornalista, non è stata confermata dalla Dw all’ANSA. Il post ritirato come erroneo aveva però già suscitato molte reazioni.

“A Bruxelles – ha commentato Salvini – sono senza vergogna.

Il commissario europeo al bilancio, il tedesco Oettinger, dichiara ‘i mercati insegneranno agli italiani a votare per la cosa giusta’. Se non è una minaccia questa…Io non ho paura #prima gliitaliani”. Mentre il Movimento cinque stelle chiede una smentita. Parole bollate come “offensive” anche dal Pd con Matteo Orfini.

“L’Italia merita rispetto”, Bruxelles “è pronta a cooperare responsabilmente e nel rispetto reciproco”:

così il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker in una nota. “Le sorti dell’Italia non possono dipendere da eventuali ingiunzioni dei mercati finanziari. L’Italia, indipendentemente dai partiti che la dirigeranno in futuro, è un Paese fondatore dell’Ue che ha fornito un enorme contributo all’integrazione europea”. Juncker si dice inoltre “convinto che l’Italia continuerà il suo percorso europeo”. Intanto il capo della comunicazione di Deutsche Welle, Christoph Jumpelt, chiarisce all’ANSA come sia stato possibile l’errore nel tweet sull’Italia, relativo all’intervista al commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger, che ha provocato molte reazioni indignate. “Il nostro redattore purtroppo nel suo tweet non ha separato in modo chiaro la propria valutazione dalla citazione. Di questo ci scusiamo. Questo è stato corretto col tweet successivo”, afferma Jumpelt. Arrivano poi anche le scuse dirette del giornalista. “Nel mio primo tweet ho sbagliato la citazione. Per questo l’ho cancellato. Intendevo dare un veloce reazione e una sintesi dell’intervista. Mi scuso per la confusione e per l’errore. Per favore traducete la citazione qui”. È quello che scrive il giornalista della Deutsche Welle, Bernd Thomas Riegert, su Twitter, scusandosi per aver divulgato una citazione sbagliata del commissario europeo al Bilancio Gunther Oettinger, che ha provocato molte reazioni indignate in Italia. “Il mio appello a tutte le istituzioni europee: per favore rispettate gli elettori: siamo qui per servirli, non per far loro lezioni”, dice in un tweet il presidente del consiglio europeo Donald Tusk. “Juncker è stato informato di questo commento sconsiderato, e mi ha chiesto di chiarire la posizione ufficiale della Commissione: compete agli italiani e soltanto a loro decidere sul futuro del loro paese, a nessun altro”, così il portavoce del presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker a proposito dei commenti di Oettinger.
La Borsa di Tokyo termina le contrattazioni col segno meno, con gli investitori che giudicano sempre più intricata l’instabilità politica in Italia sul medio e lungo termine. Il Nikkei ha ceduto lo 0,55% a quota 22.358,43, con una perdita di 122 punti. Sul mercato valutario in Asia l’euro perde terreno sulle principali valute, assestandosi ai minimi in 11 mesi sullo yen, a un livello inferiore a 127.
Sul calo dei mercati, interviene Ignazio Visco, parlando ‘a braccio’ rispetto al testo delle considerazioni finali. “Non ci sono giustificazioni, se non emotive, per quello che sta succedendo oggi sui mercati”, afferma il governatore della Banca d’Italia.




Cottarelli tornerà domani al Quirinale: muro dei partiti, vogliono nuove elezioni

Carlo Cottarelli ha lasciato il Quirinale senza rilasciare dichiarazioni dopo il colloquio con Mattarella. Il premier incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di provare a formare il governo è stato per tutta la mattinata al lavoro alla Camera sulla lista dei ministri da presentare al capo dello Stato.

Intanto il Movimento Cinque stelle torna chiedere il voto il prima possibile. “Il M5s – dice il capogruppo M5s in Aula – non molla, non illudetevi. Anzi, ci state rafforzando ogni giorno di più. Dobbiamo tornare al voto, dobbiamo farlo il prima possibile. E dobbiamo finalmente, dopo quello che è accaduto, segnare il riscatto di milioni e milioni di italiani”.

E anche nel Pd si compatta il fronte del voto a luglio.  In questo senso si sono espressi pubblicamente Andrea Orlando e Lorenzo Guerini ma, a quanto si apprende, in molti sono d’accordo. Una riflessione è in corso e probabilmente se ne discuterà nella direzione che si svolgerà prima del voto di fiducia al governo Cottarelli

Intanto resta una forte turbolenza sui mercati. E Matteo Salvini e Luigi Di Maio vanno all’attacco. “Lo spread – ha detto il capo politico M5s – oggi è schizzato oltre i 300 punti: non accadeva da 4 anni. Il problema non eravamo noi, non era la nostra squadra di ministri, ma l’incertezza che oggi regna sovrana. Se il Governo del Cambiamento fosse partito, oggi avremmo un governo politico”.

Il Pd va verso l’astensione sulla fiducia a Mattarella: “Il Pd – dice Maurizio Martina – sostiene con piena convinzione l’operato del Presidente Mattarella e la scelta di varare un Governo neutrale che porti alle elezioni anticipate. E proprio per rispettare il carattere di neutralità politica del Governo credo che sia opportuno che il PD si astenga sul voto di fiducia. Convocheremo a breve e prima della fiducia la Direzione nazionale e lì decideremo”.




Mattarella, da Conte a Cottarelli: passando per l’inutilità del voto degli italiani

Difficile comprendere cosa angosci di più in queste ore di crisi istituzionale. L’ostinata perseveranza nel restare uno stato servile senza spina dorsale alle dipendenze delle banche europee mostra quanto “il bel Paese” debba fare sempre i conti con l’atavica e perenne condizione “gattopardesca” del fare di tutto per non cambiare mai niente.

Nella confusione in cui si è piombati in questi giorni di inizio estate è venuto meno il coraggio anche di provare a mettere in atto i punti programmatici di un contratto redatto da parte di un populismo vittorioso alle urne del 4 marzo.

In entrambi i casi la sensazione che prevale è quella di aver perso una occasione di cambiamento

Gli effetti collaterali della decisione del presidente Mattarella palesano la percezione che neanche più il voto delle elezioni rappresenti una volontà popolare e democratica inoppugnabile e sacrosanta.

Pur essendo pericolose le derive politiche populiste si sarebbe dovuto rispettare il voto degli italiani

Il nuovo governo sorretto da un programma fortemente utopistico non sarebbe durato a lungo e avrebbe scongiurato l’ipotesi di eventuali scontri e caos nelle piazze di una Italia ferita nell’orgoglio e indignata per non rappresentare più la volontà sovrana. Confonde e spiazza quanto il presidente Mattarella abbia valutato pericolosa e del tutto “impresentabile” agli occhi “degli amici” alleati la figura del professor Savona che quale libero cittadino ha espresso in suoi scritti delle perplessità sulla condizione attuale gestionale ed amministrativa di Bruxelles offrendo spunti e punti di vista per una corretta convivenza nell’Unione.

Da Conte a Cottarelli passando per l’inutilità del voto degli italiani in una crisi istituzionale che sicuramente aumenterà alle stelle l’astensionismo alle prossime elezioni pattuite a Settembre o Dicembre a seconda dell’esito dell’ultimo mandato Cottarelli. In questo quadro c’è da chiedersi chi avrà il coraggio di dare motivazioni serie a coloro che speravano in un reddito di cittadinanza o unica tassa complessiva. Stiamo per attraversare un periodo molto complesso per il Paese dove la cosa migliore è quella sempre di ragionare ed evitare colpi di testa e azioni scellerate senza via di ritorno.
Paolino Canzoneri




Pronto, presidente? l’UE ha paura del ‘cambiamento’

C’è una parola, di cui l’UE – e per UE intendiamo tutti i comandanti di questo parlamento imposto dall’alto, con una furbizia che rasenta l’inganno – ed è ‘cambiamento’. Non sapendo bene quali fossero, o quali possano ancora essere i confini di questa operazione, l’UE ha pensato bene di stoppare sul nascere il nostro nuovo governo, votato dalla maggioranza dei cittadini.

Sappiamo della telefonata di Macron a Conte, e possiamo ben immaginarne i toni

Ma la domanda ‘sorge spontanea’: è possibile che analoga conversazione telefonica – da parte di Macron o di altri – sia stata fatta con quello che oggi un quotidiano ha definito ‘Re Sergio’? O che comunque, a parte lo spread, un messaggio preciso sia stato fatto pervenire ad un Mattarella apparentemente troppo supino alle richieste di Salvini e Di Maio? Il dubbio è legittimo, visto come sono andate le cose. Nonostante l’uscita dall’euro e dall’Europa non siano nei programmi di M5S, e neanche in quello della Lega; nonostante il professor Savona abbia giurato e spergiurato che neanche lui avrebbe apportato questo ‘cambiamento’, ecco la bocciatura. Possiamo legittimamente ipotizzare che la sfiducia sia venuta dall’alto, da Bruxelles, e che il presidente Mattarella sia stato – nonostante le rassicurazioni che lo definivano ‘non un notaio’ – un mero esecutore di ordini?

Vorremmo mettere in chiaro alcuni punti

Punto primo: un presidente, o una persona delegata a rappresentare una nazione, non è un dittatore, ma qualcuno che svolge un incarico di servizio, a vantaggio di chi a quel posto l’ha voluto, cioè gli Italiani. Se poi vuol servire qualcun altro, tradisce la mission della sua posizione. In questo caso, tradirebbe – il condizionale è d’obbligo, secondo ciò che è stato espresso da Di battista e Di Maio,- la Costituzione e il suo stesso popolo. Cioè la Nazione.
Punto secondo: qualora un presidente intenda agire a modo suo, senza tener conto della volontà espressa dal popolo al cui servizio è stato chiamato, si trasforma in dittatore e quella che lui presiede non è più una ‘res publica’.
Punto terzo: le motivazioni del rifiuto di Mattarella assomigliano tanto – troppo – alle critiche espresse da Martina nei confronti del governo gialloverde. A chi non sia tanto addentro alle segrete cose è facile far credere quasi qualsiasi cosa.

La preoccupazione per i risparmi degli Italiani spunta solo strumentalmente

Sappiamo, per converso, che la maggior parte dei nostri titoli di Stato, che costituiscono il debito pubblico, sono in mano a speculatori, investitori istituzionali, banche, soprattutto tedesche. Questo è il motivo per cui la Germania non ha convenienza al ‘cambiamento’. D’altronde, lo spread ne fa fede. Dopo il no di Mattarella, esso è calato di oltre venti punti. L’indice di gradimento europeo è lo spread, in misura inversamente proporzionale: più è alto, più è basso il gradimento. In questo caso, nello spazio di una notte, la diminuzione si è palesata. Né si è preoccupato degli italici risparmi il professor Monti, quando con un decreto ha distrutto il mercato immobiliare e l’impresa delle costruzioni. Ancora oggi ne paghiamo le conseguenze, e ormai le pagheremo per sempre.
Quarto punto: un Cottarelli, tempestivamente convocato, sarà presumibilmente delegato a cercare di formare una coalizione di governo. La quale non avrà la fiducia in parlamento, e quindi non potrà far altro che cambiare la legge elettorale. Cottarelli è un economista, già inefficace nei confronti della ‘spending review’, dato che a tagliare le prebende dei potenti ci va col cucchiaino. Con l’accetta nei confronti dei servizi per cui paghiamo le tasse. Un uomo che ha già dimostrato la sua fedeltà ad una certa linea politica, quindi, di garanzia nei confronti UE. Sappiamo che nel giro di pochi giorni questo esecutivo fantasma sarà pronto, avendo tutte le strade spianate, soprattutto quella europea, e che lo spread scenderà ulteriormente – ‘salvando i risparmi degli Italiani’. È curioso come di questi risparmi ci si preoccupi solo in questi frangenti. Impeachment a Mattarella? Non avrà futuro in parlamento.

Roberto Ragone