Salvini: chiudere cartelle Equitalia sotto i 100mila euro. Fisco, scoperti mille grandi evasori

“Chiudere sa subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Ora tocca al governo – aggiunge – semplificare il sistema fiscale e ridurre le tasse”.

Il ministro dell’Interno ha partecipato alle celebrazioni del 224° anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza e ha ringraziato il Corpo per i risultati raggiunti. “Dodicimila evasori totali sconosciuti al fisco e grandi evasori che hanno rubato una media di 2 milioni di euro a testa – ha detto – onore alla Guardia di Finanza che li ha scovati, ora tocca al governo ridurre le tasse e semplificare il sistema fiscale”.

Due miliardi e 300 milioni, più di due milioni a testa: è quanto hanno sottratto al fisco i mille grandi evasori scoperti dalla Guardia di Finanza dal 1 gennaio del 2017 al 31 maggio di quest’anno. I Finanzieri hanno anche individuato quasi 13mila evasori totali e contestato 23mila reati fiscali.

Dei 2,3 miliardi evasi dai grandi evasori, che non sono piccoli artigiani, commercianti o imprenditori ma soggetti che si avvalgono di una rete di connivenze e spesso anche della consulenza di studi tributari, più della metà – 1,3 miliardi – sono però già stati confiscati acquisiti in via definitiva al patrimonio dello Stato.

I dati di quasi un anno e mezzo di attività sono stati resi noti in occasione della festa del Corpo: da gennaio 2017 sono stati scoperti anche 12.824 evasori totali, soggetti del tutto sconosciuti al fisco, che hanno evaso 5,8 miliardi di Iva. I finanzieri hanno inoltre portato alla luce quasi 23mila reati fiscali – il 67% dei quali riguardano emissione di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento di documenti contabile – e denunciato 17mila persone, di cui 378 arrestate. Infine, sono 30.818 i lavoratori in nero impiegati da 6.361 datori di lavoro.

Ridurre al minimo invasività controlli – Ridurre al minimo l’invasività dei controlli e montare sulla buona fede dei cittadini. È questa la nuova linea d’azione della Guardia di Finanza indicata del Comandante generale Giorgio Toschi Nel corso delle Celebrazioni del 224/esimo anniversario del corpo. Toschi ha sottolineato che il corpo intende “sostenere convintamente il cambiamento nei rapporti tra amministrazione finanziaria e contribuente”. E per questo punta a ” un approccio fondato sulla semplificazione fiscale, sulla buona fede e sulla cooperazione tra le parti teso ad eliminare le misure che penalizzano i cittadini onesti, favorendo invece l’adeguamento spontaneo agli obblighi tributari e riducendo al minimo, dove possibile, l’invasività dei controlli”.




Lega è il primo partito d’Italia: ecco cosa dicono i sondaggi

Sondaggi, sorpassi e migranti: la Lega è il primo partito in Italia. L’annuncio lo dà una rilevazione demoscopica della Swg per il Tg de La7, il cui esito è impietoso per Luigi Di Maio e tutto l’M5S. Di un soffio, ma il soprasso è avvenuto. Due decimali e i grillini perdono la leadership di fatto all’interno della maggioranza. Rapporti invertiti rispetto alle risultanze delle elezioni del 4 marzo.

Quello che colpisce di più, al di là del primo dato, è il fatto che in una sola settimana il partito di Matteo Salvini avrebbe guadagnato un 2,2 percento, e il Movimento 5 Stelle perso il 2,5. Un travaso impetuoso e repentino, che sembra premiare la linea dura contro la Francia, la Germania, i migranti. Ma soprattutto, da questo momento, il tema della politica sarà: come intende reagire il Movimento?

La fredda legge dei numeri

Secondo la rilevazione, il partito di Salvini si attesta al 29,2% mentre M5s è al 29%. Rispetto alla rilevazione dello scorso 11 giugno, i 5 stelle perdono il 2,5% mentre la Lega cresce del 2,2%. Il Pd si posiziona al 18,8% in aumento di 4 decimali. Anche Forza Italia sale dello 0,6% e vale il 9,2% mentre FdI risale al 4,1% dal 3,9%.

Il Pd: ormai Salvini è il padre padrone del governo; ma le schedature non portano bene

“Al padre padrone del governo, dico, da padre, che l’umanità viene prima dei sondaggi». A parlare dalle pagine de La Repubblica è il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, che attacca la politica del nuovo governo sui migranti: “Fare i forti con i deboli nel Mediterraneo ed essere complici dei peggiori egoismi nazionali in Europa, come Orban e tutti quelli che si sono opposti a un coordinamento europeo sui migranti, non porterà da nessuna parte. Dico io a Salvini, da padre, che l’umanità viene prima di qualsiasi sondaggio. E ogni vita ha lo stesso valore”.

“Lo aspettavamo, lo sapevamo. Matteo Salvini ha il vento in poppa. Quello dei sondaggi perlomeno. Ha lasciato a Luigi Di Maio le partite che costano, e per sé quelle fortemente simboliche. Che separano l’estrema destra europea dalle forze democratiche. Respingere una nave di disgraziati, una pistola per tutti, asili solo agli italiani e ora il censimento dei Rom”. Scrive più tardi su Facebook Emanuele Fiano.

Un censimento per i Rom, nessuna udienza dal Papa

Il riferimento alla questione dei Rom non è casuale. Infatti Salvini, oggi, ha aperto un nuovo fronte dopo quello sui migranti, promettendo un censimento dei nomadi che vivono in Italia e twittando: “Quelli di cittadinanza italiana ce li dovremo tenere”. Parole che lasciano presagire qualcosa che somiglia a provvedimenti espulsivi, o giù di lì.

Nel giro di poche ore, poi, sempre Salvini fa un annuncio a sorpresa. Tra un paio di giorni, fa sapere, sarò ricevuto dal Papa. Quel Papa Francesco che ieri è stato bersagliato dagli hater del web per la sua richiesta di essere umani con i migranti.

Possibile? Il pontefice e Salvini sembrano vivere su due pianeti diversi. Ed infatti poco dopo Greg Burke, il portavoce di Sua Santità, precisa all’Agi: al momento non è prevista alcuna udienza.

Sui Rom scattano le polemiche, lui precisa: nessuna schedatura. Interviene allora Di Maio: meglio così, perché altrimenti sarebbe stata una iniziativa incostituzionale. Il Pd insorge: roba agghiacciante. Contemporaneamente il Presidente della Camera, Roberto Fico, invita ad allargare l’orizzonte delle polemiche in Europa. Mentre a Berlino si reca il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (non c’è Seehofer, amico di Salvini, e con Angela Merkel tutto pare filare liscio), la terza carica dello Stato chiede che l’Ue batta veramente un colpo, ed infligga le giuste sanzioni a quei paesi che ignorano gli obblighi di Dublino e non si prendono la loro quota di immigrati. Chi? Fico fa un nome preciso: l’Ungheria di Orban. Vale a dire, il principale alleato di Salvini a livello europeo.

Forse sta già iniziando la reazione grillina al sorpasso nei sondaggi.




Dopo i migranti Salvini passa ai rom: “Facciamo un’anagrafe”. E si scatena l’ira dell’associazione nomadi

Dopo aver respinto i migranti, Salvini passa ai rom. Come da programma elettorale. “Al Ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, leader della Lega, parlando a TeleLombardia. Salvini ha parlato di “una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti”, ossia “rifacendo quello che fu definito il censimento, facciamo un’anagrafe”. Per Salvini, gli stranieri irregolari andranno “espulsi” con accordi fra Stati, ma “i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”.

Dura replica dell’Associazione nomadi: “Il ministro dell’Interno sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non è consentito dalla legge”, afferma Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio che si occupa della tutela dei diritti di comunità come rom e sinti. “Inoltre esistono già dati e numeri su chi vive negli insediamenti formali e informali -continua Stasolla- e i pochi rom irregolari sono apolidi di fatto, quindi inespellibili. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo e a volte sono ‘più italiani’ di tanti nostri concittadini”.




Stadio della Roma e migranti, ancora la storia infinita… e il marcio viene a galla

Grandi sforzi, in questi giorni, da parte dei media, per portare alla luce anche il colore dei calzini dei personaggi coinvolti – o per coinvolgere chi non c’entra – nella faccenda del benedetto stadio della Roma. È evidente che dazioni di denaro sono state effettuate, in maniera trasversale, non guardando l’appartenenza politica, ma soltanto la convenienza pratica, da parte di un costruttore che voleva entrare nell’affaire, molto ben retribuito. Dal quale, riferiscono diversi quotidiani, avrebbe tratto il necessario per risanare la sua situazione economica seriamente compromessa. Ci sembra sinceramente esagerato l’impegno profuso nella comunicazione, specialmente da parte del ‘servizio pubblico’ – RAI – che a volte tanto pubblico non appare, agli occhi attenti di un osservatore.
Infatti, in prima pagina, a firma di Vittorio Feltri, ieri il quotidiano Libero titola un trafiletto con “La RAI rema contro la maggioranza”. È assolutamente vero: basta seguire i talk show politici che la Rai trasmette, segnatamente quello di Serena Bortone su Rai 3, per constatare che sembra che il PD sia ancora al governo. E che la giornalista che conduce Agorà continui come nulla fosse ad improntare la sua conduzione ad una precisa parte politica. L’intenzione comune appare quella di voler colpire il M5S, con l’intento di fare, magari, cadere questo governo. Potremmo dire che il governo Renzi ha resistito a ben altre bordate, dato il coinvolgimento anche familiare, oltre che quello politico, dei suoi più stretti collaboratori – supportato però dai media e dalla infaticabile sommità della RAI, alla quale aveva contribuito in maniera non trascurabile. Questo potrebbe spiegare perché in questi giorni ci si preoccupi tanto della vicenda ‘Stadio della Roma’, e per niente delle implicazioni emerse dal rifiuto di Salvini di sbarcare altri migranti.

Stadio della Roma e migranti, due vicende che appaiono di una enorme e diversa gravità

Da una parte una vicenda di corruzione, come in Italia ce ne sono tante, e tante ce ne saranno, fino a quando esisteranno gli appalti foraggiati da fondi pubblici. Ma sulle quali vicende bisogna agire con precisione chirurgica, per evitare danni collaterali. Oppure strumentalizzazioni sempre pronte da parte delle opposizioni – leggi Martina e PD. Dall’altra, la storia dei migranti, un malaffare che dura da anni, e ha attraversato almeno un paio di governi – così a memoria, ma forse di più – e che non accenna a diminuire. Se non fosse stato per l’intervento di Salvini, il quale, finalmente, ha inteso non solo mettere fine ad una situazione di grave disagio nei confronti dell’Italia, ma anche risolvere una volta per tutte questa esclusività di sbarco nei nostri porti. Grottescamente la Bonino – che non si sa a quale titolo riemerga periodicamente, come una peperonata – e che politicamente è insignificante, vanta in pubblico la scelta di far sbarcare il popolo dei barconi tutto in Italia, violando anche l’accordo di Dublino: tanto degli accordi, chissenefrega, il loro destino è quello di essere violati, come la loro ragion d’essere. A questa opposizione becera e purchessia, fa da sponda anche Saviano, assurto, dal suo attico a Manhattan, ad opinionista senza contraddittorio, capace di enunciare dati qualche volta – ma diremmo anche del tutto – non rispondenti alla realtà. Pare infatti che, a fronte di 800 milioni di euro erogati all’Italia in 6 anni, a pro degli sbarchi e successivo mantenimento, – il che farebbe circa 133 milioni l’anno – l’italico medio abbia avuto un carico sulla schiena di ben 3 miliardi e 300 milioni – dati ufficiali – soltanto nel 2016. È chiaro che questa enorme massa di denaro suscita gli appetiti dei soliti noti, leggi criminalità organizzata. Esortiamo perciò la magistratura a lasciare nella sua proporzione lo scandalo Stadio della Roma, e ad occuparsi del ben più succulento tema dei ‘migranti’, definiti tali per sottrarli al termine più appropriato di ‘clandestini.’ Pare infatti, sempre dai dati ufficiali, che soltanto il 20% degli arrivi abbia diritto all’accoglienza, in quanto realmente profugo da guerre. Il restante 80% è inaccoglibile perché profugo economico. La Francia, infatti, ha dichiarato che accoglierà soltanto coloro che sono stati già identificati come aventi diritto all’accoglienza – non i profughi economici. Ci sono comunque da sciogliere parecchi nodi, in questo girotondo di miliardi di euro che l’Italia spende. Come prima cosa, viene da chiedersi perché, date le condizioni non certo floride della nostra Nazione, il governo Letta prima e quello Renzi poi abbiano offerto i porti italiani in modo esclusivo, impegnando cifre di tale consistenza.

Come sono state divise le somme stanziate, e chi le ha stabilite?

E perché di questo l’opinione pubblica non è stata messa al corrente, visto che l’italiano medio continua a fare sacrifici – con pensioni da fame – e la povertà cresce ogni giorno? Lasciando da parte i 35 o 33 euro quotidiani, a disposizione di ogni migrante, ma che in realtà vengono incassati dalle varie organizzazioni preposte – preposte da chi? – all’accoglienza, vorremmo sapere chi paga gli interventi in mare. La nostra marina la paghiamo noi, ed ogni intervento si può immaginare quanto costi, di carburante e di impegno di personale – oltre che di vettovagliamento e assistenza a centinaia di persone che arrivano a piedi scalzi – ma con il telefono satellitare. Oltretutto, apriamo una parentesi, in confronto ai bambini denutriti che varie organizzazioni ci propongono, chiedendo denaro con gli sms in televisione e altrove, essi appaiono giovani, forti, in buona salute e soprattutto carichi di ormoni. Tranne una momentanea disidratazione dovuta all’abbandono in mare. Stendiamo un velo pietoso sulle morti in mare, dovute alla assoluta mancanza di scrupoli degli scafisti e di chiunque metta in mare duo o trecento persone su di un gommone usa e getta, destinato ad affondare dopo poche ore. Vorremmo sapere come operano in realtà le dodici navi delle ONG, che, essendo ‘non governative’, tuttavia non sono ‘senza scopo di lucro’. Una nave costa, in ogni senso. Un equipaggio costa. Strutture per l’accoglienza da mettere a bordo, anche. Chi paga? E chi ci guadagna? Che fine fanno i bambini non accompagnati che spariscono dopo lo sbarco? Dobbiamo credere a chi parla di una rete internazionale di pedofilia? Oppure, ancora peggio, di chi riferisce di bambini usati come pezzi di ricambio per ricchi, o anche per trasfusioni complete? Qual è la storia delle donne sui gommoni, quasi tutte in stato interessante, che partoriscono in Italia, gratis e con la massima assistenza, mentre gli Italiani che non si curano aumentano, e la sanità subisce continui e micidiali tagli? E i loro bambini, figli di una violenza perpetrata prima della partenza dai loro negrieri, che fine fanno – visto che sono tutte o quasi donne senza un compagno? Li faremo italiani, secondo lo Ius Soli? Oppure anche stavolta ci dovrà venire in soccorso una decisione del ministro dell’Interno? Il blocco navale targato Salvini non è piaciuto a molti, e vedi caso, sono gli stessi che avevano aperto le braccia ad ogni più piccolo guscio di noce arrivasse da noi. O meglio, fosse messo in acqua dai libici, dato che, nonostante le menzogne, le navi ONG vanno ancora oggi a raccattare i barconi nelle acque libiche, o immediatamente fuori – quindi niente ‘canale di Sicilia’, dai tracciati satellitari ormai è accertato che è una palla. Facciamo due conti.

Tre miliardi e passa solo nel 2016, più ancora circa 136 milioni di euro dall’UE

Sono tanti soldi. Sarebbe legittimo pensare che chi ha caldeggiato gli sbarchi s’è fatto due conti di spartizione? Forse sì. A cominciare dalla politica italiana, dai fantasmi libici – conosciamo solo la mano d’opera – dalle navi delle ONG e i loro armatori. Sarebbe lecito ipotizzare alcuni reati, visti i bambini spariti, e comunque pensare ad reato di ‘favoreggiamento dell’emigrazione clandestina’ da parte di chi questa situazione ha voluto? Interesse in atti d’ufficio? Salvare gente in mare è un conto. Portarsela a casa senza condizioni, un altro. nessuno può dire che l’Italia fa propaganda sulla pelle dei migranti, che, fino a prova contraria, sono soccorsi in mare anche dalle nostre motovedette. Chi lo fa, è in malafede. E, magari, lo fa per coprire suoi eventuali interessi. Oltre che per propaganda politica: lui sì’, specula sulla pelle di migranti economici, strumentalizzandone le condizioni. Ci auguriamo che la magistratura, che quando vuole sa affondare il colpo, si metta in moto, salvo impedimenti. Sarebbe comunque edificante sapere dove vanno a finire i soldi versati con fatica nelle casse statali, visto che i denari per tutto l’ambaradam vengono dai sacrifici delle nostre famiglie – per lo più. Finalmente, vistesi messe alle strette, altre nazioni europee sono d’accordo a selezionare gli arrivi alla partenza. Togliendo agli scafisti il guadagno illecito. Tutti contro l’Italia, quando qualcuno affacciava questa ipotesi, ma tutti d’accordo ora che la questione tocca le loro tasche. Mah! E vogliamo anche dire che questo non è razzismo. Un’ultima cosa: pare che i dati farlocchi che girano, secondo i quali l’Italia avrebbe accolto una minima percentuale di sbarchi, siano, appunto, farlocchi, taroccati ad arte e calcolati sui migranti accolti che avevano davvero il diritto d’essere accolti. Come vuole la Francia, appunto.

Roberto Ragone




L’Aquila, donato all’ospedale San Salvatore il caschetto al led

L’AQUILA – Si è svolta nei giorni scorsi al Centro di Senologia dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, la consegna e la messa in funzione di un caschetto a Led di ultima generazione. Il macchinario, del valore di 5 mila euro, è stato donato all’ospedale aquilano dall’associazione Nomadi fans club “Un giorno insieme” e dall’Associazione Premio Augusto Daolio di Sulmona, attraverso i proventi raccolti nel corso dei concerti e delle iniziative di solidarietà che si sono svolte nel 2017. Alla cerimonia di consegna del macchinario erano presenti, tra gli altri, il Direttore del Centro di Senologia Alberto Bafile, il Presidente del Nomadi Fans Club “Un giorno insieme” di Sulmona, Vincenzo Bisestile, per il Gruppo TeatroXCaso, Ileana Pagani e tutti i medici del reparto di senologia dell’ospedale.

“Un’attrezzatura da sala operatoria molto importante”, ha commentato il dott. Alberto Basile nel corso della cerimonia di consegna

“E’ un apparecchio nuovissimo, in dotazione in pochissimi centri, e che serve per l’illuminazione durante gli interventi in sala operatoria. Ai non esperti può sembrare una cosa banale, ma in realtà questo casco consente di avere una luce molto precisa che dettaglia moltissimo i particolari anatomici. Questo consente di fare le operazioni chirurgiche in maggior sicurezza e semplicità”.

Il caschetto, che sarà in dotazione della sala operatoria dell’Ospedale San Salvatore. Si tratta di uno speciale “caschetto” che consente di localizzare

“E’ stato per noi un onore”, ha dichiarato il presidente del Nomadi fans club “Un giorno insieme”, Vincenzo Bisestile, “contribuire all’acquisto di questo importante macchinario per il Centro di Senologia del dott. Alberto Bafile. Questa iniziativa prosegue il nostro impegno nella solidarietà attraverso la musica. Il nostro sentito ringraziamento va a chi ha contribuito e ha ospitato le diverse manifestazioni. Un ringraziamento va al comitato San Lorenzo di Scanno, alla Pro loco di Capestrano, al comune di Sulmona, alla confraternita San Carlo di Pacentro, a Teatroxcaso, all’associazione Amici della Dottrina Cristiana di Sulmona e a tutta la cittadinanza dell’Aquila”. In particolare il gruppo Teatroxcaso e l’Associazione Amici della Dottrina Cristiana hanno realizzato lo spettacolo “Un maledetto imbroglio”, portato in scena sia a Sulmona e all’Aquila.




Palermo, Ospedale Civico. Appalto di oltre 6 milioni e mezzo per una informatizzazione 2.0 a passo con il futuro.

PALERMO – L’Ospedale Civico del capoluogo siciliano si allinea, come le grandi strutture europee, alla necessaria informatizzazione su vasta scala che renderà la struttura al passo con i tempi. Frutto di questo aggiornamento del nuovo sistema è un appalto di oltre 6 milioni di euro che consentirà a tutte le attività interne di essere digitalizzate e gestite in moto automatico a vantaggio assoluto dei cittadini che potranno cosi prenotare esami e visite direttamente online, pagare ticket e ricevere i referti sulle piattaforme private come pc, tablet e smartphone. Previste anche cartelle elettroniche dei dati relativi agli interventi, alle terapie e a tutti gli aggiornamenti completi del paziente. Introdotta anche la firma digitale per il medico prevista a beneficio di una celere vidimazione dei referti che finalmente porranno fine agli estenuanti andirivieni dei fogli firmati, vere e proprie odissee dei pazienti o dei familiari. Previsto anche un nuovo portale con informazioni dettagliate per i pazienti e uno per i fornitori in modo da scongiurare il piu possibile eventuali mancanze di forniture ospedaliere. Una direzione importante verso una modernizzazione che a pieno merito consentirà all’Ospedale Civico di essere protagonista di una vera e propria rivoluzione digitale limitando al massimo l’uso della carta e offrendo ai pazienti un servizio efficiente ed efficace al passo con i tempi. La base d’asta inziale dell’intera operazione per i primi 9 anni di applicazione si aggirava intorno a 8,6 milioni di euro per fornitura, assistenza e manutenzione ma è stata infine accettata con un relativo ribasso fino a 6,7 milioni. Entro l’anno tutto il sistema informatico verrà istallato e potrà essere operativo.

Grande soddisfazione ed orgoglio nelle parole del manager dell’Ospedale Civico Giovanni Migliore

“Il nuovo sistema informativo integrato – ha detto Migliore – consente ai professionisti la condivisione delle informazioni cliniche ed offre strumenti per l’ottimizzazione degli investimenti e il monitoraggio delle attività. E’ la prima azienda ospedaliera pubblica a diventare realmente 2.0 avvicinandosi ai pazienti grazie a tecnologie ICT entrando cosi nel mondo della cosiddetta smart health. Siamo molto soddisfatti per aver raggiunto un obiettivo atteso da molti anni”.

Paolino Canzoneri




Il ricatto morale, scudo di immigrati

A monte della scomposta bagarre in corso, la rissosa ed aspra polemica, supera a volte ogni decenza, come nel caso delle frasi “ipocrite” proclamate da qualche capo di stato e altre frasi volgari pronunciate da dirigenti del partito di sua appartenenza. Travolto da un grande dibattito, in gran parte ideologizzato, il caso Aquarius ha il merito di avere scoperchiato impegni disattesi, diritti contestati e assurde invasioni di campo da stroncare. Gli attori sul proscenio sono l’Europa, il governo italiano e le organizzazioni non governative. Come è stato detto da qualche parte, Salvini ha gettato un masso nel mediterraneo e rischia di scompaginare i progetti politici e commerciali di chi giudica “Roma, cinica e irresponsabile”. Il vaso di coccio tra questi tre vasi di ferro, ahinoi, questa volta lo fa l’immigrazione non governata.

Le Ong si fanno scudo del profugo

In una delle tante trasmissioni trash di questi giorni, si è aggiunta al coro dei “chi la spara più grossa”, la portavoce AOI, Silvia Stilli che intervenendo sul blocco dei porti alle navi delle Ong, la signora Stilli, non si sa a quale titolo, si è dichiarata disponibile ad incontrare il ministro Salvini per discutere il problema immigrazione. Qualcuno ha mormorato: Silvia Stilli chi? Le Ong sono un corpo estraneo al governo del paese e qualcuno bisogna che si dia una calmata. Il Registro delle associazioni e degli Enti che svolgono attività (le più svariate) a favore degli immigrati superano di gran lunga il numero 750. Più che ovvio che tutti, proprio tutti sarebbero disponibili a partecipare e discutere dei problemi dell’immigrazione. Sull’organo ufficiale della AOI, la Stilli non si sdegna di fare scudo di storie pietose, un logorato dejà-vue, per difendere il suo punto di vista personale.

Scrive fra tante imprecisioni la Stilli:

“623 disperati, anche bambini, raccolti nel Mediterraneo dalla nave Aquarius, sono bloccati davanti alle nostre coste: in fuga da morte e sofferenze, guerre, povertà e fame, scampati a lunghi viaggi nel deserto, sfuggiti talvolta alle torture nei centri di detenzione in Libia, con i segni nel corpo e nell’anima delle violenze degli scafisti.” Chiude la batteria pirotecnica con: “A loro il nuovo Ministro dell’Interno Matteo Salvini sta negando la speranza di vivere”. Il suddetto pezzo ricorda tanto la monotona tiritera dei questuanti rom presenti all’uscita delle chiese: mamma morta, tre fratellini da sfamare, nonno in ospedale, bambina piccola molto malata….” In un suo articolo apparso su La Nuova Bussola del 12 giugno, Andrea Zambrano pone una domanda molto pertinente: che ci fanno i giornalisti a bordo della nave della Ong Aquarius? Altri chiedono: chi li ha chiamati? Per quale scopo umanitario-pubblicitario? Un fatto, se per null’altro, rimane molto curioso e fa pensare che l’operazione sia stata preparata preventivamente. Cosa doveva fotografare la stampa-umanista? Senza meno i volti sofferenti delle donne, gli sguardi stanchi dei bambini, qualche anziano? Doveva fare colpo la “pietas” e lo “xenofobo” governo italiano appena insediato, ne doveva uscire fuori con le ossa rotte.

L’Europa e lo scudo umanitario

Il macigno che Salvini ha gettato nello stagno mediterraneo ha causato uno tsunami. Le sue onde anomale già lambiscono gran parte del vecchio continente e qualcuno dovrebbe evitare che si propaghino ulteriormente. L’Europa dovrebbe uscire fuori dalle sue incongruenze. Sta vietando i respingimenti e nello stesso tempo sta chiudendosi a riccio dentro i suoi confini, puntando il dito indice verso chi si azzardi a ribellarsi contro siffatta ingiustizia. Anche il divieto dei respingimenti può, in qualche modo, essere considerato un ricatto, uno scudo anomalo. Il 10 luglio 2014, la Adnkronos/Aki, riportava: Il movimento islamico Hamas invita i palestinesi della Striscia di Gaza a fare da scudi umani contro i raid aerei israeliani. “Chiediamo che venga seguita questa pratica”. Una tattica come un’altra per cautelarsi contro un pericolo. Qualcuno nel paese della “belle époque” la definirebbe “vomitevole” L’Europa non dovrebbe rincorrere Hamas.

Salvini chiama e l’Europa s’e’ desta

Mentre le Ong si proteggono e si difendono prendendo in consegna dalle mani degli scafisti, immigrati clandestini decisi ad affrontare la traversata, embedded fotografi e giornalisti fanno circolare la notizia; Mentre fino a ieri la sinistra accucciata nel suo vassallaggio verso Bruxelles, con gran pace dell’establishment, l’Europa si sentiva forte e con la coscienza a posto, elargendo al Belpaese l’obolo della vedova, intimando porti aperti e divieto assoluto ai respingimenti, qualcosa di strano è successo. Il principe ha baciato la bella assonnata e l’Europa si è svegliata. Oramai il dado è tratto e l’incanto si è rotto! Non c’è migliore finale a questa storia che seguire il noto principio: “Fai ciò che devi, accada quel che può”

Emanuel Galea




Velletri, il silenzo del PD sul caso ufficiostampopoli. Silvestroni (FdI): “Una nomina quantomeno inopportuna”

VELLETRI (RM) – Prime reazioni politiche sulla vicenda sollevata da Giovanni Venditti, giornalista e rappresentante del sindacato Stampa Romana nel corso della trasmissione di approfondimento giornalistico Officina Stampa condotta da Chiara Rai e riportata su questo quotidiano.  Vicenda che riguarda il segretario del partito Democratico di Velletri e candidato in squadra con Orlando Pocci (PD) alle comunali, Giorgio Zaccagnini, che ha ricoperto la carica di Responsabile dell’ufficio stampa dell’Anci Lazio, l’associazione delle amministrazioni comunali laziale, senza averne titolo.

LA VIDEO DENUNCIA DEL GIORNALISTA RAPPRESENTANTE DEL SINDACATO STAMPA ROMANA DURANTE LA PUNTATA DI OFFICINA STAMPA

Silvestroni (FdI): “Una nomina voluta da Fausto Servadio che lascia molto perplessi”

“Forse sarebbe il caso di ricordare al sindaco uscente di Velletri nonché presidente dell’Anci Lazio, Fausto Servadio, qual’è la vera vocazione di questo ente e i principi che lo fondano”. Così ha dichiarato attraverso una nota il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni che è voluto intervenire sulla questione. “Difatti – ha proseguito Silvestroni – la nomina ripetuta dell’addetto stampa, – Giorgio Zaccagnini Ndr. – che non rispetta alcun criterio di evidenza pubblica, senza nessuna qualifica e iscrizione all’albo dei giornalisti, lascia molto perplessi”.

Cosa dispone la legge sugli uffici stampa

La legge 150 del 2000, che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni parla chiaro: il ruolo di responsabile o addetto stampa può essere ricoperto da un iscritto all’albo dei giornalisti – pubblicisti o professionisti – e nel caso di Zaccagnini questa norma non è stata rispettata. Consultando infatti l’elenco degli iscritti all’ordine dei giornalisti aggiornato alla data del 4 maggio 2018 non figura il nominativo del segretario del Pd di Velletri tantomeno poteva figurare a luglio del 2017 quando sul sito dell’Anci Lazio era scritto a chiare lettere il nominativo di Giorgio Zaccagnini quale responsabile dell’ufficio stampa.

Una carica che sarebbe stata fortemente voluta dal sindaco Pd uscente di Velletri e presidente dell’Anci Lazio Fausto Servadio

“Vorrei ricordare sommessamente a Servadio – ha detto ancora Marco Silvestroni – che l’associazione dei Comuni è rappresentativa di tutti i Comuni, non solo di quelli governati da sindaci con tessera del PD, perciò la nomina in un ruolo così delicato di una figura che non risulta avere i requisiti richiesti è perlomeno inopportuna”.

Dal PD di Velletri prosegue il silenzio

E dopo non aver partecipato al confronto pre elettorale, organizzato dalla trasmissione Officina Stampa con gli altri candidati a sindaco, prosegue il silenzio da parte dei vertici Dem di Velletri anche in questa occasione che sicuramente meriterebbe un chiarimento da parte di chi si candida al governo della città.

LE SEDIE VUOTE DEI CANDIDATI A SINDACO DI VELLETRI [CLICCA SULL’IMMAGINE PER VEDERE IL VIDEO]

CHE NON SI SONO PRESENTATI AL CONFRONTO POLITICO PRE ELETTORALE ORGANIZZATO DALLA TRASMISSIONE OFFICINA STAMPA

Almeno per il momento non si registra nessun commento da parte del candidato della Lega e FdI Giorgio Greci che il prossimo 24 giugno affronterà al ballottaggio Orlando Pocci del Pd nella cui squadra è presente il segretario del partito Democratico già responsabile ufficio stampa dell’Anci Lazio pur non avendone titolo Giorgio Zaccagnini.

Silvestroni (FdI): “Un’era di gestione del potere da parte del PD che ci auguriamo che da qui a qualche giorno con i ballottaggi vada finalmente a concludersi”

“Questa vicenda della nomina dell’addetto stampa dell’Anci Lazio – ha concluso Marco Silvestroni – fortemente voluta e riconfermata negli anni dal Presidente Fausto Servadio la dice lunga su un’era di gestione del potere da parte del partito Democratico all’interno di un Ente strategico – L’anci Lazio ndr. – e che ci auguriamo che da qui a qualche giorno con i ballottaggi vada finalmente a concludersi”.




Mondiali, arriva la minaccia dell’Isis: “Un massacro come mai prima d’ora”

L’Isis torna a minacciare i mondiali di calcio in Russia con un video in cui promette “un massacro come mai prima d’ora”. In un video diffuso dal tabloid inglese Daily Star, l’organizzazione terroristica mostra immagini di repertorio annunciando di voler “vendetta” nei confronti di Vladimir Putin e della Russia. Il filmato si conclude con una panoramica dello stadio di Sochi ‘sorvegliato’ da un jihadista in tuta mimetica e mitra a tracolla e virtualmente colpito da esplosioni. Non è la prima volta che i terroristi minacciano di portare il terrore ai mondali di calcio.

Al via la 21^ edizione dei Mondiali di calcio FIFA. Partiti il 14 giugno con la gara d’apertura tra i padroni di casa e l’Arabia Saudita: 11 città coinvolte e 12 stadi a disposizione delle 32 squadre che daranno la caccia alla finale in programma il prossimo 15 luglio a Mosca.

Un appuntamento che si rinnova ogni quattro anni sin dalla prima edizione disputata nel lontano 1930 in Uruguay. È l’evento sportivo dell’anno destinato a catalizzare l’attenzione di tifosi, giornalisti e sponsor in ogni parte del mondo, non senza timori per la sicurezza e il rischio di attentati terroristici.

Per la prima volta nella storia della competizione è la Russia a ospitare la fase finale della Coppa del Mondo con 11 città coinvolte e ben 12 stadi che verranno utilizzati nel corso della manifestazione. Le 64 partite previste saranno disputate a: Mosca, che ospiterà la finale del 15 luglio al Luzhniki Stadium, San Pietroburgo, Kaliningrad, Nizhny Novgorod, Kazan, Samara, Saransk, Volgograd, Rostov sul Don, Sochi e Ekaterinburg. Finora sono stati venduti 1,7 milioni di biglietti con la maggior parte delle richieste provenienti dagli Stati Uniti, dal Brasile, dalla Colombia e dalla Germania.

I Mondiali 2018 saranno i penultimi ad avere 32 nazionali ai nastri di partenza. Il nuovo format scelto dalla FIFA, con l’allargamento a 48 squadre, entrerà in vigore dopo l’edizione del 2022 che si disputerà in Qatar. In Russia verrà confermata la consueta formula adottata a partire da Francia ’98: una prima fase a gironi con 8 gruppi formati da 4 squadre; una seconda fase a eliminazione diretta con ottavi di finale (ai quali accedono le prime due classificate di ogni girone), quarti, semifinali e finali.




Salvini chiede scuse ufficiali alla Francia. Ma Macron rilancia: “Chi caccia le navi provoca”

Sulla solidarietà e sull’umanità l’Italia non accetta lezioni da nessuno. La Francia si scusi ufficialmente per le frasi offensive pronunciate ieri o il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, farà bene ad annullare l’incontro con il presidente Macron, che sul tema dell’immigrazione deve finalmente “passare dalle parole ai fatti e accogliere i 9 mila immigrati che si era impegnato ad accogliere”.

Al suo primo intervento nell’Aula del Senato Matteo Salvini usa toni durissimi nei confronti di Parigi. Durante l’informativa sulla vicenda della nave Aquarius, prima bloccata tra le coste italiane e quelle maltesi con il suo carico di oltre 600 migranti e ora in navigazione verso la Spagna, il ministro dell’Interno non risparmia critiche al Paese d’oltralpe e respinge le accuse dell’opposizione.

“Sono stufo dei bambini che muoiono nel Mediterraneo perché qualcuno li illude che da noi c’è futuro. Sono stufo di morti di Stato”, dice tra gli applausi di grande parte dell’emiciclo ricordando che il primo intervento del governo è stato quello di “mettere in sicurezza le donne, i bambini” e tutte le persone a bordo della nave. Critiche le rivolge anche alle organizzazioni umanitarie: “è tempo che gli Stati tornino a essere Stati” perché “non è possibile che siano associazioni private a finanziate da chissà chi a imporre tempi e modi dell’immigrazione”.

E a chi sostiene che l’Italia è oggi più isolata nel contesto europeo Salvini risponde sostenendo che il Paese “non è mai stato centrale come in queste ore” e invitando l’Unione “a battere un colpo o a tacere per sempre”. Oggi, ribadisce in un altro passaggio, “c’è un’attenzione che non c’è mai stata prima: sta a noi giocarci le carte in maniera positiva”. Il regolamento di Dublino, insiste, “va superato: penso che con il collega tedesco e con il collega austriaco proporremo una nostra iniziativa”, annuncia poi.

In ultimo replica al tweet dei giorni scorsi di monsignor Ravasi: “‘Ama il prossimo tuo come te stesso’: il mio prossimo sono donne e bambini vittime che scappano dalla guerra ma significa anche amare milioni di italiani che hanno perso casa, lavoro e speranza. Con tutti i miei limiti e difetti cercherò di fare il possibile per dare voce a questi rifugiati veri e immigrati regolari che vengono qui a cercare un lavoro e agli italiani che hanno perso la speranza”.

Intanto nel pomeriggio il presidente francese, Emmanuel Macron, risponde all’Italia sul caso Aquarius e considera la scelta di Roma una provocazione. “Chi è che dice io sono più forte dei democratici e se vedo una nave arrivare davanti alle mie coste la caccio via? Se gli do ragione, aiuto la democrazia?”, si è chiesto il presidente Macron ai microfoni di Bfmtv. “Chi caccia le navi provoca. Non dimentichiamo chi ha parlato e con chi abbiamo a che fare”, ha aggiunto Macron che comunque aveva sottolineato il “lavoro esemplare fatto nell’ultimo periodo con l’Italia”.




Tensioni Italia – Francia, ministro Tria rinvia l’incontro a Parigi

Roma chiede le scuse a Parigi dopo l’attacco di ieri dall’Eliseo al governo italiano sulla gestione del caso della nave dei migranti Aquarius. Il ministro degli Esteri Moavero riceve l’incaricata d’affari dell’ambasciata e chiede che la situazione sia sanata con iniziative rapide. Salvini: l’Italia non merita gli insulti francesi, Macron passi dalle parole ai fatti, perché ‘senza scuse ufficiali Conte fa bene a non andare a Parigi’. Il ministro dell’Interno ringrazia poi la Spagna e sottolinea che mai come ora il nostro paese è stato centrale sulla questione migranti.

E c’è stata una telefonata in un ”clima cordiale” tra il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il suo omologo francese Bruno Le Maire dopo la decisione del primo di annullare l’incontro odierno in seguito alle tensioni sulla questione migranti. Fonti del Mef spiegano che “i due ministri si sono parlati al telefono in un clima cordiale e in vista dell’Eurogruppo e l’Ecofin di Lussemburgo il 21 e 22 giugno si incontreranno”. Ma allo stato non e’ nota ne’ la data ne’ il luogo.

“L’Italia è da anni di fronte a un afflusso massiccio di migranti e l’Europa non l’ha aiutata abbastanza”: ha detto la ministra degli Affari europei francese, Nathalie Loiseau, durante il question time del governo all’Assemblea nazionale. “Dobbiamo fare molto di più – ha aggiunto la Loiseau – rivedere le regole di Dublino, rafforzare il controllo alle frontiere esterne dell’Ue, rafforzare Frontex e lottare più efficacemente contro i passeur”.

Intanto il presidente francese Emmanuel Macron – intervenendo sul caso Aquarius – ha assicurato di “lavorare con l’Italia” ed ha lanciato un appello a “non cedere all’emozione”.

Intanto, la nave dei migranti ora naviga verso il porto spagnolo di Valencia, scortata da due unità della Guardia Costiera della Marina, con a bordo 400 dei 629 migranti che erano sulla nave umanitaria. Resta nelle acque davanti alla Libia, dove ieri è naufragato un gommone, Sea Watch 3, nave ong con bandiera olandese. A Catania nave delle Capitanerie con 932 migranti salvati in sette operazioni al largo della Libia.

“Medici Senza Frontiere non ha rifiutato di evacuare dalla Aquarius donne incinte e casi vulnerabili”. Msf, interpellata dall’ANSA, replica così alle dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini circa un presunto rifiuto ad evacuare dalla nave le persone maggiormente a rischio. “Abbiamo sottolineato l’importanza di non separare le famiglie – spiega l’Ong – e di non effettuare evacuazioni contro la volontà delle persone”.

Parigi, ‘teniamo a dialogo e cooperazione con Roma’ – “Siamo perfettamente coscienti del carico che la pressione migratoria fa pesare sull’Italia e degli sforzi di questo Paese. Nessuna delle parole pronunciate dalle autorità francesi ha ovviamente rimesso in discussione tutto questo, né la necessità di coordinarci strettamente fra europei”. Lo ha detto un portavoce del Quai d’Orsay rispondendo oggi a una domanda sulle proteste dell’Italia dopo le parole pronunciate ieri da Parigi sul caso Aquarius.

Merkel, ‘sosteniamo Roma, non può essere sola’ – “L’Italia per la sua posizione geografica è particolarmente esposta a un numero grande di profughi e di migranti. Noi siamo dell’idea che nessun paese dovrebbe esser lasciato solo con questo compito. Per questo sosteniamo l’Italia, e la riteniamo un importante partner nella ricerca di una soluzione europea”. Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sulla cooperazione lanciata da Sebastian Kurz, stamattina nella capitale tedesca, fra Vienna Roma e Berlino.

“Credo che oltre l’Italia molto esposta alla migrazione, ci siano anche la Grecia e la Spagna in una certa misura, e quindi ritengo che vi debbano essere più di una cooperazione del genere”, ha affermato Merkel rispondendo a una domanda su “l’asse dei volenterosi”, lanciata da Sebastian Kurz a Berlino, in conferenza stampa con il ministro Horst Seehofer, fra Germania, Austria e Italia.

Tajani,polemiche fra Stati solo beghe inutili – Sui migranti “chiedo alla Commissione e al Consiglio di agire. Le polemiche fra gli Stati non servono a nulla, sono soltanto delle piccole beghe che non risolvono e rischiano di provocare effetti nefasti nell’intera Ue”. Lo ha detto il presidente del Parlamento Antonio Tajani aprendo il dibattito in plenaria sulle migrazioni. “Prendete con grande serietà la richiesta del Parlamento europeo. Noi non intendiamo rimanere in silenzio e fare il ruolo di passacarte, ma essere protagonisti di un problema storico per l’Ue”, ha aggiunto Tajani.

L’intervento di Salvini in Senato – “Non abbiamo niente da imparare da nessuno in termini di solidarietà. La nostra storia non merita di essere apostrofata in questi termini da esponenti del Governo francese che spero diano scuse”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini nella sua informativa al Senato, il quale in seguito ha detto: “Senza scuse ufficiali Conte fa bene a non andare a Parigi”. Sui migranti Italia isolata? “Non siamo mai stati così centrali ed ascoltati – ha detto il ministro dell’Interno, riferendo dei vari colloqui avuti con i colleghi di altri Paesi europei: “Se l’Europa c’è batta un colpo ora o taccia per sempre, c’è un’attenzione che mai c’era stata prima, è l’occasione per giocarsi bene le carte”.”Non voglio che bambini vengano messi su un gommone e muoiono nel Mediterraneo – ha aggiunto Salvini – perchè qualcuno li illude che in Italia c’è lavoro e casa per tutti. Sono stufo”. “Ringrazio la Spagna e ringrazio il buon cuore del presidente Sanchez. Mi auguro e spero che eserciti la sua generosità anche nelle prossime settimane, avendo spazio per farlo”, ha detto Salvini ricordando che l’Italia accoglie 170mila migranti e la Spagna 16mila.