Velletri, Banca Popolare del Lazio: quella lettera anonima di “soci e dipendenti coraggiosi” – Prima parte

VELLETRI (RM) – Banche cooperative, tutela dei soci: l’accesso a mutui e finanziamenti è per tutti o per pochi fortunati? Le banche popolari, soprattutto negli ultimi anni, sono cresciute e sono state tra le protagoniste più attive del consolidamento del sistema bancario nazionale. In questo percorso di crescita, la struttura dei portafogli creditizi si è avvicinata a quella delle banche tradizionali, in particolare per gli intermediari più grandi. Nel processo di convergenza non sono comunque venute meno alcune caratteristiche proprie delle banche popolari, in particolare il peso del credito erogato alle imprese. La prevalenza tra i prenditori di società di piccole e medie dimensioni si riflette in livelli di concentrazione nei portafogli creditizi inferiori alla media del sistema bancario italiano.

Iniziamo un viaggio alla scoperta delle banche popolari. Cominciamo con la Banca popolare del Lazio

Lo spunto è stato dato da una lettera anonima che circola per il territorio di Velletri e vicinanze dalla scorsa primavera. È stato un gruppo di soci a scriverla, soci che intendono rimanere anonimi per paura di “ripercussioni”.

Nella lettera parlano sostanzialmente di una presunta azione da parte dei vertici aziendali che, per vedersi garantito il rinnovo delle poltrone, avrebbero concesso crediti e affidamenti che nell’era Mastrostefano (ex presidente della Banca Popolare del Lazio) mai sarebbero stati affidati “perché lui aveva ben chiari gli obiettivi della banca e tra l’altro aveva puntato, nelle ultime nomine, su amministratori laureati e non a “cariche lasciate in eredità a figli di dirigenti e amministratori”.

L’accusa dei “soci e dipendenti coraggiosi”: aumento dei costi di gestione e siluramento di amministratori e dipendenti non asserviti

Il risultato per assicurarsi la poltrona, secondo le accuse dei “soci liberi” sarebbe stato un notevole aumento dei costi di gestione e il siluramento degli amministratori e dipendenti “non asserviti” addirittura a “discapito della produttività” della banca stessa. “Poiché la Banca produce reddito solo dai servizi – scrivono i soci – cioè dalle commissioni a carico dei clienti della banca e quindi soprattutto a nostro carico, sarebbe stato indispensabile che i costi di gestione fossero drasticamente ridotti”.

Consiglieri, presidente e quei presunti conflitti di interesse nelle delibere di affidamento di finanziamenti

Una domanda essenziale che fanno i soci della popolare è se alcuni consiglieri e il presidente abbiano mai dichiarato i propri conflitti d’interesse nelle delibere di affidamento di finanziamenti concessi a propri clienti e o amici (a tal proposito si vocifera che proprio per questo motivo si sarebbe dovuto dimettere il consigliere Giancarlo Natalizia e altri lo starebbero seguendo)?

Il caso del consigliere comunale Salvatore Ladaga

Le domande che i “soci liberi” rivolgono ai vertici sono tante. Iniziamo da un quesito che coinvolge un politico e amministratore di Velletri Salvatore Ladaga. Il presidente Notaio Edmondo Capecelatro, può chiarire ai soci se sia vero che ha stipulato un atto con il quale ha consentito al signor Salvatore Ladaga di liberarsi dei suoi beni immobili perché lo stesso Ladaga era debitore nei confronti della Banca Popolare del Lazio? La banca ha impugnato avanti il Tribunale di Velletri tale atto stipulato dal suo stesso presidente per annullarlo e così è stato.

[VIDEO] – IL CONSIGLIERE COMUNALE A VELLETRI PAOLO TRENTA (M5S) OSPITE DELLA PUNTATA DI OFFICINA STAMPA DEL 6/12/2018 

Il consigliere comunale a Velletri Paolo Trenta (M5s) ospite del programma Officina Stampa per parlare delle Banche Popolari

 




Manovra, Salvini e Giorgetti fanno il punto con il premier. Di Maio assicura: nessuna tassa sulle auto di famiglia

Il vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini, insieme al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, hanno incontrato per un caffè il premier Giuseppe Conte per un breve aggiornamento sulla manovra all’esame del Parlamento. Lo rendono noto fonti della Lega. L’incontro è avvenuto al termine del giuramento del nuovo sottosegretario alla Salute, Luca Coletto.

E sempre oggi l’altro vice premier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha smentito “categoricamente qualsiasi voce sulla volontà di far dimettere il ministro Tria. Ho visto che veniva attribuita addirittura al Movimento 5 stelle. Giovanni Tria sta facendo un grande lavoro e squadra che vince non si cambia: deve restare al ministero dell’Economia”, ha detto il vicepremier e ministro ospite di Radio 24. Con il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, “spero di poter dialogare da martedì al tavolo che ho convocato con le piccole e medie imprese”, ha detto Di Maio rispondendo alle critiche e assicurando che “se possiamo migliorare ancora la manovra, lo faremo”. Nella legge di bilancio “ci saranno novità sul costo del lavoro”, ha aggiunto il vicepremier e ministro, spiegando che “stiamo lavorando alla riduzione del costo del lavoro e ad un ulteriore incentivo alle imprese che assumono a tempo indeterminato”.

Di Maio, a proposito dell’ecotassa, ha assicurato: “Io non voglio mettere alcuna tassa sulle auto familiari di cui gli italiani hanno bisogno per spostarsi. Dopo il confronto con le aziende automobilistiche, con i lavoratori e i consumatori troveremo il modo per migliorare la norma, che non significa fare marcia indietro”.”Il nostro obiettivo è di incentivare l’uso dell’auto elettrica, ibrida e a metano. Se qualcuno pensa di far litigare il governo su questa norma si sbaglia, perché alla fine prevale il buon senso dall’una e dall’altra parte”.




Katowice, allarme mondiale: le emissioni di anidride carbonica continuano ad aumentare

ROMA – Le emissioni del principale gas serra, l’anidride carbonica, aumenteranno anche quest’anno, come erano aumentate nel 2017. Ed è esattamente il contrario di quello che dovrebbero fare, per evitare al mondo il riscaldamento globale, e i danni che ne conseguono. L’allarme lo lanciano due ricerche differenti.

Un pessimo segnale, mentre alla conferenza Cop24 di Katowice in Polonia i paesi dell’Onu cercano faticosamente il modo per attuare l’Accordo di Parigi sul clima.
Per l’Università britannica dell’East Anglia, le emissioni mondiali di CO2 da combustibili fossili nel 2018 cresceranno del 2,7%, raggiungendo i 37,1 miliardi di tonnellate.

Il risultato sarà che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera salirà a 407 parti per milione, 2,3 parti in più rispetto al 2017. La produzione mondiale di anidride carbonica era calata per tre anni dal 2014 al 2016, ma nel 2017 era aumentata dell’1,6%.

Anche l’Agenzia internazionale per l’Energia (Iea), organismo dell’Ocse, per il 2018 si aspetta “una crescita delle emissioni globali di CO2”, dovuta a “un consumo di energia in aumento e una economia mondiale che si espande del 3,7%”.

Per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, secondo la Iea il mondo dovrebbe tagliare le emissioni dell’1% ogni anno. Le emissioni dai paesi più ricchi, quelli più avanti nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica, aumenteranno dello 0,5%: un consumo maggiore di petrolio e gas supererà il calo del carbone.
Mercoledì sono usciti altri due studi che ci raccontano gli effetti che il riscaldamento globale può avere sulla salute e sull’ambiente. Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi eviterebbe un milione di morti all’anno in malattie legate all’aumento delle temperature.

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) calcola che 163 aree del Mediterraneo, tra cui alcuni siti Unesco come la Laguna di Venezia, le Cinque Terre o le spiagge di Lipari, potrebbero finire sott’acqua per la fine del secolo.

Cinquecento scienziati, riuniti a Roma dall’Istituto superiore di sanità, hanno siglato mercoledì una Carta con 24 azioni per contrastare i rischi per la salute del cambiamento climatico. Ma intanto, alla Cop24 di Katowice il padiglione polacco, tra lo sconcerto di molti delegati, esponeva gioielli e cosmetici fatti col carbone, che fornisce l’80% dell’energia al paese. E non basta: fra gli sponsor della Conferenza Onu sul clima, gli organizzatori polacchi hanno messo anche il colosso nazionale del carbone, la JSW.

Avvenia, società del gruppo Terna attiva nel campo dell’efficienza energetica, ha analizzato i principali dati del report ‘NET-Zero by 2050’, ricerca condotta dalla European Climate Foundation (EFC) che si pone l’obiettivo di indicare una strada per arrivare all’abbattimento delle emissioni inquinanti entro l’anno 2050.

La mobilitazione delle istituzioni mondiali a favore della sostenibilità ambientale non è mai stata così intensa, rimarcando, da più parti, la necessità di limitare l’emissione di gas serra se si vuole contenere l’innalzamento della temperatura globale entro 1,5°C.

“I target da raggiungere – spiega Avvenia – vengono ridefiniti e incrementati nello studio della Fondazione europea per il clima. Innanzitutto, occorre mettere in atto una molteplicità di azioni che coinvolgano i cittadini e gli stakeholder in campo economico. Nel caso del comparto industriale, la spinta all’economia circolare sarà fondamentale, così come l’innovazione su materiali e prodotti da usare in alternativa, laddove possibile, a quelli maggiormente impattanti. Lo studio ‘NET-Zero’ ad esempio evidenzia la possibilità di sostituire l’acciaio alla fibra di carbonio del settore automobilistico, in una quota dell’8%”.

Fondamentale per una società a emissioni zero, poi, sarà anche il contributo delle energie rinnovabili: eolico e solare dovranno raggiungere una produzione del 50% entro il 2030, mentre le fluttuazioni giornaliere e stagionali possono essere compensate da un mix di altre soluzioni, in cui rientra anche lo stoccaggio, a zero emissioni. “Questa transizione energetica – conclude Avvenia – implica l’utilizzo di tutte le migliori pratiche già applicate in tutta Europa, e l’estensione su scala molto più ampia, nonché l’incremento degli investimenti e l’attuazione di politiche per garantire l’adozione diffusa di più soluzioni di trasformazione, nel modello tecnico e di business, sociale e di governance. Il futuro, in sostanza, è già alla portata di tutti”.




Televisione, specchio della società di oggi: a.a.a. cercasi storie pruriginose, liti in famiglia e disgrazie altrui per programmi vari

Un capannello, formato maggiormente da casalinghe, all’uscita del supermercato discuteva animosamente. Come succede soventemente in queste improvvisate assemblee, i temi in discussione variano e non seguono un’agenda prestabilita. Si parlava delle varie riviste che a pensarci bene – sempre secondo queste signore radunate all’uscita dallo shopping – vivono di gossip, di fuffa, di banalità che girano intorno a personaggi perlopiù senza alcuna importanza sociale.

A pensarci bene anche le trasmissioni di intrattenimenti e approfondimenti tv non fanno migliore figura. Tornata a casa, allestito il pranzo, la famiglia si siede a tavola e come da rito, accende la televisione per vedere cosa succede nel mondo.

E’ sufficiente assistere ad un solo telegiornale

Tutti gli altri sono copia e incolla. Le notizie vere e proprie si contano sulle dita di una mano, eppure tra cronisti che passeggiano con il gelato in mano, tra i commenti, le opinioni personali e le interpretazioni arbitrarie dei fatti da parte dei commentatori, il telegiornale tira avanti per un’ora bella e buona. Appena finisce la rappresentazione, colorita e rivestita dei fatti del giorno, inizia una tammuriata di pubblicità.

A tavola si serve lo stufato di carne e patate e anche di fagioli, mentre da quel tubo catodico fuoriescono creme per borse e occhiaie, pannolini per bambini, pannoloni per signore incontinenti, creme rassodanti per levigare le smagliature, pillole per la prostata, sciroppi per soggetti stitici, protesi di ogni tipo e quanto basta per rovinare l’appetito di chi sta a tavola, buttare lo stufato e cambiare canale in cerca di qualche trasmissione di intrattenimento. E’ l’ora pomeridiana e mezz’oretta di svago ci vorrebbe, dicevano quelle donne, contro “il logorio della vita moderna” come usava ripetere in una pubblicità di tanti anni fa Ernesto Calindri. A quei tempi la pubblicità era essa stessa intrattenimento. Chi non si ricorda il famoso Carosello ed il simpaticissimo Calimero?
Chissà perché la pubblicità è diventata così asettica, poco comunicativa, aggressiva ed impoverita?

Sarà forse per colpa dei tempi che cambiano?

Sarà per minori stanziamenti di fondi stanziati o sarà forse colpa degli operatori pubblicitari non proprio all’altezza del compito?
Cambiato canale inizia l’intrattenimento del pomeriggio. Una kermesse a voci concitate e sovrapposte tra consanguinei, amanti, sposini e vecchi amici. Ugualmente tutti, come leoni, pronti a sbranarci. E’ la periferia della società, ora sotto i fari della ribalta che offre il peggio di se stessa!
Senza ritegno ed alcun pudore si raccontano episodi che si credeva appartenessero all’intimo del focolare. Una vera apoteosi di insulti. L’amante che va raccontando in giro che “lui” è impotente. Storie per mesi velate sotto le lenzuola. Quel “lui” assiste alla kermesse, partecipa al dibattito e chiede i danni anziché nascondersi per la vergogna.

Una madre, se madre la si può chiamare, confessa e si giustifica, dicendo il perché aveva abbandonato il figliolo piccolo solo a casa. Per lei è semplice, cosa naturale: essendosi infatuata di un altro uomo aveva seguito il suo istinto primordiale, abbandonando casa. Il marciume della società, durante quell’ora di pasto, porta alla luce altri angoli bui ed il liquame mal odorante del “progresso” cola da quel tubo prepotentemente, colpendo stomaco e visceri dei commensali che storditi dalla nausea non si alzano a chiudere quella Cloaca Massima emanante un fetore nauseabondo.
Se quanto appena descritto rappresenta quello che offre l’intrattenimento televisivo del pomeriggio, quello della prima serata non si può dire che sia molto differente. Una ben nutrita rassegna di scivoloni di stile durante le dirette caratterizzano parte della serata. Poi segue il ciarpame raccolto da cronisti e croniste in erba, inviate in giro per le periferie in cerca di storie pruriginose per riempire la prima serata e fare gioire il conduttore o la conduttrice. A volte si riesumano storie deja-vù e le fanno passare per scoop sensazionali.

Tanta politica bla bla bla… e il brulicare di tanti esperti in economia, luminari della scienza dell’amministrazione e tanta politica politicante. Tutti in fila nei talk show, tutti con soluzioni facili e pronti in tasca per fare uscire l’Italia dal tunnel. Un’ubriacatura generale che contagia soggetti di tutta la scala sociale.

Il “Portobello” del compianto Enzo Tortora, ricordato per essere stato vittima della mala giustizia, il Rischiatutto di Mike Bongiorno, la serie della Famiglia Adams, i programmi televisivi di Padre Mariano, le esibizioni del mago Silvan, Lascia o raddoppia, il Musichiere, Canzonissima e poi Non è mai troppo tardi, trasmissione d’istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta curata e condotta dal maestro Alberto Manzi, sono tutte diventate trasmissioni d’intrattenimento demodé.

Oramai adulti analfabeti non ci sono più, sono tutti impegnati in politica , esperti analisti della situazione nazionale. Li trovi tutti o a Montecitorio oppure nei talk show. Oggi va di moda il cascame, il paccottiglia, il copia incolla, il clic ed il condividi.

Le trasmissioni degli anni 70/80 allietavano le serate delle famiglie. Oggi il loro spazio è stato rimpiazzato da dibattiti politici, approfondimenti su temi noiosi vari.

Caratteristica marcata di queste trasmissioni è il fatto che gli ospiti ed i personaggi politici che presiedono questi talk show sono sempre gli stessi che circolano su tutti i canali.

Per fortuna qualcosa ancora si salva e come intrattenimento sano e intelligente non si può non nominare gli show di Gerry Scotti che propone sempre serate di vero divertimento. Altri bravissimi come Proietti, Fiorello e Bonolis , nonostante molto ben amati dal pubblico, si vedono invece raramente.
Quel capannello di casalinghe fuori dal supermercato si scioglie. Tanto, diceva una di loro, aveva ragione Gino Bartali, anche nel campo della televisione “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”.

Emanuel Galea




Tragedia nel Reatino, esplosione in un distributore: 2 morti e 17 feriti

Un’esplosione si è verificata attorno alle 14.30 in un distributore di carburante sulla via Salaria, in prossimità di Borgo Quinzio, nel reatino. In seguito all’esplosione, sembra di un’autocisterna piena di liquido infiammabile, si è verificato un incendio.

L’ultimo bilancio  è di 2 morti e 17 feriti, di cui 3 gravi.  Sono stati trasportati dal 118 in diversi ospedali con ustioni e traumi

“E’ stata predisposta una zona rossa su tutta l’area, che al momento è stata interdetta”. Lo afferma Davide Basilicata, il sindaco di Fara Sabina, il comune del Reatino interessato dell’esplosione dell’autocisterna sulla via Salaria. “Siamo in attesa delle bonifiche dei vigili del fuoco e le successive comunicazioni sull’eventuale evacuazione dell’area”, sottolinea il primo cittadino. Il bilancio è di due morti e 17 feriti, di cui tre gravi.

Prima un principio di incendio, poi l’esplosione dell’autocisterna, verso le 14,30, durante le operazioni di carico e scarico di carburante nel distributore. Questa la dinamica ricostruita dai carabinieri del nucleo investigativo di Rieti, che stanno al lavoro sul posto insieme ai vigili del fuoco. Dopo l’esplosione la cisterna è stata sbalzata a decine di metri di distanza, su una strada parallela alla Salaria, finendo contro due auto.

Come ricostruito dai carabinieri, il principio di incendio è avvenuto durante le operazioni di carico e scarico di carburante: in quel momento passava un furgone con a bordo un vigile del fuoco non operativo che ha allertato la squadra dei vigili del fuoco locale. Prima ancora che i vigili iniziassero l’operazione di spegnimento dell’incendio, c’è stata l’esplosione che ha sbalzato la cisterna dal distributore su una seconda strada parallela alla Salaria. Il mezzo è finito così contro altri due autoveicoli e proprio in questo secondo punto è stato trovato il cadavere della seconda vittima, un civile, schiacciato sotto i resti dell’autocisterna. Si era fermata con la sua auto perchè incuriosita dall’incendio. L’uomo era nella sua macchina quando è stato investito dalle fiamme e dai resti dell’autocisterna esplosa.

Diciassette le persone ferite e trasportate in vari ospedali. Hanno riportato ustioni e traumi da scoppio (fratture e contusioni) e sono stati trasportati presso gli ospedali Sant’Andrea, Sant’Eugenio, Gemelli, Monterotondo e De Lellis di Rieti. Al momento al Sant’Eugenio si trovano ricoverati 5 codici rossi e un altro in arrivo». Lo rende noto la Regione Lazio. «Abbiamo immediatamente istituito l’Unità di Crisi presso l’Ares 118 di Roma e attivato il Piano del maxi afflusso feriti e allertato il Centro grandi ustioni del Sant’Eugenio» spiega l’Assessore alla Sanità Alessio D’Amato che ha seguito l’evolversi della situazione in stretto contatto con l’Ares 118 e che in questo momento si sta recando all’Ospedale Sant’Eugenio per verificare la situazione dei feriti. «Le operazioni di soccorso – prosegue D’Amato – sono state eseguite grazie all’impiego di 2 elicotteri e 8 ambulanze e un’automedica dell’Ares 118 che è intervenuta sul posto immediatamente. Il cordoglio va ai parenti delle vittime di questo terribile incidente e la vicinanza ai feriti e ai loro familiari. Voglio inoltre ringraziare gli eroici soccorritori che ancora una volta hanno dato prova di grande coraggio e sono intervenuti in una situazione che si presentava molto complessa» conclude l’assessore.

Il questore: bilancio pesante. «Posso confermare che il bilancio della tragedia è pesante. Due morti e dieci feriti. L’esplosione è partita da un’autocisterna che stava scaricando gpl nell’area di servizio. C’è stato un primo incendio e mentre i Vigili del fuoco e il 118 stavano operando è avvenuta una violentissima esplosione». È quanto ha detto il questore di Rieti, Antonio Mannoni, in merito all’esplosione avvenuta poco prima delle 15 di oggi all’interno di un’area di servizio Ip a Borgo Quindi, lungo la Salaria. «Al momento – ha aggiunto Mannoni – i Vigili del fuoco stanno mettendo in sicurezza l’area e la cisterna, raffreddandola. Le vittime sono un pompiere e un civile che si trovava nei pressi del distributore ed è stato investito dall’esplosione». «Stiamo monitorando costantemente la situazione. Abbiamo deviato il traffico proveniente da Roma lungo la via Farense, non è consentito a nessuno di avvicinarsi all’area dell’esplosione.

Sulla tragedia è intervenuto anche il ministro dell’interno Matteo Salvini. «Un pensiero commosso alle famiglie che stanno soffrendo e un grazie, per l’ennesima volta, agli eroici soccorritori. Da ministro faccio e farò di tutto per tutelare le donne e gli uomini che lavorano per la sicurezza degli Italiani, migliorando le condizioni lavorative e aumentando il personale».

La situazione è seria». Così il sindaco di Fara Sabina (Rieti), Davide Basilicata. «Squadre dei vigili del fuoco – ha aggiunto il primo cittadino di Fara – stanno continuando ad operare. Le forze dell’ordine insieme alla nostra Polizia Locale sta monitorando la situazione della zona. Per informazioni urgenti è possibile contattare il numero 0765-488136. E’ stata predisposta una zona rossa su tutta l’area che al momento è stata interdetta. Siamo in attesa delle bonifiche dei vigili del fuoco e le successive comunicazioni sull’eventuale evacuazione dell’area».

Nicola Zingaretti. «Voglio esprimere il mio personale cordoglio e quello di tutta l’Amministrazione regionale per le vittime della tragedia avvenuta questo pomeriggio sulla Via Salaria. Seguiamo con grande apprensione l’evolversi della situazione e siamo costantemente in contatto con le autorità e con i soccorritori che sono intervenuti immediatamente sul posto e che voglio ringraziare per il loro grande coraggio. La mia vicinanza alle persone coinvolte nell’incidente e alle famiglie delle vittime». Lo scrive in una nota il Presidente della Regione Lazio.




Luigi Di Maio, la piscina e… il bagno “galeotto” del 2013

Ancora polemiche sul vicepremier Luigi Di Maio nella vicenda dei presunti abusi edilizi in un terreno di proprietà della sua famiglia a Mariglianella (Napoli) e dell’utilizzo di lavoratori in nero da parte dell’impresa edile del padre Antonio.

In un nuovo video delle Iene il leader del M5s nuota in una piscina che sarebbe una pertinenza abusiva

La piscina sarebbe uno dei quattro fabbricati individuati dal programma tv grazie a un drone nel terreno dell’azienda Di Maio, che non risulterebbero dalle mappe catastali. La casa con piscina, a Mariglianella, viene fatta vedere al ministro e lì, afferma di ricordare Di Maio, ci sarebbe stata una stalla. Ma in una foto del 2013 si vede Di Maio che si fa un bagno – continuano le Iene – in quella stessa piscina con fabbricato abusivo alle sue spalle “in bella evidenza”. Intanto il padre del vicepremier, Antonio Di Maio, difende il figlio con un video su Facebook.

Antonio Di Maio non figura mai come dirigente della sua azienda

Al centro dell’inchiesta del programma televisivo finisce poi un altro aspetto della vicenda: Antonio Di Maio non compare mai dal 2006 nell’assetto proprietario dell’azienda, né come socio né come amministratore, nonostante ne sia proprietario. Dal 2006 al 2013 la proprietaria, affermano le Iene, è la madre del vicepremier Paolina Esposito, che tra il 2006 e il 2013 è anche insegnante, e quindi secondo la legge non poteva essere dipendente pubblico e proprietaria di un’azienda, continua la trasmissione. Poi sono subentrati i figli, tra cui l’attuale vicepremier. Le Iene ipotizzano che l’aver intestato la ditta prima alla moglie e poi a figli sarebbe stato un modo per difendere i beni dell’impresa da Equitalia. Un avvocato interpellato dalla trasmissione afferma che Luigi Di Maio potrebbe incorrere nel reato di elusione fraudolenta.

Di Maio padre: “Luigi non sapeva, non ha colpe”

Intanto Antonio Di Maio ribadisce: suo figlio Luigi non era a conoscenza dei lavoratori impiegati in nero nella sua azienda. In un video pubblicato sulla propria pagina Facebook, Antonio Di Maio legge una lettera in cui spiega: “Sentivo il dovere di scrivere. Mi dispiace per mio figlio Luigi che stanno cercando di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla”. Antonio Di Maio chiede “scusa per gli errori commessi, chiedo scusa alla mia famiglia per i dispiaceri che hanno provato, e chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa”. E poi spiega: “Ho sbagliato a prendere lavoratori in nero, ma l’ho fatto perché in quel momento non trovavo altre soluzioni a una situazione difficile”. E sulla questione della titolarità dell’azienda, Antonio Di Maio afferma che “non esiste nessuna elusione fraudolenta” ed Equitalia ha iscritto “ipoteca legale su due terreni e un fabbricato di mia proprietà a Mariglianella”. Quella avviata dalla moglie a proprio nome sarebbe “una nuova attività di impresa che ha pagato regolarmente le tasse”, afferma Antonio Di Maio, e non un modo per eludere i debiti con Equitalia. Luigi Di Maio avrà ancora voglia di “andare avanti”, dice ancora il papà nel video su Facebook. “Non potendo attaccare l’onestà, la trasparenza e il coraggio di Luigi, ecco che sono partiti attacchi spropositati contro la sua famiglia pur di screditarlo”.

Pd all’attacco: “Di Maio ancora sbugiardato”

Il Pd è partito subito all’attacco: “Prestanome per far eludere il fisco al padre. Titolare di un’azienda che ha assunto in nero. Quella che per lui era una stalla è invece la casa abusiva con piscina dove faceva il bagno. Ancora una volta Di Maio sbugiardato in diretta televisiva. Ora basta. #DiMaioBugiardo”, scrive su Twitter il deputato del Pd Luciano Nobili. “Bugie, costruzioni abusive, lavoro nero, cartelle esattoriali scomparse, irregolarità nell’intestazione dell’impresa. E Di Maio che ha perso la memoria su tutto. Venga in Parlamento, è sempre più urgente. #dimaiobugiardo”, rincara sempre su Twitter il capogruppo al Senato Andrea Marcucci. Su Facebook, la vicepresidente del Senato ed esponente M5s Paola Taverna interviene sulla polemica e dice di essere “stanca di leggere notizie sui nonni, fratelli, padri e prozii! Mi disgusta il voyeurismo fino alla settima generazione a prescindere da chi sia la vittima”, scrive Taverna.




Parla il papà di Luigi Di Maio: “Chiedo scusa, mio figlio non era a conoscenza di nulla”

Luigi Di Maio non era a conoscenza dei lavoratori impiegati in nero nell’azienda del papà. Lo ribadisce lo stesso Antonio Di Maio nel video pubblicato sulla propria pagina Facebook, nel quale legge una lettera in cui spiega: “Sentivo il dovere di scrivere. Mi dispiace per mio figlio Luigi che stanno cercando di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla”.

“Chiedo scusa per gli errori che ho commesso, chiedo scusa alla mia famiglia per i dispiaceri che hanno provato, e chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda anni fa”. E’ quanto afferma Antonio Di Maio, papà del vicepremier Luigi, in un video pubblicato su Facebook nel quale racconta la sua verità sulle vicende relative alla sua azienda.

Luigi Di Maio avrà ancora voglia di “andare avanti”, dice il papà nel video su fb. “Ho nascosto i miei errori per un motivo banale che per me era importante, avevo paura di perdere la loro stima. Cosa che forse è accaduta comunque. Come ha scritto mia cugina ‘Non potendo attaccare l’onestà, la trasparenza e il coraggio di Luigi, ecco che sono partiti attacchi spropositati contro la sua famiglia pur di screditarlo e di togliergli la voglia di andare avanti’. Cosa che, se conosco mio figlio, non succederà”. “Io sono molto orgoglioso dei miei figli e sono orgoglioso di Luigi”, scrive ancora, aggiungendo che il vicepremier a volte gli ha dato una mano in azienda “come fanno tanti figli con i padri e ci sono tutti i documenti che lo provano, lui li ha già pubblicati”.




Meteo, torna il clima mite sotto Natale. Belle giornate da Natale a Capodanno

Mancano meno di 25 giorni e sarà Natale e il clima in Italia continua ad essere abbastanza dinamico con continui cambi di scena. Dopo una breve ondata di freddo, ora tornerà il clima mite grazie alla rimonta di un campo anticiclonico.
Sarà proprio l’alta pressione la responsabile del tempo per le prossime feste natalizie. Cerchiamo di capire cosa potrebbe succedere dai giorni dopo il weekend dell’Immacolata e soprattutto nel periodo delle feste di Natale.

Ebbene, dopo Domenica 9 Dicembre l’alta pressione potrebbe migrare verso la Scandinavia favorendo l’arrivo di aria molto fredda dalla Russia che causerebbe un brusco calo termico su tutta Italia e precipitazioni che potrebbero risultare nevose fino a quote pianeggianti in particolar modo sulle regioni adriatiche, e inizialmente anche al Nordest.

Successivamente il campo anticiclonico tenderà ad ingigantirsi sempre più espandendosi su gran parte dell’Europa e tornando ad influenzare anche l’Italia, quanto meno le zone centro-settentrionali.

Questo ritorno dell’alta pressione potrebbe essere preceduto dal passaggio di una perturbazione atlantica tra il 23 e il 24 Dicembre con precipitazioni che si porterebbero nel giorno di Natale verso il Sud.
Da Natale e fino a Lunedì 31 Dicembre l’alta pressione potrebbe proteggere l’Italia, garantendo giornate soleggiate, spesso nebbiose al Nord e con temperature non fredde, e comunque sopra la media del periodo di qualche grado.

Come l’anno scorso quindi l’alta pressione potrebbe minare il freddo e la neve nel giorno di Natale e forse anche nei giorni successivi, ma dato questo tempo pazzerello non possiamo nemmeno escludere una brusca virata di questa tendenza verso un’ondata di gelo e neve proprio in prossimità delle festività natalizie, facendo proseguire quella attesa subito dopo il giorno dell’Immacolata.

Intanto è codice giallo per rischio idrogeologico e idraulico sulla costa e nell’entroterra delle zone centro settentrionali della Toscana, valido dalla mezzanotte di oggi fino alle 13 di domani. Lo ha emesso la sala operativa della Regione per una perturbazione che interesserà la Toscana con precipitazioni sulle zone centro settentrionali, con un rinforzo dei venti di Libeccio e una intensificazione del moto ondoso. Le province interessate saranno Firenze, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa e Pistoia.

La perturbazione, spiega una nota, porterà piogge inizialmente sul nord ovest in estensione nel corso della notte e nella giornata di domani alla zone interne settentrionali e successivamente su quelle centrali. Le piogge potranno assumere a tratti carattere di rovescio e risultare insistenti, specie nel corso della notte sul nord ovest. Domani le precipitazioni potranno insistere fino alla sera, seppur con minore intensità, sulle zone centrali. Si assisterà anche a un locale rinforzo dei venti di Libeccio




Roma città aperta… la giusta fotografia dei tempi attuali

Vivendo a Roma, ci si innamora di questa città eterna. La sua storia, la sua cultura, le sue tradizioni e contraddizioni, che ti catturano e ti regalano quell’orgoglio e quel vanto di vivere nel luogo più importante al mondo. Il famoso titolo del film, rappresenta la giusta fotografia dei tempi attuali, con sfumature moderne e realistiche, testimone di una caotica vita odierna.

Le parole “libertà, uguaglianza e fraternità“, esaltate anche dal popolo francese, a Roma si coltivano giornalmente, magari con un’ottica italianizzata, e quindi, come direbbe uno jazzista, con divagazioni al tema, tanto da personalizzare e rendere la vita più frizzante, come il nostro DNA ci caratterizza. La nostra città, che poi, per intenderci, è la città del mondo intero, è aperta a tutti ed a tutto, riservandoci una quantità enorme di sorprese di ogni genere e di eventi impensabili, rendendo così la nostra vita meno monotona di come può essere la vita di un tranquillo paese della nostra penisola.

Libertà, parola magica di civiltà e maturità sociale, viene interpretata nel vero senso della parola

Per esempio, si è liberi di sputare per terra, non fare la differenziata, non raccogliere gli escrementi dei cani quando si portano a spasso, parcheggiare in doppia fila e andarsene per fatti propri, bloccando le altre auto regolarmente in sosta, salire sugli auto pubblici o entrare nella metro senza pagare il biglietto, cercare di scavalcare la fila alle poste o in qualsiasi altro posto, alzare il volume del proprio stereo al massimo a qualsiasi ora, per far capire che il nostro genere musicale è quello giusto, e tante altre innumerevoli cose che ci fanno sentire vivi.

Ma, non vi sembra questa, una cosa meravigliosa? Paragonabile a quel senso di libertà che si prova guardando l’orizzonte in riva al mare, senza alcun tipo di ostacolo che possa infrangere i sogni e desideri del momento. Roma! Il mondo va avanti e tu ne sei l’esempio più lampante con tutte le tue modernità. Tanto moderna, che gli alberi, ormai antichi, non si sono aggiornati con i tempi, capiscono che devono morire e si lasciano cadere, testimoni di un tempo passato che non esiste più. Peccato per i danni provocati, ma non è colpa delle storiche piante, se uno decide di passare in quel preciso momento, o di aver lasciato l’auto parcheggiata sotto di esse. Bisogna avere un’ottica moderna e capire che le esigenze attuali sono diverse da quelle del passato, e che dopo tanti anni di lotte sociali cruente, siamo riusciti ad ottenere questi risultati di anarchia totale. Anarchia, non è una brutta parola, ma vero senso di civiltà moderna. Infatti; perché gli operatori dei rifiuti dovrebbero passare a raccogliere tutti i giorni, ammazzandosi di lavoro, quando possono farlo ogni settimana o una decina di giorni?

Tanto i rifiuti non vengono rubati, al limite un po’ sparpagliati e selezionati dai rom

Altrettanto vero, il comportamento e la protesta degli autisti degli auto pubblici e della metro, che per senso di civiltà, avendo magari un raffreddore, non vogliono infettare la comunità ed evitano di andare al lavoro, oppure sono costretti a risolvere i propri problemi con il cellulare mentre guidano, rischiando la loro incolumità. Di conseguenza, i mezzi sono un numero inferiore, dovuto anche al fatto che molti non funzionano per manomissioni varie. Così, si rimedia rallentando le corse con lunghe fila di attesa per i viaggiatori, che possono nel frattempo, socializzare e fraternizzare. Queste delicatezze però, vengono male interpretate dalla gente, che reagisce molto male, specialmente quando ci sono gli scioperi, perché avendo pagato l’abbonamento si è costretti ad andare al lavoro con la propria auto, pagando benzina, parcheggio, e, magari anche una bella multa. Riflettendo obiettivamente però, ci si rende conto come la vita sia così molto più frizzante, e se qualcuno prende un bell’esaurimento, è colpa sua, non volendo attenersi ed accettare il nuovo modus vivendi. Quando si esce da un qualsiasi negozio, c’è sempre un ragazzo gentile africano che ci saluta e ci offre il suo berretto, anche se è impegnato con il suo moderno telefonino in una lunga conversazione. Quando ci si ferma ai semafori, c’è sempre qualche extra comunitario che gentilmente ti vuole pulire il vetro, e tu, che non lo vuoi far lavorare troppo, ti opponi, ma lui ci tiene molto a fare bella figura in terra straniera, e così, pulisce il vetro ugualmente, malgrado la tua contrarietà.

Non bisogna aver paura della diversità, e la città di Roma lo dimostra

Quindi, bisogna essere comprensivi per i fatti di sangue che giornalmente le fonti di informazione ci propinano adducendo la causa agli stranieri, siamo talmente tanti…Del resto quando vediamo i criminali rimessi subito in libertà dopo essere stati arrestati dalle forze dell’ordine, uomini che rischiano la vita tutti i giorni, non dobbiamo scandalizzarci. Bisogna dare loro una nuova chance di riabilitazione, anche se sono clandestini, l’importante però che promettano di non spacciare più, di non stuprare più le donne, di non rubare più, ma quel che più importa, di non ammazzare più il primo innocente che passa, in nome del loro Dio.

Tutti siamo creature di Dio, e lo sono anche quei topi di fogna, che per procurarsi il cibo, sono costretti ad uscire dalle proprie tane ed andare a rovistare fra i cassonetti stracolmi. Una volta, lungo il muro di Porta Pinciana, uno di questi mi ha azzannato una scarpa, non per farmi del male, ma semplicemente perché era in cerca di cibo. Se non si osservano le regole del comportamento dei proprietari dei cani di razze pericolose, non bisogna scandalizzarsi. I casi dei bambini morti, o massacrati e deturpati perché azzannati improvvisamente dai suddetti cani, sono talmente rari che non fanno testo. Una particolare annotazione, è rivolta alla libertà dei giovani d’oggi, liberi di sballarsi, ovvero ubriacarsi e perdere il controllo del proprio cervello, per poter provare nuove ed eccitanti emozioni. I fine settimana, al riguardo, sono davvero devastanti, perché oltre l’alcool viene spesso aggiunta la droga, nella ormai famosa movida. Ci si chiede, se per caso questi giovani, non abbiano fuso il cervello prima di iniziare a bere e drogarsi. Viva Roma, città aperta a tutto. Peccato che io sia nato in un’altra epoca, con degli insegnamenti e principi diversi, e non riesca a capire il senso di questa modernità, e godere pienamente di questa falsa, ingannevole e rovinosa libertà.

Mario Torosantucci




Centrodestra: Meloni, Salvini non è venuto al vertice per non far arrabbiare l’amante

“Salvini dice che si incavola Di Maio, e che quindi l’incontro doveva rimanere segreto. Questo è il problema degli uomini che hanno l’amante…”. La presidente di FdI Giorgia Meloni ironizza sulla mancata partecipazione del leader leghista Matteo Salvini al vertice del centrodestra che si è tenuto ieri a Milano, intervistata a Nemo in onda ieri sera.

“Salvini – ha aggiunto – dice che si è arrabbiato perché si è saputo che doveva essere un incontro clandestino, ma era una riunione in calendario da settimane, per parlare di una cosa che sanno tutti, e cioè dei candidati del centrodestra per le regioni in cui si voterà, in alcune addirittura a febbraio. Con Berlusconi e con Giorgetti, che comunque era presente per la Lega – ha concluso – abbiamo parlato delle regionali, siamo andati un po’ avanti e poi vedremo”.




Manovra: disgelo Italia-Ue. Juncker: “Facciamo progressi”

Segnali di distensione tra l’Italia e l’Ue sulla manovra mentre anche il premier Giuseppe Conte si dice “ottimista” sulla possibilità per l’Italia di evitare una procedura di infrazione.

“Non si deve drammatizzare la questione dell’ipotesi di infrazione all’Italia” sulla manovra, ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in una conferenza stampa a Buenos Aires a margine del G20. “Stiamo facendo progressi”. “Ho incontrato il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte a Bruxelles, e lo incontrerò ancora qui”, ha ricordato Juncker.

“Non siamo in guerra con l’Italia, l’atmosfera è buona”, ha assicurato rispondendo a una domanda sulla trattativa sulla manovra. “Siamo con l’Italia – ha aggiunto – se l’Italia è con noi”.

“Sono sempre ottimista se no non mi sarei neppure seduto al tavolo e non sarei andato a Bruxelles”, ha detto il premier Conte replicando a una domanda sulle parole del ministro dell’Economia, Giuseppe Tria, che si è detto fiducioso sulla possibilità di evitare la procedura di infrazione europea sulla manovra. “Lo sono anche io”, ha aggiunto