Manovra, doccia fredda per l’Italia. Moscovici su deficit: “Ancora non ci siamo”

Il commissario Pierre Moscovici incalza Roma sul deficit: “L’Italia dovrebbe compiere ulteriori sforzi per il Bilancio 2019, dice commentando l’annuncio del governo italiano di un deficit al 2,04% per il prossimo anno. “È un passo nella giusta direzione – afferma intervenendo presso la commissione affari economici del Senato, – ma ancora non ci siamo, ci sono ancora dei passi da fare, forse da entrambe le parti”.

Moscovici, torna a dire che la Francia di Emmmanuel Macron puo’ sforare il tetto del 3% per finanziare le misure volte a sedare la crisi dei gilet gialli, ma ha auspicato che questa violazione dei patti assunti con Bruxelles per il 2019 sia “piu’ limitata possibile” e “temporanea”.
Nessun commento alle parole di Moscovici da parte di Palazzo Chigi. Il presidente è concentrato sul negoziato. Quello che filtra da Palazzo Chigi è fiducia e orgoglio per la proposta fatta, che pure in una responsabile riduzione del rapporto deficit Pil lascia invariati redditi di cittadinanza e quota 100, coerentemente con quanto sempre promesso. Questa è la strada intrapresa e che si continuerà a percorrere, sottolineano fonti di Palazzo Chigi.

Ed intervengono anche i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. “Continuiamo a sostenere con convinzione la nostra proposta – affermano in una nota -. Piena fiducia nel lavoro di Conte. Siamo persone di buon senso e soprattutto teniamo fede a ciò che avevamo promesso ai cittadini, mantenendo reddito di cittadinanza e quota 100 invariati. Manterremo tutti gli impegni presi, dal lavoro alla sicurezza, dalla salute alle pensioni senza penalizzazioni, dai risarcimenti ai truffati delle banche al sostegno alle imprese”.




Roma, teatro Palladium: grande partecipazione all’evento di formazione dell’Ordine dei giornalisti del Lazio “Giornalismo, il nuovo presente, tra fake news, deontologia e inchieste online”

ROMA – Sala stracolma al teatro Palladium dell’Università degli Studi di Roma Tre per l’evento formativo “Giornalismo, il nuovo presente, tra fake news, deontologia e inchieste online” promosso principalmente da Carlo Picozza, consigliere dell’Ordine responsabile della Formazione, il quale ha moderato e coordinato gli interessanti interventi dei relatori.

A salutare i tanti giornalisti presenti il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio Paola Spadari e la consigliera segretaria Odg Lazio Maria Lepri.

Teatro Palladium: Giornalismo, il nuovo presente, tra Fake news, deontologia e inchieste online (1 Parte)
Teatro Palladium: Giornalismo, il nuovo presente, tra Fake news, deontologia e inchieste online (2 Parte)

In apertura sia Paola Spadari che Maria Lepri hanno richiamato l’attenzione sull’importanza che ha la deontologia nella professione giornalistica: “Bisogna sempre ricordarsi di essere fedeli – ha ricordato la presidente Spadari – alla verità sostanziale dei fatti, svolgendo l’attività giornalistica con responsabilità e correttezza e verificando sempre con molta attenzione i fatti e le circostanze che si raccontano”.

Spadari ha ricordato un fatto importante: “Il nuovo testo unico della deontologia – ha detto – che è un sunto delle principali carte deontologiche ha fatto i conti con il web e ha stabilito che ogni iscritto all’albo non può scrivere notizie false nei propri profili di Facebook. Ecco la novità fondamentale è che oggi anche i social vengono asseverati a queste regole deontologiche”.

Poi ancora ha parlato di “emergenza delle democrazie” con la diffusione delle fake news, con un occhio al panorama internazionale e a cosa è accaduto con le elezioni negli Stati Uniti e i migliaia di messaggi provenienti da profili falsi messi in giro e condivisi: “I giornalisti – ha aggiunto Spadari – hanno una responsabilità civile e penale che nella rete purtroppo non esiste. Auspico inoltre che i protagonisti dell’informazione sollecitino una regolamentazione internazionale per punire coloro che utilizzano internet come strumento di linciaggio mediatico”.

Anche Maria Lepri ha fatto molto riflettere: “Faccio la parte di quella che vuole imparare – ha detto – mi interessa il profilo non solo deontologico ma anche psicologico ed etico che c’è dietro una fake news, che generano le bufale. Il fatto è che siamo ormai terrorizzati da questo bombardamento di fake news e quello che può dire la rete che ci concentriamo molto sull’evitare di metterle in circolazione”. Poi Lepri ha citato anche un episodio di quando era piccola per capire che le fake news sono sempre esistite e che è importante come si reagisce ad esse: meglio amplificarle e controbattere o avere la capacità di prenderle per quello che sono? Suo fratello disse che era stata adottata e quella, ha spiegato Maria Lepri” era una fake news, una “bufala democratica”: “Io avrei potuto rispondere – ha detto – ma non era nella mia indole, ho pianto e mi sono ritenuta adottata fin quando i miei genitori non mi hanno convinto che fosse una bufala. Oppure ci dimentichiamo quando Tremonti disse che c’era un buco dell’economica italiana di miliardi imputabile al governo Prodi? A quel punto anche la politica si è interrogata: “Dobbiamo anche noi replicare con un’altra bufala ancora più grossa?”. Lepri ha fatto diversi esempi, tra cui anche quello della diffusione della foto della profuga sbarcata a Pozzallo con le unghie smaltate pubblicate da una collega: ”Quella non è più neppure una “bufala democratica” si scade proprio nella mancanza di etica”.

Interessante anche la relazione di Giuseppe Smorto,vicedirettore di Repubblica, già direttore di Repubblica.it il quale con parolesemplici e dirette ha spiegato il processo di cambiamento dalla carta al web e le insidie che si affacciano ogni giorno nel lavoro giornalistico.  Smorto ha poi ritenuto che il momento storico odierno dove carta e web convivono sia “una grande occasione per i giornalisti di rimettersi a studiare e considerare che tra la carta e l’online si raggiungono molti più lettori di prima e quindi è importante puntare sulla qualità delle notizie diffuse per il rilancio della professione giornalistica.

Si è voluto inoltre porre l’accento sull’importanza dei “verificatori
di notizie”, i cosiddetti fact checking una pratica di autoverifica delle
notizie che è fondamentale fare prima della pubblicazione degli articoli perché
una verifica a posteriori è poco utile ed efficace.

Un contributo importante al convegno, in tal senso lo ha fornito anche Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale il quale ha messo in evidenza quanto sia fondamentale la verifica che oggi più che mai assume un ruolo fondamentale: “Gli errori sono inevitabili – ha detto – ma da questi bisogna cercare di imparare come evitare di ripeterli in futuro”.  De Mauro ha posto l’accento sull’importanza che ha oggi la carta a prescindere dalle correnti contrarie che vorrebbero farci credere il contrario: “Il futuro dei giornali non è online, ma è di carta”. Poi ha citato i risultati di una ricerca decennale sui quotidiani americani locali, dal titolo “trial and error”, condotta da Iris Chyidella University of Texas: “La profezia che circola da vent’anni – ha dettoDe Mauro – che i giornali stanno per sparire, è evidentemente una profezia sbagliata”.

Dino Pesole de Il Sole 24 ore invece ha posto l’accento sui danni che provocano le fake news nel contesto economico e finanziario: “La preparazione e lo studio –ha detto – sono l’unica arma per difendersi dalle false notizie. Ci sono degli algoritmi che manipolano il mercato e poi è scesone i particolari citando un interessante articolo de Il Sole che parla propriodi come “bufale” influiscono sulle borse, l’acquisto dei prodotti e l’andamentodegli stessi mercati.  A tal proposito ha citato la pratica dello “spoofing scheme”. L’operazione consiste nell’immettere sul mercato un ampio flusso di proposte di negoziazione, tramite piattaforme computerizzate. L’obiettivo non è concludere l’operazione, ma generare informazioni fittizie per orientare le contrattazioni: “Facciamo un esempio. L’operatore A vuole acquistare delle azioni. Il prezzo in Borsa dei titoli è, in quel momento, 10 dollari. Per lui troppo alto. Un valore accettabile sarebbe 8 dollari. Ecco che, allora, “spara” in un millisecondo una valanga di proposte di negoziazione di vendita leggermente superiori alla migliore offerta di cessione presente in Borsa. In altre parole: la migliore proposta di vendita è a 9 dollari e il nostro operatore “mitraglia” il listino con delle offerte a 9,01 dollari, quanto basta per scongiurare eventuali immediate esecuzioni degli ordini. A quel punto gli altri investitori, vedendo aumentare i volumi in vendita, credono che stia iniziando un trend ribassista sul titolo e corrono a disfarsene. Il risultato? Le azioni, mentre l’operatore A cancella in un millisecondo le sue proposte di cessione, calano in Borsa. A quel punto, lo stesso operatore A può comprare i titoli, nel frattempo calati, a un livello più vicino a quello da lui desiderato”

Andrea Garibaldi, inviato speciale del Corriere della Sera ha parlato di “bufale planetarie e ingerenze tra Stati”, ha fatto i complimenti alla platea che non si è fatta distrarre dagli smartphone durante il corso. Garibaldi ha commentato 10 fotografie,  citando tra l’altro esempi molto calzanti di come a volte l’inviato può trovarsi di fronte a scenari che possono generare false notizie. Lì va posta molta attenzione e non ci si può far trovare impreparati. Tra l’altro, il giornalista Andrea Garibaldi ha ricordato uno studio dell’Institute of Tecnology che dimostra che proprio la particolarità della struttura dei social network e la limitata capacità di attenzione sono i due fattori che rendono possibile la diffusione sproporzionata delle fake news a discapito della qualità delle informazioni. Lo studio dimostra che proprio la particolarità e la struttura dei social media consentono la massima diffusione in rete in presenza di una limitata capacità di attenzione.

Piacevole anche la performance di Federico Renzetti, esperto informatico e mentalista il quale con brevi trucchi e coinvolgendo la platea ha dimostrato come sia facile cadere nell’ inganno tra trucchi “veri” e false notizie.  

Molto pratici ed estremamente utili per “scovare le bufale”gli interventi di Alessio Sgherza, docente a Urbino e Sara Bertuccioli giornalista nel sito Repubblica.it i quali hanno spiegato come la diffusione della rete e dei social network ha modificato in modo sostanziale il giornalismo ed il modo di produrre informazione. Il flusso continuo e dirompente dell’informazione che proviene anche da non professionisti impone di accorciare i tempi, a discapito della verifica scrupolosa delle fonti e questo può generare grandi problemi. Perciò è importante analizzare le immagini, capirnela provenienza e studiare come e quando sono state diffuse.

Sgherza ha anche indicato dei siti utili per “verificare” se determinate immagini o notizie siano attendibili.




Anguillara Sabazia, Giovanni Chiriatti: “Non ci siamo proprio!”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota dell”ex vice sindaco di Anguillara Sabazia Giovanni Chiriatti. Una disamina sull’attuale compagine politica che governa la città sabatina vista dall’ex consigliere, poi assessore e vice sindaco, tra l’altro, il candidato più votato di quella rappresentanza che doveva essere il Movimento Cinque Stelle di Anguillara Sabazia.

Ecco la nota di Giovanni Chiriatti

“Non ci siamo proprio!
Questa amministrazione insiste nel non capire che non può operare con presunzione, arroganza e supponenza quando dovrebbe impegnarsi nella ricerca del percorso giusto per entrare in sintonia con la cittadinanza. Sembra aver perso contatto con la realtà e non riesce a comprendere che la grande maggioranza dei cittadini di Anguillara è ormai stanca e delusa dalle tante promesse disattese.

Ognuno di loro continua a guardare il dito e non la luna e sebbene sia vero che i vecchi partiti ma anche gli ultimi arrivati cavalcano l’onda del malcontento è altresì innegabile che l’intolleranza e il nervosismo scaturiscono dal basso e la stragrande maggioranza di cittadini è insoddisfatta e disarmata davanti a questa gestione approssimativa e pasticciata della cosa pubblica, dai risultati disastrosi e fallimentari registrati in questi tre anni ma soprattutto dall’arroganza delle risposte fornite.

Ai consiglieri di maggioranza vorrei quindi chiedere di risvegliare il loro spirito critico, quello che sembrava esistere prima dell’ascesa al “palazzo baronale”, invitandoli ad esaminare le motivazioni reali dell’insofferenza dei loro “vicini di casa”.

La cosa più grave che potessero fare (tralasciando le voci poco edificanti su vicende private che poco hanno a che fare con l’essere rappresentanti di un paese, sulle vicende giudiziarie e l’atteggiamento dispotico verso la cittadinanza) è stata quella di disattendere le promesse relative alla trasparenza e alla partecipazione. Se invece di organizzare assemblee postume alle loro sciagurate decisioni avessero dato vita ad una pianificazione con i famosi tavoli di lavoro, probabilmente non saremmo a questo punto e non sarebbero state prese decisioni inopportune come quella del divieto di balneazione, del senso unico o dell’installazione coatta dei giochi sull’arenile.

Sentir affermare nel consiglio comunale dal loro capogruppo …di non aver voluto ascoltare i cittadini perché avrebbero scelto di non usare i fondi a disposizione del comune per opere di assoluta priorità ma solo per opere secondarie… è contraddire se stessi e i propri ideali alimentando l’insofferenza e la delusione della gente.

Il clamoroso voltafaccia sulla questione ambiente e territoriale ha da subito compromesso il consenso ricevuto alle ultime elezioni. Sono passati dalla “Revoca del Piano Regolatore Senza Se e Senza Ma!” all’approvazione di una ulteriore variante per poi arrivare con un secondo atto all’adozione di Piani Integrati che avranno la conseguenza disastrosa di aumentare le aree edificate del paese senza il necessario studio della pianificazione dei servizi necessari.

Le persone ormai si domandano che fine hanno fatto i loro discorsi sulla tutela dell’ambiente e sugli interventi di ripristino dell’esistente e dello stop al cemento. Non capiscono come si possa svendere il territorio senza pensare che nuove unità abitative non faranno altro che aggravare ulteriormente la già esistente carenza di infrastrutture e la mancanza di servizi.

Chiedo quindi ai consiglieri di maggioranza di riflettere ogni volta che gli verrà richiesto di alzare la mano nei consigli comunali, di non lasciarsi intrappolare e trasportare dal semplice senso di appartenenza che gioca solo a favore di qualcuno, ma di farlo convinti di quello che si sta deliberando e delle conseguenze che ne derivano.

Infine invito tutti ad una riflessione su quanto è accaduto nell’incontro avvenuto il 6 dicembre u.s. presso l’ex consorzio agrario, sia sugli atteggiamenti intimidatori tenuti da un consigliere che per sua natura è avvezzo all’arte dell’insulto e alle minacce ma soprattutto per la reazione/aggressione deprecabile e indegna, a seduta ultimata, di una consigliera comunale verso una cittadina, atteggiamento che denota chiaramente l’inadeguatezza del ruolo che si ricopre, l’insofferenza e la tensione che si mostra verso il paese e un nervosismo alimentato dall’aumento della distanza culturale ed ideologica tra la società civile e le istituzioni.

Mi permetto di esprimere la mia personale solidarietà a Nadia, una persona che si batte da sempre per l’acqua pubblica che a differenza di molte, che si nascondono dietro “l’essere donna” quando ricevono una contestazione politica, è sempre stata coerente e presente in prima linea per il bene comune.

Il cittadino
Giovanni Chiriatti #chedelusione”




Strasburgo, spari al mercatino di Natale: 3 morti e 12 feriti

Spari in un mercato di Natale a Strasburgo, in Francia. Il bilancio provvisorio sale ad almeno tre morti e undici feriti: è quanto riferisce il sito Dernières Nouvelles D’Alsace. Secondo il municipio, si tratterebbe di un attentato. Il killer è ancora in fuga. L’area intorno al centro storico è stata blindata. Il Comune di Strasburgo invita la cittadinanza a restare chiusi dentro casa.

Un uomo solo avrebbe aperto il fuoco verso le 20 al centro di Strasburgo, riferisce il sito Dna (Derniers notices d’Alsace). I colpi sarebbero stati esplosi in rue des Grandes-Arcades. Il centro città è stato bloccato per un raggio di 200 metri attorno alla piazza Gutenberg. Una fonte della polizia, dice Dna, ha ipotizzato che si tratti di un attentato terroristico.

L’unità di crisi della Farnesina raccomanda agli italiani di evitare la zona del centro storico. In un tweet, si consiglia inoltre ai connazionali di seguire le indicazioni delle autorità locali.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha lasciato in anticipo un ricevimento in corso all’Eliseo per seguire personalmente i fatti di Strasburgo: è quanto annunciano diversi parlamentari presenti sul posto.

Il Parlamento europeo è stato blindato dopo la sparatoria che si è verificata nel centro storico di Strasburgo. L’ordine è stato impartito dal presidente Antonio Tajani che, al telefono con l’ANSA, parla di “diversi morti”. “Il fatto è avvenuto a 3 km di distanza da qui”, ha riferito Tajani. ”Questo Parlamento non si fa intimidire da attentati terroristici o criminali, andiamo avanti! Continuiamo a lavorare e reagiamo con la forza della libertà e della democrazia contro la violenza terroristica”, ha detto il presidente del Parlamento europeo.

“Seguo la situazione dal centro operativo del ministero dell’Interno” a Parigi. “I nostri servizi di sicurezza e di soccorso sono mobilitati”: è quanto scrive il ministro francese dell’Interno, Christophe Castaner, riferendosi ai fatti di Strasburgo.

Controlli al confine franco tedesco all’uscita della città di Strasburgo dopo la sparatoria nel centro storico. Lo riferiscono testimoni precisando che “una volta che abbiamo attraversato il ponte sul fiume Reno nella parte tedesca abbiamo notato che le forze dell’ordine stavano controllando le vetture in entrambi i sensi di marcia e tutte le auto procedevano una a una”.

“Attentato terroristico in corso a Strasburgo nel centro. Spari sulla folla ai mercatini. Ci sono morti e feriti. Noi della delegazione 5 stelle siamo al sicuro. State tranquilli”. E’ il tweet dell’eurodeputato 5 Stelle Dario Tamburrano. Oggi a Strasburgo c’è stata la plenaria dell’Europarlamento.

Centro bloccato, testimone ‘ho sentito gli spari’ – Il centro di Strasburgo è ancora chiuso si può solo uscire ma non entrare nelle strade che portano verso i mercatini di Natale, teatro della sparatoria. Gli ingressi sono stati transennati e le forse dell’ordine della sicurezza bloccano macchine e pedoni. Tra le persone che si allontanano in tutta fretta dal centro è palpabile l’agitazione, tra loro anche qualcuno che ha assistito in diretta agli spari. Cedric racconta all’ANSA di aver sentito nettamente i colpi vicino a piazza Kleber e di aver trovato rifugio in un bar. “Ho sentito colpi di pistola e poi di armi automatiche, probabilmente quelli delle forze dell’ordine, poi c’è stato un movimento di folla e io mi sono messo a correre e sono entrato in un bar”. Florent invece dice di non aver sentito gli spari ma di aver comunque vissuto una situazione “inquietante: eravamo in un locale, all’improvviso ci hanno fatto tutti scendere al piano di sotto, dove saremmo stati più al sicuro”. Fuori dall’area transennata si accalcano i curiosi, tutti chiedono informazioni guardano le notizie sui cellulari o telefonano ad amici e parenti per rassicurarli.




Editoria, Fnsi e Odg a Di Maio: “non chiniamo la testa”

Giornalisti che pur di informare hanno rischiato la loro incolumità, come Federica Angeli, autrice di inchieste sulla mafia di Ostia, e Stefano Andreone, che denuncia le malversazioni nel territorio dove vive, in provincia di Napoli, insieme a tanti cronisti precari (sono centinaia, si ricorda, anche in Rai) e di piccole testate nazionali e locali che con l’annunciato taglio all’Editoria rischiano di scomparire: dall’Avvenire a Il Manifesto, dal Primorskidnevnik, quotidiano della minoranza di lingua slovena del Friuli-Venezia Giulia al Messaggero di Sant’Antonio, mensile dei frati della Basilica di Padova del quale è già stata annunciata la chiusura e che ora ha la redazione occupata dai Giornalisti.

Sono fra le voci che hanno dato vita all’Assemblea pubblica organizzata da Odg e Fnsi davanti al Ministero dello Sviluppo Economico per spiegare il no alla convocazione del ministro del Lavoro Di Maio, fissata proprio per stamattina al Mise. “Quella di oggi non era una convocazione, ma una provocazione”, chiarisce Raffaele Lorusso segretario della Fnsi. “Ci è stato detto che si sarebbe parlato di equo compenso e precari, ma come sarebbe stato possibile, considerando che nelle stesse ore al Senato si approva un emendamento che farà tagliare il fondo per l’Editoria, facendo così chiudere principalmente molte piccole testate, che danno lavoro a 1000 colleghi”, prosegue. Dopo le ingiurie ricevute, “senza rispetto e legittimazione reciproca, non ci si può sedere al tavolo – ribadisce Lorusso -. Noi non abbassiamo la testa davanti a nessuno”.

Secondo Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Odg, al governo “si devono rassegnare, il giornalismo è fatto per i governati non per i governanti. Caro ministro (Di Maio, ndr), lei rappresenta il potere, di conseguenza deve cortesemente soggiacere alle regole della democrazia di cui l’informazione è un organo di controllo”. Verna annuncia anche che “il Consiglio di disciplina dell’Ordine della Lombardia ha archiviato l’istruttoria su Rocco Casalino (in merito al suo messaggio audio nel quale parlava dei tecnici del Mef, ndr). C’era chi ci aveva attaccato per questo procedimento, mentre, come è stato dimostrato, era per controllare la liceità di un comportamento. Non ci sono pregiudizi da parte nostra”.

L’assemblea va avanti e arriva eco della dichiarazione del sottosegretario all’Editoria Crimi che definisce quella in corso come “una manifestazione della casta”‘. Invece “è importante essere qui – commenta Federica Angeli – soprattutto per difendere i diritti di quei colleghi che guadagnano 4 centesimi a riga”. In Italia, fra quelli in attività “tre Giornalisti su quattro sono precari – spiega Mattia Motta, presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi – . Per tutelarli realmente, “servirebbero misure come una tabella per la liquidazione giudiziale dei compensi, fermare lo sfruttamento dietro l’utilizzo dei co.co.co, o applicare la legge dell’equo compenso, che c’è già”.

In chiusura Beppe Giulietti Presidente della Fnsi ringrazia ancora una volta il Capo dello Stato (per lui c’è stato un applauso collettivo, ndr) “che per sette volte ha dovuto dire in queste settimane che la libertà di informazione è un presidio della democrazia”. L’ambizione di Odg e Fnsi “è trattare con il governo ma se non ci saranno i presupposti, il prossimo passo sarà una grande manifestazione nazionale per chi vuole proteggere la Costituzione e l’Articolo 21″.




Legittima difesa: non è sinonimo di arma da fuoco

La legittima difesa , istituto contemplato dall’art. 52 del codice penale è uno tra i più dibattuti e sofferti istituti italiani . Il primo comma di questo articolo raccoglie in sintesi tutta la filosofia della legge.

“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.” 

Questo articolo è stato modificato con la legge 13 febbraio 2006 n.59, del novembre 2015 

Una proposta della Lega Nord tentava di aggiungere ulteriori elementi . Il 4 maggio 2017 la Camera aveva dato il via libera ad una nuova normativa disciplinando la difesa personale. Tale normativa tuttavia fu osteggiata dal segretario di allora Matteo Renzi, contrario alle modifiche degli articoli 52 e 59 approvate alla camera. Quest’anno, a ottobre 2018, il Senato ha licenziato un ennesimo testo, quello stesso che questi giorni si sta dibattendo.

Accese polemiche e discussioni a non finire su tutte le reti con la partecipazione di politici ed i soliti frequentatori dei talk show

Quello che più inquieta l’attento cittadino è che di legittima difesa propriamente non si sta discutendo e tutti i dibattiti vertono su ben altri argomenti. Il più delle volte si discute se il cittadino privato aggredito nel suo proprio domicilio abbia si o meno il diritto di usare l’arma da fuoco. Premessa sbagliata che porta inevitabilmente a conclusioni e ahinoi a sentenze errate.

La legittima difesa coinvolge due protagonisti: l’aggressore e l’aggredito,un limite invalicabile e un’intrusione furtiva 

Il ragionamento del cittadino non allineato politicamente e tanto meno coinvolto ideologicamente, non ha dubbi. Come nei casi delle zone militari, senza fare tanti inutili discussioni e dibattiti sul come si dovrebbe comportare l’agente in servizio alla “guardiola”, si espongono degli avvisi e i malintenzionati sono avvertiti che quella data zona è invalicabile e la vigilanza è armata, vale a dire che chi osa sfidare l’avvertimento lo fa a suo rischio e pericolo.

Perché non dovrebbe vigere la stessa regola per il privato cittadino?

La legge dovrebbe essere più che chiara avvisando i malintenzionati che oltrepassando quel limite invalicabile del domicilio privato il trasgressore lo farebbe a rischio e pericolo suo proprio ed oltrepassando quel limite perderebbe ogni diritto alla tutela da parte dello Stato. All’aggressore, che accettasse i rischi nulla sarebbe dovuto ne a lui ne ai suoi parenti se dalla sua avventata avventura contro legge ne dovessero conseguire dei danni sia lievi che gravi oppure addirittura fatali.

Il secondo protagonista della legittima difesa è rappresentato dal cittadino che, trovandosi costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, nel caso recasse danni anche mortali all’aggressore introdottosi nel suo domicilio privato, non dovrebbe essere chiamato a rispondere della sua azione e tanto meno essere soggetto ad alcun procedimento .

Rimane il dibattito sul modo di difesa personale. Si sta facendo molta confusione perché si accentrano tutte le discussioni sull’uso o meno dell’arma da fuoco. Argomento fuorviante. Il cittadino,per la propria difesa, per quella dei suoi e quella dei suoi beni nel suo domicilio privato, non dovrebbe spiegare quali metodi oppure sistemi di difesa userebbe. Dibattere sull’uso dell’arma da fuoco è limitativo e nulla ha a che fare con la legittima difesa.

I metodi per difendersi possono essere molteplici, come l’arma bianca, l’arco con le frecce, la spranga di ferro, la bombola spray urticante, l’acido in faccia, la porta interna con un congegno elettrico, attivato di notte per fulminare l’intruso e altri sistemi analoghi. Ma perché si deve occupare il legislatore sulle scelte del privato cittadino?

La legge deve essere chiara

Due sono i soggetti coinvolti. Il legislatore dovrebbe scrivere chiaro e tondo che il malvivente che si dovesse introdurre nel domicilio privato altrui lo farebbe a suo rischio e pericolo e nell’eventualità che la sua impresa criminale dovesse finire in tragedia, il cittadino, proprietario del domicilio non dovrebbe subire alcun processo e per nessuna ragione dovrebbe essere chiamato in giudizio.

Il secondo concetto dovrebbe assicurare il cittadino che il suo domicilio privato è zona invalicabile, tutelata dalla legge, protetta e che non potrà mai essere considerato reato ne lieve ne grave difenderla da intrusioni . Ladri, rapinatori e malintenzionati, una volta avvisati, dovrebbero assumersene ogni rischio che potrebbe derivare dalla loro impresa criminale.

In Cina ci sono dei sentieri di montagna da percorrere su strette assi di legno sospese nel vuoto. Ci sono dei cartelli che raccomandano di astenersi dall’impresa a chi soffre di vertigini. C’è chi decide di percorrerle ugualmente.

Il malvivente che si introduce furtivamente nel domicilio altrui, specialmente di notte, sappia che potrebbe trovare ad aspettarlo lo “strapiombo”.

Ognuno è responsabile del suo operato e chi è causa del suo male pianga se stesso

Emanuel Galea




Manovra, imprese e Tav: botta e risposta tra i vicepremier

Botta e risposta tra i vicepremier impegnati in questi giorni in tavoli con imprese e parti sociali sulla manovra. “Tutti i ministri hanno il dovere di incontrare sempre le imprese. Come ha detto il presidente Boccia ora ci aspettiamo i fatti e i fatti si fanno al Mise, perché è il Mise che si occupa delle imprese”, ha detto il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se non si sentisse “scavalcato” dal ministro dell’interno Matteo Salvini, che ieri ha incontrato gli imprenditori. “A me interessa la sostanza, io incontro, ascolto, trasferisco, propongo, miglioro poi a me interessa che il governo nel suo complesso aiuti gli italiani. Ognuno fa il suo”, ha replicato il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, ad Assolombarda.

Altro tema di confronto nel governo il taglio delle pensioni d’oro “vanno tagliate, su questo non si discute, il M5s è per tagliare tutte le pensioni d’oro e ribadiremo la nostra posizione al presidente del Consiglio nelle riunioni di maggioranza”, ha puntualizzato Di Maio. “Sono sicuro che troveremo una soluzione – ha aggiunto in merito al disaccordo con la Lega su questo tema – perché nessuno è così suicida da voler bloccare il taglio in un momento in cui gli italiani sono arrabbiati”.

Le presunte proposte in arrivo dalla Commissione europea su quota 100 e reddito di cittadinanza di cui parlano oggi i giornali “presuppongono un tradimento degli italiani ma io gli italiani non li tradisco”. Lo ha puntualizzato il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio. Quindi per Di Maio ok a lavorare a “soluzioni di compromesso”, ma “se mi si chiede di tradire le promesse fatte agli italiani hanno sbagliato persone e governo”.

E ancora, sulla Tav, nel giorno in cui i sindaci della città metropolitana hanno detto sì all’opera con la Appendino che non ha partecipato al voto, il leader della Lega non esclude un referendum. Se dall’analisi costi benefici sulla Tav non dovessero arrivare risposte chiara una strada potrebbe essere quella del referendum. Lo ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. “Aspettiamo il rapporto costi e benefici, ma se non si arrivasse a una decisione, chiedere ai cittadini cosa ne pensano penso che essere una strada” ha detto Salvini. ‘Ma quindi un referendum?’ gli è stato chiesto. “Perché no?” ha risposto Salvini.




Anguillara, Manciuria su Polizia Locale: “Impossibile gestione part-time. Necessario un comando a tempo pieno”

Ancora critiche sulla “gestione” amministrativa degli ex pentastellati guidati da Sabrina Anselmo. 
Il Presidente di AnguillaraSvolta Sergio Manciuria evidenzia la poco opportuna scelta della gestione trimestrale part time del nuovo comando della polizia locale: “Le nostre battaglie le abbiamo condotte sempre alla luce del sole e – ha detto Manciuria – dopo aver pazientato ed osservato accuratamente questo periodo siamo giunti alla conclusione che la gestione della polizia locale non si può ridurre ad un part time convenzionato.
Un adeguato svolgimento delle funzioni per le quali sono delegati appena dieci unità (una ogni 2000 abitanti per verificare gli accessi alle scuole, cerimonie, abusi edilizi, incidenti stradali oltre i match al consorzio agrario) divise in due turni giornalieri necessita inevitabilmente di un comando a tempo pieno per sfruttarle al meglio e per garantire una puntuale gestione del personale effettivo durante l’orario di lavoro e contestualmente
valorizzare chi merita e isolare chi si defila dai compiti preferendo stare comodamente in ufficio” .

E poi, il presidente di AnguillaraSvolta ha aggiunto: “Una scelta inopportuna dovuta probabilmente ai vincoli di assunzione – ragiona Manciuria – così come la defenestrazione a compiti meno avvezzi all’esperienza maturata della Dirigente Pierdomenico forse conseguenza del suo non essere “allineata” e per la quale la diversamente amministrazione ha l’ennesimo ricorso a spese dei contribuenti.

La gestione che fa acqua da tutte le parti

“Per gestire una polizia locale oltre il tempo pieno – prosegue Sergio Manciuria – sono indispensabili due qualità : la profonda conoscenza del territorio per garantire sicurezza e visibilità agli occhi dei cittadini e indubbie qualità umane e legislative per risolvere e perseguire i problemi che quotidianamente Anguillara vive in emergenza (ad esempio il traffico ed il parcheggio dissennato al netto di quello scolastico che si risolve da sè nella mezz’ora di entrata ed uscita dai plessi scolastici ).

Quel progetto sfumato

Durante un incontro presso l’ex Consorzio Agrario oramai noto come il “Madison Square Agrario” per la vile aggressione di una cittadina alla quale va tutta la nostra solidarietà – aggiunge Manciuria – la propaganda Anselmo ci aveva propinato la risoluzione di tali problematiche attraverso una bozza di progetto denominato simpaticamente “Patto dello Zodiaco” del quale non conosciamo più da mesi l’iter amministrativo nonostante costi ai
contribuenti 30.000 euro.
Un progetto curato bene dagli Architetti incaricati, sicuramente migliorabile, ma che senza finanziamenti adeguati e corposi rimarrà una proposta interessante che lascerà inalterati i problemi della nostra città.
Dal 2019 le maglie della pubblica amministrazione saranno sicuramente meno restrittive per le assunzioni – conclude Manciuria – e per questo auspichiamo due soluzioni semplici: un comando in house a tempo pieno e l’ incremento delle unità operative per assicurare la costante presenza in strada delle unità operative al fine di garantire sicurezza, ordine e protezione dei cittadini”.




Firenze, sclerosi multipla: da palazzo Vecchio il prefetto Francesco Tagliente lancia la proposta di un osservatorio

FIRENZE – Testimonianze e momenti di riflessione sono stati al centro del convegno ‘Affrontare la sclerosi multipla’ che si svolto nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio.

Un evento davvero eccezionale, quello vissuto al Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio

La giornata, organizzata dall’Associazione dei benemeriti della Repubblica (Ancri) e dall’Associazione sclerosi multipla (Aism) stata aperta in forma solenne – con il Gonfalone, il suono delle chiarine e l’Inno nazionale – e chiusa con le testimonianze toccanti di Eliana Tagliente e del tenore Marco Valeri.

Dopo i saluti delle autorità si sono susseguiti otto contributi scientifici, moderati dal professor Gianluigi Mancardi, presidente della Società italiana di Neurologia.

“Oggi – ha detto nel suo intervento di chiusura dei lavori il prefetto Francesco Tagliente – abbiamo sentito dire cose importanti dai relatori e abbiamo ascoltato le testimonianza toccanti e coraggiose di Marco e di Eliana. Forse avrei dovuto pensare alla presenza, tra i relatori, anche dei rappresentanti della burocrazia. Penso sia opportuno iniziare a pensare a un osservatorio sul rispetto dei diritti della persona malata da parte della burocrazia”.

L’evento fiorentino si concluso nel pomeriggio con un gala operistico di beneficenza, organizzato al Teatro Niccolini.




Italia nella morsa del gelo: arriva il vento di burrasca e il freddo polare

Nelle prossime ore, come previsto già da ieri e come sta avvenendo già in alcune regioni, l’Italia sarà sferzata da forti venti di Maestrale

La Protezione Civile ha emesso un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse che integra ed estende quello diffuso ieri.

I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche.

 

L’avviso prevede dalle prime ore di domani venti da forti a burrasca, dai quadranti occidentali, con raffiche di burrasca forte sui settori appenninici dell’Emilia-Romagna, sulla Toscana e sulle Marche, in estensione dalla tarda mattinata ai settori appenninici di Abruzzo e Molise; attesi, inoltre, dai quadranti settentrionali, venti da forti a burrasca su Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Provincia autonoma di Trento, in estensione dalla mattinata alle zone costiere di Lazio, Campania e, dal pomeriggio, alla Basilicata.

 

 

 

Venti di burrasca

L’avviso prevede inoltre dalla tarda mattinata di domani, il persistere di venti di burrasca nord-occidentali, con raffiche fino a tempesta, sulla Sardegna in estensione a Sicilia e Calabria. Per tutte le regioni si prevedono mareggiate lungo le coste esposte.

Crollo termico da martedì prossimo

Ma le brutte notizie non sono finite. Secondo iLMeteo.it, da lunedì l’Italia verrà raggiunta da correnti via via più fredde di origine artica: precipitazioni in Puglia e su coste del basso Tirreno con nevicate sopra i 1.000 metri, ma il tempo sarà soleggiato sul resto delle Regioni




Xylella avanza verso Nord, nuove piante di ulivo infette: ora tocca a Fasano

Sono state individuate 75 nuove piante di ulivo infette dal batterio della Xylella fastidiosa nei comuni di Fasano (un albero), Ostuni (33), Carovigno (39) e Ceglie Messapica (2).

Per la prima volta il batterio è stato trovato a Fasano, alla periferia della frazione di Torre Canne, nella Piana degli ulivi monumentali. Quello di Torre Canne rappresenta il nuovo limite nord della presenza del batterio in Puglia, circa 8 chilometri più a nord rispetto al focolaio più settentrionale individuato col precedente monitoraggio alla periferia di Cisternino. E’ quanto emerge dai primi risultati della nuova campagna di monitoraggio condotta dall’Arif, Agenzia regionali per le attività irrigue e forestali.
   

Nella Piana degli ulivi monumentali vi sarebbero almeno altri tre focolai nella zona di Cisternino e Ostuni.

Altri casi

Ma non è l’unico focolaio nella Piana degli Ulivi monumentali. Ce ne sono almeno altri tre sotto Cisternino/Ostuni (alla quota di circa 100 m slm ed a ridosso del centro abitato di Montalbano, in territorio ostunese) la cui comparsa potrebbe essere il risultato della diffusione naturale operata dai vettori, una sorta di “discesa” del batterio dalle alture sovrastanti che, a loro volta, sembrano rappresentare la zona più avanzata della diffusione partita da Oria.