Lotta contro il cancro: è svolta nell’immunoterapia

Scoperto il modo per rendere le cellule immunitarie ‘fameliche’ quando devono affrontare le cellule tumorali e distruggerle, rendendo in questo più efficace l’ultima frontiera della lotta contro il cancro, l’immunoterapia premiata con il Nobel per la Medicina 2018 e che rappresenta attualmente una grande speranza. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Immunology, si deve al gruppo della Scuola di Medicina dell’Università americana della Pennsylvania coordinato da Gregory Beatty.

Le cellule immunitarie protagoniste di questa ricerca sono i macrofagi, i ‘poliziotti’ dell’organismo. Punto di partenza della ricerca è stata l’osservazione di come le cellule tumorali, per non essere mangiate dai macrofagi, emettano un segnale che fa piombare le cellule immunitarie in uno stato di letargo.

Agendo sul metabolismo di queste cellule immunitarie, i ricercatori hanno trovato il modo di bloccare il segnale tumorale e di dare nello stesso tempo la sveglia ai macrofagi, rendendoli ancora più attivi e smaniosi di divorare le cellule maligne. “Prima di entrare in azione, i macrofagi devono essere attivati. Questo – ha concluso Beatty – spiega come mai i tumori solidi resistano al trattamento basato solo sull’uso di inibitori antitumorali”.




Trivelle, è scontro di Governo. Il ministro Costa: “Torno a fare il generale dei carabinieri”

Il ministro dell’Ambiente Costa si schiera contro le
trivelle
. ‘Passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi
sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con
franchezza’, spiega parlando della riforma della Commissione Via, il cui parere
va sul tavolo politico. E dice no anche agli inceneritori perché, osserva,
‘volerli costruire è ideologia, non è economico’.

“Il Parlamento è sovrano. Il problema vero è l’aumento sproporzionato
dei canoni che può portare all’abbandono delle attività da parte delle aziende
con conseguenze occupazionali importanti, oltre a creare una perdita di
gettito”: così il sottosegretario all’Economia ed esponente della Lega Massimo Garavaglia, risponde a chi gli chiede lo stop
arrivato dal ministro Costa sulle trivelle. “Questo è – aggiunge – un
punto di vista tecnico, poi la politica è quella che decide”.

L’AULA – L’emendamento depositato da M5s sulle
trivelle va modificato o l’impasse in Senato non si sbloccherà
. Lo affermano fonti
della Lega, confermando il braccio di ferro in corso sull’emendamento al
decreto semplificazioni. Il M5s dice di essere determinato
a portare avanti lo stop a tutte le nuove trivellazioni
, con aumento
dei canoni e una deroga solo per le coltivazioni in corso. Ma per la Lega la proposta pentastellata è inaccettabile.
A rischio, secondo i leghisti, ci sono centinaia di posti di lavoro, in siti
come quello di Ravenna. Una delle proposte della Lega, respinta per ora dal
M5s, sarebbe quella di presentare un emendamento che recepisca il testo del
referendum del 2016 che vietava nuove trivellazioni entro 12 miglia dalla
costa. Ma si starebbe lavorando a una mediazione che tuteli i posti di lavoro
azzerando l’aumento dei canoni.

Il ministro Costa ha poi ribadito il suo no anche per gli inceneritori.
“Sono fermamente contro gli inceneritori – ha detto –  Volerli
costruire è ideologia”. “Non è economico. Questa non è ideologia, ma
economia verde, che è più conveniente di quell’altra economia. L’ho chiesto
anche a Confindustria: sono rimasti tutti zitti. Non è ideologia essere contro
i termovalorizzatori, ma l’esatto contrario”. E ha proseguito: “Se
per costruire un inceneritore ci vogliono 7 anni e per arrivare
all’ammortamento altri 20, vuol dire che quell’impianto va a regime dopo 27
anni. E allora siccome abbiamo stabilito che entro dieci anni in questo Paese
dobbiamo arrivare ad avere un residuo di rifiuti indifferenziati del 10%, mi
chiedo cosa daremo da mangiare a questi termovalorizzatori”.

Fermo no anche dal presidente della Camera Roberto
Fico
. “Vanno sospese le ricerche di nuovi giacimenti di idrocarburi,
a partire dalle trivellazioni in Italia. Dobbiamo investire nelle rinnovabili,
nel futuro. Il passato e le tecnologie obsolete, lasciamoceli alle
spalle”, ha scritto in un post pubblicato sul proprio profilo Facebook.
“Non si può pensare di vivere il presente e progettare il futuro restando
ancorati a modelli del passato – è la premessa – Viviamo un’epoca di
transizione energetica che può solo andare avanti e non ammette passi indietro.
Un momento di evoluzione e trasformazione che riguarda l’energia e i modelli di
sviluppo e che detta la strada da seguire, quella delle fonti rinnovabili, con
l’abbandono progressivo delle fonti fossili”. E conclude: “In questo
quadro di rivoluzione economica ed energetica vanno sospese le ricerche di
nuovi giacimenti di idrocarburi, a partire dalle trivellazioni in Italia”

Ipotesi moratoria 18 mesi

Sospendere i permessi di ricerca e prospezione di idrocarburi in mare per
un anno e mezzo in attesa della messa a punto del Piano delle aree idonee, da
approvare appunto entro 18 mesi. E’ questa l’ultima versione dell’emendamento
sulle trivelle presentato al decreto semplificazioni all’esame del Senato. Il
testo ha ottenuto la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato e il via
libera della Commissione bilancio, tuttavia sui contenuti sembra ancora non
esserci un accordo politico interno alla maggioranza. La prima versione
dell’emendamento M5S prevedeva una sospensione di 6 mesi relativa anche alla
coltivazione, poi allungata a 24 mesi in una riformulazione della norma ‘in
cambio’ dell’esclusione delle concessioni di coltivazione dalla moratoria. Il
testo al momento in circolazione prevede una tempistica di 18 mesi a cui si
affianca però un’ulteriore specifica: se il piano non verrà approvato i
permessi riprenderanno efficacia solo dopo 24 mesi.

Il caso

“Basta parole. La Lega dica si alla tav, alle trivelle, sì allo
sviluppo. E soprattutto convinca anche i M5s, subito. Senza innovazione si
perdono solo posti di lavoro”, ha affermato il leader dei Moderati Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd, riaccendendo il caso
delle diverse visioni sul problema all’interno del governo.




Anguillara Sabazia, Lega: “Il ministro Salvini vicino agli Enti locali, speriamo l’Amministrazione sia all’altezza”

“In qualità di Coordinatore della Lega di Anguillara Sabazia – afferma Daniele De Vito – non posso che ringraziare di cuore il Ministro dell’Interno, nonché nostro Segretario Nazionale Matteo Salvini per l’adozione del decreto del ministero dell’Interno che attribuisce ai comuni con popolazione fino a 20.000 abitanti, per l’anno 2019 e per un importo complessivo pari a 394.490.000 euro, contributi per la realizzazione di investimenti di messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, previsto nella legge di Bilancio 2019.
Finalmente il Governo ha recepito le grida di allarme e di aiuto da parte degli enti locali che nella maggior parte dei casi si trovano in una situazione di difficoltà economiche che spesso non permettono di fornire servizi reali e concreti ai cittadini.
L’Art. 1, comma 107, della legge di bilancio 2019, legge 30 dicembre 2018, n. 145, prevede ed indica i comuni con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti che possono beneficiare e vedersi assegnato il contributo di euro 100.000,00 per la realizzazione di investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, per l’anno 2019.
Nel nostro Territorio oltre ad Anguillara Sabazia, anche il Comune di Bracciano potrà beneficiare di tale somma, mentre il Comune di Trevignano avendo una popolazione inferiore, potrà beneficiare della minor somma di euro 70.000,00.
Teniamo a precisare però che il comune beneficiario del contributo è tenuto ad iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 15 maggio 2019 e il comma 111 stabilisce che nel caso di mancato rispetto del termine di inizio dell’esecuzione dei lavori di cui al comma 109 o di parziale utilizzo del contributo, il medesimo contributo è revocato, in tutto o in parte, entro il 15 giugno 2019 […] Le somme derivanti dalla revoca dei contributi […] sono assegnate […] ai comuni che hanno iniziato l’esecuzione dei lavori”.
Confidiamo che questa amministrazione si attivi nel più breve tempo possibile per usufruire queste somme al fine di risanare le continue ed ancora irrisolte problematiche presenti sul territorio, poi se qualche
somma potesse essere dedicata alle aree periferiche sarebbe ancora meglio.
Invito la maggioranza – prosegue De Vito – ad applicarsi con abnegazione e serietà per partecipare a tale richiesta, ESSENDONE UNA VOLTA TANTO ALL’ALTEZZA, ed utilizzando questa occasione più unica che rara,
tenendo bene a mente che non si ammetteranno errori questa volta!
Incrociamo le dita.




Camerino: i Sindaci non vanno all’ incontro con Crimi

I sindaci della zona montana maceratese hanno deciso di non prendere parte all’incontro di oggi con il sottosegretario alla ricostruzione, Vito Crimi e con il commissario straordinario Piero Farabollini.

In una breve nota la comunicazione della scelta: “Non intendiamo rispondere alla convocazione odierna a Tolentino perché lontana dalle zone che, come noto, sono state catastroficamente colpite dal sisma del 2016”. La nota è stata sottoscritta dai sindaci di sindaci di Bolognola, Caldarola, Camerino, Castelraimondo, Castelsantangelo sul Nera, Esanatoglia, Fiastra, Muccia, Pievetorina, Valfornace, Serravalle di Chienti, Ussita.




Lanuvio e Campoleone: Andrea Sonaglioni è il nuovo segretario del PCI

Nella giornata domenica, 20 gennaio, si è riunito il comitato federale del PCI Castelli Romani. La riunione, all’inizio, è stata caratterizzata dalla proiezione di un documentario sulla storia del PCI a cui ha fatto seguito un intenso dibattito che ha coinvolto, con passione ed entusiasmo, tutte le compagne ed i compagni dell’organismo dirigente riunitosi nella sua sede, la sezione PCI “Antonio Gramsci” di Campoleone. “Oggi – ha esordito il neo-segretario del PCI Castelli Romani Andrea Sonaglioni, eletto all’unanimità alla fine del mese scorso – abbiamo iniziato la nostra assemblea con i filmati che ripercorrono la nostra gloriosa storia: dalla fondazione (di cui oggi ricorre il 98° anniversario), alla clandestinità durante il Ventennio, la Resistenza, la lotta di Liberazione, la Costituente, le grandi conquiste sociali e civili, il partito di massa. Una storia di cui serbare memoria, di cui andare fieri e per la quale continuare ad impegnarci sul territorio”.
Successivamente Sonaglioni, ha formulato la proposta dei nomi che insieme a lui comporranno la Segreteria del partito: Roberto Borri (Presidente del comitato federale), Agnese Palma (Tesoriere), Antonio Lucignano e Valentina Faraoni.

Il comitato federale ha sostenuto nuovamente all’unanimità la proposta e pertanto la nuova segreteria del PCI Castelli Romani si è insediata.
“È importante per noi dotare il partito del suo gruppo dirigente, rinnovato nelle persone e nell’organizzazione. Un partito che sappia raccogliere le istanze dei lavoratori, dei disoccupati e degli emarginati, sappia interpretarne i desideri e le ambizioni. Un partito che sia baluardo della
giustizia sociale, della correttezza e del rispetto tra gli individui. Un partito che sia collante delle forze della sinistra che in questo periodo storico faticano a raccogliere consensi e che, con il loro concorso, torni a presentare ai cittadini la sua prospettiva di una società nuova, libera dallo
sfruttamento e dai soprusi, in cui uguaglianza e progresso, diritti sociali e civili trovino approdo e riconoscimento. Questa è, da sempre, la missione del Partito e questa è la direzione del nostro impegno.”
E poi un intervento anche sulla richiesta della sinistra lanuvina delle dimissioni della consigliera di maggioranza Gabriella Ferrari per aver recentemente pubblicato immagini di una sua visita alla cripta di Mussolini con annessi messaggi di compiacimento e nostalgia: “Riteniamo doveroso dare sostegno all’azione della sinistra di Lanuvio affinché il dettato costituzionale, sorto a seguito della Resistenza al nazi-fascismo e della lotta di liberazione, diventi pratica e sostanza così da tutelare la credibilità delle istituzioni democratiche”. Il Partito Comunista




Italia, previsione di crescita: FMI taglia allo 0,6% le previsioni per il 2019

La situazione finanziaria dell’Italia, assieme a Brexit, è al primo punto fra i principali fattori di rischio globali indicati dal Fondo monetario internazionale nella versione aggiornata del World Economic Outlook. “In Europa continua la suspence su Brexit, e il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia”, ha detto il direttore della Ricerca del Fmi Gita Gopinath presentando il rapporto a poche ore dall’inizio del Forum economico mondiale di Davos. “Italia minaccia e rischio per l’economia globale?

Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri”, replica il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Al Fmi – dice l’altro vicepremier, Luigi Di Maio – ha già risposto il presidente della commissione europea che ha detto che hanno sbagliato a fidarsi dell’Fmi sulla Grecia con l’austerità. Stiamo creando un nuovo stato sociale: non arretriamo, di fronte a chi addirittura definisce l’Italia una delle cause della recessione economica. Non lo possiamo accettare”. “Se pensano che con qualche dato possano scoraggiarci si sbagliano: indietro non si torna”, aggiunge.

“Gli spread italiani – si legge al primo punto della sezione sui rischi globali, che evoca anche una Brexit senza accordo – sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull’attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito”. L’analisi dei rischi prosegue poi con l’ipotesi di una “Brexit senza accordo dal carattere dirompente, con contagio all’estero, e un aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio”. Rischi anche da una frenata peggiore del previsto in Cina, un’escalation commerciale, uno ‘shutdown’ prolungato negli Usa.

Il fondo monetario internazionale taglia allo 0,6%, dall’1% di ottobre, la previsione di crescita per l’Italia nel 2019, mantenendola allo 0,9% per l’anno successivo. Lo si legge nell’aggiornamento del World Economic Outlook presentato a margine del Forum economico mondiale di Davos. L’Italia – nel documento – è individuata con la Germania come uno dei fattori la cui frenata a fine 2018 ha fatto rivedere in peggio le stime di crescita per l’Eurozona e comportato un calo dell’euro del 2% fra ottobre e gennaio.

Meno crescita per l’economia globale nel 2019 e 2020, e con più incognite fra cui una possibile escalation nello scontro Cina-Usa sui dazi e un ‘atterraggio duro’ dell’economia cinese. E’ il quadro delineato dall’aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale, presentato oggi prima del via al Forum economico mondiale. Le nuove stime del Fmi prevedono una crescita globale del 3,7% nel 2018, come tre mesi fa, ma peggiorano il 2019 (3,5% da 3,7%) e il 2020 (3,6% da 3,7%).

L’economia globale fronteggia “rischi significativamente più alti, alcuni dovuti alle politiche” intraprese dai governi. L’allarme arriva dal direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, che ha aggiunto: “significa che una recessione globale è dietro l’angolo? No”. Lagarde, facendo un’analogia con lo sci da fondo dove “è desiderabile avere visibilità, una leggera discesa, stabilità, pochi rischi e pericoli”, ha notato che oggi sciare è diventato più impegnativo invitando le autorità a “tenersi pronte se rischi dovessero materializzarsi”.

“Risolvere con la cooperazione, e velocemente, le dispute commerciali”: è l’imperativo, pronunciato da Gopinath, a margine del Forum economico mondiale, avvertendo dei rischi di una crisi finanziaria e di un’economia globale già indebolita dalla guerra dei dazi. Gopinath si è soffermata anche su Brexit: “è imperativo risolvere immediatamente” lo stallo, se non si viole continuare a creare incertezze che pesano sulla crescita.

Il Fondo monetario internazionale mantiene una previsione di crescita per gli Usa del 2,5% quest’anno e dell’1,8% il prossimo. Ma riduce le attese per l’Eurozona nel 2019, portandole a 1,6% (da 1,9%) e mantiene il 2020 a 2,7%. Negli Usa, la crescita “è attesa in calo” con il venir meno dello stimolo fiscale e con i tassi Fed in rialzo, ma è sostenuta da “forte domanda interna”. Nell’Eurozona pesano, invece, la frenata del Pil italiano e tedesco (1,3% per il 2019) e quella della Francia (1,5%) fra le proteste dei gilet gialli.




Canale Monterano, bracconiere dai lacci d’acciaio sorpreso a cacciare nella Riserva

BRACCIANO – Cacciava di frodo nella area proibita della Riserva di Monterano, utilizzando una tecnica vietata e particolarmente crudele; esche e lacci creati con cavi d’acciaio che uccidono indiscriminatamente animali selvatici, domestici e di specie protette, infliggendo loro una lunga agonia. Infatti, gli esemplari che finiscono in queste trappole, trovano la morte solo dopo ore di sofferenze, per dissanguamento o strangolamento.

Nel corso di servizi mirati alla tutela dell’ambiente, i carabinieri della Sezione Radiomobile insieme al personale “Guardiaparco” di Canale Monterano, hanno sorpreso il bracconiere, un 56enne del posto, proprio nel momento in cui stava posizionando la sua ultima trappola.

Al termine della successiva perquisizione presso l’abitazione dell’uomo, i militari hanno rinvenuto e sequestrato un altro laccio metallico ed un fucile da caccia regolarmente detenuto.

Il cacciatore è stato, infine, denunciato in stato di libertà di all’Autorità Giudiziaria, per violazione dell’esercizio venatorio.




Migranti, barcone in avaria con 100 persone: panico a bordo. Forse morti tra cui un bambino

Un altro barcone con 100 persone a bordo è stato segnalato da Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico utilizzato per segnalare imbarcazioni in difficoltà, a 60 miglia al largo delle coste di Misurata, in Libia. Il natante, che inizialmente non aveva chiesto aiuto, starebbe ora imbarcando acqua con le persone nel panico. A bordo, secondo quanto segnalato, potrebbero esserci morti, tra cui forse anche un bambino. 

“Alle 10 di questa mattina – spiega Alarm Phone -, siamo stati avvertiti di un’imbarcazione con 100 persone a bordo che stava tentando di attraversare il Mediterraneo. Alle 11 abbiamo ricevuto la loro prima posizione. Erano a 60 miglia al largo di Misurata (Libia), ma la situazione era calma e ci chiedevano di restare in standy, mentre tentavano di utilizzare un motore”. “Tra le 11:40 e le 12:20 – continua il sistema di allerta -, le persone hanno cominciato ad andare nel panico. Volevano che informassimo le autorità, ma non quelle libiche. Abbiamo fornito loro assistenza legale, spiegando che Libia e Italia avrebbero sostenuto la responsabilità libica per l’area in cui erano”. “Alle 12:20 – si legge – abbiamo ricevuto una nuova posizione. Erano a 12 miglia più a est e avevano problemi di navigazione. Un bambino è incosciente o morto. Il natante sta imbarcando acqua. Chiedono aiuto, anche se questo potrebbe significare tornare in Libia”.

Sos dal barcone, “stiamo congelando” – “Presto non riuscirò più a parlare perché sto congelando”. E’ il drammatico racconto delle telefonate che Alarm Phone sta ricevendo in queste ore dai migranti in avaria su un barcone al largo di Misurata. “Sono nel panico – scrive il sistema di allerta -, il nostro staff sta cercando di calmarli, ma nell’ultima ora abbiamo sentito più volte persone urlare. La situazione è disperata”. 

“Siamo ancora in zona Sar ma nessuno si è ancora assunto il coordinamento dell’operazione”. Lo dicono all’ANSA gli attivisti di Sea Watch che ieri hanno messo in salvo 47 migranti – tra cui 8 minori non accompagnati – soccorsi su un gommone a 50 miglia al largo delle coste libiche. “Chiediamo istruzioni e restiamo in attesa – continuano -. Siamo stati rimandati ai libici che però non rispondono. Non c’è modo di parlare con loro, non rispondono neanche al telefono”.

“Io non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini. Quanto a certi sindaci e governatori di Pd e sinistra anziché denunciare la presunta violazione dei ‘diritti dei clandestini’, dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio. Sbaglio?”: così su Facebook il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

“Se la Francia non avesse le colonie africane, che sta impoverendo, sarebbe la 15/a forza economica internazionale e invece è tra le prime per quello che sta combinando in Africa. L’Unione Europea dovrebbe sanzionare queste nazioni come la Francia che stanno impoverendo questi posti e è necessario affrontare il problema anche all’Onu”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio rispondendo ad Avezzano a una domanda sui naufragi di migranti avvenuti nel Mediterraneo, a margine del tour elettorale per le regionali. 

E da Palermo, dove si trova in visita, il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha detto che “non possiamo rassegnarci ad accettare la morte di tanti poveri innocenti. Il Mediterraneo deve essere un mare di pace, non una fossa comune”.

“Perder tempo significa morire. Mentre Open Arms è bloccata in porto a Barcellona, 8 persone al giorno muoiono nel Mediterraneo. #FreeOpenArms”: questo il testo di un tweet di Open Arms, la ong bloccata nei porti spagnoli dopo il divieto di salpare imposto dalla capitaneria di porto di Barcellona.

Centosettanta vittime in due naufragi. Centosettanta persone morte negli ultimi giorni in un Mediterraneo che, anche in questo scorcio del 2019, si conferma “cimitero dei migranti”. I barconi del sogno europeo non si fermano e continuano a partire dalla Libia, in fuga da “violenze e abusi”, dalle torture dei centri di detenzione, come raccontano i fortunati che ce la fanno.

Solo ieri altri tre gommoni sono stati avvistati al largo di Tripoli, due sono stati riportati in Libia, mentre un altro con a bordo 47 migranti è stato soccorso da Sea Watch che resta ora in attesa di indicazioni dalle autorità per un porto sicuro. “Le ong si scordino di ricominciare la solita manfrina del porto in Italia o del ‘Salvini cattivo’. In Italia no”, chiosa il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in una diretta pomeridiana su Facebook. “Ci sarà un secondo processo di Norimberga – lo attacca il sindaco ‘disobbediente’ di Palermo, Leoluca Orlando – e lui non potrà dire che non sapeva”. “I nostri nipoti – gli fa eco padre Alex Zanotelli – diranno di noi quello che noi diciamo dei nazisti”.

L’ultima tragedia è avvenuta venerdì mattina, quando le autorità libiche avvistano un gommone in difficoltà con “circa 50 migranti”, secondo la loro stima, a nord di Garabulli. La Guardia costiera di Tripoli invia prima una motovedetta – poi costretta a tornare indietro per avaria – e poi allerta un mercantile battente bandiera liberiana per soccorrere il natante. Nel frattempo, un paio d’ore dopo, il gommone viene avvistato anche da un velivolo dell’Aeronautica militare italiana che riferisce di sole 20 persone a bordo. Ma a quel punto il gommone è già semiaffondato. L’equipaggio dell’aereo lancia due zattere di salvataggio, mentre poco più tardi un elicottero inviato dal cacciatorpediniere Caio Duilio recupera i tre superstiti del naufragio e li porta a Lampedusa. Saranno loro a rivelare che su quel gommone “eravamo in 120, tra cui 10 donne e anche un bimbo di due mesi”. Su quanto accaduto indagano la procura militare di Roma e quella ordinaria di Agrigento.

Gli inquirenti sono alla caccia dei responsabili del traffico, ma vogliono fare chiarezza anche sulle modalità del soccorso. Era stato il senatore e ufficiale delle Capitanerie, Gregorio De Falco, nel pomeriggio a invitare Marina e Guardia Costiera a “fornire ogni ragguaglio della situazione”. “Ricordiamoci – aveva detto – che esistono obblighi di soccorso derivanti sia da norme di diritto internazionale che interno, oltre al buon senso. Il naufragio è una cosa e l’immigrazione un’altra”.

Un altro naufragio, invece, è avvenuto nei giorni scorsi ed è costato la vita a 53 migranti che tentavano di raggiungere l’Europa sulla rotta nel Mediterraneo occidentale, in direzione della Spagna. Un sopravvissuto, riferisce l’Unhcr, è stato soccorso da un peschereccio e sta ricevendo le cure mediche in Marocco. Navi di soccorso marocchine e spagnole hanno perlustrato a lungo quel tratto di mare, ma senza risultati. Ed oggi, proprio in Spagna – a Barcellona – sono scesi in strada attivisti e volontari dell’ong OpenArms, in corteo per le strade della città sulle note di “Bella Ciao”.

Sulla tragedia di venerdì il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso “profondo dolore”, mentre il premier Giuseppe Conte si è detto “scioccato”. Immancabile, però, monta la polemica politica, con Salvini che torna all’attacco delle ong. “Loro tornano in mare – accusa -, gli scafisti ricominciano i loro sporchi traffici e le persone tornano a morire”. Per l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, quella attuale è “una politica migratoria criminale”. “Noi siamo l’Italia – scrive Matteo Renzi -: se c’è gente in mare, prima la salviamo. Poi si discute”. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, lancia un appello all’Europa che, dice, “non può più restare a guardare”.




Cattive abitudini a tavola: ecco la dieta ‘universale’ di Lancet per salvare la salute e il pianeta

Si moltiplicano giorno dopo giorno gli studi, che confermano l’utilizzo di una dieta sana per salvarci e salvare il pianeta. Le cattive abitudini a tavola provocano rischi più alti per la salute di tabacco, sesso non protetto e alcol tutti insieme. Per salvare noi e il pianeta occorre raddoppiare a livello globale i consumi di frutta, verdura, legumi e noci e ridurre di oltre il 50% quelli di zuccheri e carni rosse entro il 2050.

Sono alcuni dei passaggi dello studio della Commissione Eat-Lancet presentato a Oslo e pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet.

La commissione, finanziata dalla Fondazione Eat della coppia di miliardari norvegesi Petter e Gunhild Stordalen, riunisce autori considerati tra i massimi esperti di nutrizione e sostenibilità (dal professore di Harvard Walter Willett all’inventore del ‘chilometro zero’ Tim Lang) provenienti da università di tutto il mondo e organizzazioni come Fao e Oms.

L’obiettivo è piuttosto ambizioso: proporre una ‘dieta sana universale di riferimento’ basata su criteri scientifici per nutrire in modo sostenibile una popolazione mondiale di 10 miliardi di persone nel 2050 ed evitando fino a 11,6 milioni di morti l’anno dovuti a malattie legate ad abitudini alimentari non sane.

Anche lo studio del World Economic Forum, dimostra come il bilanciamento del consumo di carni con fonti proteiche alternative può portare a benefici significativi sia per la salute umana sia per l’ambiente. Per quanto riguarda la salute dell’uomo, lo studio dimostra che passare dal consumo di manzo a quello di proteine alternative potrebbe ridurre il totale dei decessi legato alla dieta alimentare del 2,4%, raggiungendo il 5% nei Paesi più ricchi.

Allo stesso tempo, in termini di impatto ambientale, i dati del 2010 rilevano come la sola produzione di carne di manzo sia responsabile del 40% delle emissioni di gas serra legate al cibo.

La ricerca evidenzia quindi la forte differenza della produzione di gas serra derivata dalla carne rispetto alle altre fonti proteiche: se il manzo ha infatti un’intensità di emissione pari a 23,9 kg di CO2 per un equivalente di 200 Kcal, altre fonti proteiche come fagioli, insetti, grano e nocciole emettono circa 1 kg di CO2 per un equivalente analogo di valore nutrizionale.

“Sarà impossibile soddisfare in modo sostenibile la domanda futura di carni a livello mondiale. Ciò che questo studio dimostra è che può invece essere possibile produrre abbastanza nutrimento per 10 miliardi di persone nel mondo e migliorare la salute delle persone anche senza eliminare la carne totalmente, ma a patto di utilizzare produzioni innovative e di adottare uno stile alimentare vario e bilanciato”, sottolinea il Managing director del World Economic Forum, Dominic Waughray.

Marco Staffiero




Legge anticorruzione, agente provocatore e daspo: due misure per gli sprovveduti?

Il video confronto a distanza tra l’ex magistrato Gherardo Colombo e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con il commento di Federica Nobilio (FdI)

Il 9 gennaio scorso L’Osservatore d’Italia ha intervistato lo storico magistrato Gherardo Colombo. Il suo nome rievoca transizioni fondamentali della Repubblica italiana come tangentopoli, la loggia massonica P2, il delitto Ambrosoli, i fondi neri dell’Iri.

Il dottor Colombo ricostruisce il suo pensiero sui risultati di Mani Pulite e sulla legge anticorruzione, emanata dal governo gialloverde, intitolata “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”. Legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 13 del 16 gennaio 2019. Il testo della legge, che il Governo ha presentato come “Spazzacorrotti”, consta di un unico articolo composto di ben 30 commi, secondo una controversa tecnica legislativa. .

Gherardo Colombo giudica lo strumento giudiziario un mezzo inadatto a perseguire la corruzione attraverso l’adagio “la corruzione è rimasta, il pudore sparito”, servirebbe perciò “maggior fiducia” tra gli italiani.

Secondo l’ex magistrato, la legge Spazzacorrotti non introduce provvedimenti fondamentali

Legge Spazzacorrotti: il video confronto a distanza tra il ministro Alfonso Bonafede e l’ex magistrato Gherardo Colombo

L’agente sotto copertura e il daspo

L’agente sotto copertura, che rischia di diventare un agente provocatore potenziato dall’immunità per i reati commessi durante le sue missioni, e il daspo presentano dei risvolti ambigui “che potrebbero facilitare la corruzione andando a scovare soltanto gli sprovveduti non quelli davvero radicati nel sistema”.

I lettori, molti dei quali hanno vissuto gli anni di Mani Pulite, si chiederanno come sia possibile che un ex magistrato come Gherardo Colombo affermi che il sistema giudiziario così come è risulta essere pressoché inutile? La risposta non è semplice. Leggendo due meravigliosi libri dell’ex pm “Il vizio della memoria” e soprattutto “Sulle regole” editi Feltrinelli si capisce che la rivoluzione colombiana è innanzitutto culturale.

Colombo parla di contrasto tra società verticale (la nostra) e società orizzontale. La seconda scaturirebbe dal rispetto degli articoli 2 e 3 della nostra costituzione e dei principi espressi dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Ha capito che il problema sta in una cultura di illegalità prona al servilismo ed ai giuochi di potere. Per questo passa molto del suo tempo nelle scuole a spiegare agli studenti cosa è la legalità ed il rispetto delle regole. Il suo giudizio sul sistema giudiziario corrente non va travisato ed alienato dal suo contesto di transizione culturale e quasi antropoligica.

La corruzione non è un fenomeno solo italiano

Clemenceu asseriva che non c’è democrazia che ne sia al riparo. Ma la nostra depravazione raggiunge livelli inimmaginabili che richiedono una risposta forte delle istituzioni. Secondo l’ultima ricerca di Eurispes (nell’ambito dell’Ocse) il tasso di corruzione in Italia è del 90% e genera secondo la Banca Mondiale una perdita tra lo 0,5 e l’1 punti percentuali di pil rubando 60 miliardi di euro l’anno. La nostra situazione rischia di aggravarsi e forse ha poco a che fare con un sistema di fiducia tra gli italiani. Transparency International ci pone al 60° posto insieme a Cuba per ingerenza di trame corruttive. L’85% degli italiani pensa che la corruzione sia un fenomeno legato alle alte sfere del potere.

Lo Spazzacorrotti, che è stato tradotto in legge l’11 gennaio 2019, prevede l’introduzione del Daspo, sconti di pena per chi collabora, aumento delle pene (1 a 3 anni la minima, da 6 a 8 anni la massima), l’agente infiltrato e l’utilizzo del Trojan per i reati con pena “non inferiore a i 5 anni”.
Colombo ricorda nell’intervista come, se ci fosse stato il daspo ai tempi di Tangentopoli, “non avrebbe lavorato nemmeno un’impresa italiana”.

Le imprese, però, durante Mani Pulite non subivano nessun tipo di coercizione ma destinavano una parte dei loro bilanci direttamente alla tangente. Era per questo un sistema acclarato. Perciò è stato introdotto il daspo che inserisce il divieto a vita, per i condannati almeno a due anni di pena, di contrattare con la pubblica amministrazione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La corruzione è un fenomeno seriale e diffusivo che dà luogo a mercati illegali in concerto con le organizzazioni criminali.

Per quanto riguarda gli sconti di pena bisogna definire la corruzione come un reato a concorso necessario ad a elevata cifra nera. Esiste una reale sperequazione tra fatti commessi e quelli denunciati. L’unica modalità per interrompere un legame corruttivo è quello di incentivare la collaborazione con le forze dell’ordine e inasprire le pene per chi non lo fa.

Federica Nobilio (FdI): fenomeno della corruzione legato ad una logica culturale

Il consigliere di Albano Laziale Federica Nobilio (FdI), durante la trasmissione Officina Stampa condotta dalla giornalista Chiara Rai, asserisce che “l’agente provocatore va analizzato non nei massimi sistemi; immaginiamo l’uomo con l’impermeabile e gli occhialoni scuri che va a provocare il sindaco che tutti i giorni si ritrova davanti ai problemi dell’amministrazione”. Ma la teoria sostanziale della democrazia afferma come primo dogma l’onestà della classe dirigente la quale deve essere, proprio perché dirigente, immune da logiche illegali. L’agente sotto copertura è previsto per i reati come il traffico di droga, mafia e di armi e l’Italia ha sottoscritto 15 anni fa la Convenzione Onu di Merida che lo richiede.

Legge Spazzacorrotti: Il commento di Federica Nobilio (FdI)

La consigliera ha ragione quando lega il fenomeno della corruzione ad una logica culturale. Ma, poi, la Nobilio continua affermando che: “già questo nome (Spazzacorrotti) crea una suggestione nella persone e dà l’idea che qualcuno in poco tempo trovi la soluzione e eliminerà il problema che è un cancro”.

Provvedimenti, leggi e definizioni “populiste” dal primo governo Berlusconi ad oggi

Sicuramente questo provvedimento è lungi dall’essere la panacea dei nostri mali e la palingenesi dell’italiano, ma almeno è il prodromo di una lotta più concreta. Il nome eccessivamente altisonante del provvedimento rientra in quella retorica populista, pietra angolare del governo grillo-leghista. Giova ricordare però gli innumerevoli provvedimenti rinominati, non a torto, “salvaladri”. Il decreto Biondi del 1994 quando il primo governo Berlusconi vieta la custodia cautelare per i reati finanziari compresa la corruzione garantendo la buona uscita dal carcere di 2764 detenuti tra cui 250 colletti bianchi e decretando lo scioglimento del pool di Mani Pulite. La corruzione si scopre inseguendo il falso in bilancio e le fatture false, il centrosinistra nel 2000 ha depenalizzato le fatture false sotto una certa soglia (la modica quantità per uso personale). La legge Severino presentata come legge anticorruzione invece di combatterla ne svuota il reato: non esiste più l’induzione. E come questa molte altre: l’ex Cirielli, Lodo Alfano, Legittimo Impedimento. Nel 1994 si era pensato ad un think tank per reprimere la corruzione ma le proposte del progetto Cernobbio furono tutte insabbiate. La corruzione rimane il primo problema italiano insieme alla criminalità organizzata e all’evasione fiscale. Colombo si augurava che “almeno negli organismi di controllo spero sia diminuita”, ma così non è. 15 magistrati in questi giorni sono indagati proprio per corruzione.

Gianpaolo Plini




Montecitorio a porte aperte e concerto celebrativo della 4 Giornata nazionale della Bandiera: due concerti d’eccezione per una domenica tutta tricolore

Grande partecipazione per il Concerto
celebrativo della “Giornata nazionale della Bandiera” organizzato domenica scorsa a Montecitorio dall’ANCRI
l’Associazione nazionale insigniti dell’Ordine al Merito
della Repubblica da tempo impegnata a promuovere il decoro del
Tricolore.

Il video servizio

Il video servizio

L’iniziativa è stata dedicata alla Giornata nazionale della Bandiera, che si è celebrata lo scorso 7 gennaio

L’evento è stato introdotto alle 11 in Piazza
Montecitorio, alla presenza della Vicepresidente Mara Carfagna dal Concerto
della Banda musicale dell’Aeronautica militare, diretta dal Maestro Marco
Moroni, in occasione di Montecitorio a porte aperte, seguito poi alle 12 nell’Aula
dal Concerto della Banda musicale della Polizia di Stato, diretta dal Maestro
Maurizio Billi.

A dare il benvenuto al numerosissimo pubblico intervenuto la stessa Vicepresidente Carfagna e il Prefetto Francesco Tagliente delegato ai rapporti istituzionali dell’ANCRI che ha chiamato un grande storico del risorgimento, Michele D’Andrea, che ha dedicato molta parte della sua attività a far conoscere nella corretta luce i simboli della Repubblica, spiegando con parole semplici ma ricche di contenuto le caratteristiche della nostra Bandiera e del nostro Inno e i motivi che ne fanno una pagina unica, profondamente legata alla nostra storia.