Genzano, Bambina picchiata dal compagno della madre: esami per valutare condizione neurologica dopo le botte…e aggiornamenti

“Sono stabili le condizioni cliniche della paziente di 22 mesi giunta nella notte di mercoledì scorso al Pronto Soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. In queste ore si stanno effettuando esami clinici e strumentali per valutare la condizione neurologica post traumatica. La prognosi rimane riservata”. Questo l’ultimo bollettino che riguarda la bambina di 22 mesi massacrata di botte e morsi dal compagno della madre in una casa a Genzano.

La piccola resta ricoverata nel reparto di rianimazione in prognosi riservata, ma i parametri cardio-respiratori, secondo il bollettino medico, sono stabili. A ridurla in fin di vita è stato Federico Zeoli, 26 anni originario di Campobasso e con precedenti per lesioni, stalking e furto. L’uomo, accusato di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia, è stato arrestato la notte di mercoledì e portato in carcere a Velletri. In queste ore gli inquirenti stanno facendo interrogatori a tappeto per capire se l’uomo ha picchiato le bambine in altri episodi. Le altre due sorelline, in carico ai servizi sociali di Albano e Genzano, sono state trasferite in una casa famiglia di Roma. Anche la madre si trova in una casa famiglia lontana dalle figlie. Zeoli ha già reso una dettagliata confessione ai poliziotti del commissariato di Genzano mentre la bambina veniva trasferita in codice all’Ospedale Bambino Gesù di Roma: “L’ho menata fino a che non ha smesso di piangere, l’ho morsa”. Parole raccapriccianti che sono state riferite anche alla madre Sara che nel tardo pomeriggio di mercoledì era uscita per andare a Pavona dal padre malato lasciando le sue due gemelline e un’altra figlia di 5 anni a casa con il suo nuovo compagno con il quale conviveva da soltanto due mesi.  Una delle due sorelline piange in continuazione e l’uomo perde la pazienza e si scatena come una furia sulla bambina. Poi telefona subito a Sara: “Vieni, corri, la bambina è svenuta”. La giovane si precipita di nuovo a Genzano e trova il fidanzato sulla porta di casa con la piccola in braccio priva di sensi: “Si è svegliata – ha raccontato l’uomo – ha bevuto un bicchiere d’acqua ed è svenuta”. In un primo momento Sara cerca di giustificare il compagno, forse crede alla sua versione che è svenuta. Ma le botte su quel corpicino raccontano un’altra storia e lei sa bene il compagno soffre di schizofrenia, a raccontarglielo è stata la sua futura suocera perché i due avevano intenzione di sposarsi ad Aprile.




Finlandia, test su reddito di base: più felicità ma nessun effetto sull’occupazione

L’esperimento per il reddito di base intrapreso in Finlandia ha aumentato il senso di benessere dei partecipanti, anche se non ha avuto effetti sui livelli occupazionali, ha reso noto in un seminario il governo presentando i risultati preliminari del test, alla presenza di Pirkko Mattila (Ministro per gli Affari Sociali e la Salute) ed Anu Vehviläinen (Ministro del Governo Locale e della Riforme Pubbliche).

L’esperimento sul reddito di base non ha aumentato i livelli
occupazionali dei partecipanti nel primo anno (2017) dell’esperimento biennale.
Ma, alla fine del test, il benessere percepito dai beneficiari era migliore di
quello del gruppo di controllo: il gruppo di controllo era composto da coloro
che nel novembre 2016 avevano ricevuto un sussidio di disoccupazione ma non
erano stati selezionati per l’esperimento.

Il ministro per gli Affari Sociali e la Salute Pirkko Mattila

L’esperimento sul campo, realizzato dall’agenzia finlandese Kela (omologa dell’INPS) aveva
selezionato 2000 disoccupati a campione per ricevere 560 euro esentasse ogni
mese. I partecipanti potevano lavorare ed anche ricevere i soldi, o anche
avviare proprie attività, ma non avrebbero potuto ritirarsi dal test.

Si può affermare che,
durante il primo anno dell’esperimento, i beneficiari del reddito di base non
si sono trovati né meglio né peggio del gruppo di controllo nel trovare un
impiego sul mercato del lavoro aperto”
, ha commentato Ohto Kanninen, coordinatore della
ricerca presso l’Istituto del lavoro per la ricerca economica, in una
dichiarazione del governo.

Meno burocrazia, più felicità

Le persone che percepivano il reddito di base negli ultimi due anni
hanno riferito che il beneficio esentasse ha facilitato la creazione di
un’impresa e che erano soddisfatti della riduzione della burocrazia.

“Il reddito di base può
avere un effetto positivo sul benessere del beneficiario, anche se a breve
termine non migliora le sue prospettive di occupazione“
secondo Minna
Ylikännö
, capo ricercatrice di Kela. “I
beneficiari avevano meno sintomi di stress e meno difficoltà di concentrazione
e meno problemi di salute rispetto al gruppo di controllo. Erano anche più
fiduciosi nel loro futuro e nella loro capacità di influenzare i problemi della
società”.
Gli effetti dell’esperimento del reddito di base sul benessere
sono stati studiati anche attraverso un sondaggio che è stato fatto per
telefono appena prima del completamento dell’esperimento.

Il 55% per cento dei partecipanti al reddito di base ed il 46 % del
gruppo di controllo intervistati alla fine dello scorso anno percepivano il
proprio stato di benessere come buono o molto buono. Nel contempo, il 17 % dei
beneficiari di reddito di base e il 25 % del gruppo di controllo dichiaravano
invece di aver sperimentato un grado elevato o molto alto di stress negli
ultimi due anni. Il tasso di risposta per il sondaggio è stato del 23%.

L’esperimento sociale, lanciato dal governo del primo ministro Juha Sipilä, mirava a verificare come
il sistema di welfare della Finlandia si sarebbe potuto adattare ai cambiamenti
nella vita lavorativa. L’esperimento, iniziato il 1° gennaio 2017, si è
concluso il 31 dicembre 2018 ed era teso a verificare se il labirintico sistema
di benefici sociali esistente in Finlandia potesse essere ridisegnato per far
fronte a un’economia in evoluzione, dove i lavori permanenti a tempo pieno
sembrano diventare un ricordo del passato.

Alcuni studiosi ritengono che l’idea di un pagamento mensile standard
sia una buona soluzione per affrontare l’emergente economia dei gig, in cui le persone spesso si
destreggiano tra diversi lavori temporanei e part-time, evidenziando come
l’attuale sistema di 43 diversi tipi di benefici sia troppo difficile da affrontare
e dovrebbe essere semplificato.

Secondo Olli Kangas,
professore dell’Università di Turku e capo della ricerca di Kela, l’esperimento
dovrebbe già essere considerato un successo, perché la Finlandia sta ponendosi
le domande giuste, su come ottimizzare il suo sistema di benefici tentacolare ed
incentivare adeguatamente le persone a cercare attivamente il lavoro.

Prof. Kangas

Durante la valutazione dell’esperimento sono stati studiati gli effetti
del reddito di base sullo stato di occupazione, su reddito e benessere dei
partecipanti. I risultati dei dati registrati 
e della ricerca sono stati appena pubblicati. I beneficiari del reddito
di base hanno avuto in media 0,5 giorni in più di occupazione rispetto al
gruppo di controllo. Il numero medio di giorni di lavoro durante l’anno è stato
di 49,64 giorni per i beneficiari del reddito di base e di 49,25 per il gruppo
di controllo. La percentuale che aveva avuto guadagni o reddito da lavoro
autonomo è risultata essere di circa un punto percentuale più alto per i
beneficiari di un reddito di base che per il gruppo di controllo (43,70% e
42,85%). Ancora una volta, l’ammontare dei guadagni e dei redditi da lavoro
autonomo è stato in media di 21 euro più basso per i beneficiari di un reddito
di base che per il gruppo di controllo (€ 4.230 e € 4.251).

Lo studio degli effetti sull’occupazione dell’esperimento del reddito
di base si basa sui dati per il primo anno dell’esperimento ed i dati completi si
sono resi disponibili con un ritardo di un anno, il che significa che i
risultati per il secondo anno dell’esperimento saranno pubblicati nei primi
mesi del 2020. I prossimi risultati seguenti saranno pronti nell’aprile 2019.
La valutazione comprende anche uno studio dell’intervista, che sarà effettuato
nella primavera 2019.

Valutazioni attendibili
degli effetti dell’esperimento saranno disponibili quando tutti i materiali
raccolti saranno stati analizzati tenendo conto dei parametri che costituiscono
un quadro per l’esperimento. Successivamente, potremo valutare i possibili
effetti dell’introduzione di un reddito di base in Finlandia
”, afferma il
professor Kangas,

Esperimento eccezionale

L’esperimento del reddito di
base è stato un esperimento sociale eccezionale sia a livello nazionale che
internazionale in quanto è stato creato come un esperimento sul campo, con
campionatura su scala nazionale. La partecipazione all’esperimento non è stata
volontaria, il che significa che è possibile trarre conclusioni più attendibili
degli effetti dell’esperimento rispetto a precedenti esperimenti basati sulla
partecipazione volontaria.

“Le lezioni apprese durante la pianificazione e la realizzazione
dell’esperimento forniscono una solida base per la pianificazione di nuovi
esperimenti sociali ambiziosi – ad esempio un’imposta sul reddito negativa
“,
sottolinea Kangas.

Secondo il ministro Mattila “Obiettivo dell’esperimento del reddito di base era identificare i modi di semplificare il sistema di sicurezza sociale, eliminando l’eccessiva burocrazia e rimuovendo gli ostacoli agli incentivi”. Aggiungendo che” l’esperimento produce dati unici sui vari fattori che influenzano il comportamento umano, l’occupazione e il benessere. Anche se il modello di reddito di base sviluppato per l’esperimento non sarà probabilmente adottato come tale per un uso più ampio, penso che l’esperimento abbia avuto molto successo. Possiamo utilizzare i dati dell’esperimento per ridisegnare il nostro sistema di sicurezza sociale; quella sarà la prossima grande riforma”. E sulle ripercussioni avute dall’esperimento,il ministro ha concluso che ” ha suscitato molto interesse in tutto il mondo e ha avuto un impatto positivo sull’immagine della Finlandia: siamo percepiti come un paese che ha la capacità di guardare le cose da una nuova prospettiva e di raccogliere ulteriori informazioni “. Effettivamente l’attenzione dei media internazionali attorno all’esperimento è stata senza precedenti. Come anche in Italia, anche se, nel nostro paese, fresco di introduzione del RdC (reddito di cittadinanza) su molti media le intitolazioni ed i contenuti sono stati spesso fuorvianti e falsati da comparazioni improbabili e strumentalizzazioni ad uso interno.




Genzano, bimba massacrata di botte dal compagno della madre. Dopo un giorno il ripensamento di Sara: “Io lo odio”

Genzano (RM) – “Io penso che lui queste cose non le fa con cattiveria, perché le vuole fare. Gli partono quei momenti, vogliamo chiamarli di schizofrenia? Io ho mio padre che sta così, lo posso capire. Secondo me quando sta in quella condizione non si rende conto. Quando gli partono quei 5 minuti lui non si rende conto di quello che fa. Dopo si rende conto e si pente. Io penso che lui non lo ha fatto con cattiveria. Lui sta in carcere a Velletri io lo voglio vedere a tutti i costi, io devo parlarci, non lo voglio abbandonare, lo voglio aiutare… è difficile ma penso di farcela”. Queste le parole pronunciate da Sara all’indomani di una nottata orribile in cui proprio il suo compagno, l’uomo di cui parla e che vuole incontrare, si è scatenato come una furia massacrando di botte sua figlia di soli 22 mesi.

Estratto dall’intervista del 14/2/2019 a Sara la mamma della piccola massacrata di botte dal compagno della donna
Passa un giorno e cambia totalmente versione Sara, la mamma della piccola di 22 mesi che è stata brutalmente massacrata di botte dal compagno originario di Campobasso

Oggi la donna durante la trasmissione Pomeriggio Cinque condotta da Barbara D’Urso ha condannato il gesto dell’uomo dicendo di non poter perdonare un gesto simile ed è giusto che lui paghi: “Non lo perdonerò mai. Non è vero quello che è scritto sui giornali io lo odio, io lo odio”, ha ripetuto.

Ieri invece le parole della donna sono state altre

Durante un’intervista rilasciata a Chiara Rai nella casa dove la donna viveva con quello che è il mostro che ha ridotto in fin di vita sua figlia, Sara ha dichiarato di non voler abbandonare il suo compagno con il quale avrebbe dovuto sposarsi ad aprile. “Ho detto più volte di volerlo vedere – ha dichiarato Sara – per capire anche se c’è poco da capire perché lui stesso ha confessato tutto il male che ha fatto alla bambina colpita in testa, presa a morsi in tutte le parti del corpo. Alla polizia ha detto che l’ha menata fino a quando non ha smesso di piangere”.

Lo devono curare ha ripetuto Sara

Lo devono curare ha ripetuto Sara dicendo che lui è l’amore della sua vita. Insomma a Pomeriggio Cinque ha parlato un’altra Sara rispetto a quella dell’intervista del 14 febbraio. La causa principale probabilmente che l’ha fatta ragionare è forse la paura di perdere le bambine affidate ai servizi sociali che hanno ritenuto di allontanare le piccole e portarle in una casa famiglia e adesso stanno valutando anche se allontanare Sara da quella casa.

Due cani che girano per casa tra cui un pitbull.

Una casa che cade a pezzi con muffa sulle pareti e le finestre con un piccolo materasso dove dormivano le due gemelline e la bambina di 5 anni e due cani che girano per casa tra cui un pitbull. “Non ha mai alzato le mani su di me – ha detto ancora durante l’intervista del 14 febbraio – ne fatto del male alle bambine a parte qualche sculacciata e rimprovero. Lui ci tiene all’educazione, ma io ho un po’ permesso alle bambine di fare come vogliono, insomma ogni tanto fanno cadere qualcosa quando rovistano nei cassetti e lui si arrabbia”.

Sara lo giustifica e dice di amarlo

“Non sò se riesco a perdonarlo – dice – lo sò cosa penseranno tutti di me… che sono una madre disgraziata! Ma lui è la mia vita, è giusto che si trova in carcere e paghi ma devono aiutarlo perché è malato e non vuole prendere le medicine e io comunque non lo abbandono. Voglio stargli vicino e aiutarlo. Noi ci amiamo e con le bambine siamo felici, dormiamo tutti in una stanza e ci vediamo la televisione sul lettone”.

La paura dell’ex

Sara non lavora ma vive con la pensione del padre e poi aspetta la sua per la disabilità a un occhio: “Ho un occhio di vetro perché ho perso la retina in un incidente, ho vomitato mentre ero in autobus e si è distaccata la retina. Ora ho paura del mio ex – prosegue – lui mi ha dato le coltellate in passato, mi fa paura perché è violento e vuole le bambine è un pregiudicato. Vive a Roma e adesso è arrabbiatissimo per sua figlia. Le figlie non le vede da quattro mesi, io sono terrorizzata”…. Intanto Sara ha ricevuto una chiamata che comunque l’ha tranquillizzata: la sua bambina non è più in coma farmacologico.




Obiettivo acqua: fino al 31 marzo le iscrizioni per il concorso promosso da Coldiretti, Anbi e Univerde

Iscrizioni
aperte fino al prossimo 31 marzo per la prima edizione del concorso fotografico
Obiettivo Acqua”.

A promuovere la competizione la Coldiretti insieme all’ANBI l’Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue e alla Fondazione Univerde.

Il video servizio su “Obiettivo acqua”

Lo scopo di “Obiettivo acqua” è quello di selezionare fotografie che presentino particolari caratteristiche artistiche e che valorizzino i molteplici e differenziati aspetti, ambientali e sociali, legati all’impiego dell’acqua dolce.

La premiazione del Concorso gode del patrocinio
morale del Ministero dell’Ambiente.

La risorsa idrica non rappresenta soltanto
un fattore strategico per l’agricoltura italiana, per la produttività del
settore e per la permanenza delle imprese agricole sul territorio, ma
costituisce anche un imprescindibile elemento di qualità e di sicurezza
alimentare.

D’altra parte, l’accessibilità all’acqua, la
disponibilità di risorsa in quantità e qualità adeguata, nonché l’efficienza
idrica (intesa come complesso delle operazioni che riguardano l’irrigazione,
dal prelievo alla fonte, all’efficienza nella distribuzione, fino
all’efficienza nell’erogazione alle colture), garantiscono anche benefici
economici, ambientali e sociali in termini di presidio del territorio, difesa
idrogeologica, conservazione della biodiversità, mitigazione ed adattamento ai
cambiamenti climatici.

Con il Concorso fotografico Obiettivo Acqua, gli organizzatori intendono anche valorizzare e promuovere la conoscenza delle peculiarità dei sistemi irrigui collettivi italiani ed il valore aggiunto e le esternalità positive derivanti dall’impiego dell’acqua in agricoltura, in termini ambientali, paesaggistici, di tutela del territorio, di multifunzionalità delle imprese agricole e di sviluppo rurale.




Tav, analisi costi benefici al vaglio di Bruxelles. Bulc: “Speriamo di avere un incontro produttivo con le autorità italiane”

“Stiamo ancora analizzando” l’analisi costi-benefici ricevuta la scorsa settimana, e “chiederemo alcuni chiarimenti alle autorità italiane”. Lo ha affermato il portavoce della commissaria Ue ai trasporti, Violeta Bulc, ricordando che “non c’è una scadenza fissata” imminente sullo stop ai fondi Ue “ma certo più passa il tempo e accumuliamo ritardi, più i rischi aumentano”.

“Sappiamo che c’è una certa programmazione e una scadenza per l’accordo di finanziamento ed è vero che stiamo accumulando un certo ritardo” con la “sospensione di appalti pubblici importanti” sulla Tav, per questo Bruxelles sta “monitorando la situazione da vicino”. E, “a seconda dell’evoluzione delle prossime settimane dovremo vedere se saranno realmente programmati cambiamenti all’accordo di finanziamento” e se saranno quindi “necessarie” modifiche “al livello di finanziamento Ue”, ha spiegato il portavoce della Commissione Ue.

L’incontro con le autorità italiane in merito all’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione, secondo quanto si apprende, si terrà molto presto ma sarà solo a livello tecnico. Al momento non è infatti previsto nessun incontro tra il ministro dei trasporti Danilo Toninelli e la commissaria Bulc. Solo a giugno (quindi dopo le elezioni europee) è previsto il check-up dei progetti Ue prioritari finanziati con i fondi Cef, in cui rientra la Tav, mentre si fa di solito a fine anno il bilancio sui finanziamenti. Per una qualsiasi modifica dell’accordo di finanziamento con l’Ue in ogni caso sono necessari tempi tecnici lunghi, e questa non può quindi essere procrastinata sino all’ultimo momento. Per questo, ha sottolineato, “speriamo di avere un incontro produttivo con le autorità italiane”.

Intanto in Parlamento è stato sentito il professor Ponti, che ha guidato il gruppo che ha redatto il dossier di analisi costi-benefici.
La Lega ribadsce la necessità dell’opera e dice che, in caso contrario, andrebbe riscritto il patto di governo. “Nel contratto di governo non c’è scritto no alla Tav”, ha detto Gian Marco Centinaio, ministro dell’Agricoltura e del Turismo, in visita a Mosca. “E visto che spesso, quando apro bocca, mi trovo un deputato, o della Lega o dei Cinque Stelle, che alza subito la bandierina del contratto di governo, oggi la bandierina la alzo io”, prosegue. “Io mi attengo a quel contratto e in caso contrario, se non va più bene, non è attuale, ci si siede al tavolo, si ragiona e si scrive che la Tav non è indispensabile”.

Anche l’opposizione va all’attacco. Il Pd, con il capogruppo Graziano Delrio, ha chiesto in Aula l’inversione dell’ordine del giorno per passare subito all’esame delle mozioni, già calendarizzate, sulla Tav. “Si finisce con il disattendere accordi internazionali ratificati con il voto del Parlamento, c’è un grande problema di credibilità del Paese”, spiega Delrio contestando il metodo della redazione dell’analisi costi-benefici della Torino-Lione. Sulla richiesta di Delrio deve esprimersi l’Aula con un voto.
“L’Analisi costi benefici sul Tav – ha affermato in una nota il premier Giuseppe Conte -, affidata ad accreditati esperti, è stata ultimata e appare ora pubblicata sul sito del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Avevamo garantito che gli esiti di questa valutazione sarebbero stati resi disponibili a tutti i cittadini, in modo da rendere trasparente l’intero processo decisionale”.

Muovendo dall’Analisi Costi benefici sulla Tav “il Governo muoverà nelle prossime settimane, per giungere a formulare una complessiva decisione politica, che non sarà condizionata da posizioni preconcette, ma sarà interamente mirata a realizzare l’interesse generale”: è quanto si annuncia in una nota del presidente del Consiglio in cui si precisa che l’Analisi tecnica “non può essere definita di parte perché non se ne condividono i risultati”.




Aids, è svolta: dall’Italia il vaccino Tat

La somministrazione del vaccino terapeutico italiano Tat contro l’Hiv/Aids a pazienti in terapia antiretrovirale (cART) è capace di ridurre drasticamente – del 90% dopo 8 anni dalla vaccinazione – il “serbatoio di virus latente”, inattaccabile dalla sola terapia, e apre una nuova via contro l’infezione.

È il risultato del follow up, durato 8 anni e pubblicato su Frontiers in Immunology, di pazienti immunizzati con il vaccino messo a punto da Barbara Ensoli, direttore Centro Ricerca Aids dell’Istituto Superiore di Sanità.

Ora, dice, si “aprono nuove prospettive” nella cura

“Sono risultati – afferma Ensoli – che aprono nuove prospettive per una cura funzionale dell’HIV, ossia una terapia in grado di controllare il virus anche dopo la sospensione dei farmaci antiretrovirali. In tal modo, si profilano opportunità preziose per la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, riducendo la tossicità associata ai farmaci, migliorando aderenza alla terapia e qualità di vita, problemi rilevanti soprattutto in bambini e adolescenti. L’obiettivo, in prospettiva, è giungere all’eradicazione del virus”.

Lo studio è condotto in otto centri clinici in Italia (Ospedale San Raffaele di Milano, Ospedale L. Sacco di Milano, Ospedale San Gerardo di Monza, Ospedale Universitario di Ferrara, Policlinico di Modena, Ospedale S.M. Annunziata di Firenze, Istituto San Gallicano – Istituti Fisioterapici Ospitalieri di Roma, Policlinico Universitario di Bari) e presenta i dati del monitoraggio clinico a lungo termine di 92 volontari vaccinati del precedente studio clinico condotto dall’Iss. La ricerca di una cura dell’HIV, insieme alla prevenzione dell’infezione, rileva l’Istituto, è “un’assoluta priorità della comunità scientifica internazionale anche per le vaste risorse che l’HIV/AIDS sottrae alla lotta alla povertà e alle ineguaglianze nel mondo”.

Uno studio del 2018 ha, infatti, stimato a 563 miliardi di dollari il costo della lotta contro HIV tra il 2000 and 2015, ed altri studi hanno stimato in circa -0.5% e -2.6% per anno l’impatto negativo sul PIL nei paesi africani, con una perdita di circa 30-150 miliardi di dollari l’anno. Cifre enormi che, conclude l’Iss, “impongono urgenti e innovative soluzioni terapeutiche per l’HIV/AIDS”




Roma, caos rifiuti e nodo Ama: si dimette l’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari

Lascia l’assessore all’Ambiente di Roma, Pinuccia Montanari. L’ultimo esponente della giunta Raggi a salutare Palazzo Senatorio si dimette al termine di un acceso scontro su Ama, la municipalizzata dei rifiuti di Roma che attende da tempo l’approvazione del bilancio 2017 da parte del Campidoglio. Un documento su cui azienda e Comune non trovano la quadra e che in giornata viene ‘bocciato’ dall’esecutivo comunale, nonostante la posizione fortemente contraria della Montanari. 
   “Sono stufa – sbotta la sindaca Virginia Raggi -. Sono dalla parte dei cittadini che hanno perfettamente ragione. È il momento di fare pulizia nel bilancio di Ama e soprattutto nelle strade”. 
   Dopo il no al bilancio dell’Ama, le dimissioni di Montanari sono il passo subito successivo. A suo avviso “la bocciatura del bilancio getta un’azienda che dà lavoro a oltre 11.000 romani in una situazione di precarietà che prelude a procedure fallimentari – dice all’ANSA -. Do la solidarietà ai lavoratori dell’azienda e a tutti quelli che si sono sforzati sino ad ora per costruire e non per distruggere”.
    Immediata la replica dell’assessore al Bilancio e alle Partecipate Gianni Lemmetti, sostenitore della necessità di rimandare al mittente il bilancio dell’Ama. Alla fine è la sua linea quella che vince ed è sempre lui a replicare, dopo l’addio, all’ormai ex collega: “Gli allarmismi su Ama sono del tutto infondati e ingiustificati L’azienda resterà pubblica e va verso un risanamento reale, mettendo al centro il servizio ai cittadini”.




Frascati, con le fototrappole l’Amministrazione avvia la lotta all’abbandono di rifiuti

L’Amministrazione comunale avvia la lotta all’abbandono di rifiuti con l’attivazione delle prime fototrappole. Acquistate tramite un finanziamento regionale, grazie ad un progetto integrato realizzato dall’Ufficio Ambiente del Comune di Frascati, le fototrappole sono state testate e installate dal Comando della Polizia Locale e serviranno per arginare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, che si verifica soprattutto nelle zone periferiche. Attraverso telecamere molto sensibili e potenti in grado di captare e registrare immagini anche nel cuore della notte, saranno monitorate le aree più a rischio del territorio, per cogliere coloro che non rispettano le regole del decoro urbano. Colti in fragranza di reato, i trasgressori saranno puniti con sanzioni severe e rischiano anche conseguenze penali per i loro gesti.
«E’ nostra intenzione tenere sotto controllo tutto il territorio comunale per impedire che tali fenomeni rechino danno al paesaggio, all’ambiente e al decoro urbano di Frascati – dichiara il Sindaco Roberto Mastrosanti -. Come Amministrazione, in collaborazione con RFI, lo scorso anno abbiamo effettuato la pulizia dei cigli delle strade ferrate comunali e individuato piccole discariche abusive e rifiuti abbandonati.
Altre sono state individuate e ripulite grazie al lavoro dell’Ufficio Ambiente. Il nostro impegno è quello di evitare sempre di più questa cattiva abitudine attraverso azioni di monitoraggio e di repressione».




Velletri, ospedale Colombo: verrà potenziato. C’è l’impegno della Regione

Dalla Regione Lazio arrivano buone notizie per l’ospedale Paolo Colombo di Velletri, l’atteso incontro tra l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, il consigliere regionale Daniele Ognibene, i sindaci di Velletri e Lariano: Orlando Pocci, Maurizio Caliciotti e il direttore generale della Asl Roma 6 Narciso Mostarda.

Sul tavolo le questioni salienti che interessano i cittadini e gli operatori: gli investimenti, il rilancio della struttura sanitaria e il potenziamento del personale sulla base delle crescenti esigenze.

Una discussione concreta che ha trovato sintesi in tre punti che sono: l’appalto per la camera calda, l’acquisto della nuova TAC e la costituzione di un tavolo tecnico tra le amministrazioni locali, la Asl e la Regione per gestire il potenziamento e il rilancio dell’ospedale di Velletri.

I lavori per la camera calda sono fondamentali per il potenziamento del pronto soccorso e per migliorare la qualità del servizio, la Regione e la Asl hanno garantito tempi certi già dalla pubblicazione della gara d’appalto prevista entro la fine del mese di febbraio.

Sono in corso le procedure per l’acquisto della nuova TAC, macchinario essenziale per evitare tempi di attesa troppo lunghi nella fase di diagnosi.

Infine, l’impegno condiviso per la creazione di un tavolo tecnico tra le amministrazioni locali di Velletri e Lariano, la Asl e la Regione Lazio che affronti, operativamente, lo sviluppo dell’ospedale Paolo Colombo con un confronto costruttivo tra territorio e azienda sanitaria.




Toninelli sulla A22: “Ritorno a gestione totalmente pubblica”. Biancofiore: “Che gaffe, all’81% già è pubblica!”

Dopo i disagi sulla A22 del Brennero, il ministro Toninelli annuncia ‘un’ispezione’ per verificare che il concessionario abbia garantito ‘adeguatamente’ la sicurezza e il ‘ritorno a una gestione totalmente pubblica e più conveniente’, visto che la concessione è scaduta e deve essere rinnovata. ‘Un’altra gaffe’, per Michaela Bianfofiore, di Fi: ‘O il ministro non sa o finge di non sapere- La società è già pubblica, partecipata all’oltre 81% da enti pubblici’. Il piano di Toninelli sarebbe di lasciare la gestione ‘totalmente’ alle due province autonome più alcuni Comuni, senza nessun privato. In gioco c’è la riduzione delle tariffe, limitando gli extraprofitti e i dividendi.

“Vogliamo vederci chiaro sui disagi che si sono verificati negli ultimi giorni sulla A22 autostrada del Brennero. È infatti già in corso un’ispezione per verificare che il concessionario sia intervenuto adeguatamente per garantire la sicurezza degli utenti, come prevede la convenzione”. Lo dice il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, in una nota nel quale ricorda che la concessione è scaduta da anni e si è “ad un passo dal rinnovo con una gestione totalmente pubblica e più conveniente”. “Per la gestione dell’A22 la concessione è scaduta da anni e siamo a un passo da rinnovarla con una gestione totalmente pubblica e più conveniente per i territori e per chi viaggia – aggiunge – Nonostante ciò l’attuale concessionario, la cui gestione non si può dire sia stata soddisfacente in questi giorni, e che in questi anni di proroga ha continuato a godere di ricchi profitti, ha fatto ricorso contro la rivoluzione che stiamo mettendo in atto. Una scelta incomprensibile, a meno che la si legga alla luce del tentativo di continuare a guadagnare con gli enormi dividendi di una concessione che non vorrebbero finisse mai”. “Ma noi non ci fermeremo – conclude – siamo convinti della rivoluzione nella gestione delle autostrade che stiamo portando avanti. Una rivoluzione che garantirà pedaggi più bassi ed equi, servizi migliori e utili reinvestiti sul territorio”.

“Sono esterrefatta dalle affermazioni del ministro degli infrastrutture e trasporti, Toninelli, in merito all’autostrada del Brennero. O il ministro non sa o finge di non sapere o siamo innanzi all’ennesima gaffe, quando annuncia che la gestione dell’A22 tornerà pubblica”. Lo afferma la deputata altoatesina di Forza Italia Michaela Biancofiore. “La società autostrada del Brennero – spiega – è già pubblica, partecipata all’oltre 81% da enti pubblici e la differenza con quella che lui chiama “rivoluzione” pare consti nel concedere semplicemente la concessione a una nuova società A22 al 100% pubblica, ma gestita dagli stessi enti pubblici di oggi, che lui dice non sono stati efficienti e ai quali ha inviato un’ispezione”. “Una partita di giro insomma – prosegue la deputata – che evidentemente il ministro ignora e che nulla ha a che fare con la governance dell’A22, che è di eccellenza, ma che ha sempre dovuto subire le ingerenze e le limitazioni della politica, essendo la concessione un vero e proprio tesoretto. La posizione di Forza Italia, che da sempre si pone dalla parte dell’economia di mercato e della concorrenza è sempre stata chiara e netta, avremmo preferito la gara che probabilmente sarebbe stata vinta dall’A22 stessa, in quanto concessionario uscente, ma oggi chiediamo perlomeno che si metta la parola fine all’ordinaria amministrazione e si affidi senza avere a cuore solo i profitti e il possesso degli accantonamenti, una concessione fondamentale che non può vivere di ordinaria amministrazione ma ha bisogno di investimenti, regole e decisioni, subito”.




Alessandro Di Battista vuole tagliare gli stipendi a Fazio e Vespa: “È giunto il tempo di una sforbiciata”

“Adeguamento dei contratti di Fazio e Vespa. Sono giornalisti e guadagnino come loro (massimo 240.000 euro lordi all’anno)”. E’ una delle “cose fondamentali” da fare secondo Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento 5 stelle che, in un post su Facebook, elenca i possibili tagli. “È giunto il tempo di una sforbiciata senza precedenti dei costi della politica e non solo”, è la premessa, perché “i sacrifici li fanno tutti, tranne i politici o i conduttori Rai pagati con denaro pubblico che sono giornalisti, ma non hanno contratti da giornalisti”.

“Tagliare stipendi parlamentari di 3500 euro”  – Ridurre di 3500 euro al mese gli stipendi dei parlamentari e ridurne il numero: sono le “cose fondamentali” che Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle cita su Facebook, incoraggiando su questo Palazzo Chigi: “Questo Governo ha la possibilità di farlo. Coraggio!”. Di Battista elenca sette punti di altrettanti tagli da fare: i primi 5 sulla politica, poi in casa Rai. “Taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio dei deputati (con un risparmio di circa 22 milioni di euro all’anno); – scrive l’ex deputato 5S – taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio dei senatori (risparmio circa 11 milioni all’anno); taglio di 3500 euro al mese sullo stipendio di tutti i consiglieri regionali (circa 36 milioni di euro all’anno); abolizione totale di tutte le doppie indennità, sia alla Camera che al Senato che nei Consigli regionali; taglio di oltre 300 parlamentari”. Al settimo punto, mette l’abolizione del Tfr per i parlamentari e aggiunge: “Io, per una sola legislatura ho preso 43.000 euro, ovviamente restituiti, pensate le centinaia di milioni di euro che finiscono nel Tfr dei parlamentari”.