A proposito della legittima difesa e dei soliti luoghi comuni: cerchiamo di fare chiarezza una volta per tutte!

Quando si parla di legittima difesa tutti pensano subito alle armi da fuoco, in particolare alle pistole, presentando, specialmente nella TV asservita, nonostante il cambio di governo, chi va al poligono, anche solo per passione, come una specie di assassino, maniaco, violento, affetto da tare psicopatologiche e così via.

La denunzia di questa situazione è in luce nella presentazione dei vari servizi giornalistici. Tanto che i commercianti, i tabaccai e i farmacisti hanno sentito il bisogno di dichiarare pubblicamente che “Non avrebbero fatto i giustizieri”. Siamo veramente a quel livello che il buon Pazzaglia definiva “sotto la rotula”.

Intanto la nuova legge per la legittima difesa, che modifica l’art. 52 C. P., non dichiara che si può sparare a volontà, e non facilita l’acquisizione di armi da fuoco, corte o lunghe che siano. La difesa di un privato cittadino, in assenza di controllo del territorio a causa di politiche sbagliate del precedente governo, è sacrosanta, e si può esplicare non soltanto con armi da fuoco.

Soprattutto si spera che con questa nuova disposizione venga finalmente protetta la vittima delle aggressioni, risparmiando a chi vive del proprio lavoro (onesto) un calvario giuridico di anni solo per aver subìto una rapina.

Finalmente si abolisce l’iniqua norma del risarcimento del danno in sede civile a chi è venuto in casa mia e mi ha fracassato di botte, argomento che purtroppo tocca anche i nostri tutori dell’ordine, ormai intimiditi e qualche volta reticenti ad intervenire, quando invece andrebbero sostenuti e incoraggiati almeno durante il loro servizio.

E’ poi ridicolo il conto che si fa di “quante armi circolano in Italia”, stabilendo nella media un certo numero di non meglio identificate “armi” per cittadino, il che ci fa credere che siamo un popolo di guerrafondai. Bisognerebbe avere un po’ di buona fede, per fare certi conti: che poi sono tendenziosi e menzogneri. In Italia c’è gente che va a caccia, e ogni cacciatore non ha un solo fucile, ma più d’uno.

Chi scrive ne aveva tre da caccia cal. 12 (a pallini, per i non competenti), più una carabina Remington cal. 222 e una Winchester mod. 94 cal. 30-30. Più dodici pistole di vario calibro, che andavano e venivano, dal cal. 22 al 44 magnum. Ho avuto il porto di pistola per difesa personale a causa del mio lavoro per circa trent’anni, senza mai dover usare la mia arma. Sono stato istruttore di poligono di grosso calibro per lo stesso periodo, senza mai dover segnalare alcun incidente. Sono stato tiratore sportivo, e ho fatto anche gare importanti. Ho fatto tre stage alla Scuola dello Sport del CONI, come istruttore per i ragazzi. Tutto questo non ha mai fatto di me uno psicopatico, un maniaco, un violento, nè ai miei amici appassionati – fra i quali uno dei più grandi ricaricatori d’Italia, il prof. Andrea Bonzani, autore di numerosi libri di ricarica e collaboratore della rivista Armi e Tiro, persona degnissima – ha mai causato turbe mentali, nè alcuno ha mai usato la propria arma se non al poligono di tiro.

Eravamo tutti – e lo siamo ancora – persone tranquille, che hanno sempre visto soltanto come oggetto ludico quelle che tanti – non conoscendole – chiamano “armi” con disprezzo. Fate conto che un tiratore di pistola ha almeno cinque o sei strumenti da tiro, vecchie glorie a cui è affezionato, o moderni oggetti tecnologici di precisione. Sappiate che l’Italia ad ogni Olimpiade conquista le sue brave medaglie soprattutto nel tiro – pistola, carabina, tiro a volo, skeet, tiro con l’arco – e che il tiro a segno, tranne la PGC, pistola di grosso calibro – che comunque utilizza cartucce da tiro a bassa velocità – si fa con il calibro più piccolo, il 22.

Ora, quanti tiratori e quanti cacciatori pensate che ci siano in Italia? E quanti collezionisti di armi individuali residuati bellici ex ordinanza? Sono tanti, molti di più di quelli che l’arma la portano con regolare permesso di porto d’armi per difesa personale, e che pagano ogni anno una tassa salatissima allo Stato. Dicevo all’inizio che difendersi non vuol dire necessariamente sparare addosso ad un ladro. Bene, ci sono altri sistemi per difendere la propria incolumità, ma se la legge non fosse stata cambiata, non avremmo potuto utilizzare neanche quelli. In definitiva, ciò che interessa al comune cittadino è prima di tutto non dover subire violenze e rapine. Ma soprattutto non soccombere all’aggressore in sede civile solo per avere esercitato un suo sacrosanto diritto, quello all’incolumità sua e della sua famiglia.

Purtroppo una certa politica attacca a prescindere, solo per denigrare, e non per fare quella che avevano promesso, una opposizione “senza sconti”, piena invece di menzogne e di negazioni della realtà. Poi si scopre che anche “loro” hanno un armadietto con qualche fucile, o una pistola nel comodino. Spero ardentemente che con un maggior controllo del territorio anche da noi si possa stare tranquilli: a parte gli stupri quotidiani, gli spacciatori ad ogni angolo di strada, che magari aggrediscono i nostri carabinieri e poliziotti, le bombe per il ‘pizzo’, gli assassini stradali che vengono messi fuori il giorno dopo, i furti, le rapine, gli assalti in villa.

Senza che questo governo venga etichettato come quello ‘della paura’. Mi sembra che la nostra paura venga da lontano, cioè dai vari governi non eletti, specialmente dopo Berlusconi, e dalla politica dissennata dell’accoglienza senza regole.

Bisognerà poi anche, a mio giudizio, rivedere i concetti di giudizio dei magistrati. Oggi ci sono troppe scappatoie per chi delinque, dallo sconto di pena per rito abbreviato – che pare venga concesso senza particolari formalità – ai permessi premio assurdi a personaggi che non li meriterebbero, alla mancanza di certezza della pena per qualsivoglia reato, agli arresti domiciliari concessi, per esempio, a chi non ha fissa dimora, abitando in un campo rom. Si parla tanto male degli States, a proposito di armi, ma lì, quando ti mettono dentro, te la fai tutta.




Meno tv e colazione più energetica: ecco la ricetta salva cuore

Le cattive abitudini possono ucciderci. Meno tv e colazione più sostanziosa sono gli ingredienti di una ricetta salvacuore. Emerge da due studi della prima clinica di Cardiologia della Università nazionale capodistriana di Atene che stanno per essere presentati alla 68esima Sessione scientifica annuale dell’American College of Cardiology.

Secondo queste ricerche, le persone che hanno trascorso meno tempo a guardare la tv e hanno mangiato regolarmente una colazione energetica hanno avuto meno placca e rigidità nelle loro arterie, che ha come conseguenza una probabilità più bassa di sviluppare malattie cardiache o di subire un ictus.

I ricercatori hanno valutato la salute del cuore e una varietà di fattori di stile di vita in 2.000 greci con più di 40 anni. I ricercatori hanno scoperto che quelli che guardano per più di 21 ore a settimana la tv, avevano quasi il doppio delle probabilità di avere un accumulo di placca nelle arterie rispetto a quelli che invece la vedevano meno.

Lo studio ha anche scoperto che guardare più tv era associato ad un aumento del rischio di altri fattori di rischio cardiovascolare, tra cui l’ipertensione e il diabete: rispetto a chi l’ha guardata per meno di sette ore alla settimana, quelli che guardavano più di 21 ore avevano il 68% in più di probabilità di avere la pressione alta e il 50% più probabilità di avere il diabete. In una seconda parte dello studio i ricercatori hanno scoperto che coloro che mangiavano una colazione molto energetica (che contribuiva per il 20% alle calorie del giorno) tendevano ad avere arterie significativamente più sane di quelli che mangiavano poco o che invece non facevano affatto colazione. La rigidità arteriosa era anormale nel 15% di quelli che saltano la colazione, nel 9,5% di quelli che consumano una colazione a basso consumo energetico (tra 5 e 20% di calorie giornaliere) e nel’8,7% di quelli che consumano una colazione molto energetica. Analogamente, nelle arterie carotidi è stata trovata più placca nel 28% delle persone che saltano la colazione, nel 26% di quelle che consumano una colazione a basso consumo energetico e nel 18% di quelle che consumano una colazione ad alta energia. Sempre rimanendo nell’argomento, un ampio studio condotto da epidemiologi e nutrizionisti della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston e diretto da Gang Liu, poco tempo fa, sostiene che mangiare frutta secca, in particolare noci (almeno 5 ‘manciate’ a settimana per circa 28 grammi l’una) può offrire una protezione per i pazienti diabetici, contrastando almeno in parte il loro elevato rischio cardiovascolare. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi all’alimentazione di 16.217 persone di entrambi i sessi, prima e dopo la diagnosi di diabete, in particolare i dati inerenti il consumo di frutta secca durante un periodo di diversi anni.

Durante il periodo di monitoraggio sono stati registrati 3.336 casi di malattia cardiovascolare (inclusi 2.567 infarti e 789 ictus) e 5.682 decessi (1.663 per problemi cardiovascolari e 1.297 per tumore). Dallo studio è emerso che consumare 5 o più porzioni di frutta secca a settimana riduce il rischio cardiovascolare di un paziente diabetico del 17% rispetto a un paziente che ne consumi meno di una porzione al mese (in particolare riduce del 20% il rischio di infarto, del 34% il rischio di morte per cause cardiovascolari e del 31% la mortalità per tutte le cause). Inoltre, rispetto alle persone che, dopo la diagnosi di diabete, non hanno modificato le proprie abitudini alimentari relativamente al consumo di frutta secca, coloro che ne hanno incrementato i consumi presentavano una riduzione dell’11% del rischio cardiovascolare, una del 15% del rischio di infarto e una del 25% del rischio di morte per cause cardiovascolari, infine una riduzione del 27% del rischio di morte prematura per qualunque causa.




Omicidio Teresa e Trifone: il video che ha incastrato Giosuè Ruotolo. I retroscena nell’intervista all’ing. Paolo Reale consulente tecnico per la Procura di Pordenone

Lo scorso 1 marzo la Corte d’assise di Appello di Trieste ha confermato la condanna all’ergastolo per Giosuè Ruotolo, accusato del duplice omicidio della coppia di fidanzati, Teresa Costanza e Trifone Ragone, uccisi a colpi di pistola la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone. In primo grado il pm Pier Umberto Vallerin aveva sottolineato che Ruotolo, unico imputato, aveva “commesso gli omicidi per salvare la sua carriera” e che “l’odio verso Trifone e la gelosia verso Teresa lo avevano assalito già da tempo.

Togliendoli di mezzo sparivano due rivali, due minacce viventi, due persone verso cui covava odio già da tempo”. Quattro mesi prima del delitto, Ruotolo sarebbe stato picchiato da Ragone e minacciato di essere denunciato. Lo scontro sarebbe avvenuto dopo che Trifone aveva lasciato la casa in cui viveva con Giosuè e altri due commilitoni e Ruotolo aveva aperto un profilo Facebook anonimo con il quale inviava messaggi a Teresa Costanza sotto il nome “Annalisa”, chiamandola “cornuta” e dicendo di essere un’amante di Trifone.

I consulenti nominati dalla Procura gli ingegneri Giuseppe Monfreda e Paolo Reale hanno svolto un lavoro di ricostruzione consistito nel ripercorrere ‘a ritroso’ gli spostamenti del runner e dell’Audi A3 per stabilire, adottando condizioni e tolleranze a favore di Giosuè Ruotolo, quali potessero essere i momenti in cui sono avvenuti i passaggi nel parcheggio dove è avvenuto il duplice omicidio.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 7/3/2019 con i filmati esclusivi utilizzati dai consulenti della Procura di Pordenone

Nella consulenza tecnica consegnata alla Procura Monfreda e Reale hanno dunque confermato la piena ricostruzione della tesi accusatoria evidenziando il momento in cui l’auto Audi A3 di Ruotolo abbandona il parcheggio, subito dopo che è stato commesso il duplice omicidio, confermando quindi, tempistica, spazi, velocità, che aderiscono in modo significativo anche alle testimonianze. Al contrario, nel tentativo di cercare una possibile soluzione alternativa, ovvero ipotizzando che l’Audi A3 di Ruotolo abbia abbandonato la scena del crimine prima che avvenisse il duplice omicidio, i due consulenti della Procura giungono a situazioni catalogate come altamente improbabili, in quanto non confortate in alcun dato oggettivo raccolto (velocità, tempi,spazi percorsi), oltre al dato inevitabile che –alla luce delle testimonianze convergenti acquisite-­‐ un’altra Audi A3 avrebbe dovuto raggiungere lo stesso parcheggio appena dopo l’abbandono di Ruotolo, senza essere stata ripresa da alcuna telecamera del circuito di Pordenone. Per questo, l’ipotesi difensiva è apparsa ai consulenti come inverosimile, e non ancorata a dati rilevabili ed oggettivi a supporto della stessa.

L’avvocato di Giosuè Ruotolo, Roberto Rigoni Stern, ha comunque annunciato il ricorso in Cassazione: “Noi ci avevamo creduto, – ha detto il legale – convinti che fossero molto importanti gli argomenti che abbiamo portato: nessuna prova scientifica, nessuna certezza sulla presenza sulla scena del delitto dell’imputato, l’assenza di un movente: elementi fondamentali”.




Don Mario Picchi, una vita per salvare le vittime dalle loro dipendenze, soprattutto dalla droga

Via libera alla causa di beatificazione e
canonizzazione di don Mario Picchi: “Con gioia colgo l’iniziativa del Centro
Italiano di Solidarietà don Mario Picchi di promuovere la causa canonica per
riconoscere l’eroicità delle virtù del suo fondatore”. Ha dichiarato il
cardinale Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di
Roma, al presidente del CeIS (centro italiano di solidarietà don Mario Picchi),
Roberto Mineo.

Ma chi era Don Mario?

Il video servizio su don Mario Picchi trasmesso nella puntata di Officina Stampa del 7/3/2019

Don Mario Picchi è nato a Pavia il 4 agosto 1930. Nel 1957, a 27 anni, viene ordinato presbitero a Tortona. Dopo aver prestato la sua opera in Piemonte, nel 1967 viene inviato a Roma con l’incarico di cappellano del lavoro presso la Pontificia Opera di Assistenza. La Capitale diventa la sua casa e il luogo dove consacra totalmente la sua vita a coloro che erano scartati dalla società.

Nel 1971 don Mario fonda il Centro
Italiano di Solidarietà, oggi a lui intitolato, per aiutare concretamente
coloro che vivono il problema della dipendenza, a iniziare da quello della
droga. Denominando la sua filosofia “Progetto Uomo”, egli inizia ad accogliere
e ad aiutare a uscire fuori da questa spirale tutti coloro che bussano alla sua
porta.

Una porta sempre aperta a tutti
indipendentemente dal credo, dalla razza, dal ceto sociale e da qualsiasi altra
forma di discriminazione. Nel 1981 fonda la Federazione Italiana delle Comunità
Terapeutiche, di cui resta presidente fino al 1994, come luogo dove realizzare
una forte e proficua condivisione delle esperienze nella lotta alle dipendenze

È considerato un suo merito se, dopo
quasi 40 anni dalla sua nascita, la Federazione riunisce attualmente 50 centri
di tutta Italia impegnati quotidianamente nella lotta all’esclusione, fornendo
circa 600 servizi.

In Spagna e in America latina ha fondato
oltre 50 comunità, tuttora attive, dove viene applicata la filosofia del
“Progetto Uomo”. La notizia della sua prossima beatificazione è la
germogliazione di un seme coltivato con pochi ma fondamentali ingredienti: solidarietà,
accoglienza e altruismo

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Unità Nazionale, l’ANCRI torna a celebrare la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”

L’evento in programma, per le ore 10.00 di domenica 17 marzo, alla Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa in piazza San Paolo all’Orto 20, farà da apripista

In vista della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” l’Associazione Nazionale degli Insigniti al merito della Repubblica Italiana (l’ANCRI) sta organizzando una serie di manifestazioni celebrative in Italia e all’estero.

L’iniziativa rientra nel progetto pluriennale “Viaggio tra i valori e i simboli della Repubblica” che l’Associazione dei benemeriti della Repubblica sta portando avanti da tempo per divulgare la conoscenza dei valori costituzionali e dei simboli della Repubblica.

Un’articolata serie di eventi che raccontano e spiegano, attraverso diverse forme espressive, i pilastri ideali e simbolici della nostra democrazia.

Il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove, il prefetto Francesco Tagliente e il vice presidente Domenico Garofalo, come già fatto per le celebrazioni della Festa della Bandiera del 7 gennaio, hanno impegnato le 92 sezioni locali distribuite in tutte le Regioni e le 15 delegazioni estere a promuovere iniziative tematiche, tenendo come filo conduttore “L’Unità d’Italia nella Costituzione”, col coinvolgimento di Costituzionalisti.

Sono stati già definiti gli eventi tematici che si terranno a Pisa, Napoli, Bologna e Ferrara. Altre manifestazioni sono in corso di definizione in altre province come Firenze e Brindisi e al Parlamento Europeo a Bruxelles.

L’evento in programma, per le ore 10.00 di domenica 17 marzo, alla Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa in piazza San Paolo all’Orto 20, farà da apripista.

Dopo i saluti del delegato ANCRI Toscana Antonio Cerrai, della Sezione di Pisa e del presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove, sono previsti quelli del Presidente dell’Ordine degli avvocati Alberto Marchesi, del Rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, del Sindaco Michele Conti, del Consigliere Regionale Antonio Mazzeo e del Prefetto di Pisa Giuseppe Castaldo.

Gli interventi, moderati dal giornalista Cristiano Mencacci, saranno aperti da un giovane universitario, Matteo Ghezzi, che in rappresentanza degli studenti del 1 anno di Giurisprudenza, affronterà il tema “L’Unità d’Italia e la Carta Costituzionale: proiezioni e suggestioni nelle prospettive delle giovani generazioni”.

Seguirà la trattazione del tema “L’Unità di Italia nella Costituzione Italiana” da parte del costituzionalista Saulle Panizza, titolare del Corso di “Ordinamento costituzionale e diritti della persona” presso l’Università di Pisa Lo stesso prof. Saulle Panizza, il Sindaco Michele Conti e il Presidente Consiglio Regionale Toscana Eugenio Giani, affronteranno poi insieme il tema “Unità, Autonomie Regionali e Costituzione” nel corso di una tavola rotonda moderata dal giornalista Tommaso Strambi. Le conclusioni sull’incontro dibattito della giornata saranno tratte da Francesco Tagliente ex Prefetto di Pisa.

E’ il secondo anno che l’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana celebra la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” a Pisa. Lo scorso anno il prefetto Tagliente, nella veste di delegato ai rapporti istituzionali dell’ANCRI, insieme con Comune, Prefettura e CNR, organizzò un grande evento alla presenza di circa 300 persone tra rappresentanti delle Istituzioni locali e insigniti dell’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana provenienti da tutte le Regioni.

L’evento pisano, condiviso con Prefettura, Regione, Comune, Università, Ordine degli Avvocati, Associazione laureati Ateneo pisano(ALAP) e Rotary Club Pisa, è stato organizzato anche grazie al dinamismo silenzioso di Ottavio Zirilli delegato nazionale ANCRI alla ricerca e alla innovazione, Paolo Ghezzi delegato nazionale alla protezione civile ed ambiente, Mario Cerrai presidente Ancri Pisa, Maria Fantacci vice presidente, Antonio Giampieri segretario, Alessio Giani tesoriere, Sabrina Chiellini delegata alla comunicazione e dei consiglieri Osvaldo Ciaponi, Vincenzo Vito Basile, Giancarlo Binelli.




Legittima difesa, reati contro il patrimonio: approvato il provvedimento di Silvestroni (FdI)

“Grazie all’approvazione del mio ordine del giorno anche i reati contro il patrimonio verranno puniti con pene adeguate.

Il provvedimento sulla Legittima Difesa, in esame in queste ore alla Camera, tratta specificatamente di reati particolarmente gravi, che colpiscono la libertà, l’incolumità personale e la proprietà privata con la finalità di arginare l’emergenza di sicurezza che attanaglia le nostre città e il grave degrado sociale che l’accompagna.

In tale quadro appare altresì necessario garantire pene e multe che possano scoraggiare l’attività delinquenziale legata a questa tipologia di reato, con conseguenti vantaggi dell’attività di prevenzione e repressione.

Per queste ragioni ho proposto di aumentare sensibilmente le multe per i delitti contro il patrimonio soprattutto se compiuti mediante violenza alle persone e alle cose. L’approvazione da parte del Governo di questo ordine del giorno è senz’altro un segnale positivo che va nella direzione di dare risposte concrete in termini di sicurezza e difesa del nostro paese anche attraverso la tutela dei beni pubblici” lo ha dichiarato in una nota il deputato di Fratelli d’italia, Marco Silvestroni.




Roma, Università Salesiana: grande attesa per “Obiettivo Benessere”

Volersi bene e prendersi cura di sé attraverso la Nutrizione, la Medicina Estetica e Antiaging

Si terrà sabato 9 marzo la XIV edizione del convegno “Obiettivo Benessere”, l’appuntamento ormai consueto che mira ad approfondire tematiche legate alla salute e alla qualità della vita, organizzato dall’Istituto Frontis.
Volersi bene e prendersi cura di sé sono aspetti troppo spesso trascurati che, in occasione della Festa della Donna, verranno declinati in momenti di informazione gratuita per tutti, nonché di condivisione, in merito ai temi della Nutrizione, Medicina Estetica e Medicina e Chirurgia Antiaging.

Il convegno avrà luogo
a Roma presso l’Università Salesiana (Piazza dell’Ateneo Salesiano,
1)
, con il coordinamento del Responsabile scientifico dell’Istituto Frontis, la dott.ssa Paola Fiori, e
la moderazione della professoressa Angela Catizone dell’Università
di Roma “La Sapienza”.

Il programma del convengo, che sarà
ospitato nell’aula Paolo VI, prevede l’apertura alle ore 8,45 con i saluti del
Magnifico Rettore, prof. Don M. Mantonvani, seguito dagli interventi di illustri
dottori ed esperti in materia.

Tra i temi affrontati ci saranno lo
stress ossidativo, l’invecchiamento cutaneo, il lifting non chirurgico, le vene
varicose, la cellulite, le nuove sfide della chirurgia estetica e la nutrizione
come prevenzione e benessere.

“Una giornata di festa – l’ha definita la
dottoressa Paola Fiori – durante la quale lo scambio e la relazione col
pubblico non passeranno più tramite uno schermo, ma direttamente con il medico,
l’unico a poter suggerire secondo la scienza a chi rivolgersi per la propria
problematica”.

Durante la giornata informativa, a
partire dalle ore 10,30, gli intervenuti potranno avvalersi di consulenze
gratuite urologiche, nutrizionali, medico-estetiche, ostetriche, su terapie
assistite con animali (Pet-Therapy) e informazioni su integratori e cosmetici.

Sono inoltre previste attività gratuite
riservate al personale sanitario e un concorso a premi per gli iscritti al
convegno, che vede in palio trattamenti per la cura del viso e dei capelli, un
massaggio drenante ed un test del colon irritabile.

A partire dalle ore 14, presso l’aula B, si svolgerà la V edizione di Nutrigusto, esposizione e degustazione delle eccellenze alimentari “Made in Italy” a cura di aziende impegnate nella produzione di cibi di alta qualità, utili al nostro Benessere. L’ingresso a Nutrigusto è gratuito e riservato ai soli iscritti al convegno, previo ritiro al mattino, entro le ore 10, del biglietto apposito.




Legittima difesa: ok dalla Camera, ora passa al Senato. Venticinque M5S non votano

La Camera ha approvato il disegno di legge sulla legittima difesa. Il provvedimento è passato con 373 voti favorevoli, 104 contrari e 2 astenuti. Al voto sono scoppiati gli applausi dei deputati di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Dal 26 marzo il provvedimento passerà al vaglio del Senato per la terza lettura.

La legittima difesa “è sicuramente una legge della Lega” ma “è nel contratto di governo. Io sono leale al contratto e si porta avanti e si vota. Non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel M5s”. Lo afferma il vicepremier e ministro Luigi Di Maio, a Rtl, sottolineando che allo stesso modo “non c’era tutto questo entusiasmo della Lega quando abbiamo votato la legge anticorruzione”.

Alla domanda su cosa non gli piaccia della legittima difesa, Di Maio ha indicato “il messaggio” che arriva: “Approvando questa legge si comincia a dire che si possono utilizzare di più le armi e questo non è il mio modello di Paese. Il mio obiettivo è comunque spiegare ai cittadini che la difesa personale va bene ma i cittadini devono essere difesi prima di tutto dallo Stato e dalle forze dell’ordine”.

“È un sacrosanto diritto per le persone perbene, di cui si parla da anni e che sarà legge entro questo mese”: ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rispondendo sul disegno di legge sulla legittima difesa, a margine della presentazione delle celebrazioni per gli 80 anni dei vigili del fuoco.




Vaccini, Salvini scrive alla ministra Grillo e la permanenza dei bimbi a scuola fino a 6 anni

 Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto una lettera alla collega della Salute, Giulia Grillo, in cui chiede un decreto legge per consentire la permanenza scolastica ai bambini non vaccinati delle scuole di infanzia 0-6 anni. “L’intento del procedimento – scrive il responsabile del Viminale – è quello di garantire la permanenza dei bambini nel ciclo della scuola dell’infanzia”. “Evitiamo traumi ai più piccoli”, dice Salvini. 

Secondo Salvini è necessario evitare “l’allontanamento e la decadenza dalle liste scolastiche” dei bambini “essendo ormai giunti alla conclusione dell’anno”. Bisogna “evitare traumi ai più piccoli”, aggiunge il ministro e quindi è necessario “prevedere il differimento degli obblighi in scadenza al 10 marzo prossimo contenuti nella legge Lorenzin”.

Questo pomeriggio dalla Calabria, il Ministro della Salute rispondendo indirettamente a Salvini ha detto :  “L’intento comune è di superare il decreto Lorenzin sui vaccini obbligatori, una legge che noi riteniamo abbia alcune importanti lacune”. Lo ha detto il ministro della Salute Giulia Grillo a Reggio Calabria, rispondendo ad una domanda sulla lettera con la quale il vicepremier Matteo Salvini ha chiesto un decreto legge per consentire la permanenza scolastica ai bambini non vaccinati delle scuole di infanzia fino a 6 anni. “Come e’ giusto che sia, sarà il Parlamento a superare quella legge”,  ha sottolineato.

La preoccupazione dei presidi. “Giusta la preoccupazione di non traumatizzare i bambini ma si continua a non tenere conto dei bimbi più fragili, la cui vita sarebbe a rischio se consentissimo ai non vaccinati per motivi ideologici di frequentare la stessa scuola. Non ci possono essere bambini di serie A e di serie B. C’è un tema di salute pubblica per cui non possiamo essere d’accordo”. Così il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli interpellato dall’ANSA sulla proposta del ministro dell’Interno Salvini. “L’intervento ora con un dl farebbe ripiombare in un caos da cui si sta faticosamente uscendo”, aggiunge Giannelli.

L’ex ministro Lorenzin. “Salvini invece che evitare traumi pensi a come garantire la sicurezza dei bambini immunodepressi che non possono andare a scuola e a come verrà garantita la salute per quei bambini che i genitori non vogliono vaccinare mettendone a rischio la salute”. Così Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute e leader di civica popolare risponde al ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha scritto al ministro della Salute Giulia Grillo chiedendo un decreto legge per consentire la permanenza scolastica ai bambini non vaccinati delle scuole di infanzia 0-6 anni. 




Tav, Conte: “Venerdì prenderemo la scelta migliore. Il Governo non rischia”

Per quanto riguarda la Tav, siamo in dirittura d’arrivo, nel percorso finale, quello politico. Oggi c’è stata la prima riunione politica, abbiamo iniziato l’analisi costi benefici. Domani sera alle 8,30, riunione con i tecnici a oltranza. Credo una scelta entro venerdì”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, al termine del vertice di governo. “Siccome prenderemo la scelta migliore per i cittadini, ovviamente il governo non rischia. Mi batterò perchè non sia trascurato alcun aspetto per una decisione corretta” ha ribadito il premier. Conte prova dunque a rimettere ordine nella questione dopo le diverse fughe in avanti, richiamando Lega ed M5s. “Rispetto le posizioni della Lega e del M5s ma sarò garante che queste posizioni pregiudiziali non pesino sul tavolo.Partiremo dall’analisi costi-benefici“. “Posso garantire che prenderemo una decisione per tutelare l’interesse nazionale” che ha precisato che “in questa fase non ci sarà nessuna interlocuzione con la Francia”.  La Lega affida dunque la soluzione al premier, confidando nelle sue capacità di mediazione, come aveva fatto ieri Salvini. “Stiamo lavorando per la soluzione migliore partendo da dati oggettivi. La soluzione è nelle mani del presidente Conte, le posizioni di partenza sono note. Siamo fiduciosi che si risolverà tutto per il meglio”dichiara Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, al termine del vertice di governo.




Cassazione, lavoro: chi abusa della 104 può essere licenziato

L’ordinanza della Corte di Cassazione è del 18 febbraio scorso. È la numero 4670/2019. Con questo provvedimento si conferma il rigore nei confronti di chi fa un uso improprio dei permessi per assistere i familiari disabili.

La legge 104 insomma. Il caso specifico è quello di un dipendente licenziato perché invece di impiegare le ore di permesso ai sensi di legge per assistere il familiare bisognoso, le dedica ad attività personali ledendo il vincolo fiduciario che è alla base di un rapporto di lavoro.

Né vale, per rendere illegittimo il licenziamento, il fatto che il datore di lavoro avesse ottenuto conferme dell’atteggiamento del dipendente avvalendosi di servizi di investigazione privata.

L’ordinamento permette l’intervento del detective per il controllo di condotte extralavorative che sia rilevante al fine del corretto adempimento delle obbligazioni del lavoratore.
Enrico Pellegrini