“Uomini, mezzi uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà”: signor Presidente fermi l’Italia e ci faccia scendere

Lanciata a velocità folle in una nottata di crisi da indebitamento, sfreccia l’Italia, lasciando durante il suo passaggio una scia di vuoto occupazionale, rovine economiche, tessuto sociale lacerato, una giustizia zoppicante , lenta e nebulosa, la corruzione che dilaga ed una criminalità sempre più aggressiva.

Giorgio Gaber ieri come la gente oggi

La gente si preoccupa. Attualissime sono le parole di Giorgio Gaber: Mi scusi Presidente/Ma questo nostro Stato/Che voi rappresentate/Mi
sembra un po’ sfasciato./ E’ anche troppo chiaro/Agli occhi della
gente/Che tutto è calcolato/E non funziona niente.

L’attuale situazione ed il canto dantesco dell’inferno

Notizia di pochi giorni fa: Bill Whatcott, canadese di 52 anni, cristiano di fede, è stato condannato a pagare una multa di 55.000 dollari per avere chiamato maschio un avvocato e attivista transessuale di nome Ronald Oger che si sente donna. Una sentenza sbalorditiva.

Signor Presidente, fermi l’Italia e ci faccia scendere prima che questo ventaccio canadese contamini ulteriormente la penisola e sarà multato chiunque osi chiamare maschi gli “Oger” italioti. Si preferisce anche scendere, caro Presidente, per non dovere subire più a lungo, persone consacrate come la monaca Cristina che balla con le Stelle anziché ritirarsi in monastero a pregare per lo sfacelo che sta attraversando la Chiesa mentre lei dà spettacolo in tv.

Signor Presidente, questa è l’Italia dantesca come viene descritta nel canto dell’Inferno “’Per me si va ne la città dolente /, per me si va ne l’eterno dolore, /per me si va tra la perduta gente”. Non può essere che così. E per dirla alla Benigni e Troisi: “Non ci resta che piangere

Il sistema delle opere pubbliche è bloccato

Lo sblocca cantieri fatica a decollare, imbrigliato tra bozze di subappalto, vertici del Palazzo, limiti del valore dei lavori e rimandi mentre l’Italia affretta la sua corsa verso il punto di non ritorno. La febbre del debito pubblico ha ormai superato la cifra di 2.363.000.000.000 di euro e le spese corrono su binari paralleli. La spesa giornaliera per enti inutili si aggira mediamente sui 17 milioni di euro e si calcola che giornalmente vengono evasi al fisco 194 milioni di euro circa. I disoccupati si avvicinano ai tre milioni e quattro milioni vanno avanti con un lavoro precario. Caro signor Presidente, quanto può andare avanti questa situazione? Forse meglio scendere ora e qui.

Lasciate ogni speranza o voi che dimorate nelle periferie.

La situazione generale non offre tante scelte. E’ sempre il canto dantesco. Schiacciata al nord dai lacci e laccioli delle direttive Ue e al sud dalla crisi africana che fomentata da mercanti di vite umane spinge con veemenza sul Belpaese. L’urto la sta sfiancando, o reagisce o soccombe. La sicurezza è diventata un bene prezioso molto ricercato, in particolare modo nelle periferie dove molto spesso il governo centrale, e a volte anche gli stessi Enti pubblici locali, ignorano e sottovalutano il disagio ed il degrado in cui vive quella parte della cittadinanza. Su scala nazionale si contano giornalmente circa 380 furti in abitazione e di questi solamente di 11 si vengono a scoprire i colpevoli.

A.A.A. giustizia giusta cercasi

Caro signor Presidente, la gente ormai ha perso ogni speranza e sta perdendo fiducia nella giustizia. Il crimine di Stefano Leo, a Torino, assassinato con una coltellata da Said Machaouat perché sorrideva, giustamente ha suscitato molta indignazione anche perché il marocchino aveva una condanna definitiva e doveva essere incarcerato.

La sentenza del giudice non è stata eseguita, si legge, “per un intoppo”.
Signor Presidente, chiamare tutto questo “una vergogna” sarebbe troppo
poco e conferma la richiesta di chiedere che si fermi l’Italia, ora e prima che succeda l’irreparabile.

Non c’è pace tra gli ulivi e nemmeno tra la maggioranza

Scoppia il braccio di ferro tra Tria e le due forze dell’esecutivo bloccando il governo. La Lega si mette contro Tria accusandolo di bloccare la Flat Tax. Nasce la tensione sul dossier dei ”truffati” dalle banche. Cala il gelo tra Bankitalia ed il vicepremier Di Maio e si rimanda lo scontro finale alle prossime nomine.

In giro la gente cerca di capire qualcosa su Quota Cento e sul Reddito di Cittadinanza, sui Navigator e sui Centri d’impiego. La TAV al momento dorme. Alla Camera è stato votato il Revenge Porn. Per i meno avvezzi spieghiamo che trattasi del decreto Codice Rosso che introduce il reato per la divulgazione di materiale sessualmente esplicito senza consenso.

Qui si balla sul ponte del Titanic italiano

Signor Presidente, non si capisce più niente. Davanti a tutti questi problemi che ha il paese, il senatore Zanda si sta facendo promotore di una proposta per rintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti; Radio Radicale sta mobilitando tutta l’elite per protestare contro la riduzione da euro 14 a 9 milioni/annui come finanziamento alla radio che i contribuenti versano a questa emittente; il Ministero per lo Sviluppo Economico ha ordinato alla Consip di emanare i bandi per l’acquisto e il noleggio di 8280 auto blu e grigie, per un costo totale di 168 milioni di euro; nelle trasmissioni tv di intrattenimento si tengono le udienze del tribunale tra risate, urla, balli e canti mentre negli uffici giudiziari si verificano degli “intoppi”.

Intanto l’Italia corre spedita avvolta in una nebbia fitta e a nessuno sembra importare più di tanto. L’Italia va verso il suo destino, oltre quei lidi incerti ci sta il baratro, lo strapiombo.

Signor Presidente ancora non è tutto perso

Permetta la metafora, signor Presidente. Una volta l’Italia era il giardino d’Europa. Qui germogliava l’arte, nasceva la musica, fioriva la letteratura, cresceva la cultura e si coltivavano i valori. Questo giardino era fonte di nutrimento del popolo italiano. Poi venne l’ideologia del terzo millennio, piena di gramigna infestante della globalizzazione, sradicando radici e anni di sana tradizione, saccheggiando valori, beni, strutture, marche di prestigio, di genio e di professionalità e prodotti di vanto. In cambio hanno fatto del giardino Italia una fitta boscaglia di pseudo valori, sotto prodotti succedanei e surrogati.

Signor Presidente, o ora o mai più. Fermare questa folle corsa si può. Radunare un gruppo di vecchi saggi per pulire l’Italia da questa classe, per dirla con Sciascia, di “Uomini, mezzi uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà”

Lei lo può fare, signor Presidente, lei con un gruppo di vecchi saggi per rinverdire nuovamente il giardino Italia e ridare speranza agli Italiani.
In tale attesa, signor Presidente, la preghiamo di fermare l’Italia per farci scendere.




Isole italiane in vendita: arriva la denuncia dei verdi

Isole italiane, veri gioielli ambientali, in vendita: è allarme dei Verdi che hanno inviato ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali un esposto con il quale si chiede un intervento immediato. 

“Su alcuni siti di agenzie immobiliari internazionali e nazionali ci sono annunci per la vendita di prestigiose isole, gioielli ambientali. Alcune hanno una finalità esplicita come quella di realizzare trasformazioni urbanistiche, con realizzazione di resort, e in altri casi i progetti che sono dietro le proposte di acquisto sono avvolti dal riserbo più assoluto”, dichiara il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. 

Le proposte di vendita compaiono ad esempio su –www.privateislandsonline.com e www.vladi-private-islands.de – e fra queste c’e’ il caso della famosa isola delle Femmine a Palermo in vendita per 3 milioni di euro o dell’Isola di Capo Passero in provincia di Siracusa dove partirà un progetto per la realizzazione di un resort. L’isola di Capo Passero era stata proposta per essere una riserva naturale integrata ma il suo decreto istitutivo fu annullato dopo ricorso della proprietà.

E’ in vendita per 4 milioni di euro l’Isola di Cerboli all’interno del parco nazionale dell’arcipelago toscano estesa per 4ha, l’Isola di Santa Maria di fronte Marsala nella Provincia di Trapani in vendita per 17 milioni di euro.

Venduto l’isolotto di Santo Stefano che ospitò le prigioni di Sandro Pertini”. “Poi c’è lo Stato che vende i suoi gioielli – continua l’esponente dei Verdi – come nel caso dell’Isola di Poveglia, suggestiva e preziosa dal punto di vista ambientale, della laguna di Venezia che viene definita anche l’isola dei fantasmi.

Ancora oggi l’agenzia del Demanio non risponde all’iniziativa messa in atto dall’associazione Povelia per tutti che ha raccolto in crowdfunding quasi 500 mila euro chiedendo in concessione l’isola per riqualificarla in modo ecocompatibile e creare orti urbani per scongiurare la vendita per usi speculativi. C’è invece l’isola di San Secondo già venduta dallo stato sempre nella laguna di Venezia per farci un albergo di lusso”.   




Ciampino, Giorgio Balzoni l’allievo di Aldo Moro: “I giovani daranno nuovo impulso alla città”

CIAMPINO (RM) – Giorgio Balzoni giornalista parlamentare fin dal 1980, si è sempre occupato di politica interna e dal 2000 al 2015 è stato vicedirettore del TG1. Amico di Aldo Moro con il quale ha studiato ai tempi dell’Università, Balzoni ha passato accanto al presidente DC gli ultimi 10 anni della sua vita. Ed è in questo lasso di tempo che nasce l’amore per la politica, per la società civile.

Momenti, quelli trascorsi con Aldo Moro, che hanno rappresentato vere e proprie lezioni di vita

La video intervista a Giorgio Balzoni candidato sindaco a Ciampino

Balzoni ancora oggi prima di prendere una qualsiasi decisione si domanda “Cosa si sarebbe aspettato il professore da me?”. E così anche la scelta di scendere in campo come candidato sindaco a Ciampino è stata motivo di una lunga riflessione su cosa avrebbe detto Aldo Moro. E Balzoni crede che il grande statista avrebbe avallato la scelta di scendere in campo per confrontarsi con la società civile, specialmente in questo periodo storico in cui è necessario recuperare quei valori fondanti che devono contraddistinguere chi si appresta a dirigere la cosa pubblica.

Il recupero dell’economia, dei posti di lavoro, della disoccupazione giovanile “questo il cancro da affrontare” tra le priorità programmatiche dell’allievo di Aldo Moro per la città di Ciampino, che “negli ultimi tempi ha pagato caro il prezzo della crisi che ha attraversato tutto il Paese nonostante per molti anni abbia avuto amministrazioni molto positive”.

Una scesa in campo, quella di Balzoni, che è stata una sorpresa per molti in quanto non si vedeva da tempo un personaggio di così alta caratura mettersi al servizio della collettività. “A Ciampino sono nato e vissuto fino all’età di 27 anni – ha detto Balzoni nel corso dell’intervista rilasciata al direttore de “L’Osservatore d’Italia” e conduttrice del programma giornalistico “Officina Stampa” Chiara Rai – ho pensato che a un certo punto della mia vita – ha proseguito il giornalista – era giusto dare qualcosa alla città che mi ha visto nascere”.




Conte a Tria: “Stai sereno”

“Giovanni, stai sereno”. Dopo l’ultimo scontro tra Tria e Luigi Di Maio in Consiglio dei Ministri sui rimborsi ai risparmiatori truffati, il destino del ministro dell’Economia, da sempre “stabilmente in bilico”, sembra ancora più precario del solito. E, per quanto il presidente del Consiglio possa aver usato tale espressione in buona fede, non porta proprio benissimo il suo invito a Tria perché “stia sereno”. Nel linguaggio della politica tale locuzione è ormai collegata in modo indissolubile al celebre “Enrico stai sereno” che Matteo Renzi rivolse a Enrico Letta poco prima di sfilargli Palazzo Chigi.

Durante un’intervista al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, in occasione del Family Business Festival al Teatro Grande di Brescia, Giuseppe Conte ha assicurato che non ci sono problemi con la Lega nel governo, che il ministro dell’Economia Tria “deve stare sereno” e che l’esecutivo terrà i conti in ordine ed è già al lavoro per disinnescare le clausole di salvaguardia Ue come l’aumento dell’Iva.

Dopo l’evento il premier ha incontrato il filosofo Emanuele Severino, di cui è un attento lettore, è poi si è anche recato in piazza della Loggia per rendere omaggio alle vittime dell’attentato terroristico del 1974, facendo deporre una corona di fiori.

Conte ha poi negato scontri sulla questione dei rimborsi ai truffati dalle banche: “C’e’ stato un confronto sereno perché tutti quanti avevamo le idee chiare: abbiamo un miliardo e mezzo da sbloccare nel limiti delle regole europee. Quando vedo qualche ricostruzione sorrido”. Smentite anche fratture con Lega (“assolutamente no”): semplicemente, ha spiegato, “con la Lega stiamo attraversando un periodo particolare, siamo in campagna elettorale, è normale”.

Per il premier “ragionevolmente fino alle Europee continuerà la dialettica politica, ciascuno cerca di allargare il suo spazio politico”. Comunque, ha rassicurato Conte, “non bisogna pensare che da questo confronto dialettico venga messa in dubbio l’attività di governo”.

Il premier è apparso ottimista anche sul futuro economico: “Nel secondo semestre” dell’anno “ci aspettiamo una crescita più robusta”. Nessun problema, poi, sulle clausole di salvaguardia concordate con l’Ue (come l’aumento dell’Iva): “Abbiamo delle clausole importanti da fronteggiare ma ci stiamo già lavorando con vari accorgimenti” e “faremo di tutto, su questo dovete stare tranquilli, per tenere i conti in ordine”.

Infine, nel pomeriggio, al termine della sua visita in piazza della Loggia, Conte ha parlato di Alitalia. A chi gli chiedeva se lo Stato sia pronto ad arrivare al 15% in Alitalia, convertendo una parte del prestito ponte in azioni, il premier ha risposto: “Siamo pronti anche a questa evenienza. Stiamo lavorando al dossier Alitalia per rilanciare la nostra compagnia di bandiera”.




Emergenza idrica, l’Italia del nord sorride alla pioggia, si alzano livelli dei laghi. Vincenzi (ANBI): “Non basta. Sono necessari interventi strutturali”

A lungo invocata è arrivata una pioggia ristoratrice sulle regioni settentrionali del Paese; finora le caratteristiche del fenomeno meteo sono benigne: non si lamentano criticità idrogeologiche, seppur Consorzi di bonifica e Protezione Civile siano in allerta per la conclamata fragilità idraulica di un terreno inaridito da mesi di scarse precipitazioni.

I fenomeni meteorologici stanno comunque evidenziandosi con una diversa intensità testimoniata da apporti idrici localizzati.

A beneficiarne finora sono soprattutto i grandi laghi: in soli 4 giorni, il livello del lago Maggiore è cresciuto di quasi 44 centimetri; il lago di Como, che era indirizzato al minimo storico, segna + cm. 22,6; il lago d’Iseo, + 13 centimetri. Il lago di Garda è addirittura 26 centimetri sopra la media del periodo. Bene, in Emilia Romagna, anche gli invasi di Mignano e Molato, riempiti per circa la metà della capacità e superiori a quanto contenuto lo scorso anno.

Diversa e “a macchia di leopardo” è la situazione dei fiumi: il Po non ha ancora ricevuto l’atteso beneficio dalle piogge e, a Pontelagoscuro, è sceso sotto la fatidica soglia dei 600 metri cubi al secondo (mc/sec 598,cioè un terzo della media del periodo e la metà della portata del 5 Aprile di un anno fa), che fa scattare l’allarme “risalita del cuneo salino”, che contamina terreni e falde, rendendo inservibili le prese irrigue. A monte, il Po resta largamente sotto il livello dello scorso anno come altri fiumi piemontesi con l’ eccezione della Dora Baltea. Diversificata è la situazione per i fiumi dell’Emilia Romagna: se l’Enza è tornato ai livelli dello scorso anno, largamente sopra la media è il Secchia, mentre il Reno resta abbondantemente al di sotto della porta di un anno fa. In sofferenza anche il Lago di Bracciano nel Lazio che misura -147,5 centimetri rispetto allo zero idrometrico fissato a 163 centimetri.

“E’ una situazione in evoluzione – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – La pioggia sta dissetando i territori, ma non è certo risolutiva di problemi, che restano strutturali di fronte ad evidenti cambiamenti climatici. In montagna, ad esempio, sta anche nevicando, ma l’apporto idrico di tale fenomeno è assai diverso da quello delle nevi invernali che, “impaccandosi” al suolo, creano una riserva idrica che progressivamente si scioglie con il crescere della temperatura. Le nevi odierne, invece, tenderanno a sciogliersi repentinamente, aumentando un seppur contenuto rischio idrogeologico.”

L’intervista al direttore Generale dell’ANBI Massimo Gargano trasmessa a Officina Stampa il 28/06/2018

“La grande novità è che la pioggia di queste ore – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è accolta con sollievo non solo dagli agricoltori, ma dall’opinione pubblica in generale. Pur essendoci un grande bisogno di accrescere la cultura dell’acqua, la percezione sulla necessità di preservare ed ottimizzare la gestione di tale risorsa è ormai largamente diffusa. E’ tempo per scelte condivise.”




Fratelli d’Italia, l’ingegnere Roberto Cuccioletta nominato coordinatore professioni tecniche del dipartimento professioni

L’ingegnere Roberto Cuccioletta portavoce per Fratelli d’Italia ad Albano Laziale è stato nominato coordinatore regionale professioni tecniche del dipartimento professioni di Fratelli d’Italia.

L’ufficializzazione del prestigioso incarico è arrivata ieri a firma del Commissario Regionale per il Lazio l’avvocato Paolo Trancassini che “Sentita la Responsabile del Dipartimento Nazionale ‘Professioni Tecniche’ dottoressa Marta Schifone ha provveduto a formalizzare l’atto di nomina.

“Sono veramente onorato di aver ricevuto un incarico che mi consente di mettere a disposizione la mia professione per il partito. Ringrazio di cuore per la fiducia il nostro coordinatore regionale Paolo Trancassini e la coordinatrice del dipartimento professioni Marta Schifone” ha dichiarato Cuccioletta su Fb a margine dell’inestitura che ora lo vedrà impegnato nel reperire risorse, competenze e organizzazione per proseguire il percorso di crescita del partito della Meloni nella Regione Lazio.




Banche, paralisi a Cinque Stelle: nessun accordo sui rimborsi ai truffati

Fumata nera dopo un duro scontro in Consiglio dei ministri. Tria: “Basta bloccare il Paese”

Viene rinviata, al termine di un duro scontro in Consiglio dei ministri, la decisione sui rimborsi ai risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie.

“Vince la linea Di Maio”, esulta il Movimento 5 stelle. Perde la linea Tria, è il sottinteso. La norma sui rimborsi non entra infatti, come invece chiedeva il ministro dell’Economia, nel decreto crescita.

Ma non passa neanche, per ora, la linea pentastellata che chiedeva un binario unico per i ristori. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si fa promotore di una mediazione: lunedì convocherà a Palazzo Chigi le associazioni dei risparmiatori per concordare la norma che dovrebbe essere varata in un nuovo Cdm martedì 9. Solo dopo si valuterà con precisione come procedere. La riunione fiume, di oltre tre ore, porta all’approvazione del decreto sulla crescita. Ma anche su questo testo c’è ancora da lavorare e infatti passa ‘salvo intese’: il dl rischia di ingrossarsi fino a contenere oltre 50 (c’è chi dice 80) articoli ma fonti governative dicono che così rischia di non passare il vaglio del Colle e quindi servirà un supplemento di esame. Dentro c’è la norma su Alitalia voluta dal ministero guidato da Di Maio per convertire il prestito ponte di Alitalia in equity e consentire eventualmente allo Stato di entrare nella newco. E potrebbe esserci anche una norma sull’Ilva. Il premier annuncia che è in dirittura d’arrivo anche il decreto sblocca cantieriapprovato salvo intese in Cdm due settimane fa: dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale in due o tre giorni. Ma in serata il testo non risulta giunto al Quirinale.

I rimborsi ai risparmiatori truffati nella crisi delle banche dunque non sono stati insertiti nel dl crescita. “Sono contento, come Cinque stelle, che nel decreto crescita non ci sia niente sui risparmiatori. Non perché non li voglio risarcire ma perché serve un risarcimento diretto” dice il vicepremier Luigi Di Maio. “La settimana prossima sarà quella decisiva: poi dovremo prendere una decisione perché la pazienza è finita”. “Noi vogliamo che i risparmiatori ricevano risarcimenti diretti senza nessun arbitrato o contenzioso. Lunedì il presidente Conte parlerà ai risparmiatori perché tutto si fa con il dialogo” precisa Di Maio.

E lo stallo irrita anche la Lega che fa filtrare tutta la sua insofferenza: “Troppi no e troppa lentezza. Serve un cambio di passo. La Lega vuole più concretezza. Ci aspettiamo risposte serie e reali per i risparmiatori (lunedì deve arrivare lo sblocco agli indennizzi per i truffati) ma basta bloccare il Paese con i no. Devono partire i cantieri, le opere, la flat tax, bisogna togliere la burocrazia inutile, riformare il codice degli appalti, fare la riforma della giustizia per avere tempi certi. Alle parole ora devono seguire i fatti”.

Il nodo principale: la posizione di Tria e le promesse di Conte. Rimangono per il momento fermi dunque i fondi da un miliardo e mezzo di euro messi a disposizione del Fir, il fondo per gli indennizzi ai risparmiatori costituito con la legge di Bilancio 2019. E’ sul come erogarli che il ministro dell’Economia Giovanni Tria, la Lega e il Movimento Cinque Stelle si dividono. Tria vuole una soluzione in linea con le norme sul bail in (la condivisione delle perdite da parte di azionisti e obbligazionisti subordinati) e le indicazioni del commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager. Il Movimento Cinque Stelle ha promesso rimborsi il più possibile generalizzati, e teme lo scontro con le associazioni dei risparmiatori se l’onere della prova dovesse diventare eccessivamente gravoso. La Lega vuole superare la questione al più presto possibile, e propende per un doppio binario (risarcimenti automatici solo per una parte dei risparmiatori, per gli altri arbitrato rigoroso), ipotesi rigettata invece dal M5S.

I punti fermi di Tria e le obiezioni del resto del governo. A questo punto perciò l’esigenza di Tria è duplice: non solo non violare le norme Ue, ma anche mettere al riparo se stesso e i funzionari del proprio ministero nel caso in cui i decreti risultassero comunque non conformi al quadro europeo. Il che si traduce nella richiesta di una “norma primaria” che modifichi la legge di Bilancio. Di una legge, cioè: il decreto attuativo non potrebbe che prevedere norme in linea con la legge di Bilancio, che tende ai risarcimenti indiscriminati, e scarica la responsabilità sul Mef. Per introdurre dei correttivi occorre una norma di uguale valore, cioè una legge.




M5s, Garante per la privacy sanziona con 50mila euro l’associazione Rousseau: criticità nella piattaforma

Una sanzione di 50.000 euro; completare l’adozione delle misure di auditing informatico; provvedere ad assegnare credenziali di autenticazione ad uso esclusivo di ciascun utente con privilegi amministrativi, entro 10 giorni; entro 120 giorni rivisitazione complessiva delle iniziative di sicurezza adottate. Infine entro il termine di 60 giorni, una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati, riferita alle funzionalità di e-voting. E’ quanto ingiunge il Garante per la privacy all’Associazione Rousseau nel provvedimento varato oggi.

Il Garante per la privacy rileva che rimangono ‘‘importanti vulnerabilità rispetto alle quali l’Autorità (valutata anche l’urgenza di intervenire su una struttura, come la piattaforma Rousseau, di particolare rilevanza e delicatezza anche sotto il profilo della partecipazione democratica dei cittadini alle scelte politiche) è tenuta ad intervenire attraverso i poteri che le sono attribuiti”.

Per questo il Garante ingiunge all’Associazione Movimento 5 Stelle e all’Associazione Rousseau quale responsabile del trattamento di provvedere a risolvere tali criticità.

“L’infrastruttura tecnologica di Rousseau come abbiamo comunicato nei giorni scorsi è stata potenziata recependo le osservazioni del Garante e così ha risposto alla domanda di maggiore innovazione e a quella di essere uno strumento all’avanguardia in grado di soddisfare le esigenze degli utenti e delle tante attività che vengono svolte sulla piattaforma”, così Enrica Sabatini, braccio destro di Davide Casaleggio ed una dei soci dell’associazione Rousseau.

Nel giorno delle votazioni per le Europarlamentarie M5S Davide Casaleggio, a quanto si apprende, ha sporto denuncia contro alcuni profili “clone” tra gli iscritti alla Piattaforma Rousseau. Casaleggio questa mattina, si è infatti recato in Procura per denunciare, per conto dell’associazione, la creazione ad hoc di profili di iscritti creati con i loro dati ma senza il consenso di questi ultimi. L’obiettivo, avere più voti sulla piattaforma. La deadline per la fine delle Europarlamentarie scade questa sera alle 22. I candidati che ne usciranno vincenti saranno 76.

“L’ex capogruppo Pd, oggi garante della privacy, ha multato nuovamente l’Associazione Rousseau per 50.000 euro. L’Associazione Rousseau era stata multata anche un anno fa perché non era stato scritto il nome del fornitore di server dentro all’informativa in modo esplicito e il garante aveva fatto una serie di rilievi. Tutti questi rilievi sono stati presi in carico e ci siamo messi a lavorare per risolvere tutti i problemi che erano stati segnalati. Non solo li abbiamo risolti, abbiamo creato una nuova piattaforma di voto su tecnologie allo stato dell’arte mondiale come abbiamo comunicato al Garante prima che ci scrivesse. Nonostante questo oggi il garante, ex capogruppo Pd, ha deciso di multare nuovamente Rousseau per un sistema di voto che non è quello utilizzato oggi e che non è più online”. Lo scrive l’Associazione Rousseau sul blog delle Stelle dove aggiunge: “Ha deciso inoltre di darne pubblicamente notizia durante una votazione in corso su Rousseau con la quale il M5s sta scegliendo i suoi candidati per le elezioni europee”. “Temiamo che ci sia un uso politico del garante della privacy e che possa risentire della sua pregressa appartenenza al Pd. Il garante della privacy dovrebbe tutelare tutti, non solo le persone del suo partito”. Così l’Associazione Rousseau in un post sul blog delle Stelle. “Può il garante della privacy essere un esponente politico di un partito? Noi riteniamo di no e non ci sentiamo tutelati in alcuna maniera” aggiunge Rousseau.




Meteo, torna il maltempo con piogge torrenziali: scuole chiuse in diverse regioni

E’ allerta meteo. Nelle prossime 24 ore la nostra Penisola e le isole maggiori saranno interessate dal maltempo a causa di un profondo vortice perturbato centrato sul Mediterraneo occidentale che dispenserà notevoli quantitativi di pioggia con raffiche di vento e nevicate oltre i 1400-1500 metri di quota.

Una situazione che non si registrava da tempo a causa delle anomalie che hanno attanagliato il Nord Italia. Perciò la situazione è molto preoccupante ed ha costretto la protezione civile a diramare l’allerta meteo in stretta collaborazione con enti, sindaci e prefetture di diverse regioni d’Italia.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, per la giornata di giovedì 4 Aprile, si attendono fenomeni di forte intensità caratterizzati da piogge abbondanti e temporali.

Cadranno oltre 150mm di pioggia su vaste aree del Paese, con picchi di 300mm sulle Prealpi tra Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma anche 250mm tra Liguria e Toscana.

Pertanto, questa situazione di estrema allerta, prevede la chiusura di centinaia di scuole in diversi regioni d’Italia.

Al momento, in attesa di conferme ufficiali attraverso il bollettino della protezione civile che arriverà nelle prossime ore, le scuole che resteranno chiuse a causa del maltempo, giovedì 4 Aprile, saranno quelle di Liguria, Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia settentrionale, Toscana e Lazio.

Probabile quindi la totale sospensione delle attività didattiche a Roma, Firenze, Genova, Milano, Vicenza e Udine, dove le piogge potranno essere torrenziali.

E sulla Capitale sono previsti ingenti quantità d’acqua in pochissimo tempo e forti raffiche di vento con punte oltre i 60 km/h specie nella seconda parte della giornata, tra il pomeriggio e la sera.
Previsti dunque allagamenti e disagi alla circolazione automobilistica.

Anche la Protezione Civile Regionale ha emesso un avviso di criticità idrogeologica ed idraulica, codice giallo, per la giornata di domani, Giovedì 4 Aprile.

La sindaca Virginia Raggi adotterà il provvedimento che ordinerà le scuole chiuse? Come è possibile immaginare, la decisione è molto attesa da parte dei genitori che dovranno dovranno pensare ad un piano b in caso di chiusura delle scuole.  Si aspettano aggiornamenti dopo il consueto bollettino di criticità che verrà emesso dalla Protezione Civile.

Non è escluso che, nelle prossime ore, si aggiungano alla lista città come Napoli, Salerno, Caserta, e altri comuni tra Campania e Calabria. Da segnalare inoltre che saranno le località Alpine e Prealpine (Aosta, Belluno, Sondrio, Biella, Como, Varese) a subire l’impeto più grave delle precipitazioni.




ANBI, la proposta: contro le crisi idriche un’alleanza per bacini polivalenti

“L’emergenza idrica, che si sta prospettando
nell’Italia settentrionale, non colpirà solo l’agricoltura, ma tutti gli
interessi, che gravano sulla risorsa idrica; per questo, ANBI propone una
strategia ventennale di bacini ad uso plurimo dove, nel rispetto delle priorità
di legge, trovino soddisfazione le diverse esigenze: umane, agricole,
produttive, turistiche  in un contesto di
valorizzazione ambientale, nel quale coinvolgere le realtà locali attraverso
processi partecipativi dal basso.”

Lo afferma Francesco Vincenzi, Presidente
dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del
Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI),
intervenuto ad un workshop sul
futuro delle energie rinnovabili, organizzato a Roma da “Terna”.

“L’acqua – prosegue
il Presidente di ANBI – è non solo
fonte di vita, ma un elemento produttivo strategico da gestire con
lungimiranza. E’ necessario contemperare  le diverse esigenze, evitando
controproducenti conflitti sull’utilizzo della risorsa idrica; per questo,
nell’immediato abbiamo chiesto la convocazione degli Osservatori sulle risorse
idriche presso le Autorità di Distretto, ma in prospettiva dobbiamo aumentare
la capacità di trattenere le acque in bacini, coinvolgendo le espressioni del
territorio in una strategia virtuosa. Già oggi, i Consorzi di bonifica
producono, da fonti rinnovabili, l’80% dell’energia utilizzata.”
 

ANBI e Terna,
unitamente a Coldiretti, sono già legate da un Protocollo d’Intesa, siglato ad
inizio 2018, per ottimizzare i benefici di una gestione polivalente della
risorsa irrigua, coniugandone un uso idroelettrico con i fabbisogni prioritari
delle imprese agricole e con la sostenibilità ambientale.

“L’accordo siglato
fra ANBI, Coldiretti e Terna – conclude Francesco
Vincenzi
– conferma il ruolo che i Consorzi di bonifica e, più in generale,
l’agricoltura possono giocare sul terreno della modernità. L’intesa apre nuove
opportunità nel campo della sostenibilità energetica e della ottimizzazione
d’uso delle risorse idriche nell’interesse della salvaguardia ambientale e
dell’economia del settore primario. Il futuro non può che nascere dalla
condivisione di obbiettivi comuni fra soggetti di diversa natura, ma con una
comune sensibilità per la valorizzazione del territorio e delle sue risorse
naturali.”




Albano Laziale, Massimiliano Borelli si dimette da segretario del Pd

Massimiliano Borelli, già consigliere comunale e consigliere metropolitano, rimette il mandato di segretario cittadino ed avvia un confronto aperto all’ interno del Partito.

La reggenza, votata all’unanimità nella direzione, spetta al vice segretario Alessio Colini che avrà il compito di guidare i Democratici in questa nuova fase.Ecco la relazione del segretario uscente : Care democratiche, cari democratici, parlare oggi del nostro Partito ha senso, se riusciamo a guardare oltre i dati elettorali e la fase congressuale da poco superata. Ha senso se riusciamo a distinguere il partito, cosa molto difficile di questi tempi per l’eccessiva e quasi automatica personalizzazione della politica, da un comitato elettorale con a capo un segretario che è anche potenziale candidato. F

are questa distinzione permette a noi tutti di presentarci, agli occhi dei nostri concittadini/elettori, non come portatori e partigiani di un’idea assoluta, ma sostenitori di un progetto valoriale che è la sintesi di tante esperienze e percorsi. Contenitore all’interno del quale ci si muove in autonomia dai rappresentanti istituzionali, riacquisendo anche un ruolo di attore e spettatore critico (in base ai ruoli).

Ed infine, un contenitore o piattaforma (usando linguaggi più virtuali) che sia luogo di aggregazione, confronto ed elaborazione, traino anche per altre realtà che stentano ad emergere e che non hanno voce nei processi decisionali delle nostre comunità.Preso atto di questa riflessione, che mette in chiaro cosa sia un partito, o meglio cosa debba essere il nostro partito, dovremmo essere pronti ad analizzare le cause delle sconfitte e quella voglia di riscatto che tante e tanti hanno manifestato partecipando alle primarie del 3 marzo u.s.

Avevamo paura dei numeri, del tetto massimo di partecipazione; ebbene, ancora una volta la partecipazione ha superato le aspettative. Quando il popolo è chiamato a pronunciarsi su di un progetto che vuole cambiare l’ordine stabilito ed infonde speranza, questo risponde lanciando inequivocabili segnali.E guai a tradirli. Verremmo travolti.

Le primarie del 4 marzo e la netta affermazione di Nicola Zingaretti, eletto segretario, mostrano quanto sia ancora vivo quel contenitore valoriale; evidenziano come ci sia ancora voglia di impegnarsi a sostenere chi propone, chiaramente ,un progetto politico alternativo alle destre ed ai populisti. La deriva socio-culturale alla quale assistiamo, sta coinvolgendo tutti i settori delle nostre città e dei Paesi Europei.

Il revanchismo nazionalista, quello dei più beceri e pericolosi, è alimentato da chi cavalca il tema delle DIFFERENZE, delle DIVERSITA’, non come valore aggiunto, ma come elemento ESTRANEO e destabilizzante. E’ quello della negazione dei diritti e della riproposizione di modelli che riportano indietro di 50 anni il nostro Paese (esempio la Conferenza sulla Famiglia di Verona che si svolgerà domani) Ed ecco quindi le caricature, i linguaggi offensivi che tendono a categorizzare alcuni ambiti sociali, i capri espiatori sui quali ricadono le responsabilità della crisi economica, della mancanza di lavoro, dell’insicurezza, della destabilizzazione valoriale. E come dice il nostro segretario nazionale, prevale la PAURA contro ogni messaggio positivo e di crescita. Nulla di più scontato e già visto, nei periodi storici più controversi e non troppo distanti da questi tempi. E non si pensi che comunità come la nostra, quella di Albano, non ne siano coinvolte e non rischino di esserne fagocitate.

Quindi la prima domanda che ci dobbiamo porre è: cosa siamo chiamati a fare? Per contrastare questa deriva è necessario scendere in strada e nei luoghi di aggregazione; e laddove non ce ne siano crearne di nuovi, per far in modo che si partecipi dei problemi comuni. E’ tempo di recuperare uno spazio attivo di militanza, più reale e con un uso più intelligente dei social, all’interno del quale l’azione principale è ASCOLTARE, con umiltà e senza supponenza. E dopo aver ascoltato, DISEGNARE nuovi percorsi che creino prospettive. La seconda domanda è, come dobbiamo farlo? Non ho altra risposta se non quella di invitare tutte e tutti a fare un passo indietro e, prima di ogni decisione, capire bene quale sia la strada giusta da percorrere, INSIEME. Non si va da nessuna parte, se non si coinvolge il tessuto sociale nel quale viviamo, e oggi, più di ieri, siamo chiamati a realizzare gli impegni assunti, non mantenuti. Un bravo interlocutore deve avere la capacità di riconoscere i propri limiti ed i punti di caduta dell’azione politica/amministrativa portata avanti, correggerli e renderli rispondenti alle richieste.Ed è proprio la rispondenza tra domanda ed offerta di aspettative che bisognerà ricalibrare, perché la mancanza di tale rispondenza alimenta disillusione, allontanamento e dissenso. E’ quello che è avvenuto a livello nazionale e che, nel corso del tempo, si è duplicato anche nella nostra città.

Il Partito Democratico di Albano: domani

Ciò detto, è tempo di condividere con voi un passaggio che ritengo essenziale per il rilancio dell’attività politica del nostro Partito a livello locale, in vista anche delle future elezioni amministrative del 2020. L’elezione netta di Zingaretti a segretario nazionale del Partito Democratico, deve scatenare secondo me, un percorso di rinnovamento di tutti i gruppi dirigenti ed un’analisi che rimoduli gli schemi politici, senza steccati e pregiudizi, ponendo al centro del dibattito i temi trattati in premessa. Un rinnovamento nella continuità, sul quale il Pd di Albano può confidare grazie alla presenza di quadri giovani e preparati. Proprio per questo, ho deciso di rimettere il mio mandato da segretario, senza alcun ripensamento, per riattivare un confronto lampo che restituisca al Partito Democratico la centralità che merita nel dibattito politico cittadino.Il Partito dovrà essere perno intorno al quale rigenerare i rapporti politici che nel corso degli anni si sono allacciati o si sono indeboliti; bisogna creare una nuova piattaforma di confronto che sia fondamenta per un progetto politico di CENTROSINISTRA ampio ed inclusivo, ‘in continuità discontinua’, mantenendo attive tutte quelle azioni che hanno dato centralità e reso credibile la nostra città nell’intero ambito territoriale, individuando nel contempo nuove azioni che affranchino il nuovo corso, dandogli respiro. Un’occasione importante potrebbe essere data dal PIANO STRATEGICO TERRITORIALE presentato pochi giorni fa dall’amministrazione comunale; una sfida molto ambiziosa e stimolante, alla quale aggiungere la declinazione nella nostra città, e sull’intero territorio, di tutti i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Angenda 2030 – Sustainable Development Goals (SDGs) – nei quali vengono elencate azioni e buone pratiche da attivare nei prossimi 10 anni, per le persone, per il pianeta e per la prosperità.

Ed un passo verso questa direzione è stato fatto, nell’ultimo Consiglio Comunale di ieri, dove abbiamo votato l’adesione della Città di Albano al Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia, assumendoci direttamente NOI l’impegno, in assenza delle forze di minoranza.

IL PERCORSO Le dimissioni da segretario, non come epilogo di un periodo di crisi, ma come punto di partenza per il rilancio della nostra attività politica. Due sono le strade possibili: l’individuazione di una figura eletta a maggioranza assoluta in seno all’attuale direttivo (a mio modo di vedere troppo autoreferenziale in questo momento); oppure un veloce confronto interno ed un congresso che eleggerà il nuovo gruppo dirigente, possibile espressione di nuove realtà.

Al fine di dare peso alla scelta e visibilità alla nostra azione, ritengo più incisiva la seconda ipotesi, alla quale voglio dare seguito nominando alla carica di Vice segretario, Alessio Colini, membro di segreteria, che avrà il compito di portare il nostro partito al congresso cittadino entro e non oltre la metà di maggio 2019, visto anche l’appuntamento elettorale delle elezioni europee. Grazie a tutte e tutti per il lavoro svolto finora! Massimiliano Borelli Quindi riprendendo una frase del segretario nazionale, anche il Partito Democratico di Albano “Deve essere capace di elaborare una proposta rigenerante che torni ad offrire un orizzonte alla rabbia, la trasformi in progetto politico, in una nuova speranza.” Nicola Zingaretti