Giornata Nazionale della Bandiera 2020. Tagliente: “Impegniamoci tutti a promuovere il decoro del Tricolore”

“Per festeggiare la Giornata Nazionale della Bandiera, sarebbe bello, almeno per il 7 gennaio, da italiani, fare tutto quello che ci è richiesto o consentito per evitare di vedere la Bandiera italiana, esposta anche su edifici pubblici, in pessime condizioni d’uso, strappata, lacerata, scolorita o sporca”. Lo dice il Prefetto Francesco Tagliente

“L’Associazione insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica (ANCRI) – prosegue Tagliente – e impegnata a fare la propria parte. Celebra la “Festa del Tricolore” rendendo omaggio alla Bandiera con una solenne cerimonia organizzata alla Scuola Superiore di Polizia con un concerto della Banda musicale della Polizia di Stato.

Il 7 gennaio è obbligatorio esporre la Bandiera della Repubblica e quella dell’Unione europea su tutti gli edifici sede di uffici pubblici ed istituzioni. Anche sugli altri edifici non pubblici è consentita l’esposizione.

Ricordo – scrive ancora Tagliente – che per legge le Bandiere devono esposte in buono stato e correttamente dispiegate.

Abbiamo davanti ancora qualche giorno, il tempo utile per procedere ad un’attenta verifica sui vessilli esposti, avendo cura di controllare sia la corretta esposizione nel rispetto delle regole protocollari, sia che gli stessi non si presentino logori, scoloriti, strappati, sporchi o male avvolti intorno all’asta. In vista del 7 gennaio sarebbe la sostituzione di eventuali bandiere in stato di degrado.

La raccomandazione – conclude – vale sia per le sedi di edifici pubblici che per quelli sede di alberghi ed altre attività che pur non essendo tenuti decidono di esporre il Tricolore.”




Ancri, varato il progetto nazionale: “Cittadini virtuosi” eroi del quotidiano

“Nel corso della storia, in tempi d’incertezza, il mondo cerca eroi. Nel 2019 la ricerca di eroi è aumentata vertiginosamente”. Inizia con queste parole il breve video riassuntivo con cui Google, il motore di ricerca per internet più utilizzato al mondo, fa un bilancio degli argomenti più ricercati dai suoi utenti nel corso dell’anno appena concluso.

L’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) ha varato un progetto nazionale “Cittadini virtuosi” per premiare il coraggio e dare voce al bene che non fa rumore, alle buone notizie che vengono trascurate ed esprimere plauso e solidarietà ai piccoli eroi di ogni giorno.

Tante storie, infatti, di quelle che la cronaca relega in poche righe nella colonna “brevi” nascondono gesti di grande coraggio, onestà e solidarietà.

Nel discorso di fine anno il Presidente Mattarella ha espressamente fatto riferimento alla cultura del civismo da diffondere tra i giovani ed ogni giorno si registrano lodevoli esempi di senso civico che l’Associazione dei Benemeriti della Repubblica intende rendere evidente, attraverso la consegna di un premio e di un ufficiale segno di riconoscimento.

L’ANCRI si pone a fianco delle persone che compiono gesti di grande audacia, onestà e solidarietà, valorizza e premia gli esempi positivi perché possano essere anche di stimolo da altri e produrre un effetto emulativo.

“Chi sono questi eroi?” Ed ecco una panoramica molto varia, che comprende non solo le stelle dello sport, gli uomini e donne che si sono impegnati nell’ambito scientifico, ma anche gli eroi della “porta accanto”, come le tante persone che compiono con dedizione il proprio lavoro, anche in situazioni di pericolo.

Tra questi “eroi del quotidiano” non mancano le storie di mamme e di papà che si prendono cura con affetto dei loro figli, tanto da diventare per loro modelli affidabili e credibili. Cittadini che in diverse occasioni, dando l’allarme hanno messo in condizione gli agenti del pronto intervento di arrestare autori di furti e di rapine o di salvare delle vite in operazioni di soccorso pubblico.

Eroi sono anche quanti impiegano il loro cuore, il loro coraggio, il loro sguardo per guarire, per entrare in sintonia, per comunicare con gli altri, “perché vivere la propria vita per qualcosa di più grande di se stessi è un viaggio da eroi”.

Lo scorso 20 dicembre il Presidente Mattarella ha conferito a trentadue cittadini italiani l’onorificenza al merito della Repubblica Italiana per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, nella cooperazione internazionale, nella tutela dei minori, nella promozione della cultura e della legalità, per le attività in favore della coesione sociale, dell’integrazione, della ricerca e della tutela dell’ambiente. Leggere le loro storie è una boccata di ossigeno: si riscopre la bellezza del nostro Paese, insieme a quella forza e a quelle risorse che permettono al popolo italiano di affrontare con la schiena diritta le tante difficoltà che lo angustiano.

Nel discorso di fine anno è stato elogiato il gesto eroico del Sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, che nell’incendio del suo municipio ha atteso che si mettessero in salvo tutti i dipendenti, uscendone per ultimo, sacrificando così la propria vita.

“L’Italia vera è una sola: è quella dell’altruismo e del dovere” ha detto il Presidente Mattarella e il progetto dell’ANCRI, che opera per diffondere i principi e i valori della Costituzione italiana, specialmente quelli incarnati nei simboli della Repubblica, ne coglie gli aspetti salienti.

Con il progetto “Cittadini virtuosi” il presidente Nazionale dell’ANCRI, Tommaso Bove e il Prefetto Francesco Tagliente, delegato nazionale ai rapporti istituzionali, impegnano tutti gli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica ad un’azione costante a tutela della persona, della famiglia, del lavoro, dello sviluppo economico nei diversi campi dell’agire umano, delle professioni, del servizio allo Stato, nella costante ricerca del miglior bene comune.

Con un po’ più di coraggio, allora, un po’ più di fantasia e creatività, con un supplemento di passione e di amore, forse essere “eroi del quotidiano” non è poi un obiettivo così arduo, né così impossibile.

di Giuseppe Adernò




Mazzetta da 700 euro: prefetta di Cosenza finisce in manette

Scoperta mentre intascava una mazzetta da 700 euro. La prefetta di Cosenza, Paola Galeone, è stata arrestata. A suo carico la Squadra mobile di Cosenza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti emessa dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica.

Il reato che viene contestato alla prefetta Galeone l’induzione indebita a dare o promettere utilità. Al prefetto viene contestato, in particolare l’articolo 319 quater del Codice penale. Lo riferisce una nota stampa della Procura della Repubblica di Cosenza. La prefetta Galeone si trova agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Taranto.

Obiettivo, fare la cresta sulle spese di rappresentanza che il Viminale autorizza ai suoi rappresentanti territoriali con uno specifico fondo. A Cosenza erano rimasti circa un migliaio di euro, che la prefettura avrebbe dovuto restituire al ministero dell’Interno e Galeone ha deciso di incassare personalmente. Per questo ha proposto all’imprenditrice Cinzia Falcone, titolare di una scuola di inglese, referente di un centro di accoglienza per migranti e presidente dell’associazione Animed, di emettere una fattura falsa per spese inesistenti.

Galeone ha indicato anche la cifra, 1.220 euro, poco di più di quanto rimasto nel fondo a disposizione della prefettura, “per non destare sospetti”. Ma Falcone ha solo finto di accettare la sua proposta e il 23 dicembre si è presentata in Questura per denunciare tutto. Subito sono partite le indagini. Le utenze del prefetto sono finite sotto controllo, mentre gli investigatori della Mobile organizzavano insieme all’imprenditrice lo scambio in modo da poter documentare tutto.

Con un messaggio concordato con gli agenti, Falcone ha fatto sapere al prefetto di aver predisposto la fattura, ottenendo quella che per inquirenti e investigatori è non solo una prova schiacciante, ma anche un allarmante spunto d’indagine “Hai tutta la mia stima – le ha risposto il prefetto – Vedrai, insieme faremo grandi cose”




Di Battista difende Paragone: “Infinitamente più grillino di tanti altri”. Dal 2018 sono 17 i parlamentari M5S persi per strada…

Gianluigi Paragone, espulso dal “nulla” che secondo lui è diventato il Movimento 5 stelle, è pronto a dare battaglia, pure in tribunale. “Farò ricorso e se mi gira, mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria per far capire l’arbitrarietà delle regole”, annuncia il senatore in un video accorato e urlato su Facebook a meno di 24 ore dalla decisione dei probiviri. E il Movimento torna a dividersi. In particolare, dopo l’endorsement di Alessandro Di Battista che non solo difende Paragone ma lo incorona “infinitamente più grillino di tanti altri”. Così si legge in un commento di Dibba apparso sul profilo Facebook di una militante 5S.

Per il senatore espulso si schiera anche l’altra ‘dissidente’ ed ex ministra Barbara Lezzi, che apprezza l’autonomia di pensiero del “collega” e attacca il Movimento che “espelle gli anticorpi”. E poco dopo il suo post viene condiviso dal senatore Mario Giarrusso. Ma non mancano i ‘contro’, che all’ex conduttore tv non perdonano soprattutto il giudizio tranchant sul “nulla” che sarebbe diventato il ‘sogno’ di Casaleggio e Grillo. E indirettamente gli risponde pure il capo politico: “In appena 20 mesi abbiamo già approvato 40 provvedimenti. Niente male per un Movimento per la prima volta al Governo, no?”, ricorda Luigi Di Maio sui social. Di fatto, con l’ultima ‘cacciata’ sono 17 i parlamentari che il M5s ha perso per strada dall’inizio della legislatura, ossia dal 23 marzo 2018. Tra loro, 11 gli espulsi mentre tre senatori sono passati di botto al ‘nemico’ leghista (Francesco Urraro, Stefano Lucidi e Ugo Grassi), oltre al recentissimo addio di Lorenzo Fioramonti dal ministero dell’Istruzione.

Intanto Luigi Di Maio rivendica i risultati M5s. “C’è qualcuno – dice su Facebook – che pensa che il Governo precedente fosse migliore di questo. Io penso che i conti si debbano fare alla fine. Ho sempre e solo pensato a portare a casa i risultati per gli italiani. Abbiamo portato i leghisti a votare la legge spazzacorrotti, il blocco delle trivelle in mare e il reddito di cittadinanza. Ora siamo in un altro governo. E conta cosa otterremo per gli italiani. Quel che è certo, è che in appena 20 mesi abbiamo già approvato 40 provvedimenti. Niente male per un Movimento per la prima volta al Governo, no?”.

“Ora – conclude – il prossimo passaggio cruciale sarà togliere le concessioni ai Benetton. Abbiamo tagliato i parlamentari, istituito il carcere per i grandi evasori e fatto in modo che chi compie un reato e viene condannato non possa più farla franca con la prescrizione. Riusciremo anche in questo. Perché siamo il Movimento 5 Stelle: unica e reale speranza di questo Paese”.




M5s, Gianluigi Paragone: “C’era una volta il 33%….ora..”

“Paragone deve essere buttato fuori perchè è uno strano Savonarola, uno strano predicatore che ci costringe a guardarci allo specchio. Bene, questo Paragone si appellerà all’ingiustizia arbitraria dei probiviri del nulla, guidati da qualcun altro che è il nulla, e si arroga il diritto di espellermi. Ma io farò ricorso e se mi gira mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria per far capire l’arbitrarietà delle regole”.

Così Gianluigi Paragone, in un video su Facebook, all’indomani della sua espulsione dal Movimento

https://www.facebook.com/gianluigi.paragone/videos/642795003196248/

“Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali. Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere quel che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei”. Lo scrive Alessandro Di Battista che prende così le difese del senatore espulso ieri dal MoVimento. Lo fa però non dai suoi profili social, ma commentando un post di un’attivista M5S.

“Ringrazio Alessandro Di Battista per le belle parole che usato per me, in mia difesa. Ale rappresenta quell’idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento: stop allo strapotere finanziario, stop con l’Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei veri deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma lo difendo perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa”. Lo scrive su Facebook Gianluigi Paragone, espulso ieri dal MoVimento, in risposta alla ‘difesa’ giunta sempre via social da Di Battista.

“Sono stato espulso dal nulla. C’era una volta il 33%….ora..”. Lo scrive il senatore Gianluigi Paragone sulla carta intestata del Senato, in un messaggio scritto a penna. La foto è stata pubblicata su Facebook.

Cinque giorni per rasserenare animi e leader, prima del vertice del 7 gennaio: per Giuseppe Conte l’inizio del 2020 è in salita e ha, come primo appuntamento caldo, la riunione del post-Epifania sulla prescrizione. Pd e M5S restano lontani e l’entrata in vigore della riforma Bonafede, celebrata oggi dallo stesso Guardasigilli e da Luigi Di Maio, non raffredda il clima. Anche perché, dopo l’addio di Lorenzo Fioramonti e le voci insistenti di un nuovo gruppo ecologista-contiano alla Camera, il capo politico del Movimento è passato al contrattacco: in serata i probiviri notificano al senatore Gianluigi Paragone la sua espulsione dai Cinque Stelle. La cacciata di Paragone era nell’aria. Da tempo il senatore ex M5S non risparmia critiche ai vertici e ai colleghi e sulla legge di bilancio ha votato contro. Ma l’espulsione di Paragone è anche un avvertimento per gli altri dissidenti: i vertici sono passati al contrattacco e, come già era accaduto nei mesi scorsi, non hanno alcuna remora a lasciare su malpancisti e fuoriusciti la responsabilità della tenuta della maggioranza. “Qualcuno va al Misto dicendo che c’è un problema di verticismo, ma sono gli stessi che venivano a chiedermi una carica”, è la stoccata di Di Maio a Fioramonti, che non viene neanche citato. E la scure dei vertici potrebbe abbattersi, con sanzioni disciplinari, anche sui ritardatari nei rimborsi. Pratica che Di Maio difende: “Non è vero che solo il 12%” dei parlamentari del M5S è in regola”, sottolinea il ministro in una lunga diretta video su Fb. Chissà se la controffensiva dei vertici, e la contrarietà di Conte stesso, non freni il progetto di nuovo gruppo – il nome che gira nei rumors di palazzo è “Eco” – che Fioramonti ha in mente. Con lui ci sarebbe un drappello di deputati M5S e qualche ex del Movimento. Ma per avere un gruppo servono 20 deputati. Possibile quindi che si componga, almeno inizialmente, una componente nel Misto. Di Maio, nel frattempo, tira dritto. Annuncia che presto verranno nominati i facilitatori regionali e punta sugli Stati generali di marzo, che nei piani del leader dovrebbe registrare una sorta di nuovo inizio del M5S. “Nel 2020 saremo determinanti e per esserlo dobbiamo essere più strutturati e compatti”, afferma rivendicando i “40 provvedimenti approvati grazie al M5S”. Tra questi, chiaramente, c’è la riforma della prescrizione. “Ora ci sarà la riforma del processo penale e civile per garantire una drastica riduzione dei tempi dei processi: sono obiettivi importanti per i quali ci metteremo subito al lavoro”, assicura Bonafede tendendo una mano al Pd. Ma i Dem restano in subbuglio, stretti tra il pressing di Renzi da un lato e le necessità di non strappare su un tema spigoloso e dall’impatto elettorale imprevedibile. Toccherà a Conte fare da mediatore. Anche se il premier, dalla conferenza di fine anno in poi, ha ampliato i suoi spazi di manovra proponendosi come attore centrale della politica e come vera e propria antitesi a Matteo Salvini. Certo sulla sua collocazione partitica restano non poche incognite: Conte si rispecchia in una prospettiva di centro-sinistra cercando di dare questa impronta al suo stesso governo ma è ancora restio non solo a fare un suo partito ma anche gruppi in suo nome, a suo parere destabilizzanti. Destabilizzante rischia di essere anche il referendum che il 12 gennaio potrebbe essere di fatto ufficializzato dando il là alla tentazione del voto subito, senza il taglio dei parlamentari. E, non a caso, Di Maio già attacca: “chi non sarà eletto non vuole il taglio dei parlamentari perché non sarebbe eletto. Di questo referendum non c’era bisogno ma prepariamoci”.




Emilia Romagna, elezioni: il 26 gennaio grosso banco di prova per Salvini

Le elezioni regionali del 2020 in EmiliaRomagna si terranno il 26 gennaio. Per Salvini è un grosso banco di prova e pensare che il centrosinistra nei sondaggi è avanti soltanto di una manciata di punti dal centrodestra.

Il favorito, stando all’ultima rilevazione di Opinio Italia, è il presidente uscente, nonché candidato della coalizione di centrosinistra, Stefano Bonaccini, dato con una forbice di 2 punti intorno al 46,5%. La rivale di centrodestra, la leghista Lucia Borgonzoni, si ferma invece a un valore medio di 43,5%. Indietro il terzo incomodo, il portabandiera del Movimento 5 Stelle, Simone Benini, staccato al 7,5%. Un risultato comunque ragguardevole, considerata l’iniziale volontà dei vertici nazionali di non presentare una propria lista, poi smentita dall’esito della consultazione sulla piattaforma Rousseau.

“Maratona? Conte non arriva neanche al primo chilometro. L’ostacolo sarà la realtà, c’è una situazione economica preoccupante”. Il leader della Lega Matteo Salvini da Bologna ha commentato così le parole del premier Conte sulla maratona di tre anni. Il segretario della Lega attacca Conte, ritenendolo “una persona che vive male, è ossessionata da me, lui si alza la mattina e va a dormire pensando a me”.

“Io conto che il governo vada a casa al di là delle sconfitte in Emilia-Romagna e in Calabria – ha aggiunto Salvini -: guardiamo la tragicommedia delle ultime ore, salta un ministro se ne inventano due, di cui uno indagato”.

 Salvini ribadisce che la Lega farà le barricate "dentro e fuori il Parlamento" in caso di ritorno alla legge Fornero e se verranno cancellati i decreti sicurezza. "Conte e Renzi vogliono tornare alla legge Fornero. Li teniamo bloccati giorno e notti per mesi, è criminale tornare alla legge Fornero. E non permetteremo loro neanche di cancellare i decreti sicurezza: è un atto ostile contro gli italiani". 

"Quota 100 - ha aggiunto parlando della riforma delle pensioni - era l'inizio di un percorso che quando andremo al governo avrà quota 41 come ricaduta finale. Bonaccini ha scelto un campione della legge Fornero e del vitalizio come Giuliano Cazzola", ha detto Salvini parlando del capolista bolognese della lista di +Europa alle prossime regionali.

E in Emilia Romagna è anche una sfida a distanza con il presidente della Regione. “Con gli avversari abbiamo idee diverse sulla Regione, se vinciamo qui parte la riscossa dell’Italia”, ha detto il governatore Stefano Bonaccini presentando a Imola, insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala, il proprio programma elettorale e le liste che lo sostengono.




Matteo Salvini non può essere processato: ecco perchè

Lo dice l’Europa e tutti i giornali ne parlano! Lo dice la Corte dei Conti Ue e tutti si inchinano! Lo dice la Corte di Giustizia Ue e tanti fanno i distratti. Una ricerca del parlamento Europeo classifica l’Italia come il paese più euroscettico d’Europa. Ciò nonostante, questo Paese sembra non possa fare a meno di Strasburgo. Tant’è che spesso si legge di temi come l’eutanasia, la maternità surrogata, l’affidamento a coppie omosessuali e altre tematiche affini che vengono affidate alla Corte di Giustizia della Ue per avere una sentenza definitiva. Man mano che cresce la sfiducia nella democrazia e cala la certezza del diritto, l’Italia diventa sempre più “Corte di Giustizia Ue dipendente”, e questo, a parere di chi scrive, ha i suoi pro e contro.
Con il graduale declino dei partiti, la nuova politica sta diventando la scienza règia dell’improvvisazione. E’ diventata rozza, sguaiata e spesso triviale, a volte volgare. I politici non si affrontano più in dibattiti e discussioni tematiche ma spesso e volentieri delegano al potere dogato il compito di abbattere l’avversario mentre loro si godono la scena seduti lungo la riva del fiume aspettando il “lieto esito”.

Privilegi e immunità per i parlamentari europei

Il Parlamento Europeo nel suo Regolamento ha stabilito Privilegi e immunità dei suoi membri parlamentari. La Corte di Giustizia Ue, ha preso atto e nell’adunanza dello scorso 19 dicembre, riguardo alla carcerazione dei deputati catalani rei di sedizione dopo la dichiarazione unilaterale dell’indipendenza, ha decretato che:
“Una persona eletta al Parlamento europeo acquisisce la qualità di membro di questa istituzione a partire dalla proclamazione ufficiale dei risultati elettorali e beneficia, da detto momento, delle immunità collegate a tale qualità” e di seguito ha sentenziato che “Junqueras beneficiando dell’immunità parlamentare non andava processato”.

Ci si potrebbe domandare: Chi è Junqueras? Oriol Junqueras è un politico spagnolo, presidente della Repubblica della Catalonia che dal novembre 2017 si trova carcerato con l’accusa di sedizione, oggetto dell’adunanza della Corte di Giustizia Ue dello scorso 19 dicembre.

Proviamo quindi a fare un salto da Madrid a Roma e sostituiamo Junqueras con Salvini. Tutti e due membri del Parlamento europeo. Tutti e due, dunque, coperti da immunità. Bando ai pregiudizi. La corte europea non entra in merito alla colpevolezza del reato. Non discute se ci sia stata sedizione o meno da parte di Oriol Junqueras dopo la dichiarazione unilaterale dell’indipendenza catalana.

La Corte stabilisce un principio chiarissimo

Non era stato questo il tema di quell’adunanza. Il principio stabilito nella sentenza del 19 dicembre 2019 è chiarissimo e non può essere travisato. Per chiarezza si ribadisce cosa stabilisce la Corte:
“Una persona eletta al Parlamento europeo acquisisce la qualità di membro di questa istituzione a partire dalla proclamazione ufficiale dei risultati elettorali e beneficia, da detto momento, delle immunità collegate a tale qualità”. Questo dice e basta, e non entra nel merito del reato ascrittogli.

Analogie fra Junqueras e Salvini

Salvini è in attesa del prossimo 20 gennaio quando il Senato dovrà votare l’autorizzazione a procedere richiesta dal Tribunale dei ministri di Catania. L’ex ministro rischia “15 anni di carcere”. Fin qui i fattori che legano i due casi. Due uomini di governo, due membri del Parlamento europeo, l’uno già da due anni nelle patrie galere spagnole e l’altro, Salvini, prossimo ad entrarci, se non dovesse arrivare la voce autoritaria della Corte di Giustizia Ue a ricordare a chi preme liberarsi da un soggetto politico scomodo, che anche Salvini, al pari di Junqueras, beneficia dell’immunità parlamentare europea e quindi non va processato.

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, commentando la sentenza della Corte di Giustizia Ue C-502/19 Junqueres Vies, ha affermato: “È una sentenza molto importante che interessa direttamente la composizione di questa istituzione. La Corte si è pronunciata nel senso che l’assunzione del mandato parlamentare risulta dal voto degli elettori”.

Tutti i commentatori politici si affacciano a turno nei salotti televisivi e commentano con grande verve. Un gran bailamme, un gran parlare a vanvera, come al solito, tanto per parlare e chi la dice più forte raccoglie più applausi. Dopo le affermazioni di David Sassoli, presidente del Parlamento Ue, durante la plenaria di Strasburgo, nessun altro ha nulla a che ridire?
L’immunità per i parlamentari europei è possibile che sia un optional, valida per taluni ma non per altri?




Caldo a Natale: è il quarto anno dal 1800

Un Natale bollente con temperature anomale chiude un 2019 che si classifica fino a ora in Italia come il quarto più caldo dal 1800 facendo registrare una temperatura media nei primi undici mesi superiore di 0,88 gradi la media storica. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti sulla base degli ultimi dati di Isac Cnr dei primi dieci undici mesi dell’anno, che rileva le temperature da oltre 200 anni.

“Gli effetti del caldo – sottolinea Coldiretti – si fanno sentire sulla natura dove sono stati sconvolti i normali cicli stagionali come in Puglia dove gli alberi di pero a causa del clima pazzo sono già in fiore a dicembre mentre a nulla vale più la programmazione degli agricoltori che raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. La classifica degli anni interi più caldi lungo la Penisola negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende il 2018, il 2015, il 2014 e il 2003”.




Scuola e università, mancanza di fondi in manovra: si dimette il ministro Fioramonti

Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha consegnato la lettera di dimissioni al premier Giuseppe Conte. Il ministro nelle ultime settimane aveva più volte lamentato la mancanza di fondi per la scuola e l’università in manovra. Secondo quanto riferiscono diverse fonti di maggioranza, Fioramonti potrebbe lasciare il M5s per fondare un gruppo parlamentare autonomo ma ‘filogovernativo’, come embrione di un nuovo soggetto politico.

Il ministro aveva subordinato il suo mandato al reperimento di 3 milioni di euro per la scuola e l’università. Fondi, questi ultimi non presenti nella legge di bilancio. E le dimissioni sarebbero dovute scattare lo scorso 23 dicembre subito dopo il via libera della Camera alla manovra. Nei giorni scorsi sono girati alcuni nomi di deputati che potrebbero seguirlo, tra cui Nunzio Angiola e Gianluca Rospi, ma anche l’ex pentastellato Andrea Cecconi.




Festa del Tricolore: l’Associazione Nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) renderà omaggio alla Bandiera

“Mi piacerebbe vedere tanti amici, impegnati a parlare di diritti riflettere e promuovere anche i DOVERI che discendono dalla nostro ordinamento costituzionale”, con queste parole il Prefetto Francesco Tagliente commenta l’iniziativa ANCRI il giorno della “Festa del Tricolore”.
Il 7 gennaio 2020, «Festa del Tricolore», l’Associazione Nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) renderà omaggio alla Bandiera, con una pubblica riflessione sull’uso, l’esposizione, la tutela e la conservazione del Tricolore.

Nel corso dell’iniziativa sarà presentato un videoclip che illustra gli aspetti protocollari dell’esposizione delle Bandiere. La Banda Musicale della Polizia di Stato diretta dal Maestro Maurizio Billi, lo storico Michele D’Andrea e il tenore Francesco Grollo accompagneranno il pubblico in un suggestivo percorso di riscoperta musicale del nostro inno nazionale.

Il 7 gennaio, nella ricorrenza della nascita del Tricolore, si celebra la Giornata Nazionale della Bandiera, uno dei simboli della Repubblica Italiana insieme con l’inno nazionale e l’emblema di Stato.
Quest’anno, le più importanti celebrazioni ufficiali si svolgono a Roma e a Reggio Emilia.
Nella Piazza del Quirinale avrà luogo il cambio della Guardia d’onore in forma solenne, che vedrà protagonisti il Reggimento Corazzieri in uniforme di gala e la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo.
A Reggio Emilia, il Capo dello Stato Sergio Mattarella renderà omaggio al Tricolore che il 7 gennaio 1797 la Repubblica Cispadana adottò, per la prima volta, quale vessillo di Stato.
Nonostante la legge definisca le modalità dell’imbandieramento degli edifici pubblici, non sempre i vessilli sono esposti correttamente così come – e duole doverlo registrare – i drappi sono con troppa frequenza logori, sporchi e scoloriti.
Nonostante sua rilevanza ideale, sono poche le manifestazioni organizzate nel Paese da enti privati e associazioni per celebrare degnamente la Giornata della Bandiera e diffondere la conoscenza del simbolo più antico e pregnante dell’identità nazionale italiana. Fra le più significative segnaliamo quella promossa anche quest’anno dal Rotary International Firenze grazie all’impegno del presidente del Rotary Firenze Nord Sandro Addario, Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e socio dell’ANCRI, da sempre attento alla promozione degli ideali patriottici e civili. Si tratta della ventesima edizione della benemerita iniziativa.
Da alcuni anni è scesa però in campo l’Associazione Nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI), che ha avviato una duplice campagna di comunicazione – «Viaggio tra i valori e i simboli della Repubblica» e «Decoro del Tricolore» – volta a promuovere, attraverso i simboli nazionali, i grandi valori richiamati dalla Costituzione repubblicana.
Lo scorso anno, l’omaggio al Tricolore da parte dell’ANCRI ha avuto luogo nel simbolo stesso della nostra democrazia, l’Aula di Montecitorio, presenti la Vice Presidente della Camera Marta Carfagna, numerosi parlamentari e centinaia di cittadini, soci e amici dell’Associazione.
Il 7 gennaio 2020, alle ore 16, l’ANCRI celebrerà la Giornata Nazionale della Bandiera a Roma, nella sede della Scuola Superiore di Polizia, attraverso un appuntamento di conoscenza e di riflessione che prevede un interessante relazione sull’uso, l’esposizione, la tutela e la conservazione del Tricolore a cura del dott. Enrico Passaro, Capo dell’Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le onorificenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Sarà inoltre presentato un videoclip, commissionato dall’ANCRI e destinato a un’ampia divulgazione anche in ambito scolastico, che illustra gli aspetti protocollari dell’esposizione delle Bandiere.
La cerimonia sarà arricchita dalla presenza della Banda Musicale della Polizia di Stato diretta dal Maestro Maurizio Billi, dallo storico Michele D’Andrea e dal tenore Francesco Grollo, che accompagneranno il pubblico in un suggestivo percorso di riscoperta musicale de «Il Canto degli Italiani».
La manifestazione costituisce la prima tappa dell’anno sociale 2020 dell’ANCRI, fondato ancora una volta sulla promozione dei simboli nazionali, un patrimonio ideale inestimabile che gli insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica sono chiamati a testimoniare ogni giorno con impegno, rigore e passione.
Il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove e il delegato ai rapporti istituzionali prefetto Francesco Tagliente avevano rivolto un appello a tutte le delegazioni in Italia e all’estero per promuovere momenti pubblici di riflessione per far conoscere l’uso, l’esposizione, la tutela, la conservazione e il decoro del nostro Tricolore. Il 10 gennaio 2020, la Prefettura di Bologna ospiterà un evento tematico su «I simboli della Repubblica nella Costituzione Italiana: l’articolo 12», organizzato dalla locale Sezione dell’ANCRI per trasmettere ai più giovani la bellezza e la profondità dei valori e simboli costituzionali.
Sempre il 10 gennaio, la Sezione ANCRI di Imperia-Sanremo celebrerà la Giornata del Tricolore sul Lungomare di Vallecrosia con la cerimonia dell’alzabandiera. I vessilli saranno issati da un’alunna e un alunno delle scuole medie




Collaborazionisti e sovranisti: in attesa di sentire l’ultima parola del Presidente della Repubblica

L’Italia brucia e gli innumerevoli Neroni della pseudo politica, come i troubadours del medioevo, percorrono le vie d’Italia raccontando storielle alle quali nessuno ormai più presta orecchio.

Brucia l’Italia e si mettono al riparo i calabrache, si mimetizzano o cambiano pelle i vigliacchi e si confondono tra la brava gente i pusillanimi. Brucia il Belpaese e il forte vento di bora proveniente dal nord, alimenta il deflagrare del fuoco. Si salvi chi può!

Come ai tempi di Nerone il dito dei “moralisti millenials” subito indica i colpevoli. Cerca un marchio per stigmatizzarli e la vecchia “sinistra sotto vuoto” li bolla con il “marchio d’infamia” di sovranisti. Per dare corpo a questa loro presunta imputazione si avvalgono di quella che in questo contesto si può paragonare alla famigerata “Corazzata Potemkin” della cara Fantozziana memoria.

A contrastare i cosiddetti sovranisti si sono riuniti in sodalizio tutti gli aderenti al pensiero unico, collaborando attivamente a tutto ciò che è trendy e lo fanno perché “lo dice l’Europa”

Sono la maggior parte delle reti tv, la stragrande maggioranza dei media, tutti quanti, in un modo o nell’altro hanno interesse ad osannare la politica finanziaria e bancaria europea, e quelli, ahinoi, che dal flusso migratorio irregolare e clandestino costruiscono la loro fortuna e non solo.

Sono i collaborazionisti e a questi non interessa provenienza, qualità e destinazione. Se si può permettere un detto inglese, fanno parte ai “ All right me fuck you Jack”. Per questi vale il “Dio, patria, Famiglia: che vita di m…”

A questo punto ben si delinea la crisi, la sua causa ed i suoi attori. Il pomo della discordia è da cercarsi nel pensiero unico che i burocrati UE vogliono imporre sulla vita sociale degli stati membri, la cessione di sovranità e per conseguenza anche la cessione della libertà. Il collaborazionismo non è altro che un fenomeno più delle volte politico , connesso alle vicende di un governo debole, alla guida di un paese soggiogato da forze/influenze terze, che vi organizza una classe sociale asservita agli interessi degli estranei
A questo diktat i cosiddetti sovranisti si oppongono mentre i cosiddetti collaborazionisti offrono piena cooperazione.

Per rendere il quadro più chiaro non c’è meglio che un esempio pratico. Durante la trasmissione “Stasera Italia” del 9 dicembre 2019, la conduttrice Palombelli, rivolgendosi a Pietro Senaldi, direttore responsabile del giornale Libero ed al giornalista Giampiero Mughini, chiedeva : Secondo voi cosa cambierebbe per l’Italia la fuoruscita della GB dalla Ue? Mentre Senaldi nutriva qualche riserva, Giampiero Mughini, scrocchiando le dita e facendo le solite smorfie, rispondeva: Che vuoi che cambi… l’Italia, un’isola, italiota….”. Qualcuno sta chiedendo, con questo, cosa si vuole dimostrare? E’ semplice. Con collaborazionismo, ovvio, oggi non s’intende la stessa cosa del collaborazionismo di Vidkun del 1943. No di certo, però continuare a veicolare un’opinione così meschina del proprio paese non è per niente carino, vuol dire collaborazione con quelli che all’estero denigrano questo paese.

L’Italia brucia e non sono gli interventi delle Procure, neanche i Fridays for Future oppure le Sardine e tanto meno la Greta dell’occasione a portare refrigerio alla penisola.

Di demagogia sono pieni i soliloqui dei politicanti e di verbi coniugati al futuro remoto gli italiani non sanno cosa farsene.

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano!”. Domani è troppo tardi, diceva il titolo di un film del 1950.

La gente vuole lavoro, sicurezza, servizi sociali e sanitari. Spazi per i Greta ed i Fridays for Future il mondo offre migliori piattaforme che l’Italia. Per loro c’è tanto lavoro da fare in Cina, in Arabia Saudita, in Irak, in Pakistan in India e persino in Venezuela.

Signor Presidente, i collaborazionisti che detengono le istituzioni ed i sovranisti che si radunano per le piazze aspettano da lei l’ultima parola. L’Italia che non ha voce chiede, in questo passaggio cruciale della storia del Paese, di sentire la sua voce, forte, chiara e liberatoria.