Elezioni regionali, Astorre (Pd) e Ciocchetti (FdI) fanno il punto

In totale saranno otto le regioni chiamate alle urne: Emilia Romagna, Calabria, Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche e Puglia.

Come avvenuto già per le regionali del 2019, non ci sarà però una data unica.

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La video intervista al Senatore Bruno Astorre Segretario del Pd Lazio e all’Onorevole Luciano Ciocchetti rappresentante di Fratelli d’Italia

In Emilia Romagna si voterà infatti il 26 gennaio, con anche la Calabria che alla fine si è unita per una sorta di election day.

Nelle altre sei regioni invece le elezioni ci saranno nella tarda primavera insieme al primo turno delle amministrative

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 23/01/2020

In totale in Emilia Romagna saranno sette i candidati in corsa

Il governatore uscente Stefano Bonaccini è nuovamente il candidato del centrosinistra, con i 5 Stelle che ci saranno e correranno per conto proprio puntando su Simone Benini. Il centrodestra invece ha scelto di puntare sulla senatrice leghista Lucia Borgonzoni.

In Calabria saranno quattro i candidati in corsa. Alla fine il governatore uscente Mario Oliverio non si è ripresentato, ricompattando così il centrosinistra con il PD che ha deciso di appoggiare l’imprenditore Pippo Callipo mentre la scelta del Movimento 5 Stelle è ricaduta sul docente universitario Francesco Aiello.

Nel centrodestra la scelta di Forza Italia di candidare la deputata Jole Santelli ha indispettito Mario Occhiuto, con il sindaco di Cosenza che dopo un appello di Silvio Berlusconi ha rinunciato a correre per conto proprio.




Sistema elettorale maggioritario, la Corte costituzionale dice no al referendum leghista

Il referendum sul sistema elettorale maggioritario è stato dichiarato “inammissibile” dalla Corte Costituzionale, che lo scorso giovedì 16 gennaio si è espressa, dopo otto ore di camera di consiglio.

Il referendum era stato proposto dalla Lega e sostenuto anche da otto Consigli regionali, fra cui quello ligure, con il presidente Giovanni Toti in testa.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 23/01/2020

Il referendum mirava a
proporre ai cittadini di esprimersi a favore o contro l’abrogazione delle norme
sulla distribuzione proporzionale dei seggi elettorali.

La Corte ha motivato il
respingimento del referendum per una “assorbente ragione dell’eccessiva
manipolatività del quesito referendario”.

Una decisione che ha
scatenato le ire del leader leghista Matteo Salvini, che ha chiaramente parlato
di una “difesa del vecchio sistema, con Pd e 5 Stelle che restano attaccati
alle poltrone”.

Il ministro delle Riforme
Federico D’Incà ha subito annunciato che il Governo andrà avanti “per superare
il Rosatellum e dare al paese una legge elettorale proporzionale con soglia
alta”.

E il proporzionale trova
soddisfatti anche il pentastellato Luigi Di Maio e il segretario del Pd Nicola
Zingaretti. Per Giovanni Toti, invece, la decisione della Corte Costituzionale,
“ci riporta indietro alla Prima Repubblica, in quanto con il sistema
maggioritario, gli elettori avrebbero finalmente potuto scegliere i propri
parlamentari, le alleanze, il Governo del Paese prima del voto”. Ora, sempre
secondo Toti, “il rischio è che la maggioranza parlamentare voti una legge
proporzionale, che ci riporterà alla Prima Repubblica, consentendo ai partiti
di accordarsi dopo il voto, alle spalle dei cittadini, mandando a Roma una
serie di raccomandati, senza nessuna esperienza sul territorio”.




Cancro, individuate cellule killer in grado di sconfiggere qualsiasi tipo di tumore

Alcuni ricercatori dell’Università britannica di Cardiff hanno individuato le nuove cellule immunitarie grazie alla tecnica che taglia e incolla il Dna, la Crispr. Queste cellule sono capaci di colpire a colpo sicuro ogni forma di tumore, risparmiando le cellule sane: si tratta delle nuove cellule immunitarie sulla cui superficie si trova un recettore potenzialmente in grado di riconoscere cellule tumorali di tipo diverso.

Si aprono dunque
“interessanti opportunità” per forme di immunoterapia
“globali” finora ritenute impossibili.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 23/01/2020

Queste cellule killer
appartengono alla famiglia del sistema immunitario, i linfociti T, e grazie al
recettore che si trova sulla loro superficie, si riescono a distinguere le
cellule sane da quelle tumorali al punto da uccidere soltanto quelle cattive.

Nessuna discriminazione,
invece, per le cellule tumorali in generale: il recettore è in grado di colpire
tumori solidi e liquidi. I primi esperimenti condotti in laboratorio sono
interessanti: le nuove cellule T hanno dimostrato di riuscire a riconoscere e
uccidere i tumori di polmoni, pelle, colon, seno, ossa, prostata, ovaie, reni e
cervice uterina. In tutti gli esperimenti, inoltre, hanno aggredito
esclusivamente cellule tumorali, ignorando completamente quelle sane. Positivi
anche i risultati preliminari ottenuti nei topi modificati con cellule tumorali
umane e sistema immunitario umano.




M5s, dimissioni Di Maio: Crimi il nuovo reggente

Luigi Di Maio rassegna le
dimissioni da capo politico del Movimento cinque stelle. Il ministro lo ha
annunciato, commosso, al termine di un lungo discorso nel quale ha sottolineato
la necessità di rifondare M5s. “Io
mi fido di voi
– ha detto –
mi fido di noi e di chi verrà dopo di me
. Per arrivare fin qui
abbiamo fatto salti mortali. Hanno iniziato Beppe e Gianroberto e a loro va
tutto il mio grazie di cuore”. “Tanti – ha assicurato – mi hanno
scritto non mollare. Ma
io non mollerò mai il M5S, il Movimento è la mia famiglia
“.

“Noi
dobbiamo pretendere il sacrosanto diritto di essere valutati almeno alla fine
dei cinque anni di legislatura.
Io penso che il governo debba andare avanti
, perché alla
fine” della legislatura “i risultati si vedranno ma dobbiamo avere il tempo di mettere a posto
il disordine fatto da chi ha governato per trent’anni prima
“. 

“Le mie funzioni – ha
detto Di Maio – passano a Vito Crimi che
è il rappresentate anziano del Comitato di garanzia, che
ringrazio”. Crimi ha fatto sapere che Di Maio non sarà capo
delegazione a governo.

“Agli
Stati generali – ha detto Di Maio – discuteremo sul cosa, subito dopo gli stati generali passeremo al
chi
“. “Sono consapevole – ha detto il ministro –
che parte del Movimento è rimasta delusa e si è
allontanata”. “Ho lavorato – ha detto Di Maio – per far crescere
il Movimento e proteggerlo dagli approfittatori e dalle
trappole lungo il percorso
, anche prendendo scelte dure e a
volte incomprensibili. La storia ci dice che alcuni la nostra fiducia l’hanno
tradita ma per uno che ci ha tradito almeno dieci quella fiducia l’hanno
ripagata”.

“Abbiamo
tanti nemici, qualcuno che resiste e che ci fa la guerra. Ma nessuna forza
politica è mai stata sconfitta dall’esterno. I
peggiori nemici sono quelli che al nostro interno
lavorano non
per il gruppo ma per la loro visibilità”, ha accusato Di
Maio. “C’è chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi
responsabilità è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle
spalle”. 

“Dalle
leggi che abbiamo approvato – ha avvertito – non
si può tornare indietro
. Se proveranno a cancellare la legge
anticorruzione, prescrizione o reddito di cittadinanza ci saranno migliaia di
persone in piazza per impedirlo. E io sarò con loro”.

“La scelta di Luigi Di
Maio di lasciare la guida del M5s mi
rammarica, ma è una decisione di cui prendo atto con doveroso rispetto
.
La sua decisione rappresenta una tappa di un processo di riorganizzazione
interna al Movimento ormai in corso da tempo e che, sono persuaso, non avrà
alcuna ripercussione sulla tenuta dell’esecutivo e sulla solidità della sua
squadra”. Lo dichiara il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Le
dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico di M5s “credo che sul governo non avranno effetti.
Sono segnali di un dibattito interno a M5s, che io rispetto, su come stare in
questa fase politica. Io penso che schierarsi
contro il centrodestra sia un punto dirimente
“, ha detto
il segretario del Pd Nicola Zingaretti a Rainews 24.




Trema la maggioranza in Campidoglio, strappo sulla discarica di Monte Carnevale: 12 consiglieri M5S votano la mozione Fdi

ROMA, 21 GEN – L’Assemblea Capitolina, consiglio a maggioranza a 5 stelle, ha approvato le mozioni proposte da Pd e FdI contro la discarica di Monte Carnevale, nella Valle Galeria.
La mozioni di Fdi è stata votata anche da 12 consiglieri M5S che di fatto hanno sconfessato la decisione della giunta arrivata il 31 dicembre 2019 nell’ambito dell’accordo sui rifiuti con la Regione Lazio.

Quasi metà della maggioranza ha votato una mozione di Fratelli d’Italia che chiedeva di rivedere la decisione sul sito nella Valle Galeria. Questi i numeri apparsi sugli schermi di Palazzo Senatorio: 34 votanti, 28 favorevoli più 3 contrari e 3 astenuti grillini. Subito dopo, altro schiaffo alla giunta: nuova mozione, stavolta del Pd, altra bocciatura sulla decisione di Raggi. Stavolta con numeri un filo più bassi (6 i grillini dissidenti), perché alcuni pentastellati non hanno voluto fornire «assist ai dem, che sono corresponsabili della crisi dei rifiuti – sostenevano – con la Regione Lazio». Ma il dato della giornata di ieri è chiaro e senza precedenti: Raggi è andata sotto su una decisione del suo esecutivo.




Di Maio lascia la guida M5S. Altri due deputati se ne vanno

“Il mio compito di capo politico finisce qui”, un annuncio che arriva prima della chiusura della campagna elettorale per le regionali di domenica. La sua leadership era iniziata il 30 settembre 2017. E mentre oggi danno il loro addio al Movimento due nuovi deputati, domani il leader M5s presenterà a Roma la nuova squadra di facilitatori regionali scelti dalla Rete per fare da raccordo tra il territorio e la direzione nazionale del Movimento: potrebbe quella essere l’occasione in cui il ministro degli esteri e leader del Movimento fornirà un chiarimento sulle sue intenzioni. Che appaiono legate strettamente alla stessa esistenza di questi nuovi organismi: la durata in carica dei facilitatori nazionali e regionali è infatti connessa alla permanenza di Di Maio al vertice.

Intanto il Movimento continua a perdere pezzi. I deputati M5s Michele Nitti e Nadia Aprile hanno lasciato il Movimento e formalmente fatto richiesta di aderire al gruppo Misto.

“Non posso nascondere che i fatti che mi hanno visto protagonista nell’ultimo periodo mi hanno seriamente scossa – ha detto in una nota Nadia Aprile, Parlamentare uscente del Gruppo M5S alla Camera -. La situazione in cui mi sono trovata è dipesa esclusivamente da un’inesorabile deriva autoritativa del MoVimento e dalla mancata considerazione in cui sono stata tenuta come Parlamentare e come persona”. “Dopo aver riflettuto a fondo” e ritenendo “illegittimo ed infondato il procedimento a mio carico ho deciso di non continuare più a militare nel MoVimento”.

“Basta andare sul sito tirendiconto.it per vedere che la deputata Nadia Aprile ha effettuato la sua ultima restituzione a dicembre 2018, mentre per Michele Nitti le restituzioni sono ferme ad Aprile 2019. Per tale motivo i due, che oggi hanno annunciato di lasciare il gruppo M5S alla Camera, andavano incontro ad un provvedimento disciplinare”. Lo sottolineano fonti del M5S in merito all’addio al Movimento dei deputati Nitti e Aprile.

‘La maggioranza alla Camera è solida, non abbiamo nessun timore. La nostra stretta sul termine delle rendicontazioni ha prodotto qualche movimento di persone verso il Misto. La maggioranza è solida sia alla Camera che al Senato, non vedo preoccupazioni”. Lo dichiara il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, interpellato dai cronisti fuori da Palazzo Chigi.

Con i due nuovi passaggi salgono a 14 i deputati ex M5s che siedono al Misto: per formare un nuovo gruppo ne servono 20. In totale in questa legislatura sono 31 i parlamentari eletti con il M5s e passati ad altri gruppi, per scelta personale o perché espulsi.




Fuga dal M5s, i deputati M5s Michele Nitti e Nadia Aprile dicono basta

I deputati M5s Michele Nitti e Nadia Aprile hanno lasciato il Movimento 5 Stelle e formalmente fatto richiesta di aderire al gruppo Misto.

“Non posso nascondere che i fatti che mi hanno visto protagonista nell’ultimo periodo mi hanno seriamente scossa – ha detto in una nota Nadia Aprile, Parlamentare uscente del Gruppo M5S alla Camera -. La situazione in cui mi sono trovata è dipesa esclusivamente da un’inesorabile deriva autoritativa del MoVimento e dalla mancata considerazione in cui sono stata tenuta come Parlamentare e come persona”. “Dopo aver riflettuto a fondo” e ritenendo “illegittimo ed infondato il procedimento a mio carico ho deciso di non continuare più a militare nel MoVimento”




Liberalizzazione della cannabis light: 30 deputati di M5s, Pd, Leu e +Europa presentano emendamento

Con un emendamento al Milleproroghe, una trentina di deputati di M5s, Pd, Leu e +Europa chiede la liberalizzazione della cannabis light. Primo firmatario è Riccardo Magi (+E). Fra l’altro, all’elenco dei prodotti che si possono ottenere dalla coltivazione della canapa e che possono essere commercializzati, i deputati chiedono di aggiungere i “preparati contenenti cannabidiolo (CBD) il cui contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) non sia superiore allo 0,5 per cento per q




Cina, coronavirus: salgono a 6 i morti: primo caso sospetto in Australia. L’OMS convoca comitato di emergenza

Si aggrava in Cina il bilancio dei morti a causa del virus, simile alla Sars, comparso dal dicembre scorso. Le autorità sanitarie hanno annunciato che le vittime sono salite a sei.   

E dall’Australia arriva la notizia di
un primo
caso sospetto
su un uomo appena rientrato proprio dalla
Cina. Ieri sono stati gli stessi esperti della commissione della
salute cinese a confermare che il virus è trasmissibile da uomo a
uomo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha convocato per
domani un Comitato
di emergenza
.

Aumentano anche i casi delle persone contagiate: ce ne sono 77
nuovi, portando a 291 il totale. 

Il direttore scientifico
Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito fa sapere
che “secondo le ultime informazioni, 14
operatori sanitari
sarebbero stati colpiti dal nuovo
coronavirus”. E’ un fatto che preoccupa molto, poichè c’è il rischio
che si possano determinare delle epidemie negli ospedali, come già si verificò
nel 2002-2003 per la Sars in alcuni ospedali di Canada e Corea”

Intanto la Farnesina invita alla cautela i viaggiatori italiani
con un messaggio sul sito ‘Viaggiare Sicuri’gestito dall’Unità di Crisi.
Nell’aggiornamento sulla ‘Patologia polmonare nell’Hubei’ che porta la data di
oggi, si richiamano le raccomandazioni delle autorità sanitarie locali e
internazionali (l’Oms) sulla necessità di “evitare qualsiasi contatto con
animali e con persone affette da patologie respiratorie nell’area interessata.

RESTRIZIONI AI VIAGGI: “Se i dati confermassero un’estensione del focolaio del nuovo coronavirus non si escludono misure più importanti a livello internazionale, che potrebbero esser prese domani dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: dai controlli più serrati negli aeroporti allo sconsigliare spostamenti, fino alle restrizioni dei viaggi, chiaramente non da tutta la Cina ma solo dalla città di Wuhan”. A spiegarlo all’ANSA è Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità. I dati che arrivano sono frammentari, si parla di 300 casi ufficialmente confermati del nuovo virus, ma quelli reali sarebbero verosimilmente circa 1700. Un numero “tutto sommato ancora ristretto” ma “seppure sia basso, il rischio che il virus arrivi in Europa esiste”, afferma Rezza. A quanto sembra dagli elementi a disposizione, prosegue, “il nuovo virus sembra essere meno aggressivo e virulento di quello della Sars e questo potrebbe renderlo un po’ più difficile da tenere sotto sorveglianza, perché i casi meno gravi tendono di più a sfuggire dal controllo”. D’altronde, prosegue, “con la Sars furono prese misure molto drastiche, grazie alle quali si è riusciti ad arginare una minaccia globale importante: ovvero restrizioni a viaggi internazionali, che per ora non sono state disposte, controlli dei viaggi in partenza e in arrivo, che sono già stati adottati, e la messa in quarantena dei contatti”.

“Stiamo seguendo la situazione” del virus cinese “in contatto col Centro europeo di controllo e prevenzione delle malattie (Ecdc). Una riunione con gli Stati membri c’è già stata il 17 gennaio e ne è stata convocata una per domani, dopo una nuova valutazione del Centro”. Così un portavoce della Commissione europea. “L’organizzazione mondiale della sanità non ha raccomandato restrizioni sui viaggi, e anche il comitato d’urgenza dell’Oms si riunirà domani”.




Coronavirus cinese, si trasmette da uomo a uomo: ministero sconsiglia viaggi a Wuhan

Il coronavirus cinese che ha già colpito, secondo alcune stime, 1.700 persone, uccidendone tre, si può trasmettere anche da uomo a uomo.

Un team di esperti della National Health Commission cinese ha confermato che il nuovo ‘misterioso’ coronavirus, che provoca una malattia simile alla polmonite, si trasmette da persona a persona. Nel sud del Paese si sarebbero dunque verificati due casi di trasmissione uomo-uomo del coronavirus, in particolare nella provincia del Guangdong, ha fatto sapere il capo del panel di studiosi, Zhong Nanshan.

Il primo focolaio di quest’infezione è stato individuato nella città di Wuhan, ma la patologia, che si presenta con sintomi come febbre e problemi respiratori, è arrivata anche in Corea del Sud, in Thailandia e Giappone. Per ora Europa e Italia sembrerebbero ancora sicure. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, il rischio di diffusione nei paesi europei è estremamente limitato. Ma il ministero della Salute, nelle locandine affisse nell’aeroporto di Roma Fiumicino, consiglia di “rimandare viaggi a Wuhan non necessari”. E di consultare il medico e vaccinarsi contro l’influenza “almeno due settimane prima del viaggio”.

Dopo la notizia del contagio da uomo a uomo “nessuno può escludere che il virus arrivi in Europa, e anche in Italia – spiega ancora Rezza – ma al momento non ci sono indicazioni particolari dall’Oms. Ci sono le normali misure di sicurezza, c’è ancora da capire bene la portata del fenomeno, vedere come evolve e poi eventualmente adottare misure più restrittive, come fu per l’epidemia di Sars”.




Processo a Salvini, la Giunta delle immuntà del Senato dice si: ora la parola all’aula per il voto definitivo

Via libera della Giunta delle immunità del Senato al processo a Matteo Salvini sull’ipotesi di accusa di sequestro di persona per il caso Gregoretti. La Giunta ha respinto la proposta del presidente Gasparri di negare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Contro la proposta hanno votato i 5 senatori della Lega, a favore i 4 di FI e Alberto Balboni di FdI. In caso di pareggio, il regolamento del Senato fa prevalere i “no”.

Dopo la votazione della Giunta delle immunità del Senato, si esprimerà l’Aula che darà il voto definitivo. La data del voto (prevista verso metà febbraio) verrà decisa dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. È quanto emerso dalla riunione della Giunta.

“La maggioranza non solo vuole processare Salvini, ma pretende anche di decidere come e quando – aveva detto Erika Stefani a nome dei componenti leghisti della giunta per le immunità di Palazzo Madama -. Se la maggioranza pensa davvero che Salvini sia un sequestratore, l’ex ministro andrebbe fermato subito. La melina di Pd, 5S e Iv dimostra che è solo una vergognosa sceneggiata per colpire il leader della Lega. La vera sentenza sarà emessa dagli elettori di Calabria ed Emilia-Romagna, e per smascherare l’ipocrisia della maggioranza voteremo sì al processo”.

“Guareschi diceva che ci sono momenti in cui per arrivare alla libertà bisogna passare dalla prigione. Siamo pronti, sono pronto”, ha detto in mattinata Matteo Salvini, a margine di un’iniziativa elettorale della Lega a Comacchio, rispondendo a una domanda sul caso Gregoretti.

“Salvini sta usando un tema della giustizia per motivi politici e personali, come sul caso Diciotti e sul Russiagate. Quella della Gregoretti è una vicenda solo giudiziaria, ma lui pretende l’impunità”, aveva sostenuto il segretario Pd Nicola Zingaretti. “Gli avversari si sconfiggono con la politica, ma chi rappresenta i cittadini lo giudichi leggendo le carte – aveva spiegato -. Salvini è garantista su se stesso e giustizialista con gli avversari”. Il segretario del Pd aveva anche aggiunto che “la presidente del Senato Casellati ha compiuto un atto sbagliato, invece di garantire una terzietà si è schierata a favore della sua parte politica. Questo resta un vulnus, una funzione istituzionale molto importante non è stata rispettata”.

Sul caso Gregoretti “Salvini è passato dal sovranismo al vittimismo, ma è solo tattica – aveva detto il ministro Luigi Di Maio a margine del Consiglio Esteri Ue –. Il nostro obiettivo come parlamento deve essere di lavorare per i cittadini, la magistratura si occuperà della questione Gregoretti. Ognuno si prenda le sue responsabilità”.