Nel 2020 basta sprechi: come tagliare gli eccessi

Il 2020, dopo le festività e gli stravizi iniziali, dovrà essere un anno all’insegna del risparmio. Le nuove sensibilità ambientaliste hanno di fatto instillato in molte famiglie la voglia di combattere gli sprechi, specialmente sul piano energetico, vero e proprio tallone d’Achille dei mesi invernali. Nei giorni più freddi dell’anno, non bisogna dimenticare i buoni propositi per il 2020 che dovrebbero guidare la maggior parte degli italiani.

Combattere lo spreco energetico

Tutti gli anni, durante i mesi invernali, le bollette di gas e luce
raggiungono picchi spesso inaspettati. Durante il periodo delle festività
appena concluse, i consumi energetici sono già aumentati di circa il 30%,
andando a gravare sia sulle bollette delle famiglie che sull’inquinamento
ambientale. Sarebbe, quindi, auspicabile adottare comportamenti più
ecosostenibili, anche solo preferendo le lampadine a led a quelle a
incandescenza, visto che consumano l’80% in meno.

Partiamo da un consiglio base: intanto bisogna muoversi per tempo e con la
giusta programmazione per ottenere un maggior risparmio in bolletta. In periodo
di sprechi e picchi di consumo, bisogna trovare un’offerta luce adatta, magari
cercandola online, ad esempio sul
sito di Acea
: ancora meglio se, a tutela dell’ambiente, si opta per le
proposte con “garanzia di origine” da fonti rinnovabili.

Con la speranza che le decorazioni natalizie siano state riposte negli
scatoloni e non gettate, in casa, conviene evitare di riscaldare ambienti di
passaggio (es. corridoi) e spegnere i caloriferi nei momenti della giornata in
cui di certo non si è in casa (es. di mattina per i lavoratori). Massima
attenzione agli sprechi per quanto riguarda i grandi elettrodomestici: sarebbe
opportuno limitare, per quanto possibile, con un po’ di intelligenza la
frequenza d’uso di lavatrici e lavastoviglie.

Stoppare lo spreco alimentare

Lo spreco alimentare è un altro fronte su cui combattere dopo  il Natale, perché ogni anno, in Italia, si
perdono circa
17 miliardi di euro di cibo
solo per le festività, e ogni italiano ne butta
via 800 grammi a settimana. Esistono diversi metodi per evitare questo spreco,
a partire dall’organizzazione delle cene e dei pranzi. Innanzitutto, sapere sempre
con certezza il numero dei commensali e controllare cosa offre già la dispensa;
se si va al supermercato, evitare di comprare un’eccessiva quantità di cibo e,
una volta in cucina, soppesare bene le quantità, in modo tale da non far
avanzare troppe cose. Se ciò dovesse comunque accadere, sarebbe importante
condividere eventuali ospiti gli avanzi oppure usarli per nuove ricette il
giorno dopo. Infine, differenziare sia gli avanzi stessi che gli imballaggi del
cibo.

Fermare gli acquisti inutili su
Internet

Non solo, il 2020 potrebbe essere un buon anno per limitare lo shopping
estremo, specialmente online.  Difatti
ogni acquisto mette in moto una macchina logistica immensa, che spesso si
traduce in maggior inquinamento. Ogni anno, migliaia di italiani ricevono pacchi
non necessari che poi chissà che fine fanno. Per evitarlo, bisogna prendere
poche e semplici precauzioni: creare una lista di quello che si vuole
acquistare ed è veramente necessario, stabilire un tetto massimo di spesa e
ricordarsi che un acquisto deve essere, prima di tutto, utile. Non bisogna
pensare al capriccio del momento o alle mode, ma, in caso di acquisti online,
spesso i marchi offrono opzioni ecosostenibili: dal trasporto alle lavorazioni
green, si possono scegliere brand o capi di abbigliamento che abbiano un minor
impatto ambientale. Non bisogna dimenticare che ogni acquisto dovrà essere
davvero necessario, e non all’insegna del consumismo sfrenato.




Riforma Codice della Strada: oggi la discussione alla Camera

Il divieto di fumo in auto per il guidatore, l’innalzamento dei limiti di velocità a 150km/h in alcuni tratti autostradali e una stretta drastica sull’uso del cellulare alla guida. Questi alcuni temi della riforma del Codice della Strada che sarà discussa oggi alla Camera. La riforma è ferma da luglio scorso dopo le perplessità espresse dalla Ragioneria per gli oneri finanziari previsti e a causa della caduta del governo gialloverde ad agosto. A riproporre l’emendamento in Aula sull’innalzamento della velocità a 150km/h sarà la Lega ma il governo e la maggioranza dovrebbero votare contro.

Tuttavia riscoppia la polemica. “Riparte in Parlamento la riforma del Codice della strada ed ecco che torna la proposta, inutile e pericolosa, di alzare a 150 km/h i limiti nelle autostrade a tre corsie”, afferma Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (Associazione sostenitori Polstrada), che definisce i 150 “uno spot”, sottolineando che “più velocità” significa “più tamponamenti, più interruzioni in coda, più inquinamento”. Per cui “l’Asaps si batterà per convincere il Parlamento dell’inutilità e dell’incremento del rischio derivante da questa misura”, avverte il presidente Biserni.

 Il governo dovrebbe quindi presentare un emendamento circa il ritiro della patante per chi usa il telefonino alla guida. Al momento il testo prevede “il divieto di uso di smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi”, con sanzioni raddoppiate. Per la prima violazione, si legge nel testo, la sanzione amministrativa pecuniaria attualmente prevista (da 165 a 661 euro) viene innalzata tra 422 e 1.697 euro, con la sospensione della patente di guida da 7 giorni a due mesi. Alla seconda violazione nel corso di un biennio, scatta una multa da 644 a 2.588 euro e al raddoppio della decurtazione dei punti della patente, da 5 a 10.

 Il conducente dovrà fare poi attenzione che il passeggero abbia la cintura di sicurezza allacciata, infatti il nuovo Codice della Strada prevede una multa anche per il guidatore in caso di mancato uso della cintura da parte del passeggero. E attenzione a non parcheggiare o sostare negli spazi di ricarica dei veicoli elettrici: verranno decurtati due punti dalla patente. In arrivo anche i parcheggi rosa per donne in stato di gravidanza o accompagnate da bambini con età non superiore ai due anni.




Azzeramento M5s, Appendino: ripartire dall’Emilia Romagna

Per il Movimento 5 Stelle il voto in Emilia Romagna “è un po’ il risultato di un movimento che non ha più fiducia in sé stesso”. A dirlo la sindaca di Torino Chiara Appendino.

È da lì che dobbiamo ripartire – aggiunge -, nel senso che dobbiamo ritrovare l’orgoglio di appartenere alla comunità del Movimento ritrovandoci sui temi che ci uniscono”.

“I numeri, come quelli venuti fuori dalle regionali in Emilia Romagna e in Calabria, sono un’indicazione importante su cui riflettere, e lo si farà certamente durante gli stati generali del M5s di marzo, ma non possono essere un dato su cui fondare speculazioni in merito al futuro del MoVimento, del Governo o del Paese. L’Esecutivo nazionale sta continuando a lavorare, con un orizzonte fino al 2023, per portare a termine le riforme in programma”, così in un post il ministro M5s Federico D’Incà che ringrazia i candidati Simone Benini e Francesco Aiello per il “lavoro svolto”.

“Il voto delle regionali ha sempre visto il Movimento raccogliere risultati inferiori rispetto alle tornate nazionali, ma va riconosciuto che in Calabria ed Emilia Romagna i risultati sono stati inferiori alle aspettative”. Così il capo reggente M5s Vito Crimi su fb. “Questo però non ci induce ad arrenderci: semmai è vero il contrario. Abbiamo già avviato il lavoro di organizzazione che ci consentirà un maggiore coordinamento”, scrive Crimi sostenendo che sarà necessario “restare uniti, non lasciarsi irretire da facili sirene”.  “Il voto è stato molto polarizzato: è un dato di fatto ed ha portato alcuni nostri elettori a decidere di votare da un’altra parte. Il nostro compito è rilanciare. Non dobbiamo replicare gli altri partiti o creare qualcosa di strutturale con altri partiti ma lavorare sui temi” ha aggiunto Crimi.  “Il capo delegazione lo sceglieremo martedì insieme ai ministri” ha poi informato il ‘reggente del M5s.

“Evolversi o estinguersi – scrive su Fb il viceministro Buffagni -. Da quasi un anno porto avanti questo concetto, anche se, senza successo. Stiamo sbagliando perché ci siamo chiusi nei palazzi. Agli Stati Generali sarà fondamentale ridarci un’identità, degli obiettivi, e tanti motivi affinché i cittadini tornino a camminare con noi”. “Per vincere non bisogna aver paura di perdere. Paura è ciò che ci ha spinto a sbagliare, a rincorrere gli altri, a non tornare davanti ai cittadini dopo il tradimento”.




Giorno della Memoria, Francesco Tagliente: “Celebro all’Altare della Patria”

Il prefetto Tagliente riflette sulla deportazione, la prigionia e le atroci sofferenze subite dagli oltre 650 mila militari italiani internati nei lager nazisti

Il 27 gennaio ricorre, e da 20 anni si celebra, il “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

“La Repubblica italiana – recita l’art 1 della legge 20 luglio 2000, n. 211 – riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah
(sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

L’art 2 della stessa legge aggiunge che “In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in
modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Per questa ragione, il 27 gennaio, è diventato un giorno di importanza internazionale che ha come obiettivo quello di non dimenticare ciò che avvenne all’interno dei lager.

Anche nel 2020 in Italia non mancano le iniziative e gli eventi per dar memoria a ciò che avvenne in quel periodo. Il Comitato di Coordinamento per le iniziative in ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha previsto una serie di eventi, volti a diffondere la conoscenza della Shoah e degli altri crimini perpetrati dal nazifascismo prima e durante la seconda guerra mondiale.

“Tra gli italiani che hanno subìto la deportazione – scrive il prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB – ci sono anche oltre seicentomila militari deportati e internati nei lager nazisti”.

“E’ una pagina rilevante, anche per i gesti eroici dei nostri soldati a lungo purtroppo trascurati benché fosse noto a tutti che dopo la proclamazione dell’Armistizio, l’8 settembre del 1943, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento – prosegue Tagliente- accettò l’arruolamento. Gli altri vennero considerati prigionieri di guerra. In seguito cambiarono status
divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie delle Convenzioni di Ginevra), e infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, lavoratori civili, in modo da essere utilizzati come manodopera coatta senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti”.
“Tra quei deportati – dice il prefetto – c’era mio padre. Per celebrare il “Giorno della Memoria” e rendere omaggio a mio padre e agli altri militari catturati e deportati e detenuti nei lager fino alla fine della guerra, a contribuire a tenere viva la memoria del tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese. Sono andato all’Altare della Patria dove è stata dedicata una sala alla resistenza dei 650.000 militari internati, 60.000 dei quali non tornarono”.




Cina, Coronavirus. L’epidemia accellera: si pianificano le evacuazioni

Il bilancio ufficiale delle vittime del coronavirus sale a 80 morti ed oltre 2.300 casi di contagio confermati in tutta la Cina. Le autorità di Hubei, epicentro del virus, riferiscono oggi di 24 nuove vittime e di 371 nuovi casi. L’epidemia di coronavirus continua ad accelerare, come aveva avvertito con preoccupazione Xi Jinping. Non è potente quanto la Sars, ma si rafforza e sta provocando nuove vittime in Cina. Costringendo le autorità di Pechino a ulteriori restrizioni, come il divieto di commercio di animali selvatici, da cui ha avuto origine la malattia. Il contagio, tra l’altro, è arrivato fino a Toronto e si sospetta anche a Vienna. E in Svizzera due persone rientrate da poco dalla Cina sono state poste in quarantena. I numeri dell’epidemia, iniziata il 31 dicembre a Wuhan, continuano a crescere giorno dopo giorno.

Come se non bastasse, il ministro della Sanità Ma Xiaowei ha spiegato che la capacità di diffusione del coronavirus, con un periodo di incubazione fino a 14 giorni, sembra diventare più forte e che non sono ancora chiari i rischi della sua mutazione. L’ultimo salto di qualità è stato segnalato dall’Oms, che ha riferito di un primo contagio da uomo a uomo fuori dalla Cina: si tratta di un caso in Vietnam una persona mai stata in Cina ma che era “familiare” con un’altra che aveva visitato Wuhan. In Cina, per tentare un contenimento, si innalzano nuove barriere. Dopo aver isolato 56 milioni di persone, bloccato i viaggi organizzati all’estero, interrotto feste e istituito controlli a tappeto su tutti i mezzi di trasporto, le autorità hanno emesso il divieto temporaneo al commercio di animali selvatici, da cui si ritiene che il coronavirus sia germogliato.

Diverse città del nord, come Pechino, Tientsin e Xian, hanno annunciato la sospensione delle linee di autobus a lunga percorrenza che le collegano al resto del paese. A est, la provincia di Shandong, con 100 milioni di abitanti, ha fatto lo stesso. A Hong Kong, dove è stato dichiarato lo stato d’emergenza, è scattata una protesta contro la quarantena e la tensione è salita alle stelle quando alcuni manifestanti hanno assaltato un ospedale. Quanto a Wuhan, epicentro della malattia, è ormai una città fantasma, dove chi può resta barricato in casa. Per chi è costretto ad uscire per farsi visitare, si devono attendere delle ore prima di vedere un medico.

E gli ospedali sono al collasso, tanto che proseguono a ritmo forsennato i lavori per finire il nuovo maxi-ospedale dedicato al coronavirus entro i tempi previsti, ossia tra pochi giorni. Ma l’emergenza appare lontanissima dall’essere risolta: il sindaco ha dichiarato di attendersi “almeno un migliaio di contagi in più”. Nel frattempo il coronavirus continua a viaggiare, allargando il suo raggio ben oltre la Cina e l’Asia. In Canada è stato segnalato un primo caso di contagio, a Toronto, di un cinquantenne che era stato a Wuhan. Un caso sospetto è a Vienna e se fosse confermato l’Austria sarebbe il secondo paese europeo dopo la Francia a dover curare dei malati di coronavirus. Negli Stati Uniti c’è un quarto caso, nella contea di Los Angeles.

In Italia sono stati rafforzati i presidi medici agli aeroporti di Malpensa e Fiumicino, mentre Milano e Roma hanno annullato o comunque rinviato le celebrazioni per il Capodanno lunare.

Al momento non si segnalano contagi: il ministero della Salute ha reso noto che i casi sospetti si sono rivelati “tutti negativi”. In ogni caso, il governo “segue con la massima attenzione la situazione in Cina”, ha assicurato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, spiegando che la Farnesina è in contatto con i nostri connazionali (una cinquantina) a Wuhan per ogni assistenza.

Per coloro che volessero lasciare la città, si lavora ad un trasferimento via terra verso sud nella provincia di Huhan.

Il passo successivo sarebbe una quarantena di 14 giorni in un ospedale locale. Anche se la maggior parte degli italiani sarebbe orientata a restare chiuso in casa. Anche altri paesi pianificano le evacuazioni. Gli Stati Uniti vorrebbero far partire i loro mille connazionali, inclusi i diplomatici, via aerea martedì. Il governo francese ha annunciato un ponte aereo diretto per chi volesse rientrare da Wuhan, “in accordo con Pechino”. A patto, però, di sottoporsi ad una quarantena di 14 giorni una volta in Francia




Regionali, Bonaccini verso la vittoria: crolla il M5s

Stefano Bonaccini verso la vittoria su Lucia Borgonzoni nella corsa per la presidenza dell’Emilia Romagna, una sfida che ha assunto significati politici nazionali.

La seconda proiezione Rai dà il governatore Pd uscente, sostenuto dal centrosinistra, al 48,6%, la sua rivale leghista con il centrodestra al 45,5 per cento. Un distacco di tre punti che resta costante mentre procede lo spoglio delle schede e che porta sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni ad intravedere la sconfitta. “Salvini ha perso, il governo esce rafforzato”, esulta Nicola Zingaretti. Ma l’implosione di M5S – con Simone Benini al 4% in Emilia Romagna – preoccupa l’alleanza a quattro che regge l’esecutivo.

Partita invece ampiamente chiusa a favore di Jole Santelli in Calabria: la candidata di Forza Italia per il centrodestra secondo l’ultima proiezione trionfa con il 50,9% e diventa la prima governatrice donna della regione. Pippo Callipo per il centrosinistra si ferma al 31,3%, Carlo Tansi (lista civica) registra il 10,6% e precede Francesco Aiello (M5S) al 7,2%. “Jole emblema del riscatto”, assicura Silvio Berlusconi, mentre la prossima presidente promette “una regione diversa”.

Gli occhi erano tutti sull’Emilia Romagna, che ha sorpreso per il boom dell’affluenza al (67,7%), di 30 punti superiore rispetto al 2014 (37,6%) e analoga a quella delle europee 2018




Regionali, raddoppiano i votanti in Emilia Romagna rispetto il 2014

Raddoppiano le persone che si sono recate al voto in Emilia Romagna per le elezioni del Presidente e dell’Assemblea legislativa rispetto la precedente tornata elettorale del 2014, mentre in Calabria il dato di affluenza è pressoché simile a quello delle precedenti regionali.

Così alle 19 il dato registrato dal Ministero dell’Interno è del 58,82% di votanti per l’Emilia Romagna, rispetto il 30,89% delle scorse elezioni mentre in Calabria si è registrato un 35,52% contro il 34,80% della precedente tornata.




Regionali, Emilia Romagna: alle 12 è boom di voti rispetto il 2014

BOLOGNA – Affluenza alle urne nel capoluogo del 24,7 percento, alle elezioni del Presidente e dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, dove hanno votato 75.344 elettori. Questo il dato rilevato alle ore 12.

Il totale degli aventi diritto nel Comune di Bologna è 304.243 persone, di cui 143.577 maschi e 160.666 femmine.

Un vero e proprio boom di voti, nell’intera regione, quello registrato alle 12 pari al 23,44%. Quasi 13 punti percentuali in più del medesimo arco di tempo alle regionali del 2014.




Cina, virus 2019-nCoV. 56 morti e 2mila contagiati: il ministro della Salute riunisce a Roma i rappresentanti delle Regioni per fare il punto e coordinare la prevenzione

Il coronavirus non si ferma, anzi accelera il contagio e l’ultimo bollettino ‘di guerra’ parla di 56 morti e quasi duemila contagiati. C’è una prima vittima a Shanghai e una delle maggiori piazze finanziarie mondiali trema per il possibile contagio con 40 casi accertati. Dopo Pechino, Tianjin, Xi’an e la provincia di Shandong hanno proclamato lo stop dei mezzi pubblici a lunga percorrenza. Chiude Disneyland Hong Kong, gli americani avviano l’evacuazione dei propri connazionali, la Peugeot quella del proprio staff. Intanto un malato è sotto osservazione a Toronto, in Canada. Un caso sospetto anche in Austria. Il presidente Xi Jinping ha ammesso che la situazione è ‘grave’ e l’epidemia del coronavirus ‘accelera’. Ma assicura: ‘Ce la faremo’.

Il ministro della Sanità della Cina, Ma Xiaowei, ha affermato che la capacità di diffusione del coronavirus sembra diventare più forte e che non sono ancora chiari i rischi della sua mutazione. In una conferenza stampa, Ma ha affermato che il periodo di incubazione è tra 1 e 14 giorni ed è probabile che il numero di casi continui ad aumentare. 

E’ stato registrato in Vietnam il primo caso di trasmissione del coronavirus 2019-nCoV da uomo a uomo finora avvenuto al di fuori della Cina. Lo rende noto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). “Si tratta di un caso confermato in Vietnam, che non aveva precedenti di viaggio in nessuna parte della Cina, ma – si legge nella nota dell’Oms – era un familiare di una persona che aveva visitato Wuhan”. Ciò, rileva l’organizzazione internazionale, “suggerisce un esempio di trasmissione uomo a uomo avvenuta in Vietnam”.

Mascherine prima di entrare in chiesa, niente acqua santa all’ingresso, microfoni ripuliti subito dopo il loro uso, nello scambio della pace si annuisce con la testa ma nessuna stretta di mano e soprattutto il sacerdote deve lavarsi le mani prima e dopo l’Eucarestia, usare mascherine chirurgiche e posizionare l’ostia “delicatamente sul palmo della mano” evitando il più possibile il contatto fisico diretto. La diocesi di Hong Kong prende le contromisure per evitare la diffusione del coronavirus in vista delle celebrazioni delle messe domenicali di oggi. Lo scrive il Sir. “Tutti i sacerdoti, il personale cerimoniale e i membri della chiesa devono seguire queste linee guida per garantire il benessere pubblico e ridurre al minimo la possibilità che il nuovo virus si diffonda nella comunità”, è l’invito della diocesi che chiede anche di tenere aperte porte e finestre delle chiese per consentire, raccomanda di pulire regolarmente i pavimenti della Chiesa, inginocchiatoi e stanze delle confessioni.

C’è un caso sospetto di coronavirus a Vienna. Si tratta di un’assistente di volo cinese che il 24 gennaio è arrivata nella capitale austriaca e che nei giorni precedenti è stata a Wuhan. La donna si trova ora in isolamento nell’ospedale Kaiser Franz Josef dopo essere stata ricoverata ieri sera con sintomi influenzali. “Non possiamo escludere che si tratti di coronavirus”, comunica il direttore medico degli ospedali viennesi Michael Binder in una nota.

La Cina ha annunciato un divieto temporaneo al commercio di animali selvatici mentre il Paese lotta per contenere l’epidemia di coronavirus che si ritiene sia stato generato in un mercato che vendeva animali selvatici come cibo. L’allevamento, il trasporto o la vendita di tutte le specie di animali selvatici è vietato “dalla data dell’annuncio fino alla fine della situazione epidemica nazionale”, si legge in una direttiva congiunta di tre agenzie di alto livello, tra cui il ministero dell’Agricoltura.

Il paese più popoloso del mondo negli ultimi giorni ha adottato misure draconiane per arginare il diffondersi di un virus, simile alla Sars (che provocò centinaia di vittime in 2 anni), che ha già infettato quasi 2.000 persone e ne ha uccise 41 dalla sua prima apparizione in un mercato ittico di Wuhan, il 31 dicembre scorso. E che potrebbe diffondersi anche attraverso persone senza sintomi, secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica inglese The Lancet. Per fare il punto della crisi, il presidente Xi ha riunito un comitato d’emergenza dei vertici del governo. E pur assicurando che il paese è in grado di “vincere questa battaglia”, ha ammesso che “l’epidemia accelera“, quindi bisogna moltiplicare gli sforzi.

Così le celebrazioni del Capodanno lunare, le più sentite nel paese, sono state praticamente annullate per 56 milioni di persone. Il cordone sanitario, infatti, è stato esteso a 18 città nella provincia di Hubei, con restrizioni che includono la chiusura dei collegamenti per il trasporto pubblico e l’accesso alle autostrade. A livello nazionale sono scattate le procedure per identificare i casi sospetti su treni, autobus e aerei. Da lunedì, inoltre, scatterà la sospensione dei tour organizzati all’estero, mentre il blocco per i tour interni è già in vigore. A Wuhan, intanto, l’atmosfera è spettrale. Nella metropoli da cui tutto è cominciato, è che è stata la prima ad essere isolata, non circolano più i mezzi pubblici ed adesso è stato disposto il bando alle auto in centro. Le strutture sanitarie sono vicine al collasso, tanto che proseguono senza sosta i lavori per realizzare un ospedale ex novo, il primo dedicato al coronavirus, entro il 3 febbraio. E le autorità hanno annunciato che ne verrà costruito un altro, con ancora più posti letto, sempre in tempi record. Nel frattempo, in città sono arrivati 450 medici militari per dare una mano al personale locale. 

L’attenzione resta alta anche in Italia, nonostante i due falsi allarmi a Parma e Bari. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha riunito a Roma i rappresentanti delle Regioni per fare il punto e coordinare la prevenzione.

L’italiano a Wuhan: bloccato qui, città spettrale

Tra i milioni di cittadini isolati, ci sono anche una ventina di italiani, tra residenti, studenti e turisti, che si trovano a Wuhan. Tra loro, Lorenzo Di Berardino, studente abruzzese rimasto bloccato dentro un campus universitario, che racconta all’Ansa di una città spettrale, letteralmente deserta.

L’origine del nuovo virus

Il virus 2019-nCoV è arrivato all’uomo dai serpenti: sarebbero questi gli animali nei quali il virus, trasmesso dai pipistrelli, si sarebbe ricombinato e poi passato all’uomo. Lo indica l’analisi genetica pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti.

Come già accaduto con l’aviaria e la Sars, anche questa volta l’indice è puntato sui mercati di animali vivi, molto comuni in Cina dove, accanto agli animali allevati, si vendono animali selvatici come, appunto, serpenti e pipistrelli. E ora è quindi chiaro che il 2019-nCoV è un mix di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di un altro che arriva dai serpenti e che da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani, adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo.

In 3 mesi il test di un vaccino

Sono almeno cinque i team internazionali coinvolti nell’impresa di mettere a punto un vaccino contro il nuovo virus cinese, con l’obiettivo di ottenere il prima possibile quello che normalmente richiede almeno due o tre anni di lavoro. I primi test sull’uomo potrebbero arrivare in tempi record, “meno di tre mesi, a fronte dei 20 del vaccino sperimentale per la Sars”. A dirlo è uno dei massimi esperti di immunologia, Anthony S. Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (Niaid) del National Institutes of Health, l’agenzia del governo degli Stati Uniti responsabile della ricerca e della salute pubblica.

“I progressi della tecnologia collegati alla Sars hanno notevolmente compresso i tempi per il suo sviluppo”, scrive Fauci nel suo ultimo saggio pubblicato sulla rivista scientifica Jama. Nel testo si sottolinea come gli attuali studi stiano sviluppando antivirali e test diagnostici per rilevare rapidamente l’infezione partita da Wuhan. E, soprattutto, come stiano adattando gli approcci utilizzati con la Sars, per lo sviluppo di vaccini candidati. La ricerca vede impegnate equipe di esperti del National Institutes of Health, dell’Università del Queensland, in Australia, e delle aziende statunitensi Moderna Therapeutics e Inovio Pharmaceuticals. Ognuno dei team principali verificherà un approccio diverso allo sviluppo del vaccino, mentre a finanziare gli studi è la Coalizione per la preparazione alle epidemie e l’innovazione (Cepi).

In un’iniziativa indipendente, anche Novavax, che ha già lavorato sulla Sars, si è messa al lavoro per studiare un’immunizzazione contro il coronavirus cinese. Così come ha dichiarato di essere intenzionata a fare anche l’Agenzia federale russa per la tutela dei consumatori e della salute. Per ora, il primo beneficio lo hanno avuto le aziende coinvolte, che hanno visto salire con percentuali a due cifre le loro quotazioni in Borsa.




Il presidente Mattarella rende omaggio alla memoria di Alcide De Gasperi

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato questa sera a Trento la mostra dedicata ad Alcide De Gasperi a palazzo Thun.

Dopo aver partecipato alle celebrazioni per il centenario della nascita di Chiara Lubich a Mariapolis, il presidente ha voluto rendere omaggio alla memoria dello statista trentino accompagnato dalla figlia di De Gasperi, Maria Romana, dal sindaco Alessandro Andreatta e dal commissario di Governo Sandro Lombardi.

Nella breve visita, il presidente si è soffermato sugli oggetti personali, le fotografie, i documenti che compongono l’esposizione permanente e ha firmato il Libro d’onore del Comune di Trento, riservato agli ospiti illustri della città, terzo presidente a  porre la firma dopo Giuseppe Saragat e Carlo Azelio Ciampi. Al termine della  visita con una breve ma intensa cerimonia il Sindaco Alessandro Andreatta ha consegnato al Presidente il Sigillo maggiore, la massima onorificenza concessa dalla città di Trento. L’antico sigillo maggiore è appeso ad una pergamena che porta la data 27 giugno 1422. Si tratta di un sigillo di 36 millimetri che reca l’iscrizione “ Silgillum secretum comunis Tridenti” e rappresenta la conferma dell’autonomia goduta dal comune di Trento nei confronti del principe vescovo tridentino.

Ad
attendere, all’esterno di Palazzo Thun, una piccola folla di persone che ha
applaudito con affetto il Presidente.

La
mostra, promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione
con il Comune di Trento, ricostruisce la dimensione pubblica e privata di De
Gasperi ed è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 9 alle 18. L’allestimento
restituisce l’idea di un archivio familiare in una forma stilizzata,
contemporanea, che valorizza i documenti esposti in originale. Oggetti,
biglietti, appunti, donati alla Fondazione Museo storico del Trentino da Maria
Romana De Gasperi, trovano posto nella sala, dove è visibile, tra l’altro,
l’edizione originale della Carta Costituzionale.

Le
fotografie vengono mostrate nel loro formato originale, alcune stropicciate,
altre con i promemoria dei familiari, per diventare oggetti a loro volta capaci
di far entrare il visitatore, quasi fisicamente, all’interno della casa di
Alcide, della moglie Francesca e delle loro figlie.

Il
montaggio di alcuni filmati ufficiali dell’Istituto Luce, uniti ad altri girati
da trentini che con le loro cineprese amatoriali hanno documentato un
conterraneo diventato famoso, dà nuova vita ad Alcide De Gasperi, e restituisce
al pubblico il sapore degli anni cinquanta del XX secolo.

Separata
ma ben visibile ai visitatori, è possibile ammirare la scrivania personale
utilizzata quotidianamente da Alcide De Gasperi nell’abitazione di via
Bonifacio VIII a Roma (ora via Alcide De Gasperi) fino alla sua scomparsa.

Oltre
alla tradizionale visita guidata per tutte le fasce d’età, l’Area educativa
della Fondazione Museo storico del Trentino valorizzerà lo Spazio De Gasperi
inserendolo in più ampi progetti per le scuole, relativi alla storia
dell’autonomia trentina e della costituzione della Repubblica italiana. Le
attività si svolgeranno nella sala interrata, dove sono predisposte delle
grandi riproduzioni fotografiche e un montaggio di interviste a storici che
ricostruiscono la vicenda biografica e politica di Alcide De Gasperi.




Virus cinese, le vittime salgono a 41: tre casi in Francia

La Cina ha ordinato misure a
livello nazionale per identificare i casi sospetti del coronavirus su treni,
aerei e autobus poiché il bilancio delle vittime e il numero di pazienti è
aumentato in maniera spropositata: 41
le vittime, 15 i decessi nelle ultime ore
. Pechino ha
esteso il cordone sanitario volto a circoscrivere l’infezione, precisando che i
provvedimenti riguardano ora 56 milioni di persone.

Un primo caso del coronavirus è stato confermato in Australia, ultimo Paese in ordine di
tempo ad essere raggiunto dal contagio. Il paziente, un uomo sulle cui
generalità non sono stati diffusi dettagli, era giunto una settimana fa a
Melbourne da Wuhan, la città cinese epicentro dell’epidemia. Secondo il
responsabile della sanità pubblica australiana, Brendan Murphy, le autorità
dello Stato di Victoria ha applicato “strettamente i protocolli, e messo
il paziente in isolamento”.

Tre casi di coronavirus confermati in Francia:
sono i primi
in Europa
. Lo annuncia il governo francese. Un caso è a
Bordeaux, nel sud-ovest, l’altro a Parigi, ha annunciato in tv la ministra
della Salute, Agnes Buzyn. “Il paziente di Bordeaux ha 48 anni – ha detto
la ministra – è rientrato dalla Cina, dove è passato da Wuhan. Si è fatto
visitare ieri. Da ieri è ricoverato in una camera isolata. E’ stato in contatto
con una decina di persone dopo il suo arrivo in Francia”. L’uomo è di
“origini cinesi”, ma residente in Gironda, la regione di Bordeaux. Si
trovava in Cina per motivi professionali. Si sa poco del paziente ricoverato a
Parigi, all’ospedale Bichat, a parte il fatto che anche lui è rientrato dalla
Cina.

Si tira un sospiro di sollievo non solo a Bari ma probabilmente anche a
Parma
per due donne rientrate da Wuhan, in Cina, e ricoverate per sintomi sospetti
che hanno fatto scattare tutte le procedure e le analisi legate al nuovo
coronavirus cinese. Nel primo caso, barese, i test sul coronavirus hanno dato
esito negativo. Mentre nel caso di Parma per ora è stata accertata nella
paziente la presenza di virus influenzale di tipo B: le analisi proseguono ma
la donna sta bene, sta già migliorando e i medici sono ottimisti.

In Cina, nel frattempo, sono saliti ad 897 i
casi accertati di contagio
del nuovo coronavirus
nCOV-2019
, mentre i morti
si sono attestati a quota 41.
Tra le quasi 40 province, regioni e municipalità speciali che
compongono amministrativamente il Paese, solo il Tibet
risulta ancora privo di casi.

Tredici, intanto, le città dov’è stato imposto lo stop ai
trasporti pubblici: Xianning, Xiaogan, Enshi, Zhijiang, Jingzhou, Huangshi,
Qianjiang, Xiantao, Chibi, Ezhou, Huanggang e Lichuan, oltre alla città
epicentro dell’epidemia, Wuhan, nella provincia dell’Hubei, portando così
ad
oltre 41 milioni
il numero di cittadini coinvolti dalle misure
per contrastare l’emergenza. In molte città è stata disposta anche la chiusura
di luoghi aperti al pubblico come teatri o locali. Chiusi, ad esempio, i
ristoranti McDonald
a Wuhan, Ezhou, Huanggang, Qianjiang e Xiantao. Così come, a partire da
domani, ha deciso di chiudere temporaneamente i battenti Disneyland Shanghai. Anche a Pechino la forte
preoccupazione per la diffusione dell’epidemia ha indotto le Autorità ad
adottare misure drastiche: la Città
proibita
è stata chiusa e tutti i festeggiamenti per il Capodanno cinese annullati.
Stop alle celebrazioni anche nella regione semi-autonoma di Macao. Interdette, infine,
alcune sezioni della Grande
Muraglia
.

L’italiano a Wuhan: bloccato
qui, città spettrale

Tra i
milioni di cittadini isolati, ci sono anche una ventina di italiani, tra
residenti, studenti e turisti, che si trovano a Wuhan. Tra loro, Lorenzo Di
Berardino, studente abruzzese rimasto bloccato dentro un campus universitario,
che racconta all’Ansa di una città spettrale, letteralmente deserta.

L’origine del nuovo virus

Il virus 2019-nCoV è arrivato all’uomo dai serpenti: sarebbero questi gli
animali nei quali il virus, trasmesso dai pipistrelli,
si sarebbe ricombinato e poi passato all’uomo. Lo indica l’analisi genetica
pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao,
Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi. La ricerca è
stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina
e da diverse specie ospiti.

Come già accaduto con l’aviaria e la Sars, anche questa volta
l’indice è puntato sui mercati
di animali vivi
, molto comuni in Cina dove, accanto agli
animali allevati, si vendono animali selvatici
come, appunto, serpenti e pipistrelli. E ora è quindi chiaro che il 2019-nCoV è
un mix di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di un altro che arriva
dai serpenti e che da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani,
adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a
uomo.

In 3 mesi il test di un vaccino

Sono almeno cinque i team internazionali coinvolti nell’impresa
di mettere a punto un vaccino contro il nuovo virus cinese, con l’obiettivo di
ottenere il prima possibile quello che normalmente richiede almeno due o tre
anni di lavoro. I primi test sull’uomo potrebbero arrivare in tempi record,
“meno di tre mesi, a fronte dei 20 del vaccino sperimentale per la
Sars”. A dirlo è uno dei massimi esperti di immunologia, Anthony S. Fauci, direttore
dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (Niaid) del
National Institutes of Health, l’agenzia del governo degli Stati Uniti
responsabile della ricerca e della salute pubblica.

“I progressi della tecnologia collegati alla Sars hanno
notevolmente compresso i tempi per il suo sviluppo”, scrive Fauci nel suo
ultimo saggio pubblicato sulla rivista scientifica Jama. Nel testo si
sottolinea come gli attuali studi stiano sviluppando antivirali e test
diagnostici per rilevare rapidamente l’infezione partita da Wuhan. E,
soprattutto, come stiano adattando gli approcci utilizzati con la Sars, per lo
sviluppo di vaccini candidati. La ricerca vede impegnate equipe di esperti del National Institutes of Health,
dell’Università
del Queensland
, in Australia, e delle aziende statunitensi Moderna Therapeutics e Inovio Pharmaceuticals. Ognuno
dei team principali verificherà un approccio diverso allo sviluppo del vaccino,
mentre a finanziare gli studi è la Coalizione per la preparazione alle epidemie
e l’innovazione (Cepi).

In un’iniziativa indipendente, anche Novavax,
che ha già lavorato sulla Sars, si è messa al lavoro per studiare
un’immunizzazione contro il coronavirus cinese. Così come ha dichiarato di
essere intenzionata a fare anche l’Agenzia
federale russa
per la tutela dei consumatori e della salute.
Per ora, il primo beneficio lo hanno avuto le aziende coinvolte, che hanno
visto salire con percentuali a due cifre le loro quotazioni in Borsa.