Prevenzione da Covid-19, Polizia Penitenziaria: Il SIPPE diffida Bonafede, Basentini e Tuccillo

Il SIPPE – Sindacato Polizia Penitenziaria – ha diffidato e messo in mora il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini e il Capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità Gemma Tuccillo, invitandoli a far eseguire, a livello nazionale, a tutto il personale di Polizia Penitenziaria il test del tampone faringeo per la ricerca del coronavirus Covid-19, in considerazione del fatto che il personale della Polizia Penitenziaria è quotidianamente esposto ad un alto rischio contagio, con avvertimento che, in difetto, si presenterà ricorso all’Autorità competente, nelle Sedi più opportune, per la tutela del diritto all’integrità psico-fisica, nonché a quello ad un ambiente salubre, delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria, degli interessi della O.S. istante e dei propri associati.

Un atto, quello del SIPPE, che arriva dopo le notizie che in diversi istituti penitenziari italiani, le diverse rivolte dei detenuti hanno pregiudicato la sicurezza e l’incolumità del personale penitenziario, tanto da fare emergere in maniera solare un quadro agghiacciante del sistema penitenziario italiano e la carenza delle strutture carcerarie.

Questa la maschera data in dotazione per la protezione contro il Covid-19 (Fonte e foto SIPPE)

“In tali occasioni – si legge sull’atto di diffida – si è constatato, con vivo imbarazzo, che la dotazione a disposizione del personale atta a fronteggiare sommosse o proteste da parte dei detenuti è del tutto inadeguata, addirittura neanche più in uso alle altre forze di polizia, che l’hanno dismessa da moltissimi anni. In tale difficile contesto i poliziotti penitenziari operano in molti istituti penitenziari senza neppure i previsti dispositivi di protezione sanitari, talché sono nell’oggettiva impossibilità di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, benché ne abbiano fatto più volte richiesta”.

Dal Sindacato Polizia Penitenziaria – SIPPE – si invoca dunque l’articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, nonchè l’articolo 2087 del codice civile che obbliga il datore di lavoro ad adottare tutte le misure necessarie per tutelare la integrità fisica dei lavoratori.

Secondo il SIPPE, le varie disposizioni emesse recentemente dalle Autorità diffidate non garantiscono, in concreto, un’adeguata sicurezza alla salute delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria che operano negli istituti e nei servizi penitenziari per adulti e minori, rendendo potenzialmente vana la possibilità di contrastare il virus Covid-19.

I Poliziotti penitenziari – ha dichiarato Alessandro De Pasquale Presidente del SIPPE – sono giornalmente costretti a lavorare in ambienti poco salubri e senza adeguati strumenti di protezione individuale. Inoltre – ha proseguito De Pasquale – le note rivolte dei detenuti richiedono strategie diverse e l’istituzione di squadre antisommossa a livello nazionale, regionale e locale al fine di fronteggiare eventuali sommosse o proteste dei carcerati”.




Papa Francesco: oggi sia per tutti la domenica del pianto

Il Papa dedica la giornata di oggi a tutte le persone che stanno piangendo a causa della pandemia e ha invitato: “Oggi sia per tutti noi la domenica del pianto”.

“Penso a tanta gente – ha detto il Papa nella messa a Santa Marta – che piange, gente isolata, gente in quarantena, gli anziani soli, gente ricoverata, le persone nelle terapie, i genitori che vedono che non c’è lo stipendio e non ce la faranno a dare da mangiare ai figli. Tanta gente piange. Anche noi dal nostro cuore li accompagnano e non ci farà male piangere un po’ col pianto del Signore per tutto il suo popolo”. Poi ha aggiunto: “Oggi davanti un mondo che soffre tanto le conseguenze di questa pandemia io mi domando: sono capace di piangere come avrebbe fatto Gesù, come fa adesso Gesù?”. Dobbiamo “chiedere questa grazia al Signore: io piango con te”. “Oggi sia per tutti noi la domenica del pianto”, ha concluso Papa Francesco. 




Covid-19, apertura scuole oltre il 3 aprile

Sicuramente ci sarà una proroga: si andrà oltre la data del 3 aprile, l’obiettivo è garantire che gli studenti ritornino a scuola quando stracerto e strasicuro che possono tornare, la salute è prioritaria”. Così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a La vita in diretta.

Notizie sulla didattica a distanza a luglio non hanno alcun fondamento: significherebbe dire che il personale della scuola non sta lavorando e non è così. Se la didattica a distanza funziona come sta funzionando non c’è alcun motivo per andare a luglio o agosto: le strutture scolastiche non sono idonee tra l’altro. Se ci sarà necessità lo si farà in un secondo momento. Scenari troppo oltre sono irresponsabili, bisogna guardare gli scenari attuali e poi assumere decisioni”.

A chi doveva essere rimandato, “si permetterà di recuperare gli apprendimenti, laddove fosse necessario. Sono decisioni che stiamo vagliando sulla base di quando e se si tornerà a scuola. Esiste l’autonomia scolastica, i docenti conoscono molto i loro studenti. Il percorso di uno studente è lungo, se parliamo dei maturandi è iniziato 5 anni fa, gli apprendimenti degli studenti i docenti sanno valutarli”.




Coronavirus: cosa chiedono i cittadini al ministro della Salute?

di Antonio Fioroni

In questo periodo di grande emergenza e
fermento mediatico, gioca un ruolo fondamentale il Ministro della Salute
Roberto Speranza, figura spesso secondaria nel dibattito pubblico nazionale ma
che potrebbe guadagnare visibilità in un periodo di evidente difficoltà e di
grande responsabilità richiesta alle figure istituzionali.

I provvedimenti presi dall’esecutivo sono
stati illustrati e annunciati dal Premier Giuseppe Conte e agli occhi
dell’opinione pubblica non è passato il lavoro del Ministro Speranza.

Al netto delle decisioni già prese, cosa
chiede il popolo di Facebook al Ministro della Salute?

Risultati estrapolati dai commenti ai principali contenuti pubblicati negli ultimi 28 giorni

1) Investire in ricerca e salute (19%): Il tema della sanità pubblica è assolutamente centrale in questa fase e molti follower del Ministro chiedono maggiori risorse al SSN. Investimenti, ricerca, e più personale sanitario. Anche post l’emergenza.

2)
Fare più tamponi (27%):
Da quanto emerge dalla
seguente ricerca molte sono le richieste di estensione del monitoraggio ai
soggetti asintomatici e ai soggetti entrati a contatto con positivi. Richiesta
estesa alle categorie professionali, non solo sanitarie.

3)
Mancanza dispositivi di protezione individuale (23%):
Segue non molto distante la percezione di carenza dei DPI. Viene
richiesta la fornitura totale per medici, infermieri e OS in tutto il paese.
Molte le segnalazioni sulla difficoltà di trovare sul mercato questi strumenti
per i comuni cittadini.

Altri temi caldi

Non è passato inosservato il mancato
stanziamento nel decreto “Cura
Italia”
di risorse per finanziare 5000 nuove borse di specialità che –
secondo le associazioni di categoria – avrebbero dato accesso a migliaia di
giovani professionisti alla formazione specialistica.

Si era parlato, in particolare, di una spesa
di 125 milioni di euro, pari a 5000 borse di studio per 9000 medici abilitati.
Richiesta per ora non accolta.

Viene sottolineata la necessità di aumentare
gli spazi destinati alle cure tramite riapertura o ristrutturazione di
strutture già esistenti, strutture da campo o cure a domicilio.

In minore quantità ma comunque un numero
considerevole sono le richieste di abrogazione del numero chiuso nei corsi di
laurea come medicina o infermieristica.

Quali
sono i messaggi maggiormente apprezzati dagli utenti?

SI: Messaggi positivi, risultati, informazioni

NO: Celebrazione dell’Unione Europea

I messaggi di carattere positivo, dove vengono
esposti numeri e risultati (vedi risposta 300 medici per Protezione Civile), risultano
essere i temi più apprezzati. Evidenziando il bisogno dei cittadini di avere
messaggi positivi che diano un’immagine di stato presente, concreto e che sta
affrontando la situazione.

Stesso esempio si può fare con il risultato in
termini di engagement che ha avuto l’annuncio del piano di assunzioni e
investimenti per il personale sanitario. Azione che risponde alle richieste di
investimenti nella sanità a oggi considerata priorità.

Sono apprezzati anche i messaggi di
incoraggiamento e ringraziamento rivolti ai cittadini che stanno seguendo le
restrizioni per contenere il contagio.

Attenzione alla crescita di un sentimento euroscettico.

Molte sono le critiche che l’elettorato
italiano rivolge agli altri paesi dell’UE colpevoli di non aver aiutato
l’Italia nella gestione della crisi sanitaria.

Nel
complesso, l’elettorato apprezza Roberto Speranza?

Numeri alla mano, sembra che il popolo social
riponga fiducia verso l’operato del Ministro e molti sono i messaggi di
incoraggiamento.

Un trend positivo che pare in linea con
l’ultima rivelazione di febbraio pubblicata da “Open” sulla fiducia
verso i ministri dell’esecutivo che già vedeva Roberto Speranza tra i più
apprezzati.

In generale sembrano essere apprezzate le
misure di contenimento e tanti sono gli italiani che chiedono maggiori
controlli sul rispetto dei decreti e maggiori restrizioni. Arrivando in alcuni
casi a evocare le misure Cinesi e Coreane.

L’aspetto considerato negativo è l’approccio
iniziale. Viene criticata quella che è stata percepita come
“leggerezza” nelle fasi iniziali del contagio.

Confermato
il potenziale virale del web
, molte sono richieste di
chiarimento e accelerazione sulla sperimentazione del farmaco “Avigan”, noto all’opinione
pubblica grazie al filmato di un ragazzo italiano che passeggia in una Tokyo
apparentemente normale. Risultato raggiunto – secondo l’autore del filmato –
grazie all’uso di questo farmaco. Il popolo del web chiede chiarimenti al
Ministro.

Al contrario di molti esponenti politici, il
Ministro Speranza sembra prediligere i contenuti solo testo in uno scenario che registra un ampio utilizzo di
contenuti “visual” per rispondere alle richieste di rapidità e fruizione
immediata che l’informazione social predilige.

In periodi di largo interesse mediatico si
registrano comunque tassi di crescita quantitativi, ma in un’ottica strategica
di lungo termine una gestione di questo genere rischia di penalizzare e
influenzare negativamente il traffico dei propri contenuti.

Quanto evidenziato sembra essere confermato
dal numero di nuovi “Mi piace” alla pagina Facebook che mostra un +11.670 negli
ultimi 28 giorni.

Un numero molto basso se si considera che il
governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha registrato un +36.689 e il
Premier Giuseppe Conte nello stesso periodo aumentato di oltre 1 milione il
numero dei suoi Like.

Abbiamo visto come il Primo Ministro sia stato
molto visibile, tanto nella prima fase dell’emergenza quanto nei vari annunci
alla nazione, mettendo in secondo piano – da un punto di vista mediatico –
l’operato del Ministro Speranza.




Covid-19, emergenza sanitaria ed economica: quali misure messe in campo nella Regione Lazio?

Covid-19, emergenza sanitaria ed economica: le misure messe in campo nella Regione Lazio?

L’approfondimento di Chiara Rai con l’On. Emiliano Minnucci – Consigliere Regionale (Pd) – Vice Presidente: III Commissione – Vigilanza sul pluralismo dell’informazione – Componente: X Commissione – Urbanistica, politiche abitative, rifiuti – Componente: VI Commissione – Lavori pubblici, infrastrutture, mobilità, trasporti – Componente: Commissione speciale sui piani di zona per l’edilizia economica e popolare nella Regione.

https://www.facebook.com/paginaosservatoreitalia/videos/657410111679460/



Covid-19, da Shangai 3 milioni di mascherine per la Protezione Civile: partite oggi con voli Alitalia e Rif Line

L’atterraggio all’aeroporto di Roma Fiumicino, è previsto in serata, alle 21:45 circa, ora italiana

Oggi alle ore 9:52 italiane (16:52 ora locale), dall’aeroporto di Shanghai, è partito il primo volo speciale gestito da Rif Line e operato da Alitalia, su autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con a bordo oltre 3.5 milioni di mascherine indirizzate alla Protezione Civile italiana.

L’atterraggio all’aeroporto di Roma Fiumicino, è previsto in serata,alle 21:45 circa, ora italiana.

Un
carico prezioso, in arrivo durante quella che molti esperti definiscono una
fase cruciale, durante la quale sarà possibile vedere concretamente gli effetti
delle misure di contenimento del contagio del coronavirus, a 14 giorni dall’entrata
in vigore.  Giorni difficili per medici, infermieri e operatori della
protezione civile, che devono portare avanti il proprio lavoro nonostante
la scarsa disponibilità di dispositivi per la protezione individuale, come
le mascherine.

Con
il supporto di Alitalia, che in questo periodo di pandemia sta svolgendo
un ruolo importantissimo, riportando a casa i nostri connazionali che si
trovavano in vari paesi del mondo, lka società Rif Line è riuscita
ad organizzare in tempi record la spedizione di questo importante carico.

Da
anni siamo presenti in diverse città in Cina con i nostri uffici
– ha dichiarato Francesco
Isola, CEO di Rif Line, azienda italiana di logistica internazionale presente
in molti paesi del mondo – Conosciamo bene il mercato della logistica
cinese, le procedure da rispettare e abbiamo diversi contatti in loco. Questo
ci ha permesso di organizzare il trasporto della merce in breve tempo e con
successo. Il prezioso contributo di Alitalia, infine, lo ha reso possibile
”.




Castelli e litorale, ecco come la Asl Rm6 gestisce l’emergenza Coronavirus

Medici e sindaci favorevoli a proposta di Italia Viva di inserire nella rete regionale il laboratorio analisi situato presso l’ex Ospedale di Genzano per analisi tamponi

La Asl Roma 6 ha scelto di gestire l’emergenza Covid-19 puntando innanzitutto su un potenziamento del NOC (tende pre-triage con 4 postazioni per pazienti in attesa di risultato tampone, 26 stanze singole per pazienti in attesa di risultato tampone, 73 posti letto a bassa e media intensità di cura di cui 26 da trasformare in sub-intensiva).

Il trasferimento dei punti nascita degli Ospedali di Velletri ed Anzio presso il Noc deriva dalla necessità di dare assistenza a donne in gravidanza affette da Covid-19: si tratta di misura temporanea che vedrà la ricollocazione dei reparti presso Velletri e Anzio alla fine dell’emergenza.

Il potenziamento del Noc si aggiunge alla creazione di un hub Covid presso l’ospedale Regina Apostolorum, con 20 posti di terapia intensiva.

Gli altri ospedali (Frascati, Velletri, Anzio) hanno approntato un reparto infettivologico per i pazienti in attesa di tampone o trasferimento.Il vero problema è che i pazienti con sintomi non dovrebbero arrivare in ospedale, perché si dovrebbero effettuare i test a domicilio.

Da ieri sono stati assunti altri infermieri e medici, ma per poter aumentare il numero di tamponi effettuati è necessario implementare la capacità dei laboratori che li analizzano: su questo molti medici e Sindaci hanno avanzato la proposta di inserire nella rete regionale il laboratorio analisi situato presso l’ex Ospedale di Genzano, proposta sostenuta in particolare da Italia Viva, come spiegato dai Coordinatori Provinciali Luca Andreassi e Ileana Piazzoni

Il laboratorio analisi situato presso l’ex Ospedale di Genzano è tuttora funzionante e l’analisi dei tamponi per Covid-19 potrebbe essere immediatamente avviata, consentendo di dimezzare i tempi necessari ora ad avere i risultati con l’invio al laboratorio analisi del Campus Bio-Medico. Il Dg della Asl si è detto d’accordo e di aver già inviato comunicazione alla Regione, da cui si attende il nulla osta.

La possibilità di effettuare in tempi rapidi e in maniera estesa i tamponi è fondamentale per individuare il prima possibile i contagiati e procedere alle cure e/o al loro isolamento: indispensabile per le categorie a rischio (medici, infermieri e operatori sanitari, tutti coloro che svolgono un’attività lavorativa essenziale), ma anche per chi segnala i sintomi dal proprio domicilio al medico di base.

“Apprendiamo con soddisfazione – dicono Andreassi e Piazzoni – l’appoggio dei Sindaci di molti Comuni alla proposta di apertura del laboratorio di analisi situato presso l’ex ospedale di Genzano, al fine di dotare la Asl RM6 di un laboratorio dedicato ai test per la ricerca del virus Sars-Cov-2. Come abbiamo sottolineato più volte, siamo convinti che il virus si possa debellare, oltre che con le misure di lockdown, solo con un tracciamento delle singole linee di contagio attraverso test mirati, a partire da chi è impegnato in prima linea come medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari, così come a tutte le persone che svolgono oggi un’attività lavorativa che rientra tra quelle essenziali, arrivando poi a intervenire a domicilio sui casi sintomatici e risalendo ai loro contatti. Confidiamo in una rapida risposta positiva da parte di Asl e Regione, così che si possa mettere in campo immediatamente un’azione indispensabile a limitare e circoscrivere ancora di più la diffusione del coronavirus sul territorio”.




Il sindaco di Bergamo a confronto con i media internazionali

Si è svolta martedì 24 una conferenza
stampa con il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che, dal suo ufficio, ha
interloquito, rispondendo cortesemente e pacatamente, alle domande rivoltegli
da numerosi corrispondenti dei media esteri in Italia, soci dell’Associazione
della Stampa Estera, ASEI, sul triste primato bergamasco nell’epidemia in
corso.

La sede ASEI è chiusa per il periodo
attuale, e quindi è stato utilizzato un sistema streaming che ha visto la
partecipazione di una novantina di corrispondenti da tutto il mondo.

Come è risaputo, purtroppo Bergamo, città con
provincia, è la più pesantemente colpita dalla pandemia in corso in tutta
Italia, e nel mondo. La città, con tutta la provincia, ha circa un milione e
centomila abitanti (la città 120mila) ma sta pagando un tributo alquanto
pesante in termini di malati e vittime del Covid-19: dei circa 30mila
contagiati in tutta la regione, Bergamo e provincia ne ha dovuti subire circa 6728
con circa 1176 deceduti. E la curva discendente non sembra ancora voler
procedere come tutti desiderano. Sul numero dei morti causati da Covid, sulla
base di una ricognizione fatta telefonicamente anche con altri sindaci della
provincia, si è constatato un rapporto di circa 1 su 4 per Covid, rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente.

Il sindaco Gori, nel giorno del suo 60°
compleanno, ha risposto con tutta la sua disponibilità alla raffica di domande online
dei giornalisti.

In particolare, taluni interrogativi
riguardavano i motivi dell’accanimento del virus in quella zona,e in Lombardia:
Gori ha ricordato, tra ipotesi già citate, la elevata densità della
popolazione, circa 10 milioni di abitanti, la mobilità accentuata, che porta
molti a viaggiare all’estero specie per affari ma anche diporto, la densità ed
operosità industriale ed economica, e forse, anche la partita Atalanta-Valencia con 40mila
persone euforiche e ravvicinate…Ma era il 19 febbraio e non facilmente
prevedibile quel che sarebbe successo dopo.

Al quesito su quanti stranieri risultino contagiati nella
zona, il sindaco ha risposto di avere notizia di non incisiva contagiosità e
che si sta analizzando il dato, incerto, su una possibile, maggiore resistenza
al contagio da parte di persone di colore; alcuni medici stanno facendo
ricerche anche nei centri d’accoglienza dei richiedenti asilo, ove il contagio
risulterebbe minimo.

Il sindaco ha sottolineato la situazione a
due facce della città, quella sanitaria e quella dell’ambiente ordinato e
deserto, con famiglie chiuse in casa, rispettose delle disposizioni vigenti,
con forte comprensione della responsabilità individuale. Resta critico il
fronte sanitario, anche se, per fortuna, che Bergamo è stata sempre ai primi
posti in Italia per la qualità dei suoi servizi sanitari.

Ha molto colpito gli osservatori ed il
pubblico internazionali la difficoltà di gestire le persone decedute, dato il
numero dei feretri e la saturazione delle strutture cimiteriali, per cui, ha
detto il sindaco, si fa fronte a questo alto numero di decessi trasportando le
salme in altre strutture ed altre città, con la collaborazione dell’esercito.
Gori ha chiarito che La cremazione
è una pratica consigliata (quindi non obbligatoria) dal medico necroscopo, un
medico incaricato dalla ATS locale (quindi l’azienda per la tutela della salute
locale di Regione Lombardia, che ha la competenza della sanità sul territorio)
per certificare il decesso di una persona. Si lascia alle famiglie la
possibilità di decidere se inumare o cremare (e successivamente tumulare) il
proprio caro. Si consente inoltre, a un contingentato numero di persone (10)
che devono anche seguire le disposizioni vigenti (distanza, protezione, ecc) di
assistere al momento della sepoltura o della tumulazione. Viene inviata una
lettera a tutti i cittadini di Bergamo che hanno perso un loro caro, spiegando
dove sarà cremato e garantendo tutti la cura e il decoro possibili. Su immigrati
deceduti o positivi, vittime straniere, le salme non possono essere trasferite
nei paesi di origine oggi, allo stato attuale.

A chi chiedeva perché non fosse stata
istituita una zona rossa in val Seriana, Gori ha ricordati come il governo avesse
preferito istituire una zona arancione, comprensiva della Lombardia, dato il
carattere molto urbanizzato ed industriale della zona, e quindi obiettivamente difficile
da realizzare.

Gori ha detto che ritardare nel prendere
le misure ora in vigore in Italia, può essere un errore, e l’unico modo è il
blocco, al quale in Italia si è arrivati per gradi ma che è consigliabile ad
altri Stati, e che lo facciano senza esitazioni.

Due sono stati i focolai in Lombardia:
Codogno e Val Seriana, Alzano, ove polmoniti sono state diagnosticate non come
Covid e quindi si è perso tempo. Gori pensa che la scintilla sia sta quanto
successo nell’ospedale di Alzano ove si è concentrato il focolaio. Sulla
possibilità che altri malati possano essere curati all’estero, dopo quelli
ricoverati a Lipsia, Gori ha informato che il numero attuale dei curati fuori
provincia è d circa 400 sia in Italia che all’estero, e per questo ringraziava.

Sulla situazione dei medici: il sistema
ospedaliero locale è buono ma si può fare meglio nella medicina del territorio,a
domicilio, perché potrebbe essere troppo tardi quando i sintomatici arrivano in
ospedale. Ma 140 medici si sono ammalati perché non adeguatamente protetti, su
600 medici, e ciò ha provocato problemi. Ora stanno arrivando i rinforzi e in
poco tempo il presidio sul territorio sarà rafforzato. Ma servono ancora vari specialisti,
e si attende l’arrivo in Lombardia anche di medici dall’estero.

Sulla soluzione proposta di fare il test del
tampone a tutta la popolazione, poteva esser fatto forse all’inizio, ma ora non
è più fattibile, nel senso che i buoi sono fuggiti dalla stalla mentre invece sarebbe
più utile ora il test di uscita dall’infezione. Gori ha detto di ritenere che
non ci siano persone anziane lasciate sole in  casa o senza che lo si sappia: i medici di
famiglia sono al corrente dei loro assistiti ma gli anziani sono più
vulnerabili e magari alcuni deceduti senza poterli ricoverare. Non sono persone
cui sia stato fatto il test e sfuggono al conteggio statistico.

Sulla durata dell’emergenza, il sindaco ha
risposto di nutrire speranza che le misure adottate aiutino il rallentamento o
miglioramento epidemico, ma i tempi non sono prevedibili. Il blocco attuale
arriva al 3 aprile, ma si vedrà man mano. Sarebbe utile avere una certezza
della uscita della condizione di malattia, la guarigione. Bisogna mantenere
forte la protezione nei soggetti più vulnerabili, e mortalità e gravità sono
diverse a seconda della anzianità e patologie pregresse.

Sui 14 aerei russi,con aiuti, è stato
chiesto se vi sia una destinazione anche per Bergamo. Gori ha detto che dovrebbe
arrivare un centinaio di persone con aiuti vari e materiali, ma non è certo a
chi siano destinati gli aiuti. Bergamo, come tutta l’Italia, si è trovata
impreparata a questa situazione,e la difesa è stata costruita man mano con
l’aggravarsi dell’emergenza. Obiettivamente, col senno di poi, forse tutta
l’Europa doveva prepararsi meglio, secondo Gori, citando i governi inglese e americano
un po’ tentennanti.

Se si  potevano chiudere più attività produttive,
Gori ha affermato che si tratta  di una
decisione difficile ed ultimo gradino del blocco delle attività non essenziali
e che anche i sindaci interessati sono stati ascoltati dal governo; concorda
con le eccezioni previste e il numero delle industrie coinvolte può anche
essere maggiore. È complesso valutare esattamente ciò che essenziale e ciò che
non lo è, ritenendo che Il governo abbia agito con equilibrio e che sui territori
ci sarà anche la valutazione dei prefetti. Sulla situazione nelle fabbriche: il
75-80% dell’attività produttiva è ferma e nei luoghi attivi vigono protocolli
tra sindacati e proprietà. Misure rispettate e lavorarti protetti, e situazioni
critiche da bloccare, se non ci siano elementi certi di rischiosità.

A chi gli chiedeva se ritenesse che il
rincorrersi di disposizioni regionali e normative nazionali possa creare difficoltà
gestionali o confusione operativa, Gori ha risposto che si può creare una certa
confusione che però è sopportabile, anche per esser stata l’Italia una zona di
frontiera e il coordinamento a volte ha qualche sfasatura ma in Lombardia il
sistema sanitario è solido e può affrontare le sfasature, restando la volontà
di mantenere coesa la collaborazione e le polemiche si dissolvono presto.

Gori ha sottolineato come, per lottare
contro la pandemia, ritiene necessario: rafforzare i i presidi territoriali di
cura, e che a Bergamo un ospedale da campo in allestimento e pronto tra qualche
giorno, perdurando la necessità di disporre di specialisti, respiratori,
dispositivi adeguati di protezione, ventilatori, potenziando la medicina del territorio,
con cure domiciliari pre ospedaliere.

Concludendo il confronto, il sindaco ha
detto, con un tocco di leggerezza, che, con riferimento al suo compleanno,lo avrebbe
trascorso con una serata in famiglia, ma che, non sentendosi di festeggiare,
sarebbe ancora rimasto nel suo 59° anno…

https://srv1.selftv.video/video/stampaestera/14968

https://www.comune.bergamo.it/




Covid-19, emergenza economica: tra affitti, mutui, tasse, tassarelle e gabelle varie Salvini ricorda i “dimenticati” da questo governo

Guardiamo
al futuro e raccogliamo l’appello Come stiamo facendo da giorni e da settimane
con proposte concrete per rispetto a chi è in questo momento è a casa e ha
problemi immediati i problemi di chi è a casa sono di questo fine settimana Quindi
al di là delle dichiarazioni di intenti delle dotte citazioni storiche
umanistiche

“La
gente vuole capire se la cassa integrazione gli arriva questo mese o se gli
arriva fra due mesi perché le bollette non aspettano. I mutui non aspettano,
gli affitti non aspettano” Così il leader della Lega Matteo Salvini durante la
seduta in Senato di questa mattina. “La Svizzera – ha proseguito Salvini – sta
affrontando l’emergenza economica, alle porte, con un foglio non con 13 decreti
300 divieti e 600 pagine da studiare che neanche un consulente del lavoro
riesci a capire. La confederazione elvetica manda ai suoi imprenditori un
foglio perché garantisce adesso esattamente soldi liquidi in banca il 10% del
fatturato dell’anno scorso con un tetto fino a 500omila euro e lo farà per 5
anni con un foglio da compilare adesso. Questo è il modello che dobbiamo
seguire”.

https://www.facebook.com/salviniofficial/videos/553536808623242/
L’intervento integrale di Matteo Salvini

Il
leader della Lega ha poi riproposto l’appello a lavorare insieme

“Lavoriamo
insieme. Se ci vuole spettatori allora ce lo dica, noi continuiamo a fare
proposte però vorremmo anche che queste proposte fossero ascoltate, perché nei
decreti, capisco fretta e furia e le dirette di mezzanotte, ci sono degli
evidenti errori sugli affitti”.

Gli
emendamenti che la Lega il centrodestra portano avanti ci arrivano dai
commercianti, dagli artigiani, dalle partite IVA dimenticate. In Italia ci sono
5 milioni di lavoratori autonomi, 5 milioni di commercianti e imprenditori, 14
milioni di lavoratori del settore privato che non hanno la certezza sui tempi. Ci
saranno i soldi per la cassa integrazione per tutti? Non si sa quali sono i
tempi di erogazione, non si sa se i mutui vengono effettivamente sospesi,
qualcuno del governo ha provato a chiamare una banca per vedere l’odissea che
sta dietro la norma decreto?

Non
c’è nulla per l’affitto dei privati e io ringrazio la Regione Lombardia che
c’ha messo 30 milioni di euro per aiutare gli inquilini delle Case Popolari che
evidentemente stanno a casa da un mese e non hanno i quattrini per pagare
l’affitto.

L’agricoltura
la pesca stanno soffrendo in maniera pesantissima e non hanno certezze. Noi
chiediamo è troppo chiedere la sospensione degli adempimenti almeno per tutto
il 2020. Io lo dico agli amici del PD: avete messo nel decreto la sospensione
dei pagamenti fino al 31 maggio. Ma qualcuno pensa seriamente che il primo
giugno milioni di lavoratori e imprenditori italiani possano tornare a pagare
le tasse? Diamo certezze a questo paese, non miracoli, certezze.




Covid-19, l’Italia chiude le frontiere: C’è chi lo aveva chiesto due mesi fa!

Frontiere italiane chiuse. Questo quanto entrato in vigore con l’ultima versione del decreto legge – pubblicato in Gazzetta Ufficiale – sulle restrizioni per il coronavirus.

Nel testo si prevedono “limitazioni o divieto di allontanamento e di ingresso nei territori comunali, provinciali o regionali, nonché rispetto al territorio nazionale”. Rispetto al testo approvato in Cdm compare l’accezione delle limitazioni e quindi non solo il divieto, ma la misura si estende anche ai confini nazionali.

Così dopo quasi due mesi, eravamo agli albori della pandemia in Italia, da quando il leader della Lega si appellava al governo per chiedere di “controllare, controllare e controllare” anche chiudendo i confini nazionali ricevendo indietro accuse di allarmismo, sciacallismo e di fascioleghismo oggi il governo Conte, in piena emergenza sanitaria ed economica, finalmente si è deciso -meglio tardi che mai direbbe qualcuno – a chiudere le frontiere.

Probabilmente se due mesi fa si fossero messe in campo le restrizioni ei controlli tanto invocati dalla Lega oggi non ci troveremmo nelle condizioni emergenziali in cui ci troviamo.

“Quando c’è di mezzo la salute – diceva Salvini in uno dei tanti video messaggi postati sui social- soprattutto di fronte a un virus così letale ed aggressivo è meglio un controllo in più che un controllo in meno, è meglio una precauzione in più che una precauzione in meno”.

Parole rimaste inascoltate per quasi due mesi e che ora risuonano come macigni sulle coscienze di coloro che non hanno saputo tutelare la salute degli italiani.

Videomessaggio di Matteo Salvini agli albori del coronavirus in Italia



Coronabond contro la crisi: domani vertice europeo

Nove leader europei, tra i quali il premier Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron, hanno firmato una lettera congiunta per chiedere, in vista del vertice europeo di domani, la creazione dei ‘Coronabond’ per fronteggiare la crisi economica dovuta alla pandemia. La lettera è firmata da Spagna, Francia, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo e Italia. Lo conferma Palazzo Chigi.

“Dobbiamo riconoscere – scrivono i leader – la gravità della situazione e la necessità di un’ulteriore reazione per rafforzare le nostre economie oggi, al fine di metterle nelle migliori condizioni per una rapida ripartenza domani. Questo richiede l’attivazione di tutti i comuni strumenti fiscali a sostegno degli sforzi nazionali e a garanzia della solidarietà finanziaria, specialmente nell’Eurozona. In particolare, dobbiamo lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell’Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati Membri, garantendo in questo modo il finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni causati da questa pandemia”. Secondo i nove leader, “vi sono valide ragioni per sostenere tale strumento comune, poiché stiamo tutti affrontando uno shock simmetrico esogeno, di cui non è responsabile alcun Paese, ma le cui conseguenze negative gravano su tutti. E dobbiamo rendere conto collettivamente di una risposta europea efficace ed unita. Questo strumento di debito comune dovrà essere di dimensioni sufficienti e a lunga scadenza, per essere pienamente efficace e per evitare rischi di rifinanziamento ora come nel futuro”.
   Per quanto riguarda le risorse da mettere in campo nella lettera si sottolinea che “i fondi raccolti saranno destinati a finanziare, in tutti gli Stati Membri, i necessari investimenti nei sistemi sanitari e le politiche temporanee volte a proteggere le nostre economie e il nostro modello sociale”. Ma i leader suggeriscono anche che “con lo stesso spirito di efficienza e solidarietà, potremo esplorare altri strumenti all’interno del bilancio Ue, come un fondo specifico per spese legate alla lotta al Coronavirus, almeno per gli anni 2020 e 2021, al di là di quelli già annunciati dalla Commissione. Dando un chiaro messaggio di voler affrontare tutti assieme questo shock unico, rafforzeremmo l’Unione Economica e Monetaria e, soprattutto, invieremmo un fortissimo segnale ai nostri cittadini circa la cooperazione determinata e risoluta con la quale l’Unione Europea è impegnata a fornire una risposta efficace ed unitaria”.

“L’emergenza che stiamo vivendo non conosce confini. A livello europeo c’è necessità di uniformare le prassi sanitarie e di aumentare lo scambio di informazioni, soprattutto adesso, nella fase più acuta dell’epidemia. La risposta, anche sul piano economico-finanziario, deve essere poderosa, coesa, tempestiva”. Lo scrive su Fb il premier Giuseppe Conte rilanciando la lettera scritta al presidente del Consiglio Ue

La presidente della Bce Christine Lagarde, nella videoconferenza dell’Eurogruppo di ieri, ha spinto i ministri a considerare la creazione di Coronabond sotto forma di ‘una tantum’, per aiutare l’economia della zona euro. Secondo quanto si apprende da fonti Ue, per Lagarde l’utilizzo delle Enhanced Conditions Credit Line (ECCL) del Mes è solo un passo iniziale, mentre bisognerebbe esplorare ulteriormente i Coronabond, non a tempo indeterminato, ma legati soltanto a questa emergenza.