Porto Cervo, altri 52 positivi tra il personale del Billionaire

Ci sono altri 52 casi di positività al Covid-19 tra il personale del Billionaire, il locale di Porto Cervo di proprietà di Flavio Briatore. L’esito dei tamponi effettuati nei giorni scorsi dall’Ats – come riporta il quotidiano L’Unione Sarda – è arrivato nella tarda sera di ieri, confermando la presenza di un focolaio nel locale, chiuso dal 17 agosto. Prima sei positivi, poi il numero era salito a 11 e in 50 si erano messi in autoisolamento. Sempre a Porto Cervo, da ieri ha chiuso anche un altro storico locale, il Sottovento, decisione presa dai gestori a seguito di un caso di positività tra lo staff.

Intanto si registra un calo dei contagiati a livello nazionale: sono 953 (contro i 1.210 di ieri) i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore. Sono 4 i morti, in calo rispetto ai 7 di ieri. I tamponi sono stati 45.914 (- 21 mila rispetto a ieri), secondo i dati del ministero della Salute. I guariti oggi sono 192 per un totale di 205.662. In totale i casi registrati dal ministero della Salute sono 260.298, mentre il totale dei decessi è di 35.441. Gli attualmente positivi sono 19.195 (+757). I malati in terapia intensiva calano di 4 unità e sono oggi 65, mentre i ricoverati con sintomi sono 74 in più per un totale di 1.045. In isolamento domiciliare i pazienti sono 18.085 (+687).

Ci sono tre regioni senza nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore: Valle d’Aosta, Molise e Basilicata. In testa alla classifica dei nuovi contagi il Lazio con 146 casi, seguono il Veneto, la Campania e l’Emilia Romagna con 116 a testa, quindi la Lombardia con 110, mentre 91 se ne registrano in Sardegna.

Il numero dei tamponi positivi continua a salire in Veneto. Sono 119 in più nelle ultime 24 ore, passando da 22.071 a 22.190. Registrati 3 decessi in più con il totale che da quota 2.104 va a 2.107. I casi attualmente positivi sono cresciuti di 71 unità, passando da 2048 a 2.119. I negativizzati virologici sono attualmente 17.964 contro i 17.919 di ieri (+45).




Spallanzani, vaccino anti Covid: inoculata dose al primo volontario

Al via la sperimentazione sull’uomo del vaccino anti-Covid ‘made in Italy’ allo Spallanzani di Roma. Inoculata stamattina la dose al primo volontario. Presenti all’avvio dei test il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato e i vertici dell’Istituto per le malattie infettive della Capitale, eccellenza nella lotta al nuovo coronavirus.

Alle 8.30 circa il primo volontario ha ricevuto la dose del vaccino. Il vaccino che sarà sperimentato allo Spallanzani è interamente italiano ed è nato grazie a un protocollo siglato a marzo tra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’IRCCS «Spallanzani». Per la realizzazione di questo obiettivo sono stanziati 8 milioni di euro, 5 milioni a carico della Regione Lazio, trasferiti allo Spallanzani e 3 milioni a carico del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Il vaccino è realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera di Castel Romano.

“A noi interessa che il vaccino sia efficace. Se tutto avviene nei tempi programmati il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera“. Lo ha detto il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia in occasione dell’avvio della sperimentazione nell’istituto del vaccino sull’uomo.
“Il primo volontario a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino verrà tenuto in osservazione per 4 ore da una equipe poi tornerà a casa e verrà monitorato per 12 settimane – ha spiegato Vaia -. Mercoledì proseguiremo con altri due volontari e così a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane. Poi se tutto andrà bene ci saranno la seconda e la terza fase di sperimentazione che probabilmente faremo in un paese dell’America Latina dove il virus è in crescita”.
Vaia ha spiegato che molti volontari hanno detto che intendono “devolvere il rimborso spese previsto alla ricerca”.

“L’Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità. Perché avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno ‘io prima’.” Lo ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito, commentando la prima inoculazione del vaccino italiano stamattina nell’istituto. “Il nostro è un protocollo complesso è scrupolo – ha aggiunto – che garantirà la massima sicurezza”. Ippolito ha inoltre spiegato: “Ci vorranno almeno 24 settimane per completare fase I sperimentazione sull’uomo vaccino. Poi passeremo alla fase II per la qual ci stiamo già preparando. Giocare sui tempi e ridurre la sperimentazione non è utile”.

“Sono emozionata e orgogliosa. Spero di poter essere utile al nostro popolo”. E’ quanto avrebbe detto, a chi avuto modo di salutarla qualche istante, la donna a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino anti-Covid allo Spallanzani di Roma. “Mi auguro che la mia disponibilità – ha aggiunto la volontaria – possa essere d’aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri”.

Il direttore sanitario dello Spallanzani ha fatto sapere che la donna a cui stamattina è stata somministrata la prima dose di vaccino “è tornata a casa e sta molto bene”.

Con l’avvio in Italia dei test clinici di un candidato vaccino contro il nuovo coronavirus “le intelligenze e la ricerca del nostro Paese sono al servizio della sfida mondiale per sconfiggere il Covid”: lo rileva il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un post sul suo profilo Facebook a proposito dell’avvio della sperimentazione presso l’Istituto Spallanzani del candidato vaccino messo a punto in Italia dall’azienda Biotech Reithera.




“Non ci sarà un nuovo lockdown e la scuola riaprirà il 14”

“La situazione non è paragonabile a quella di marzo”. Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza in un colloquio con Repubblica e Stampa. “Io sono ottimista – continua il ministro – anche se prudente e cauto. Il nostro Servizio sanitario nazionale si è molto rafforzato. la situazione non è paragonabile a quella di febbraio-marzo, quando avevamo una curva di contagi fuori controllo e non avevamo un apparato pronto a tracciare e isolare i casi”.

“In Italia avevamo cinquemila posti in terapia intensiva, ora sono raddoppiati”, spiega Speranza che aggiunge: “siamo in fase di convivenza col virus prendendoci dei rischi, il tasso zero contagi non esiste. Per azzerarlo ci voleva un lockdown per altri 3-4 mesi. Dobbiamo controllarlo ed evitare rischi inutili”.

“Nessuno ha una ricetta per bloccare i contagi. Nessuno ha un metodo miracoloso. Nessuno ha la bacchetta magica. Noi dobbiamo affrontare questa fase rialzando il livello di attenzione sui comportamenti individuali. Sono questi che ci ha fatto piegare la curva in primavera. Mascherine, distanziamento e lavaggio delle mani” ripete costantemente il ministro.

“Per arrivare ad agosto al contagio zero avremmo dovuto proseguire con il lockdown e con la chiusura delle frontiere. Ma avremmo avuto anche un paese in ginocchio, piegato. E io non lo voglio”, sottolinea il ministro. Sulla riapertura delle scuole Speranza spiega: “Lo sappiamo benissimo. Sappiamo bene che il 14 settembre è letteralmente un banco di prova. Ma noi non possiamo rinunciare alla scuola. Un Paese democratico ed evoluto non può fare a meno di un bene primario per le generazioni più giovani. La scorsa settimana abbiamo chiuso di nuovo le discoteche, abbiamo introdotto l’obbligo di mascherina nelle ore serali. Ma alla discoteca si può rinunciare. All’istruzione no”. Quindi? “Quindi le scuole noi le riapriremo. Punto. Lo faremo adottando le misure di massima sicurezza. Faremo i test a chi lavora negli istituti”.

Quando si rileverà un contagiato in una classe “si interverrà sulla classe e sui professori. Ma l’idea di chiudere tutto l’istituto è semplicemente assurda”.

Speranza rilancia un appello ai giovani: “Dateci una mano a tenere sotto controllo i contagi per tutelare genitori e nonni quando tornate dalle vacanze: non esagerate”. Secondo il ministro “dobbiamo insistere sulla App Immuni che va rilanciata, perché siamo a 5 milioni di dispositivi scaricati e devono aumentare in quanto ha una sua utilità”. Sulla scuola, il ministro è chiaro: “E’ un punto fondamentale, la scuola deve riaprire, punto e basta”.




Risalgono i contagi e avvio anno scolastico. CNDDU: “Inadeguate le misure adottate”

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani esprime seria preoccupazione in relazione all’allarmante incremento giornaliero dei contagi COVID 19 nell’ultima settimana in corso.

I dati e il comportamento assunto da giovani e meno giovani non lasciano molto margine di dubbio rispetto a quanto si verificherà in futuro: una curva di crescita difficilmente controllabile.

“Circa tali rischi – afferma il Professor Romano Pesavento Presidente CNDDU – avevamo espresso la nostra posizione più volte, rilevando quanto fossero inadeguate le misure adottate: un metro di distanza tra gli studenti nelle aule non solo è difficilmente praticabile, anche a causa delle diverse problematiche in cui versano molti fatiscenti istituti scolastici, ma, secondo alcuni virologi, risulta inefficace in spazi chiusi. In merito alla mascherina da consigliare (imporre? Ancora non è ben chiaro) alla popolazione scolastica viene da sorridere, se la questione non fosse drammaticamente preoccupante, constatando quanto i giovani nelle nostre belle strade e piazze italiane siano ligi all’obbligo di indossarla dalle 18 pomeriggio alle 6 del mattino. La misurazione della febbre che in tutti gli uffici pubblici dove esista la possibilità di creare assembramento viene rilevata del personale di riferimento, a scuola sarebbe affidata alle famiglie, incorrendo nel rischio di discriminazione tra personale pubblico. Per non parlare degli istituti a rischio, dove è veramente complicato mantenere un barlume di regolarità nelle attività quotidiane; è difficilmente ipotizzabile che ragazzi con propensione alla trasgressione delle norme possano essere gestiti tranquillamente. La scuola è un grande mosaico con tasselli variopinti e diversificati; non si può generalizzare, pensando di poter applicare agevolmente le stesse soluzioni a tutte le particolarità. Proprio per questo già in passato avevamo avanzato delle riflessioni e dei suggerimenti. In un anno così “imperscrutabile” sarebbe stato una prova di buon senso consentire agli “esodati” dalla legge 107/2015 di riavvicinarsi a casa o rimanere nelle proprie sedi di residenza, in considerazione che la mobilità diventa veicolo di trasmissione virale, addirittura qualche Governatore sta ventilando l’ipotesi di “chiudere” la propria regione di pertinenza. Diventa altamente umiliante e frustrante constatare la sproporzione tra il costo della vita e la retribuzione di un docente, soprattutto quando è costretto fuori sede con le condizioni attuali che il COVID 19 comporta (biglietti dei trasporti introvabili e costosissimi; aumenti spese di permanenza; spese di fitto; spese di consumo). Sarebbe auspicabile, soprattutto in considerazione dei nuovi rischi acquisiti per gli educatori (isolamento; malattia; sicurezza sul luogo di lavoro) concedere un bonus decoroso tale da poter coprire le considerevoli spese assunte oppure emanare un provvedimento legislativo atto a consentire il ritorno presso la propria sede di residenza o eventualmente rivalutare la possibilità di far svolgere le attività didattiche in modalità DaD per il personale in questione. Ricordiamo che gli insegnanti fuori sede nel raggiungere le sedi di lavoro sono maggiormente a rischio salute e pertanto nel caso in cui si ammalassero potrebbero ipoteticamente istruire una causa di servizio nei confronti del proprio datore di lavoro. Ci auguriamo – conclude Pesavento – che vengano finalmente presi in considerazione i disagi e le difficoltà di una categoria che più volte è stata elogiata dal Ministero per la dedizione e i sacrifici profusi al di là dei propri obblighi, aspetto che non costituisce un dettaglio, ma “sostanza”, nel momento più cruciale per il nostro Paese dal secondo dopoguerra”.




Contagi da coronavirus, oltre quota 1000 nelle ultime 24 ore: il Lazio supera la Lombardia

Non si ferma il boom dei contagi per il Covid: sono 1.071 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in Italia. Era dal 12 maggio che non si superava quota mille. Sono 3 i morti, dato in calo a fronte dei 9 registrati venerdì. In calo i tamponi: 77 mila, oltre 5mila in più rispetto a ieri. Questi i dati del ministero della Salute. 

In calo le terapie intensive, +825 in isolamento a casa – Sono in calo (-5) le terapie intensive legate al Covid, mentre i ricoveri con sintomi sono cresciuti (+5). I contagiati in isolamento domiciliare sono 825, dato che rappresenta anche l’incremento degli attuali positivi (17.503). Sono i dati forniti dal ministero della Salute. I guariti oggi sono 243 (ieri erano stati 274) per un totale di 205.203.

Lazio prima per contagi e ricoverati, superata la Lombardia – Dai dati diffusi sabato, il Lazio è la regione che regista il maggior numero di contagiati (215) e di ricoverati con sintomi (265), superando la Lombardia (rispettivamente 185 casi e 148 malati) che ha però il maggior numero di terapie intensive (14) ma non registra alcun decesso. Secondo i dati del ministero della Salute, il Veneto con 160 nuovi casi è al terzo posto seguito a distanza dall’Emilia Romagna con 80 nuovi contagi. Soltanto la Valle d’Aosta oggi registra zero nuovi casi, mentre il Molise ne registra uno e tre la Basilicata.

“A Civitavecchia da ieri sera attivo anche il drive-in al porto (piazzale della Pace). I viaggiatori di rientro da Grecia, Spagna, Croazia, Malta e Sardegna possono recarsi in ognuno dei drive-in regionali presenti sul territorio per effettuare il test”. Lo comunica l’Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio.

A Bergamo zero nuovi casi,prima volta da inizio pandemia – Bergamo ha accolto con sollievo il fatto che oggi in città e provincia non si siano registrati nuovi casi di positività al coronavirus. Non accadeva dalla fine di febbraio, da quando la pandemia ha iniziato a mettere in ginocchio la bergamasca, che è presto diventata una delle province più colpite nel mondo dal virus. Proprio a Bergamo tra metà marzo e metà aprile si erano poi registrati i picchi di contagiati anche di svariate centinaia ogni giorno con centinaia di vittime, tra l’altro poi risultate essere anche più di quelle ufficiali. Il picco massimo si era registrato il 23 marzo con 715 nuovi casi e 251 vittime. Da alcune settimane i casi erano limitati, al massimo di qualche decina. Ma non si era mai registrato il numero zero. L’attenzione nella provincia resta comunque alta, soprattutto nei confronti di chi arriva dall’estero, con l’effettuazione di test alla fiera di Bergamo per chi arriva in volo dall’aeroporto di Orio al serio.

Iss, indice Rt potrebbe essere sottostimato – L’indice di contagiosità Rt “potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale” in quanto il suo valore attuale, pari a 0,83 relativamente al periodo compreso fra il 30 luglio e il 12 agosto 2020, è stato calcolato “sui soli casi sintomatici”. Lo rileva l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel bollettino settimanale sull’evoluzione dell’epidemia pubblicato oggi.  L’indice pari a 0,83, rileva l’Iss, “indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da Stato estero (categorie non mutualmente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro Paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane”. Nel documento si rileva quindi che “n questo particolare momento dell’epidemia l’indice di trasmissione (Rt) calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza”.

Bonaccini non condivide l’ipotesi avanzata dal collega campano De Luca di replicare il blocco degli spostamenti tra le regioni. “In questo momento mi pare di no. Dopodichè si segue sempre l’evoluzione del virus e poi si discute tra Regioni e Governo. Insomma in questo momento mi pare di no. Bisogna sempre tenere monitorata la situazione perché quelli che parlano il giorno dopo mi hanno sempre fatto abbastanza pena”. Sulla stessa linea il governatore Toti: “Chi parla di rischio riapertura delle scuole – sostiene il presidente della Liguria, Giovanni Toti – credo non faccia il bene di questo Paese. In questo momento non c’è un’emergenza clinico-sanitaria nei nostri ospedali. I contagiati aumentano: credo che sia fisiologico in un periodo in cui la gente va in giro, ci sono state le ferie, si è riaperto il Paese. Dobbiamo essere capaci di gestirli senza tornare a terrorizzare questo Paese. Il lockdown – prosegue – non era indispensabile in tutto il paese. Alcune regioni se l’avessero anticipato avrebbe fatto bene invece abbiamo aspettato decisioni uniformi del Governo nazionale perché questo era l’indirizzo e la pressione. In altri luoghi se non si fosse proprio fatto non sarebbe cambiato granché. Questo – ha concluso – è quello che fa la Germania in un piano per le pandemie elaborato tempo prima dal governo centrale, ha poi lasciato ai Lander la più ampia autonomia. Vale per l’economia e vale per la legislazione per quanto mi riguarda”.

 




Coronavirus, continua il trend di crescita dei contagiati: 140% di incremento nell’ultimo mese

Nuovo boom di contagi per il Covid. Sono 947 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore.

Nove i morti a fronte dei 6 registrati giovedì. In calo i tamponi: 71mila, circa 6mila in meno di ieri. Questi i dati del ministero della Salute.

Gimbe, contagi nell’ultimo mese aumentati del 140%

I contagi da nuovo coronavirus in Italia sono aumentati di oltre il 140% nell’ultimo mese. Lo rileva la Fondazione Gimbe confrontando i 3.399 nuovi casi rilevati dal 12 al 18 agosto con i 1.408 della settimana fra il 15 e il 21 luglio.

“Si conferma il trend in progressivo aumento dei nuovi casi, siano essi autoctoni, di importazione (stranieri) o da rientro di italiani andati in vacanza all’estero”, rileva in una nota il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta. “La risalita nella curva dei contagi – precisa – desta non poche preoccupazioni sia perché l’incremento inizia a riflettersi progressivamente sull’aumento delle ospedalizzazioni, sia perché solo negli ultimi due giorni, peraltro non inclusi nella nostra analisi settimanale, sono stati riportati quasi 1.500 nuovi casi».

Secondo Cartabellotta “se da un lato bisogna evitare inutili allarmismi, dall’altro non è ammissibile sottovalutare il costante aumento dei nuovi casi, anche in vista di appuntamenti cruciali per il Paese, quali riapertura di scuole e università e consultazioni elettorali”.

Un neonato è stato ricoverato precauzionalmente all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. E’ in condizioni stabili. Lo fa sapere il direttore generale dell’Asl Bari, Antonio Sanguedolce. Il bimbo è tra i 35 contagi di Coronavirus registrati oggi in Puglia, uno dei quattro individuati durante il triage in strutture sanitarie di Bari e “per i quali – ha precisato – sono in corso le indagini epidemiologiche”.

Un caso si registra nel tribunale di Ancona. Due positivi fuggono dall’ospedale di Foggia.

De Luca, tra 15 giorni valuto stop mobilità Regioni – “A fine agosto vedremo se chiedere o no al governo di ripristinare la limitazione della mobilità intraregionale. Lo decideremo tra 15 giorni con grande determinazione, salvo i casi di motivi di lavoro o di salute. Ci regoleremo anche sui contagi nel resto d’Italia”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso di una diretta Facebook.




Covid-19, un derivato fisiologico del colesterolo blocca il virus: una scoperta tutta italiana

Una collaborazione tutta italiana – con il coinvolgimento dello Startup Panoxyvir – dimostra implicazioni importanti nella terapia di COVID-19

La molecola 27-idrossicolesterolo (27OHC) è presente nel nostro corpo come fisiologico prodotto del metabolismo ossidativo del colesterolo. In colture cellulari infettate con il SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19, il 27OHC è risultato essere un forte inibitore della replicazione virale. La rilevanza di tale evidenza scientifica è ulteriormente sottolineata dalla contemporanea osservazione di un vistoso calo di questa molecola con proprietà antivirali nel sangue dei pazienti COVID-19.

La doppia scoperta, in pubblicazione online sulla rivista scientifica Redox Biology, è il risultato di una cooperazione multidisciplinare tutta italiana, tra Panoxyvir, una start-up innovativa e spin-off accademica dell’Università di Torino, coordinatrice del lavoro, il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (ICGEB) di Trieste, che ha testato la molecola sul SARS-CoV-2 isolato da individui contagiati, e l’Ospedale di Desio/Università di Milano Bicocca, che ha monitorato i livelli di 27OHC nel sangue di individui positivi al SARS-CoV-2, asintomatici o con COVID-19 di grado moderato o severo. 

Panoxyvir da tempo puntava sull’attività antivirale ad ampio spettro del 27OHC, avendone già dimostrato la capacità di bloccare i Rhinovirus, i principali agenti del raffreddore comune, e i Rotavirus, la causa più comune di gastroenterite virale nei primi anni di vita, con un meccanismo che non bersaglia direttamente le particelle virali, bensì modifica in modo transiente fattori della cellula ospite necessari ai virus per replicarsi. 

Tra i principali autori della ricerca, oltre ai tre fondatori di Panoxyvir, Giuseppe Poli, patologo generale, David Lembo e Andrea Civra, virologi dell’Università di Torino, Polo San Luigi Gonzaga, vi sono Alessandro Marcello, virologo all’ICGEB, e Valerio Leoni, biochimico clinico presso l’Ospedale di Desio/Università di Milano Bicocca. 

L’elevata biocompatibilità della molecola, dovuta alla sua origine fisiologica, e l’estrema varietà di virus ad ampia diffusione che è in grado di inibire, come un antibiotico ad ampio spettro nel caso delle infezioni batteriche, candidano il 27OHC ad un rapido sviluppo pre-clinico per giungere al più presto ai primi studi clinici sull’uomo e proporsi come strategia antivirale complementare ai vaccini nel far fronte a pandemie attuali ma anche future. 




Covid-19, crescono i contagiati: dato più alto dallo scorso 23 maggio nelle ultime 24 ore

In netto rialzo nuovi contagiati e vittime del Coronavirus nelle ultime 24 ore. I nuovi casi sono 642: 239 in più rispetto a ieri.

Sette i morti, contro i 4 del giorno prima. In crescita anche i tamponi: 71mila, quasi 20mila in più di ieri. In Lombardia (+91) e Emilia Romagna (+76) i maggiori incrementi di contagiati.

Questi i dati del ministero della Salute. Il dato odierno è il più alto dallo scorso 23 maggio, quando se ne registrarono 669. I casi totali sono così saliti a 255.278, i morti a 35.412.

Il trend di crescita dei contagi è stato costante ad agosto, tranne una flessione in alcune giornate coincise con un calo dei tamponi. Continuano a crescere le persone ricoverate con sintomi per Covid: sono 866, 23 in più nelle ultime 24 ore. Aumentano anche le terapie intensive (66, +8), mentre i pazienti in isolamento domiciliare sono incrementati di 240 unità (ora sono 14.428).

Gli attualmente positivi sono 15.360 (+271). I dimessi ed i guariti sono saliti a 204.506 (+364). In Lombardia il maggior numero di pazienti in terapia intensiva (14), nel Lazio i ricoverati con sintomi (229).




Albano Laziale, elezioni 2020. Ginestra per Orciuoli sindaco: “10 anni di immobilismo. Ora è il momento dei fatti”

ALBANO LAZIALE (RM) – A pochi giorni dalla presentazione ufficiale delle Liste e dei candidati sindaco per le elezioni amministrative nel Comune di Albano Laziale, il portavoce della Lista Civica “La Città Albano Laziale”, Fabio Ginestra, esprime alcune considerazioni sulla prossima tornata elettorale.

“La campagna elettorale che stiamo apprestandoci a vivere sarà molto particolare. Nella mia lunga esperienza politica amministrativa comunale non mi è mai capitato di vivere una situazione dialettica tra le forze politiche come questa. Esponenti autorevoli dell’attuale Maggioranza non si preoccupano di parlare di programma o di progettualità per il paese, ma si avventurano a considerazioni e valutazioni sui rapporti interni alla coalizione avversaria e si abbandonano a considerazioni sulla non rappresentanza del candidato sindaco degli avversari nella competizione politica del prossimo 20 e 21 settembre. Il Patto per la Crescita, la coalizione elettorale di cui personalmente faccio parte, ad Albano è ottimamente rappresentato dal Dott. Matteo Mauro Orciuoli (peraltro laureato in materie affini alla Pubblica Amministrazione), persona amministrativamente e politicamente molto preparata, capace di ricoprire al meglio l’incarico di Sindaco, a cui è candidato. La nostra Lista Civica “La città Albano Laziale” lo ha fortemente voluto, proprio per la sua capacità di entrare in Comune e di lavorare, fin dal primo giorno, alla realizzazione di un programma che vuole dare una svolta a questo paese, da dieci anni immobile. La coalizione che sostiene questa candidatura è ampia, sette gruppi politici, radicata sul territorio e molto ben partecipata da professionisti, manager della pubblica amministrazione e di aziende private e da persone giovani e mature, che hanno una visione prospettica nuova del futuro di Albano Laziale, certamente diversa dall’immobilismo e dall’incuria che l’attuale Amministrazione di sinistra ha riservato alla nostra bella cittadina. I nostri avversari si stanno affannando nel paese a dire che sono forti, numerosi e ben organizzati, dimenticando, come hanno fatto nelle ultime due legislature, cosa vogliono fare per la nostra città. Visitando il centro di Albano e le frazioni alla ricerca di proposte per integrare il nostro Programma elettorale, si ha chiara la sensazione che i nostri concittadini hanno chiaro che la coalizione elettorale a noi avversa, rappresenta la continuità dell’attuale amministrazione comunale, della quale le persone che ho incontrato, non sono per niente soddisfatte. Secondo la mia personale valutazione, ai nostri avversari non basterà parlare male dei riferimenti nazionali dei nostri alleati, di esasperare il confronto su campi ideologici e partitici: i cittadini di Albano hanno capito e deciso che è arrivato il momento della discontinuità amministrativa, di parlare di progettualità chiare per il futuro della nostra città e di non abbandonarsi ad inutili preclusioni su valutazioni nazionali. Noi abbiamo avuto l’abilità di redigere un programma serio e realizzabile, che ci ha consentito di cementare una coalizione intorno ad un progetto comune, e di individuare la persona in grado di realizzarlo.”




Scuola e Covid, se studente positivo test rapidi e chiusura temporanea del plesso

“Nel caso in una classe qualcuno risultasse positivo al Coronavirus, dovranno essere fatti i controlli a tutti. Potrebbe scattare una chiusura temporanea, ma poi la scuola riapre”. Lo ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri a “Timeline” su Sky Tg24.

“Dal punto di vista sanitario dobbiamo essere rigidi, ma le scuole devono ripartire. Ci aspettiamo un aumento del numero dei contagi e dei focolai però con il virus dobbiamo convivere”, ha aggiunto il viceministro della Salute. “Per quanto riguarda la responsabilità legale dei presidi a mio parere ci dovranno essere degli sgravi, va fatta una discussione da cui emerga qualcosa di chiaro”, ha precisato.

ll ministero della Salute starebbe studiando insieme alle Regioni e alle Asl se in caso di presenza di un contagiato a scuola sia possibile effettuare test molecolari immediati. Si tratterebbe insomma di un sistema di esami simile a quello che viene attuato in questi giorni negli aeroporti con chi torna da Paesi considerati a rischio per alto numero di positivi. Questo potrebbe contribuire a tranquillizzare i genitori, preoccupati per il rientro a scuola dei figli, i dirigenti scolastico e i docenti che possono trovarsi a dover gestire le prime fasi del protocollo nel caso un ragazzo mostrasse sintomi riconducibili al Covid.

“Sta purtroppo girando una grave fake news su cosa accade quando si deve gestire un alunno che, all’interno dell’istituto scolastico, mostra sintomi compatibili con l’infezione da Covid-19. Si arriva a sostenere che ai genitori non sarà permesso prelevare i propri figli e che questi saranno affidati all’autorità sanitaria. Niente di più falso, ovviamente. Il Protocollo di sicurezza prevede invece che si debba provvedere quanto prima possibile “al ritorno al proprio domicilio” e ad attivare i necessari protocolli sanitari per la sicurezza di tutti”. Lo scrive il ministero dell’Istruzione sui social.




Covid-19: anche la Cina approva il suo vaccino

La Cina ha dato la sua prima approvazione a un possibile vaccino contro il Covid-19: è l’Ad5-nCoV, sviluppato da CanSino Biologics con l’Istituto di biotecnologia dell’Accademia delle scienze mediche militari. 

Il via libera spiana la strada alla possibile produzione di massa in tempi rapidi nel caso di un ritorno della pandemia, ha spiegato precisato la China National Intellectual Property Administration, citata dal network statale Cctv.

L’approvazione, ricevuta l’11 agosto scorso ma resa nota solo ora, “è un’ulteriore conferma dell’efficacia e della sicurezza” del prodotto messo a punto, ha detto in una nota il gruppo di Tianjin, i cui titoli hanno intanto registrato cospicui rialzi in Borsa.