Samsung debutta nel mondo dei purificatori d’aria smart con Cube

Samsung annuncia il lancio del nuovo purificatore d’aria Samsung Cube, entrando nel mercato con un top di gamma efficace contro polveri ultrasottili, allergeni e gas inquinanti, l’unico nel settore con l’esclusiva tecnologia Wind-Free.

Sviluppato per rilasciare aria pulita e dotato di funzioni intuitive e tecnologia intelligente, il nuovo purificatore combina l’innovazione Samsung con un design minimale ed elegante che arricchisce qualsiasi ambiente.

Samsung Cube è dotato di un sistema di purificazione multistrato in grado di purificare l’aria rimuovendo il 99,97% delle polveri ultra fini e degli allergeni, prevenendo la proliferazione di batteri e rimuovendo addirittura gas inquinanti come la formaldeide, una sostanza usata nell’industria per la rifinitura di mobili e pavimenti domestici. Samsung Cube è dotato di un sensore laser PM1.0 che verifica in tempo reale l’effettiva qualità dell’aria all’interno della stanza e rileva le polveri sottili, captando le particelle fino a 0,3 µm. Una volta misurato il livello di inquinamento, Samsung Cube depura l’aria in modo naturale attraverso il proprio filtro HEPA, senza emissione di ozono.

Samsung Cube è il primo purificatore d’aria con l’esclusiva tecnologia Wind-Free che diffonde l’aria pulita in modo uniforme e silenzioso attraverso 60.000 microfori, evitando fastidiosi getti d’aria diretti e riducendo al minimo il rumore, soprattutto quando impostato in modalità Notte: è perfetto quindi per purificare l’aria anche negli ambienti più delicati come le camere da letto di adulti e bambini. Il design dalle linee pulite di Samsung Cube e la sua versatilità sono stati premiati agli iF Design Award 2019. La sua contemporaneità, l’eleganza e la modularità, infatti, testimoniano l’attenzione di Samsung nei confronti del design e delle mutevoli esigenze stilistiche e abitative del consumatore moderno.

Samsung Cube ha una forma a cubo con finitura in metallo che si fonde bene anche con gli interni contemporanei più moderni ed eleganti. Inoltre, il design modulare del nuovo purificatore assicura che possa adattarsi a una varietà di abitazioni ed ambienti di metrature differenti. È sufficiente combinare più moduli, montandoli uno sopra l’altro, per avere un raggio d’azione maggiore. Un’unità può purificare un’ambiente fino ai 47 mq, mentre due unità combinate possono arrivare a 94mq, garantendo la qualità dell’aria anche negli open space più grandi. Accoppiare due purificatori è semplicissimo: basta posizionarli uno sull’altro e collegare alla corrente solamente quello alla base per farli funzionare entrambi. Il nuovo purificatore d’aria è inoltre dotato di uno smart display che mostra il livello di inquinamento tramite numeri e colori, è quindi semplicissimo visualizzare l’effettiva qualità dell’aria nella stanza. Samsung Cube può anche essere connesso al Wi-Fi, consentendo agli utenti di monitorare la qualità dell’aria di casa ovunque si trovino, e di agire comodamente da remoto utilizzando l’applicazione SmartThings. Samsung Cube si inserisce così nell’ecosistema Samsung e rientra tra i prodotti smart compatibili con SmartThings, il paradigma della casa connessa Samsung. Il dispositivo è la più recente novità dell’azienda nel campo del benessere della persona, andando ad arricchire la Healthy Home Samsung, l’ecosistema di elettrodomestici dedicati a rendere ogni casa più sicura, più pulita e più sana, assicurando l’igienizzazione delle superfici e dell’aria, ma anche la sanificazione degli abiti e la conservazione in sicurezza degli alimenti. Il nuovo Air Purifier Cube viene lanciato sul mercato italiano su Amazon ed è disponibile sul e-shop Samsung al prezzo di 799 euro.

F.P.L.




Vaccino antiCovid Oxford-Astrazeneca: al via il reclutamento di 300 volontari

In Italia parte la sperimentazione di fase 3 per il vaccino anti Covid-19 di Oxford-Astrazeneca: il primo via presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, tra i sette centri scelti in Italia, dove le inoculazioni partiranno indicativamente il primo dicembre.

Nel mese di novembre saranno arruolati 300 volontari, dai 18 anni in su, che saranno sottoposti a sperimentazione a doppio cieco: a 200 sarà somministrato il vaccino e agli altri 100 il placebo. A breve sarà a disposizione un numero verde per informazioni e raccogliere le candidature. Saranno scelti i primi 300 che ne fanno richiesta e che soddisfano i criteri.

Per i criteri di arruolamento dei volontari, spiega in videoconferenza Cristina Mussini, direttore della struttura complessa di Malattie Infettive Aou di Modena e docente UniMoRe, nel centro saranno individuate “300 persone, non pazienti, persone sane di qualunque età (purché maggiorenni) e con qualunque patologia, purché in uno stadio di stabilità”. Ad esempio potrebbero essere accettati “un diabetico compensato” o “un paziente Hiv con terapia retrovirale in corso”. Potrà partecipare anche chi è stato colpito da Covid, ma non in fase acuta. Non saranno ammessi pazienti immunodepressi, donne in gravidanza.

Obiettivo dell’Aou di Modena è scongiurare file e assembramenti sul posto anche se il centralino del policlinico oggi è già andato in tilt: per candidarsi sarà a disposizione un numero verde, mentre le prenotazioni saranno gestite tramite un’agenda elettronica. Il luogo scelto per effettuare le somministrazioni è il poliambulatorio dell’Aou, dove sarà creato un percorso ad hoc per chi si sottoporrà alla sperimentazione.

Nessuna task force dedicata per questa operazione di test: “Non abbiamo a disposizione alcuna risorsa aggiuntiva – spiega Mussini – il personale ruoterà”. La sperimentazione in doppio cieco 2 a 1 vuol dire che su 300 partecipanti in 200 riceveranno la dose del vaccino e gli altri 100 un placebo. Nessuno, nemmeno il personale medico, saprà a chi viene somministrato cosa. Solo quando il cieco si aprirà anche ai cento che avevano avuto il placebo sarà somministrato il vaccino.

“Sì, è una corsa contro il tempo ma siamo dentro a una pandemia“. Così all’ANSA Andrea Cossarizza, professore ordinario di Patologia generale e immunologia di UniMoRe, che sarà responsabile per la parte di laboratorio della sperimentazione del vaccino Oxford-Astrazeneca. Una sfida che “a Modena siamo perfettamente in grado di sostenere, anche se sarà dura, anche se lavoreremo h24, sette giorni su sette, a Natale e Capodanno”. Al lavoro sotto la guida di Cossarizza, un team giovane di una decina di persone: due ricercatrici, Lara Gibellini e Sara De Biasi, oltre a dottorandi, specializzandi e assegnisti.

La sperimentazione di fase 3, che punta a verificare se il vaccino genera risposta immunitaria, e per quanto tempo, consiste in una parte clinica, di arruolamento dei 300 candidati, e di somministrazione effettiva di vaccino e placebo, e di una parte tutta in laboratorio. “Noi – aggiunge Cossarizza – siamo attrezzati per la raccolta e lo stoccaggio dei campioni di sangue dei volontari, ma anche per le analisi”. Le procedure sono “ancora tutte nelle 140 pagine di protocollo che mi è arrivato ieri sera, ed è ancora da studiare per bene”. Chi farà quali analisi dei centri, si saprà solo nei prossimi mesi.

Quello che accade in linea di massima sarà questo: una persona reclutata per la sperimentazione sarà sottoposta a un prelievo di sangue prima della somministrazione di vaccino (o placebo), poi a un secondo prelievo di sangue prima della seconda dose di vaccino (o placebo), e infine a prelievi periodici nel corso di due anni. Il sangue di ogni campione viene scisso in plasma e cellule, il primo conservato a -80 gradi e le seconde in bidoni con azoto liquido a -180 gradi. Parte quindi lo studio complesso su ogni campione, senza sapere se il soggetto ha ricevuto il vaccino o il placebo: nel plasma i ricercatori andranno “a caccia” di anticorpi, nelle cellule invece si testeranno le molecole derivate del coronavirus, per vedere come si comportano i linfociti e capire infine se c’è risposta immunitaria e quanto dura nel tempo.




Governo, varato il nuovo DPCM: ora si cercano i soldi per aumentare i ristori

Il premier Giuseppe Conte resiste all’ultimo pressing delle Regioni e, a tarda notte, firma il Dpcm che istituisce un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene una Regione.

Una riunione finale tra il capo del governo, i capi delegazione, i ministri Francesco Boccia, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli e il sottosegretario Riccardo Fraccaro mette un punto a “singolar tenzone” tra l’esecutivo e le Regioni.

Poche le concessioni del primo alle seconde, con un appendice: il capitolo ristori che, su pressing dei governatori, Conte sarà costretto ad allargare rispetto alle previsioni di qualche ora fa.

In una lettera inviata da Boccia e dal titolare della Salute Roberto Speranza alle Regioni i due ministri rispondono ai rilievi inviati sul Dpcm. Sull’elaborazione dei dati – decisiva per stabilire in quale fascia di rischio collocare una Regione – il decreto “garantisce il coinvolgimento” delle Regioni stesse, spiega il governo. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia sull’emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura “sentiti” i presidenti delle Regioni, si sottolinea nella lettera. La missiva, sulla richiesta di ristori, assicura: il decreto sarà varato in settimana, le erogazioni saranno “tempestive”. Ma ora, a Conte, Gualtieri e Patuanelli spetterà trovare nelle prossime ore i soldi necessari a mitigare la rabbia di commercianti, ristoratori, gestori di bar delle zone rosse: tutti destinati a chiudere per almeno due settimane. “Non vanifichiamo lo sforzo di tutte quelle categorie che in questo momento hanno ridotto la propria attività”, avverte il titolare degli Esteri Luigi Di Maio. La cifra di 1,5 miliardi probabilmente non basterà. E il rebus si complica perché, anche volendo, i tempi per chiedere un nuovo scostamento di bilancio sono strettissimi mentre, solo erogando risorse dopo il 10 dicembre queste potranno essere inserite nelle spese del 2021. E il 10 dicembre, per le Regioni, è troppo tardi. Non solo. Al Mef e al Mise spetterà la complessa modulazione della platea dei destinatari ai ristori in un decreto che mette in campo chiusure “a fisarmonica”. E c’è da riaffrontare anche il tema dei congedi parentali, destinati ad allargarsi con la Dad dalla seconda media in poi prevista per le Regioni nello scenario 4. Pochissime, invece, le limature al testo. I 21 parametri per classificare il livello di rischio di una Regione non cambiano, così come l’impianto delle chiusure. Rispetto alla bozza del pomeriggio c’è però una novità: barbieri e parrucchieri potranno restare aperti anche nelle Regioni “rosse”.

Ecco le nuove misure, secondo quanto prevede la bozza del Dpcm 

Coprifuoco dalle 22 – “Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”. E’ quanto si legge in una prima bozza, ancora provvisoria, del Dpcm.

Stop agli spostamenti in aree a rischio  – Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell’Iss – quelle caratterizzate da uno scenario di ‘elevata gravità e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità – “è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori”. Può riguardare intere “Regioni o parti di esse”. La differenza tra le zone che ricadono nello scenario 3 e in quelle che rientrano nel 4 sta nel fatto che in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti “all’interno dei medesimi territori”, dunque a livello comunale e provinciale.

In zone a massimo rischio chiusi anche i negozi – Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. Lo prevede la bozza del Dpcm all’articolo 1 ter. “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari”. Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive. Resta invece consentita l’attività motoria “in prossimità della propria abitazione” e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva “esclusivamente all’aperto e in forma individuale”. Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza” salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.

La bozza del nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito “un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento”; ciò con esclusione, però, del “trasporto scolastico dedicato”.

Smart working ai massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione sia nel settore privato, e ingressi differenziati del personale. In particolare, le pubbliche amministrazioni (salvo il personale sanitario e chi è impegnato nell’emergenza) dovranno assicurare “le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato” e “con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione”. Sarà compito di ciascun dirigente di garantire il massimo livello di smart working. La bozza di Dpcm contiene anche la “forte raccomandazione” dell’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati.

Mascherina obbligatoria alle elementari e medie  – La mascherina sarà obbligatoria a scuola per i bambini delle elementari e delle medie, anche quando sono seduti al banco.  “L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza -si legge nel testo – con uso obbligatorio di dispostivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina”.

Stop alle crociere – Al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus, la bozza prevede lo stop dei servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. Il provvedimento fa salve le crociere in atto entro l’8 novembre. E’ inoltre consentito alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera l’ingresso nei porti italiani esclusivamente ai fini della sosta ‘inoperosa’.

Stop ai concorsi tranne per personale della sanità – E’ prevista la “sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica ovvero in cui la commissione ritenga di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile”. Lo stop ai concorsi era stato previsto dal governo in una prima bozza del Dpcm del 24/10 salvo stralciare il comma successivamente, su richiesta delle Regioni.

Nei circoli sportivi vietato l’uso degli spogliatoi –  La bozza del nuovo Dpcm non chiude i circoli sportivi nei territori nazionali non soggetti a ulteriori restrizioni (come nelle zone rosse) ma vieta l’uso degli spogliatoi. L’articolo 1, comma f, ricorda che “sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi”. “Ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana, con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli”.

 Nelle zone rosse la bozza del Dpcm prevede la sospensione delle attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all’aperto. E’ solo consentito “svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo” di mascherine. Si può inoltre svolgere “attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale”.

Il presidente Vda: il Governo ha ascoltato poco le Regioni – “Il Governo ha ascoltato poco le Regioni, a partire dai ristori per arrivare fino ai congedi parentali. Nella bozza del Dpcm si specificano bene i divieti ma poco le misure a favore della cittadinanza”. Lo ha detto il Presidente della Regione Valle d’Aosta, Erik Lavevaz. Per quanto riguarda le nuove possibili misure restrittive nella regione alpina, a rischio di diventare ‘zona rossa’, Lavevaz ha ammesso che “il coprifuoco già adottato non basterà”.




Bozza nuovo DPCM, pronto il lockdown light: coprifuoco dalle 22 alle 5

Il nuovo Dpcm di misure contro il coronavirus arriverà “nelle prossime ore”.  Le disposizioni del nuovo decreto si applicano dal 5 novembre 2020 al 3 dicembre 2020, si legge nella bozza del Dpcm che il governo si appresta a discutere con le Regioni. Nel pomeriggio è previsto un nuovo vertice governo-Regioni, con Comuni e Province, con i ministri Boccia e Speranza, il commissario Arcuri e il capo della Protezione civile Borrelli.

Il tentativo che si sta facendo è non paralizzare il Paese: non sarà un lockdown rigido, ma simile al modello tedesco, “un lockdown light”. Così la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa su Rai Radio1 a Radio anch’io. “È abbastanza complicato- ha spiegato- cercare di fare una misura sartoriale basata su zone, è uno sforzo grandissimo che stiamo facendo. Il tentativo è non paralizzare il paese, voglio che sia chiaro. Non sarà un lockdown rigido, ma simile al modello tedesco, light”. 

Coprifuoco dalle 22 – “Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”. E’ quanto si legge in una prima bozza, ancora provvisoria, del Dpcm.

Stop agli spostamenti in aree a rischio  – Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell’Iss – quelle caratterizzate da uno scenario di ‘elevata gravità e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità – “è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori”. Può riguardare intere “Regioni o parti di esse”. La differenza tra le zone che ricadono nello scenario 3 e in quelle che rientrano nel 4 sta nel fatto che in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti “all’interno dei medesimi territori”, dunque a livello comunale e provinciale.

In zone a massimo rischio chiusi anche i negozi – Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. Lo prevede la bozza del Dpcm all’articolo 1 ter. “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari”. Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive. Resta invece consentita l’attività motoria “in prossimità della propria abitazione” e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva “esclusivamente all’aperto e in forma individuale”. Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza” salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.

La bozza del nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito “un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento”; ciò con esclusione, però, del “trasporto scolastico dedicato”.

Smart working ai massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione che nel settore privato, e ingressi differenziati del personale. In particolare, le pubbliche amministrazioni (salvo il personale sanitario e chi è impegnato nell’emergenza) dovranno assicurare “le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato” e “con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione”. Sarà compito di ciascun dirigente di garantire il massimo livello di smart working. La bozza di Dpcm contiene anche la “forte raccomandazione” dell’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati.

Stop alle crociere – Al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus, la bozza prevede lo stop dei servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. Il provvedimento fa salve le crociere in atto entro l’8 novembre. E’ inoltre consentito alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera l’ingresso nei porti italiani esclusivamente ai fini della sosta ‘inoperosa’.

Stop ai concorsi tranne per personale della sanità – E’ prevista la “sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica ovvero in cui la commissione ritenga di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile”. Lo stop ai concorsi era stato previsto dal governo in una prima bozza del Dpcm del 24/10 salvo stralciare il comma successivamente, su richiesta delle Regioni.

Nei circoli sportivi vietato l’uso degli spogliatoi –  La bozza del nuovo Dpcm non chiude i circoli sportivi nei territori nazionali non soggetti a ulteriori restrizioni (come nelle zone rosse) ma vieta l’uso degli spogliatoi. L’articolo 1, comma f, ricorda che “sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi”. “Ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana, con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli”.

 Nelle zone rosse la bozza del Dpcm prevede la sospensione delle attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all’aperto. E’ solo consentito “svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo” di mascherine. Si può inoltre svolgere “attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale”.

Il presidente Vda: il Governo ha ascoltato poco le Regioni – “Il Governo ha ascoltato poco le Regioni, a partire dai ristori per arrivare fino ai congedi parentali. Nella bozza del Dpcm si specificano bene i divieti ma poco le misure a favore della cittadinanza”. Lo ha detto il Presidente della Regione Valle d’Aosta, Erik Lavevaz. Per quanto riguarda le nuove possibili misure restrittive nella regione alpina, a rischio di diventare ‘zona rossa’, Lavevaz ha ammesso che “il coprifuoco già adottato non basterà”.




Sanità Lazio, FIALS: “Vicini al collasso”

Sanità della Regione Lazio vicina al collasso con operatori allo stremo delle forze e cittadini che ne pagano le conseguenze ad un prezzo altissimo. Questo quanto denuncia la Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità – Fials – attraverso un comunicato diramato dalla segreteria provinciale di Roma.

“Non è sola tutta colpa del COVID 19, – scrivono dalla FIALS di Roma – ma anche di una politica miope e delle scelte di soli tagli ragioneristici, di scelte strategiche sbagliate perpetrate ormai da anni a tutti i livelli istituzionali che hanno colpito duramente il sistema sociale in primis sanità e scuola. Ormai è chiaro che la sanità territoriale non esiste e che vada ripensata a 360°! I Dipartimenti di Prevenzione, e quindi i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica stanno mostrando i loro limiti, nonostante lo slancio e la disponibilità del personale. La scarsità delle risorse, degli investimenti, un’inadeguata, dannosa e intempestiva politica di assunzioni del personale nel corso degli anni, si è sommata a carenze organizzative ataviche. Il risultato lo abbiamo sotto i nostri occhi. Posti letto ordinari ai minimi termini e quelli di terapia intensiva ridotti all’osso!”

Una sanità ospedalo-centrica dove manca una rete tra ospedale, territorio, medicina di base e terzo settore

“La pretesa di oggi? – proseguono dalla FIALS – Risanare lo scempio generato in vent’anni, in pochi giorni! Se mancano gli anestesisti, i biologi gli infermieri e i tecnici sanitari di chi è la responsabilità?

Ora si vuole correre ai ripari reclutando medici specializzandi, professionisti in pensione, volontari…. e trasformando reparti di degenza ordinaria e sale operatorie in terapie intensive e ospedali covid? Bene serve anche questo ma serve ancora molto di più!!!

Tutto ciò sta avendo ripercussioni da un lato sugli operatori, in termini di sforzo, di stress e di rischio. La riorganizzazione degli ospedali, la necessaria formazione specifica, spesso la scarsità dei DPI…, è tutta sulle loro spalle. La resistenza al covid è solo merito loro ,dei competenti di volta in volta mandati in trincea.

L’altro lato invece è caratterizzato dal disagio, quando non trattasi di vero e proprio danno, a carico dei cittadini. Non possono essere assistiti sul territorio perché il territorio non esiste, vengono spesso privati di prestazioni perché ormai gli ospedali sono tutti concentrati sul COVID 19, vengono dirottati in strutture diverse da quelle che li hanno avuti in carico fino ad oggi.

Tutte misure tampone che vengono messe in campo ogni due tre giorni ma senza una vera e duratura pianificazione del futuro vero, sanitario.

A nostro dire va ripensato il SSN e SSR con percorsi condivisi e messi in rete del sistema sanitario dove la vocazione dell’ospedale debba rispondere ai II° livelli di assistenza mentre la rete territoriale dovrà capillarmente, occuparsi dei I° livelli di assistenza con feedback tra casa della salute, ambulatori pubblici, medici di base e convenzionati, terzo settore che prendano in cura i cittadini a partire dai più fragili e delle necessità dell’uomo,”individuo” in ogni momento riportandolo al centro e portando i servizi ,ben organizzati a lui e no il contrario. Immaginiamo il vissuto emotivo e le difficoltà di un paziente oncologico che da un giorno all’altro si trova ad affrontare la sua tragedia in un ospedale che non conosce e in cui non conosce nessuno, dove si sente sottratto di quel rapporto empatico e fiduciario che aveva instaurato dai suoi primi giorni di sofferenza.

Tutto ciò, denunciamo , stia accadendo in un contesto generale in cui non esiste un percorso sistematico per monitorizzare il livello dei contagi del personale sanitario, non si rinnovano i contratti, non sono previste maggiorazioni delle indennità, se non facendolo a deperimento dei fondi esistenti.
Di tempo non ce n’è più!!! La sanità pubblica è stanca. Gli operatori sono stanchi. Altro che primi della classe! Se cedono gli operatori è finita!Va evitato subito che ciò possa accadere!

Serve più programmazione, più investimenti e più personale di assistenza per consentire al territorio di dare risposte efficaci…, e la FIALS vuole segnali che vadano in questa direzione.

Venendo alle realtà aziendali, i nostri Presidi Ospedalieri sono sotto scacco COVID. Dove riscontriamo troppe diversità nell’applicazione delle procedure emanate da DPCM,Decreti e anche dalle stesse emanazioni emanate dalla Regione quasi a dire che ogni azienda procede in modo autonome ma difforme da quanto diffuso e concordato.

Non riusciamo più a comprendere quale sarà il suo futuro, ma se cercassimo di dare un significato alla riduzione dei posti letto ordinari, al trasferimento verso l’esterno di molte attività elettive che ogni azienda sta attuando verso altri parten convenzionati…, la preoccupazione è d’obbligo.
Covid a parte, vogliamo sapere cosa succederà a queste strutture ospedaliere. Vogliamo sapere quali piani ha la Regione e quali le Direzione delle del Lazio.

Anche se molte attività ordinarie previste nei LEA, come ad esempio quelle chirurgiche, al momento sono state ridotte all’osso per fronteggiare la pandemia, chiediamo di conoscere quale sarà il destino delle chirurgie.

Quale quello delle medicine e in modo particolare dell’oncologia, poiché al momento i pazienti di queste specialità,da come sembra, saranno dirottati presso altre strutture in convenzione. Il personale vuole sapere!

Non si può chiedere a chi sta al fronte di rinunciare ai riposi, alle ferie, di fare lo straordinario e di lavorare in barba alle prescrizioni normative sulla sicurezza. Men che meno lo si può fare senza ritoccare le indennità accessorie e senza rassicurazioni sul futuro del Presidio Ospedaliero in cui lavorano.

Lo scenario se non si intraprenderanno, subito scelte ponderate organizzative serie, rischia di crollare. Bisogna intervenire in fretta e Governo, Ministero della Salute ,Regioni e Asl devono assumersi le responsabilità e debbono ascoltare le voci provenienti dagli operatori ,veri “Competenti” sanitari, affinchè la collaborazione diventi programma organizzativo da mettere in campo da subito.

Non riuscire a testare nemmeno i tamponi molecolari pone una domanda? Servono tecnici di laboratorio e biologi, senza dimenticare che per questa attività il rapporto media è 8 tecnici ed 1 -2 biologi? A qualcuno vengono in mente queste domande o sono ormai certi che basti scaricare tutto sulle sole spalle degli operatori e cittadini, senza prevedere altre importanti assunzioni di personale?
La FIALS non abbandonerà le sue idee e le proprie convinzioni ribadendo che la cura del SSN e SSR deve passare per un attenta riorganizzazione e sull’abbandono di molte scelte fino ad oggi fatte che si sono rivelate dannose e sarà sempre schierata al fianco degli operatori tutti e dei cittadini che meritano molto di più di ciò che ricevono.

La FIALS vuole un sistema sanitario pubblico ed universalistico di alta qualità e non diretto da comandanti indecisi pronti ad approssimare giorno per giorno, anche sprecando
le poche risorse rischiando di far fallire un sistema sanitario che in molti ci invidiano”.




Marsala, discariche di rifiuti per le strade: aprirà un’isola ecologica in zona via Istria

Nel ringraziare i Cittadini e gli Organi di stampa per le diverse segnalazioni riguardanti l’indiscriminato abbandono dei rifiuti nel territorio di Marsala, il sindaco Massimo Grillo rappresenta quanto segue.
“Come si evidenzia dalle foto allegate – solo un campione di centinaia di immagini pervenute – l’Energetikambiente interviene puntualmente in tutte le aree con microdiscariche, spesso a poche ore di distanza dalle segnalazioni dei cittadini. Sin dall’insediamento di questa Amministrazione, infatti, si è constatato che gli operatori ecologici intervengono quotidianamente per pulire e ristabilire il decoro laddove si presentano questi atti di inciviltà. Accadeva prima, mi riferisce la Società di gestione, e continua ad accadere. È ovvio che tali comportamenti rappresentano atti incivili da condannare e perseguire, con conseguenze sanzionatorie per gli autori che saranno identificati. Ma è pur vero che, da un’attenta riflessione in merito, simili atteggiamenti ripetutesi nel tempo ci confermano le carenze del metodo scelto per la raccolta differenziata dei rifiuti. Ossia, che le modalità a suo tempo applicate dalla precedente Amministrazione – e che, come da contratto stipulato nel 2019, rimarranno in vigore per altri sei o quattro lunghi anni – non contribuiscono a ridurre i quotidiani atti di inciviltà.
In altre parole, quello che finora è mancata è una graduale e ragionata azione nella direzione di un’emancipazione civica: se sanzionando non si ottiene il risultato sperato, occorre adottare una nuova strategia. È per questo che, nei prossimi giorni attiveremo in via sperimentale un’isola ecologica in zona via Istria dove, contestualmente, sospenderemo la raccolta “porta a porta” tramite i mastelli. L’intervento che, ribadisco, sarà solo una interruzione momentanea e limitata nel tempo, rappresenterà un primo serio tentativo di ricercare vie alternative per ridare stabile decoro alla città e, in particolare, in segnate zone del territorio. Dall’osservazione di questa prima attività sperimentale trarremo poi le opportune conseguenze per un’azione più ampia in tutta la città che coniugherà l’azione di rimozione delle microdiscariche con una rivisitazione, per quanto possibile, del sistema di raccolta ed una contestuale azione di sensibilizzazione e controllo ambientale”.




Covid, con il prossimo dpcm l’Italia si divide in 3 aree con tre scenari di rischio

Avremo una fascia riservata alle Regioni a rischio alto, di scenario 4, con le misure più restrittive, poi avremo seconda una fascia, con Regioni a rischio alto ma compatibili con lo scenario tre, con misure lievemente meno restrittive; infine ci sarà una terza fascia con tutto il territorio nazionale per le restanti regioni”. Lo precisa il premier Giuseppe Conte nelle sue comunicazioni al Senato.

“La curva corre in ogni Continente. L’Ue all’interno di un quadro globale è una delle aree più colpite dall’urto della seconda ondata. Nelle ultime settimane l’incremento di casi Covid è stato di 150 contagi per ogni 100 mila abitanti ed anche nel nostro Paese la situazione è in peggioramento, la recrudescenza ha condotto ad una moltiplicazione significativa dei contagi “. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel suo intervento alla Camera sottolineando che ‘Il quadro epidemiologico è in via di transizione verso lo scenario 4 con particolare riferimento ad alcune regioni”. Alla luce dell’ultimo report di venerdì e della situazione particolarmente critica in alcune regioni siamo costretti a intervenire in una ottica di prudenza per mitigare il contagio con una strategia che va modulata sulle differenti criticità” delle Regioni. 

Il premier riferisce anche in Aula al Senato. “Tra le fasce più vulnerabili – ha detto il premier – il governo considera anche le persone più anziane, sono i nostri cari, i nostri genitori, i nostri nonni che hanno consentito di vivere al nostro Paese il miracolo economico”.  “Il ministero della Salute, su mia richiesta, sta già elaborando un piano di distribuzione dei vaccini così che quando arriveranno le prime dosi potremo procedere in modo organizzato, secondo un piano ordinato. Ragionevolmente prevedo che favoriremo le fasce della popolazione più fragili e vulnerabili e gli operatori più esposti al pericolo”.

Strategie misure da modulare in base a Regioni – “Alla luce dell’ultimo report di venerdì e della situazione particolarmente critica in alcune regioni siamo costretti a intervenire in una ottica di prudenza per mitigare il contagio con una strategia che va modulata sulle differenti criticità” delle Regioni. “Nel prossimo dpcm indicheremo 3 aree con tre scenari di rischio con misure via via più restrittive. L’inserimento di una Regione avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute”. Questi scenari dovranno tener conto – ha spiegato tra l’altro il premier – dell’indice di replicabilità del virus, dei focolai e della situazione dell’occupazione dei posti letto negli ospedali. Ci sono specifiche criticità in Regioni e province autonome. L’rt nazionale è a 1,7 ma in alcune regioni ovviamente il dato è superiore. Esiste un’altra probabilità che 15 regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese.

Limiti a spostamenti da e verso Regioni a rischio – “Introdurremo il limite agli spostamenti da e verso le regioni con elevati coefficienti di rischio” salvo esigenze di lavoro, studio e salute. Così il premier Giuseppe Conte alla Camera sottolineando che ‘il governo prevede di adottare a livello nazionale “limiti alla circolazione delle persone nella fascia serale piu’ tarda”. Per l’intero territorio nazionale intendiamo intervenire solo con alcune specifiche misure che contribuiscano a rafforzare il contenimento e la mitigazione del contagio. Chiudiamo nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali ad eccezione di negozi alimentari parafarmacie e farmacie ed edicole dentro i centri. Chiudiamo i corner per le scommesse e giochi ovunque siano, chiuderanno anche musei e mostre.  Nel dpcm si prevede “anche integralmente” la didattica a distanza per le scuole di secondo grado e la riduzione al 50 % del limite di capienza dei mezzi pubblici locali.

Sforzi finanziari a sostegno del lavoro – “Faremo tutti gli sforzi finanziari che servono per costituire elementi di stabilità e certezza per il mondo del lavoro”, per questo il governo ha varato il dl ristori e ha esteso il blocco dei licenziamenti fino a fine marzo. Così il premier Giuseppe Conte alla Camera garantendo celerità nei ristori alle attività colpite. “Siamo consapevoli della frustrazione e del senso di smarrimento e anche della rabbia che si sta manifestando in questi giorni. E siamo anche coscienti delle ripercussioni sull’attività economica, la produzione ma non ci può essere dilemma nella difesa della salute e la tutela dell’economia, più piegheremo i contagi più allenteremo le restrizioni. I numeri macro economici non di dicono nulla del disagio sociale ma il risultato è straordinario. Ai cittadini va la nostra gratitudine”

Restiamo uniti in un momento drammatico – “Questa è la terza crisi che stiamo vivendo e stavolta si può imprimere una svolta, l’Europa l’ha colta con il programma nextgeneration Eu. Serve un nuovo patto tra pubblico e privato, il pubblico non deve ostacolare il mercato ma indirizzarlo e il nostro piano offrirà un nuova prospettiva nel solco degli obiettivi Ue. Non possiamo permetterci di distogliere lo sguardo dal futuro, sappiamo con certezza che le trasformazioni in atto lo cambieranno, noi dobbiamo accompagnare la transizione, nessuno può sentirsi esonerato, rivolgo ancora un invito alle forze e alle energie del Paese, restiamo unti in questo drammatico momento in nome dell’unità e dei valori che sono alla base della nostra Costituzione”




Ciampino, un passo in più verso la rigenerazione urbana senza consumare altro suolo

CIAMPINO – “Approvata la Delibera quadro di indirizzo tecnico programmatico sulla Rigenerazione urbana e valorizzazione territoriale della Città di Ciampino verso il 2030. Con voto unanime della Giunta si attiva l’iter amministrativo dell’atto di coordinamento in materia di sviluppo del territorio in adesione ai principi contenuti nella Legge Regionale n°7 del 2017 che contiene tutti i criteri di valutazione e le linee guida di cui si doterà l’Amministrazione”. A darne notizia, in una nota, il Sindaco di Ciampino, Daniela Ballico.

“Con questo atto inizia un grande percorso, aperto al confronto, sul futuro della Città che si pone l’ambizioso obiettivo di superare in positivo il saldo zero di consumo di suolo”.

“Le Delibera evidenzia tutti gli asset strategici su cui l’Amministrazione ha scelto di concentrare la sua attività come accade con la mobilità sostenibile (Biovie) che è un elemento fondamentale del programma. Gli ambiti selezionati per l’applicazione dimostreranno la valenza sistemica del provvedimento”.

“Gli obiettivi pubblici strategici sono la sintesi del nostro intero programma di governo in questo settore dell’amministrazione. Importante, e ci auguriamo proficua, la collaborazione con la Città Metropolitana di Roma Capitale e la Regione Lazio”.

“Abbiamo Scelto, nelle more di questo percorso che intendiamo concludere il 31 luglio 2021, di applicare specifiche misure di salvaguardia per mostrare la nostra serietà e il nostro rigore nel rapporto con gli Enti sovraordinati”.

“Ringrazio l’intera Giunta – ha concluso il Sindaco Ballico – tutti gli uffici ed in particolare il Prof. Moretti che poco fa mi ha inviato un messaggio che condivido volentieri: «Ora inizia un grande lavoro per la Città!»”.




Bonus mobilità: ecco come chiedere il rimborso

ROMA, 2 novembre 2020 – Sarà attiva da domani mattina, martedì 3 novembre, a partire dalle ore 9, la piattaforma www.buonomobilita.ithttp://www.buonomobilita.it/, che consentirà di poter usufruire del bonus per l’acquisto di bici, elettriche e non, monopattini elettrici o veicoli simili, oltre a strumenti di mobilità condivisa a uso individuale, come lo sharing di bici, monopattini e scooter. Una misura introdotta dal Ministero dell’Ambiente nel Decreto Rilancio, con l’obiettivo di incentivare la mobilità privata ecosostenibile.

Il buono potrà coprire il 60% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 500 euro, e potrà essere richiesto dai cittadini maggiorenni residenti nei capoluoghi di Regione (anche sotto i 50.000 abitanti), nei capoluoghi di Provincia (anche sotto i 50.000 abitanti), nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e nei Comuni delle città metropolitane (anche al di sotto dei 50.000 abitanti).

Sarà dunque possibile richiedere il rimborso per gli acquisti già effettuati a partire dal 4 maggio scorso o generare un buono per un futuro acquisto per il quale, compatibilmente con la disponibilità di fondi, c’è tempo fino a fine anno.

Per ottenere il rimborso occorrerà possedere lo scontrino parlante o la fattura. Chi deve ancora effettuare un acquisto, potrà emettere il buono da presentare al venditore, della validità di 30 giorni dall’emissione tramite piattaforma.

Sarà possibile accedere al buono fino a esaurimento dei fondi disponibili e fino al 31 dicembre 2020.

Per accedere alla piattaforma web è necessario munirsi dell’identità digitale Spid.




Regione Lazio, Marietta Tidei su piano utilizzo spiagge (PUA): “Necessario recuperare un rapporto costruttivo con i privati”

Paolo Orneli, assessore regionale allo Sviluppo economico, Commercio e artigianato, Ricerca, Start-up e innovazione, in audizione con molti sindaci della costa nord della Regione, ha affrontato, in commissione Sviluppo economico, presieduta da Marietta Tidei (Gruppo Misto), la proposta di deliberazione “Art. 46 della L.R. 06 agosto 2007, n. 13. Approvazione con modifiche del Piano regionale di utilizzazione delle aree del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non Tecnica del Rapporto Ambientale.”
Sono intervenuti il Sindaco del Comune di Tarquinia; Alessandro Giulivi, per il quale quest’anno la stagione è stata soddisfacente a fargli eco l’assessore del Comune di Civitavecchia; Manuel Magliani, che auspica anche l’approvazione del nuovo Pua in tempi brevi, per una rapida ripartenza.

Non è mancata la preoccupazione per le deleghe in materia di demanio marittimo in capo ai Comuni.
Sul futuro rinnovo delle concessioni agli stabilimenti non a norma con i tributi o di tipo strutturali si è soffermato, invece, il delegato del Comune di Santa Marinella. E’ intervenuto anche il Sindaco del Comune di Cerveteri; Alessio Pascucci, che ha parlato dell’importanza di far diventare la cultura del mare un importante settore per il turismo, per il Comune di Fiumicino ha parlato il tecnico Carlo Mazzei che si è soffermato sulle opportunità che ha portato l’adozione al Pua, come ad esesmpio aver consentito la destagionalizzaziome e molte altre iniziative che il comune di Fiumicino sta mettendo in atto in termini di servizi adeguati. La presidente del X Municipio di Roma Capitale, Giuliana Di Pillo ha parlato dei servizi offerti lungo la costa del muncipio e rassicurato che presto si adegueranno al Pua.
L’assessore Paolo Orneli ha sottolineato il lavoro di condivisione che ha portato alla redazione del Pua ed ha anche precisato che questo provvedimento non aggiungerà obblighi a quei comuni che hanno già aderito. “E’ un passaggio sì importante, ma non stravolgente – ha dichiarato l’assessore – perchè questo Pua riproduce le disposizioni già presenti nel regolamento. I pochi comuni che non hanno aderito, avranno 180 giorni per farlo”. L’assessore Orneli, infine, ha ricordato che il Pua è stato assoggettato alla Vas (Valutazione ambientale strategica) e che la Regione Lazio è l’unica in Italia ad aver fissato la percentuale di spiagge che dovranno essere lasciate libere alla pubblica fruizione.

La consigliera Gaia Pernarella (M5S) ha parlato dell’importanza di introdurre i controlli nelle aree del demanio marittimo, ” lo facciamo per tutte le aree naturalistiche – ha precisato la consigliera – dovremmo farlo anche per le spiagge”.
“Il mare e l’economia del mare diventi centrale per la nostra Regione” queste le parole della presidente Marietta Tidei a conclusione della seduta. “Alcune misure messe in campo quest’estate – ha aggiunto Tidei – come quelle di sostegno ai comuni, dovrebbero essere messe a sistema. Credo che sia corretto agire severamente sui privati che non rispettano le regole, ma credo anche sia necessario recuperare un rapporto costruttivo con i privati, affinché diventi un rapporto di collaborazione. Del resto – ha concluso la presiente Tidei – anche questo è contenuto nel Pua, quando parla della partecipazione dei concessioanri nel recupero e conservazione di parchi marini”.




Dissesto idrogeologico, Morassut: “A breve il decreto legge”

“Nelle prossime settimane vedrà la luce il decreto legge sul dissesto idrogeologico. Intendiamo intervenire con norme di ulteriore semplificazione e velocizzazione del sistema operativo che oggi presiede alla difesa del suolo e alla sicurezza idraulica. L’Italia è il Paese europeo a più alto rischio per le caratteristiche geologiche e morfologiche del proprio territorio e i mutamenti climatici hanno accentuato i fattori di rischio. Nessun Paese è chiamato ad affrontare, come il nostro, il tema della sicurezza idraulica e della difesa del suolo, con tali complessità e articolazioni delle situazioni territoriali.

Le risorse disponibili sono notevoli ed ulteriori sono programmabili a valere sui fondi FSC dei programmi 2020/2026 e soprattutto del PNRR. Nell’orizzonte 2026, tra fondi FSC e PNRR si può puntare su ulteriori 10 miliardi di risorse disponibili, da questo nasce la necessità di un decreto urgente che migliori le prestazioni della macchina operativa per la prevenzione, consolidandone il funzionamento. Nella consapevolezza del grande lavoro che le amministrazioni pubbliche – Ministero, Regioni e Autorità distrettuali – oggi svolgono. Occorre aumentare la quantità e qualità di risorse tecniche e professionali che operino nelle amministrazioni competenti ai vari livelli. Occorre intervenire normativamente su alcuni aspetti legislativi in materia di espropri e autorizzazioni ambientali per rendere più rapida l’approvazione e l’attuazione dei progetti. Occorre rafforzare il ruolo di coordinamento del Ministero e dotare Comuni, Province e Regioni di supporti tecnici adeguati alla sfida. Occorre implementare il sistema Rendis (un passo avanti importante realizzato negli anni passati) utilizzando le tecnologie satellitari e lasciando alle amministrazioni un maggiore margine di selezione ai fini della lettura migliore del rischio idrogeologico e dell’emergenza. Col decreto porteremo a sistema le innovazioni introdotte nel Dl Semplificazioni e nel DPCM “Criteri degli interventi” prossimo all’approvazione. La predisposizione de decreto sta avvenendo in un rapporto di costante consultazione preliminare con tutti i livelli istituzionali coinvolti e competenti: di intesa con il ministro Sergio Costa, abbiamo già svolto incontri con Conferenza delle Regioni, Unione dei Comuni Montani, Unione delle Provincie, Autorità distrettuali e Associazione Nazionale dei Comuni, i quali stanno inviando le loro proposte per la redazione de testi del decreto in un clima di proficua collaborazione istituzionale. Siamo anche in contatto con le Commissioni Ambiente di Camera e Senato che hanno a loro volta programmato audizioni sul dissesto. Attualmente, sulla base degli ultimi monitoraggi sulla spesa, siamo in grado di dire che nel decennio 2010/2020, su circa 4 miliardi programmati, le Regioni hanno impegnato circa il 60% delle risorse: dobbiamo tutti fare di più e meglio. La difesa delle comunità dal rischio idraulico e geologico non ha colori politici o partitici.” Così il sottosegretario all’Ambiente con delega al dissesto idrogeologico, Roberto Morassut, durante il webinar con ANCI, che si è tenuto questa mattina.