Stretta natalizia dal 24 dicembre all’epifania. Poi riapertura scuole con mezzi pubblici stracolmi

Via libera al decreto sulla nuova stretta per le festività natalizie nel Consiglio dei ministri, appena terminato. Dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi e zona arancione nei giorni lavorativi. ‘Poi dal 7 gennaio “tana libera tutti” dove si riassisterà con tutta probabilità alla riapertura delle scuole superiori con relativi mezzi pubblici stracolmi di studenti.

Questo l’orientamento che emerge, a quanto si apprende da fonti di governo, dal vertice del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza e il ministro Boccia.

In serata si terrà a Palazzo Chigi la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte sulle nuove misure anti-Covid per le festività natalizie. L’orario della conferenza non è stato ancora comunicato.

Non ci si potrà però muovere per andare nei Comuni capoluogo, anche se si trovano entro un raggio di 30 km.

Un nuovo decreto legge Covid, per disporre le restrizioni nel periodo dal 24 dicembre al 6 gennaio, sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato oggi. “Nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 sull’intero territorio nazionale si applicano le misure” del dpcm del 3 dicembre sulle zone rosse, “nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 si applicano le misure” sulle zone arancioni.

E’ quanto si legge nella bozza del nuovo decreto Covid , composto da 3 articoli, con le restrizioni per il Natale. Durante i giorni festivi e prefestivi tra il 24 dicembre e il 6 gennaio lo spostamento verso le abitazioni private è consentito una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le 22 verso una sola abitazione ubicata nella medesima regione e nei limiti di due persone, ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi” – si legge inoltre. Non è previsto alcun anticipo del coprifuoco, rispetto a quello stabilito finora alle ore 22, nel decreto sulla stretta di Natale. Nella bozza, infatti, per le visite consentite a massimo 2 non conviventi per una volta al giorno si fa riferimento “ad un arco temporale che va dalle 5 alle 22”, ovvero ai limiti dell’attuale coprifuoco

La Regione Campania è pronta a varare una ordinanza per non consentire durante le feste gli spostamenti dai comuni con meno di cinquemila abitanti, qualora il Governo li consentisse. Lo annuncia il governatore Vincenzo De Luca nella sua consueta diretta Facebook. Da domenica la Provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Campania, Toscana e Val d’Aosta passeranno in giallo per scadenza dell’ordinanza vigente. In sostanza, saranno gialle per un giorno.

Italia Viva con la ministra Bellanova però non ci sta. “Se il 3 dicembre dai indicazioni sulle aperture sia pure contingentate e il 18 torni sui tuoi passi e decidi di chiudere tutto, stai producendo un danno enorme a tutti quegli esercizi che nel frattempo si erano organizzati sulla base delle regole indicate. Ogni decisione che assumiamo stasera deve accompagnarsi a ristori adeguati. Pari al 100 per cento. Dobbiamo saperlo”. Questa, a quanto trapela da fonti di IV, la posizione della Ministra Bellanova sulle nuove restrizioni per gli esercizi della ristorazione che si stanno decidendo in Consiglio dei Ministri . Arrivano subito 400 milioni di ristori per bar e ristoranti nel decreto sulle chiusure natalizie: altre risorse saranno stanziate nel 2021. La novità spunta, a quanto confermano più fonti di governo, in Consiglio dei ministri. Il capo delegazione Pd Dario Franceschini avrebbe chiesto lo stanziamento da subito delle risorse, che andranno per primi a coloro che hanno chiuso da novembre.




USA, prima dose di vaccino a Joe Biden

A Joe Biden sarà somministrata la prima dose di vaccino contro il Covid la prossima settimana.

Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali non è escluso che l’iniezione al presidente eletto degli Stati Uniti sarà pubblica nel tentativo di convincere gli americani sulla sicurezza del vaccino. 

Al vicepresidente Mike Pence e a sua moglie Karen sarà somministrato il vaccino contro il Covid venerdì, e lo faranno pubblicamente: lo rende noto la Casa Bianca.




Via libera al piano vaccini anti Covid: a gennaio si inizia

La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al piano vaccini presentato dal Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e nei primi giorni di gennaio partirà la vaccinazione di massa. Secondo quanto si apprende,  stesso il Commissario invierà alle regioni una sorta di ‘libretto delle istruzioni’ per il vaccino ed entro la settimana tutte le indicazioni per la procedura di somministrazione.

Verranno consegnate il 90% delle richieste di dosi avanzata dalle Regioni e questo perché è stato stimato che non si vaccinerà il 100% del personale sanitario previsto.

La campagna di vaccinazione in Italia partirà con le prime 1.833.975 dosi di vaccino anti Covid 19 che verranno distribuite da Pfizer e inviate alle Regioni, annuncia l’ufficio del commissario Domenico Arcuri. Dopo il Vaccine Day europeo, prima della fine dell’anno, con vaccinazioni simboliche in diversi Paesi, “verrà avviata la prima sessione della vaccinazione di massa, destinata alle categorie che il Governo e il Parlamento hanno stabilito essere prioritarie -si legge in una nota -: operatori sanitari e sociosanitari, personale operante nei presidi ospedalieri, pubblici e privati, ospiti e personale delle residenze per anziani”.

I primi italiani saranno vaccinati contro il Covid già subito dopo Natale e prima dell’inizio del 2021 se l’Ema nella riunione in programma il 21 dicembre darà il via libera al farmaco della Pfizer. E’ questo, secondo quanto si apprende, l’ultimo timing emerso nel corso della riunione tra il governo e le Regioni che ha dato il via libera al piano dei vaccini e che domani sarà sottoposto formalmente alla Conferenza Stato-Regioni. Nelle prossime ore verrà definito il numero di persone alle quali somministrare il vaccino nel giorno simbolico, lo stesso in tutta Europa, sulla base delle quantità che Pfizer sarà in grado di consegnare. 

“Rispetto alle valutazioni che avevamo fatto, saremo pronti a partire con alcuni giorni di anticipo” con la somministrazione delle prime dosi di vaccino” ha confermato il ministro della Salute Roberto Speranza, sottolineando quindi l’importanza di “essere pronti con i piani regionali”. “La campagna vaccinale sarà una sfida che vinceremo tutti insieme” ha detto il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia

Nel corso della riunione delle Regioni con i Ministri Boccia e Speranza e il commissario Arcuri, la Regione Campania ha espresso netta contrarietà a un Piano di attribuzione dei vaccini per la prima fase, non commisurato a criteri oggettivi di fabbisogno. Lo afferma una nota della Regione. La Campania, infatti, ha proposto che in fase di prima ripartizione del vaccini si tenesse conto della popolazione delle singole Regioni. Tale proposta non è stata accolta, e si sta procedendo con un Piano che “prevede evidenti e immotivati squilibri fra le quote destinate alle diverse Regioni”.




Ticino e Lago D’Orta: i più bei scatti! Vinto il concorso “Obiettivo Acqua”

Sono una spettacolare fotografia della piena del fiume Ticino alla diga del Panperduto (autore: Maurizio Portone) e la riflessiva immagine di una barca nella piazza di Orta coperta dall’acqua esondata dal lago (autore: Fulvio Gioria), le opere vincitrici, rispettivamente nelle sezioni “Acqua, eterno scorrere” e “Cambiamenti climatici: Difendere l’acqua – Difendersi dall’acqua”, della seconda edizione del Premio Fotografico “Obiettivo Acqua”, promosso da Coldiretti, ANBI, Fondazione Univerde e di cui si è celebrato l’atto finale via web.
“Con questo concorso vogliamo contribuire a sottolineare il rapporto fra risorsa idrica e territorio, dove acqua significa cibo, ma anche bellezza di ambienti unici” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Sono state oltre 400 le opere partecipanti superando, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, il dato dell’edizione inaugurale.
“La disponibilità idrica – afferma Giuseppe L’Abbate, Sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – è indispensabile per la produzione agricola, che va incrementata grazie all’ampliamento del servizio irriguo, una best practice italiana.”
“Per questo – aggiunge Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione Univerde – bisogna vigilare sulla natura pubblica dell’acqua, proprio ora che siamo alla vigilia del decennale del referendum che lo affermò, ma anche in vista dei tanti interessi, che graveranno sui fondi del Next Generation EU.”
Se ai vincitori del concorso va anche un premio di 500 euro, una targa con menzione è il riconoscimento alle 4 opere segnalate in altrettante sottosezioni: “Acqua amica” di Massimo Mormile; “Ora blu sul Tevere” di Pietro Giannelli Savastano; “Flooded Wood” di Vittorio Ricci; “Il dipinto” di Michele Di Lella.
Nel dare appuntamento alla terza edizione del concorso fotografico, il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano, ricorda come risorse idriche e territorio debbano essere il perno di un nuovo modello di sviluppo, originale e distintivo.
“All’orizzonte – conclude – c’è la nuova normativa europea sull’utilizzo delle acque reflue. Se sarà garantita la salubrità alimentare, sarà un’importante risorsa integrativa per l’irrigazione, la cui richiesta è in forte crescita a fronte dei cambiamenti climatici e delle necessità di qualità dei prodotti.”
Alla cerimonia on-line sono intervenute anche Angelica Catalano, Direttore Generale dell’Ufficio Dighe e Infrastrutture Idriche ed Elettriche – M.I.T e Simona Angelini Dirigente Direzione Generale Sviluppo Rurale – Mi.P.A.A.F. e David Granieri, Vice Presidente Nazionale di Coldiretti.




Covid, non c’è un piano di sorveglianza. Crisanti: “Terza ondata è inevitabile”

Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova è stato molto chiaro riguardo l’attuale emergenza Coronavirus in Italia: “Tra la prima e la seconda ondata dell’epidemia da Covid-19 – spiega l’esperto – non sono state rafforzate le misure mirate a mantenere bassi i contagi sul territorio, e in assenza di un vero piano nazionale la terza ondata è inevitabile”. Eravamo arrivati a registrare “meno di 200 casi al giorno e poi il numero dei casi è risalito e questo è accaduto – sottolinea – perchè non è stato predisposto alcun piano di sorveglianza”. Dunque, “se non si agisce aumentando la capacità di effettuare test molecolari, creando un sistema informatico per il monitoraggio e assicurando una logistica per portare i test laddove sono necessari, eliminando le differenze tra le Regioni, allora – avverte Crisanti – non se ne esce”. Quanto all’ipotesi di un rafforzamento delle misure restrittive in vista delle festività natalizie, “l’istituzione di zone rosse – conclude – sicuramente aiuta a frenare il contagio, come ha dimostrato ad esempio l’esperienza della Lombardia”.

Resta confermata la parte del Dpcm del 3 dicembre scorso con la quale è stata disposta la chiusura nelle giornate festive e prefestive degli esercizi commerciali collocati all’interno di “parchi commerciali ed altre strutture ad essi assimilabili, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi ed edicole”, a causa dell’emergenza Covid. Lo ha deciso il Tar del Lazio con due decreti monocratici firmati dal presidente della prima sezione.

Il calo della mortalità frena nell’ultima settimana di novembre – Dopo il calo delle settimane precedenti, dal 25 novembre al 1° dicembre la mortalità da Covid in Italia rimane stabile o in lieve aumento nelle città del nord (Venezia, Verona, Padova), e in lieve decremento al centro-sud. Rispetto alla settimana precedente c’è stato un calo dell’eccesso di mortalità a Roma (+47% rispetto al 60% del 18-24 novembre) e Palermo(48% rispetto al 59% del 18-24 novembre). A Genova (+76%), Torino (+112%) e Milano (+45%) l’eccesso di mortalità dal 25 novembre al 1 dicembre è in linea con i valori della settimana precedente. Lo indica il monitoraggio ‘Andamento della mortalità giornaliera nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19 dal 1 settembre al 1 dicembre 2020’ pubblicato dal Ministero della Salute.




Quando Cetto comunica la corte pubblica

Quando Cetto comunica e la corte pubblica c’è un plebiscito tracotante di ignoranza allo stato puro che offusca tutto il belvedere e come una coltre fitta distribuisce perle ai porci e veleni ai dissidenti.

Cetto, firmato dalla testa ai piedi, disoccupato ma feudatario, odia essere criticato e soprattutto smascherato. Guai solo a pensare che agisce contro legge, guai a supporre che si fa solo i fatti suoi. Di fronte alla sua schiera di radiocomandati è lui l’unico in grado di tenerli al guinzaglio, di allargare la presa quando è tempo e stringerla quando ci si muove troppo. I nostri nonni lo avrebbero definito puparo degli stolti ….scarpe grosse e cervello fino. Ma lui è Cetto e pensa ingrugnito a quale altra strategia mettere a punto per non scrostarsi dal palazzo e rimanere aggrappato a quella tanto agognata fascia. Non ci dorme la notte. E intanto forma i discendenti diretti alla condotta più nobile: l’arroganza.

Cetto non è lì a caso perché si fa scegliere e fa di tutto, anche quello che non si può, per tenersi stretto la servitù che gli permette di banchettare. Porta l’acqua con le orecchie, annulla debiti, distribuisce permessi, concede benefici per poi portare il conto quando è ora. La pandemia lo ha lasciato al posto suo ma quando fioriranno le rose, lui comincerà ad appassire.




Caso Gregoretti e responsabilità condivise: il GUP di Catania ascolterà il premier Conte il 28 gennaio

Il video in cui il premier Giuseppe Conte parla del governo e del ruolo dell’esecutivo nella decisione sugli sbarchi in Italia di migranti come idea condivisa è nella memoria difensiva già depositata agli atti del procedimento

Seconda udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per i ritardi nello sbarco da nave Gregoretti di 131 migranti ad Augusta il 31 luglio 2019.

Nell’aula bunker del carcere di Bicocca davanti al Gup Nunzio Sarpietro, che li ha convocati come testimoni, sono stati chiamati a deporre gli ex ministri dei Trasporti, Danilo Toninelli, e della Difesa, Elisabetta Trenta. 

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sarà sentito il prossimo 28 gennaio, alle 10.30, a Palazzo Chigi dal Gup di Catania come testimone. Le altre date saranno fissate il 28 gennaio.

“Il video in cui il premier Giuseppe Conte parla del governo e del ruolo dell’esecutivo nella decisione sugli sbarchi in Italia di migranti come idea condivisa è nella memoria difensiva già depositata agli atti del procedimento” , ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno difensore di Matteo Salvini prima di entrare in aula a Bicocca per l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio dell’ex Ministro dell’Interno per il caso Gregoretti.  

“Abbiamo salvato vite e protetto un paese, quello che non è accaduto dopo perché dopo di me ci sono stati morti annegati diritti negati.

Mi dispiace solo di dovere far perdere tempo a giudici, avvocati, forze dell’ordine in un’aula bunker che solitamente è impiegata per processi di mafia. Io sono un cittadino italiano rispettoso di quello che la giustizia mi chiede per rispondere di quello che avevo promesso agli italiani di fare: bloccare il traffico di esseri umani e il business dell’immigrazione clandestina senza fare male a nessuno. Sono curioso di sentire cosa diranno in aula Conte, Di Maio, Toninelli e gli altri ministri che con me condividevano questa linea”. Lo ha detto Matteo Salvini entrando nell’aula bunker.

“La linea del Governo era quella di fare interessare gli altri Stati europei al collocamento dei migranti. Ma ogni sbarco era un caso a parte” . Lo ha detto l’ex ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, rispondendo a una domanda dell’avvocato Giulia Bongiorno.




L’Italia riapra i teatri: il maestro Riccado Muti lancia l’appello al governo

Niente sarà più come prima dopo la pandemia Covid, nemmeno la musica, per forza di cose toccata dal dolore, dal “cambiamento che ha investito ognuno di noi”. Da quasi un anno fisicamente lontano dai suoi orchestrali, i professori della Chicago Symphony Orchestra, il maestro Riccardo Muti ne è profondamente convinto.

“Non vedo l’ora di rientrare in quella sala da concerto, di ricominciare a studiare con loro”, spiega, “ma è chiaro che sarà tutto nuovo, non potrà essere come riprendere un qualcosa che si è appena lasciato. Quello che faremo avrà caratteristiche nuove, perché tutti noi siamo cambiati, è inutile negarlo. E anche il dolore e le trasformazioni si riversano sulla musica, le esecuzioni saranno diverse, con una luce nuova, forse più dolorosa, drammatica”. L’occasione è una lunga intervista in streaming condotta su Repubblica.it dal direttore Maurizio Molinari per la seconda giornata dell’evento l’Anno che verrà.

Si parla del futuro che ci aspetta, della luce in fondo al tunnel dell’incubo Coronavirus, della speranza, che anche il grande maestro, appassionato di Verdi, sente dalla sua. Muti, che in agosto ha diretto la IX di Beethoven a Salisburgo, sarà presto di nuovo sul podio, chiamato per la sesta volta a Vienna a dirigere il Concerto di Capodanno. Una certezza nell’incertezza, “perché posso dirvi che si farà, ma non so ancora come”, scuote la testa rassegnato. “Non so se potremo contare sulla presenza del pubblico oppure no, credo dipenderà dall’andamento dei contagi nei prossimi giorni”. E pazienza se suonare Strauss, senza poter contare sulle reazioni del pubblico “è quasi perverso”, “io spero fino all’ultimo che il pubblico, anche ridotto, ci sia”. Perché una delle cose che fanno paura al maestro, in questi mesi, “è che il pubblico possa essersi abituato a fare a meno dei teatri, dei concerti dal vivo”. Tant’è, in fondo non sembra crederci neppure lui. Che invece si appassiona fino a diventare un fiume in piena, quando gli si chiede un parere sullo stato dei nostri teatri d’opera. E il suo è un grido d’allarme e insieme un appello accorato, al governo, alla classe politica, al pubblico: “In Italia ci sono regioni intere prive di teatri, tanti conservatori che diplomano giovani molto bravi, ma poche orchestre, mentre altrove non è così, in Germania costruiscono teatri, in Asia la sola città di Seul conta 18 orchestre”. Un venir meno della cultura nel Paese che delle arti e della musica, in particolare, è stato la culla e per tanto tempo un punto di riferimento. “Siamo il Paese che ha dato il nome alle note, che ha inventato il teatro in musica, che ha costruito gli strumenti più straordinari”, incalza Muti. Eppure mentre all’est del mondo la Cina, la Corea, il Giappone, Taiwan “hanno capito l’importanza della musica nella formazione della società”, in Italia si chiudono i teatri “di cui pure i nostri antenati hanno cosparso la penisola”. Teatri, incalza il grande direttore, “che devono essere riaperti e affidati ai giovani”, con l’aiuto “degli enti locali, degli imprenditori, delle persone abbienti”. Perché non è di eventi che l’Italia ha bisogno, “ma delle idee, della linfa nuova che viene dai giovani, di tante diverse rappresentazioni che convincano il pubblico a seguire, a partecipare”.

Lui che ha diretto per tanti anni il Maggio fiorentino, La Scala di Milano, l’Opera di Roma sottolinea ora che non serve avere pochi grandi teatri “come cattedrali nel deserto”, è di un tessuto di piccoli teatri e di orchestre che l’Italia e gli italiani hanno bisogno per assicurarsi un degno futuro. Siamo “un Paese straordinario che ha abdicato al suo compito di guida in Europa”, insiste, un Paese dove i musicisti e i cantanti non sono abbastanza considerati, dove per i giovani “sempre più bravi” che escono dai tanti conservatori, “non c’è futuro se non la disoccupazione”. E dove la musica non si insegna nelle scuole e anzi negli anni si sono chiuse le orchestre della Rai, “un crimine”, denuncia Muti, che torna a rivolgersi alla politica: “Sono cose che i nostri governanti dovrebbero sentire come fondamentali e urgenti”. Lui si appassiona e si scusa: “Non voglio fare la Cassandra, ma la situazione è grave. Se mi appassiono è perché sono cose che ripeto da tanto. E prima di morire vorrei vedere che qualche cosa si muove”.




Cambiamenti climatici e infrastrutture insufficienti: l’Italia conta i danni ma rimane un territorio fortunato

Massimo Gargano (Dir. Generale ANBI): “Urgente un piano nazionale invasi”

“E’ stata un’autentica cascata di pioggia, quella abbattutasi nei giorni scorsi sul territorio, di cui però raccogliamo solo i cocci, nonostante la determinante funzione avuta dagli invasi e dalla rete idraulica minore, appositamente svuotata, nel contenere i danni.”

Ad esprimersi così è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio, commentando i dati dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.

Eccezionali sono soprattutto le portate registrate dai fiumi in Emilia Romagna: tutti in crescita e largamente sopra i dati storici, hanno l’apice nel Reno (303,26 metri cubi al secondo contro  una media dicembrina di mc/sec  38,4) e nel Secchia (mc/sec 203,7 contro una media di mc/sec 26,5). Meno eclatante, ma altrettanto evidente è l’andamento dei principali fiumi veneti (Piave, Livenza, Brenta, Bacchiglione) con l’Adige, che segna la migliore performance nei 7 anni più recenti.

Però, a conferma di un sempre più  marcato andamento pluviometrico “a macchia di leopardo”, cambia lo scenario man mano che ci si sposta verso Ovest ad iniziare dal fiume Po che, pur in costante crescita, solo nel ferrarese segnala una portata superiore al piovoso Dicembre 2019. È così anche per i grandi laghi: tutti in crescita, ma il Maggiore rimane sotto la media storica del periodo e se, in Lombardia, il fiume Adda è in linea con la portata del 2019, i corsi d’acqua piemontesi  sono largamente al di sotto dello scorso anno con il Tanaro, che ha registrato 68,2 metri cubi al secondo contro i circa 400 di 12 mesi fa. 

L’estremizzazione degli eventi atmosferici appare evidente anche nel Lazio, dove ad un contenuto aumento idrico dei laghi e del fiume Tevere (dati: Open Ambiente Regione Lazio) corrisponde l’innalzamento di portate nei corsi d’acqua del bacino Liri-Garigliano con il Sacco, che da un’altezza idrometrica di cm. 2 nel 2019 (era addirittura – 8 nel 2018 e – 21 nel 2017) è salito fino agli attuali  288 centimetri (dati: Centro Funzionale Multirischi della Protezione Civile della Campania)!

Tutte in crescita le portate dei fiumi campani (Volturno, Sele) con il Liri-Garigliano, che raggiunge l’altezza idrometrica di 998 centimetri contro i cm. 193 del Dicembre 2019; in crescita anche i livelli degli invasi di Piano della Rocca sul fiume Alento e di Conza della Campania sull’Ofanto.

A godere maggiormente delle piogge è stata la Basilicata, i cui bacini, in deficit idrico da mesi, registrano un’impennata, che li porta ad un surplus di quasi 11 milioni di metri cubi sulle disponibilità 2019.

Analogo andamento per gli invasi di Puglia, il cui deficit annuale si riduce a circa 39 milioni di metri cubi, grazie ad un apporto pluviometrico superiore ai 30 milioni di metri cubi.

Registrano, infine, una buona percentuale di riempimento i laghi artificiali in Calabria, dove alla diga Sant’Anna sul fiume Tacina si registra il record del recente quadriennio (trattenuti quasi 6 milioni di metri cubi d’acqua).

“Questa disamina – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – conferma l’urgente necessità di un piano nazionale invasi, la cui funzione si rivela indispensabile per contenere le ondate di piena, creando al contempo riserva idrica. E’ in contingenze come l’attuale, che si evidenzia l’utilità di trasformare un problema in risorsa, incrementando la capacità di trattenere le acque di pioggia al suolo, oggi ferma all’11%. E’ del 2017 il nostro Piano Invasi, insieme all’allora Struttura di Missione #italiasicura, per realizzare 2000 bacini in 20 anni, grazie ad un investimento di 20 miliardi di euro; è di pochi mesi fa, invece, il Piano ANBI per l’Efficientamento della Rete Idraulica, redatto in funzione delle scadenze del Recovery Plan, grazie ad 858 progetti definitivi ed esecutivi, capaci di attivare oltre 21.000 posti di lavoro con un investimento  di circa 4 miliardi e 400 milioni. I progetti sono cantierabili;attendiamo risposte.”




Finanziamenti europei programma Horizon 2020: cosa succede a Nemi? [Video inchiesta #1]

NEMI (RM) – Video inchiesta sui fondi europei che vengono concessi dall’Unione Europea per portare avanti dei progetti scientifici.

Come vengono impiegati questi soldi? A volte si incontrano situazioni di poca trasparenza che meritano sicuramente dei chiarimenti.

Riprendiamo l’inchiesta, già pubblicata su questo quotidiano in 4 puntate, in versione video.

Parliamo di alcuni finanziamenti concessi dall’Unione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 con finalità di ricerche scientifiche. Alcuni progetti, come quello di Charmed che vede al centro dello studio la piccola cittadina di Nemi situata nel cuore del parco dei Castelli Romani presenta sicuramente molti aspetti meritevoli di essere chiariti.

LA VIDEO INCHIESTA #1 – CLICCARE SUL RIQUADRO PER SEGUIRE

La video inchiesta sui contributi europei trasmessa a Officina Stampa del 10/12/2020



Disabilità e burocrazia nell’era della digitalizzazione: ecco la “via Crucis” per chi deve rinnovare la patente speciale

Una vera e propria odissea quella che deve affrontare una persona con disabilità per rinnovare la patente di guida speciale. Un esempio su tutti di come la burocrazia discrimini le persone con disabilità.

Si perde tanto tempo e si esborsano diverse centinaia di euro. Quale l’iter? Occorre innanzitutto collegarsi sul sito della Asl, scaricare i moduli che ogni anno cambiano per vedere cosa occorre per prenotare il rinnovo della patente e pagare i bollettini che si aggirano dai 40 ai 60 euro circa a seconda della patologia.

Con tutti questi documenti, i certificati medici e bollettini pagati preventivamente all’ufficio postale, con ulteriore tempo impiegato per file e moduli da compilare, ci si reca di persona (i delegati non sono accettati) alla Asl per prenotare la visita.

Il video servizio

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 10/12/2020

La visita non si può prenotare prima di 90 giorni dalla scadenza della patente speciale che per alcune patologie viene rinnovata di anno in anno.

Arrivati al giorno della visita bisognerà essere in possesso del certificato anamnestico rilasciato dal medico di famiglia (costo 40 euro) visita neurologica con referto e risonanza magnetica (costo per la risonanza 600 euro ), visita diabetologica 40 euro dove occorre portare gli esami del sangue e delle urine (anche queste a pagamento), visita per gli occhi con esami particolari per chi è affetto da sclerosi multipla e diabetica (altri 300 euro).

 Si fa la fila, ci sono persone con invalidità, soprattutto anziani che attendono pazientemente il loro turno. E poi finalmente l’agognato rinnovo, ma non era più semplice fare tutto da casa con un click?