Mario Draghi chiude il primo giro d’incontri: sì incondizionato di M5S e Lega

Si conclude il primo giro di consultazioni di Draghi, che oggi ha incontrato la Lega e il M5s. “Abbiamo ribadito il concetto che quando e se si formerà un nuovo governo noi ci saremo sempre con lealtà”, ha detto il capo politico M5S Vito Crimi dopo le consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. Il nuovo governo deve avere “un’ambizione solidale, ambientalista, europeista. E partendo da quello che è stato già realizzato.

Abbiamo trovato da parte sua la consapevolezza di partire con l’umiltà di chi accoglie quanto fatto prima. Abbiamo ribadito la nostra volontà che non siano indebolite misure come il reddito di cittadinanza”. “Oggi abbiamo ribadito che serve – ed è un dato essenziale – una maggioranza politica solida, che possa sostenere un governo solida. E serve superare quelle criticità che hanno portato alla fine del governo Conte II. Gli atti fatti da qualche forza politica sono comunque presenti nei nostri ricordi”, conclude. “E’ importante – aggiunge Crimi – che l’attuazione del recovery Plan sia fatta non solo nell’interesse specifico dei progetti ma c’è il mondo che ci guarda e giudicherà se l’Italia è un Paese che è cambiato. E noi con le nostre caratteristiche valoriali verificheremo che l’attuazione di quei fondi sia fatta con onestà, traparenza e nell’interesse dei cittadini”.

“Dobbiamo guardare sempre il bene dell’Italia, quindi nessun rammarico. Vediamo se si creano le condizioni perché il Paese sia messo in sicurezza al più presto”, ha detto il premier uscente Giuseppe Conte fuori da Montecitorio, dopo le consultazioni.

“Noi non poniamo condizioni. Altri lo fanno, noi nessuna condizione né su persone né sulle idee. Il bene del paese deve superare interesse personale e partitico”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine dell’incontro con Draghi. “Nessuna tassa, semmai una pace fiscale per aiutare i cittadini. Molto tempo lo abbiamo impiegato sullo sviluppo e crescita”. “E’ stata mezz’ora di confronto interessante e stimolante sui temi concreti sull’idea dell’Italia che per diversi aspetti coincide”, ha detto il segretario della Lega aggiungendo: “Noi siamo a disposizione, siamo la prima forza politica del paese, siamo una forza che dove governa lo fa con ottimi risultati a differenza di altri crediamo non si può andare avanti a colpi di no”. “Ciascuno deve rinunciare ad un pezzo di priorità per fare un tratto di strada che, non sarà lungo, insieme. Sull’immigrazione l’Ue ci chiede di difendere le frontiere non penso dunque che sia questo un tema divisivo”, ha quindi aggiunto Salvini.

Beppe Grillo in mattinata e’ arrivato alla Camera per il vertice M5S che ha preceduto le consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. Presenti anche Luigi Di Maio, Davide Casaleggio e il premier uscente Giuseppe Conte e quasi tutti i ministri M5S chiamati a partecipare al vertice, da Stefano Patuanelli (“il movimento e’ compatto, spiega il titolare del Mise”) a Fabiana Dadone, da Federico D’Inca’ a Alfonso Bonafede.

“Adesso dobbiamo ripartire in maniera convinta, per questo sono certo che ancora una volta il MoVimento 5 Stelle dimostrerà maturità e responsabilità istituzionale. Dobbiamo farlo per gli italiani, ci sono 209 miliardi da spendere. Oggi tutti insieme vedremo Beppe Grillo prima delle consultazioni. La posta in gioco per il Paese è altissima e lui sa sempre guardare lontano”, scrive Luigi Di Maio su Fb.

“Oggi è un momento di compattezza con la presenza di tutti, di Grillo, Casaleggio e anche di Conte. Oggi la famiglia si allarga”. L’ha detto l’ex capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio

“In alto i profili”. E’ questo il titolo di un post di Beppe Grillo in cui il Garante del M5S sembra pubblicare una serie di temi cardine da portare al tavolo con Mario Draghi. Tra questi la creazione di “un ministero per la transizione ecologica” al quale affidare la politica energetica e la riduzione alle “societa’ benefit” dell’imposta sul reddito di impresa. “Le fragole sono mature. Le fragole sono mature”, scrive Grillo.




Governo, iniziate le consultazioni per super Mario

Tre giorni di consultazioni per il premier incaricato Mario Draghi. Sono cominciate ieri alle 15.30 con le forze politiche e si concluderanno sabato in tarda mattinata. Si parte con i partiti piccoli, da Azione e +Europa a Maie, Cd, Europeisti-Maie, Misto Camera, Nci, Cambiamo.

Questa mattina, dalle 11, è la volta delle Autonomie, di LeU, Iv, Fdi, Pd e Fi. Si chiude sabato dalle 11 con la Lega e M5S. Gli incontri hanno durata di mezzora o di un’ora a seconda del peso dei partiti.
Il Quirinale segue con attenzione, seppur a debita distanza, l’evoluzione della situazione politica dopo l’incarico a Mario Draghi.

Il presidente Sergio Mattarella ovviamente osserva il dispiegarsi delle diverse dichiarazioni che si susseguono da tutte le forze politiche. In queste ore al Colle si registra un moderato ottimismo sulla possibilità di una soluzione della crisi. Il Capo dello Stato ha anche apprezzato sia il gesto che le parole pronunciate da Giuseppe Conte sull’incarico a Draghi poco prima dell’inizio delle consultazioni del premier incaricato, alle quali il Colle non ha posto limiti temporali.

[VIDEO] – Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 04/02/2021

E ieri è arrivata l’apertura di Conte al tentativo di Draghi di formare il governo che succederà al suo. ‘Non sono io l’ostacolo, i sabotatori sono altrove’, afferma in una dichiarazioni fuori da Palazzo Chigi, davanti a un tavolino sommerso dai microfoni. Ma auspica anche che si tratti di ‘un solido governo politico, le urgenze non possono essere gestite dai tecnici’, afferma. Inoltre, manda un messaggio ai 5Stelle: ‘Ci sono e ci sarò’. E si dichiara pronto a proseguire l’alleanza con Pd e Leu.

“Non commentiamo le questioni politiche interne” degli Stati ma il premier incaricato Mario Draghi “alla Bce ha svolto un ruolo straordinario e di questo ne sono tutti consapevoli. Non solo in Italia”. Lo dice la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in un’intervista che ‘La Stampa’ pubblicherà domani e di cui fornisce un’anticipazione sul sito.

Aperture al tentativo di Draghi sono arrivate anche da Silvio Berlusconi, dallo stesso Luigi Di Maio e dalla sindaca di Roma Raggi. Mentre Grillo ha detto, rivolgendosi ai deputati 5stelle, di difendere ‘al tavolo l’agenda Conte’. Intanto, a quanto si è appreso in serata da diverse fonti parlamentari M5S, Grillo è in arrivo nelle prossime ore a Roma. Il Garante del M5S giunge nella Capitale proprio mentre il Movimento è alle prese con la posizione da prendere rispetto al governo Mario Draghi. In teoria, essendo al vertice dei Cinque Stelle, Grillo potrebbe anche partecipare alle consultazioni ma su questo non c’è alcuna conferma da parte del Movimento. In giornata è intervenuto il ministro, Luigi Di Maio, con una nota: “Oggi si aprono le consultazioni del premier incaricato Mario Draghi, secondo la strada tracciata dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che ringrazio. In questa fragile cornice, il MoVimento 5 Stelle ha, a mio avviso, il dovere di partecipare, ascoltare e di assumere poi una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno. Siamo la prima forza politica in Parlamento e il rispetto istituzionale viene prima di tutto”.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, incalza: “Draghi dovrà scegliere tra le richieste di Grillo e quelle nostre che sono il contrario. Meno tasse o più tasse. Noi siamo liberi’, è quanto ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. ‘È meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa. Il Pd propone il suo apporto e il suo contributo al successo di Draghi. “Sarebbe molto importante che tutte le forze dell’alleanza”, Pd, M5s e Leu, “collaborassero convinte” alla maggioranza del governo Draghi, con un allargamento in Parlamento alle forze “moderate, liberali, socialiste. Aiuterebbe la stabilità del governo, gli darebbe forza e credibilità in Italia e nel mondo”. Lo dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti in direzione. “Possiamo lavorare con una linea chiara e una proposta di governo credibile per l’Italia”, sostenuta da “una maggioranza ampia ed europeista”, sottolinea. “Come ha correttamente detto Andrea Orlando, il Pd deve fare di più: lavorare – come stiamo facendo in queste ore – per garantire al professor Draghi una maggioranza con un profilo programmatico forte per affrontare i problemi che l’Italia ha davanti”.

Tornando alle consultazioni, i primi a essere ricevuti a Montecitorio sono stati i rappresentanti di Azione, +Europa, Radicali italiani del Gruppo Misto Camera e quelli di +Europa, Azione del Gruppo Misto Senato.




Bettino Craxi, tra debito pubblico, sovranismo ed altro: tutte le fake news che girano raccontate e smentite in un libro

“Le fake news su Bettino Craxi” il libro scritto a 4 mani da Nicola Scalzini e Roberto Giuliano che, documenti e memorie alla mano, ripercorre i fatti più salienti che hanno riguardato in particolare quel decennio della storia moderna d’Italia, che va dal 1983 al 1992.

Un’Italia che nel 1983 era sull’orlo del fallimento e dopo soli 4 anni – siamo nel 1987 – è considerata come un modello da seguire nel mondo.

[VIDEO] – Da sinistra Donato Robilotta (Pres. Ass. “Amici del Garofano Rosso”) e Roberto Giuliano sociologo e coautore del libro su Craxi ospiti di Chiara Rai a Officina Stampa del 04/02/2021

Gli anni che videro Craxi alla prova di forza decisiva per gli equilibri interni: il referendum dell’85 sui punti di scala mobile promosso dal Pci dove il leader socialista non cercò di evitare lo scontro e vinse quella partita che all’inizio era sembrata senza speranza.

Sono gli anni in cui Craxi affronta la più grave crisi diplomatica della sua carriera, quando ordinò di impedire ai marines statunitensi di ripartire da Sigonella, in Sicilia, con i terroristi palestinesi, tra i quali Abu Abbas, responsabili del sequestro dell’Achille Lauro. Craxi ribadì la sua posizione nettamente a favore della causa palestinese, e su questa base rafforzò il suo rapporto con il leader dell’Olp Arafat, che durerà poi anche quando sarà costretto a ritirarsi ad Hammamet dopo Tangentopoli.

[VIDEO] – Il video servizio su Craxi trasmesso a Officina Stampa del 04/02/2021

Craxi rimase a Palazzo Chigi fino al 17 aprile 1987, conquistando un record: la permanenza alla guida del governo più lunga della storia dell’Italia repubblicana. Tornato poi al partito, riprese di lena la sua politica: contendere alla Democrazia Cristiana il suo primato, e rilanciare l’offensiva contro il partito Comunista per creare un solo grande partito socialdemocratico.

In questi ultimi anni, in cui è iniziata una concreta rivalutazione della figura di Bettino Craxi, si assiste sovente al goffo tentativo di presentarlo come il primo sovranista ed anche anti europeo.

Delle fake news fa parte anche la storiella del “famoso tesoro di Craxi, che non è mai esistito, ma era necessario per demolire la sua immagine e farlo comparire come un approfittatore, un riprovevole ladro”.




Endometriosi, una patologia invalidante ancora molto poco conosciuta: conto alla rovescia per la prima legge nel Lazio

L’approfondimento, su quella che è una vera e propria malattia, con la Consigliera regionale PD Michela Califano e con il Prof. Fiorenzo De Cicco Nardone

Prevenire e diagnosticare precocemente l’endometriosi e migliorare le tecniche di ricerca e di cura di una patologia invalidante ancora molto poco conosciuta e purtroppo diffusa nelle donne.

Questi i cardini della proposta di legge sull’endometriosi, la prima nel Lazio, presentata dalla Consigliera regionale Michela Califano e di prossima approvazione.

Una legge necessaria per mettere in campo le forme di prevenzione per questa grave e invalidante patologia, basti pensare ai forti dolori che impediscono qualsiasi tipo di attività e in molti casi anche di avere figli, che ancora oggi presenta diagnosi molto tardive che peggiorano sia lo stato di salute sia la possibilità di intervento.

Il Prof. Fiorenzo De Cicco Nardone e la Cons. in Regione Lazio Michela Califano (PD) ospiti a Officina Stampa del 03/03/2021 per parlare della Legge di prossima attuazione nel Lazio sull’Endometriosi

La proposta di legge è stata portata avanti dalla Consigliera regionale insieme al suo staff e di concerto con due luminari della materia: il professor Fiorenzo De Cicco Nardone e il professor Piero Carfagna.

La legge prevede l’istituzione del Registro Regionale Elettronico dell’Endometriosi, in modo da far convergere i dati in un’unica piattaforma implementando così la raccolta e l’analisi dei dati e l’individuazione di un Centro di Coordinamento presso uno degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico presenti nel Lazio per poter così garantire una diagnosi precoce e certa.

Inoltre è stato previsto anche un percorso clinico assistenziale migliore per le pazienti di endometriosi e una formazione specifica del personale del servizio sanitario regionale con particolare riguardo all’uso delle nuove tecnologie come la teledidattica, la videochirurgia, la telechirurgia robotica e la telecooperazione sanitaria.

Ne soffrono tre donne su dieci ma in pochi la conoscono

Il video servizio sulla legge di prossima attuazione sull’endometriosi trasmesso a Officina Stampa del 03/02/2021

Spesso i suoi sintomi vengono confusi per dolori da ciclo un po’ più forti e questo genera parecchi problemi a chi ne soffre, sia dal punto di vista lavorativo che sociale. Parliamo dell’endometriosi, una patologia prettamente femminile che consiste nella crescita e nella presenza del tessuto che normalmente si trova dentro la cavità uterina (chiamato, appunto, endometrio) al di fuori della sua sede naturale.

Tre milioni di donne soffrono di endometriosi solo nel nostro Paese, mentre nell’intero mondo occidentale si arriva a 200 milioni di casi. In termini assoluti, cioè considerando anche bambine e donne anziane, ne soffre una donna su dieci, ma la popolazione colpita è quella che va tra la l’età della pubertà e i 40-50 anni. Per questo possiamo affermare che ne soffre il 20-30% della popolazione femminile.

Ad aggravare questa situazione è l’assenza di cure: Non esiste infatti qualcosa che riesca a fermare o eliminare la malattia. Ci sono cure ormonali che servono per ridurre i sintomi, mentre l’unico mezzo curativo è la chirurgia. In questo caso, però, ci sono alte percentuali di recidività. Nessun farmaco, dunque, ma solo precauzioni alimentari e integratori che riducono l’infiammazione

Endometriosi, cenni storici e curiosità – Il servizio trasmesso a Officina Stampa del 03/02/2021

Storicamente, le donne che accusavano sintomi di endometriosi venivano curate con l’applicazione di sanguisughe, camicia di forza, salassi, oppure ricorrendo a mutilazioni genitali, alla gravidanza, come forma di trattamento, appendendole a testa in giù o sottoponendole a un intervento chirurgico; in alcuni casi, venivano persino uccise per via di un presunto possesso demoniaco.Sebbene 2500 anni fa i medici ippocratici avessero riconosciuto e trattato il dolore pelvico cronico come una vera malattia organica, nel corso del Medioevo si tornò a colpevolizzare le donne, ritenendole pazze, immorali, affette da dolore immaginario o avvezze a una cattiva condotta. I sintomi del dolore pelvico cronico inspiegabile erano spesso attribuiti a follia immaginaria, a debolezza femminile, a promiscuità o isteria.

L’idea che il dolore pelvico cronico fosse correlato a una malattia mentale influenzò l’atteggiamento moderno nei confronti delle donne affette da tale condizione, causando ritardi nella corretta diagnosi e indifferenza nei confronti della sofferenza delle pazienti vissute durante il XX secolo.

Una curiosità: pochi sanno che la bionda più famosa della storia, la diva americana Marilyn Monroe era affetta da endometriosi che durante gli anni ‘50 rappresentava una sentenza certa di infertilità. E proprio quello della maternità mancata fu per Marilyn Monroe un tarlo che la perseguitò tutta la vita.




Governo, il fallimento della politica: Mattarella convoca Mario Draghi

Mario Draghi per affrontare una drammatica crisi di governo. Il presidente della Repubblica ha convocato l’ex presidente della Bce per oggi alle 12 al Quirinale dopo aver richiamato tutte le forze politiche alla responsabilità, chiedendo di sostenere un governo di unità nazionale.

L’alternativa sarebbero solo elezioni anticipate, lasciando tuttavia il Paese per un lungo periodo nell’incertezza, ha detto il capo dello Stato.

Il presidente della Repubblica dopo aver registrato il fallimento del mandato esplorativo del presidente della Camera Roberto Fico ha osservato che a questo punto esistono due vie: quella di un incarico o del voto.

Ma ha anche osservato che la crisi sanitaria ed economica “richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni e non un governo con l’attività ridotta al minimo”.. “Dallo scoglimento delle Camere del 2013 – ha osservato – sono trascorsi 4 mesi” per un governo, nel 2018 “5 mesi”. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza delle funzioni in mesi cruciali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte urgente”. Per questo Conto di “conferire al più presto incarico per formare governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili”, un incarico “ad alto profilo”, ha osservato il capo dello Stato.

Immediata la presa di posizione di M5s, che attraverso il capo politico Vito Crimi annuncia che “già durante le consultazioni, aveva rappresentato che l’unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi. Una tale tipologia di esecutivi è già stata adottata in passato, con conseguenze estremamente negative per i cittadini italiani”.

Le parole di Fico – “Allo stato attuale permangono distanze alla luce della quali non ho registrato unanime disponibilità per dare vita alla maggioranza”. Lo ha detto il Presidente della Camera Roberto Fico al termine del colloquio con il Capo dello Stato nel quale gli ha riferito del suo mandato esplorativo.Le parole di Fico arrivano dopo una giornata di altissima tensione sulla crisi di governo dopo le mancate intese su nomi e contenuti ai tavoli del programma e per la squadra di governo. Scambio di accuse tra gli ex alleati con Iv che, di fatto, arriva allo strappo finale. “Bonafede, Mes, scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato”, scrive su Facebook il leader di Iv Matteo Renzi.

Il senatore di Rignano, dunque, mette a verbale lo strappo, una rottura che viene commentata come “inspiegabile” da qualificate fonti dem. Fico avrebbe sentito al telefono, a quanto si apprende, il leader di Italia viva Matteo Renzi prima di salire al Quirinale per riferire sull’esito del suo mandato esplorativo. Fico dovrebbe sentire anche tutti gli altri leader della maggioranza. Renzi lo avrebbe ringraziato “della serietà” con cui ha svolto l’incarico. Il presidente della Camera Roberto Fico, a quanto si apprende, prima di salire al Quirinale ha sentito per telefono tutti i leader della maggioranza.

“La barzelletta che non si chiude sul verbale è, appunto, una barzelletta. Qui lo scontro è altissimo sui contenuti: dal Mes alle infrastrutture, dalla giustizia alla Torino -Lione e ovviamente sui nomi. Crimi ha detto che non intendono cedere su nessuno a cominciare da Bonafede e Azzolina. Domenico Arcuri e Mimmo Parisi non si toccano. Possono sostituire la Catalfo solo se non ci va la Bellanova. E per vicepremier al momento è in ballo Fraccaro con Orlando”. Lo scrive Matteo Renzi, a quanto si apprende, in chat con i parlamentari di Italia Viva.

Ma anche veti incrociati al tavolo sulla squadra. Fumata nera questo pomeriggio a un vertice di Matteo Renzi con Dario Franceschini, Vito Crimi e Roberto Speranza per cercare un’intesa sulla nascita di un governo Conte ter. A quanto apprende l’ANSA da fonti di Italia viva, sia sui temi che sulla squadra, dal Mes al ruolo di Arcuri, non si sarebbero registrate le aperture attese. In particolare, secondo le stesse fonti, Crimi avrebbe detto no alla richiesta di sostituire i ministri Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina. In più, sarebbe stato “posto un veto” su Teresa Bellanova al ministero del Lavoro.

“Rimangono le distanze sui contenuti nonostante il lavoro di questi giorni. Non abbiamo parlato di nomi”, dice Maria Elena Boschi di Italia viva uscendo dalla sala della Lupa. “Abbiamo fatto un lavoro importante in questi due giorni con discussioni approfondite. Rimangono distanze, non solo con Iv, anche sull’impostazione di alcuni punti. Siamo fiduciosi che il lavoro per colmare le distanze possa essere fatto da chi dovrà formare il governo e scrivere il programma”, dice il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio uscendo dalla sala della Lupa. “Il lavoro proficuo è stato fatto ma non sono state esaurite tutte le questioni”, ha concluso.

“Iv ha dato parere contrario su tutto e non si scioglie la riserva su Conte. Entriamo in una fase difficile in cui è difficile che possa accadere qualcosa di diverso dalle elezioni”. Lo dice la capogruppo del Misto al Senato Loredana De Petris, senatrice di Leu.

Iv al tavolo sulla giustizia dice no al lodo-Orlando. Il Pd fa sapere che su ambiente e scuola c’è una ‘significativa convergenza’. Non arranca solo il tavolo del programma per la soluzione della crisi di governo. Veti incrociati in queste ore, a quanto si apprende, stanno bloccando anche l’altra trattativa in corso, con contatti tra i vari protagonisti: quella sui nomi per la squadra di governo di un eventuale Conte ter. Italia Viva, secondo fonti qualificate, sarebbe contraria ai nomi di Alfonso Bonafede e di Andrea Orlando come vicepremier e allo spacchettamento del ministero delle Infrastrutture e dei Beni Culturali. In M5s ci sarebbe un veto sull’ingresso di Maria Elena Boschi al governo e in generale nelle forze di maggioranza viene considerata eccessiva la richiesta di Iv di 3 ministeri di peso per Boschi, Ettore Rosato e Teresa Bellanova.

“Il centrodestra è compatto e ha le idee chiare: non è possibile che la sinistra perda altro tempo, le priorità sono salute e lavoro, non i litigi per poltrone e ministeri. Abbiamo le idee chiare su quello che serve per rilanciare il Paese”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, che oggi ha parlato con Berlusconi, Meloni, Toti, Lupi e De Poli.

Intanto il deputato Emilio Carelli lascia M5s per aderire alla componente del misto ‘Centro-Popolari Italiani’.




Governo, ancora tensioni: rottura su Bonafede e Azzolina. Divisioni sul tema della giustizia

Non c’è intesa, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, sul verbale che dovrebbe chiudere il tavolo sul programma dopo due giorni di lavori. Italia viva, che aveva chiesto un documento con cronoprogramma, avrebbe poi detto sì alla scelta di redigere un verbale di fine riunione ma avrebbero lamentato, alla lettura del testo, che non rispecchia le diverse posizioni che si sono registrate al tavolo su alcuni temi. “Rimangono le distanze sui contenuti nonostante il lavoro di questi giorni.

Non abbiamo parlato di nomi”, dice Maria Elena Boschi di Italia viva uscendo dalla sala della Lupa. “Abbiamo fatto un lavoro importante in questi due giorni con discussioni approfondite. Rimangono distanze, non solo con Iv, anche sull’impostazione di alcuni punti. Siamo fiduciosi che il lavoro per colmare le distanze possa essere fatto da chi dovrà formare il governo e scrivere il programma”, dice il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio uscendo dalla sala della Lupa. “Il lavoro proficuo è stato fatto ma non sono state esaurite tutte le questioni”, ha concluso.

“Qualcuno voleva trasformare il verbale in un contratto di governo ma senza che il presidente incaricato fosse presente. E quel qualcuno, Iv, ha dato alle agenzie un racconto sul tavolo non rispondente al vero, dicendo che non c’erano temi convergenti. A nostro avviso i temi convergenti sono molto di più di quelli divisivi. E si era detto che i temi divisivi come il Mes erano fuori dal tavolo”. Lo dice il capogruppo M5S Davide Crippa al termine del tavolo programmatico a Montecitorio.

“Iv ha dato parere contrario su tutto e non si scioglie la riserva su Conte. Entriamo in una fase difficile in cui è difficile che possa accadere qualcosa di diverso dalle elezioni”. Lo dice la capogruppo del Misto al Senato Loredana De Petris, senatrice di Leu.

Fumata nera questo pomeriggio a un vertice di Matteo Renzi con Dario Franceschini, Vito Crimi e Roberto Speranza per cercare un’intesa sulla nascita di un governo Conte ter. A quanto apprende l’ANSA da fonti di Italia viva, sia sui temi che sulla squadra, dal Mes al ruolo di Arcuri, non si sarebbero registrate le aperture attese. In particolare, secondo le stesse fonti, Crimi avrebbe detto no alla richiesta di sostituire i ministri Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina. In più, sarebbe stato “posto un veto” su Teresa Bellanova al ministero del Lavoro




Governo, ultimo giro di consultazioni per Fico, poi salita al Colle

Non c’è intesa, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, sul verbale che dovrebbe chiudere il tavolo sul programma dopo due giorni di lavori. Italia viva, che aveva chiesto un documento con cronoprogramma, avrebbe poi detto sì alla scelta di redigere un verbale di fine riunione ma avrebbero lamentato, alla lettura del testo, che non rispecchia le diverse posizioni che si sono registrate al tavolo su alcuni temi.

Il presidente della Camera Roberto Fico è nella sala della Lupa dove i rappresentanti della possibile maggioranza hanno completato un verbale dei loro incontri. Fico si recherà “entro stasera” al Quirinale per riferire al presidente Mattarella e potrebbe fare un nuovo “giro” di consultazioni con i partiti della maggioranza tra la fine dei lavori del tavolo sul programma e la sua salita al Colle.

Lo ha detto lo stesso Fico alla riunione del tavolo.

Ancora molti i nodi da sciogliere, tra i quali il Mes e il reddito di citadinanza. Oggi si parte dalla giustizia. Iv dice no al lodo-Orlando. Il Pd fa sapere che su ambiente e scuola c’è una ‘significativa convergenza’.

Non arranca solo il tavolo del programma per la soluzione della crisi di governo. Veti incrociati in queste ore, a quanto si apprende, stanno bloccando anche l’altra trattativa in corso, con contatti tra i vari protagonisti: quella sui nomi per la squadra di governo di un eventuale Conte ter. Italia Viva, secondo fonti qualificate, sarebbe contraria ai nomi di Alfonso Bonafede e di Andrea Orlando come vicepremier e allo spacchettamento del ministero delle Infrastrutture e dei Beni Culturali. In M5s ci sarebbe un veto sull’ingresso di Maria Elena Boschi al governo e in generale nelle forze di maggioranza viene considerata eccessiva la richiesta di Iv di 3 ministeri di peso per Boschi, Ettore Rosato e Teresa Bellanova.

Scontro tra Iv e Orlando. Al tavolo sul programma in corso a Montecitorio il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ha proposto un “lodo” sulla prescrizione su cui c’è stata una apertura da parte di M5s, mentre da parte di Iv non è stata sciolta la riserva e +Europa lo boccia. Lo riferiscono alcuni partecipanti alla riunione. Orlando ha proposto che la maggioranza si impegni a portare avanti il ddl sulla riforma del processo penale, che accorcia i tempi dei processi, e che se entro sei mesi non viene approvato allora si metterebbe mano alla prescrizione. Italia viva “non condivide il lodo Orlando: non c’è nessun accordo sulla prescrizione e sul processo penale”. Lo affermano fonti di Iv. “Non stanno concedendo nulla“: Italia viva è “favorevole a un accordo, ma” gli altri partiti “non accettano nessuna mediazione sui temi grossi e non vogliono neppure mettere nulla per iscritto”, avrebbe detto Matteo Renzi, a quanto si apprende, ai parlamentari di Iv in assemblea parlando della trattativa sul governo. Sulla giustizia, avrebbe aggiunto, “lo zero assoluto”. Finora non è stato fatto nessun passo avanti su nessun contenuto: “fino all’ultimo” proveremo a vedere se c’è una disponibilità a una mediazione. “Renzi dice che su giustizia “siamo allo zero assoluto”. Probabilmente sono stato invitato a un’altra riunione.. Apertura su riforma penitenziaria, modifica prescrizione, intercettazioni… Non sprechiamo questa possibilità!”, scrive su Twitter il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, commentando quanto trapela dall’assemblea di Italia viva.

Se dovesse saltare la trattativa tra i partiti di maggioranza sarebbe meglio “ridare la parola agli italiani”, dato che un esecutivo istituzionale o di unità nazionale “è impossibile” perché l’attuale maggioranza e il centrodestra “la pensano all’opposto su tutto”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini intervistato da Sky Tg24. Salvini ha comunque detto di ritenere che “alla fine si metteranno d’accordo”.

Il centrodestra è compatto e ha le idee chiare: non è possibile che la sinistra perda altro tempo, le priorità sono salute e lavoro, non i litigi per poltrone e ministeri. Abbiamo le idee chiare su quello che serve per rilanciare il Paese”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, che oggi ha parlato con Berlusconi, Meloni, Toti, Lupi e De Poli.

Intanto il deputato Emilio Carelli lascia M5s per aderire alla componente del misto ‘Centro-Popolari Italiani’.




Covid, tutte le regioni sotto quota 1000 nuovi casi

Nelle ultime 24 ore sono stati 9.660 i test positivi al coronavirus registrati in Italia, con 499 vittime. Lo rende noto il ministero della Salute.

Lunedì i test positivi erano stati 7.925, i morti 329. 

Sono stati 244.429 i test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati in Italia, con un tasso di positività rispetto ai nuovi casi (9.660) pari al 3,9%, in calo dell’1,7% rispetto al giorno prima.

Le persone ricoverate in terapia intensiva in Italia sono 2.214, quindi 38 in meno rispetto alle 24 ore precedenti nel saldo tra ingressi e uscite; gli ingressi giornalieri sono 158. I ricoverati con sintomi sono invece 20.317, quindi 57 in più.

Tutte le Regioni sotto la quota dei mille nuovi casi – In Italia tutte le Regioni restano sotto la soglia dei mille nuovi contagi nelle ultime 24 ore. Nello specifico, la Sicilia ha comunicato il maggior numero di test positivi: 984, seguita da Campania (919) e Lombardia (912). Otto regioni continuano a non comunicare il dettaglio dei test antigenici rapidi positivi. Si tratta di Sicilia, Liguria, Marche, Abruzzo, Umbria, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta.




Lazio, vaccini anti covid over 80: 100 mila prenotazioni in 24 ore. D’Amato: “Continuate a prenotarvi”

Aggiornamento delle ore 11: sono oltre 94 mila in meno di 24 ore le prenotazioni, della prima e della seconda dose, effettuate per il vaccino anti COVID rivolto agli over 80. Di queste circa 64 mila sono le prenotazioni a Roma città, 3.530 a Frosinone, 8.231 a Latina, 4.645 a Viterbo e 838 a Rieti.
“A distanza di 24 ore dall’attivazione del servizio andiamo verso le 100 mila prenotazioni, un anziano su quattro nel Lazio ha già la sua prenotazione della prima e anche della dose di richiamo. Questo nel concreto significa che la persona sa dove andare, quando andare a che ora e ha già espresso il consenso informato. Ha già ricevuto un sms come memo con il codice ID della prenotazione e 72 ore prima riceverà un altro sms per ricordare la prestazione con tutte le info necessarie. E’ uno sforzo organizzativo imponente, siamo la prima Regione ad averlo fatto, abbiamo pagato sicuramente un duro battesimo del fuoco, ma sta procedendo velocemente verso l’obiettivo che è quello di fornire entro una settimana a tutti gli over 80 della Regione la loro doppia prenotazione. Rivolgo un invito a chi non è riuscito a prenotarsi nella giornata di ieri a farlo nei prossimi giorni poiché, come abbiamo detto, le prenotazioni rimarranno attive per i prossimi mesi. Coloro che per qualsiasi motivo dovessero essere impediti a recarsi il giorno della prenotazione per la vaccinazione sono pregati di comunicarlo secondo le indicazioni ricevute affinché siano evitati i cosiddetti ‘no show’. La macchina per tutelare i nostri anziani è partita e l’8 febbraio inizieranno le prime somministrazioni che andranno così ad aggiungersi ai circa 14 mila over 80 già vaccinati. Desidero rivolgere un ringraziamento a chi si è prodigato in queste ore per l’attivazione e l’implementazione del servizio di prenotazione che ha scontato delle difficoltà iniziali, ma ora gira a pieno regime.” commenta l’Assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.




2 febbraio: Giornata Mondiale delle Aree Umide

I consorzi di bonifica costruiscono l’ambiente: 180 aree naturalistiche. 4 volte la superficie del parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise

Lungo la Penisola sono 180 le aree naturalistiche, cogestite dai Consorzi di bonifica per una superficie complessiva di 200.000 ettari, pari a 4 volte il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: si va dai boschi planiziali lombardi alle lagune interne della Sardegna, dai laghi laziali dell’Agro Pontino alle aree di espansione delle piene in Emilia Romagna.

A diffondere il dato è l’ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) in occasione della Giornata Mondiale delle Aree Umide, che cade il 2 Febbraio; slogan 2021: “Acqua, zone umide e vita”. 

Per zone umide si intendono  aree inondate d’acqua in modo permanente o stagionale; vi si includono paludi, stagni, laghi, fiumi, pianure alluvionali. A questi biotopi se ne aggiungono altri artificiali, perlopiù creati e idraulicamente gestiti in Italia dai Consorzi di bonifica: dalle risaie ai bacini per la fitodepurazione, dalle oasi naturalistiche alle casse di espansione.

“La nuova cultura ingegneristica, capace di abbinare esigenze idrauliche ed ambientali, trova nei Consorzi di bonifica, esempi d’eccellenza internazionale – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI  – Basti ricordare che attigua al lago di Massaciuccoli, in Toscana, sta nascendo la più grande area di fitodepurazione europea e che la rinaturalizzazione del bacino scolante nella laguna di Venezia è considerato un esempio a livello mondiale.”  

Il  World Wetlands Day  celebra quest’anno  il 50° anniversario della Convenzione di Ramsar, trattato intergovernativo, che fornisce il quadro nazionale ed internazionale per la conservazione e l’uso  delle zone umide. I Paesi firmatari sono attualmente 171 e sono 56 le aree di importanza internazionale riconosciute in Italia (sono 13 quelle, che vedono coinvolti i Consorzi di bonifica).

“E’ un patrimonio, che possiamo implementare grazie anche al Piano Nazionale Invasi, per cui abbiamo pronti 218 progetti nella maggior parte già cantierabili; l’importo necessario è di circa 3 miliardi di euro – ricorda, concludendo, Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Si tratta perlopiù di bacini medio-piccoli che oltre a trattenere le acque di pioggia, abbinando le funzioni di prevenzione idrogeologica e riserva idrica, arricchirebbero il territorio di nuovi ecosistemi fruibili dalle comunità locali. Il maggior numero di proposte (73) interessa il Veneto, ma è la Calabria, la regione, che abbisogna di maggiori investimenti (527 milioni).”  




Le piaghe d’Italia: la burocrazia, il debito pubblico e la malagiustizia

Quando il sistema immunitario viene compromesso, l’organismo impazzisce e si trova privo di protezione, esposto all’invasione di sostanze estranee e pericolose.
Questo vale tanto per l’uomo quanto per il territorio. E’ ciò che è capitato all’Italia. La crisi economica, quella sociale e in ultimo la crisi sanitaria, hanno affondato un paese affetto delle peggiori piaghe: la burocrazia, la malagiustizia ed il debito pubblico. Sono le tre piaghe che hanno fatto entrare il Paese in un coma profondo.

All’origine della malagiustizia

Secondo alcuni magistrati esperti , facenti parte dell’AIVM, le cause principali della malagiustizia possono essere riassunte in: insufficienza del personale, incompetenza degli addetti, mancanza
di fondi e strutture e quella che può sembrare la più incisiva, cioè la non imparzialità politico- ideologica di giudici e magistrati. Non è questa però la sede per parlare delle varie responsabilità. Preme tuttavia sottolineare che la mancanza di diritto, come bene scriveva Il Foglio.it, “scoraggia gli stranieri ma non invoglia neanche gli imprenditori nazionali a sviluppare nuove
attività” .

La burocrazia-piaga endemica del Paese

Secondo l’indice europeo sulla qualità dei servizi offerti dagli uffici pubblici dei paesi che utilizzano la moneta unica, l’Italia ha la peggiore burocrazia d’Europa.Peggiore dell’Italia c’è la Grecia e questo basta
a spiegare lo stato di difficoltà in cui versa l’amministrazione del paese.
La 124/2015 prevedeva deleghe legislative per la riorganizzazione della pubblica amministrazione. Nel
corso dell’attuale legislatura ci sono stati lievi accenni alla riforma della P.A. però come succede spesso, a Montecitorio tutto muore sul nascere.

Debito pubblico- palla al piede del paese

Ogni anno, con l’immancabile presentazione dell’emendamento milleproroghe si consuma il degradante “assalto alla diligenza”, quando i partiti si presentano all’incasso, ognuno pronto a soddisfare il proprio consenso elettorale, incuranti della spirale del debito che sale sempre più, affondando l’economia e la stessa democrazia. Sono quei prelievi improvvidi che hanno pregiudicato il futuro delle nuove generazioni ed ostacolato ogni e qualsiasi ripresa. Nel 2010 il debito
pubblico, allora già alto, segnava 1.843.015 milioni di euro, crescendo ad oltre 2.000 miliardi nel 2013 per straripare durante il governo Conte a 2.586.481 milioni di euro nel novembre 2020. Il risultato desolante è che il Paese, oramai , causa questo fardello , si trova schiavo
della grande finanza. Non è certo con la politica dei “ristori” che l’Italia può
rialzare la testa. Non è certo neanche il Recovery Fund la soluzione al problema. Tutto si vanifica se prima non si curano le piaghe che stanno rallentando ed
ostacolando ogni e qualsiasi soluzione.
Le crisi si sovrappongono. Crisi demografica, crisi economica, crisi sanitaria, crisi istituzionale ed ora è
imploso il “governo giallo-rosso” ed il presidente del Consiglio si è deciso finalmente di rassegnare le
dimissioni.
Altro tempo di stallo mentre l’Italia in ginocchio smarrita e sfiduciata trattenendo il fiato spera mentre lo spettacolo va avanti.

Emanuel Galea