W la civiltà: viaggio tra l’altruismo e la tolleranza che accompagnano giornalmente la nostra società…

A volte, il senso civico deve essere ben interpretato, perché altrimenti si cade nei luoghi comuni della istintiva indignazione popolare, ignara di qualsiasi riflessione psicologica, dando sfogo ad una collera incontrollabile ed ingiustificabile.

Basta girare per la nostra città eterna, (eterna anche nelle piccole vicende sgradevoli, altrimenti perderebbe il suo fascino), per notare, oltre la bellezza secolare, anche quei particolari e vicissitudini che nel tempo hanno assunto un aspetto moderno dei tempi d’oggi.

Qui, è il punto centrale della questione. L’ altruismo e la tolleranza sono due sentimenti che accompagnano giornalmente la nostra società, di contro, abbiamo i conservatori che non riescono a capire certe situazioni, inalberandosi e prendendosela con il mondo intero, credendo di rappresentare l’emblema del buon comportamento della società civile. Questi ultimi, sono essenzialmente estremisti, e quindi giudicano con estrema severità il comportamento di una grande quantità di persone, mal capite nel loro modo di fare.

Come esempio, potremmo iniziare dai famosi secchioni dei rifiuti, che non vengono svuotati regolarmente, non per pigrizia, ma per dare possibilità ad una certa categoria, di poter recuperare qualcosa da quello che altri hanno ritenuto superfluo. Questo onesto riciclaggio, fa molto bene alla nostra nazione, ma ancor di più, bisogna apprezzare la correttezza, l’onestà e l’altruismo di questa povera gente che si sacrifica nel tirar fuori dai contenitori quanto è possibile e conveniente, che, con gran cuore, lasciano tutto fuori, affinché qualcun altro non debba penare nella ricerca interna, avendo tutto sparso davanti, alla luce del sole.

Ovviamente questo comportamento non fa bene soltanto alla povera gente, ma, accontenta contemporaneamente gli animalisti. Pensate un po’ a quei simpatici topi, (i maligni e cattivi li chiamano zoccole), che grazie ai rifiuti lasciati fuori, possono nutrirsi abbondantemente, crescere e moltiplicarsi, belli da vedersi, oppure ai gabbiani, che in alternativa al mare, riescono a saziarsi senza fatica, ma lasciatemelo dire con orgoglio che negli ultimi anni siamo riusciti a sfamare anche i cinghiali, con i quali ormai socializziamo e conviviamo.

Questa è la vera civiltà: tolleranza e altruismo, invece dei soliti bacchettoni conservatori e retrogradi, che non sanno far altro che giudicare ed inveire contro tutto ciò che è modernità e linea futura. Forse un po’ discutibile è il comportamento di una minoranza, che pur non essendo capita, lascia puntualmente una tanica piena d’olio da riciclaggio vicino ai contenitori. Ora, riflettendo serenamente, un normale cittadino, può adirarsi e giudicare male la situazione, ma, chi ha portato la tanica d’olio lo ha fatto a fin di bene. Infatti, quell’olio potrebbe interessare a qualcun altro e quindi trarne profitto. Il problema si pone quando, qualche persona indignata, ritiene opportuno fare un dispetto, e quindi riversa il contenuto dell’olio per strada. In realtà, quello che può sembrare un dispetto ed una cattiveria, è un modo civile per far capire agli altri che quel prodotto è dannoso e non va deposto in quel luogo. Il tema sociologico è in verità molto complesso, lasciando sul tavolo innumerevoli interpretazioni, come è naturale che sia, e quindi, bisogna analizzare il tutto con pacatezza, serenità e comprensione. Immaginate se fossimo al tempo della rivoluzione francese, quante teste tagliate ingiustamente, quante incomprensioni, ma per fortuna oggi, società progredita, a qualcuno che non osserva le regole, si fa una ramanzina, e ci si fa promettere di non farlo più, e la società ligia alle regole ed al dovere, quando soccombe di fronte ai più forti ed ai più furbi, impari la lezione e cominci a vivere con una mente più elastica e meno ingenua.

La gente troppo, come si suol dire, all’antica prenda spunto da tutte queste vicissitudini per essere più attenta, più scaltra, meno pignola al dovere, ingredienti necessari per sopravvivere indenne in questa era moderna. Purtroppo, l’onestà è nel DNA di una parte della popolazione, e questa, deve farsene una ragione per imparare ad assorbire i colpi che arrivano da tutte le direzioni. Quindi, quando si hanno pretese assurde dallo stato, bisogna capire i politici, che, pur sacrificandosi molto con abnegazione per il popolo (che con gran fiducia li ha eletti), devono contemporaneamente risolvere giustamente tutti i problemi personali, dando la priorità agli interessi primari della famiglia e poi a quelle relazioni extra, che, sembrano svago e divertimento, ma in realtà sono quel public relations, esempio di vicinanza dei politici al popolo.




Bracciano, il sindaco Crocicchi: “Progetto Lungolago. Facciamo il Punto”

“Stiamo assistendo quotidianamente ad un crescendo di gravi inesattezze che vengono diffuse in modo incontrollato in merito al progetto di rigenerazione urbana che verrà realizzato sul Lungolago Argenti.
Riteniamo doveroso quindi informare i cittadini e ristabilire con chiarezza la verità dei fatti.
È necessario non fare confusione, se non si vogliono diffondere falsità, tra la proposta di variante al PRG adottata in consiglio comunale e il progetto esecutivo, ovvero ciò che è stato finanziato, appaltato e che verrà realizzato.
L’idea dell’Amministrazione, così come chiaramente delineato nel programma elettorale, prevede la riqualificazione del Lungolago Argenti e la sua semipedonalizzazione, con eliminazione dei parcheggi presenti in riva al lago e la delocalizzazione degli stessi alle spalle del lungolago, in aree per gran parte già utilizzate di fatto da anni come parcheggi, ma identificate come zone agricole nel Piano Regolatore del 2009. Il PNRR ha offerto un’opportunità di circa 4 milioni di Euro per la rigenerazione urbana dell’area.
 
È stato quindi redatto un progetto che prevede, oltre al rifacimento in chiave ecologica ed accessibile del lungolago, anche la riqualificazione e la pavimentazione di 3 strade di penetrazione già previste con il Piano regolatore approvato nel 2009 (Via degli Orti, Via del Balduccio e Via di Vigna Caio), ovvero urbanizzazioni primarie rimaste finora incompiute. Accanto a questo, è stata adottata una proposta di variante al Piano Regolatore che individua, in aree private, molte delle quali di fatto già da anni utilizzate come parcheggio, aree da destinare a parcheggio privato ad uso pubblico, in pratica allineando lo strumento urbanistico con la realtà. Per facilitare la raggiungibilità a tutti lotti, la proposta di variante al PRG prevedeva inoltre 4 tratti di nuova viabilità.
Pochi giorni fa la Soprintendenza ha espresso parere favorevole sulla riqualificazione del lungolago, dei parcheggi pubblici esistenti e delle 3 vie di penetrazione previste dal PRG del 2009 ovvero l’intero progetto esecutivo che verrà affidato e realizzato.
La soprintendenza esprime parere negativo (parere che ha fatto superficialmente esultare qualche nemico di Bracciano) solo su quanto concerne la parte relativa a nuova viabilità e nuovi parcheggi “sulla proposta di variante al PRG” (parere che sarà oggetto di approfondimento con gli Enti preposti),in altre parole, non si riferisce al contenuto inserito nel progetto esecutivo e quindi oggetto di appalto e dunque dei lavori.
Al contrario, le opere finanziate, che sono state appaltate e che verranno realizzate, hanno invece ricevuto parere favorevole. Tali interventi prevedono, nel rispetto del principio DNSH e in linea con il concetto di rigenerazione urbana, la ripavimentazione del Lungolago Argenti con utilizzo di materiale depolverizzato a basso impatto ambientale (in sostituzione dell’asfalto esistente e dei marciapiedi), la semipedonalizzazione del Lungolago Argenti, la realizzazione di una corsia ciclabile, nuovo arredo urbano, l’abbattimento delle barriere architettoniche esistenti, la sostituzione dell’attuale illuminazione con impianti illuminanti a led, la messa a dimora di oltre 100 nuovi alberi e piante autoctone, la riqualificazione dei parcheggi pubblici esistenti in Via del Lago e in Via della Sposetta Nuova, la riqualificazione e la pavimentazione di 3 strade di penetrazione esistenti e approvate con il Piano Regolatore del 2009.
In conclusione, affermare che sia stato bocciato il progetto, o peggio ancora, che si sia perso il finanziamento, significa mentire sapendo di mentire e qualifica chi lo sta facendo in ogni sede e con ogni mezzo, andando contro gli interessi di Bracciano, dei braccianesi e dell’intero territorio.
Gli enti competenti in questa vicenda ci stanno quotidianamente rappresentando che è in corso da tempo un vero e proprio attacco costante per bloccare il progetto.
Si tratta spesso degli stessi megafoni di falsità diffuse ad arte, in ogni direzione e con ogni mezzo (e mezzuccio), che vogliono alimentare polemiche inutili e dannose. Di alcuni di loro non siamo sorpresi.
Noi continueremo, nell’interesse di tutti i cittadini e nonostante il penoso ostruzionismo, a lavorare a testa bassa e a camminare a testa alta, per far diventare il lungolago di Bracciano ciò che avrebbe dovuto essere ma che non è mai stato, se non in un passato ormai, purtroppo, presente solo nella memoria di pochi.” Così in una nota il Sindaco di Bracciano Marco Crocicchi

Privo di virus.www.avast.com




Morte Franco Migliacci, la lettera di un amico

Caro Franco! La notizia della tua scomparsa mi ha colto di sorpresa, pur sapendo che non stavi bene, non ci si rassegna mai alla dipartita di una persona cara. Ora, assorbita la triste notizia, sento il bisogno e desiderio di scriverti per inviare al vento i miei sentimenti di grande affetto nei tuoi confronti.

Il primo giorno, quando il mio amico fraterno e collega Renato Coppola, musicista che lavorava alle edizioni della RCA, ci presentò, fui molto emozionato, consapevole di aver conosciuto uno dei pilastri della musica italiana. Poter frequentarti quasi giornalmente per vari interessi musicali, mi riempiva d’orgoglio, tanto più, andando avanti nel tempo, mi facevi sentire il tuo affetto come un fratello maggiore, fino a farmi collaborare nell’ascolto dei giovani che arrivavano per le audizioni alla casa discografica.

Causa vari miei incidenti ero tornato in Italia, dopo aver girato il mondo con il complesso “I CARDINALI” quasi sette anni, il morale a terra per la delusione di dover ricominciare tutto d’accapo, tu hai contribuito in maniera determinante nel farmi riacquistare fiducia ed entusiasmo nella musica. Gli anni passati con te ed i tuoi amici di sempre, Jimmy Fontana e Lilly Greco, sono indimenticabili, grazie all’allegria che emanavate, nonostante la vostra severa professionalità e capacità lavorative. Un periodo pieno di aspettative ed ottimismo che ha segnato positivamente la mia vita per sempre. Un periodo in cui avevo bisogno di risorgere, avere nuovi interessanti propositi, guardare avanti con fiducia ed ottimismo, e, tutto questo è successo grazie a te, con i tuoi consigli ed i tuoi eterni sorrisi arricciando il naso, raccontandomi tanti aneddoti inediti della tua vita.

Parlare di te come artista è superfluo, visto tutto quello che hai creato. Hai lasciato un segno indelebile non solo nell’ambito nazionale, ma ci hai inorgogliti agli occhi di tutto il mondo con il tuo volare, insieme al grande Mimmo Modugno. Un’opera rivoluzionaria per quei tempi, che solo un grande talento, come sei stato tu, poteva inventare, dimostrando successivamente, che non era soltanto una meteora, diventando un pilastro e pezzo importante della storia della musica italiana. Tutti gli italiani ti sono grati per il tuo contributo alla nostra cultura, ma, personalmente voglio ringraziarti per avermi concesso la tua amicizia, i tuoi consigli e tutte quelle ore spensierate che ben coniugavano lavoro ed allegria.

Sono sicuro che ora sarai di nuovo con molti dei tuoi amici, creando e divertendovi in contesto idilliaco, sperando di poterti incontrare di nuovo. Grazie Franco…tuo Marietto…




L’avventura di vivere a Roma tra maleodori, mezzi pubblici stracolmi, borseggiatori e chi più ne ha più ne metta

Non passerà molto tempo che, nella nostra eterna città, saremo costretti a girare con le maschere antigas, per non essere storditi dalle putride esalazioni dei cassonetti, che, nel periodo estivo si acuiscono in maniera esponenziale

Quando si parla di avventura romana, non ci si riferisce al turista o, al pendolare che entra nella città, bensì, al cittadino residente, che suo malgrado diventa l’eroe dei nostri tempi, cercando di sopravvivere alle avversità giornaliere, superando i continui ostacoli che vediamo normalmente nei video games.

A fine giornata, ci sentiamo tutti degli Indiana Jones, felici di essere ancora vivi, pensando, che dopo il meritato riposo del guerriero, si riprenderà la battaglia del giorno dopo. Nella vita avventurosa da affrontare però, non ci saranno soltanto le difficoltà delle forze del male, ma per rendere più eccitante la disputa, si dovrà combattere anche contro le istituzioni, quelle stesse che dovrebbero garantire una vita civile e giusta.

Non passerà molto tempo che nella nostra eterna città, saremo costretti a girare con le maschere antigas, per non essere storditi dalle putride esalazioni dei cassonetti, che, nel periodo estivo si acuiscono in maniera esponenziale.

A questa disdicevole situazione, si aggiunge il grado di civiltà raggiunto dalla società moderna, che, per menefreghismo, cattiveria e spirito di rivalsa, ignara del danno che procura a se stessa, aggrava il tutto, non soltanto nel non fare la differenziata, ma portando di tutto vicino ai cassonetti, compresi rifiuti speciali pericolosi, come possono essere olii da scarto, che puntualmente, altri delinquenti, soltanto per il loro macabro piacere, spargono per terra, inquinando in maniera irreversibile.

Da notare, che per le persone perbene e civili, è difficile arrivare vicino ai contenitori per poter fare la differenziata.

Partendo al mattino da questo primo inconveniente, il cittadino cristiano, si fa il segno della croce e si prepara mentalmente ad andare in prima linea al fronte. Purtroppo le persone con meno possibilità finanziare, di solito hanno auto non proprio nuove, e per questo devono essere punite perché inquinano, costrette di conseguenza a prendere i mezzi pubblici. Finalmente inizia la vera avventura. I nervi si irrigidiscono, la pressione si alza (peggio per chi ne soffre), il volto si incattivisce e cambia continuamente colore, a secondo del prolungarsi dell’attesa del bus o della metro, che rappresenta una vera incognita, indecifrabile soprattutto per i turisti stranieri, che, pur essendo stati catechizzati nei loro paesi, si scontrano stupiti, con la reale incertezza, flessibilità e superficialità italiana.

Fa male sentire criticare il proprio paese, malgrado la ragione sacrosanta di chi viene a visitare la nostra bistrattata città, quindi, bisogna ingoiare il rospo amaro.

L’attesa dei mezzi pubblici è quasi sempre logorante e causa un aumento notevole del numero dei viaggiatori. A questo punto, entra in gioco il grado di civiltà della società attuale. Ci si prepara come dei centometristi per riuscire ad entrare, pronti a colpi proibiti contro gli avversari che ti guardano con odio e disprezzo, incuranti del sesso e dell’età delle persone. Lo scontro frontale è cruento, perché i passeggeri all’interno, hanno la pretesa di voler uscire prima di chi deve entrare, ed è inevitabile udire qualche grido di dolore per le gomitate ricevute, il tutto condito da parolacce e maledizioni da entrambe le parti.

Conquistato eroicamente il posto all’interno, si riprende il fiato per proseguire il viaggio. Quasi tutti immersi nei propri telefonini, per questione di vita o di morte, ignari di tutto quello che accade intorno, e, poco importa se i borseggiatori, platealmente, circondano la malcapitata preda, derubandola a volte con la forza e, costringendola a gridare aiuto nell’indifferenza totale.

Vietato intromettersi e compromettersi, questo il motto che vige attualmente nel nostro paese, altrimenti si corre il rischio di prendere botte, qualche coltellata e, nella migliore delle ipotesi, essere denunciati per aver trattenuto il borseggiatore o borseggiatrice, contravvenendo all’interruzione del pubblico lavoro.

Chi è debole è giusto che subisca, chi ha problemi economici è abituato a stringere la cosiddetta cinghia, e quindi può benissimo mettersi sulle spalle nuovi debiti e comprare un’auto nuova per non inquinare. In futuro, avremo nel nostro paese, una minoranza della popolazione che sarà sempre più obesa, e la maggioranza che sfoggerà una linea perfetta, a volte di una magrezza eccessiva.

Però, si può optare per i mezzi pubblici, che rappresentano una vera lotteria, comprando preventivamente un Kit antisommossa. Dimenticavo di dire, che bisogna affidarsi   principalmente alla Fede.

Buona fortuna a tutti.




Banca Popolare del Lazio, Capitani: “Cari soci vi basti la parola del Presidente!!!”

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell”imprenditore agricolo e socio della Banca Popolare del Lazio Domenico Capitani.

“Forse l’errore del Presidente di chiamarsi Banca Popolare del Lazio e non presidente del CDA, nel presentare la lista dei candidati unici al “nuovo” CDA, pur rimanendo un errore formale, sottace la vera natura dell’uomo di sentirsi “padrone” della banca.

Cosa che si rileva anche in altre occasioni, come per esempio nei comunicati stampa o pseudo interviste in cui parla di acquisizioni o scelte strategiche che avrebbero bisogno dell’approvazione della vera proprietà della banca ovvero “l’assemblea dei soci” in presenza, VERA SOVRANA , essa si, della banca, così come si sbandierano i successi, se successi fossero, come il “salvataggio” della Banca della Tuscia, banchetta con un unico sportello e non si cita il fallimento molto dispendioso della BPL dell’acquisizione più volte annunciata della Banca Val Camonica.

Così come non si parla della anch’essa annunciata, con comunicati e articoli stampa, ristrutturazione dell’Ottobre 2020 che prevedeva la collaborazione con Banca Cassinate e Popolare di Fondi (che smentiranno immediatamente).

Sembrerebbe per noi umani che andiamo a “tentoni”. Si parla dell’aumento delle filiali come fosse una conquista napoleonica. La BPL sono 30 anni che aumenta le sue filiali, loro evidentemente hanno solo il merito di averne regalate tante Banca Blu che non è di proprietà 100% BPL. Chi ci avrà guadagnato?! Per non parlare dei risultati di bilancio, si fanno percentuali sull’anno precedente che non esisteva e si ottiene un prestigioso + 80,26%.
In verità ci sarebbe molto da discutere sul risultato ottenuto, dieci filiali ottengono un utile di 7,8 milioni , 53 filiali Blu Banca ottengono un utile di 11,1 milioni. Forse era meglio tenersele.
Apprendiamo inoltre dal comunicato che la banca avrebbe acquisito una società di brokeraggio assicurativo finalità diventare banca-assicurazione.

Cari soci vi basti la parola del Presidente!!!”




Banca Popolare del Lazio, elezioni CdA: tra pareri favorevoli e conflitti di interesse. Drin drin… c’è qualcuno? [Parte 2]

Nove componenti del nuovo CdA della Banca Popolare del Lazio sono stati eletti lo scorso 4 maggio nel corso dell’Assemblea dei soci tenutasi in modalità online.

Una nota, protocollata in Banca prima delle elezioni dai soci Marco Picca e Domenico Capitani, mette a rischio di invalidazione tutta la procedura elettiva che, come evidenziato dai due soci, ha visto dapprima presentare la Lista 1 (con i 9 nominativi poi eletti) a nome della Banca quindi non ottemperando alle norme statutarie che identificano invece tra i soggetti legittimati alla presentazione della lista dei consiglieri candidati il C.d.A. visto, in quel contesto, come soggetto distinto da quello rappresentato e non invece in “nome” della Banca che rappresenta per presentare la lista dei 9 candidati e con ciò potenzialmente viziando la volontà della platea dei soci chiamati a intervenire in Assemblea per nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione. Un primo errore formale al quale si è poi messa una “pezza” attraverso una nota integrativa presentata fuori tempo.

La nota dei due soci – Picca e Capitani – evidenzia però altre criticità che vanno ben aldilà del mero errore formale, qualora così qualcuno lo voglia intendere, quello di aver presentato la lista a nome della Banca e non del CdA.

Si parla di incompatibilità di alcuni degli eletti e soprattutto degli amministratori indipendenti che ne hanno avallato la presentazione

Con nota scritta pubblicata sul sito della Banca il Presidente del C.d.A. comunicava ai soci, con informativa ex art. 12 del Regolamento Assembleare: Candidature alla carica di consigliere di amministrazione – Lista l presentata dal CdA che … il Comitato Amministratori Indipendenti ha espresso parere favorevole in ordine alla rispondenza delle candidature, alla composizione quali-quantitativa ottimale preventivamente individuata dal Consiglio di Amministrazione, affermando, pertanto, che la lista dei candidati consiglieri risponde a tutti i requisiti di candidabilità sanciti dallo Statuto Sociale.

Ora se, da un lato, la lista n. 1 appare sicuramente rispettosa della rappresentanza di genere, seppure nel limite statutario minimo che indica in due il numero minimo del genere meno rappresentato, dall’altro è assolutamente carente, quanto meno riguardo per alcuni dei 9 candidati consiglieri, dei requisiti soggettivi di candidabilità.

I due soci, hanno infatti segnalato preventivamente che alcune candidature riguardano profili che nell’ultimo triennio risultano avere ricoperto funzione di amministratore, rispettivamente, in società partecipate da enti pubblici e in enti pubblici.

Ecco dunque che il Comitato Amministratori Indipendenti, con il parere favorevole rilasciato, hanno attestato la sussistenza dei requisiti soggettivi di candidabilità alla carica di Consigliere di amministrazione di tutti i componenti della Lista n. 1 benché, come ben evidenziato da Picca e Capitani, alcuni di loro fossero palesemente incandidabili, con ciò violando i doveri del loro ufficio.

Il secondo capoverso del terzo comma dell’articolo 30 dello Statuto Sociale della Banca Popolare del Lazio vieta il contemporaneo svolgimento di incarichi politici, così come definiti al primo capoverso del richiamato terzo comma dell’articolo 30, e della carica di amministratore e che la contestuale ricorrenza degli incarichi è causa di decadenza dalla carica di amministratore.

Un parere, quello del Comitato Amministratori Indipendenti, in ordine alla rispondenza delle candidature, alla composizione quali-quantitativa ottimale preventivamente individuata dal Consiglio di Amministrazione che è stato rilasciato in una situazione di evidente conflitto di interessi.

Indipendentemente dalla effettiva composizione del suddetto Comitato, non è revocabile in dubbio, infatti, che chi lo compone si è candidato alla nomina di “nuovo” consigliere della Banca. La circostanza diviene rilevante in questo caso proprio perché il Comitato ha rilasciato il richiamato parere favorevole nonostante la sussistenza dell’evidente incandidabilità di alcuni dei nove canditati Consiglieri.

Torna il tema dei conflitti di interesse che tante volte hanno interessato le vicende di quella che una volta veniva definita la “Banca del Territorio” e chissà se “qualcuno” avrà tempo e voglia di far luce su queste singolarità, tanto per usare un eufemismo…




Banca Popolare del Lazio, elezioni CdA: denunciate irregolarità. Tutto da rifare? [Parte 1]

Le ultime elezioni del CdA della Banca Popolare del Lazio non sono state del tutto indolore. C’è stata una nota protocollata prima delle elezioni dai soci Marco Picca e Domenico Capitani.

Nella nota si evidenziano delle presunte criticità che se confermate invaliderebbero l’elezione del nuovo CdA.

Le questioni affrontate nella nota riguardano essenzialmente tre punti. In questa prima puntata parleremo della prima questione messa in evidenza.

Irregolarità nella presentazione della lista  

L’unica lista di 9 candidati alla carica di consigliere di amministrazione è stata presentata con modalità irregolare e comunque non conforme a quanto stabilito dallo Statuto dell’istituto bancario.

La lista riporta la data del 30 marzo 2023 ed è stata pubblicata sul sito della Banca entro il termine ultimo di presentazione stabilito nel 20 aprile 2023 e risulta essere stata presentata dalla “Banca” in luogo del Consiglio di Amministrazione come, al contrario, stabilisce lo Statuto della Banca Popolare del Lazio all’articolo 30. Infatti lo Statuto Sociale identifica tra i soggetti legittimati alla presentazione della lista dei consiglieri candidati il C.d.A. visto, in quel contesto, come soggetto distinto da quello rappresentato. Con la condotta assunta il C.d.A. si è “appropriato” del “nome” della Banca che rappresenta per presentare la lista dei 9 candidati con ciò potenzialmente viziando la volontà della platea dei soci chiamati a intervenire in Assemblea per nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione.

Questa irregolarità che è stata segnalata prima delle elezioni non è stata censurata dal Collegio Sindacale

Ma qualcuno deve essersi comunque accorto dell’irregolarità tanto che il Presidente del CdA, il Notaio Edmondo Maria Capecelatro, ha provveduto a far pubblicare nuovamente sul sito della Banca la Lista n. 1 con la dicitura corretta ovvero del C.d.A.

La nuova presentazione sarebbe però avvenuta dopo il termine ultimo fissato nel 20 aprile 2023 risultando di fatto un tardivo tentativo di correggere l’evidente errore in cui ci si era incappati, non essendo opponibile ai soci l’apposizione della data del 20 aprile 2023 sulla nota di deposito della Lista n.1.

Nemmeno rileva, dunque è inopponibile ai soci, l’indicazione riportata dal link rinvenibile nella sezione Assemblea dei Soci del sito internet della banca  secondo cui  il  deposito  e  la  pubblicazione  del  nuovo documento, privi di data certa, debbano ritenersi una “mera” precisazione rispetto all’originario deposito oggetto di precedente pubblicazione sempre sul sito internet della Banca avendo il successivo connotali palesemente novativi.

Si tratta di una questione meramente formale, ma in questi casi, come un notaio sa o dovrebbe sapere, la forma è sostanza!




Banca Popolare del Lazio, tra il “nuovo che non avanza più” e le “vecchie storie”: Orwell docet

Partito il count down per le votazioni online, che si terranno mercoledì prossimo e che decreteranno il nuovo CdA della Banca Popolare del Lazio.

Votazioni che arrivano all’indomani del clamore suscitato dalle dichiarazioni dell’imprenditore agricolo Domenico Capitani che sulle colonne di questo giornale ha caldeggiato la presentazione di una lista alternativa (lista dei Soci) a quella presentata dal Consiglio di Amministrazione. Una lista dei Soci che nelle intenzioni voleva “riportare la banca alla funzione originaria: la banca del territorio. La banca di riferimento di imprenditori e famiglie. La banca che cresce e che coinvolge l’assemblea dei soci. La Banca Popolare del Lazio dei vecchi tempi ma con uno sguardo a un futuro prosperoso.” Ma nulla è poi accaduto in quanto questa lista è stata ritirata.

Una notizia, quella della “Campagna di invasione” annunciata dall’imprenditore agricolo che con una certa dose di coraggio si è esposto in prima persona contro i “soliti noti”, che ha avuto l’effetto di suscitare nuove aspettative positive in tanti soci della banca per quello che riguarda soprattutto il valore delle azioni della banca che in questi ultimi anni sono “dimagrite”.  

Da voci di corridoio sembra che tre personaggi, additati addirittura come “traditori” per aver osato presentarsi in una lista alternativa a quella del Consiglio di Amministrazione, saranno epurati dai CdA della BPLazio e della controllata Blu Banca, nello specifico due da BPLazio e uno da Blu Banca. E sempre da voci di corridoio pare che i tre “traditori” saranno rimpiazzati da alcuni tra i promotori della seconda lista poi ritirata che doveva rappresentare una alternativa a quella del Consiglio di Amministrazione. Insomma, per dirla tutta, c’è chi ipotizza che questo sia il prezzo da pagare per la mancata presentazione della lista.

Ma vedremo nei prossimi mesi se queste voci di corridoio troveranno riscontri oggettivi. Per ora di sicuro qualche scontento in giro deve essere rimasto e sicuramente altri ne rimarranno.

Intanto vogliamo giocare al toto CDA immaginando come potrà essere composto.

Andando per esclusione, dal CdA della Blazio sono sicuri del posto i primi tre della lista, Capecelatro, Morelli e Lucidi e altrettanto sicuri sono i nuovi nomi e cioè Fabrizio Giallatini e Raffaella Romagnoli. Al primo chiediamo se intende terminare l’università oppure se ritiene che indicare nel proprio curriculum di aver sostenuto solo 13 esami universitari sia una nota di merito.

Alla dottoressa Raffaella Romagnoli chiediamo invece se si sentirà in difficoltà o quantomeno in imbarazzo a sedere nel CdA di BPLazio visto il ruolo di Presidente del Collegio sindacale ricoperto da suo padre Carlo Romagnoli. In pratica il controllore padre che controlla l’amministratrice figlia. Orbene, sarà pur vero che il dottor Carlo Romagnoli è avvezzo a ricoprire plurimi incarichi, anche in evidente conflitto di interessi, come per la vicenda della Natalizia Petroli, potendo sempre cavarsela affermando di non poter conoscere il nome di tutti i clienti che affidati dalla banca sono anche debitori delle società da lui controllate, e magari con gli affidamenti della Banca da lui controllata questi clienti pagano i debiti delle società sempre da lui controllate che a loro volta pagano il suo compenso per il lavoro professionale svolto. Ma non vogliamo credere che anche questa volta la grande mamma Banca d’Italia possa rimanere silente di fronte a un nepotismo talmente evidente da superare i confini delle opportunità.

Pensiamo, dunque, sia il caso che il dottor Carlo Romagnoli lasci il suo incarico nel Collegio sindacale della BPLazio eliminando questa a dir poco imbarazzante situazione in tutto simile alla presenza del dottor Alessandro Natalizia, che solo dopo i nostri solleciti, si è deciso infine, ad abbandonare la nave. Lasci il dottor Carlo Romagnoli il proprio posto a chi magari meglio di lui sappia essere arbitro e controllore realmente terzo, per il bene della Banca e del valore delle azioni, ormai considerate meno che carta straccia lasciata a marcire in mano ai soci, tanto ci sarà sua figlia a “coprirgli le spalle” ed evitare che qualcuno, magari uno di quelli curiosi che hanno visto la loro lista non presentata, possa andare a studiare qualche vecchio fascicolo (Millenium, Volsca, Di Giacomantonio, Protercave….).

Ma torniamo all’individuazione, per esclusione dei “traditori”, come visto cinque sono sicuri di rimanere, quindi i due che lasceranno la poltrona dovranno essere individuati tra i consiglieri Bologna, Capozzi, Patanè e Quattrociocchi. Per due di questi ultimi saranno mesi molto caldi quelli che si consumeranno prima dell’estate, forse è proprio questa logica, non condivisa, che ha indotto il bravo Professor Sambucci a dare le dimissioni non volendo essere coinvolto.

Noi almeno per uno dei quattro papabili, che ci ha gentilmente rilasciato una intervista telefonica, temiamo fortemente per la sua poltrona; del resto era già stato relegato all’ottavo posto della lista e quindi ritenuto sacrificabile dalla presentazione di una seconda lista, stiamo parlando del dottor Quattrociocchi che ha apprezzato la nostra chiamata, non condividendo l’invio di diffide da parte della Banca ad ogni nostro articolo ritenendo il diritto di cronaca un diritto costituzionalmente garantito e la disciplina a tutela delle liste di minoranza un segno di democrazia; Professor Quattrociocchi con queste sue “idee rivoluzionarie” temiamo sia destinato a lasciare il posto a chi fedelmente approva ogni attività del triumvirato, magari anche se non ha terminato l’università. A questo proposito, tra i tre componenti rimasti, solo uno è privo di titoli di studio, anche se nel suo primo curriculum ci teneva a far sapere che aveva due figli laureati e che probabilmente ha terminato la sua ragione di essere un componente del CdA. Il ragionier Paolo Bologna, dopo aver contribuito fattivamente al passaggio dal prof. Mastrostefano a quello a cui stiamo assistendo, non è più utile per la causa ed essendo riuscito a far acquistare alla Banca la società di brokeraggio nella quale sembra avesse interessi personali diretti ed indiretti, come stiamo scoprendo con altra e separata inchiesta, non potrà sottrarsi alla richiesta di alzarsi dalla poltrona.

I posteri potranno confermarci la bontà delle nostre predizioni; per ora attendiamo l’esito dell’assemblea nella certezza che non tutto è scritto, magari la Banca D’Italia deciderà di approfondire e andrà a segnalare quelle che a noi profani appaiono delle vere e proprie anomalie contenute nella Lista del Presidente (Lista Consiglio di Amministrazione), magari qualcuno dei professionisti della lista fantasma vorrà far accertare giudizialmente la legittimità delle operazioni, chissà, noi di sicuro saremo sempre vigili e presenti, anche se destinatari della ormai consueta diffida, noi di sicuro siamo coraggiosi.

Concludiamo restando fedeli a quello che è il nostro pensiero: la cultura innanzitutto. Ricordiamo quindi di leggere i grandi classici che da sempre sono faro e fondamento del sapere. Chi ricorda l’opera di George Orwell “La fattoria degli animali”? Viene descritto Napoleone, un maiale di razza berkshire antagonista principale del romanzo satirico non ha scrupoli morali, possiede delle qualità che lo hanno fatto emergere rispetto agli altri maiali, anche prima della rivoluzione. Rispetto all’idealismo del Vecchio Maggiore e di Palla di Neve (altri 2 maiali presenti nella storia), Napoleone è un opportunista e un despota, la cui crudele determinazione e capacità di persuadere gli animali meno intelligenti con l’eloquenza compensa una certa mancanza di intelligenza.

L’obiettivo di Napoleone è quello di impossessarsi della fattoria e soggiogare gli animali alla sua volontà, riesce nell’intento dopo aver partecipato alla rivolta contro il signor Jones (il fattore) e dopo aver ordinato ad alcuni cani, suoi scagnozzi, di cacciare via Palla di Neve dalla fattoria. Nel corso del suo regno Napoleone mantiene tutti i migliori vantaggi per se stesso, gli altri maiali, i cani e un gallo (suo servo) e non esita a stringere trattative con alcuni fattori per ottenere ancora più potere; alla fine mostra di essere diventato uguale agli umani che i suoi compagni della fattoria odiavano tanto, se non che peggio.




Banca Popolare del Lazio, raccolta compulsiva di deleghe e l’idea di una terza lista: torna a parlare Domenico Capitani

A pochi giorni dalla prima intervista, torniamo a chiedere aggiornamenti all’imprenditore agricolo Domenico Capitani che sta aiutando un gruppo di professionisti a formare una lista per l’elezione del nuovo CDA della Banca Popolare del Lazio che sia contrapposta a quella promossa dai vertici della Bpl, i quali senza aspettare la scadenza naturale del loro mandato si sono dimessi in massa e usufruiranno delle elezioni “online” previste per legge dalla normativa anticovid ancora in vigore.

Come procede la corsa alla presentazione della lista dove lei per altro, lo ricordiamo, non è candidato?

Non pensavamo di scatenare tutto questo putiferio dando vita ad una lista dei soci alternativa alla lista del Cda della banca invece siamo alla “lesa maestà“.

Perché crede che un’azione così legittima sia stata vista come un affronto più che un atto di democrazia?

Senz’altro. Qualsiasi azione che possa soltanto lontanamente minare la possibilità che certe poltrone non vengano più confermate per i soliti noti è vista come un grande affronto. Vorrei invece informare che è un diritto dei soci previsto dalla legge e dallo statuto della banca cooperativa quindi non lediamo nessun diritto altrui, non ci vogliamo comprare la banca non vogliamo sistemarci, visto che non siamo candidati, la nostra lista è composta da professionisti che rappresentano un po’ tutti i territori dove è presente la banca e da esperti del settore di grande rispetto.

Qualcuno sta anche mettendo in giro la voce che volete portare la banca a Latina. È vero?

Non vogliamo assolutamente portare la banca a Latina, Velletri per noi è sacra, intendiamo fermamente dare l’opportunità ai soci di scegliere tra più nomi, com’è giusto che sia.
Non capiamo tutta questa agitazione: soci convocati a pranzo all’interno della sede centrale, ci dicono cucinava Benito, e se lo avessimo saputo saremmo venuti anche noi a gustare l’ottima cucina. Poi ci sono stati soci meno fortunati convocati nelle filiali per firmare deleghe. Per quale lista se ancora non scade il termine di presentazione?

Si dice che la banca stia preparando un’altra lista

Ne siamo felici anche se ci chiediamo: con quale scopo ne realizzano un’altra visto che ce ne hanno già una?

Invece voi continuate a raccogliere adesioni. Sembra proprio che non vi lasciate intimorire da nulla.

Siamo molto motivati. I soci che volessero sottoscrivere la nostra lista lo possono fare in piena autonomia e libertà presso il notaio Riccardelli con studio a Latina.
Tra le tante pochezze di questa vicenda c’è nè una che mi rattrista di più delle altre: l’indifferenza totale da parte di chi è preposto al controllo. Sono dinamiche che non restano indifferenti a molte persone.

Come pensa che andrà a finire?
Noi riteniamo di aver già di aver ottenuto un primo grande successo che è quello di aver insinuato un nuovo virus in Bpl, visto che i vertici si considerano ancora in pandemia per l’assemblea ma non per i pranzi tra soci privilegiati. Ormai abbiamo insinuato il virus della democrazia e innescato un percorso impossibile da interrompere.




Trevignano, veggente e amici “facoltosi”: spunta fuori un terreno… pronto all’uso?

Ci si preparava forse ad ospitare migliaia e migliaia di fedeli?

TREVIGNANO (RM) – Sembra esserci un bel business e giro di soldi intorno alle apparizioni che ogni mese colpiscono la sedicente veggente di origini siciliane Maria Giuseppa Scarpulla o Gisella Cardia.

Intanto l’ultimo rendiconto della Onlus che gestisce le attività della veggente e raccoglie le donazioni, presieduta dal marito Gianni Cardia, rende disponibile sul proprio sito (fino a qualche giorno fa) soltanto la rendicontazione del 2020 dove le “donazioni” dichiarate ammontano a quasi 70 mila euro. Nel 2020 sono entrati nelle casse della Onlus oltre 119 mila euro e usciti circa 97 mila.

Non ci sono rendicontazioni degli anni successivi. Non ci sono notizie della segretaria Concetta Alessandra Tallarita, è difficile contattarla. Non si riesce a contattare neppure quella che nel rendiconto viene definita come collaboratrice nel 2021, ovvero la sociologa Giorgia Cotugno che secondo quanto scritto sul rendiconto della Onlus avrebbe aiutato  nello studio di alcuni progetti sociali.

Poi ci sono alcune coincidenze come quella relativa l’acquisto di un terreno di 7 ettari confinante all’area di preghiera in via Campo delle Rose dove avverrebbero le apparizioni mariane

Un terreno acquistato da una società la cui denominazione fa esplicito riferimento alla Beata Vergine e che per ora non rendiamo nota. Una società, che ha presentato gli ultimi due bilanci (2020/2021) in perdita, di proprietà di una sola persona che a sua volta detiene anche la proprietà di quote societarie di una SPA con un capitale sociale di 150 milioni di euro, oltre ad altre partecipazioni societarie. Da alcune testimonianze sembrerebbe che questa persona sia anche specializzata in sculture di opere sacre e mariane e che abbia frequentato, anche se sporadicamente, il luogo di preghiera entrando in contatto con la presunta veggente e il marito di quest’ultima e abbia visto, in una delle apparizioni mariane, “Il sole pulsare”.

Ci si preparava forse ad ospitare migliaia e migliaia di fedeli? Questa persona, molto facoltosa e credente, potrebbe essere stata anche una potenziale donatrice in buona fede di quei soldi provenienti da benefattori privati che hanno gonfiato le casse della Onlus presieduta dal marito della presunta veggente, a meno che non si voglia ipotizzare un business da turismo religioso. Ma queste sono solo ipotesi e sta alla Magistratura trovare evidenze tramite il fascicolo aperto in Procura a Civitavecchia.

Fatto è che il terreno acquistato per circa 140mila euro è vincolato e quindi non ci si può piantare nemmeno un albero, in compenso, però, gode di una vista mozzafiato.

Questa breve digressione per significare che la veggente comunque ha attirato l’attenzione di persone in buona fede e anche facoltose che avrebbero potuto essere potenziali ottimi donatori per la “buona causa” che comprende la moltiplicazione degli gnocchi, lo sfamare decine di persone con un coniglio, miracoli e guarigioni tutti meticolosamente raccontati nei libri in vendita (insieme ai gadget) da parte dell’associazione presieduta da Cardia.

Nel frattempo nei giorni scorsi l’investigatore privato Andrea Cacciotti  ha sporto denuncia ai carabinieri della compagnia di Bracciano riguardo l’attività svolta dalla sedicente Maria Giuseppa Scarpulla. E dal comando di Bracciano sono stati trasmessi gli atti in Procura a Civitavecchia che deciderà il da farsi. Nella denuncia si chiede di voler fare delle verifiche per accertare se vi siano o meno dei reati perpetrati dalla donna, tra cui, quelli di truffa e raggiro. “Qualcosa non va – si è lasciato sfuggire l’ investigatore alle telecamere di Mattino 5, perchè, come stiamo verificando, ci sarebbero anche dei soldi versati su alcuni conti correnti di associazioni…”.

Intanto in paese c’è chi dice che la veggente avrebbe fatto le valigie e lasciato Trevignano ma a dire del marito della veggente è soltanto una maldiceria: nessuno è scappato ma le aggressioni e le malelingue li hanno costretti a cercare privacy altrove. Sembra più un pettegolezzo, di fatto la presunta veggente al momento non è colpita da alcuna restrizione giudiziaria.

La signora da quasi cinque anni, dice di parlare direttamente con la Madonna e ha creato un giro di fedeli seguaci che pendono dalle sue labbra. Secondo quanto raccontato dalla veggente, il volto della Madonna di Trevignano si sarebbe bagnato di lacrime di sangue e alla donna sarebbero comparse anche le stigmate. Inoltre il tre di ogni mese, una folla di centinaia di persone si raduna in preghiera sul luogo dove sorge la statua. Attorno a lei ha creato dunque un vero e proprio fenomeno, con seguaci e fedeli che arrivano in massa su un promontorio che affaccia sul lago di Bracciano, fuori dal centro storico, dove ormai è sorto un punto di ritrovo che causa non pochi disagi ai residenti, molto dei quali ormai si lamentano per l’immagine e risonanza mediatica che sta avendo un borgo così bello alle porte di Roma Nord nonchè per il traffico e circolazione che ogni tre del mese va in tilt.

La pseudo veggente Gisella, 53 anni di origini siciliane che prima di scoprirsi una persona con poteri sovrannaturali era imprenditrice, è risultata essere condannata in primo grado dal tribunale siciliano di Patti a due anni per bancarotta fraudolenta, pena sospesa. La signora si sarebbe riscoperta veggente dopo un trascorso lavorativo che è finito nel mirino degli inquirenti.

Ora ci si chiede: il 3 di maggio sarà nell’area di preghiera. Certo tutto questo clamore da una parte ha messo in presunti guai giudiziari e non la veggente ma dall’altra ha accresciuto l’attenzione mediatica sul fenomeno e sul personaggio. E come sempre ci sarà chi continuerà a seguirli come e più di prima.




Banca Popolare del Lazio, ci risiamo: vogliono tapparci la bocca

Il diritto di cronaca e la libertà di informazione rappresentano due capisaldi su cui si fonda la nostra Costituzione. Questo concetto lo ha condiviso e affermato anche il Professore Bernardino Quattrociocchi, consigliere di amministrazione dimissionario della Banca Popolare del Lazio e piazzato all’ottavo posto nella lista presentata dal “Consiglio di Amministrazione”.   

Ma veniamo alle solite lasciando da parte concetti troppo pieni di valori che per alcuni evidentemente valgono ben poco.

Si siamo alle solite e possiamo affermare che siamo stati buoni Profeti!

Non era difficile prevedere una reazione stizzita e fuori dal contesto da parte dei vertici della Banca Popolare del Lazio. Avevamo previsto che se avessimo citato la Vigilanza della Banca D’Italia i vertici della Banca Popolare del Lazio si sarebbero risentiti con diffide e richieste di risarcimento danni.

Nel recente articolo in cui si richiamano i “segreti di Pulcinella” e le indubbie capacità di Napoleone, avevamo scritto testualmente: “ogni volta che questo giornale nomina Banca D’Italia, immediatamente sembrano risentirsi i vertici della Popolare del Lazio, che puntualmente rinnovano la richiesta di risarcimento di presunti danni che avremmo cagionato loro con i nostri articoli.”

Puntuale come il sorgere del sole è arrivata anche stavolta la diffida della Banca Popolare del Lazio che potete leggere integralmente cliccando qui.

Ciò a dimostrazione del legame indissolubile con la Banca D’Italia che ricordiamolo rimane l’unico vero baluardo a difesa degli investitori.

Dopo aver letto il contenuto della diffida, più di qualcuno si sarà fatto una autonoma e incondizionata opinione delle metodologie adottate dagli uomini ai vertici della Banca Popolare del Lazio, senza che ci sia alcuna necessità da parte nostra di aggiungere alcun altro aggettivo che ne qualifichi le modalità operative.

Un chiaro tentativo di intimidirci per impedirci di informare i lettori.

Come anticipato il diritto di cronaca e la libertà di stampa sono tutelate dal diritto internazionale. Nessun dubbio che continueremo con coraggio a fare il nostro dovere di giornalisti, come abbiamo sempre fatto, a difesa della libertà di informazione, quella stessa informazione di cui i lettori hanno diritto usufruire. Per noi è un servizio e siamo nel pieno esercizio dei nostri diritti e doveri.

Del resto nei nostri articoli, contrariamente da quanto riportato nella diffida, alcuna oscura motivazione abbiamo adombrato dietro le dimissioni del Consiglio di Amministrazione, al contrario abbiamo avuto il coraggio, noi soli tra tutti gli organi di stampa, di informare i lettori del fatto che solo fino al mese di giugno 2023 fosse possibile tenere assemblee non in presenza e che il rispetto della parità di genere era un adempimento che sarebbe scaduto a giugno 2024 (come riportato nell’articolo 30 dello statuto) e cioè dopo la naturale scadenza del Consiglio di amministrazione, senza alcuna necessità di anticipare dimissioni di massa.

Abbiamo ricordato che la parità di genere poteva essere rispettata utilizzando l’istituto della cooptazione, da sempre utilizzato dai vertici della Popolare del Lazio, tranne che in questa occasione. Tutti fatti veri e non solo veritieri.

Abbiamo accertato, infine, e dopo gli articoli per i quali ci viene inviata la diffida, motivo per il quale attendiamo una nuova ed ulteriore diffida, che le dimissioni di massa, secondo il nostro parere, non avevano neanche l’obiettivo di garantire la parità di genere, avendo posto all’ultimo posto della lista del Presidente Capecelatro, la seconda donna, figlia del Dott. Romagnoli, Presidente del collegio sindacale, ben sapendo, i vertici dimissionari, che  la presenza di una seconda lista ne avrebbe precluso l’elezione.

Di sicuro un’assemblea non in presenza, di certo non “doverosa” come definita nella diffida, poichè la norma riserva una facoltà alla Banca e non un obbligo, di sicuro non consente la partecipazione ed il confronto con i soci/investitori, ed anche questo è un fatto e non una illazione, così come è un fatto che il valore del titolo azionario sia vertiginosamente e drasticamente crollato negli ultimi anni.

Spiace dover verificare che in nessun modo i vertici della Banca ci riconoscono il pregio di aver segnalato, primi ed unici tra tutti, la posizione del Dott. Alessandro Natalizia, socio ed amministratore della Natalizia Petroli, nonchè figlio di Giancarlo, indagato per conflitti di interesse a favore proprio della Natalizia Petroli della quale nel medesimo periodo era Presidente del Collegio Sindacale il Dott. Carlo Romagnoli, padre di Raffaella, nuova candidata al Consiglio di amministrazione della Banca e baluardo a difesa delle quote di genere e forse sacrificata unitamente al Dott. Quattrociocchi all’altare di una seconda lista.

Ci dispiace dover essere ancora una volta resistenti alle intimazioni di rimuovere tutti gli articoli ma non sarebbe giusto, non stiamo facendo altro che il nostro mestiere.

Ai vertici della Banca Popolare del Lazio rinnoviamo ancora una volta il nostro invito a contribuire all’informazione. Concedeteci una intervista o se volete intervenire su qualche tema non tiratevi indietro, il contraddittorio è il mezzo migliore per suscitare pensieri liberi.