TRABIA: ARRESTATO DAI CARABINIERI ABILE TOPO D’APPARTAMENTI.

Redazione

 Trabia (PA) – È accaduto nel corso della notte scorsa, quando, durante lo svolgimento di un servizio di perlustrazione del territorio, finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati contro il patrimonio, svolto in contrada “Sant’Onofrio” della periferia del Comune di Trabia, dove sono ubicate numerose residenze estive, allo stato disabitate, i Carabinieri della Stazione di Trabia, unitamente ai colleghi del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Termini Imerese, hanno tratto in arresto, , IANCU Costantin, cittadino romeno classe 1986, residente a Palermo, per il reato di furto aggravato in abitazione.

La pattuglia della Stazione Carabinieri di Trabia, alle ore 03.00 circa, nel mentre percorreva la strada intercomunale 12 che attraversa la contrada “Sant’Onofrio”, notavano parcheggiata, all’interno di un piccolo viottolo di campagna, distante solo pochi metri dalla recinzione di una villetta, un’autovettura. Insospettiti dalla insolita presenza dell’auto, procedevano ad effettuare gli accertamenti tramite la Centrale Operativa della Compagnia di Termini Imerese, riscontrando che l’auto era oggetto di furto, avvenuto a Palermo nel dicembre del 2013.

Pertanto, veniva tempestivamente richiesto l’ausilio di un’altra pattuglia delle “gazzelle”, con il compito di vigilare il retro della villetta  in questione. I militari dell’Arma si posizionavano a debita distanza e dopo pochi minuti di attesa intravedevano un giovane che nel buio della notte stava scavalcando dall’interno la recinzione della villetta, mentre, in modo fugace, si apprestava a salire a bordo della predetta autovettura.

Atteso ciò, i militari operanti decidevano di entrare in azione, riuscendo a bloccare il giovane ladro con una mossa fulminea.

L’abile ladro solitario, si era introdotto mediante l’effrazione della porta d’ingresso e probabilmente con l’aiuto di complici, riusciti a dileguarsi tra la vegetazione, sfruttando l’oscurità della notte. Nella villetta, dopo aver richiesto l’intervento del proprietario, risultavano mancare alcuni monili in oro ed un televisore, rinvenuto poi nel giardino adiacente. La perquisizione sull’autovettura, consentiva di rinvenire strumenti atti all’effrazione, materiale elettronico vario, un contenitore in plastica con 10 litri circa di olio d’oliva e monili in oro, tra i quali proprio quelli risultati rubati nella villetta.

Sempre all’interno dell’autovettura, è stata rinvenuta ulteriore refurtiva risultata essere provento di altri furti, commessi sicuramente nelle ore precedenti all’arresto del IANCU Costantin, in danno di abitazioni non abitate.

Infatti, nelle ore successive, i Carabinieri della Stazione di Trabia, aiutati dalle prime luce del sole, riuscivano ad accertare, che nel corso della notte anche altre abitazioni della zona erano state oggetto di furti o comunque di tentativi di furti, conclusi con il solo danneggiamento di inferriate e porte d’ingresso.

Nei prossimi giorni si procederà pertanto all’attività di riconoscimento della refurtiva recuperata, da parte dei proprietari delle abitazioni oggetto di furti e danneggiamenti.

Nella circostanza a IANCU Costantin veniva contestato, oltre al reato di furto aggravato in abitazione, anche il reato di ricettazione poiché l’autovettura da lui utilizzata, le cui chiavi sono state peraltro trovate nella sua disponibilità, è risultata essere rubata a Palermo il 05.12.2013.

Nella giornata di ieri, l’arrestato è stato sottoposto a giudizio con rito direttissimo presso il Tribunale di Termini Imerese, durante il quale il Giudice, oltre a convalidare l’arresto, attesa la sua recidività nel reato di furto e il patteggiamento richiesto dalla difesa, disponeva la condanna del IANCU Costantin, ad anni 1 e mesi 5 di reclusione, pertanto la sua traduzione presso la Casa Circondariale “Cavallacci”.

 




RENDE, UNIVERSITA': E' CACCIA AL MANIACO. PANICO TRA LE STUDENTESSE

Il Rettore ha incontrato il nuovo comandante della Legione Carabinieri Calabria, generale Aloisio Mariggiò, per compilare un piano di intervento.

 

di Maurizio Costa

Rende (CS) – Non sembrano fermarsi le violenze ai danni di giovani studentesse nei pressi dell’Università della Calabria, una delle più grandi d’Italia.

Dopo il tentativo di aggressione perpetrato ad una ragazza spagnola, fatto accaduto lo scorso anno, un’altra violenza, sempre ad una giovane straniera, fa rivolgere l’attenzione sul problema della scarsa sicurezza intorno al polo universitario.

Pochi giorni fa, una studentessa ecuadoregna, dopo aver terminato le lezioni, si dirige verso il suo alloggio universitario, poco distante dall’Ateneo. Sono circa le 18.30 e la strada per tornare a casa è buia, sebbene non sia desolata. Ad un certo punto un uomo le stringe un fazzoletto umido sulla bocca e cerca di violentarla. In pochi istanti la ragazza riesce a divincolarsi e a scappare via. Parte subito la denuncia, ma trovare il responsabile non sembra un’impresa facile. Questo ennesimo avvenimento rende esplicita la situazione dell’UniCal: poca sicurezza, strade troppo buie e vigilanza non sufficiente.

Il Rettore dell’Università, Gino Mirocle Crisci, si è reso disponibile ed è stato molto vicino alla ragazza. Ha promesso di aumentare la sicurezza perché gli universitari non devono avere paura di studiare all’UniCal. “Episodi di questo genere non devono accadere più e già mi sono attivato per aumentare la sicurezza.” La scorsa settimana, infatti, il Rettore ha incontrato il nuovo comandante della Legione Carabinieri Calabria, generale Aloisio Mariggiò, per compilare un piano di intervento.

Poche settimane fa un altro episodio di violenza: questa volta un ragazzo senegalese laureato in Scienze filosofiche, è stato aggredito sotto le pensiline; un’altra vicenda che non fa che aumentare la paura degli studenti.

L’osservatore d'Italia si è recato sul posto per verificare da vicino lo stato di sicurezza dell’Università e i risultati non sono stati rassicuranti: data la grande dimensione della struttura, la vigilanza non riesce a coprire tutta l’area e sono molte le zone isolate e buie. “Abbiamo paura ad andare in giro di sera. – queste le parole di alcuni studenti, che poi aggiungono –  Le aule e la struttura spesso rimangono aperte e incustodite anche di notte. Nessuno chiude le porte la notte e la vigilanza è davvero carente.”

Un polo universitario così grande e così importante, che vanta quasi 40'000 iscritti, non può permettersi una situazione del genere. Lo studio è un diritto di tutti: che il Rettore faccia qualcosa per consentire agli studenti di vivere tranquillamente.
 




FAME E FORCONI

di Chiara Rai

Fame e forconi. Quando le cose non vanno è difficile spiegarne i singoli motivi, soprattutto se si tratta di persone che hanno curato poco la dialettica e sforzato tanto le braccia a schiena china. Soprattutto se si tratta di lavoratori che si sono sempre alzati all’alba e che speravano di passare la vecchiaia con una pensione dignitosa e invece si trovano in fila alla mensa della caritas senza dignità, senza soldi e con la vergogna di non riuscire a guardare in faccia i propri figli. Fame e forconi sono il risultato di ciò che sta succedendo in Italia. Non bisogna troppo sottovalutare questo fenomeno o smontarlo come è facile che faccia una persona di diverso contesto sociale di fronte ad un'altra che si ritrova in piazza a strillare perché davvero va tutto a rotoli. Questa gente non vuole più tavoli di confronto, si è stufata delle prese in giro dei politicanti che prima di andare a pranzo fuori, perché la bouvette è la mensa dei primi arrivati, scorgono la testa tra fumogeni e urla e fanno finta di commuoversi. Ma credo che non sia il caso, questa volta, di mettere la mano sulla spalla di un operaio sull’orlo della disperazione, di tentare di spiegargli che non è solo, che farà qualcosa. No. Non è il caso, anche perché si ritroverebbe infilzato da un forcone forgiato dalla fame e dal sudore. Adesso o l’Italia cambia verso o ci penseranno gli italiani. Pur non condividendo a priori le proteste strumentali, in questo caso capisco profondamente la rabbia che spinge queste persone a non mollare. Vogliono “mandarli tutti a casa”, ma purtroppo mentre loro patiscono il gelo delle notti passate all’agghiaccio, gli onorevoli li beffeggiano accarezzati dal tepore dei loro focolai.




EMPOLI: TENTANO RAPINA CON PISTOLA GIOCATTOLO. ARRESTATI DAI CARABINIERI

Redazione

Empoli (FI) – La mattina di lunedì 9 dicembre 2013, verso le 12,30, due italiani, rispettivamente, di anni 30 e 38, entrambi abitanti a San Miniato (PI), al termine di breve e tempestiva attività investigativa condotta e portata a termine da personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Empoli, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato per tentata rapina in concorso, ai danni della tabaccheria “Fumo e Profumo, situata in Empoli via Carraia nr. 34.
La tentata rapina era stata pianificata ed eseguita dai due malviventi con un modus operandi ormai consolidato, ossia un esecutore materiale che irrompe nell’esercizio commerciale, in questo caso anche armato di una pistola poi risultata essere giocattolo, e l’altro che faceva da “palo” ed “autista” che attendeva il complice fuori a pochi metri dalla tabaccheria a bordo di una Volkswagen Golf.
Quello che non era stato pianificato e preveduto dai due sanminiatesi, è stata l’energica reazione del proprietario della tabaccheria, che ha messo in fuga il malvivente, e la testimonianza di un Maresciallo dei Carabinieri in servizio al Comando Provinciale CC di Prato, il quale, transitando libero dal servizio in via Carraia, aveva notato il rapinatore appena uscito dalla tabaccheria, che di tutta fretta saliva a bordo della Golf, poi partita a tutta velocità.
L’annotazione degli elementi identificativi della vettura e la segnalazione alla Centrale Operativa, dava spunto per la successiva attività di indagine che in tempi strettissimi, consentiva ai militari del Norm di rintracciare ed arrestare i due rapinatori, che ritenevano di aver eluso le ricerche, nelle pertinenze  delle rispettive abitazioni.
Le prove acquisite contro i due arrestati venivano dai sequestri eseguiti a seguito di perquisizioni effettuate nei confronti dei due. In particolare sulla Golf veniva rinvenuto un passamontagna, un cappellino, ed un cacciavite, mentre nella disponibilità dell’altro veniva rinvenuta la pistola giocattolo con la quale era stata perpetrata la rapina. La stessa era stata celata in una siepe a bordo strada nei pressi della tabaccheria.
Per uno dei,  si tratta di recidiva, considerato il precedente specifico per analogo reato, per il quale veniva arrestato a San Felice a Circeo nel 2009, mentre per l’altro si tratta del primo reato.
I due attenderanno il processo presso le rispettive abitazioni dove sono stati tradotti in regime di arresti domiciliari 
 




ROMA: IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO FRANCESE IN VISITA ALLA PRIMA UNITA' DI CAVALLERIA PARACADUTISTI DELL'ESERCITO

Redazione

Roma – Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Francese, Général d'Armée, Bertrand Ract Madoux, ha concluso oggi la sua visita in Italia, nel corso della quale ha assistito ad attività addestrative e visitato alcuni reparti dell’Esercito Italiano.
 
Giunto a Roma nei giorni scorsi, è stato ricevuto dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, che dopo un breve colloquio ha consegnato al Generale Madoux l’onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per l’impegno profuso nell’intensificazione dei rapporti bilaterali, nel settore della Difesa, tra l’Italia e la Francia. In particolare, lo sviluppo della cooperazione tra gli eserciti italiano e francese non riguarda solo l’addestramento dei reparti ma anche la condivisione della componente tecnica dello strumento militare terrestre.
 
Il Generale Madoux, nel corso del suo soggiorno in Italia, ha visitato il “Reggimento Savoia cavalleria” (3°) di Grosseto, prima unità di Cavalleria Paracadutisti dell’esercito italiano, dove è stato accolto dal Comandante della Brigata paracadutisti “Folgore”, Generale di Brigata Lorenzo D’Addario, e il Comandante di “Savoia”, Colonnello Enrico Barduani.
 
Poi, accompagnato dal Generale Graziano, ha visitato una mostra statica allestita con i principali mezzi e materiali in dotazione al Reparto, tra questi, gli equipaggiamenti e le tecnologie più avanzate in dotazione all’Esercito Italiano.
 




VAL DI SUSA: ASSALTI AL CANTIERE TAV, QUATTRO PERSONE IN MANETTE

Redazione

Val di Susa – Sono accusate di gravi reati le quattro persone arrestate dalle Digos di Milano e Torino per l'attacco al cantiere della linea alta velocità in Val Susa nella notte tra il 13 ed il 14 maggio scorso.

Davanti al giudice dovranno rispondere di attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra, danneggiamento.

Quella notte i quattro attivisti, riconducibili all'area anarco-insurrezionalista, insieme ad una trentina di altre persone, si resero responsabili di un violento attacco al cantiere e alle forze dell'ordine. Alcuni forzarono un cancello di ingresso al cantiere entrando e lanciando bottiglie incendiarie verso le forze dell'ordine; un altro gruppo invece bloccò gli altri accessi con cavi d'acciaio per impedire alle forze dell'ordine di uscire dal cantiere. Un terzo gruppo, invece, lancò all'interno del cantiere razzi, fuochi artificiali e bombe carta.

Le indagini sono state coordinate dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione del Dipartimento della pubblica sicurezza.




STAMINA, MANIFESTAZIONE: SCOPPIA IL CASO DIPLOMATICO CON GLI USA

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Stefano Moretti dell’ Osservatorio Antimafia d’Inchiesta della regione Abruzzo invia all’Ambasciata Americana, al Prefetto e al Questore  di Roma  una lettera per chiarire l’episodio di sopruso che ha subito una cittadina straniera da parte di un agente di polizia


di Cinzia Marchegiani

E’ stata da poco notificata la lettera all’Ambasciata Americana presso la sede italiana, al Prefetto e al Questore di Roma, in merito ad un episodio ancora non chiarito che ha aperto un caso diplomatico nel giorno della manifestazione pro stamina a Roma del 25 novembre scorso.

Stefano Moretti, dell’Osservatorio Antimafia d’Inchiesta della Regione Abruzzo che ha fatto aprire un’indagine da parte della magistratura della Procura di Napoli in merito alle responsabilità istituzionali sulla mancata autorizzazione della sperimentazione del metodo Stamina, ha accolto la denuncia della signora Josephine Mary Murena, cittadina statunitense residente in Italia, malata di Sclerosi Multipla, che è stata pesantemente offesa e maltrattata da un agente della polizia italiana. La testimonianza di un cittadino italiano:"il poliziotto ha umiliato Josephine dicendole che come era arrivata lì se ne poteva tornare da dove era arrivata. Oltre a tutto questo continuava a spingere sempre di più al punto che, grazie a me, Josephine non è caduta".

Dal racconto della teste si evince chiaramente come l’agente di polizia abbia usato violenza fisica in modo inaccettabile, vergognoso ed oltretutto vigliacco perché indirizzato nei confronti di una donna, per giunta affetta da patologia incurabile.

Si legge nell’invito a risolvere questo caso diplomatico:

“Siamo in possesso di foto dell’agente che del video che forniremo qualora necessario alla Procura della Repubblica di Roma. All’episodio hanno assistito dei testimoni le cui generalità verranno rese note solo all’Ambasciatore Statunitense ed alla Magistratura italiana qualora dovesse essere adita. 
Non è intenzione della Signora Murena, almeno per il momento, sporgere denuncia presso la Procura della Repubblica ma si chiedono ufficialmente le scuse da parte sia dell’agente che del Prefetto e del Questore di Roma.

Si sottolinea che la Signora non vuole che venga applicato nessun provvedimento disciplinare e nessun richiamo nei confronti dell’agente ma chiede solo le scuse. Inoltre si chiede all’Ambasciatore Statunitense a Roma di intervenire nei confronti del Governo Italiano chiedendo immediatamente spiegazioni sull’accaduto al Ministro dell’Interno in quanto è assolutamente assurdo che una cittadina americana in Italia per curarsi e per manifestare al fine di ottenere un diritto ed una garanzia di libertà normalmente riconosciuta negli Stati Uniti d’America venga trattata come una criminale tanto da indurre un uomo, che dovrebbe garantire, tutelare e proteggere le persone, ad usare violenza verbale e fisica nei confronti di una donna malata ed indifesa.

Questo atteggiamento cozza con gli ultimi provvedimenti del Governo Italiano tesi a reprimere la violenza sulle donne.Ma come ormai è noto in Italia si predica bene e si razzola male. Da un lato si vogliono proteggere le donne e dall’altro è lo Stato stesso che le maltratta. Per essere più dettagliati il poliziotto testualmente affermava “non ci si nasconde dietro la malattia”. La Signora Murena ha ribadito di non nascondersi dietro la malattia ma di essere davanti a Montecitorio per chiedere il Diritto alla vita per tutti i bambini.

Cosa che potrà sembrare strana al Signor Ambasciatore ma in Italia i cittadini devono fare anche questo: chiedere il Diritto di vivere.

L’Agente, nonostante le spiegazioni fornite dalla Signora, continuava a dire che lei non capiva e nonostante la stessa cercava di fargli intendere che era malata lui ignorava le spiegazioni a tal punto da indurre un malore fisico ed anche psichico. La Signora Josephine, da buona cittadina Statunitense, si è recata al Consolato Americano di Firenze dove le hanno detto di informare immediatamente l'Ambasciatore a Roma. Si attende un contatto da parte del Signor Ambasciatore e da parte delle autorità italiane per chiarire questo spiacevole episodio senza dover ricorrere alla Magistratura. Tra l’altro la Signora Murena è l'autrice del libro "La ruota della mia vita con la sclerosi multipla", un testo autobiografico in cui racconta la convivenza con la sua malattia. Il poliziotto che l'ha umiliata dovrebbe leggerlo.”

La protesta del 25 novembre lascia ancora segni crudeli che rimangono impressi nei solchi dell’anima e negli occhi, in chi quella giornata l’ha vissuta e amata come il vero senso profondo della giustizia.

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BOLOGNA, LOTTA AL DEGRADO URBANO A PIAZZA VERDI: BLITZ DEI CARABINIERI E DELLA POLIZIA MUNICIPALE.

Redazione

Bologna – Tra venerdì sera e sabato notte, i Carabinieri della Stazione Bologna, unitamente al personale della locale Polizia Municipale, hanno svolto un servizio finalizzato al contrasto del degrado urbano che da diverso tempo si sta manifestando tra piazza Verdi e le vie limitrofe.

Un marocchino 51enne, senza fissa dimora, un indiano 41enne, residente a San Lazzaro di Savena e un croato 21enne, residente a Bologna, sono stati denunciati per atti contrari alla pubblica decenza. I tre soggetti sono stati sorpresi in via del Guasto, adiacenze con via Zamboni, mentre orinavano lungo la strada, alla vista dei passanti. A parte il più giovane che è incensurato, gli altri due fermati hanno precedenti di polizia per furto in abitazione, minaccia, ingiuria e invasione di terreni.

Un barista 42enne, residente a Bologna, con precedenti di polizia per reati in materia di gioco d’azzardo, è stato denunciato ai sensi dell’art. 689 del c.p. (Legge 189/12). Il commerciante, socio di un locale ubicato in via Petroni, è stato visto dagli operanti, che sono entrati nel suo locale, mentre somministrava una bevanda alcolica a un 15enne del luogo. Il minore è stato accompagnato in caserma e affidato ai genitori.

Altri tre giovani, sulla ventina, due spagnoli e un italiano, sono stati sanzionati per un importo pari a 150 euro ciascuno (art. 4 e 29 del Regolamento di Polizia Urbana), perché sorpresi ad orinare dietro il Teatro Comunale, in un luogo “meno visibile” ai passanti.

Un bengalese 33enne, domiciliato a Bologna, è stato sanzionato per un importo pari a 5.164 euro, perché è stato visto in piazza Verdi mentre esercitava la professione abusiva di venditore di bottiglie di birra. Nel corso della serata sono state rinvenute e sequestrate 23 bottiglie di birra destinate alla vendita da parte di soggetti, non ancora identificati, che alla vista delle forze dell’ordine si sono allontanati.

 




FROSINONE, CAMORRA: CROLLA IL "SISTEMA PERFETTO", IN MANETTE ANCHE LA DONNA DI RENATO VALLANZASCA

Redazione

Frosinone – C'è anche la donna di Renato Vallanzasca tra i 18 arrestati di questa mattina dagli agenti della Squadra mobile di Frosinone insieme a quelli di Caserta e Latina, durante un'operazione anticamorra denominata "Sistema perfetto".

La donna aveva un ruolo di primaria importanza nella riscossione degli interessi applicati ai commercianti che erano caduti nelle maglie dell'organizzazione di usurai ed estorsori.

Tutti gli arrestati, affiliati al gruppo camorristico "Perfetto", diretta espressione del clan "La Torre",

sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso nonché di usura ed estorsione, nelle province di Caserta, Latina, Milano, Napoli e Terni.

Le indagini partono nel 2011 dal commissariato di Cassino dopo di episodi di usura ed estorsione a danno di alcuni imprenditori operanti tra Cassino ed il basso Lazio.

Intimiditi dagli atteggiamenti mafiosi dei camorristi, nessun imprenditore ha voluto collaborare con la Polizia di Stato che ha avviato una riservata attività investigativa durata oltre due anni.

I poliziotti del commissariato di Cassino hanno intercettato una donna imprenditore mentre veniva minacciata dal "contabile" dell'organizzazione incaricato della riscossione del denaro: "domani mattina devo avere tutti i soldi, sennò andiamo a finire malamente".

Ulteriori episodi intercettati dimostrano il coinvolgimento di altri imprenditori ed esercenti attività commerciali che, in un periodo di crisi economica, accettavano le proposte dell'organizzazione di accedere a somme di denaro e poi venivano costretti a cedere beni personali e attività imprenditoriali per far fronte ai debiti contratti: un giro da milioni di euro che ha messo in ginocchio molte attività imprenditoriali nel basso Lazio. I soldi provenienti da questa attività criminale venivano reinvestiti nel settore della ristorazione.

Il gruppo camorristico approfittava, quindi, dello stato di bisogno delle vittime concedendo prestiti per i quali poi pretendeva oltre alla restituzione del capitale, maggiorazioni con interessi usurari, ottenendoli grazie alla forte intimidazione esercitata ricorrendo a minacce che andavano dalla sottrazione dei beni e cessione dell'attività fino ad arrivare a quelle di morte.

Durante l'operazione sono state sequestrate cinque società, bar, ristoranti e tutti i beni mobili ed immobili degli indagati per un valore di milioni di euro.




OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: CONOSCERLO PER NON ESSERE INGANNATI

di Antonella Avantaggiato

L’olio, presente fin da tempi antichi nella nostra tradizione, è un solido riferimento nella cultura mediterranea. L’olivo ha remota fama come emblema di longevità, saggezza e tradizione. Simbolo di pace, fecondità e forza, è ricco di elementi naturali salutari che ci elargisce nel miglior prodotto dei suoi frutti, l’olio extravergine di oliva. Sempre più spesso è utilizzato anche nei cosmetici per le virtù che possiede, conosciute sin dai tempi antichi finanche come medicamento.

Per l’uso che ne facciamo e per la sua importanza nella dieta mediterranea, questo straordinario prodotto meriterebbe di essere conosciuto meglio. Non è soltanto un componente necessario per ungere le preparazioni culinarie, è soprattutto un ingrediente di basilare importanza che apporta gusto e aromi ai nostri piatti. È sconcertante pensare che alimenti di questa rilevanza, basilari nella nostra cultura, cibi icone di genuinità come l’acqua, il pane e appunto l’olio possano essere, come in realtà sono, tra i più frodati. E’ così che l’olio extravergine di oliva è uno dei prodotti d’eccellenza del nostro Paese, ma anche quello a maggior rischio di frodi. La conservazione inadeguata delle olive può dare origine a prodotti della fermentazione che declassano l’olio. L’olio extra vergine di oliva è anche uno degli alimenti più sofisticati in Europa. Lo afferma un rapporto pubblicato dall’UE. Dietro a marchi sedicenti italiani ed etichette ingannevoli, vengono spesso proposti oli di oliva di bassissima qualità, ottenuti attraverso la raffinazione di oli importati a basso costo e frequentemente difettati. Le anomalie sono perfino sottostimate, ad esempio, gli oli deodorati possono sfuggire facilmente ai controlli. Imparare a scegliere un olio di qualità è auspicabile in questa situazione.

Conoscere l’olio extravergine di oliva per non essere ingannati.

Se pensate che una degustazione di olio extravergine sia qualcosa di strettamente riservato agli addetti ai lavori, poco interessante per delle semplici “buone forchette”, potrete scoprire un mondo finora insospettabile. I meno esperti, che non gradiscono l’assaggio con il tipico bicchierino blu cobalto da degustazione tecnica, possono sempre assaggiarlo con un pezzetto di pane nel connubio gastronomico più semplice e buono che ci sia.

Anche per loro, è appena stata pubblicata la nuova edizione della guida agli oli di tutto il mondo “Flos Olei 2014”, la prima guida internazionale dedicata alle aziende di produzione olearia di tutto il mondo. Chi poteva realizzarla se non l’Italia? Un gruppo di esperti degustatori svolge le analisi sensoriali basate sui metodi di degustazione ufficiali secondo canoni dettati dal Consiglio Oleicolo Internazionale, istituito a Madrid nel 1959 dalle Nazioni Unite. La guida comprende oli sia di zone olivicole a maggiore vocazione sia di quelle a denominazione di origine DOP. A ogni realtà produttiva è dedicata una scheda con note di degustazione, descrizione accurata degli oli e abbinamenti gastronomici. Sono proposti 47 paesi  selezionati  da tutto il mondo, comprese alcune realtà emergenti e nuove in questo ambito. La parte del leone la fanno, da sempre la Spagna e l’Italia con i loro eccellenti prodotti. Di facile consultazione, la guida, oltre ad assegnare un punteggio tra zero e cento ad ogni olio, valuta tutti gli aspetti del processo di produzione, tra cui il possesso di ulivi e di un proprio frantoio e la variazione di qualità della produzione negli anni. Classifica gli oli leggeri, fruttati medi e i più intensi. Un ottimo punto di riferimento per tutti i consumatori attenti, per gli operatori del settore e per gli addetti ai lavori della cucina di qualità. Consultare la guida e ricercare gli oli secondo le descrizioni apprese, è un'ottima occasione per scoprire alcune varietà di olive tradizionali e appagare la voglia di conoscerne altre poco note che, nella loro particolarità, esprimono la ricchezza del patrimonio olivicolo mondiale. Disponibili anche delle utili istruzioni per la degustazione, che non possono certo sostituire la pratica di analisi sensoriale, ma che sono pur ottime indicazioni per un buon inizio. Attraverso l’utilizzo di semplici simboli è intuitivo identificare le aziende agricole e oli di oliva: la tazza blu da degustazione per l'olio tra i migliori 20 del mondo, una stella d'oro per i punteggi superiori, un cuore rosso per chi produce con particolare dedizione e altri simboli per la categoria di degustazione, prezzi e ulteriori utili informazioni. Una chiara cartografia mostra sia le zone olivicole a maggiore vocazione, sia quelle a denominazione di origine. Nella scheda sono accuratamente descritte note di degustazione e abbinamenti gastronomici consigliati. Insomma, molte le indicazioni che possono indirizzarci nella scelta a noi gradita.
 
Il podio dell'edizione 2014 è stato conquistato dall'Italia. Numerose le aziende italiane che già in passato hanno ottenuto importanti riconoscimenti, molte eccellenze anche dalla Spagna, ma non mancano ottime realtà emergenti, un pezzetto di mondo da assaggiare. Solo 20 oli sono stati scelti come i migliori al mondo. Ideata dieci anni fa, quando anche in Italia si parlava pochissimo di olio, la guida di Marco Oreggia e Laura Marinelli ha oggi raggiunto un ottimo livello dopo anni di crescente studio. Le zone olivicole, divise in regioni e analizzate nel dettaglio sono, oltre le più produttive Italia e Spagna, anche la Francia e gli altri paesi del Mediterraneo come Croazia, Portogallo, Slovenia e Marocco. Inoltre paesi lontani come il Cile, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda. Sono state introdotte anche delle nuove realtà come la Cina, il Giappone e il Brasile. Alla premiazione dei migliori 20 oli del mondo, domenica 1 dicembre 2013 presso i saloni del “Westin Excelsior” di Roma in via Veneto, erano presenti rappresentanze istituzionali da tutto il mondo. Peccato nessuna presenza ufficiale delle istituzioni italiane.

La guida è scaricabile anche come app direttamente da iTunes in diverse versioni, dagli oli di tutto il Mondo, a quelli Europei agli Italiani, fino alla più “essenziale” guida “best 20”  quest’ultima scaricabile gratuitamente. Un buon pretesto per iniziare a scegliere la qualità. Il gusto personale e la progressiva abitudine al buon sapore faranno il resto. Anche se non siamo degustatori professionisti, non possiamo permetterci di sbagliare la scelta del prodotto nazionale più famoso e qualitativamente tra i migliori del mondo …e se produciamo un buon olio, possiamo anche diventare “Flos Olei Point” e promuovere la nostra produzione di qualità.
 




PESCARA, TRUFFA MILIONARIA: NEL MIRINO IOR E A BANCHE SVIZZERE

di Alberto De Marchis

Si dilettavano a commercializzare falsi titoli di stato. Una vera e propria banda che è riuscita a truffare sia lo Ior che alcune banche svizzere. Di mezzo ci sarebbe anche un Monsignore che al momento non ha i fari puntati addosso. La polizia ha sventato una serie di truffe al riguardo. Sono state denunciate sette persone appartenenti a una presunta organizzazione criminale internazionale, con base a Pescara, che, secondo le indagini, commerciava falsi titoli di Stato esteri per un valore totale sulla carta di 900 milioni di dollari. Nel mirino della banda, a cui capo c'era un pescarese, S.A.E., 43enne nato in Argentina e residente nel capoluogo adriatico, è finito anche Mons. Francesco Cuccarese (non indagato), già Arcivescovo di Pescara e Penne, quale legale rappresentante della Fondazione benefica I.V.E.C. (In Veritate et Charitate), al quale sono stati donati il primo aprile 2010 venti titoli messicani della Deuda Bancaria Publica de la Tesoreria de la Federacion Mexicana, emessi nel 1930. Attraverso una serie di documenti falsi, i titoli donati alla Fondazione sono stati spacciati per milionari: ciascuno aveva, ma solo sulla carta, un valore di oltre 45 milioni di dollari americani, per un totale di oltre 900 milioni di dollari. I titoli, secondo le indagini condotte sotto la direzione del pm Gennaro Varine, sarebbero stati utilizzati dalla Fondazione come garanzia per ottenere un finanziamento dallo I.O.R. per dar vita a opere umanitarie, tra cui un ospedale pediatrico in Palestina. E questo viene dimostrato con una lettera del 23 marzo 2010, in cui mons. Cuccarese informava il Presidente ed il Direttore dello I.O.R. (anche loro del tutto estranei all'indagine) che alcuni amici benefattori avevano donato alla Fondazione dei titoli del tesoro messicani, del valore di alcune decine di milioni di dollari.