Nemi, grande cerimonia per l’insediamento del nuovo Parroco

NEMI (RM) – Nominato il nuovo parroco di Nemi: si tratta di padre Vincenzo Pennella originario di San Vito dei Normanni una cittadina in provincia di Brindisi.

A celebrare la funzione il vescovo di Albano Marcello Semeraro

A celebrare la solenne cerimonia, domenica mattina nella chiesa parrocchiale di S. Maria del pozzo il vescovo di Albano Marcello Semeraro che ha ufficialmente nominato parroco per un novenio padre Vincenzo.

Alla funzione presenti tutte le Autorità: dal primo cittadino Alberto Bertucci, al consigliere di maggioranza Giovanni Libanori, al comandante della Stazione dei carabinieri di Nemi il Maresciallo Capo Dario Riccio, il comandante della polizia locale Gabriele Di Bella, ad una rappresentanza dei volontari dei Vigili del Fuoco di Nemi fino ai rappresentanti della protezione civile. Oltre a tanti fedeli della comunità nemese che hanno dato il benvenuto alla nuova guida spirituale della cittadina.




Napoli, Basilica della Pietrasanta: “Chagall. Sogno d’amore” è l’imperdibile appuntamento con l’artista russo fino al 30 giugno

NAPOLI – Marc Chagall a Napoli dal 15 febbraio al 30 giugno 2019 con la mostra dal titolo “Chagall. Sogno d’amore”. L’imperdibile appuntamento con l’artista russo nel capoluogo campano è nella straordinaria Basilica della Pietrasanta – Lapis Museum di Napoli situata nel pieno centro storico ed offre ai viaggiatori un “viaggio” nel mondo dell’artista attraverso 150 opere tra dipinti, disegni acquerelli, incisioni e un’installazione multimediale.

L’exhibition “è stata allestita in tempi record” come affermano gli organizzatori nel pieno rispetto del luogo, la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta fu la prima chiesa della citta di Napoli dedicata alla Vergine, i lavori di completamento finirono nel 1678.

La mostra dell’artista russo nato in Bielorussia e poi naturalizzato in Francia si divide in cinque sezioni in cui sono riassunti tutti i temi cari a Chagall: Infanzia e tradizione russa; Sogni e Fiabe; Il mondo sacro, la Bibbia; Un pittore con le ali da poeta; L’amore sfida la forza di gravità.
La mostra di Marc Chagall (1887-1985) ripercorre in ordine cronologico la sua lunga vita, i fruitori vivranno un’esperienza in maniera totalitaria dell’universo straordinario dell’artista, ogni opera non mai ha una linea definita di demarcazione tra il reale e l’irreale e risulta difficile discerne, le opere sono dipinte con pennellate dai tratti pesanti, ma anche dai tratti delicati quasi a sfiorare la tela; le sue opere offrono ai visitatori una gioia interiore nonostante tutto il suo vissuto fatto anche di tragedie come l’amore indissolubile per la moglie Bella scomparsa prematuramente nel 1944, il sentimento vero e profondo non finì mai di provare anche dopo la sua morte.

I dipinti “raccontano” le guerre del secolo scorso, la sua passione per il circo come nell’opera “Il gallo viola” perché dava a Chagall l’idea della libertà bohémien di Parigi di quando era bambino e aspettava un anno all’arrivo dei circensi nel suo villaggio, ricordi dell’infanzia, fiabe, poesie, religione, ogni opera è un racconto immaginifico.

Marc Chagall ha un rapporto profondo con spiritualità in sintonia con la Basilica della Pietrasanta e la città partenopea perché hanno un vissuto parallelo fatta di vicissitudini di sciagure, ma che hanno avuto sempre la forza di guardare la vita con lo stupore e la meraviglia. Il percorso espositivo offre l’installazione video con la “Dream Room” che dà al viaggiatore un’immersione totale dei dipinti e del mondo di Chagall, un’esperienza multimediale al passo con tempi.

La mostra “Chagall. Sogno d’amore”, realizzata con il contributo di “Fondazione Cultura e Arte” organizzata e prodotta dal “Gruppo Arthemisia”, dopo il successo conseguito a Napoli con la mostra di Escher al Pan Palazzo delle Arti di Napoli è risultata “la mostra più visitata dell’anno” come conferma l’Assessore alla Cultura e al Turismo di Napoli Nino Daniele durante la conferenza stampa.

La mostra vede come partner istituzionale il Museo archeologico Nazionale di Napoli, si avvale del patrocinio della Regione Campania, il Comune di Napoli con L’Assessorato alla Cultura e al Turismo, l’Arcidiocesi di Napoli, e in sintonia con la sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale , Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia, della Rettoria della Basilica di S. Maria Maggiore alla Pietrasanta e dell’Associazione Pietrasanta Polo Culturale ONULUS.




Bracciano, partiti i lavori di sistemazione delle strade: e il sindaco lancia l’hashtag #braccianononmanifesta

BRACCIANO (RM) – Il Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli lancia un hashtag: “#braccianononmanifesta, pensiamo a fare per Bracciano e ai lavori su 28 strade per rendere più sicura e decorosa la nostra città”.

“Davvero un tempismo perfetto per organizzare una “manifestazione popolare” per lamentare principalmente problemi di viabilità stradale e sicurezza. – Dichiara il primo cittadino – La pseudo protesta – prosegue Tondinelli – messa in piedi da qualche componente dell’opposizione in affanno, regista non troppo occulto, arriva nel periodo di maggior lavoro da parte dell’Amministrazione di Bracciano che dopo aver salvato il Comune dal dissesto finanziario asfalta, pulisce e mette in sicurezza ben 28 strade (oltre quattro già asfaltate) che versano in cattive condizioni”.

Tondinelli: “Pur di non finire nel dimenticatoio e distogliere pochi nostalgici di un era buia per Bracciano si organizza una specie di protesta che non porterà a nulla”

“Quando la città andava a rotoli – prosegue il sindaco di Bracciano – e abbiamo dovuto mettere le toppe ai danni del passato nessuno ha alzato la voce mentre adesso pur di non finire nel dimenticatoio e distogliere pochi nostalgici di un era buia per Bracciano si organizza una specie di protesta che non porterà a nulla. Dov’erano queste persone quando il Pd mandava il Comune in predissesto con un debito di oltre 9 milioni di euro ridotto dalla nostra amministrazione di oltre il 43% in soli 18 mesi come certificato dalla Corte dei Conti a sezioni riunite?”

Tondinelli: “Sinceramente ci viene da sorridere”

“Ci siamo sforzati ad interrogarci sui motivi che hanno spinto pochi signori in cerca d’autore a manifestare – commenta ancora Tondinelli – ma sinceramente non abbiamo trovato motivazioni valide se non la semplice constatazione che a Bracciano i vecchi personaggi della politica tentano di restare a galla sebbene non abbiamo più argomenti credibili per trascinare la cittadinanza in iniziative cieche e senza prospettive”.

Tondinelli: “Qualcuno ha provato anche a citare il teatro dell’assurdo ed è finito col collezionare figuracce. Ora provano a sbracciarsi pur consapevoli di non avere consenso”

“Che i cittadini andassero a vedere quali personaggi sono tra i promotori dell’iniziativa del 23 febbraio, persone che hanno portato alla rovina Bracciano. – Incalza il primo cittadino – Forse il fatto che verranno sistemate e asfaltate le nostre strade (asfaltatura vera e non rattoppi) infastidisce più di qualcuno che si è unito ad altri personaggi in ombra per darsi un senso. Ma loro non hanno la credibilità per promettere impegni che non hanno mai mantenuto”.

Tondinelli: “Fatti non parole. Ecco le foto con la prima fase dei lavori”

“#Braccianononmanifesta Bracciano non manifesta perché pensa a lavorare. – Questo l’hastag lanciato dal primo cittadino che prosegue nelle dichiarazioni – Per noi però, tutto questo è un segnale forte e chiaro che ci fa capire che stiamo facendo bene e stiamo facendo tanto. Ad un Hashtag devastante proponiamo la condivisione di un motto positivo: #braccianononmanifesta Bracciano non manifesta perché pensa a lavorare. Noi vi presentiamo intanto un reportage con tutte le immagini della prima fase di pulizia di alcune strade alla quale seguiranno il resto dei lavori programmati”.

730 mila euro per le strade di Bracciano

“Ricordiamo che abbiamo stanziato ben 730 mila euro per le strade di Bracciano. Quanti anni erano che non si sistemavano? Noi vogliamo condividere con la cittadinanza il piano di lavori che verranno fatti sulle strade di Bracciano ed è per questo che intendiamo aggiornarvi costantemente su quello che succede. La nostra politica del fare è ben diversa da chi manifesta senza prospettiva ne futuro positivo per Bracciano. È troppo facile fare la parte di chi critica e non agisce. Noi siamo per Bracciano e con Bracciano, sempre!”. Conclude Armando Tondinelli.




Ostia, riserva naturale: identificata baraccopoli e discarica abusiva

OSTIA (RM) – Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Gruppo di Ostia, unitamente ai Carabinieri del Gruppo Forestale di Roma e con l’impiego di un elicottero dell’Arma e di unità cinofile, nell’ambito di un predisposto progetto di riqualificazione delle aree ricadenti nella riserva naturale del litorale romano, hanno effettuato dei capillari controlli tra l’Idroscalo di Ostia, a ridosso della torre monumentale di Tor Boacciana e nella vicina oasi naturalistica della Lega Italiana Protezione Uccelli (utilizzata per il recupero della fauna selvatica).

L’elicottero
dell’Arma, che dall’alto aveva ampia visione del territorio, ha segnalato al
personale a terra la presenza di una
baraccopoli: i Carabinieri hanno esplorato le zone indicate, rinvenendo,
nascosti da un fitto canneto, 27 capanni in
legno e in lamiera completamente abusivi. In alcune baracche, inoltre, sono
state trovate delle bombole di gas G.P.L., evidentemente utilizzate per
riscaldare i cibi e gli ambienti. In un vicino appezzamento di terreno, i
militari hanno rinvenuto anche una discarica di rifiuti urbani e speciali – tra
cui frigoriferi non funzionanti – per un volume di circa 30 metri
cubi.

Le
violazioni accertate sono quelle riguardanti la disciplina delle aree protette,
le opere eseguite in assenza di autorizzazione su beni paesaggistici, il getto
pericoloso di cose e il deturpamento di bellezze naturali.

Al
termine dell’ispezione, le bombole sono state messe in sicurezza dai Vigili del
Fuoco e i due terreni (per una superficie complessiva di circa 6.000 mq, 300 dei
quali ricadenti nella riserva naturale) sono stati sequestrati e dati in
consegna al personale del Dipartimento Tutela Ambiente del Comune di Roma
Capitale, in attesa della conseguente bonifica da parte degli operatori dell’AMA
che ripristineranno lo stato dei luoghi.

Nell’ambito
della stessa attività, i Carabinieri hanno identificato numerose persone e
arrestato un cittadino romeno di 29 anni, in esecuzione di un mandato di arresto
europeo emesso dalle Autorità romene per violazioni in materia di ordine
pubblico e per reati contro la persona. L’uomo è stato rinchiuso nel carcere di
Regina Coeli.

Un
altro cittadino romeno di 56 anni e residente ad Anzio, invece, è stato sorpreso
ad Ostia in violazione del provvedimento di divieto di dimora nel Comune di Roma
emesso della Procura della Repubblica di Roma. L’uomo è stato, quindi,
denunciato a piede libero per inosservanza dei provvedimenti delle
Autorità.

Altri
controlli sono stati eseguiti sul litorale dai Carabinieri di Ostia con la
collaborazione dei militari dell’Ispettorato Tutela del Lavoro, in relazione al
rispetto delle norme igienico-sanitarie e di tutela del lavoro, all’esito dei
quali è stata individuata una 24enne, titolare di un ristorante lidense, che
aveva alle proprie dipendenze un lavoratore irregolarmente assunto; la donna è
stata denunciata per l’impiego di personale non contrattualizzato e la sua
attività imprenditoriale è stata sospesa.




Monterotondo, sgominata la banda dell’ecstasy: in manette 24 persone

MONTEROTONDO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di dieci persone (6 custodie cautelari in carcere, e 4 agli arresti domiciliari), emessa dal GIP del Tribunale di Tivoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per il reato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Nello stesso contesto operativo, su disposizione della Procura della Repubblica di Tivoli, sono state eseguite numerose perquisizioni nei comuni di Monterotondo e Mentana.

L’indagine, avviata nel mese di ottobre 2017, a seguito di alcune segnalazioni ed arresti di giovani ventenni per spaccio nel centro storico eretino, interessato nel fine settimana dal fenomeno della “movida”, ha consentito di individuare un gruppo ben organizzato di soggetti, in contatto tra loro, dediti allo spaccio di hashish, cocaina e droghe sintetiche.

L’operazione è stata denominata convenzionalmente “Pincetto”, perché i soggetti coinvolti nell’indagine, avevano fatto dell’omonimo slargo, posto al centro della zona medioevale di Monterotondo, il luogo ove davano appuntamento ai loro “clienti”, spesso nascondendo lo stupefacente negli alloggiamenti dei contatori delle utenze domestiche, presenti nei vicoli del centro storico.

Nel corso delle indagini è stata accertata, tra l’altro, la responsabilità di uno degli odierni arrestati nel danneggiamento a seguito di incendio, occorso il 16.03.2018, della porta di ingresso del Pub denominato “THC Meno”, abilitato alla vendita di “cannabis light” e con sede in via Nazario Sauro. A conferma delle sue responsabilità, il giovane, rintracciato dopo 2 giorni dall’accaduto, presentava delle ustioni al labbro superiore compatibili con la fiammata che aveva provocato. Le successive indagini hanno consentito di individuare il movente dell’incendiario nella volontà di danneggiare il negozio di cannabis legale che, aperto meno di una settimana prima del fatto delittuoso, intralciava la sua attività di spaccio che si svolgeva proprio in quella zona.

Inoltre, le investigazioni hanno accertato la responsabilità di 4 indagati nello spaccio di “ecstasy, presso alcuni locali del quartiere di Montesacro a Roma.

Le complesse indagini – condotte attraverso le intercettazioni telefoniche e numerosi servizi di pedinamento – hanno consentito negli scorsi mesi di eseguire 14 arresti in flagranza (che si aggiungono alle 10 misure cautelari eseguite oggi) e di sequestrare 800 gr di hashish, 37 gr cocaina, 131 gr di marijuana e 975 gr di “ecstasy”, oltre alla somma di 2.994,00 euro in contanti, quale provento dello spaccio.

Ancora una volta, l’impegno delle forze dell’ordine, specificamente dell’Arma dei Carabinieri, coordinate della Procura della Repubblica, ha consentito di intervenire su un pericoloso sistema criminale, con l’arresto di numerose persone per le quali il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati contestati, con sequestri di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente destinata alla vendita.




Grottaferrata, 10 anni di Consiglio dei Giovani: un vero e proprio record

GROTTAFERRATA (RM) – Dieci anni di Consiglio dei Giovani, un record per la cittadina dei Castelli Romani che il prossimo 17 marzo si appresta ad eleggere l’assise giovanile per la sua terza volta.

Il traguardo è stato celebrato a Grottaferrata dai consiglieri grottaferratesi uscenti che hanno idealmente accolto, dando vita a un interessante confronto di esperienze, i giovani rappresentanti di altre città della provincia di Roma, come Valmontone e Albano, consigli neonati, e Capena, fino ad arrivare alle testimonianze di realtà assai diverse, come quella di Priverno in provincia di Latina, da dove i ragazzi si sono fatti portavoce di un fenomeno esattamente opposto a quello di Roma e provincia: la migrazione, spesso senza ritorno, dei giovani con la difficoltà, evidentemente legata per lo più a questo problema, di portare avanti sui loro territori qualsiasi progetto che possa riguardare una fascia di cittadini che nella maggior parte dei casi scelgono di andare via.

Autorevoli i contributi degli illustri relatori da Lorenzo Sciarretta, delegato alle Politiche giovanili della Regione Lazio che ha premiato l’ottimo risultato di Grottaferrata con una targa giunta direttamente dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti e ha sottolineato l’impegno che l’amministrazione regionale intende portare avanti per riattivare il rapporto con le associazioni e i gruppi giovanili, anzitutto rifinanziando dopo tanti anni proprio i Consigli dei giovani attraverso un bando: “perché crediamo che sia importante riaprire le porte alle giovani generazioni con l’amministrazione che diventa una casa di vetro dove i ragazzi possono formarsi, partecipare, offrire i loro consigli con l’obiettivo più alto: cambiare il punto di vista, il parametro di governo delle città per dare vita a comunità che siano a misura dei più deboli, cioè a misura di tutti”.

Importante il contributo di Massimiliano Monnanni, già dirigente della Regione Lazio che fu impegnato nel cammino istitutivo dal punto di vista legislativo regionale dei Consigli dei Giovani.

“Fa piacere vedere dopo dieci anni che l’istituto del Consiglio dei Giovani è vivo e vegeto e anzi, grazie al nuovo impulso che intende dare la Regione Lazio, si accinge a tornare protagonista del futuro delle politiche giovanili, essendo proprio l’ente regionale organo di garanzia, già individuato da noi all’epoca, che più di altri può dare la spinta a questo tipo di istituti che devono mantenere la loro autonomia rispetto agli altri equilibri presenti nella politica locale e all’interno delle dinamiche dello stesso comune di appartenenza. Ciò che dovrà essere ripreso è il valore del fare rete tra comuni, metodo che favorisce lo scambio e il miglioramento reciproco di situazioni talora diversissime tra loro. Quello che continua a capitarmi dopo dieci anni – ha concluso Monnanni – è reincontrare sindaci o assessori di oggi passati per l’esperienza del Consiglio dei giovani che evidentemente ha favorito anche il ricambio generazionale degli amministratori”.

Folta la rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Grottaferrata. In rappresentanza del sindaco Luciano Andreotti sono intervenuti il vicesindaco con delega alla Cultura, Luciano Vergati il quale ha sottolineato come nei dieci anni trascorsi Grottaferrata abbia “sperimentato nella pratica i buoni risultati che un percorso del genere può dare. Molti dei nostri più giovani rappresentanti in Amministrazione si sono formati in maniera ottimale proprio nel Consiglio dei Giovani. Vi assicuro che pur nella scarsezza di mezzi e risorse l’Amministrazione comunale continuerà a supportare il Consiglio dei Giovani in tutti i modi possibili. Al Comune troverete sempre le porte aperte”.

A salutare la platea anche il delegato alle Politiche Giovanili, Federico Pompili che ha raccontato la sua personale esperienza di primo degli eletti in Consiglio comunale “certamente supportato da numerosi coetanei” e ha quindi voluto ringraziare per l’impegno particolare tutti i consiglieri uscenti e in particolare l’associazione Cittadini per il Bene Comune promotrice dell’evento e collante tra le varie realtà giovanili sul territorio”.

La serata è stata condotta da Mirko DI Bernardo, assessore alle Politiche scolastiche del Comune di Grottaferrata che nel convegno ha rappresentato la testimonianza vivente del decennale del Consiglio dei Giovani, essendo stato proprio lui, oggi assessore della giunta Andreotti, il primo presidente del Consiglio dei Giovani di Grottaferrata che in conclusione dell’appuntamento ha voluto ricordare le elezioni del 17 marzo invitando i ragazzi grottaferratesi tra i 15 e i 25 anni a candidarsi per il rinnovo del Consiglio: “Ringrazio i consiglieri attuali, quelli del precedente Consiglio e tutti gli amici coi quali ho condiviso passioni, sogni, emozioni, progetti, delusioni e soddisfazioni. A tutti loro dico grazie dal cuore perché anche le esperienze relazionali più dure e difficili mi hanno in realtà aiutato a cresce e migliorare a livello esistenziale e personale. Alla fine questa esperienza di impegno è stata per me un laboratorio di vita e di promozione umana, di innovazione civile dove è stato possibile sperimentare itinerari di cittadinanza attiva e di responsabilità pubblica. Partecipate per dare un consiglio al Comune”.




Napoli, solidarietà: bagno di folla all’incontro “Simmo ggente ‘e core”

NAPOLI – Bagno di folla presso il Teatro Augusteo di Napoli all’incontro dal titolo “Simmo ggente ‘e core” sabato 26, un momento di incontro per tutte le persone che hanno partecipato o che intendono ancora partecipare all’iniziativa di solidarietà lanciata dal Comune di Napoli, in merito alle recenti operazioni di soccorso per i migranti, condotte da Sea Watch e Sea Eye.

All’incontro
erano presenti il Sindaco Luigi de Magistris e gli assessori Enrico Panini,
Laura Mormorale e Monica Buonanno, all’evento hanno inoltre partecipato tantissime
persone provenienti da tutta Italia, dall’estero e di tutte età, ci sono stati momenti
di grande commozione tra i partecipanti che hanno esposto la loro posizione e
pronti sempre alla solidarietà, insieme per ricordare di “Restare umani”, e di
ristabilire i diritti umani di fronte a persone che scappano e cercano un nuovo
futuro.

Sul palco
del Teatro augusteo partenopeo hanno esposto in tanti e anche un 17enne
studente napoletano, egli infatti ha ricordato: ‘se si ha paura che
l’intrusione di razze diverse l’Italia cambi, ma la domanda da porre a Salvini
è “non si ha paura che l’Italia cambi di fronte all’indifferenza di persone sfortunate
che andranno di sicuro incontro alla morte?” non è un incontro politico, ma un
incontro di diritti’.

Come si ricorderà il 4 gennaio scorso, a poche ore dalla pubblicazione sul sito del comune di Napoli, del form per offrire aiuto ai migranti delle due navi bloccate in mare, arrivarono migliaia di adesioni da Napoli, da tutta Italia e da connazionali residenti all’estero. Complessivamente, le manifestazioni di solidarietà sono arrivate ad oltre 5600, giunte anche da città europee e addirittura da altri continenti. Vestiario, donazioni, alimenti, alloggi e imbarcazioni, ma anche offerte di prestazioni professionali specifiche, da quelle mediche a quelle psicologiche, dai traduttori e perfino da sommozzatori. E’ stato un momento di riflessione per capire cosa siamo disposti a donare e cosa non siamo disposti a PERDERE quando si fa solidarietà, combattere la non conoscenza, fatta di superstizione, ignoranza e indifferenza, creare insieme uno scambio esperienziale. Durante l’incontro si è ricordato che la democrazia sta morendo senza l’umanità e non è progresso lasciare morire a mare, si è ricordato una frase di Liliana Secre  reduce dell’Olocausto “pensare ai bambini invisibili”, alle persone che pur non hanno taccia di loro ma, che ESISTONO e il Sindaco de Magistris ricorda che: “Napoli non può accettare che il mare diventi un cimitero” .

Giuseppina Ercole




Giorgio Giardino, un modello figlio della Tuscia

VITERBO – Qualcuno definì la giovinezza “primavera di bellezza” nel ritornello di una canzone del Ventennio che inneggiava al patriottismo.

I tempi sono cambiati e con essi la società e le idee, ma la nostra Italia non ha smesso di generare campioni di “Italica bellezza”, che vivono la loro primavera esprimendo talento e capacità personali in ogni ambito.

La bellezza, estesa nel concetto più ampio all’intelligenza e alla sensibilità artistica, può essere uno strumento di realizzazione del proprio futuro.

Grazie alla televisione e ai social tutti i giovani possono avere la possibilità di dare visibilità alle loro capacità. New Generations TV, trasmesso dall’emittente Gold TV canale 17 del digitale terrestre, è stato il palinsesto che ha fatto mostra di campioni rappresentativi della bellezza italiana, creando una opportunità a possibili futuri talenti.

Tra questi giovani, dalla terra che fu del grande popolo Etrusco, si è distinto il diciassettenne vetrallese Giorgio Giardino in qualità di modello e indossatore, che come un giovane guerriero etrusco mostra tutta la fierezza dei suoi giovani anni. Dopo la partecipazione a New Generations, Giorgio è stato invitato a varie trasmissioni televisive e radiofoniche, mostrando naturalezza e umiltà, doti indispensabili per chi punta a mete più ambiziose.

Ultima apparizione pubblica di Giorgio Giardino è stata alla Casa del Musical – Nuovo Centro Danza di Viterbo, invitato dalla direttrice della scuola, l’attrice Laura Leo.

L’incontro è stato ulteriormente interessante per la presenza del coreografo/regista Gabriel Glorioso, della Casa del Musical di Agrigento in Sicilia, altra terra capace di generare talenti in ogni ambito artistico.
Per Giorgio ognuna di queste apparizioni è una piccola tappa che contribuisce alla sua esperienza e alla sua formazione artistica.
L’auspicio è che, questo figlio della Tuscia, si impegni in futuro per acquisire una buona preparazione che possa aprirgli le porte del grande schermo e possa diventare un volto famoso, orgoglio di Vetralla e della sua famiglia che lo sostiene.

Vincenzo Giardino




Ferrovia Roma-Viterbo: Regione Lazio di nuovo condannata per le barriere architettoniche

La Corte di Appello di Roma ha nuovamente condannato la Regione Lazio, rigettando il ricorso presentato contro l’Ordinanza n. 3051 del 2016 emessa, dal Tribunale di Tivoli, in favore, della signora Maria Cristina Abballe di Rignano Flaminio. Impossibilitata a usufruire della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo per gli spostamenti giornalieri con il figlio Alessandro, affetto da una grave disabilità sia motoria che cognitiva e costretto alla sedia a rotelle, per la presenza delle barriere architettoniche nelle stazioni extraurbane della linea che l’Ente “aveva l’obbligo di eliminare”.

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L’odissea di Maria Cristina è ampiamente conosciuta, anche negli ambienti di Atac, tanto da suscitare sdegno e stupore nell’opinione pubblica. Nell’ottobre del 2014 è stata al centro di un’inchiesta condotta dal giornalista Luca Teolato de Il Fatto Quotidiano, attraverso la quale è stato possibile conoscere le criticità, quotidiane, che la signora incontrava – e incontra – nel raggiungere la banchina della stazione e nel salire/scendere dai convogli ferroviari.

Temi
cardini dell’atto presentato il 29
gennaio
di quello stesso anno dall’avvocato Marianna De Collatore, legale della donna, presso il competente
Tribunale Civile di Tivoli. Con l’obiettivo, evidente, di riconoscere ad
Alessandro il sacrosanto diritto alla mobilità, palesemente negato benché
sancito dalla Costituzione Italiana.

Dopo
la vittoria in primo grado è giunta la conferma in Appello, con la sentenza
emessa l’8 gennaio scorso. “La Corte – spiega l’avvocato De Collatore – ha
chiaramente condiviso la tesi secondo la quale il concetto di stazione principale, ove vi è l’obbligo
di abbattere tali barriere, non è normativamente definito e che ad ogni modo
questa disparità di trattamento tra stazione principale e non, rappresenterebbe
una discriminazione, nelle more di quanto affermato in primo grado.  E che comunque la stazione di Rignano è sempre
presenziato da personale come ammesso dalla Regione e pertanto comunque è da considerarsi principale”. “In primis ha
rigettato l’eccezione di incompletezza del Giudice della Regione – prosegue il
legale – in quanto questa materia è specificatamente regolata da legge ad hoc che prevede competenza del
Giudice ordinario in luogo del Giudice amministrativo, ovvero il TAR”.

All’epoca
del ricorso, e fino al 2017, Alessandro frequentava la scuola Leonardo Vaccari con sede in Roma (viale Angelico), che si occupa
della riabilitazione psico-fisica e della integrazione didattica sociale dei
disabili, mediante cure cliniche necessarie e terapie riabilitative, nonché
della loro istruzione fino al conseguimento dell’obbligo scolastico e,
successivamente della loro formazione professionale in apposite strutture. E
Maria Cristina per poterlo accompagnare all’istituto, ma anche per tutti gli
altri spostamenti giornalieri, utilizza la stazione ferroviaria di Rignano che
rientra nella tratta extraurbana della Viterbo. Caratterizzata “dalla presenza di barriere architettoniche
recita il documento della ricorrente – che,
di fatto, rendono difficoltoso la salita e discesa dai treni ed in generale
l’accesso alla stazione medesima
”.

Una
storia segnata da contraddizioni e discrepanze, appalesate dagli atti ufficiali
emessi sia dalla Regione che da Atac, uscita comunque indenne nel procedimento
giudiziale. C’è un passaggio, memorabile, che potrebbe fugare ogni dubbio al
riguardo, una sorta di cortocircuito istituzionale. Va detto che prima ancora
di formalizzare il ricorso in Tribunale l’Abballe, dopo i tanti tentativi per
risolvere il problema rilevati infruttuosi, stremata, inviò, come extrema ratio, una raccomandata
(Protocollo 01594465) alla Legione dei Carabinieri Lazio di Rignano,
e per conoscenza alla Regione nonché all’Azienda Capitolina. Quest’ultima
rispondeva discolpandosi di qualsiasi addebito a suo carico, precisando che
“l’infrastruttura ferroviaria è di proprietà della Regione Lazio ed Atac che ne
è l’esercente” e che altresì “deve sottostare alle indicazioni ed approvazioni
del proprietario. Tutte le stazioni della tratta ferroviaria
extraurbana hanno ancora la presenza di barriere architettoniche
”. Peccato
che di lì a poco Atac medesima ha poi proceduto all’installazione dei tornelli
a tripode
, utilizzati fino a quel momento nella Linea A e B della metropolitana, proprio nell’atrio di quelle
stazioni (Riano, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Rignano Flaminio, S. Oreste,
Civita Castellana e Viterbo). Tornelli che, avendo una larghezza di soli 60
centimetri di apertura, “costituiscono – secondo quanto evidenziato dalla
Regione nella nota 393069 del 14/09/2012un’ulteriore barriera
architettonica
”, tale da “aumentare l’inaccessibilità
all’infrastruttura ferroviaria nel suo complesso”. Tuttavia, è stata la Regione
stessa, insieme al Ministero delle
Infrastrutture
(nota 2757 del 30/10/2012), a concedere il nulla osta
per quell’installazione. Ciò rappresenta soltanto un fulgido esempio delle
incoerenze riscontrate lungo il cammino giudiziale.

Infatti,
scorrendo il carteggio si scopre la volontà aziendale di procedere all’acquisto
“di idonea attrezzatura per il sollevamento delle carrozzelle ad altezza del
pavimento del treno per consentire l’ancoraggio delle carrozzelle stesse – protocollo
Atac 132466 del 20/09/2012 – qualora codesta Regione Lazio concordi”. Tanto da
presentare nei mesi successivi, con nota 182049
del 9/01/2013, il progetto pilota
per l’accesso al treno ai diversamente abili nelle stazioni extraurbane ed
urbane. Questo evidenzia, indiscutibilmente, il mancato superamento del
problema, al netto quindi dell’installazione dei tornelli. E lo dice a chiare
lettere la Regione Lazio nella missiva 14567
dell’11 gennaio 2013, dove afferma e
riconosce la “necessità di intraprendere, da subito, un percorso volto al progressivo
abbattimento delle barriere architettoniche presenti sulla tratta extra urbana

della ferrovia Roma – Civita Castellana – Viterbo, nelle more del necessario e
definitivo innalzamento di tutte le banchine”.

In
seguito, però, quando l’avvocato De Collatore ha provveduto, nel novembre del 2013 (prot. n. 176449), “a mettere in mora le Autorità
interessate”, la Regione dava riscontro (prot. n. 176449), sottolineando come l’abbattimento delle barriere architettoniche
fosse già stato effettuato nella stazione di Rignano, mediante l’apposizione “di un
cancello, regolarmente funzionante a fine banchina del binario I, lato Viterbo.
Mediante un citofono si chiama l’operatore di stazione che apre manualmente il
cancello
”. Il responsabile regionale del procedimento proseguiva
assicurando come “il passaggio da tale cancello avvenga in totale sicurezza”. E
lo stesso fece l’Azienda il 18 dicembre, attraverso il proprio legale. Che,
previa negazione implicita dell’accesso agli atti amministrativi, rimarcava che
“con decorrenza dal 21 gennaio 2013,
anche
presso la Stazione di Rignano Flaminio sarebbe stato disponibile un cancello di
ingresso a livello di banchina separato ed autonomo rispetto all’ingresso dei
passeggeri normodotati e dotato di campanello di avviso per il personale di
servizio tramite cui l’utente disabile, previa attivazione della suoneria,
avrebbe potuto accedere alla banchina della Stazione
”. Da ultimo il
legale dell’Azienda si “professava sorpreso – ha incalzato la De Collatore nel
ricorso – dalla richiesta di abbattimento delle barriere architettoniche che, a
suo dire, non esistevano da quasi un anno”.

Tutto
era risolto secondo i diretti interessati. Al punto che l’acquisto degli
elevatori e l’innalzamento delle banchine, come anni prima fece la compianta Met.Ro. nella tratta urbana, sono
rimasti su carta. Incredibilmente. “Vi è un mutamento nei progetti iniziali –
ha relazionato l’avvocato della signora Abballe -, gli unici lavori effettuati
da Atac, per come dalla stessa comunicato, riguardano la installazione di
tornelleria di ingresso, di cui non è dato conoscere il nominativo del
responsabile del procedimento, e l’apertura di cancelli nelle stazioni extraurbane,
ivi inclusa Rignano, che conducono direttamente alle banchine”.

Ma
la realtà è ben lontana da quanto prospettato: “le ridotte dimensioni dei
tornelli di ingresso non consentono il passaggio dei disabili su carrozzina – scrive
la De Collatore nel ricorso – il cancello laterale aperto per il passaggio
diretto sulla banchina non permette un accesso agevole e sicuro ad Alessandro.
Ciò è pur vero se si considera che la strada [laterale alla stazione di Rignano NDR] con una pendenza superiore
all’8% che conduce verso il predetto ingresso verte in una situazione di
degrado totale, assenza di asfalto e presenza di brecciolina”. Inoltre, “il
piazzale di riferimento dal quale si deve necessariamente passare per raggiunge
il predetto cancello non è stato ancora ristrutturato. Ed ancora il posto
invalidi che, le controparti sostengono di aver riservato alla Signora versa in
uno stato di degrado totale oltre che essere caratterizzato dalla presenza di
pozze di ristagno di acqua meteorica dovuta proprio alle irregolarità del
terreno ed all’assenza di accorgimenti per la convogliazione ed il relativo allontanamento
dell’acqua piovana. A ciò si aggiunga, altresì, che è tutt’ora presente l’ex
magazzino pericolante, in attesa di essere abbattuto, e che, in ogni caso,
l’apertura del predetto cancello è vincolato alla presenza di un operatore e
l’altezza del pulsante di richiesta non è assolutamente plausibile per le
persone diversamente abili”. E ancora: “poniamo per assurdo ma non improbabile
che, nel mentre la ricorrente si trova con il figlio davanti al cancello magari
in una giornata di pioggia (assenza di adeguato riparo) e proprio in quel
momento l’operatore si assenta per qualsiasi ragione, chi e cosa assicurerebbe
il passaggio alla carrozzina di Alessandro che, lo si ribadisce, non riesce ad
entrare dai tornelli di ingresso?”. Come si evince dal servizio de Il Fatto e
dalle immagini della perizia di parte.

Nell’Ordinanza 3051/2016 del 17/03/2016,
il Tribunale di Tivoli nella persona del Giudice
Marco Piovano
provvedeva ad accogliere l’istanza dell’Abballe e per effetto
ordinava alla Regione Lazio “di realizzare dalla data della presente decisione,
le seguenti opere presso gli impianti della stazione ferroviaria di Rignano
Flaminio secondo un piano che preveda: a) sistemazione, così come previsto in
motivazione, della strada di accesso secondario alla stazione b) installazione
di sistema di accesso al locale biglietteria; c) installazione di pedane per la
salita sui treni; d) installazione si scivoli per il passaggio sui binari”. Non
solo. “Per l’effetto, condanna la Regione Lazio, in persona del legale
rappresentante pro tempore, al pagamento in favore di Abbale Maria Cristina,
nella sua qualità di genitore esercente la potestà sul minore Abbale
Alessandro, della somma di €. 3.000,00, oltre interessi legali come in
motivazione” e “pone a definitivo carico della Regione Lazio, in persona del
legale rappresentante pro tempore, le spese di CTU”. “Condanna la Regione Lazio
al pagamento in favore dell’Erario delle spese di giudizio nella misura di €.
2.176,20, oltre agli accessori dovuti”.

Nella
sentenza di primo grado, infatti, il Giudice Piovano riconosce la Regione Lazio
quale “proprietaria degli impianti della stazione ferroviaria in questione e,
tale veste legittimata passivamente”, per effetto del DLgs 422/1997 e “dell’Accordo di Programma 22.12.1999”, secondo il quale all’Ente “sono state assegnate a fa
tempo dell’1.1.2000, le funzioni di
programmazione e amministrazione inerenti la rete di trasporto ferroviario”. “Per
le stesse ragione va dichiarata la carenza di legittimazione passiva dell’Agenzia del Demanio, così come pure
dell’Atac SpA, non proprietaria, ma gestore della linea secondo il contratto di
servizio inter partes il cui art. 22 sancisce come sia la Regione tenuta a ‘promuovere azioni per consentire l’accesso
al servizio delle persone diversamente abili
’”. “Non vi è dubbio –
esaminata la relazione, la piantina e le fotografie a corredo sia affatto o
difficilmente fruibile dalle persone con disabilità. Detta situazione è
oggettivamente discriminatoria
e, contrariamente a quanto sostenuto dai
resistenti Atac e Regione Lazio, anche l’avvenuta installazione del cancello
apribile su richiesta, posto al termine della strada (il secondo accesso
indicato dal CTU) non consente di ovviare ad alcunché, stante la condizione
della strada medesima (non solo in salita per il primo tratto, ma sterrata e
sassosa, certo non percorribile, non solo autonomamente dal disabile, ma anche
con l’assistenza di un ausiliario, se non con la macchina)”.

Inoltre,
“Il richiamo che i resistenti [Regione e
Atac NDR
] fanno all’art. 25 DPR 503/1996 in riferimento all’obbligo di
predisporre idonei meccanismi per consentire l’accesso ai disabili solamente
nelle stazioni principali, è incompleto; infatti, come sopra
rammentato, ai sensi del settimo comma del predetto articolo, le norme del
presente regolamento non sono vincolanti
per gli edifici e per gli impianti delle stazioni e delle fermate
impresenziate, sprovviste cioè di personale ferroviario sia in via temporanea
che in via permanente
; è quindi la stessa norma che, nella sostanza,
stabilisce quali siano le stazioni non principali, cioè non vincolate, facendo
riferimento alle stazioni non presenziate, cioè prive di personale, permanente
o temporaneo: tra queste, non può essere
fatta rientrare quella di Rignano
Flaminio,
che è stazione a fermata obbligatoria (cfr. sito dell’Atac) e dove la presenza,
sia pur temporanea, del personale è invece assicurata, così come di fatto ammesso
dalla stessa difesa dei resistenti principali e da come si deduce dal ripetuto
richiamo della possibilità delle persone disabile di utilizzare il cancello
apribile previo avviso citofonico al personale addetto. La stazione in parola è
quindi da considerarsi principale ai sensi del citato art.
25, con ogni conseguenza prescritta”.

Ordinanza che, come anticipato, è stata confermata dalla Prima Sezione Civile della Corte di Appello di Roma, con la sentenza 85/2019 pubblicata l’08/01/2019. “L’appello principale [della Regione ndr] è infondato”, scrivono i Giudici. “Una volta accertato che la Regione aveva l’obbligo di eliminare le barriere architettoniche, ne discende la sussistenza di una discriminazione indiretta ai sensi dell’art. 2 terzo comma L.67/06 , attesa l’idoneità della condotta emissiva dell’amministrazione a porre Abbale in una condizione di svantaggio rispetto alle altre persone; onde non paiono affette da illegittimità le statuizione del Giudice di primo grado in ordine al danno non patrimoniale”. Pertanto la Corte “rigetta l’appello della Regione Lazio; condanna la Regione Lazio alla refusione delle spese· che liquida in euro 6.500 ·per compensi oltre accessori in favore di Maria Cristina Abbale, nella qualità, con distrazione in favore del difensore; in euro 6.500 per compensi in favore di Atac spa; in euro 5.500 per compensi in favore dell’Agenzia del Demanio”.

“Siamo
in attesa di spontanea esecuzione delle disposizioni impartite nella Ordinanza
di primo grado – incalza l’avvocato De Collatore – , confermata in sede di
appello, ovvero di tutti i lavori di rifacimento della stazione di Rignano
Flaminio diretti ad abbattere le barriere architettoniche che ancora ad oggi
impediscono ad Alessandro, come anche a tutti i diversamente abili, di
utilizzare liberamente la stazione stessa, nonché di provvedere al risarcimento
del danno subito da Cristina pari ad euro 3000,00 oltre interessi nonché a
provvedere alla pubblicazione dell’ordinanza del dott. Piovani sul quotidiano
indicato”. Con l’avvertenza che qualora “tale spontanea esecuzione da parte della
Pubblica Amministrazione continuerà a difettare, si azionerà giudizio di
ottemperanza e/o riceduta esecutiva, con aggravio di spese per la Regione
Lazio, al fine di ottenere la tutela del diritto soggettivo di Alessandro a
muoversi liberamente”.

David Nicodemi




Roccaraso, l’ingegnere biomedico Irene Tagliente è campione del mondo di Snowkite formula Special GPS categoria Snowboard

L’italiana  Irene Tagliente, ingegnere biomedico è la vincitrice del Mondiale di Snowkite formula Special GPS categoria Snowboard, appena terminato sulle montagne del comprensorio sciistico di Roccaraso.

L’evento si inserisce all’interno di un tour mondiale riconosciuto dall’IKA (International Kiteboarding Association), membro di World Sailing. Nello Snowkite l’atleta si fa trainare dal vento sulla neve, con sci o snowboard. Nato dall’unione tra un’ala da kitesurf e gli sci o lo snowboard per “navigare” sulla neve e seguire il vento, è uno sport in cui intuito, spirito di libertà e sicurezza non possono mancare: lo snowkite è come uno skilift ma porta il rider dove vuole, sul piano, in salita ed in discesa.

La particolarità della tappa di Roccaraso consiste nell’adozione dell’innovativa Formula Gps nella quale gli atleti sono dotati di un sistema di tracciamento che registra costantemente i loro movimenti ed un software che valuta le loro performance. Gli atleti sono chiamati a compiere, in sessioni di gara di 60 minuti, più chilometri, più variazioni in altezza e più distanza dal punto di partenza. Non più percorsi prestabiliti dunque, ma totale libertà nella scelta dei tracciati. Una scelta in controtendenza rispetto alle regate classiche che utilizzano le boe per delimitare il campo di gara. La scelta del format GPS ha richiesto la costruzione di software dedicato che gli organizzatori sentono di dover portare avanti ed estendere ad altre discipline. Per garantire la massima sicurezza gli atleti, oltre al sistema GPS, portano al seguito ARVA, pala e sonda. Per prevenire i rischi l’organizzazione, durante le fasi del rider meeting, segnala le zone con maggiori pericoli e le zone con pendenze importanti.

Il contesto montano è per sua natura sottoposto a maggiore variazione nella direzione e nell’intensità dei venti dovuti alla variazione di altitudine ma soprattutto alla conformazione delle montagne stesse. Questo comporta che nel giro di pochi metri un rider possa avere buone condizioni di vento o condizioni di vento assente. Ebbene l’abilità dei più bravi consiste non solo nella velocità e nel coraggio bensì nella capacità di interpretare correttamente queste variazioni e nello scegliere il percorso con le condizioni meteorologiche migliori.

La location di Roccaraso garantisce 4 spot a seconda della direzione del vento, dando più possibilità di tempi di gara. L’organizzazione individua giorno per giorno le diverse location dell’evento. A Roccaraso ci sono ampie zone con pendii non eccessivamente ripidi e con assenza di alberi. Condizioni essenziali per la pratica dello snowkite in sicurezza. Inoltre la presenza di impianti di risalita efficienti e ben distribuiti consentono uno spostamento molto rapido nei diversi campi gara.

La neo campionessa del mondo di Snowkite Irene Tagliente vede le sue origini nella pratica dello snowboard ed una grande passione per il Kiteboarding. Dopo aver partecipato a 4 Campionati Italiani nella disciplina Freestyle, nel 2016 si è classificata 8° per la stessa disciplina ai campionati mondiali nella categoria Freestyle, nel 2017 inizia a seguire la formula TT-Race classificandosi prima di Categoria Master agli Italiani e seguendo giovani leve promettenti in vista delle Olimpiadi Giovanili come Coach e Rappresentante di Classe per il Lazio. Dopo anni di lavoro come libero professionista e ricercatrice dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’, nel 2018 entra a far parte dell’Area Emergenza della Croce Rossa Italiana come Coordinatrice del Centro Operativo Emergenze di Bari prima e successivamente Responsabile di Struttura del Nucleo Pronto Intervento di Marina di Massa. Contestualmente segue la formazione da Ufficiale di Regata per la Federazione Italiana Vela affinando la comprensione dei regolamenti ed affiancando Presidenti di Regata nel corso delle competizioni.

Dopo diverse sessioni di allenamento, nel tempo libero, ha voluto fondere le sue passioni e competenze ottenendo il tanto ambito Titolo Mondiale.

Il mondiale di Roccaraso, che vede Niccolò de Simone come organizzatore, è stato patrocinato dall’International Kite Association (IKA) unico ente internazionalmente riconosciuto. La IKA da anni segue da vicino la naturale estensione del Kiteboarding più conosciuto, quello in mare, sostenendo e regolamentando la disciplina dello Snowkite nelle sue forme.  A Roccaraso erano presenti anche il Presidente IKA Mirco Babini, e Simone Vannucci già CT della Nazionale Olimpica Juniores di Kitesurf.

La storia sportiva e accademica di Irene Tagliente è molto interessante. Chi ha detto che muscoli e cervello sono “alternativi”? E chi ha detto che la bellezza femminile non si accoppia all’intelligenza? Stereotipi di antica data, ormai per fortuna in fase di superamento, grazie anche ad esperienze come quella di Irene, protagonista ai mondiali di kiteboarding – sport da poco incluso nelle discipline olimpiche – dove ha raggiunto l’ottava posizione nella categoria Freestyle e ora campione del mondo di Snowkite formula Special GPS.

 Irene Tagliente è laureata in Ingegneria Clinica all’Università La Sapienza di Roma e in Ingegneria Biomedica all’Università di Firenze. Specializzata nella R & S di soluzioni IT per l’assistenza Telemedicina, è abilitata alla professione di Ingegnere Senior – Sezione Ingegneria Industriale. Ha conseguito l’Alta Scuola Specializzazione in Economia con Master in Compliance& Management: Prevenzione del rischio di non conformità dei Processi Organizzativi Aziendali alla Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma. Irene, infatti, ha completato il percorso accademico per conseguire anche il titolo di PhD “Doctor Europæus” equivalente al titolo di Philosophiae Doctor l’ultimo livello di istruzione universitaria mondiale. 




Roma, al Salone Margherita applausi per la Lollo nazionale

ROMA – Una delle dive più amate del cinema italiano, Gina Lollobrigida, è stata applauditissima ospite al Salone Margherita in occasione dello spettacolo “Femmina”, scritto e diretto da Pier Francesco Pingitore, nel quale spicca l’omaggio che il regista ha voluto esprimerle attraverso l’imitazione portata in scena magistralmente da una delle protagoniste del varietà, Manuela Villa.

Divertita la Lollo nazionale si è complimentata con tutto il cast, Martufello, Mario Zamma, Manuela Zero, Morgana Giovannetti, Enzo Piscopo, Raffaella di Caprio, Vittoria Schisano insieme ad un gruppo di coloratissimi ballerini e musicisti, soffermandosi poi proprio con la Villa in una foto ricordo che le ha immortalate insieme, sorridenti, così simili come due gocce d’acqua.

Lo spettacolo, in scena fino al 3 febbraio, porta alla ribalta le donne che hanno fatto, o fanno, la storia Una serie di dialoghi improbabili, ma efficaci: Eva si confronta con Asia Argento, Lucrezia Borgia con Barbara D’Urso e via via fino a Sophia Loren e Gina Lollobrigida.

Il pensiero di Pingitore, maestro della satira italiana, si concretizza attorno ad una scorribanda musicale tra passato e presente, pronto a sottolineare l’importanza di un “cambio di pelle” in grado di garantire un cambiamento sostanziale perché, secondo il regista, l’Italia governata dalle donne avrebbe sicuramente una marcia in più.