Castel Gandolfo, ritrovato il cadavere del 33enne siciliano nel lago

CASTEL GANDOLFO (RM) – Ritrovato il cadavere di Carlo Paolo Bracco nel lago di Castel Gandolfo. Si trovava a circa 25 metri di profondità nella prima parte battuta dai sommozzatori dei vigili del fuoco subacquei di Roma grazie al sonar. Si trovava a circa 300 metri dalla spiaggia.

L’uomo di 33 anni, originario della Sicilia, viveva da circa 15 anni a Roma. Il 5 agosto si trovava con suo fratello Antonino e la fidanzata Daiana sul lago di Castel Gandolfo. Avevano mangiato un panino con la porchetta e Paolo, subito dopo, aveva deciso di gonfiare il materassino ed entrare in acqua.

Probabilmente si è addormentato e nessuno si è accorto che il materassino aveva preso il largo. Un testimone in pedalò con la fidanzata lo avrebbe visto cadere in acqua circa due ore dopo. Inutili i soccorsi, l’uomo è annegato






Anguillara Sabazia, sedia e passerella per disabili su spiaggia senza concessione. Associazione Balneari lasciata all’oscuro: è polemica

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Ha destato qualche polemica la donazione di una sedia job e di una pedana allo stabilimento Arcobaleno di Vigna di Valle ad Anguillara Sabazia da parte della protezione civile gruppo Sabazia per accompagnare in acqua persone con disabilità motoria. Una scelta lodevole negli intenti e fortemente voluta dagli amministratori comunali.

I motivi del malcontento

L’associazione balneari di Vigna di Valle non risulta essere stata neppure messa al corrente dell’iniziativa. Non ci sarebbe stata condivisione. Se i balneari fossero stati messi al corrente della volontà di voler donare una sedia e una passerella per i disabili sicuramente si sarebbero messi d’accordo insieme sulla migliore destinazione.

Al momento la passerella e la sedia risultano essere stati destinati a uno spazio pubblico. Si trovano su una spiaggia libera che non è stata ancora data in concessione. Sono circa 10 metri di arenile. A Vigna di Valle dunque, a parte la soddisfazione di vedere un interesse per le persone disabili, ci si è chiesti: come mai non abbiamo condiviso l’iniziativa?




Guidonia Montecelio, emergenza sanitaria in via Trevi nel Lazio. Giovanna Ammaturo (FdI): “Quando la cacca va in taxi”

Il consigliere Giovanna Ammaturo di FdI, vicina a 200 famiglie, evidenzia l’inerzia e le lobbies e un danno erariale evidente mentre il dirigente è stato rinviato a giudizio

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – A Guidonia Montecelio, fa sapere Giovanna Ammaturo consigliere comunale di FdI, le acque reflue di 50 famiglie in via Trevi nel Lazio, frazione di Setteville, vengono risucchiate tre volte al giorno da un auto spurgo dalla conduttura fognaria sulla strada e riversate in altro pozzetto dopo una breve risalitina di 80 metri, lasciando ricordi sull’asfalto e rumori delle operazioni facili da immaginare.

50 anni fa su terreni che costavano 100 lire al mq iniziò la lottizzazione di Setteville Nord

In via Trevi nel Lazio c’erano 6 famiglie oggi sono 200 ed altri lotti in procinto di edificazione. Le pompe di sollevamento delle acque reflue non bastano più: troppo sottodimensionate e, oltremodo, da tempo una è rotta e l’altra funziona al 20% visto che le alette tritatrici sono quasi scomparse. Così l’avvisatore acustico luminoso è perennemente acceso. Migliaia negli anni le manutenzioni appaltate con la presa in giro e l’allocuzione “ tutto a posto” dopo aver spento la luce, non sapendo, il tecnico, che manca una pompa. Quasi fosse la coesistenza di diverse lobbies per nulla intenzionate a risolvere i problemi ma mantenersi l’appannaggio.

Nella strada coesistono due sistemi fognari

Uno di acque reflue, nere e l’altro di acque meteoriche, bianche. Quest’ultimo veniva riversato nel canale naturale e disperso nella campagna fino ad aprile scorso quando a seguito di una denuncia il Tribunale di Tivoli, evidenziò che l’acqua meteorica era inquinata da feci e colibatteri e fu giustamente cementato per fermare il pericolo di bagnare le colture ortofrutticole. Così adesso l’acqua bianca non può defluire e travasa nei pozzi neri. Con le piogge, senza pompe o perlomeno a rilento i liquidi riversano e anche penetrano nel sottosuolo sotto le costruzioni o fuoriescono dai mattonati nelle villette costruite.

Panico, allarme e paura tra gli abitanti per la prima goccia d’acqua. Costituito un gruppo in rete.

Non per assicurarsi la vacanza di sette giorni ma per andare a mangiare un pizza o semplicemente al lavoro. Una vera emergenza sanitaria con zanzare ed altri ditteri a nuvole, odori nauseabondi, roditori e la beffa di un valore di mercato sprofondato. Ci sono pozzi di quattro metri pieni di acqua con una o due pompe pronte a scattare se supera il centimetro e riversare le acque nella terra. Sacchetti di sabbia davanti ai cancelli sono la normalità, le porte sigillate, le paratie di ferro davanti alle persiane le hanno tutti quanto vedere masserizie, suppellettili e divani gettati alla rinfusa ed ingialliti, per via delle feci, per venti o 50 cm. Indicatori dell’altezza delle diverse inondazioni da acque reflue, come i classici segni sulle mura all’esterno e nei saloni.

Giovanna Ammaturo: “La cittadinanza è stufa, i dossier voluminosi, le denuncie pronte la pazienza esaurita”

“Come consigliere di FdI – dichiara Giovanna Ammaturo – confermo tutto il disappunto che finora un Comune come Guidonia Montecelio non abbia trovato una soluzione. Che lobbies e inerzia galleggino sempre – prosegue Ammaturo – è un classico amministrativo ma sono perplessa che l’ultimo tecnico dell’assessorato ai LLPP, l’ingegnere Rocco Olivadese sia stato rinviato a giudizio ed anche per questo ha deciso di andarsene. Ultimo responsabile amministrativo di errori lontani di ingessature burocratiche e di inadeguatezze idrauliche di un impianto deficitario dalla nascita. Seppure Olivadese abbia dimostrato di essere il tecnico, rispetto la decina di quelli che lo hanno preceduto, ad attivarsi in tutti i modi. Lunedì è previsto un incontro con gli specialisti a cui vorrò dare il mio contributo costruttivo, come è nelle corde della mia politica e di Fratelli d’Italia con una soluzione semplice, economica e celere. Anche perché, tecnicamente e politicamente, chi ha guidato fino ad oggi gli uffici, il nostro è l’unico Comune al mondo dove la cacca va in taxi. È troppo ridicolo che a 10 km dalla Cloaca Massima, primo esempio al mondo di fognatura imitata in tutto il mondo civile, non si vogliono risolvere i problemi. Non si può credere alla banale giustificazione riferita a cittadini agitati per la propria casa e gli interessi più intimi che l’unica Ditta fornitrice di pompe per impianti di sollevamento si trovi a Bologna e sta chiudendo per ferie mentre risulta che nel nostro Comune e nei viciniori ci siano aziende che le esportano in tutto il mondo. Le lobbies dei furbetti, il profitto dei dritti seduti a scaldare la sedia a tempo indeterminato debbono terminare quanto le rendite vitalizie politiche fatte sulle idee, il coraggio, l’impegno assunto verso gli elettori e i soldi personali di poche mosche bianche se si vuole amministrare con la politica scritta con la maiuscola e sconfiggere i mascalzoni traditori, muscolosi di nomine ma non di suffragi. Mille incarichi tecnici e ditte convenzionate, migliaia di spurghi non sono la risoluzione ma il tracollo del buonsenso. Oltre all’evidente danno erariale, – conclude Giovanna Ammaturo – chiederemo conto e responsabili di chi ha preso guadagno con tale andazzo e chi ha girato la testa facendo finta di non vedere 200 famiglie con mille esigenze specifiche che non debbono essere un peso ma sono anche loro risorse e parte integrata della Comunità.”




Roma, misero a segno 9 rapine a mano armata tra gennaio e aprile: identificati e arrestati i due banditi

ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma Quadraro hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due cittadini romani, di 41 e 28 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica – Sezione Reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, coordinata dalla Dr.ssa Lucia Lotti.

Le indagini sviluppate dai Carabinieri, che fanno parte di una più ampia attività investigativa finalizzata al contrasto delle rapine disposta dalla Compagnia Carabinieri Roma Casilina hanno consentito di far luce su 9 episodi di rapine, verificatesi tra il mese di gennaio ed il mese di aprile 2019, nel quadrante sud-est della Capitale.

Obiettivi dei malviventi erano attività commerciali quali supermercati, sale slot, distributori carburante e negozi. Nel corso delle rapine, i complici non avevano esitato a fare uso delle armi, esplodendo anche, in più di una circostanza, colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio. In un episodio, durante la rapina ad un distributore di via Santa Maria del Buon Consiglio, lo scorso 4 marzo, è rimasto ferito anche un cliente, colpito al collo da un colpo di pistola esploso dai malviventi.

I Carabinieri sono riusciti a risalire ai due rapinatori attraverso l’analisi approfondita dei filmati dei circuiti di videosorveglianza, dei luoghi in cui si sono verificate le rapine, dall’esame del medesimo modus operandi. L’esito della comparazione balistica effettuata dai Carabinieri del RIS di Roma ha consentito di evidenziare le similitudini tra i bossoli rinvenuti nel corso dei sopralluoghi effettuati a seguito di diverse rapine, e la relazione tra i bossoli dei colpi esplosi ed una pistola modello Glock Smith&Wesson calibro 23, rinvenuta e sequestrata nel corso delle indagini.

Gli arrestati sono stati portati nel carcere di Regina Coeli.




Guidonia Montecelio, fine dello scempio. Sgomberati i campi nomadi. Ammaturo: “Ora chi paga?”

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Per quasi due anni una enorme fetta del territorio di Guidonia Montecelio è stato occupato da migliaia di nomadi e camminanti siciliani. Finalmente le ordinanze di via. Chi paga ora lo scempio? Così la Consigliera comunale di Fratelli d’Italia Giovanna Ammaturo interroga il Sindaco. “Grazie, al buon senso delle Istituzioni romane – ha detto Ammaturo – che a distanza di due anni quasi a Guidonia Montecelio hanno emesso le ordinanze di sgombero a centinaia di rom e camminanti che avevano occupate strade, quartieri e interi consorzi industriali.

Sono occorse 50 auto delle Forze dell’Ordine per ripristinare la libertà

Finalmente i Cittadini si sono riappropriati della sovranità di transitare a piedi o in auto in tutte le arteria della terza Città del Lazio senza avere il timore reverenziale di disturbare od essere disturbati da chi aveva deciso di occupare il possibile senza rispetto dei regolamenti e della civiltà – lo conferma Giovanna Ammaturo consigliere di Fratelli d’Italia che da quasi due anni ha avuto la costanza di denunciare, interrogare, postare video nel merito- Oggi non esulto – dice l’Ammaturo- come qualche sciacallo è abituato a fare per prendersi meriti e titoli fuorvianti ed ipocriti. Mi sento libera, come tutti i cittadini, dopo essere stata additata finanche come razzista, ed inopportuna per aver invitato il Sindaco a lasciare fissa una macchina della Polizia Municipale nella frazione dell’Albuccione dove tra rom abusivi e cittadini non erano rimasti che attriti dovuti anche ai continui furti. Il territorio appartiene a tutti, un concetto che né il Sindaco Barbet né il vice con delega alla legalità Russo avevano saputo cogliere fin dalla prima interrogazione: l’emergenza. Oggi al Sindaco Barbet abbiamo chiesto: adesso chi paga? Quanto costerà alla casse del Comune la pulizia di masserizie e tutto quello che si potrebbe immaginare compresi divani, materassi e mobilio oltre frigoriferi e sedie. Ci vorranno centinaia di camion e pale meccaniche per asportare quello che è rimasto. Sembra di entrare in zona di guerra o di far parte di quei reportage dalle favelas brasiliane. Parte oltremodo è seminascosto dalla vegetazione spontanea o gettate nelle scarpate ed anche abbandonate sui marciapiedi costruiti con i soldi dei contribuenti.

Il Sindaco Barbet ancora tre giorni fa predicava pazienza dopo aver girato la testa mai rispondendo a nessuna interrogazione. Russo evangelizzava l’integrazione e la costituzione di coop di lavoro dopo essere andato anche in Sicilia ed aver saputo che molti di questi camminanti siciliani erano proprietari di immobili come ebbe a dirmi. Oggi resta un mesto e silenzioso paesaggio tra i più disgustosi e nauseabondi che si possano immaginare. Fatte prima le ordinanza, non si sarebbe arrivati a tale scempio ambientale. Ma si sa che i penta stellati, tutto regolamento e pazienza, fino all’anno zero, gridano alla vittoria in aula di consiglio alla votazione unanime di essere “ plastic free”, poi come tutti i radical chic se ne strabuggerano delle centinaia di migliaia di bottiglie plastica ed oggetti simili lasciati per ogni dove.

Chi paga adesso signor Sindaco per una condotta bradipa e senza coraggio? I cittadini hanno già onorato i loro tributi, miri a chi non vuole prendersi la responsabilità sebbene si vogliano per forza definire amministratori. Io, e migliaia di cittadini vogliamo conoscere i costi di una pulizia dovuta per igiene e civiltà di tanto territorio dissacrato e martoriato di una Città che appartiene a tutti e non ha zone ghetto o limitazioni: quelle le lasciamo ai politici inconcludenti ed ai lori mesti pensieri. Intanto oggi sulle strade del Pip abbiamo rivisto 5 roulotte.”




Monte Spaccato, sotto scacco i boss del mercato della coca: colpo ai fratelli Gambacurta

Dalle prime luci dell’alba è in corso, nella Capitale ed in provincia di Viterbo, una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, per dare esecuzione ad un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di 7 persone, emessa dal GIP di Roma su richiesta della locale Procura Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di un’associazione, egemone nel quartiere capitolino di Montespaccato, capeggiata dai fratelli Franco e Roberto  GAMBACURTA, finalizzata alla detenzione e alla cessione al dettaglio di sostanze stupefacenti, in prevalenza cocaina.

Contestualmente, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo un sequestro preventivo di beni, emesso dal medesimo G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A. di Roma, riguardante 2 esercizi commerciali del valore stimato di circa 400 mila euro, utilizzati come basi logistiche dall’organizzazione criminale dei GAMBACURTA e luoghi in cui nascondere lo stupefacente e /o prendere contatti con i clienti da inviare agli spacciatori del gruppo.

L’operazione è tuttora in corso a conclusione dell’indagine “Malavita 2018” che costituisce l’ultimo filone dell’indagine “Hampa 2012”, condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Roma che, nel giugno 2018, ha portato all’esecuzione di 58 ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata ad una serie indeterminata di delitti aggravati dalle modalità mafiose (art. 7 L. 203/91), in particolare usura, esercizio abusivo del credito, estorsioni, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, intestazione fittizia di beni immobili, rapporti creditizi, attività economiche ed imprenditoriali, nonché di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dalla transnazionalità. Il sodalizio in questione, egemone nel quartiere capitolino di Montespaccato, risultava essere contraddistinto dal medesimo assetto verticistico dei fratelli Franco e Roberto  GAMBACURTA.




Pavona, via delle Casette. Esplosione in un casolare occupato: un ferito

ALBANO LAZIALE (RM) – Momenti di paura oggi pomeriggio a causa di una esplosione presso un casolare di campagna nella frazione di Pavona in via delle Casette nel Comune di Albano Laziale.

In un primo momento è sembrata una fuga di gas ma poi quando le forze dell’ordine sono arrivate sul posto hanno ricostruito la dinamica: due romeni occupanti abusivi del casolare stavano cucinando con dell’olio bollente, c’è stato un ritorno di fiamma e uno di loro è rimasto ustionato.

Sul posto diverse volanti del commissariato di Polizia di Stato di Albano Laziale, i carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, i Vigili del Fuoco e il personale del 118.

La persona rimasta ustionata, classe 61, è stata trasportata in ospedale in eliambulanza con ustioni sul corpo di secondo grado.

Già nel 2010 fu sollevata la questione per cui lo stabile abbandonato avrebbe dovuto essere demolito e se ne occupò anche la trasmissione Striscia La Notizia. All’interno del casolare fatiscente ci sono condizioni igienico sanitarie precarie.




A Firenze la storia dell’Italia ebraica nell’arte del tessuto

Agli Uffizi fino alla fine di ottobre una mostra inedita con 140 opere tra arazzi, merletti, stoffe e addobbi

La storia degli ebrei italiani osservata da una prospettiva inedita e cromaticamente caleidoscopica, quella dell’arte del tessuto: è Tutti i colori dell’Italia ebraica, grande mostra dal 27 giugno al 27 ottobre nell’aula magliabechiana della Galleria degli Uffizi di Firenze.

Circa 140 opere, tra arazzi, stoffe, addobbi, merletti, abiti, dipinti ed altri oggetti di uso religioso e quotidiano, presentano per la prima volta la storia degli ebrei italiani attraverso una delle arti meno conosciute, ossia la tessitura, che nel mondo ebraico ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nell’abbellimento di case, palazzi e luoghi di culto.

Ne emerge un ebraismo attento alla tradizione, ma anche gioioso, colorato, ricco di simboli. Si riconosce inoltre il carattere interculturale e internazionale di questo popolo, soprattutto grazie all’eccezionale varietà dei motivi sui tessuti, dove il colore spesso predomina in maniera stupefacente.

Si parte dai tempi antichi e si arriva fino alla moda del Novecento e all’imprenditoria tessile moderna, affrontando temi chiave quali il ruolo della scrittura come motivo decorativo, l’uso dei tessuti nelle sinagoghe, il ricamo come lavoro segreto, il ruolo della donna. Protagoniste già nella Bibbia, anche nei secoli recenti le stoffe hanno la capacità di esprimere l’anima del popolo ebraico attraverso capolavori assoluti, spesso provenienti dal vicino e dal più lontano Oriente con cui gli ebrei italiani entravano in contatto per legami familiari e per commerci: si veda la spettacolare tenda (la parokhet), di manifattura ottomana del primo quarto del XVI secolo, prestata dal Museo della Padova Ebraica.

Le diverse comunità ebraiche italiane, in osmosi con la società circostante con cui si confrontavano, finivano per acquisire linguaggi ed espressioni artistiche locali: nelle opere tessili provenienti da Livorno, Pisa, Genova e Venezia, ad esempio, è manifesta l’influenza del vicino Oriente, molto diversa da quanto vediamo in quelle romane, fiorentine o torinesi, che si confrontavano con il gusto dei poteri dominanti in Italia.

Nel percorso della mostra è possibile ammirare alcuni pezzi rarissimi, provenienti da musei e collezioni straniere, che conducono idealmente il visitatore attraverso le feste ebraiche: tra questi i frammenti ricamati provenienti dal Museum of Fine Arts di Cleveland, le due tende dal Jewish Museum di New York e dal Victoria and Albert Museum di Londra che insieme a quella di Firenze formano un trittico di arredi (per la prima volta riuniti insieme) simili per tecnica e simbologia.

Straordinario e unico è un cofanetto a niello della fine del Quattrocento proveniente dall’Israel Museum di Gerusalemme che, come una specie di computer ante litteram ad uso della padrona di casa, tiene il conto della biancheria che via via era consumata dai componenti della famiglia.
Dagli abiti – in particolare quelli femminili – spesso si ricavavano le stoffe preziose per confezionare paramenti e arredi sinagogali, dove talvolta è possibile individuare le linee delle vesti e il loro uso originario.

Nel Ritratto del conte Giovanni Battista Vailetti di Fra Galgario, del 1720 (un prestito eccezionale dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia) il personaggio indossa una splendida marsina in prezioso broccato e nell’Allegoria dei cinque sensi di Sebastiano Ceccarini (1745), ad esempio, la veste della bambina è dello stesso tessuto della mappà Ambron realizzata a Roma nel 1791-92.

Splendidi i ricami, alcuni con ‘stemmi parlanti’ (gli ebrei non potevano ricevere un titolo nobiliare) entro fastose cornici barocche. Vere e proprie “pitture ad ago” che brillavano alle luci mobili delle candele e delle torce, in un trionfo di sete colorate, di fili d’oro e d’argento, sono opera delle abili mani delle donne che, pur rinchiuse tra le mura domestiche, esprimono una stupefacente inventiva e ampiezza di conoscenze.

Tra i tessuti più antichi in mostra, databili al Quattrocento, sono una tenda per l’armadio sacro proveniente dal Museo Ebraico di Roma, un’altra proveniente dalla Sinagoga di Pisa e un telo del ‘Parato della Badia Fiorentina’ che in origine ricopriva per le feste solenni tutte le pareti della chiesa. Sono tutti eseguiti in un velluto cesellato e tramato di fili d’oro nel motivo della ‘griccia’ – una melagrana su stelo ondulato – che è forse il disegno tessile più tipico del Rinascimento in Toscana.

Una scoperta sorprendente è l’Aron Ha Qodesh, un armadio sacro proveniente dalla più antica sinagoga di Pisa. Le decorazioni dipinte e le dorature del mobile, ora riscoperto come originale del XVI secolo, sono riemerse sotto le innumerevoli mani di tinta bianca che l’avevano deturpato.

Le sezioni tematiche della mostra giungono ai giorni nostri, passando attraverso il collezionismo tessile dell’Ottocento, di cui fu massimo esponente Giulio Franchetti, che ha donato la sua raccolta al Museo del Bargello, ma anche l’imprenditoria – in particolare di quella pratese con la famiglia Forti-Bemporad – e la creatività di alcune famose stiliste.
L’esposizione termina con un capolavoro assoluto, il merletto lungo otto metri disegnato da Lele Luzzati per il transatlantico Oceanic. È un collage di pezzi antichi e moderni che riproduce I fasti e le immagini della Commedia dell’Arte Italiana, in un medium inusitato, che unisce l’antica manualità a un’incredibile forza espressionista.

Come afferma il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt: “è una rassegna di amplissimo respiro su un tema mai affrontato prima. Il visitatore rimarrà sorpreso dalla varietà e ricchezza degli oggetti esposti, che spaziano dai solenni parati liturgici ai doni diplomatici, dagli abiti ai ricami, dai ritratti al prêt-à-porter e molto altro: sono le fitte, preziose trame del popolo ebraico in Italia”.

La presidente della fondazione per il Museo Ebraico di Roma Alessandra Di Castro, commenta: “La produzione ebraica dei tessuti, come anche degli argenti e di altre tipologie di arti decorative, è intimamente legata alla storia dell’arte italiana in una dimensione più generale; ha risentito nei secoli dei cambiamenti di gusto della civiltà artistica italiana e a sua volta li ha determinati, influenzati. E per questa ragione la mostra riguarda tutti e accende le luci della ribalta su un patrimonio comune – incredibile per qualità e quantità – che va valorizzato, promosso, tutelato e soprattutto raccontato perché lo si conosca in tutta la sua ricchezza”.




Tivoli, “Tutti in volo” da Monte Ripoli con i ragazzi disabili: un’emozione mozzafiato

Una domenica speciale per 24 persone definite diversamente abili ma al contrario vitali e felici grazie ad ALTIVOLI che con capacita e in totale sicurezza li ha portati “Tutti in volo”
Il 30 giugno 2019 si è svolta la quarta edizione di “Tutti in volo” organizzato dall’ASD Altivoli presieduto da Michele Morabito unitamente all’intero Direttivo, in collaborazione con l’Associazione CMG Onlus e con il patrocinio dell’Aero Club Italia, comune di Tivoli, Centro Maria Gargani Onlus. Una manifestazione evento gratuito rivolto ai ragazzi disabili ai quali è stata data la possibilità di provare l’emozione di volare con il parapendio biposto da Monte Ripoli.

Nel pomeriggio di un domenica ventilata si è perfezionata una delle più belle ed interessanti celebrazioni che si possano ideare: abbattere ogni barriera anche culturale. Sul
Monte Ripoli grazie a questi piloti appassionati ed esperti che hanno tutto tranne che la bizzarria ed in totale sicurezza hanno accompagnato 24 persone diversamente abili proprio come novelli Icaro. 24 persone che hanno dimostrato di essere più sani dei “normali” e che si sono lasciati trasportare dal vento con il mezzo di volo libero più semplice e leggero esistente, derivato dai paracadute guidato magistralmente attraverso con i fasci funicolari. I passeggeri erano pieni di vita, speranza e passione, felici ed ebbri di emozioni e dell’opportunità che gli esperti piloti della Altivoli hanno riservato.

Un volo rassicurato prima di ogni decollo e dopo il morbido atterraggio mentre era facile per le centinaia di persone presenti tra accompagnatori parenti amici e curiosi riuscire a trattenere le emozioni pensando che a mille metri di altezza la disabilità non esisteva. C’erano solo sorrisi ed abbracci. La cosa più bella che si può donare la conferma che la disabilità esiste solo nella mente di chi per forza si dichiara normale. Si percepiva la sintonia, tra lo stupore dei presenti, la gioia dei partecipanti e la passione degli istruttori.

“Le ali oggi le avete voi” ha esordito così una delle guide. Una giornata che ha regalato ai passeggeri le ali, con le quali hanno potuto osservare la terra da un’altra prospettiva e che ha permesso di varcare quel confine immaginario del “non posso” per avere la certezza che di bello nella vita c’è ancora molto. I loro occhi i sorrisi e la felicità era palese anche quando con mani forti e delicate li adagiavano sulla sedia a rotelle con cui erano arrivati sul campo di volo e che per venti minuti avevano lasciato
incustodita.

Nessuno ha avuto timore di un’esperienza unica, anzi già pronti per la prossima edizione, grazie agli istruttori capaci di trasmette sicurezza. Per qualcuno si è trattato di una gioiosa esperienza da custodire gelosamente e da raccontare a tutti. Circa seicento le persone presenti all’evento tra cui due esponenti di Fratelli d’Italia: la consigliere regionale Chiara
Colosimo e Giovanna Ammaturo, consigliere comunale di Guidonia Montecelio che con il Presidente Sirio Veroli della ASD Alessandro Guidoni, che da anni è vicino ad Altivoli, hanno tentato da tempo di coptare alcuni ragazzi di Guidonia Montecelio frenate loro malgrado da una burocrazia sempre negativa.




La visita in città di un romano scappato dalla Capitale: è davvero il disastro cronico! [Il reportage]

ROMA – Amata Roma così sporca, piombata in un degrado da cui è difficile sollevarsi. La Capitale d’Italia piena di immondizia, di sterpaglie e rovi così erti, selvaggi e pungenti che guai a finirci a contatto, sarebbe una ferita troppo profonda.

Non vivendo Roma tutti i giorni, finché non la si gira in lungo e largo come un turista bisognoso di conoscere, non si ha la percezione esatta dello stato di disastro cronico in cui sia finita la città. Il pensiero, prima di fare i visitatori, era ben diverso. Si pensava senza alcun dubbio che la città, forse, fosse più sporca del solito, ma anche che una certa opinione fosse troppo poco generosa e forse politicizzata. Purtroppo non è così. Lo scenario capitolino è peggio di come viene descritto dalle cronache dei romani disperati che hanno perso il contatto con la bellezza della Città eterna. Non si vuole scendere in sentimentalismi ma è sicuro che per chi a Roma ci è nato, vederla ridotta in ginocchio è come ricevere un pugno nello stomaco.

Anche i siti emblema di Roma gridano vendetta

Il verde pubblico è fuori controllo, a via Veneto, una strada piena di storia e tra le più importanti al mondo la vegetazione non è affatto curata tanto che persino la segnaletica ne è ricoperta.

Villa Borghese, nel tratto che porta alla metro è sporca, piena di immondizia e c’è addirittura un cumulo di rifiuti ingombranti tra sanitari e materiale cementizio che dimora dietro un vecchio cartello con su scritto “S.P.Q.R. Coni Fise”

Che ne è stato della Villa Borghese dagli ingressi accoglienti, puliti e con il verde ben tenuto, nessun albero pericolante, nessuna cicca a terra o bottiglia di plastica o sacchetto della spazzatura. Perché tutto questo scempio?

Sono tanti i romani che rimpiangono gli affidamenti diretti e che ora temono gli annunci di “gare europee” che poi vanno deserte perché da Roma scappano tutti

Che fine a fatto spelacchio? Anche lui, vecchio pino di Natale avrà fatto una brutta fine. No, non si sta affatto farneticando. Il Comune avrebbe dovuto sia bandire una gara europea di durata triennale, con stanziamento di 2,4 milioni di euro, sia due gare intermedie del valore di 250mila euro l’una, che dovevano essere aggiudicate nelle more della pubblicazione della megagalattica gara Europea messa nero su bianco da un ufficio con le poltrone in pelle umana, tanto per dirla alla Fantozzi. E invece? Il nulla più totale e miserevole.

Dopo tre anni di niente la Giunta pentastellata cambia idea e adesso pensa a un accordo quadro

Di quadrato i romani hanno qualcos’altro e ogni tanto tocca dire le cose come stanno. Il verde è al collasso, nelle scuole ci sono i topi, nei parchi e ville gli alberi sono pericolanti e in ogni angolo trasudano i rifiuti.

Via Condotti, il venerdì mattina si presenta come una parata di carta e cartoni vari: ma possibile non ci sia un’altra soluzione più decorosa che restare fino a mezzogiorno con uno scempio nella strada dello shopping della Capitale?

Perché quando si esce dalla metro ci sono i rifiuti? Perché quando si percorrono i lunghi corridoi alle 11:30 del mattino è sporco a terra vicino i distributori del cibo e bevande? Perché tanta incuria e puzza e mancanza d’igiene che con il caldo amplifica e fa sentire di più la sua presenza?

Il Comune non ha ancora regolato il servizio di derattizzazione

Dicevamo dei topi. Si ci sono i topi, più numerosi del solito. Perché? Lo si vuole proprio dire? Ebbene, dal 2016 in poi, anno in cui la competenza sulle derattizzazioni è stata sottratta all’Ama e trasferita in capo all’amministrazione comunale, il Comune non ha ancora regolato il servizio.

La differenziata era fissa al 41% e il piano rifiuti prospettato dai pentastellati presentato ad aprile 2017 (per intenderci quando si è dimessa l’assessore Paola Muraro ed è arrivata Pinuccia Montanari, che però ha lasciato la poltrona lo scorso febbraio) prospettava una crescita che avrebbe portato al 70% entro il 2021. Macché. Nel 2018 a Roma la differenziata è scesa sotto il 44% contro il 44,3% del 2017. I romani producono circa 2.600 tonnellate di indifferenziata al giorno. Il Sole 24 ore ci ricorda che dei due Tmb di proprietà dell’Ama, Salario e Rocca Cencia, che fino al 2016 trattavano il 50% dell’indifferenziata prodotta in città, è rimasto attivo solo quello di Rocca Cencia, che a fine maggio si è fermato per un guasto. Per il Salario, devastato da un incendio l’11 dicembre 2018 (un altro incendio ha riguardato Rocca Cencia a marzo), Raggi ha appena chiesto alla Regione Lazio il ritiro dell’Autorizzazione integrata ambientale. Gli altri due Tmb di Malagrotta usati da Ama sono di proprietà di Colari, la società di Manlio Cerroni che possedeva anche la discarica chiusa nel 2013 e che è stata commissariata e ora è gestita da un amministratore giudiziario.

Spaventosi i dati forniti il 12 giugno in audizione alla Camera dal direttore generale di Arpa Lazio, Marco Lupo

Oggi “1 milione di tonnellate di rifiuti (su 1,7 milioni totali, ndr) escono dalla città metropolitana di Roma, diretti a impianti di trattamento o smaltimento in base alla tipologia di rifiuto”. E nei primi quattro mesi del 2019 hanno saturato tra il 40 e il 70% della capacità dei tre Tmb nelle province di Viterbo, Latina e Frosinone.

La paralisi è totale

Andiamo avanti? I trasporti sono al collasso. In metropolitana si sta tutti appiccicati come bestiame. Nel 2019 Repubblica e Barberini sono fuori dai giochi, non si è fatta manutenzione alle scale mobili per anni, non è garantita dappertutto la sicurezza antincendio, ci sono troppe barriere architettoniche. Che città è? Una città che non ascolta, che non offre, che arranca e che è sempre più lontana dalla vecchia e cara Roma.




Velletri, tutti pazzi per il vino con “Tutti giù in cantina”

VELLETRI (RM) – “Tutti giù in cantina – Festival della Cultura del Vino” si è concluso domenica 23 giugno dopo tre giorni di eventi, presentazioni, degustazioni, tanti vini da ogni parte d’Italia e dalla Georgia (Paese straniero ospite di questa edizione) e soprattutto in un’atmosfera di festa e di apprezzamento unanime. Tantissime le persone, molte da Roma e dal territorio circostante, che hanno animato con la loro presenza la splendida sede CREA Viticoltura Enologia di Velletri, attirate dal grande banco d’assaggio con circa 300 vini in rotazione e da personaggi come Luigi Moio e Riccardo Ricci Curbastro. I contenuti infatti continuano ad essere una delle chiavi del successo della manifestazione organizzata dall’Associazione “Idee in fermento” e dal CREA Viticoltura Enologia, con il sostegno importante del Comune di Velletri e di una serie di sponsor privati che credono nelle potenzialità di un evento capace come pochi altri di richiamare a Velletri così tante persone interessate e preparate.

Sì perché questo è un altro degli aspetti che sono saltati agli occhi ancora una volta, centinaia di visitatori e nessun problema, tutti attratti da un’offerta di alto livello e in un contesto ricco di storia e fascino ma anche ordinato, tranquillo, piacevole.

L’apertura ufficiale, venerdì 21 giugno, ha visto la partecipazione del Primo Consigliere dell’Ambasciata di Georgia a Roma Sofia Kartsivadze, accolta dell’assessore regionale all’Agricoltura Enrica Onorati, dal sindaco di Velletri Orlando Pocci e dal direttore del CREA Viticoltura Enologia Riccardo Velasco. Conclusa la parte istituzionale si è dato il via al grande banco d’assaggio, gestito dai sommelier della Fisar Roma e Castelli Romani e attivo per tutti e tre i giorni, e alla degustazione di vini georgiani guidata da Antonio Mazzitelli, relatore Fisar. A seguire Luigi Moio, enologo e docente universitario oltre che vicepresidente OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino) ha presentato il suo libro, un best seller per gli appassionati di degustazione, “Il respiro del vino”. In chiusura di serata invece Riccardo Ricci Curbastro, diciotto generazioni di produttori di vino in Franciacorta ma anche presidente Federdoc, ha guidato personalmente una degustazione delle migliori etichette dell’azienda di famiglia.

Sabato 22 giugno la manifestazione si è aperta con la “passeggiata scientifica in vigna” a cura dei ricercatori del CREA Viticoltura Enologia, seguita dall’intervento di Mario Mineo – archeologo, direttore coordinatore del Museo delle Civiltà e Museo della Preistoria e etnografia Luigi Pigorini di Roma – dal titolo “Coltivare la vite 8000 anni fa”. Poi ancora grandi vini, con la degustazione guidata “Omina Romana: la grande verticale!” condotta da Paolo Pietromarchi – ricercatore, docente universitario e relatore Fisar – con Paula Pachecho e Simone Sarnà, agronoma ed enologo della prestigiosa azienda con sede a Velletri. Infine musica di classe con il “SJC Live Set”, il concerto live di Sara Jane Ceccarelli accompagnata alla chitarra da Lorenzo De Angelis, e abbinamento per intenditori con l’evento “Sigari & Vino” guidato da Fabrizio Ercolani, relatore Fisar, in collaborazione con Moderno Opificio del Sigaro Italiano.

L’ultima giornata si è aperta con il lancio dell’edizione 2020 tramite il concorso “Dall’Uva al Vino”, ovvero la Premiazione del miglior disegno realizzato dagli alunni delle scuole primarie di Velletri che sarà utilizzato come copertina dei ticket del prossimo anno. Quest’anno a vincere – secondo la Giuria d’eccezione presieduta dal Maestro pittore Giorgio Giacinto Corona – è stato Leonardo Capretti, della quinta B della Scuola Primaria Casale, con un disegno dedicato a tutti i lavori che riguardano la produzione del vino, dalla vigna alla cantina appunto. Premio speciale a Federico Pelacci (quinta A della Scuola Primaria Fontana della Rosa) e già vincitore della scorsa edizione, ma ovviamente un ringraziamento sentito è andato a tutte le scuole che hanno partecipato, ovvero l’Istituto Comprensivo “Velletri Nord” con le scuole primarie Fontana della Rosa, Casale e Colonnella; e l’Istituto Comprensivo “Gino Felci” con le scuole Novelli e Mariani. Nel pomeriggio protagonisti lo spazio verde, il parco e l’orto botanico del CREA con gli interventi di Romina Vettese “La multifunzionalità dei vimini, dai cesti al trasporto e al packaging dei nostri nonni”, poi è stata la volta della visita guidata “Le piante raccontano” a cura di Renato Pavia, che ha dato anche una splendida dimostrazione pratica dell’arte dell’innesto, e Fiorella Capozzi. Infine “…su un mare colore del vino…”, viaggio enoico sulle rotte del vino con Stefano Del Lungo, ricercatore archeologo del CNR, e “Il vino fa buon sangue”, incontro con Luciano Rutigliano, Presidente AVIS Comunale Velletri. Nel frattempo alcune artigiane di Giulianello e Velletri hanno dato vita alla produzione-esibizione di pasta fatta a mano, “cellitti” per la precisione, prima di lasciare spazio all’asta di beneficienza in favore dell’associazione “Impariamo ad imparare” e all’ultimo appuntamento in terrazza, dedicato all’abbinamento essenze e vini, un viaggio sensoriale condotto da Andrea Ciafrocca.

“Tutti giù in cantina” si conferma insomma un concentrato di buoni contenuti, tanta voglia di fare e una grande passione che coinvolge decine di persone nell’organizzazione. A breve sul sito www.ideeinfermento.it saranno pubblicate tutte le immagini, foto e video, della manifestazione insieme agli ulteriori ringraziamenti alle cantine che da tutta Italia continuano a dare il loro supporto con grandissimi vini. “Ora bisogna rimettere tutto a posto, poi un po’ di riposo – confermano dall’Associazione Idee in fermento – e da settembre si comincerà a pensare all’edizione 2020, migliorando qualche dettaglio che non ci è piaciuto e aumentando ancora il livello già alto dei contenuti dell’evento in collaborazione con i partner privati e le istituzioni che, per fortuna, ci stanno dimostrando fiducia. D’altronde una manifestazione come questa, forse unica nel suo genere per i Castelli Romani, può avere un ruolo ampio, che vada oltre il semplice approfondimento sul vino, toccando settori come il turismo e l’economia del territorio”.