Risorse idriche, Italia a più velocità: dal territorio una precisa indicazione di priorità al governo Draghi

Massimo Gargano (Dir. Gen. ANBI): Una situazione ripetutamente denunciata nel corso degli anni

È l’Emilia Romagna a ben rappresentare il paradosso di un’Italia idricamente a più velocità, dove l’assenza di un’inadeguata infrastrutturazione potrà far rimpiangere, nei prossimi mesi, la ricchezza d’acqua, che si registra in queste settimane: infatti, ai fiumi appenninici Taro e Trebbia con flussi abbondanti nel piacentino e nel parmense si contrappongono i fiumi centro-orientali (Savio, Reno, Secchia) sotto media mensile, seppur con livelli superiori allo scorso anno.

È soprattutto il Sud a marcare una forte discontinuità con il siccitoso trend dello scorso anno: i bacini della Basilicata hanno ricominciato a crescere (+177 milioni di metri cubi sul 2020), mentre quelli pugliesi registrano, in una settimana, +28 milioni di metri cubi, raggiungendo +105 milioni rispetto a 12 mesi fa.

Permane confortante la situazione idrica della Calabria, mentre la Sardegna segna 100 milioni di metri cubi in più negli invasi isolani rispetto all’anno scorso e pare indirizzata a raggiungere il massimo autorizzato.

I principali fiumi della Campania (Sele, Volturno, Liri- Garigliano) restano superiori alla media del recente quadriennio, seppur le portate siano in discesa a causa dell’ondata di freddo che ha fermato le precipitazioni in montagna, consentendo alle piene di defluire; stabili i volumi del lago di Conza della Campania e degli invasi del Cilento.

L’andamento è confermato da fiumi (Tevere, Sacco) e laghi del Lazio (Bracciano, Nemi), tutti in crescita così come i corsi d’acqua (Esino, Tronto, Potenza, Sentino) nella Marche.

Diverso l’andamento fluviale in Toscana, dove Arno, Sieve ed Ombrone sono sotto media a differenza del Serchio.

Risalendo l’Italia, permane buona la situazione delle portate del fiume Po (superiori ai livelli dello scorso anno e con un +22% sulle medie di lungo periodo), così come quella dei fiumi veneti (Adige, Bacchiglione, Piave, Livenza, Brenta) al top del recente quinquennio.

C’è leggero aumento del quantitativo di neve su tutto l’arco alpino ed anche sull’Appennino; gli accumuli nevosi rimangono stabilmente attorno ai valori massimi di periodo.

Si conferma buona la condizione del fiume Adda in Lombardia, mentre sono in calo i principali fiumi piemontesi (Maira, Tanaro, Sesia, Pesio, Stura di Lanzo); emblematica è la situazione della Dora Baltea che, ad una performance eccezionale in Valle d’Aosta (portata: 38,7 milioni di metri cubi contro una media di 3!) contrappone un andamento piemontese che, con 27,4 milioni di metri cubi, è inferiore anche allo scorso anno.

Buona, infine, è anche la condizione dei grandi laghi del Nord (complessivamente +16% sui livelli del periodo) con Lario ed Iseo addirittura al doppio della media storica. Il totale della riserva idrica trattenuta in tali bacini, negli invasi artificiali e sottoforma di SWE (Snow Water Equivalent) risulta superiore alla media del periodo 2006-2020 (+54.1%).

“E’ una situazione in continuo divenire, fortemente condizionata dagli eventi meteo quest’anno particolarmente significativi – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – L’attuale condizione fa ben sperare per i mesi più caldi, ma suggerisce qualche preoccupazione per la tenuta della rete idraulica di fronte agi apporti idrici, che potrebbero derivare dal prossimo innalzamento delle temperature.”

“L’inadeguatezza della rete idraulica del Paese di fronte alla crisi climatica è stata da noi ripetutamente denunciata nel corso degli anni – conclude il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano – Abbiamo fondate speranze che la sistemazione del territorio sia realmente una priorità per il nuovo corso illustrato dal premier, Draghi.”




Formello, nasce piazza Sergio Bardotti: un omaggio al grande musicista e poeta

FORMELLO (RM) – Una piazza intitolata a Sergio Bardotti il musicista, paroliere e produttore discografico italiano, scomparso nel 2007 all’età di 68 anni.

La Prefettura di Roma, su richiesta del Comune di Formello dove risiedeva Bardotti, ha autorizzato la titolazione della centralissima piazza del mercato che ora si chiamerà piazza Sergio Bardotti.

Sergio Bardotti un grande autore e produttore, un poeta che ha lasciato scolpite nel grande libro della musica italiana canzoni indimenticabili che hanno rappresentato grandi successi per molti cantanti italiani, da Lucio Dalla a Patty Pravo, da Ornella Vanoni a Rita Pavone, a Sergio Endrigo. Una personalità poliedrica, aperta, curiosa, che non ha mai accettato di lasciarsi confinare in un genere né ha mai temuto, circostanza davvero rara per gli intellettuali italiani, di confrontarsi con la cosiddetta cultura bassa.

E a lui e alla sua passione per la musica latino americana che si deve la scoperta, in Italia, di talenti come Vinicius de Moares, Toquinho e Chico Barque

Con le sue bellissime e intramontabili canzoni, vere e proprie colonne sonore dei nostri ricordi è sempre stato in vetta alle classifiche dagli anni ‘60 in poi, fino a vincere per due volte il Festival di Sanremo nel ’68 con Canzone per te cantata da Endrigo, e nell’89 con Anna Oxa e Fausto Leali, con il brano Ti lascerò oltre a ricevere il prestigioso premio Tenco per la sua speciale attività culturale.

Un’attività, quella di Sergio Bardotti che lo ha portato a spaziare anche nel mondo della radio e della tv firmando trasmissioni premiate dal successo di pubblico e di critica tra le quali ricordiamo l’edizione di Fantastico 7, di Domenica oltre a numerose edizioni del Festival di Sanremo compresa quella indimenticabile condotta dal Pippo Baudo.

Tra le innumerevoli canzoni, di cui Bardotti ha scritto i testi ricordiamo Occhi di ragazza interpretata da Gianni Morandi e composta da Lucio Dalla, La voglia la pazzia interpretata da Ornella Vanoni e composta da Vinícius de Moraes e Toquinho, Piazza Grande interpretata da Lucio Dalla e composta da Lucio Dalla e Rosalino Cellamare, Datemi un martello interpretata da Rita Pavone e composta dal musicista statunitense Pete Seeger, Quella carezza della sera interpretata dai New Trolls e composta da Vittorio De Scalzi, Nico Di Palo e Ricky Belloni, Era d’estate composta e interpretata da Sergio Endrigo, Ti lascerò interpretata da Fausto Leali e Anna Oxa e composta da Franco Fasano e Franco Ciani e tantissimi altri brani che sono stati interpretati da artisti di fama mondiale come il grande artista scomparso recentemente Charles Aznavour.

Con Antonello Venditti ha firmato l’inno della Roma. In una relazione su comicità e censura scritta alcuni anni prima di morire, si domandava: ”E domani cosa succederà? Se è il libero mercato a dettare le regole, possiamo aspettarci di tutto, ottimisticamente: basta che renda e va bene anche il figlio di Trotsky, vestito da Prada, basta che renda. Naturalmente se non pensa ed evita di rompere troppo le palle è meglio”.

Fra i maggiori autori di canzoni di musica leggera degli anni sessanta. È stato vincitore nel 1983 del Premio Tenco.




Alzheimer, programmi terapeutici precoci e personalizzati grazie all’intelligenza artificiale

Al via AI-MIND, un progetto internazionale che vede coinvolte per l’Italia anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto di Ricovero e Cura San Raffaele di Roma

L’intelligenza artificiale scruterà la mente per scoprire chi potrebbe sviluppare l’Alzheimer, anche anni prima dell’esordio della malattia. È la promessa che arriva da AI-MIND, un progetto di ricerca europeo che sarà condotto da un consorzio internazionale che vede coinvolti l’Istituto di Ricovero e Cura San Raffaele di Roma, con il professor Paolo Maria Rossini, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, con i professori Camillo Marrae Americo Cicchetti, l’Università di Tallin Estonia, Università di Aalto dalla Finlandia, l’Università di Oslo dalla Norvegia, lo spin-off universitario Neuroconnect Srl,con l’ingegnere Fabrizio Vecchio.

AI-MIND è un Progetto di ricerca della durata di 5 anni finanziato dall’Europa all’interno di Horizon 2020 che si prefigge di mettere a punto ed inserire nella pratica clinica un nuovo paradigma diagnostico mediante tecniche basate sull’intelligenza artificiale (AI) che misurano le caratteristiche delle connessioni cerebrali da una parte ed il rischio di sviluppare la demenza di Alzheimer in soggetti ad alto rischio (Mild Cognitive Impairment) che sono attualmente in Italia circa 800.000. Il suo inizio è stato fissato per il 1° marzo 2021.

Queste tecniche digitali verranno integrate su di una piattaforma diagnostica di intelligenza artificiale in grado di fornire il livello di rischio individuale al fine di favorire un intervento terapeutico/riabilitativo precocissimo e personalizzato.

La demenza colpisce oggi decine di milioni di Persone nel mondo ed oltre 1.2 milioni di Pazienti in Italia con costi enormi sul piano personale, affettivo e sociale. Anche solo riuscire a ritardare di qualche anno l’esordio e la progressione della demenza iniziando da subito le terapie ed intervenendo precocemente sui fattori di rischio modificabili costituirebbe un gigantesco risparmio economico oltre che una significativa riduzione delle sofferenze legate a questa terribile malattia.

AI-Mind è un progetto di ricerca europeo coordinato dall’Università di Oslo in Norvegia finanziato dalla comunità europea attraverso il grant agreement No 964220 con un budget complessivo di 14 milioni di euro. Quindici project partner, da 8 paesi europei costituiscono il consorzio di AI-MIND: Università di Tallin Estonia, Università di Aalto dalla Finlandia, l’Università di Oslo dalla Norvegia, l’Istituto di Ricovero e Cura San Raffaele di Roma (professore Paolo Maria Rossini), lo spin-off universitario Neuroconnect Srl (ingegnere Fabrizio Vecchio), l’Università Cattolica del Sacro Cuore (professori Camillo Marra e Americo Cicchetti) dall’Italia, la Radboud University Medical Center dall’ Olanda, l’associazione europea di pazienti e famiglie Alzheimer Europe dal Lussemburgo, l’Università Complutense e la società Lurtis dalla Spagna, e la società Accelopment Schweiz AG dalla Svizzera. Alle unità operative italiane arriveranno complessivamente finanziamenti per oltre 2 milioni di euro.

Una parte consistente di questo progetto europeo deriva da progetto italiano Interceptor finanziato da AIFA e dal Ministero della Salute che da 3 anni è in corso per la definizione di un paradigma diagnostico avanzato per l’Alzheimer che utilizza biomarcatori innovativi e che utilizza un’architettura web-based.




Transizione Ecologica, ISVRA: “un eufemismo per dire diamoci una mossa immediatamente!”

Col Governo Draghi, il Ministero dell’Ambiente si chiamerà “per la transizione ecologica”. “E’ l’ammissione – dichiara Mario Pusceddu, presidente dell’Istituto Italiano per lo Sviluppo Rurale e l’Agriturismo ISVRA – dei tanti ritardi che abbiamo accumulato, e che ora presentano il conto.

I mutamenti climatici fanno ormai danni ovunque, e in tutti i settori della realtà civile ed economica.

L’Italia è fra i Paesi più colpiti, perché ha un’economia complessivamente avanzata, ai primi posti del mondo per valore della produzione agricola, dell’export agroalimentare, del turismo internazionale; e perché la conformazione del territorio la espone maggiormente alla frequenza di eventi meteoclimatici estremi. 

Siamo il Paese dell’Unione Europea di gran lunga più soggetto all’erosione del suolo, dove più alta e diffusa è l’urbanizzazione con i connessi fenomeni di impermeabilizzazione del suolo e dissesto idrogeologico, dove la somministrazione di antiparassitari agricoli per ettaro, pur ridotta in misura consistente negli ultimi anni, è più elevata.

Tutte queste criticità, agricole ed extragricole, sono state recentemente evidenziate (audizione alla Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati del 11 settembre 2020) anche dal prof. Enrico Giovannini, in qualità di portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), già Ministro del lavoro e delle politiche sociali del governo Letta (2013-2014) e ora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti dell’attuale Governo Draghi.

I fenomeni climatici estremi registrati in Italia già nei primi due mesi del 2021 ne sono conferma.

L’Agenda 2030 dell’Unione Europea stabilisce diversi obiettivi di “Transizione Ecologica”: limitazione delle emissioni di gas-serra, estensione dell’agricoltura biologica ad almeno il 25% della SAU (superficie agricola utilizzata), difesa della biodiversità. Ma la prossima Politica Agricola Comune (PAC) sembra mettere in primo piano la produttività agricola e i redditi degli agricoltori, e in secondo piano le conseguenze ambientali di tale scelta.

“Per l’agricoltura italiana – secondo Giorgio Lo Surdo, direttore di ISVRA – la sostenibilità ambientale deve essere prioritaria, a sostegno soprattutto dei nostri prodotti agroalimentari “food” di eccellenza, 171 certificati a DOP (denominazione d’origine protetta) e 136 ad IGP (indicazione geografica protetta), oltre ai vini (408 DOP e 118 IGP). La transizione ecologica, per quanto riguarda l’agricoltura, non può essere una possibile futura opzione ma esclusivamente una immediata dovuta certezza”.




Endometriosi, le vetrine dei negozi si tingono di rosa: parte l’iniziativa per far conoscere questa patologia

Le vetrine dei negozi di tutta Italia a marzo si tingono di rosa per il mese della consapevolezza sull’endometriosi, malattia cronica che colpisce circa 3 milioni di donne nel Paese. A.P.E. – Associazione Progetto Endometriosi, che unisce pazienti volontarie impegnate nel fare informazione sulla malattia, lancia un’iniziativa per far conoscere a quante più persone possibili la patologia e fare prevenzione.

Tutti coloro che hanno un negozio possono aderire a “Vetrine Consapevoli”, esponendo i palloncini dell’APE e il materiale informativo durante il mese di marzo. Una proposta che ha avuto già un ottimo riscontro negli scorsi anni, un modo semplice ed efficace per attrarre l’attenzione su una malattia ancora difficile da diagnosticare, per la quale l’informazione diventa fondamentale per aiutare le donne che ne soffrono, ma anche le amiche o la famiglia.

“Il materiale informativo diventa un aiuto concreto per le donne affette da endometriosi – racconta Jessica Fiorini, Vicepresidente di A.P.E. -. Dopo che sono stata operata, credevo di soffrire di una malattia rara perché non l’avevo mai sentita e nessuno, tra le persone che frequentavo, la conosceva. Un giorno una collega mi portò un volantino dell’Associazione che aveva trovato nello studio del medico e da lì mi sono documentata, ho visitato il sito e ho scoperto innanzitutto che non soffrivo di una malattia rara, che non ero sola. Di qui è nato anche il desiderio di fare volontariato in modo che l’endometriosi diventasse meno sconosciuta per tutti. Gli esercizi commerciali sono l’anima delle città e dei paesi, ce ne siamo accorti in questo ultimo anno quando sono stati chiusi, in molti casi possono contribuire anche alla diffusione di buone cause come questa”.

Per partecipare e richiedere gratuitamente il materiale informativo di A.P.E. – Associazione Progetto Endometriosi per la propria vetrina, si può scrivere a: spedizioni@apendometriosi.it

Sul sito dell’A.P.E. – www.apendometriosi.it – ci sono tutte le informazioni utili e i progetti, per aiutare concretamente le donne affette da endometriosi e per entrare a far parte della rete nazionale.




Il nuovo romanzo di Francesco Randazzo: “Il vero amore è una quiete accesa”.

Iride e le sue sorelle, divinità dell’Olimpo ellenico, sorvolano il cielo della Città eterna e sono testimoni e narratrici delle vicende di questo singolare romanzo. Un bambino del sud di nome Tommi riaffiora nella vita e nella mente di Tommaso, quarantenne medico e bioingegnere di successo. Una bambina di nome Leyla, figlia di due grandi medici, lotta contro la cecità; viene salvata, ma fugge dalla sua storia difficile, viaggia e dimentica sé stessa. Diventerà la giovane sconosciuta che Tommaso incontrerà casualmente per strada; la porterà con sé, la laverà, l’amerà, le darà un nuovo nome, Moira. Il suo destino. Sarà un rapporto potente, lacerante, perverso anche, ma ineluttabile per entrambi.

“Volevo scrivere un romanzo sul destino e sul tempo” spiega l’autore “ho tratto ispirazione dalla più famosa storia d’amore di tutti i tempi, Giulietta e Romeo di Shakespeare che in realtà è una tragedia del fato che incombe sugli esseri umani; il destino manovra tutta una serie di “accidenti” senza i quali, sarebbero vissuti felici e contenti”.

L’amore del romanzo, non ha niente di romantico, melenso o stereotipo, è l’amore nella sua essenza pura e ingovernabile, che comprende e può tutto, che nasce per reazione fisica, chimica e spirituale di due esseri che si attraggono e vivono la passione come lotta, esaltazione, fusione assoluta. Visto da fuori sembra persino folle, ma ogni vero amore ha una sua follia che lo rende unico. L’amore è sempre estremo se no è solo affetto e consuetudine, che non sono l’essenza dell’amore, semmai, nel tempo, sono degli elementi che cementano le relazioni; ma l’amore scombussola, stravolge, inquieta, è l’unica vera rivoluzione che da millenni il genere umano combatte, l’unica cosa che le divinità antiche c’invidiano.

Francesco Randazzo si è laureato in Regia nel 1991 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma. Lavora in Italia e all’estero come regista e autore per importanti teatri e festival. È fondatore della Compagnia degli Ostinati – Officina Teatro, della quale è stato direttore artistico. Ha pubblicato testi teatrali, poesie, racconti e due romanzi; ha ottenuto numerosi premi di drammaturgia e letteratura nazionali e internazionali, fra i quali: Premio Fondi La Pastora, Premio Candoni, Premio Fersen, Premio Schegge d’autore, Sonar Script, Premio Leonforte, Premio Maestrale San Marco, Premio Moak, Premio Ugo Betti. Suoi testi teatrali sono stati tradotti in spagnolo, ceco, francese e inglese e rappresentati in Canada, Usa, Croazia, Slovenia, Belgio, Spagna, Francia, Cile. Per Graphofeel ha pubblicato I duellanti di Algeri (2019).




Il Prefetto Tagliente: “E’ possibile ridurre i fattori di rischio che influiscono su alcuni comportamenti pericolosi di molti giovani?”

Che sta succedendo sui social network sempre più utilizzati dai minori? E’ possibile ridurre i fattori di rischio che influiscono su alcuni comportamenti pericolosi di molti giovani? Cosa pensano gli studiosi della psicologia della comunicazione delle piattaforme digitali incontrollate e del “linguaggio della violenza” utilizzato in libertà anche nel corso di molti talk show pure in prime time?

Sono queste le domande che si pone, con un post sulla pagina FB, il Prefetto Francesco Tagliente con alle spalle 47 anni di servizio, scalando i gradini più elevati della gerarchia professionale e con una specializzazione in criminologia.

Il Prefetto Tagliente parte dalla constatazione che “sui social network utilizzati da alcuni minori privi di strumenti per decodificare gli stimoli che arrivano dai social, si stanno manifestando, con sempre maggiore frequenza, fenomeni inquietanti”.

“Ciò che inizia come un gioco si trasforma in una sfida esasperata e, attraverso un processo emulativo propagato con forza dalla rete, i casi isolati finiscono per amplificarsi provocando finanche drammi e tragedie familiari”.

“A determinate fasce di età, infatti, lo spirito di emulazione è tanto più forte quanto è più debole la capacità di selezionare, analizzare e distinguere. Basterebbe pensare al recentissimo, folle e tragico gioco hanging challenge, agli ormai non episodici casi di cutting che coinvolgono addirittura ragazzi meno che adolescenti, alle nuove forme di devianza minorile diffuse su internet attraverso forum, social, siti dedicati o altre forme di diffusione digitale come il bullismo elettronico. Ma penso anche alla diffusione di fotografie e di video in rete, alle chat con sconosciuti e ai tristi casi di pornografia e pedopornografia”.

Va premesso che il Prefetto Tagliente, anche grazie agli insegnamenti della sociologia giuridica e della criminologia applicata al controllo sociale, è riuscito, soprattutto come Autorità di Pubblica sicurezza sul territorio a Pisa, Firenze e Roma, a coniugare la necessità di adempiere ai doveri dello Stato con le esigenze di rispetto dell’individuo come persona umana, della sua individualità e delle sue legittime aspettative, non trascurando l’impegno per la promozione e la divulgazione dei principi e dei valori incarnati nei simboli della Repubblica su cui si fonda lo Stato democratico e pluralista delineato dalla Costituzione repubblicana, negli ultimi anni nella veste di Delegato alle relazioni istituzionali dell’ANCRI, L’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Con questa esperienza professionale e vocazione sociale Tagliente afferma che “Un’adeguata promozione e divulgazione dei principi e dei valori della nostra Costituzione, specialmente di quelli incarnati nei simboli nazionali, potrebbe contribuire a ridurre i fattori di rischio che influiscono su alcuni comportamenti pericolosi di molti giovani spesso vittime di persone adulte che li inducono a tenere comportamenti antisociali e delinquenziali.

“In attesa che il legislatore valuti, per i grandi gestori delle piattaforme digitali e per alcuni mezzi di comunicazione di massa, forme idonee a disciplinare la comunicazione diretta ai giovani, – prosegue l’ex Questore di Roma – intendo lanciare una proposta alternativa che presuppone l’utilizzo di un altro linguaggio, antico e attuale allo stesso tempo”.

Al linguaggio della violenza – dice Tagliente – io propongo il linguaggio del rispetto dei diritti tutelati dal nostro ordinamento attraverso la percezione e l’accoglimento dei valori e dei princìpi fondamentali della Costituzione repubblicana e dall’insieme dei suoi indirizzi e precetti come il valore del Tricolore. E lo faccio, questa volta, confidando e non temendo la forza dell’emulazione.

E pensando alla forza della emulazione e degli esempi positivi necessari a costruire la personalità dei ragazzi richiama i doveri costituzionali dei pubblici funzionari, dicendo: “Chi è chiamato ad esercitare una pubblica funzione deve mettere una particolare cura nell’adempimento della funzione loro affidata, ed essere di esempio per gli altri cittadini.”

“Il nostro agire da cittadini – prosegue – non poggia solo sui diritti ineludibili, ma prevede altrettanti doveri fondamentali. E fra i doveri – oltre a quelli di solidarietà politica, economica e sociale (difesa della Patria, concorso alle spese pubbliche, fedeltà alla Repubblica, osservanza delle leggi) e all’obbligo di esecuzione degli ordini legittimi delle pubbliche autorità – vi è una serie di prestazioni e comportamenti di notevole rilevanza sociale compreso il dovere, soprattutto per le istituzioni e i pubblici funzionari soggetti a una serie di regole che nel loro complesso costituiscono esplicazione della previsione fondamentale dell’art. 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore”.

Tagliente ha poi voluto rimarcare il disvalore educativo e civico, per i giovani, dal mancato rispetto della Bandiera che purtroppo spesso si nota esposta anche su edifici pubblici, in pessime condizioni d’uso, strappata, lacerata, scolorita o sporca e non fanno eccezione neppure i Palazzi sede di istituzioni locali o nazionali.

“Penso al dovere di rispettare e promuovere il Tricolore, simbolo della Patria, delle libertà conquistate, dei sentimenti più nobili del popolo italiano di cui rappresenta l’unità nella Nazione e per la Nazione. Peraltro – ha proseguito – la collocazione della bandiera fra i principi fondamentali della Costituzione (art 12), non solo ne sanziona il primato gerarchico rispetto a ogni altro vessillo, ma attribuisce al Tricolore una funzione vincolante sia per le istituzioni che per incaricati di pubbliche funzioni, ai quali spetta di promuoverne il valore e verificarne il rispetto del decoro. Perché la bandiera è cucita sulla nostra pelle sin dalla nascita e si manifesta in circostanze particolari per darci forza, passione e coraggio. E lo fa nei momenti di gioia e in quelli di tristezza, proprio quando nella collettività nazionale i legami si riscoprono più saldi.

Conclude la riflessione con un invito al mondo accademico: “Mi piacerebbe veramente sentire cosa ne pensano gli studiosi delle scienze comportamentali e della comunicazione, perché sono sempre più convinto che ad alimentare tali fattori di rischio, che potrebbero tradursi in comportamenti antisociali e delinquenziali, contribuiscano alcune piattaforme digitali e il linguaggio utilizzato da alcuni ospiti di talk show”. E il mondo accademico che segue il Prefetto non si è fatto attendere.

Il Generale della Guardia di Finanza Alessandro Butticé afferma che “I giovani vanno protetti e tutelati soprattutto attraverso educazione e, se necessario, anche strumenti normativi. I social ed il web non sono buoni o cattivi. O meglio, possono essere buoni E cattivi. Come il coltello. Che é buono quando serve a tagliare il pane. Ma cattivo quando serve ad uccidere. Come le automobili. Che mai penseremmo di eliminare o vietare, anche se causano più morti del Covid. Bisogna però fare la scuola guida prima di ottenere la patente e fare campagne di informazione sulla sicurezza stradale. E, mutatis mutandis, si dovrebbe/dovrá fare la stessa cosa con social e web. Soprattutto per i giovani. E nella nostra Costituzione, ma anche nei trattati dell’Unione Europea, ci sono tutti quei valori, che dovremmo aiutare i nostri giovani a conoscere. E che il tricolore ?? e la bandiera UE ?? simbolicamente rappresentano.
La regolamentazione, che deve essere complementare e non alternativa all’educazione, dovrà colmare un evidente nuovo normativo. E, vista la portata globale dei social e del web, la portata di questa regolamentazione dovrebbe essere quanto meno a livello Ue. E non solo nazionale. Se si tende ad una concreta efficacia. Senza neppure dimenticare che solo l’Ue ha dimostrato essere capace ed avere gli strumenti necessari per negoziare in modo convincente con i giganti del web. Grazie quindi per questo tuo stimolo e sapiente contributo di pensiero”.

Lo psicologo Andrea Smorti professore onorario dell’Università di Firenze ha posto l’accento sull’età degli utilizzatori delle piattaforme e sul controllo da parte degli adulti. “Fino adesso – scrive il prof Smorti – non sono stati trasmessi dei modus operandi con cui utilizzare gli strumenti digitali: si è insegnato ad usare il casco in bicicletta o che con i coltelli taglienti ci si può far male ma pochissimo è stato insegnato su come usare e se usare questi strumenti. È necessario che vengano, a tutti i livelli, trasmesse delle regole di condotta in merito, ivi compresa l’età a partire dalla quale utilizzarli. È inoltre indispensabile che questi strumenti siamo costruiti in modo che gli adulti possano intervenire per vincolarne l’uso in modo che non sia possibile navigare liberamente”.

Lo psicologo Stefano Taddei, dell’Università di Firenze, sperando che il tema possa essere sviluppato ulteriormente, auspica un investimento in educazione e cultura. “Come non essere d’accordo! – scrive- Non solo: apprezzo tantissimo il richiamo alla costituzione e alla pratica educativa che inevitabilmente richiama. La sfida sta nel riuscire a collegare la capacità di costruire abilità di vita, di ascolto e di espressione delle emozioni e dei sentimenti con il senso personale che impernia i valori “costituzionali”. La sfida sarà rendere i social luoghi di pratica del rispetto e della libertà ma per far ciò occorre avere la forza di investire in educazione e cultura, e non sempre vedo convinzione in tal senso”

La psicologa clinico e forense e criminologo già giudice onorario minorile Silvia Calzolari ricordando il suo contributo fornito, come psicologo clinico e forense e criminologo, al Corso di Perfezionamento in “Psicologia della comunicazione e della testimonianza”, riservato a 44 poliziotti laureati, organizzato da Tagliente insieme con l’Università ricorda con orgoglio la partecipazione a quel Corso, che all’epoca rappresentò un’iniziativa originale e di speciale interesse. “Anche oggi l’importanza cruciale della comunicazione – scrive – non è mutata, anzi più che mai rappresenta uno strumento educativo e di contrasto alla povertà morale dilagante. Aggiungo alla necessità di un linguaggio dei diritti e delle regole anche quello della relazione, che esiste sempre meno perché la vera piaga è il NARCISISMO. Questo concetto apparentemente innocuo in realtà è ciò che muove la mercificazione dell’immagine, lo sprezzo di ciò che non appare ma è valoriale, la rabbia che si traduce in aggressività quando non si è al centro dell’attenzione. Più che mai urge una riflessione corale per diffondere una cultura antinarcisistica, di recupero di ciò che si sta perdendo attraverso un uso distorto della tecnologia”.

La psicoterapeuta e criminologa Virginia Ciaravolo docente di psicologia clinica a Roma concorda pienamente con il prefetto Tagliente aggiungendo che “L’agito di Tik Tok nel mettere limiti di età all’accesso ci dice che i social sono diventati terra di nessuno. Chiunque senza il minimo rispetto per l’altro posta improperi, foto forti o imbarazzanti. I minori inconsapevoli di avere tra le mani una bomba ad orologeria scimmiottano gli adulti. Occorre un’educazione digitale, un uso responsabile del web, formazione ed informazione su rischi e pericoli. Come? Da quello che hai appena scritto, cominciando dai valori”.

La psicologa Francesca Arpino afferma che “La sfida sarebbe poter comunicare garantendo sicurezza e protezione anche attraverso uno strumento elettronico. Le varie tecniche purtroppo usate dai manipolatori costituiscono le armi più diffuse utilizzate contro la nostra psiche, e a esser prese di mira sono spesso le nuove generazioni con le loro debolezze, emotività e fragilità. Delimitare attraverso regole e nuovi interventi un terreno tanto spinoso è un primo passo per lavorare sul nostro linguaggio, la nostra percezione e i nostri obiettivi. Perché il conflitto nasce dove ogni comunicazione crea un terreno di mistificazioni e disequilibri”.

Il Sociologo e Criminologo Claudio Loiodice Presidente del Dipartimento Piemonte dell’Associazione nazionale sociologi scrive che “ La società si evolve in maniera vertiginosa, molto di più della capacità della società stessa di adottare degli Istituti capaci di regolamentare i fenomeni sociali che stiamo vivendo. Non dimentichiamo però che veniamo da un’epoca che ha visto una trasformazione radicale delle abitudini e delle relazioni. Internet è un mezzo imprescindibile, ha abbattuto ogni barriera anche se nasconde delle insidie pericolose. Almeno, a differenza delle droghe, ci consente di facilitare i contatti sociali e quindi di progredire. In sintesi, credo che sia necessario ampliare lo spettro dei controlli non per il suo utilizzo, ma sui contenuti, ma ritengo che inevitabilmente questo ci costerà qualcosa in termini di rischio”

La giornalista Dania Mondini ricorda che “tutto è iniziato molto tempo prima che i nostri ragazzi avessero in mano un cellulare. Il mondo della comunicazione a cominciare da talk show in prima e seconda serata, hanno da anni permesso, quando non addirittura promosso, aggressività volgarità e disattenzione all’altro. Resto sempre dell’idea che l’esempio è fondamentale a cominciare dalla famiglia. Emulare personaggi televisivi è consuetudine. Cosa vogliamo imputare ai ragazzi? Sono vittime…che dovremo recuperare, se non vogliamo ulteriori degenerazioni. La scuola deve e può salvare il futuro…intanto forse dovrebbero esserci maggiori rigidità da parte dei grandi network e social…che sembrano ormai una terra di nessuno in nome di una libertà che spesso è confusa con violenza e prevaricazione”.

Guglielmo Puccia ex Funzionario dell’ENEA scrive: “Credo che un modo, per cercare di fermare la “catastrofe educativa” che coinvolge molti strati delle nuove generazioni, possa essere quello di dare piena attuazione alla recente legge 92/2019, che introduce l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’Educazione Civica, come materia trasversale in tutti gli ordini scolastici. Tra gli otto moduli formativi previsti, molto spazio è dato all’insegnamento e alla conoscenza della Costituzione, del Tricolore e dell’inno Nazionale. L’insegnamento è finalizzato all’identificazione dei diritti e a promuovere il pieno sviluppo della persona e la partecipazione dei cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Un forte richiamo è rivolto alle Istituzioni scolastiche, affinché rafforzino la collaborazione con le famiglie al fine di promuovere comportamenti dei giovani non solo per quanto riguarda i diritti ma dei doveri e del rispetto delle regole di convivenza civile. Abbiamo bisogno di una nuova scuola per costruire una nuova società! L’Attuale scuola è una scuola vecchia, forma i cittadini del passato.”




Capolavori dei marmi Torlonia in mostra a Roma

Fino al 29 giugno 2021 è aperta al pubblico l’attesissima mostra “I Marmi Torlonia.

Collezionare Capolavori”, 92 opere greco-romane selezionate tra i marmi della più prestigiosa collezione privata di sculture antiche al mondo.

La mostra conduce in un viaggio a ritroso nel tempo attraverso le vicende dei diversi nuclei collezionistici confluiti nella collezione Torlonia, composta da 620 pezzi tra cui sono stati selezionati statue, sarcofagi, busti, rilievi ed elementi decorativi. Sono stati individuati cinque momenti che corrispondono alle sezioni del percorso espositivo.

L’allestimento ha tratto ispirazione dal Catalogo del Museo Torlonia del 1884/1885, nel quale le sculture vengono presentate su uno sfondo nero che astrae l’opera. Le sculture selezionate sono dunque allestite su uno sfondo omogeneo scuro, così da farle emergere singolarmente ed esposte su sfondi diversi colorati così da farle risaltare collettivamente, come parte di un racconto, in cinque capitoli, per illustrare l’evoluzione della collezione nel tempo e contemporaneamente illustrare la localizzazione delle sculture nel loro periodo storico.

  • Evocazione del Museo Torlonia fondato nel 1875 e rimasto aperto fino all’inizio del secolo scorso.
  • Sculture provenienti dagli scavi archeologici effettuati nell’Ottocento nelle proprietà Torlonia.
  • Marmi provenienti da collezioni settecentesche custoditi a Villa Albani, acquistata nel 1866 dal Principe Alessandro Torlonia, e dello Studio dello scultore e restauratore Bartolomeo Cavaceppi.
  • Un ricco nucleo proveniente dalla collezione del Marchese Vincenzo Giustiniani acquistata dai Torlonia nell’Ottocento.
  • Il percorso si conclude con un insieme di opere riunite in raccolte quattro e cinquecentesche.

Il Museo Torlonia si racconta dunque come una collezione di collezioni, o come un gioco di scatole cinesi, in cui una raccolta racchiudeva in sé pezzi provenienti da collezioni ancor più antiche.

L’allestimento, tridimensionale e tettonico, si erge dalle fondazioni per mettere in scena sia la varietà dei marmi Torlonia sia la stratificazione del Mons Capitolinus. Consiste in pavimentazioni e plinti che emergono a diverse altezze, come estrusioni delle pavimentazioni continue, composti in mattoni realizzati a mano da argilla grigio scuro, un riferimento alle antiche architetture romane in laterizio e alle fondazioni in pietra dell’Aedes Iovis Optimi Maximi Capitolini, il grande edificio esistito in Campidoglio, sottostanti Villa Caffarelli.

All’eccezionalità dei materiali esposti si aggiunge il fatto che essi hanno conservato restauri e integrazioni storiche, riflettendo il gusto e l’uso di epoche in cui i reperti mutili venivano “completati”, nelle parti mancanti, anche ricorrendo all’abilità di famosi scultori del tempo. La mostra racconta così una lunga storia non solo del collezionismo ma delle pratiche di restauro, che si chiude in maniera emblematica con la statua di un Ercole composto da 125 frammenti di marmo. Il restauro ha contribuito in maniera determinante ad aggiungere nuovi indizi storici sulle opere in mostra rivelando, ad esempio, tracce di colore sul Rilievo di Porto del III sec. d.C., confermando la mano di Gian Lorenzo Bernini per la statua del Caprone a riposo. Impressi nella materia che li costituisce, il restauro ha scoperto una stratificazione di segni che oggi, grazie alle nuove osservazioni condotte, si è cercato di decodificare, per poter giungere alla loro piena comprensione e a una corretta datazione.

La mostra sfocia infine nell’Esedra dei Musei Capitolini, dove sono stati raccolti per l’occasione le statue di bronzo che il papa Sisto IV donò al popolo romano nel 1471: un’accorta risposta sovrana all’incipiente collezionismo privato di statuaria antica. Segno, questo, di un processo culturale in cui Roma e l’Italia hanno avuto un primato indiscutibile: i musei sono nati dal collezionismo di antichità. E questa storia contemporanea si concluderà con l’individuazione di una sede espositiva permanente per l’apertura di un rinnovato Museo Torlonia.

L’esposizione è il risultato di un’intesa del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo con la Fondazione Torlonia; e nello specifico, per il Ministero, della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio con la Soprintendenza Speciale di Roma. Il progetto scientifico di studio e valorizzazione della collezione è di Salvatore Settis, curatore della mostra con Carlo Gasparri. Electa, editore del catalogo, cura anche l’organizzazione e la promozione dell’esposizione. Il progetto d’allestimento è di David Chipperfield Architects Milano, negli ambienti dello spazio espositivo dei Musei Capitolini a Villa Caffarelli, tornati alla vita dopo oltre cinquanta anni grazie all’impegno di del Comune di Roma per restituire alla cittadinanza un nuovo spazio espositivo progettato e interamente curato della Sovrintendenza capitolina. La Fondazione Torlonia ha restaurato i marmi selezionati con il contributo di Bvlgari che è anche principale sostenitore della mostra. Il progetto della luce è stato scritto da Mario Nanni, lumi Viabizzuno.




Sgarbi-Bonafede: Gip di Firenze archivia procedimento per diffamazione e calunnia

Il Gip del Tribunale di Firenze, Federico Zampaoli, ha disposto stamane l’archiviazione del procedimento giudiziario a carico di Vittorio Sgarbi per la denuncia di diffamazione e calunnia presentata nel 2019 dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per un articolo sul quotidiano “Libero” in cui il parlamentare e critico d’arte scriveva, tra le altre cose, “Per obbedire agli ordini di un Grillo nella cui casa il figlio indagato ha stuprato una ragazza, garantendogli con Bonafede, un ministro della giustizia amico. Vergogna. Usare lo Stato per proteggere il loro capo”. In ordine all’ipotesi della calunnia il GIP ha scritto come “risultano carenti gli elementi oggettivi del reato, non risultando sporta (da Sgarbi) alcuna denunzia, querela, richiesta o istanza diretta all’autorità giudiziaria o ad altra autorità che a questa abbia l’obbligo di riferire e nemmeno avviato alcun procedimento penale” e che le dichiarazioni di Sgarbi contenute nell’articolo costituiscono comunque “espressione di opinioni che ricadono nel campo dell’immunità dell’art. 68 della Costituzione”.

Sgarbi, che ne procedimento era difeso dal suo avvocato Giampaolo Cicconi e dal collega fiorentino Antonio Voce, così commenta: “Un Ministro della Giustizia, peraltro avvocato, dovrebbe conoscere l’art. 368 del codice penale”




Bruno Astorre, 10 anni di calvario giudiziario e gogna mediatica per poi essere dichiarato innocente

La video intervista al Segretario del PD Lazio all’indomani della piena assoluzione

Dieci anni di calvario giudiziario per il segretario del PD Lazio Senatore Bruno Astorre prima di arrivare alla sentenza di piena assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Una vicenda giudiziaria che ha travolto il segretario del PD Lazio accusato di truffa per fatti risalenti al 2010-2013, quando era vicepresidente della Regione Lazio. Secondo la Procura il gruppo Dem al Consiglio regionale del Lazio tra il 2010 e il 2012 avrebbe sperperato 2 milioni e 600 mila euro in spese elettorali e sponsorizzazioni varie come pranzi cene e perfino partite a caccia e sagre del tartufo.

Un’inchiesta passata alle cronache come “spese pazze del PD Lazio”

Il Tribunale di Velletri ha disposto lo scorso 3 febbraio la piena assoluzione per il segretario PD.
“Una sentenza che arriva dopo quasi otto anni tra indagini e processo – ha commentato Astorre – e che dimostra pienamente la correttezza del mio operato come vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio, tra il 2010 e il 2013″.




Rai Yoyo, da lunedì le nuove puntate di Bing: il coniglietto beniamino dei più piccini

Bing, uno dei cartoni animati più amati dai bambini, da lunedì 15 febbraio torna, alle ore 18, su Rai Yoyo con undici nuove puntate e sorprendenti sfide.

Il coniglietto impegnato nel gioco più bello del mondo, quello di crescere, dovrà affrontare nuove prove, alcune alla sua portata ed altre, invece, più grandi di lui, superabili solo quando troverà la chiave giusta.  La serie sarà proposta tuti i giorni anche alle ore 7, 15.05 e 20.45. Bing riesce a stimolare, far riflettere e rassicurare i suoi piccoli fan sulle loro capacità di far fronte sia alle imprese personali che alle relazioni con gli altri.

La serie è tratta dai libri del pluripremiato autore e disegnatore Ted Dewan ed è stata realizzata grazie al supporto tecnico dello studio di animazione irlandese Brown Bag Films (Peter Rabbit, Dottoressa Peluche). Il progetto è stato sviluppato avvalendosi di accurate ricerche pedagogiche e costruito con l’obiettivo principale di coinvolgere e divertire i più piccoli, senza dimenticare di supportare genitori ed educatori. Finalista a Cartoons on the Bay nel 2015, BING ha vinto l’Emmy Kids Awards nel 2016. 

In Italia, il coniglietto Bing ha fatto il suo debutto su Rai Yoyo nel 2018 e da allora è divenuto un personaggio amatissimo dai bambini. Lo scorso anno è stato il cartone animato più visto dell’intera piattaforma RaiPlay, dove sono disponibili gli episodi.