Astro, il robot tuttofare per la casa by Amazon

Si chiama Astro il robot che Amazon ha presentato negli Stati Uniti e che si appresta ad essere il primo automa domestico per la famiglia. Costa mille dollari e si potrà acquistare, nei soli States per adesso, solo su invito, in numero limitato. Il robot, che ricorda molto il protagonista del cartone animato della Disney Wall-E, è dotato di una telecamera periscopica che gli consente di espandere il suo campo visivo e controllare anche cosa succede oltre la sua statura, a persone, animali e oggetti. Il suo compito principale è infatti quello di sorveglianza domestica, essendo anche supportato dal servizio, in abbonamento, Protect Pro di Ring, che chiama in automatico i soccorsi in caso di aiuto.

Per il resto, è come avere un dispositivo Alexa che si muove per casa. Risponde infatti ai comandi vocali, può essere impostato come sveglia o per ottenere le ultime notizie e le informazioni sul meteo, oltre alla vasta gamma di funzionalità tramite le “skill” di Amazon. Vista la presenza di fotocamere e un microfono, Astro può fungere anche da terminale per le videochiamate, sia in ingresso che in uscita, utilizzando le app di teleconferenza compatibili con Alexa. Un occhio di riguardo è dato alla privacy: i proprietari possono impostare aree oltre le quali il robot non può andare e spegnere led, schermo e microfoni, in certe ore del giorno. Dave Limp, capo dei dispositivi e dei servizi di Amazon, ha detto: “Siamo andati oltre gli schermi con Alexa. Sappiamo che i clienti non volevano solo un dispositivo su ruote ma qualcosa di unico e personale. Ed è quello che abbiamo realizzato con Astro”.

F.P.L.




Facebook, Instagram e WhatsApp fuori uso in tutto il mondo

“Impossibile caricare il contenuto”. “Sei offline”. Questi i messaggi che tanti utenti stanno visualizzando sui propri smartphone e pc collegati a Instagram, WhatsApp e Facebook nel pomeriggio di lunedì 4 ottobre.

Gli hashtag #WhatsAppdown, #instagramdown e #facebookdown, come spesso succede, sono subito diventati trend topic su Twitter.

Dopo pochi minuti anche il servizio di messaggistica WhatsApp ha dato gli stessi problemi, seguito da Facebook. I disguidi, come segnala Downdetector, inizialmente erano soprattutto estesi alla città di Milano e dintorni: il picco di segnalazioni è arrivato dopo le 17.30. Per WhatsApp e Instagram disguidi anche per invio e ricezione anche a Roma. Poco dopo le 18 anche da altri Paesi in Europa, come Francia, Germania o Belgio, e poi Israele e Turchia sono arrivate segnalazioni di malfunzionamento per i social network di Mark Zuckerberg. L’Osservatorio sull’utilizzo di internet NetBlocks, si legge sul suo profilo Twitter, ha segnalato di aver riscontrato “interruzioni in più Paesi” non connessi a “sospensioni o filtraggi dei singoli Paesi”.




Sicurezza online, la Polizia di Stato incontra 50mila bambini delle elementari

La Polizia Postale, in occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti che si celebra il domani 5 ottobre e in concomitanza della Festa dei Nonni, ha organizzato workshop sul tema della sicurezza online nelle scuole elementari sul territorio nazionale.

Gli Operatori della Polizia Postale incontreranno oltre 50mila bambini ai quali verrà regalato il libro “Interland: avventure digitali – in viaggio col nonno alla scoperta del Web”. Il volume, dedicato ai bambini e alle loro famiglie per aiutarli ad affrontare insieme i temi della sicurezza del web, edito da Gribaudo, è stato realizzato dalla Polizia di Stato, Google, Mondo Digitale, Altroconsumo e sarà distribuito gratuitamente anche dalla casa editrice Feltrinelli.

Al centro del dibattito con gli specialisti della Polizia Postale, il dialogo intergenerazionale sui temi del digitale e l’aiuto reciproco tra nonni e “nativi digitali” per sviluppare le competenze fondamentali per vivere online e in rete con consapevolezza.

I protagonisti del libro sono nonno Agenore e i suoi due nipotini, Davide e Matilde, che, in occasione del compleanno del nonno, compiono un viaggio attraverso i “quattro Regni di Interland”, alla ricerca di un regalo nascosto.

Nel corso del viaggio, i protagonisti dovranno affrontare alcune sfide – haters, phishing, incidenti legati alla privacy online, etc., le stesse che tutti noi affrontiamo ogni giorno sul Web – con insegnamenti e consigli.

L’obiettivo delle attività è insegnare ai bambini, sempre più precoci nell’utilizzo dei device, che nel periodo dell’emergenza Covid-19 sono stati sempre più esposti in solitudine sulla rete internet e vittime di reato, a sfruttare le potenzialità comunicative del web e delle community online senza correre rischi connessi al cyberbullismo, alla violazione della privacy altrui e propria, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all’adozione di comportamenti scorretti o pericolosi per sé e per gli altri.

La formazione sui temi della sicurezza e dell’uso responsabile della rete è un impegno quotidiano della Polizia di Stato e la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione è assolutamente determinante.

Un impegno avvalorato anche dai dati sul rapporto tra giovanissimi e sicurezza online:

l’avvento della pandemia ha di fatto bruciato le tappe di una progressione della diffusione dell’uso delle nuove tecnologie in fasce di età sempre più precoci: per riempire i lunghissimi pomeriggi chiusi in casa, per compensare la mancanza di contatti con i coetanei e i familiari, sono numerosissimi i bambini che hanno acquisito, in pochi mesi, una dimestichezza maggiore all’uso di tablet e smartphone, in un’età in cui, in passato, la biciletta e la palla erano le principali fonti di attrazione.

I bambini più piccoli che approcciano la rete sono attratti dai giochi online, si muovono sui socialnetwork ma rivelano la loro forte fragilità per inesperienza, per immaturità cognitiva ed emotiva, e per una profonda suggestionabilità che li espone, inevitabilmente, al rischio di essere vittime di cyberbullismo e ancor più di adescamento online.

Emerge che molti dei genitori si sono detti preoccupati della sicurezza online dei propri figli, e due su quattro hanno dichiarato di aver preso precauzioni per proteggerli.

Le misure più utilizzate dai genitori sono state le limitazioni all’accesso ad alcuni siti web e alle informazioni che postano su di loro sui propri social network, insieme a quelle che i loro figli possono condividere con le loro cerchie di amici online.

Inoltre, molti dei genitori italiani hanno dichiarato episodi di cybercrime subiti dai figli, i più frequenti dei quali sono stati il download di un virus sul loro PC o su quello della famiglia, risposte a email di phishing, episodi di smishing (SMS) e violazioni dei profili social.

In questo contesto, le maggiori preoccupazioni dei genitori riguardano il timore che i propri figli possano dare troppe informazioni a sconosciuti, la paura che possano essere convinti con l’inganno a incontrare malintenzionati e che potrebbero subire atti di bullismo oppure molestie.

Iniziative come la giornata mondiale dedicata agli insegnanti, ormai celebrata in tutto il mondo, sono di grande importanza perché aiutano a portare la sicurezza della rete all’attenzione di un grande numero di utenti, soprattutto adulti, che sono oggi nel nostro paese quelli meno consapevoli dell’importanza di educare i minori a un uso sicuro, consapevole e responsabile del web.




Raid dell’Etna, un successo per tutta la Sicilia

Una manifestazione giunta quest’anno alla 23esima edizione

CATANIA – Settanta equipaggi a bordo di vetture che hanno fatto la storia dell’automobilismo, oltre 140 partecipanti, circa mille chilometri di percorso, visite guidate in numerose ville nobiliari e bellezze artistiche, architettoniche e naturali della Sicilia. In sintesi, Raid dell’Etna 2021: manifestazione – giunta alla 23esima edizione – che, come sempre, rappresenta il perfetto connubio tra competizione, fascino delle auto d’epoca e promozione del territorio, dando grande impulso al turismo sportivo.

“Siamo orgogliosi del risultato ottenuto, arrivato in un periodo non facile a causa della pandemia e delle relative difficoltà nell’organizzazione e nelle autorizzazioni. Anche quest’anno abbiamo raggiunto il nostro scopo: coniugare lo splendore delle vetture storiche a quello della nostra terra. Merito del nostro impegno, ma soprattutto del supporto delle Istituzioni, dello staff della Scuderia del Mediterraneo e degli sponsor che ci hanno accompagnato in questa avventura”. Così hanno commentato gli organizzatori Stefano Consoli e Giovanni Spina al termine della manifestazione.

Vetture e partecipanti provenienti da Svezia, Germania, Svizzera, Polonia, Austria, Colombia e, ovviamente, Italia, hanno fatto tappa in molteplici località dell’Isola. Il Raid ha abbracciato gran parte della Sicilia, da Palermo a Enna, da Siracusa a Catania, aprendo le porte di ville nobiliari chiuse al pubblico e facendo degustare prodotti tipici siciliani, passando per scenari mozzafiato, come quelli offerti dall’Etna o dallo splendore di Ortigia.

L’ultimo atto lo scorso sabato mattina nella città etnea, con l’arrivo in piazza Università, tra tanti curiosi che si sono concessi scatti fotografici accanto ad auto che hanno scritto pagine indelebili della memoria automobilistica. Poi il momento della premiazione, che si è celebrata ufficialmente a Palazzo Manganelli, con tanti riconoscimenti messi in palio: le scuderie con maggior numero di partecipanti, i partecipanti con più presenze nelle 23 edizioni, gli equipaggi provenienti da più lontano, la migliore coppia femminile.

Dando spazio ai risultati, in classifica generale il primato è andato al duo Antonio Belotti e Maria Marchesi del Club Orobico, su Jaguar XK140; a seguire Giancarlo Calise e Rosanna Siervo della Mastroberardino Team, alla guida della Alfa Romeo Giulietta Spider; terza la coppia Fuzzy Walter Kofler e Claudia Kofler della Veteran Car Team Bolzano, a bordo della Porsche 356 A; quarta piazza per Marco Biroli e Luisa Guenzani della SCRT Lugano, su Porsche 911 Targa 4S; quinto posto per i polacchi Artur Moscicki e Adrian Moscicki della Pagoda SL Klub Polska, su Mercedes Benz 280 SL.




Alessandro Gassmann innamorato del Sud Tirolo – Alto Adige “Grazie-Danke”

È rimasto colpito dell’accoglienza delle persone, dai posti mozzafiato.

“Tre settimane di lavoro intenso – twitta – in Sud Tirolo- Alto Adige. Posti favolosi, gente ospitale , davvero bellissimo. GRAZIE – DANKE . ???”. Di recente aveva speso parole molto forti in difesa degli orsi:

“Noi siamo circa 60.000.000, gli orsi in Trentino circa 80, gli abbiamo invaso ogni spazio, depredato, cementificato, disboscato, sversato, bruciato, e ora ne abbattete uno con prole perché sostenete sia pericoloso ? Lui pericoloso?! Siete degli incapaci e dovete vergognarvi”. Lo scrive Alessandro Gassmann su Twitter in riferimento all’ordinanza di abbattimento dell’orso che ha ferito due uomini sul Monte Peller




Raid dell’Etna: oggi a Catania la sfilata delle auto d’epoca e la premiazione

Un itinerario che ha abbracciato alcune delle località siciliane più suggestive, aggiungendo due ingredienti speciali: l’agonismo e l’adrenalina delle corse automobilistiche, a bordo di vetture d’epoca

Un mix di turismo e competizione per promuovere il territorio e portare alla scoperta di luoghi meravigliosi partecipanti provenienti da tutto il mondo: dal centro storico di Palermo ai palazzi nobiliari di Bagheria, dal Barocco di Ortigia al contrasto mozzafiato mare-montagna del capoluogo etneo. Questo è il Raid dell’Etna 2021, che volge alle battute conclusive.

Un viaggio iniziato lo scorso 26 settembre con l’arrivo a Palermo dei 70 equipaggi e 140 partecipanti, che hanno sfilato tra centinaia di curiosi e appassionati. Il giorno dopo è stata la volta di Bagheria, con tappa a villa Palagonia, palazzo Butera e al Museo del giocattolo e delle Cere. Dal tour culturale alla prima cronometrata della manifestazione, anche qui con un solco tangibile della storia: la prova sul Circuito delle Madonie, per anni teatro della Targa Florio. Poi l’arrivo all’autodromo di Pergusa – che ha ospitato per diversi anni i gran premi di Formula 1 e Formula 2 – per proseguire l’itinerario verso Siracusa e Ortigia. Qui, visita al Duomo, palazzo Vermexio, palazzo Beneventano e Fonte Aretusa, prima di dare il via alla cronometrata Eureka. Ieri, 30 settembre, il mare cristallino di Punta Secca e la casa del “Commissario Montalbano” hanno ospitato i partecipanti del Raid, che nel pomeriggio si sono sfidati nella prova “Vaccarizzo”, con direzione Catania.

Ieri e oggi – sabato 2 ottobre -, sarà la città ai piedi del Vulcano a ospitare la kermesse: nel pomeriggio di ieri l’impegnativa cronoscalata Etna, tra le meraviglie della natura e un panorama mozzafiato visibile da Piano Provenzana. Oggi, invece, “sfilata” in centro e in piazza Università (ore 10.00), prima della premiazione finale che si terrà a Palazzo Manganelli alle ore 12.00.




“I Bemolli sono blu-Viterbo in Musica”: al via la 5 edizione del festival

Concerto di inaugurazione domenica 3 ottobre alle ore 18 alla chiesa di San Silvestro con il M° Andrea Lucchesini

Con il filo conduttore ‘Romanticismo, il nuovo sentimento della natura’ e l’Anteprima “Solo per passione” con gli acclamati pianisti Maria Primerano e Hiroshi Oe,  ha preso il via con successo il quinto Festival “I Bemolli sono blu-Viterbo in Musica” (29 settembre -19 novembre 2021) promosso e ideato dall’Associazione Musicale Muzio Clementi con la direzione artistica del Maestro Sandro De Palma.

L’inaugurazione ufficiale è fissata per domenica 3 ottobre, alle ore 18 alla Chiesa di San Silvestro in piazza del Gesù, con una serata dedicata ai due grandi compositori Franz Schubert (1797-1828) e Robert Schumann (1810-1856) dal titolo “La riscoperta di un genio”. Protagonista assoluto è il famoso pianista Andrea Lucchesini, dal 2018 direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana, che eseguirà a Viterbo, sia i 3 Klavierstücke e gli Improvvisi op.90 n. 3 e n.2 di Schubert, che la straordinaria Fantasia op.17 di Schumann.

Andrea Lucchesini – Formatosi alla grande scuola pianistica di Maria Tipo, inizia giovanissimo un’intensa carriera solistica internazionale, dopo la vittoria del Concorso Internazionale “Dino Ciani” al Teatro alla Scala di Milano nel 1983. Da allora suona con le più prestigiose orchestre e direttori quali C. Abbado, S. Bychkov, R. Abbado, R. Chailly, D. Gatti, G. Gelmetti, D. Harding, G. Noseda e G. Sinopoli. È il primo (ed unico) artista italiano a ricevere il Premio Internazionale Accademia Chigiana, nel 1994, mentre l’anno successivo la critica italiana gli assegna il Premio F. Abbiati. Da oltre vent’anni è molto attivo anche nel settore cameristico, del quale esplora l’amplissimo repertorio nelle più varie formazioni, collaborando con musicisti ed Ensemble di altissimo livello; numerosi progetti, anche discografici, lo vedono in duo con il violoncellista Mario Brunello.

Nel luglio 2001 la prima esecuzione mondiale a Zurigo della Sonata di Luciano Berio segna l’apice di una felice collaborazione, che aveva preso l’avvio con il Concerto II “Echoing curves”, eseguito da Lucchesini sotto la direzione di Berio in tutto il mondo, e registrato con la London Symphony Orchestra per BMG. Convinto dell’importanza della trasmissione del sapere musicale alle giovani generazioni, Lucchesini si dedica con passione anche all’insegnamento, presso la Scuola di Musica di Fiesole, e viene regolarmente invitato a tenere Masterclass presso le più prestigiose istituzioni musicali europee ed americane; partecipa inoltre a progetti di divulgazione musicale radiofonica, ed in qualità di giurato a numerosi concorsi internazionali nei cinque continenti. Chiamato nel 2005 da Piero Farulli a condividere la conduzione della Scuola di Musica di Fiesole, dal 2008 al 2016 ne è stato direttore artistico; l’eccellenza dei risultati raggiunti nella multiforme ed intensa attività di musicista gli è valsa nello stesso anno la nomina ad Accademico di Santa Cecilia. 

Il Festival  (29 settembre -19 novembre 2021) continua con i suoi appuntamenti in cartellone da mercoledì 6 ottobre, sempre alle ore 18 alla Chiesa di San Silvestro in piazza del Gesù, con il Quartetto Dafne e il programma “Notte e sogni”, musiche di Schubert (1797-1828) e Borodin (1833-1887).

La rassegna “I Bemolli sono blu & Viterbo in Musica 2021” ha il sostegno del Fondo unico per lo spettacolo del Ministero per le attività culturali, della Regione Lazio, della Fondazione Carivit, e si svolge in collaborazione con  il Touring Club Italia sezione di Viterbo, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e la Rivista Musica, gode del patrocinio, del Comune di Viterbo e l’appoggio tecnico del Conservatorio di Santa Cecilia, di Carramusa Group, Alfonsi Pianoforti, Balletti Park Hotel, Associazione Amici di Bagnaia, Fotoreporter Bruno Fini.

I concerti saranno fruibili sui canali online dell’Associazione quali Facebook e Youtube, e si svolgeranno nel rispetto delle disposizioni normative antiCovid-19. Gli spettatori potranno assistere a tutti i concerti se muniti del Green Pass o altro documento che verrà controllato all’ingresso.




Maker Faire 2021 si farà in presenza a Roma dall’8 al 10 ottobre

Maker Faire Roma 2021, l’evento dedicato agli inventori, alla tecnologia e all’innovazione, torna in presenza dall’8 al 10 ottobre nella Capitale, al Gazometro, sia in presenza che online. Non solo maker ma anche robot, imprenditori, musicisti, ricercatori, innovatori e artisti tornano a incontrarsi in questo creativo evento, un mix tra una vetrina delle tecnologie più dirompenti e un potente incubatore di nuove idee e applicazioni, che si rivolge a tutti, dagli imprenditori ai bambini. Una delle grandi tematiche di quest’anno saranno robotica e Intelligenza Artificiale (IA) anche grazie alla partecipazione dell’Istituto di Robotica e Macchine Intelligenti (I-Rim) e il Laboratorio nazionale di Intelligenza Artificiale del Cini e tanti altri enti e università. Ma, Maker Faire non è solo tecnologie, robot e stampanti 3D: non mancano infatti le arti e la musica che propongono qui intersezioni creative e la presenza di artisti come Donato Piccolo, Clementino e La Rappresentante di lista.

Maker Faire Rome è il luogo dove maker, imprese, scuole, università, centri di ricerca, innovatori, artisti e musicisti, appassionati di ogni età si incontrano per presentare i propri progetti e condividere le proprie conoscenze e scoperte. Sono 8 anni che il Maker Faire accoglie a Roma giovani innovatori e startupper da ogni parte d’Italia. Quest’anno tra le novità c’è soprattutto l’attenzione alla sostenibilità e al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, per cui molti progetti saranno improntati alla decarbonizzazione. Per l’edizione di ottobre sono previsti 240 stand e tantissimi appuntamenti legati alla Digital Transformation tra cui conferenze, workshop, webinar, incontri con innovatori, policy makers ed esperti su svariati ambiti tecnologici, dal food all’economia circolare, dalla cybersecurity alla creatività. All’interno dell’evento sono previsti anche due contest: “Make to Care”, ideato da Sanofi, per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche rivolte alla disabilità, e “Make circular”, insieme al Consiglio Nazionale dei Consumatori pre la realizzazione di progetti legati ai temi dell’economia circolare.

F.P.L.




Velletri, parte il countdown per il centenario dalla nascita di Ugo Tognazzi

Un ricco calendario di iniziative per celebrare uno dei più grandi interpreti della commedia italiana

VELLETRI (RM) – Parte da Velletri il countdown che porterà ai festeggiamenti per il centesimo anniversario della nascita di Ugo Tognazzi. Qui, dove l’indimenticabile attore di “Amici miei” e “I mostri” visse per oltre trent’anni con sua moglie l’attrice Franca Bettoja, si svolgerà, sino a dicembre 2021, “UgoMania – Velletri per Ugo”: un ricco calendario di iniziative per celebrare uno dei più grandi interpreti della commedia italiana, in preparazione del grande evento per i suoi cento anni, che cadrà il 23 marzo 2022.

LA MOSTRA

La Città di Velletri, che ha già intitolato alla sua memoria un teatro e un istituto professionale alberghiero, dedica all’artista un sentito omaggio lungo oltre tre mesi. Si parte con la mostra fotografica “Ugo e Velletri” che resterà visibile sino a dicembre 2021. Costituita da 25 scatti privati dell’attore, potrà essere ammirata nelle vetrine dei negozi del centro storico, tra via Cannetoli e via Alfonso Alfonsi, in collaborazione con i commercianti del quartiere.

RASSEGNA CINEMATOGRAFICA

Si svolgerà invece, da sabato 30 ottobre a lunedì 1 novembre, presso il Multiplex Augustus, la maratona cinematografica “Ugomania”, che proporrà alcuni dei più grandi successi dell’attore. Durante la rassegna sarà anche presentato il libro “Ugo, la vita, gli amori e gli scherzi di un papà di salvataggio”, scritto dai figli Ricky, Gianmarco, Maria Sole Tognazzi e Thomas Robsahm, pubblicato da Rai Libri.

LA VISITA GUIDATA CON GIANMARCO E IL CONTEST CULINARIO

Sono in programma sempre a Velletri, nel mese di novembre (date da definirsi), una visita guidata presso la Casa Museo di Ugo Tognazzi in compagnia del figlio Gianmarco Tognazzi, e il contest culinario “Un cuoco prestato al cinema”, per ricordare le ricette di Ugo con il coinvolgimento diretto degli studenti dell’Istituto Alberghiero di Velletri, che rivisiteranno alcune delle sue ricette più famose.

LA SERATA FINALE

La kermesse si concluderà con una serata speciale presso il Teatro Tognazzi, l’unico a lui dedicato in Italia, alla presenza dei figli Ricky, Gianmarco e Maria Sole Tognazzi e delle Amministrazioni Comunali di Velletri e Pomezia, gemellate nel nome di Ugo. Saranno proiettati per l’occasione “Il meglio di Ugomania”, video conclusivo che raccoglierà i momenti topici del festival, e il documentario “Ugo e gli amici di Velletri”. Dopo aver annunciato le principali iniziative previste per il centenario e dopo aver premiato i vincitori del contest culinario “Un cuoco prestato al cinema”, la serata terminerà con la proiezione del film documentario “Ritratto di mio padre”, con la regia di Maria Sole Tognazzi.




Caserta, rinasce il nettare regale da un ettaro reale

Maffei: “L’antica vigna borbonica torna a vivere grazie a questo ambizioso progetto di cui vedremo e assaporeremo presto i frutti”

«I vini di questa contrada sono eccellenti così bianchi come rossi, e sono de’ migliori del Regno, così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che risvegliano nel palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli, e sono stimatissimi ne’ pranzi». Così i Re Borboni di Napoli, tra i monarchi più importanti d’Europa, descrissero il vino Pallagrello, della vite omonima, che fecero impiantare nei giardini della Reggia di Caserta, nel Bosco di San Silvestro, per poterlo produrre direttamente nelle «Reali Delizie». Tanto era la loro passione per il vino, che vollero nel vitigno reale proprio il Pallagrello bianco e nero, come è conosciuto oggi. E se aveva degli ospiti prestigiosi, per fare bella figura, il re Ferdinando IV, gli donava proprio il Pallagrello, il dono più pregiato: il vino della «Vigna del Re». Caduto il Regno, morti i Re, la vigna della Reggia di Caserta nel Bosco di San Silvestro morì. Abbandonata dagli uomini e dal cielo.

Circa quattro anni fa la Reggia di Caserta, provando a far rivivere il monumento non solo come gigantesco museo, ma come palazzo vivente, riscoprì l’esistenza della Vigna della Reggia nel bosco di San Silvestro, accanto a quella più coreografica e nota del Ventaglio, e immediatamente provò a farla rivivere affidandola a un concessionario esterno, viticultore di qualità. Fu l’allora direttore, Mauro Felicori, a decidere che la Reggia doveva rivivere in tutte le sue funzioni, «ritornare a essere una casa vivente». La sfida era epocale. La Reggia di Caserta, diretta da Tiziana Maffei, è patrimonio dell’umanità, inserita nella lista tutelata dall’Unesco e le esperienze di vitigni in monumenti patrimonio Unesco si contano sulle dita di una sola mano. Quindi la scommessa della rinascita della Vigna della Reggia nel bosco di San Silvestro era una sfida culturale e sociale, ma anche burocratica. Una rivoluzione nei costumi della pubblica amministrazione che non doveva più conservare o al massimo tutelare, quando capitava, ma anche produrre.

«L’antica vigna borbonica torna a vivere grazie a questo ambizioso progetto di cui vedremo e assaporeremo presto i frutti – spiega il direttore Maffei – La Reggia di Caserta, nata come massima rappresentazione di prestigio del nuovo regno di Carlo di Borbone, completata nella sua struttura dal Bosco di San Silvestro, così come molti dei siti reali borbonici è stata concepita come parte di un articolato sistema produttivo territoriale. Niente è stato lasciato al caso e la magnificenza di questo patrimonio culturale, storico e artistico è resa ancora più grande dal valore concreto che nel quotidiano aveva per la famiglia reale ma anche per tutti coloro che vivevano in questo territorio. Uno degli obiettivi del complesso vanvitelliano è riconoscere questa importante eredità e valorizzarla, dando spazio alle possibilità creatrici insite in questi fertili luoghi, nello spirito proprio del museo contemporaneo che riconosce le potenzialità di un istituto sempre più al servizio della società e del suo sviluppo sostenibile».

La sfida in pratica, dopo quattro anni, è stata vinta. Il concessionario, l’azienda vinicola «Tenuta Fontana», con sede nel paesino di Pietrelcina, nel Sannio, la patria di Padre Pio, ha riscoperto, piantato, curato amorevolmente, ogni giorno, la vite di Pallagrello, l’antico Piedimonte, e la vite pian piano è rinata. Divenendo uva di cui, dal 25 settembre scorso settembre è cominciata per la prima volta la vendemmia, con una cerimonia in loco, alla presenza di autorità, esperti, giornalisti italiani ed esteri. Si è trattata di una sfida incredibile per l’azienda e per la Reggia, come hanno sottolineato Mariapia Fontana e Tiziana Maffei ma il Palazzo Reale di Caserta, l’unico al mondo ad affrontare questa avventura, ha vinto come ha vinto l’impegno e la caparbietà di Tenuta Fontana.

La vigna originaria era quella che serviva le tavole e la cantina reale e aveva un’estensione di circa cinque ettari, giusto di fronte alla Casina di San Silvestro, nel bosco omonimo. L’altra vigna reale conosciuta era quella del Ventaglio – chiamata così perché erano vigneti di uva diversa, in una vigna a forma di ventaglio – che aveva un valore più di rappresentanza, coreografico/monumentale. Nei secoli il bosco ha assorbito molto di questa estensione ed è rimasto solo un ettaro di terreno libero, proprio di fronte al cancello d’ingresso della Casina. Ed è proprio quell’ettaro che è stato affidato a Tenuta Fontana, che l’ha ripulito e rilanciato. «La previsione è di un migliaio di bottiglie prodotte, nella migliore delle ipotesi – spiegano Mariapia e Antonio Fontana – Sarebbe già una grande conquista. Ma il nostro obiettivo principale era far rinascere la Vigna. E ci siamo riusciti. Siamo consci di quanto conti questo traguardo». Ad aiutarli, nel lavoro attento e difficile di rinascita della Vigna borbonica, due dei migliori professionisti sulla piazza nazionale: l’enologo fiorentino Francesco Bartoletti; e l’agronomo livornese Stefano Bartolomei. Prima di loro ci avevano provato in un sito Unesco, a ricreare un’antica vigna, nella mitica città romana sepolta dal Vesuvio: Pompei. Un primo concreto passo per far rivivere le reali delizie dei Re di Napoli.




Roma, museo di Gavignano: apre al pubblico l’archivio etnomusicale del progetto VAL’S

70 ore di registrazioni video, 80 ore di registrazioni audio e oltre 5000 immagini fotografiche

ROMA – E’ stato presentato al pubblico il progetto di trasferimento dell’Archivio VAL’S (il Laboratorio per lo studio del paesaggio sonoro e delle tradizioni musicali della Valle del Sacco) che andrà ad arricchire il Museo della Civiltà Contadina di Gavignano.

Il Laboratorio è impegnato nella documentazione delle culture tradizionali e della musica popolare del territorio del Lazio Meridionale e si propone di studiare, tutelare e promuovere i patrimoni sonori della Valle, incentivando la conoscenza, la ricerca sul campo, la documentazione, la catalogazione e la divulgazione della cultura etnomusicale, nelle sue forme tradizionali e contemporanee (attraverso rilevamenti sul patrimonio etnofonico dell’area e sul paesaggio sonoro). Il progetto – che già ha ricevuto il riconoscimento di “Buona Pratica Culturale“ dalla Regione Lazio, si inserisce all’interno delle numerose attività dell’Associazione Culturale EOLO, Etnolaboratorio per il Patrimonio Culturale Immateriale, che dal 2008 si occupa di ricerca, valorizzazione e catalogazione di beni demo-etnoantropologici.

All’incontro di presentazione organizzato dalla Pro Loco e dall’Associazione EOLO, che si è tenuto lo scorso sabato presso la splendida cornice del Palazzo Baronale di Gavignano (Roma) in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, sono intervenuti: il Sindaco di Gavignano, Ivan Ferrari; la direttrice del Museo, Diana Stanzani; il presidente della Pro Loco Emanuela Gagliarducci; il coordinatore del Progetto VAL’S, Emiliano Migliorini; Paola Elisabetta Simeoni, Angelo Palma, Emanuela Panajia, Eleonora D’Agostino dell’associazione di ricerca antropologica EOLO.

“Il Laboratorio – spiega Emiliano Migliorini – allestisce occasioni di incontro, di sperimentazione e di scambio tra studiosi e si propone come interlocutore nei confronti di enti pubblici e privati interessati a progetti di ricerca, documentazione, catalogazione, pianificazione territoriale, formazione che comportino conoscenze specifiche o attinenti a quelle etnomusicologiche ed etnoantropologiche. La documentazione raccolta durante le fasi di ricerca sul campo – che ha preso avvio oltre un decennio fa – verrà trasferita in copia nel Centro di Documentazione del Museo della Civiltà Contadina di Gavignano e qui potrà essere consultabile da chi vorrà avvicinarsi, incontrare e studiare le tradizioni musicali popolari della Valle del Sacco”.

L’Archivio, che è in fase di sistemazione, si compone di circa 70 ore di registrazioni video, 80 ore di registrazioni audio e oltre 5000 immagini fotografiche e riguarda gran parte del territorio della provincia di Frosinone e dell’area meridionale di quella di Roma, con rilevamenti effettuati a Frosinone, Anagni, Ceccano, Ferentino, Fumone, Fiuggi, Morolo, Serrone, Supino, Segni e altre zone del territorio. Una selezione esemplificativa di questi materiali è stata pubblicata, qualche anno fa, in un disco dal titolo Canti e musiche della Valle del Sacco.    L’apertura alla consultazione, che avverrà gradualmente per sezioni, dopo specifici interventi di digitalizzazione e ottimizzazione dei dati, sarà anche estesa al web, attraverso percorsi facilitati e la creazione di una digital library accessibile da internet.