Norcia, ricostruzione Basilica di San Benedetto: terminato il montaggio della gru

Terminato il montaggio della gru nel cantiere della Basilica di San Benedetto a Norcia. Nella mattinata di ieri i tecnici delle ditte incaricate hanno posizionato il braccio meccanico lungo 52 metri sulla torre, alta 40. Un’operazione altamente spettacolare che ha portato a completare uno dei passaggi essenziali per avviare la ricostruzione materiale della “casa” del santo patrono d’Europa che dopo le scosse di terremoto di magnitudo 6.0 e 6.5 tra il 24 agosto e il 30 ottobre 2016 hanno comportato il crollo quasi totale della struttura. Il 30 ottobre la scossa maggiore delle 7:41 fece crollare il massiccio campanile sulla chiesa, distruggendone gran parte del corpo centrale. In piedi invece sono rimaste la facciata gotica e l’abside. 

La gru, che ha una portata fino a 30 quintali, è stata poi sottoposta al collaudo in vista dell’entrata in servizio. Intanto, all’interno del cantiere della Basilica continuano i lavori di preparazione per consentire alla ditta che si è aggiudicata la ricostruzione di avviare l’opera.




Viterbo, dopo 25 anni di abbandono 15 milioni di euro dalla Regione per il recupero dell’ex ospizio dei Santi Simone e Giuda

Saranno realizzati un Collegio di merito per l’Università della Tuscia e un Centro di accoglienza per le donne vittime di violenza e di disagio sociale

Questa mattina la Giunta regionale del Lazio ha approvato la delibera per il recupero e la nuova destinazione d’uso del complesso immobiliare di San Simone e Giuda nel centro storico di Viterbo con un finanziamento di circa 14,6 milioni di euro del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare.

Un’operazione di rigenerazione urbana per l’ex ospizio dei Santi Simone e Giuda, che consentirà alla città di Viterbo di riappropriarsi di un autentico tesoro del suo patrimonio storico, artistico e culturale. Dopo venticinque anni di progressivo abbandono l’antico ospizio dei Santi Simone e Giuda avrà un nuovo futuro: l’intervento di riqualificazione sarà realizzato attraverso lo strumento del Pingua e il contributo del Ministero delle Infrastrutture, interessando circa 5.700 metri quadri di superficie totale, di cui 2.500 coperti e oltre 3.200 di pertinenze esterne.

Il progetto prevede una nuova destinazione d’uso: saranno realizzati un Collegio di merito per l’Università della Tuscia e un Centro di accoglienza per le donne vittime di violenza e di disagio sociale.

La struttura permetterà di inserire in un unico contesto operativo professori, ricercatori, studenti e donne vittime di violenze e maltrattamenti. Diversi i soggetti coinvolti nell’operazione: dalla Regione Lazio all’Università della Tuscia, dalla Asl all’Ater di Viterbo, che sarà il soggetto attuatore degli interventi di rigenerazione.

L’inizio dei lavori è previsto entro il 2022, mentre l’avvio dell’operatività del nuovo complesso è fissata per il 2026. 

“Recuperiamo un patrimonio abbandonato da tempo e in pieno degrado: una situazione inaccettabile alla quale abbiamo voluto porre rimedio attraverso un intenso e proficuo lavoro di squadra, che ha permesso di coniugare al meglio le politiche urbane e quelle sociali. Ma questa è solo una delle tante opere che abbiamo in programma nella provincia della Tuscia, dove arriveranno 329 milioni di euro per il programma di interventi Ater nel periodo 2022/2025”, dichiara l’assessore all’Urbanistica e alle Politiche abitative della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani.

“Con 14,6 milioni di euro la Regione recupera un’area abbandonata da tempo. Un patrimonio storico e artistico unico per la città di Viterbo e per tutto il Lazio. Continuiamo a investire nella rigenerazione dei nostri spazi, per trasformali e metterli a disposizione delle cittadine e i cittadini della nostra Regione”, commenta il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori.




1 maggio 1985, agguato alla polizia stradale: arrestato l’ex NAR Fabrizio Dante

L’uomo si era dato alla latitanza dopo che la Cassazione aveva rigettato il ricorso avverso la condanna all’ergastolo per omicidio e tentato omicidio  in concorso

Arrestato a Capo d’Istria l’ex NAR Fabrizio Dante riconosciuto colpevole dell’agguato – rivendicato dall’organizzazione terroristica di estrema destra “Nuclei Armati Rivoluzionari” – ad una pattuglia della polizia stradale, avvenuto sull’autostrada A24 il 1 maggio 1985, nel quale perse la vita l’Agente Scelto della Polizia di Stato Giovanni Di Leonardo e dove rimase ferito l’Agente Pierluigi Turriziani.

A mettere le manette ai polsi all’ex NAR, lo scorso mercoledì 16 febbraio, la Polizia slovena –  in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo.

Fabrizio Dante, di anni 59, si era dato alla latitanza dallo scorso 9 febbraio dopo che la Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso presentato dallo stesso avverso la sentenza di condanna all’ergastolo per omicidio e tentato omicidio  in concorso, emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma – Sez. Prima il 17 marzo 2021.

L’inchiesta, condotta dalla Polizia di Stato, aveva permesso di attualizzare – nell’ambito di una periodica rivisitazione dei fascicoli relativi a episodi criminosi di particolare gravità commessi nel passato –  un fondamentale riscontro investigativo, riguardante il frammento di impronta palmare sinistra esaltato all’epoca dalla Polizia Scientifica sullo sportello anteriore destro dell’autovettura di servizio in uso agli operatori.

La comparazione effettuata nel 2014 dalla Polizia Scientifica, tramite il sistema AFIS, aveva consentito infatti di attribuirla al citato terrorista; gli ulteriori approfondimenti, estesi anche al contesto criminale di appartenenza, avevano ulteriormente rafforzato il quadro probatorio a suo carico.

Il militante romano, figura di primo piano dell’estrema destra romana degli anni 80, era inserito in diverse trame eversive riguardanti i NAR, con riferimento ad attacchi alle Forze dell’Ordine ed alla necessità di approvvigionamento di armi.

L’arresto dell’uomo costituisce il coronamento di una continuativa ed incessante attività condotta dal personale della Polizia di Stato della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione e della Digos della Questura di Roma e coordinata dalla Procura della Repubblica capitolina volta alla ricerca del Dante, estesa anche in campo internazionale; le indagini si sono focalizzate in Slovenia ove, si sono recati un nucleo di investigatori della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, della Digos di Roma e della Direzione Centrale della Polizia Criminale/S.C.I.P..




Nutriscore contro Nutrinform, le battaglie di Italia e Francia sulla diffusione della consapevolezza alimentare si scontrano sull’etichettatura

Cinzia Leone (M5s): “Nutriscore risulta ingannevole e penalizzante per la nostra economia”

Fino a qualche tempo fa la battaglia della tavola tra Italia e Francia si combatteva a colpi di Champagne, Chianti, Parmigiano reggiano, carbonara o intingoli raffinati: una sana rivalità senza mai vincitori né vinti.

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Oggi la sfida è ben più strategica, contrappone due mondi che mirano allo stesso obiettivo, la diffusione di un concetto di alimentazione sana ed equilibrata, ma gli strumenti messi in campo per raggiungerlo sono divergenti.

La Francia punta sul progetto Nutriscore e l’Italia replica con il Nutrinform battery

Due diversi tipi di etichettature degli alimenti per indirizzare il consumatore verso una dieta salutare, con risvolti economici e culturali sfaccettati.

Nutriscore quota gli alimenti sulla base di sette parametri relativi ai valori nutrizionali ma con dei limiti di semplificazione, per esempio sulla mancata distinzione dei grassi che penalizzerebbe in questo modo un prodotto eccellente come l’olio d’oliva.

NutrInform contiene invece indicazioni per singola porzione in rapporto al fabbisogno giornaliero, non si sostituisce all’etichetta tradizionale e valorizza la qualità di prodotti che sono il caposaldo della dieta mediterranea, da sempre presa a modello alimentazione corretta e bilanciata.

“Ingannevole e penalizzante per la nostra economia” così è stato definito il sistema nutriscore dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Cinzia Leone durante la seduta in Senato di martedì scorso.

L’INTERVISTA DI CHIARA RAI ALLA SENATRICE CINZIA LEONE (M5S) – CLICCARE SULL’IMMAGINE PER GUARDARE

Dunque l’Europa dovrà scegliere tra due tipi differenti di etichettatura, se sarà meglio adottare il Nutriscore o la NutrInform Battery.  Una questione importante da cui può dipendere un settore importantissimo per il nostro Paese.




Frascati, al via il bando dedicato all’imprenditoria al femminile

Il Sindaco Francesca Sbardella: “Favoriremo la crescita di gruppi di lavoro con forti idee imprenditoriali capaci di apportare benefici al tessuto produttivo del nostro territorio”

FRASCATI (RM) – È stato approvato ieri dalla Giunta Comunale l’avviso pubblico Empirica per l’imprenditorialità. Bando di idee “al femminile” per il mese della donna 2022, finalizzato a premiare nuovi modelli di business in grado di avere un impatto ambientale, sociale ed economico rilevante per la comunità dei Castelli Romani.

Promosso da Frascati Scienza in collaborazione con Little Genius International SpA e con il Comune di Frascati, che ha anche concesso il Patrocinio, il bando si rivolge sia alle startup e alle PMI già costituite, sia a gruppi informali che non hanno ancora creato la loro azienda e rappresenta un’opportunità di finanziamento, formazione e crescita. Il bando premierà idee di rigenerazione sociale promosse da team composti in maggioranza da donne, incentivando lo sviluppo di idee e iniziative imprenditoriali locali.

Il testo dell’Avviso è scaricabile al seguente indirizzo: https://www.comune.frascati.rm.it/area_letturaNotizia/156240/pagsistema.html

“Abbiamo voluto valorizzare le idee di start up e imprenditorialità femminile per dare sostegno concreto alle potenzialità delle donne e delle ragazze del nostro territorio – ha dichiarato Paola Gizzi, Consigliera delegata alle politiche giovanili e pari opportunità del Comune di Frascati -. L’Amministrazione è impegnata in progetti di sensibilizzazione e contrasto alle violenze di genere, ma nel mese della Donna abbiamo voluto dare un segnale tangibile invitando a presentare proposte imprenditoriali al femminile. Proprio in questo mese, inoltre, richiederò un indirizzo di giunta per approvare la Carta dei Valori delle Donne, per continuare a diffondere e incentivare i talenti di donne e ragazze della nostra città”.

“Grazie all’Associazione Frascati Scienza e a Little Genius International, sono state avviate le procedure di selezione finalizzate a valorizzare le capacità progettuali, i know-out e l’expertise di tante giovani donne – sottolinea la Sindaca Francesca Sbardella -. In questo modo favoriremo la crescita di gruppi di lavoro con forti idee imprenditoriali capaci di apportare benefici al tessuto produttivo del nostro territorio. Uno dei requisiti del bando infatti è che le startup e le PMI vincitrici stabiliscano la propria sede legale o operativa nel Comune di Frascati, con positivi ritorni economici per la Città. Spesso si sente parlare di mancanza opportunità per le donne e per l’imprenditoria al femminile, in questo nostro specifico caso invece Frascati ha messo in campo azioni concrete per colmare un divario e dare la possibilità di realizzare progetti innovativi”.




Pier Paolo Pasolini, l’impegno civile costante a favore della società dei deboli

Ricordo, con mio figlio sulle spalle, in mezzo a grande folla, a Campo dé Fiori, allorché in un freddo pomeriggio di novembre del 1975 Alberto Moravia, a Roma, diede palese sfogo al  suo dolore per l’ignominia dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini: “i poeti sono materiale raro, ne affiora uno ogni secolo”:  i presenti commossi e addolorati, il grande scrittore in visibile turbamento, ai piedi del monumento di Giordano Bruno. Quale fatale coincidenza: Giordano Bruno e Pier Paolo Pasolini, due autentici e  genuini martiri della libertà  e del libero pensiero, due miti e umili e dolci  creature, messi a morte dalla violenza ed arroganza e fondamentalismo  del potere, non uso alla convivenza con la  qualità non comune di siffatti  personaggi, infastidito  anzi mortalmente ostile alle loro parole e attestazioni.  Infatti PPP fu vittima non del miserabile giovincello che era con lui bensì come ripetutamente  affermato e sostenuto pur se non provato né tantomeno approfondito e indagato, del potere occulto  di quel momento  storico sulla scena del Paese, potere intriso di viltà e di ipocrisia e, nel complesso, di  bieca ignoranza. Anche Giordano Bruno, secoli prima, arso vivo dalle gerarchie perché non aveva  voluto rinnegare le proprie idee e pensieri di fronte all’arroganza delittuosa e pochezza morale nonché ferocia del potere clericale imperante.

Non vogliamo ricordare di Pier Paolo Pasolini il suo impegno di poeta o quello di significativo e rivoluzionario cineasta, di artista pittore, di indagatore e protettore dei deboli delle borgate  romane, o quello di giornalista  e divulgatore e nemmeno della sua figura di poeta e di grande scrittore o della sua professione di fede per  Marx e per Cristo: il suo contributo impagabile va individuato e messo in evidenza nell’impegno civile costante a favore della società dei deboli. I grandi nemici invisibili e perciò ancora più micidiali, sono il capitalismo e la globalizzazione che  non tenuti sotto intelligente e severo controllo dal potere politico, hanno devastato  e stanno continuando a  devastare la società  dovunque nel mondo, rendendo l’uomo schiavo, solo un consumatore di beni quasi tutti inutili, preda e succube completo del mercato e in generale, ecco la disgrazia,  non dispone di antidoti e di difese culturali e morali atti a tutelarlo e perciò  progressivamente subisce le conseguenze che il capitalismo mondiale persegue e ambisce: precarietà, paghe basse, delocalizzazioni, cementificazione selvaggia e criminale del Paese, la corruzione generalizzata, privilegi inauditi di certe categorie, la proletarizzazione della comunità, al fine di ingrassare le proprie attività e accrescere i profitti. Ed è in tale specifico contesto  di autentico pur se non consapevole vero e proprio ‘genocidio’ dell’uomo da parte del sistema capitalistico  e finanziario che Pier Paolo Pasolini spiattella e appalesa i soli veri colpevoli imperdonabili del disastro sociale cui si è pervenuti essendo venuti meno o non effettivi, i rimedi  e le difese che al contrario sarebbero stati obbligati istituzionalmente a fornire la scuola prima di tutti e la televisione e poi la classe politica specificatamente democristiana, “il nulla ideologico mafioso”, detentrice da sempre del potere  e, non per ultima, la più ‘pericolosa’ e micidiale di tutti, la giustizia/ingiustizia che condanna i deboli e protegge i potenti. Nessuno prima di lui e dopo di lui ha avuto il coraggio civile e la libertà assoluta di coscienza,  sulla propria pelle e a proprie spese, di evidenziare  senza mezzi termini lo stato dei fatti dell’Italia, mettendone in luce  ripetutamente i tanti mali:  tale suo impegno solitario è stato possibile portarlo alla conoscenza del pubblico italiano grazie alla sensibilità e disponibilità di alcuni giornali, specie il Corriere della Sera dell’epoca e il Mondo.  E’ vero, altri sensibili scrittori e giornalisti non  hanno fatto mancare le loro denunce, come Antonio Cederna in particolare con riferimento agli abusi edilizi, ma nessuno con la forza e la costanza e soprattutto la profondità e la chiarezza storica di Pier Paolo Pasolini. Il concetto chiarificatore come nessun altro, atto a  descrivere il consumismo e i suoi effetti deleteri, si chiama   “omologazione antropologica”, espressione scientifica da lui coniata, non consente di aggiungere niente altro al già espresso concetto di “genocidio”  della gente: la società si è uniformata al basso, si è ‘borghesizzata’ perché anche la borghesia ha perso il suo spazio tradizionale: ora bassi e alti si incontrano, sono ‘omologhi’!

La scuola diventa produttiva di realtà sociale generalizzata e costruttiva, se guarda in faccia gli scolari seduti sui banchi e ne interpreta uno per uno, i sogni e le necessità vere e non solo e esclusivamente ‘t’amo pio bove’. La televisione come strutturata, vuota, formale, tutta apparenza, parolaia, retorica e patetica, falsa,  è solo veleno continuo per la comunità,  perciò va eliminata,  finché non si rigenera.

L’analisi della società italiana è stata portata avanti col massimo approfondimento e coraggio  e in merito ricordo in particolare, per gli interessati, due libri che contengono i suoi famosi editoriali  “Lettere luterane” e “Scritti corsari”: sono questi interventi giornalistici che qui hanno la preponderanza, ma peso concettuale e insegnamenti  di gran lunga superiori sono  da rinvenire nei suoi romanzi, nei suoi films, e ancora di più  nei suoi libri di poesie.

Quanto in particolare, a mio avviso,  urtò e anche spaventò la classse politica e il potere furono gli ultimi suoi interventi sulla stampa allorché iniziò a  proporre anzi a propugnare  che il ‘palazzo’  -altra sua espressione per indicare il potere-  venisse messo sotto pubblico processo, che un ‘processo’   agli uomini politici dell’epoca, citati  per nomi, venisse celebrato davanti agli italiani.  Qui ci arrestiamo, nella commemorazione.  




Cambiamenti climatici, Anbi: “Cresce la preoccupazione per il deficit idrico in Italia”

Gargano: “Si sta assistendo alla riduzione di specie autoctone, sopraffatte dall’arrivo delle cosiddette tipologie aliene, più adatte a riprodursi in condizioni ambientali estreme.”

Mentre si allarga al Centro-Sud Italia la preoccupazione per il deficit idrico, che sta colpendo il Paese, è al Nord, che si stanno battendo tutti i record negativi: decresce anche il lago di Garda ed il lago d’Iseo registra una percentuale d riempimento pari solo al 13,6%, mentre il Maggiore ha un’altezza inferiore di circa 76 centimetri alla media del periodo.

“E’ un quadro allarmante, quello che emerge dal report settimanale del nostro Osservatorio sulle Risorse Idriche – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – A fronte di tale quadro, il cui futuro è affidato  alla magnanimità del fato meteorologico, è fondamentale  che il recente inserimento della tutela ambientale fra gli obbiettivi della Costituzione, non sia solo una mera, per quanto importante, affermazione di principio, ma sia l’avvio di un nuovo, quanto urgente  paradigma operativo per il Paese.” 

A NordOvest la neve scarseggia perfino in Valle d’Aosta, dove non si registrano significative precipitazioni da circa un mese e l’innevamento pare indirizzato a segnare nuovi minimi storici; questa condizione si ripercuote sul principale fiume della regione, la Dora Baltea, che questa settimana vede ridotta la sua portata da 29,7 a 19,50 metri cubi al secondo (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta).

Da inizio dell’anno, in Piemonte, le precipitazioni sono inferiori del 93% sulla media storica e le temperature hanno toccato, in alcune occasioni, il massimo storico del periodo. La neve  è molto scarsa e le portate del fiume Po sono più che dimezzate rispetto all’anno scorso, ormai evidenziando acclarate “caratteristiche di magra”, nonchè i primi segnali di danni all’habitat; a Torino è stata registrata una portata di 29,2 metri cubi al secondo, mai toccata nel 2020, neppure nel periodo estivo di massima calura!

Massimo Gargano Direttore Generale ANBI

“Se ovviamente l’attenzione è soprattutto concentrata sul futuro delle produzioni agricole e quindi del cibo – evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI  – non vanno comunque dimenticati le ancora poco conosciute conseguenze dell’attuale situazione climatica sugli ecosistemi, dove comunque si sta assistendo alla riduzione di specie autoctone, sopraffatte dall’arrivo delle cosiddette tipologie aliene, più adatte a riprodursi in condizioni ambientali estreme.”

Rimanendo sul Grande Fiume, ma nel tratto lombardo-emiliano, si segnala il record negativo di Piacenza, che tocca il punto più basso dei recenti  15 anni, scendendo addirittura sotto al livello dell’eccezionalmente negativa  annata idrologica 2015-2016 (fonte: ARPAE) ed anticipando analoga sorte, permanendo le attuali condizioni, anche sul resto dell’asta fluviale.

Non solo Po, comunque: sono in calo anche gli altri fiumi piemontesi (portata fiume Tanaro: mc./sec. 24,8 contro mc./sec. 197) , mentre l’Adda torna a fare registrare la portata più bassa dal 2017 in una Lombardia, dove il divario tra le riserve idriche, attualmente  accumulate  e quelle del passato continua ad aumentare (-54,4% sulla media storica con un volume di neve, stimato in solo 578,9 milioni di metri cubi contro i quasi 3819 milioni dell’anno scorso ed una media dal 2006, pari a Mmc. 1911,80!).

Spostandosi a NordEst,  il fiume Adige segna l’altezza idrometrica più bassa dal 2014 e gli altri corsi d’acqua del Veneto  non fanno meglio: portate più che dimezzate rispetto al 2021 con il livello della Livenza inferiore di oltre 2 metri (fonte:  ARPA Veneto);  per quanto riguarda il deficit pluviometrico regionale,  a Gennaio è indicato in -53% con picchi nei bacini di Adige (-68%) e Brenta (-66%).

In Friuli Venezia Giulia,  il fiume Natisone  è praticamente “in secca”, toccando  una portata minima di 0,7 metri cubi al secondo.

In Liguria, i dati parlano di un aumento delle temperature minime di oltre mezzo grado negli ultimi 30 anni; la siccità ha iniziato a mettere in difficoltà i territori di Ponente: ad Imperia il torrente Impero è praticamente in secca ed  a Ventimiglia il Roja, il torrente più importante, è nella stessa situazione (fonte: ARPAL). A Levante, i quantitativi minimi per permettere l’attuale richiesta irrigua sono garantiti ma, se persisterà l’attuale condizione, l’estate si annuncia difficile. I dati delle centraline idrometriche a Gennaio sono sconcertanti: ad Imperia sono caduti  4 millimetri di pioggia contro i mm. 70,6 del 2020; a Savona mm. 7,4 contro i mm.71 di due anni fa.

In Emilia Romagna,  dove mezza regione pare essere dimenticata dalla pioggia, i fiumi sono “a secco” con portate estive.

Oltre al Nord, la situazione più grave è quella della Toscana, dove le portate dei corsi d’acqua sono tutte ampiamente al di sotto della normalità (fiume Arno: mc./sec . 13.80 contro una media a Febbraio di mc./sec. 110,82!)

Importanti cali di portata si registrano anche nei fiumi delle Marche (altezza idrometrica dell’Esino: cm 29, ma l’anno scorso era cm 107!) e del Lazio, dove sono gli alvei del bacino del Liri-Garigliano a mostrare i segnali di maggiore sofferenza (tutti ai minimi dal 2017).

In Campania, i fiumi Garigliano, Volturno e Sele si posizionano su valori inferiori alle medie del periodo, segnando l’ingresso della regione in una fase di siccità invernale, dove si segnalano in calo anche i volumi trattenuti nel lago di Conza e nei bacini del Cilento (quello sotteso alla diga di Piano della Rocca sul fiume Alento contiene  il  48,31% rispetto ad un anno fa).

In Umbria, i dati pluviometrici sono più bassi rispetto al passato, così come i volumi invasati nella diga di Maroggia e l’altezza idrometrica del lago Trasimeno, la più bassa dal 2010. Nella Bassa Valle del Tevere, la portata del “fiume di Roma” è in linea con le annate più siccitose ed al rilevamento di Monte Molino, a monte del lago di Corbara, con un’altezza idrometrica di m. 0,58 (media storica m. 1,28), si ha il valore più basso del decennio con un livello inferiore di oltre 2 metri e mezzo rispetto  ad un anno fa.

In Basilicata i principali bacini trattengono  oltre 20 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto all’anno scorso, così come in Puglia, dove sul “granaio d’Italia” nel Tavoliere è piovuto la metà del 2021.

Tra i pochi dati positivi vanno segnalati quelli degli invasi di Penne, in Abruzzo e di Sant’Anna, in Calabria:  entrambi sono  al top degli anni più recenti; bene anche la Sardegna, dove i volumi invasati a Gennaio sono superiori alla media degli scorsi 12 anni.




Monterotondo, al via i corsi di trucco cinematografico

Dal 16 febbraio al 4 maggio al Cfp “Don Luigi di Niegro”

MONTEROTONDO (RM) – ‘Creativity Make Up Lab’. O più semplicemente trucco cinematografico. È il nuovo progetto dell’Atelier Koinè, che vede la coop ‘La Lanterna di Diogene’ ente capofila, per supportare le scuole e i giovani del territorio. 

Il corso vedrà coinvolti gli studenti del percorso formativo e professionale ‘Operatore del Benessere’ del Cfp “Don Luigi di Niegro” di Monterotondo. Insegnante d’eccezione Daniela Iori, esperta di trucco cinematografico e tatuaggi semipermanenti.

“La scelta di attivare questo laboratorio – spiega Caterina Simei, presidente della Coop ‘La Lanterna di Diogene’ – rientra in uno degli obiettivi del progetto multiregionale l’Atelier Koinè, selezionato da impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo a contrasto della povertà educativa minorile: avvicinare i giovani al mondo del lavoro fornendo loro gli strumenti necessari per affermarsi in questo campo. Avere oggi nozioni tecniche di tatuaggi non permanenti e trucco, in particolar modo quello scenico e cinematografico, significa aprire loro le porte di un comparto culturale e artistico sempre molto attivo in Italia, seppur colpito in maniera importante dalla pandemia. Attraverso questo percorso i ragazzi acquisiranno le competenze per poter lavorare in questo campo”. 

Il corso sarà suddiviso in 12 incontri da 2 ore ciascuno che si terranno dal 16 febbraio al 4 maggio. 




Fusione nucleare, obiettivo energia pulita più vicino

E’ più vicina la fusione nucleare, l’energia pulita del futuro che imita quanto avviene nel cuore delle stelle: il reattore sperimentale europeo Jet (Joint European Torus) ha generato energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt.

E’ il doppio di quella ottenuta 25 anni fa dalla stessa macchina. Lo rende noto la stessa collaborazione Jet, con l’Istituto tedesco Max Planck per la fisica del plasma. Il risultato è stato ottenuto modificando il reattore per renderlo più simile alle future condizioni di Iter, il reattore sperimentale che dovrà dare la risposta sulla fattibilità della fusione.




Al San Giovanni di Roma il primo studio prospettico multicentrico della sindrome long-covid

Gli esiti del primo studio prospettico su disfunzione olfattiva persistente, cefalea e confusione mentale; lo studio è stato condotto su 152 pazienti  

Le alterazioni funzionali dell’olfatto rappresentano una delle manifestazioni sintomatologiche più comuni della sindrome da Long-COVID; infatti, una percentuale tra il 20% ed il 25% di questi pazienti lamenta disturbi dell’olfatto anche dopo un anno dall’infezione da SARS-CoV-2. I risultati ottenuti da uno studio prospettico, primo al mondo, condotto su 152 pazienti, sono stati pubblicati la scorsa settimana sulla rivista scientifica Brain Sciences”; lo studio, coordinato dalla Prof.ssa Arianna Di Stadio (Professore Associato di Otorinolaringoiatria presso l’Università di Catania)ha visto la partecipazione del Prof. Angelo Camaioni, Direttore del Dipartimento Testa-Collo e della UOC Otorinolaringoiatriadell’AO San Giovanni-Addolorata, coadiuvato dal Dott. Pietro De Luca, Medico in Formazione Specialistica in Otorinolaringoiatria. Al lavoro hanno collaborato centri di riferimento nel panorama scientifico internazionale, nelle figure del Prof. Michael J. Brenner (Professore Associato di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Testa-Collo presso l’Università del Michigan) e della Prof.ssa Evanthia Bernitsas (Professore Associato di Otorinolaringoiatria e Direttrice del Centro per la sclerosi multipla della Wayne State University di Detroit). 

Nel dettaglio i risultati chiariscono che benil32.8% dei pazienti hanno presentato anosmia, il 16.4% iposmia, il 6.6% parosmia/cacosmia e il 32.8% una combinazione di iposmia e parosmia. Solo il 4.6% ha sofferto esclusivamente di cefalea, mentre l’1.4% cefalea e confusione mentale come sintomi d’esordio. In particolare la cefalea era riportata dal 50% dei pazienti e la confusione mentale dal 56.7%. 

“L’alterazione dell’olfatto ed il coinvolgimento cognitivo sono caratteristiche comuni della sindrome da Long-COVID. La confusione mentale – spiega nell’articolo il Prof. Angelo Camaioni – spesso descritta come “brain fog”, potrebbe influenzare l’olfatto alterando il ricordo degli odori o attraverso un meccanismo condiviso di neuroinfiammazione. Abbiamo indagato la confusione mentale, la cefalea, e la funzione cognitiva in pazienti adulti con disfunzione olfattiva persistente dopo infezione da SARS-CoV-2. Questo studio trasversale multicentrico ha arruolato 152 adulti che riferivano disfunzione olfattiva afferenti a 3 centri terziari specializzati in disturbi olfattivi da COVID-19. Criteri di inclusione sono stati l’alterazione olfattiva dopo infezione da SARS-CoV-2 persistenti per oltre 6 mesi dall’infezione, età maggiore di 18 anni e inferiore a 65 anni”. 

Dallo studio sono stati esclusi pazienti con alterazione dell’olfatto, cefalea, o disturbi mnemonici precedenti all’infezione. I pazienti sono stati esaminati tramite esame olfattometrico, esame endoscopico nasale, scale di valutazione delle cefalea, valutazione della cognitivi, Mini Mental State Examination (MMSE). La disfunzione olfattiva è stata stratificata e classificata in base alla severità del deficit e in base alla presenza o meno di distorsione dell’olfatto (parosmia, cacosmia). I dati inerenti l’olfatto, la cefalea, la confusione, ed il MMSE sono stati analizzati per valutare eventuali connessioni.  

“I pazienti che riferivano cefalea, confusione mentale, o entrambe – si legge – mostravano un rischio significativamente maggiore di soffrire di anosmia e/o iposmia se confrontati con la controparte senza sintomi neurologici. Nessuno dei pazienti ha riportato un punteggio ridotto al MMSE. Nella nostra coorte di pazienti post-COVID-19 con sintomi olfattivi persistenti oltre i 6 mesi, la cefalea ed il coinvolgimento cognitivo erano associati con deficit olfattivi più severi, coerentemente con meccanismi neuroinfiammatori mediatori di una varietà di sintomi nei pazienti con sindrome long-COVID”. 




Emilia Romagna, allarme Po: insabbiamento degli impianti idrovori di Boretto

Arriva dall’Emilia Romagna l’ennesima conferma dell’andamento ormai “torrentizio”, assunto dalle portate del fiume Po, conseguenza del cambiamento climatico: il susseguirsi dei periodi di magra (invernale ed estiva) sta provocando l’insabbiamento degli impianti idrovori di Boretto, nel reggiano.

Complici il drastico calo di portata del Grande Fiume e la scarsa piovosità di quest’anno, sta riemergendo un imponente quantità di detriti, costringendo il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale ad una lotta contro il tempo per liberare l’area prima dell’avvio definitivo dei prelievi irrigui a servizio delle aree agricole delle province di Reggio Emilia, Modena e di parte del Mantovano.

Anno dopo anno, il problema ha ormai assunto caratteri endemici, causando disagi ed aggravio dei costi. Il tutto è stato ripetutamente segnalato agli organi idraulici competenti ma, in attesa del loro intervento, il locale ente consortile è costretto a provvedere autonomamente per la rimodellazione di un tratto anche dell’alveo del Canale Derivatore.

“Quanto sta accadendo lungo il fiume Po è la testimonianza di un Paese in costante ritardo di fronte ad un’emergenza climatica dai caratteri sempre più evidenti, come sta dimostrando anche l’attuale siccità fuori stagione. È necessaria un’assunzione di responsabilità collettiva altrimenti anche la straordinaria opportunità del Recovery Plan diverrà un’occasione sprecata” ammonisce Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

L’intervento in atto a Boretto Po consiste nella rimozione dei materiali sedimentati in alveo ed il cui volume da asportare è stimato in 16.000 metri cubi.

“Quello della manutenzione dal progressivo interrimento è un problema, che interessa tutti i corpi idrici. Basti pensare – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – che il nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese prevede l’asporto di oltre 72 milioni di metri cubi da 90 bacini, aumentando così di circa il 10% la loro capacità; il costo stimato è di quasi 291 milioni di euro, capaci però di attivare circa 1450 posti di lavoro. Come continuiamo a ripetere: serve un grande Piano di Manutenzione del Territorio ed ogni giorno, che passa, complice l’irrefrenabile consumo di suolo, ci espone ai crescenti rischi dell’estremizzazione degli eventi atmosferici.”