Campi Flegrei, eccezionale scoperta di una tomba del II secolo a. C.

NAPOLI – Un nuovo tesoro è stato riportato alla luce nei Campi Flegrei nella terra ricca di miti e di storia, infatti si tratta di una tomba che risale al II secolo a. C. ed arricchirà ulteriormente il patrimonio artistico e culturale di tutta la zona. Il ritrovamento è eccezionale come assicurano i ricercatori, infatti all’interno della camera funebre sono stati ritrovati dei bellissimi dipinti parietali figurativi e raffigurano una scena di un banchetto, una nuova finestra del tempo che darà ai flegrei e agli studiosi ulteriori informazioni sulle nostre origini.

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I ricercatori considerano le pitture fonte di importanti riflessioni perché i temi rappresentati sulle pareti della tomba sono considerati poco consueti per il periodo storico di cui sono state identificate, infatti offrono nuovi ed importanti spunti di riflessioni per delineare e ricostruire l’evoluzione artistica della pittura cumana.

A fare la scoperta sono stati i ricercati del Centre Jean Bérard (CNRS – Ecole Francaise de Rome), con Priscilla Munzi ricercatrice e Jean-Pierre Brun professore del Collège de France, l’intera èquipe lavorano dal 2001 per dare alla luce i tesori della necropoli.

La citta cumana si trova all’interno del Parco archeologico dei Campi Flegrei ed è situato a 25 km a ovest della città di Napoli ed è due volte più grande del sito archeologico pompeiano.
Ha affermato la ricercatrice Priscilla Munzi a L’Osservatore d’Italia in merito alla datazione della tomba ed informazioni di quando sarà possibile poter ammirare i dipinti: “ la datazione è stata stabilita su base stratigrafica, grazie alla tipologia funeraria e attraverso gli elementi dei corredi tralasciati dagli scavatori clandestini e rinvenuti all’interno della camera funeraria”. Prosegue sempre la Munzi sul ritrovamento: “Le pitture parietali della lunetta in corrispondenza dell’ingresso alla camera funeraria sono state staccate dall’équipe del laboratorio di restauro del Museo archeologico Nazionale di Napoli, grazie all’intervento del suo direttore Paolo Giulierini che è anche il direttore per interim del Parco archeologico dei Campi Flegrei. Gli altri pochi frammenti, ancora in posto sulle pareti, sono stati messi in sicurezza. Con l’intento di ricomporre interamente la decorazione della tomba abbiamo prelevato ogni singolo frammento di intonaco caduto dalle pareti e dalla volta. Nei prossimi giorni cominceranno i restauri e al più presto verranno esposte nel Museo dei Campi Flegrei a Baia”.

“Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei sostiene in forma sistematica la ricerca con particolare riguardo a quella internazionale – ha affermato Paolo Giulierini Direttore del museo archeologico Nazionale di Napoli (MANN) e Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei ha accolto entusiasta la scoperta – e considera il rapporto con il Centro Jean Bérard una collaborazione di altissimo profilo. La scoperta arricchirà il museo e il Parco, è in primo luogo fonte di grande progresso scientifico e storico”.

L’accesso alle tombe come è ben spiegato dai ricercatori avveniva attraverso un lungo corridoio scavato nella terra (dromos), mentre la porta della camera funeraria era chiusa da un grande blocco di pietra. I monumenti erano destinati ad accogliere inumazioni plurime, disposte in cassoni o su letti funerari. La tipologia architettonica e i corredi mostrano l’alto livello sociale conseguito dai defunti.

Le ricerche degli archeologi francesi sono da diversi anni nella zona situata immediatamente al di fuori di una delle porte principali delle fortificazioni settentrionali, e con il passar dei secoli si è sviluppata una necropoli pluristratificata.

L’acropoli dell’antica città di Cuma è considerata la più antica colonia greca d’Occidente, fondata dai greci provenienti dall’Eubea intorno alla metà dell’VIII secolo a. C.
Durante il Grand Tour nel settecento e ottocento la zona Flegrea è stata meta dei “viaggiatori” che venivano in visita per fruire le bellezze di un’epoca passata, gli intellettuali venivano in visita per poter ammirare il patrimonio artistico e paesaggistico di tutto il territorio, alcune testimonianze le troviamo nelle gouaches di Saverio della Gatta, Salvatore Luigi Gentile e Pietro Fabris e tantissime altre opere, con questa importante scoperta i Campi Flegrei si arricchiscono dal punto di vista culturale ed inoltre la scoperta dà maggiori risposte delle sue origini.
Nel giugno scorso i ricercatori francesi hanno riportato alla luce una nuova tomba riferibile alla stessa tipologia architettonica, ma dall’eccezionale decorazione figurativa: sulla lunetta in corrispondenza dell’ingresso della camera funeraria, sono tutt’ora visibili una figura maschile nuda stante che sorregge nella mano destra una brocca in argento (oinochoe) e nella sinistra un calice. Nel dipinto ai lati del personaggio sono rappresentati un tavolino (trapezia) e alcuni vasi di grandi dimensioni tra i quali un cratere a calice su supporto, una situla e un’anfora su treppiede. Sulle pareti laterali s’intravedono scene di paesaggio, la decorazioni nella parte alta del fregio floreale è delimitata. L’intradosso della volta è giallo, mentre le pareti al di sotto della cornice e i tre letti funerari sono dipinti di rosso. La qualità delle pitture è eccezionale.

Giuseppina Ercole




Il nuovo Censimento ISTAT della popolazione e delle abitazioni al nastro di partenza

Da ottobre parte il nuovo censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che da decennale diventa annuale. Un cambiamento che fornirà informazioni utili per le istituzioni, per le politiche economiche e sociali, per sapere leggere e valutare in modo tempestivo l’evoluzione del nostro Paese e saper guardare al futuro. Il nuovo censimento, infatti, produrrà annualmente i dati di base per comprendere e intervenire più efficacemente sulla soddisfazione dei bisogni degli individui e delle famiglie nelle diverse fasi della vita e per programmare e gestire i servizi sul territorio.

Cambia il censimento e di conseguenza si evolvono l’organizzazione, il questionario, gli attori sul territorio, la rete di rilevazione e la campagna di comunicazione. Innanzitutto sarà basato sia su fonti amministrative che su rilevazioni campionarie e sfrutterà i dati disponibili in modo più efficace. Aumenteranno e miglioreranno le tempistiche del rilascio dei dati, con un sostanziale taglio dei costi della rilevazione per l’amministrazione pubblica. Il censimento annuale, inoltre, non utilizzerà più questionari cartacei: la rilevazione si svolgerà in parte direttamente sul web e in parte e sarà affidata ad un rilevatore con tablet fornito da Istat.

Il programma è stato presentato a Roma presso l’aula magna dell’ISTAT dai massimi responsabili dell’Istituto.

 I numeri del Censimento

Il nuovo Censimento permanente della popolazione interesserà ogni anno un campione di circa un milione e 400 mila famiglie, per un totale di 3,5 milioni di persone residenti in 2.852 comuni italiani. Solo in una parte dei comuni (1.143) parteciperanno ogni anno alle operazioni censuarie. La restante parte dei comuni sarà chiamata a partecipare invece una volta nell’arco di quattro anni In questo modo, entro il 2021, tutti i comuni parteciperanno, almeno una volta, alle rilevazioni censuarie. I dati ottenuti saranno di tipo censuario, quindi riferiti all’intera popolazione italiana: un risultato raggiungibile solo grazie all’integrazione statistica tra le rilevazioni campionarie e i dati di altre fonti amministrative.

“Il censimento annuale rappresenta una sfida per l’Istat che intendiamo vincere grazie alla qualità del nostro personale” afferma il Presidente facente funzioni Maurizio Franzini “L’obiettivo di questo nuovo impianto è quello di fornire in tempi rapidissimi una mappa sempre aggiornata dell’evoluzione che vive la società italiana. Per raggiungere questo traguardo sarà fondamentale una collaborazione a tutti i livelli dei vari attori – istituzionali e non – coinvolti nel processo di rilevazione dei dati. L’Istat è pronto a fare la sua parte”.

 Le domande del Censimento

I dati del censimento restituiscono informazioni sugli individui (genere, età, luogo di nascita, cittadinanza, formazione, titolo di studio, condizione professionale, tipo di lavoro svolto, mobilità) collegandole con quelle familiari (ad esempio numero di componenti, le loro caratteristiche e quelle dell’abitazione in cui vivono) e con quelle relative al territorio (luogo di residenza): dal benessere dei singoli cittadini e delle famiglie dipende il benessere sociale.

Altro importante fattore riguarda la mobilità: le informazioni sugli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro e studio permetteranno di operare per migliorare i sistemi di trasporti.

“Il carattere fortemente innovativo dei nuovi censimenti permanenti” – spiega Roberto Monducci, Direttore Dipartimento per la produzione statistica “consiste nella messa a punto di una piattaforma di raccolta dei dati che, nel caso del censimento della popolazione, sfrutta anche il patrimonio informativo su individui, famiglie e abitazioni già in possesso della pubblica amministrazione, riducendo al minimo le indagini dirette sui cittadini. Questo impianto statistico consente di dimezzare i costi tradizionalmente spesi per la realizzazione di un censimento a cadenza decennale, con risparmi di centinaia di milioni di euro»”.

 Quali e quanti vantaggi

Col censimento permanente si potranno ridurre i costi di circa il 50% rispetto al precedente censimento del 2011, contenendo anche in maniera sensibile il disturbo statistico sulle famiglie. Si potrà contribuire al miglioramento sostanziale dei registri anagrafici e al rafforzamento sistematico dell’apparato statistico organizzativo dei comuni. “Diversamente da quanto avveniva in passato,  il nuovo censimento permanente della popolazione si svolgerà d’ora in poi ogni anno e coinvolgerà un grande campione di famiglie utilizzando anche informazioni di fonte amministrativa – sottolinea Vittoria Buratta, Direttore statistiche sociali e censimento della popolazione – Questa nuova modalità comporterà molti vantaggi:  avremo dati più aggiornati sui cambiamenti demografici e sociali nei comuni italiani, dati più tempestivi e quindi più utili per la conoscenza del territorio così come per le policy e la programmazione dei servizi”.

La squadra dei rilevatori

Come valore aggiunto del nuovo censimento anche la nascita di una rete permanente di rilevatori, una nuova figura professionale con uno stabile percorso di formazione che va a migliorare la qualità dei dati finali. È Saverio Gazzelloni, Direttore centrale per la raccolta dati, a spiegare che “Il Censimento della popolazione si è sempre basato sulla costituzione e sul funzionamento di una fitta rete istituzionale. Istat, Ministero dell’Interno, Regioni, Province, e soprattutto i Comuni hanno sempre interagito per assicurare la buona riuscita delle operazioni censuarie. Il nuovo Censimento permette ai Comuni di creare e gestire una rete permanente di rilevatori sempre più qualificata e di consolidare la funzione statistica nell’ambito delle singole realtà istituzionali.

Una campagna partecipata e innovativa

Tutti i cittadini verranno adeguatamente informati, attraverso una campagna di comunicazione che si articolerà su più fronti a partire da ottobre. Lo slogan “l’Italia ha bisogno di campioni” gioca sul doppio significato, quello statistico e quello propriamente sportivo. L’obiettivo è quello di trasmettere il valore del censimento permanente come fonte continua di informazioni indispensabili per leggere ed interpretare una realtà in continuo movimento come quella italiana. Tra le “forze in campo” anche dei veri e propri web-influencer come i The Jackal, star indiscusse del mondo viral, sono i protagonisti di un’importante iniziativa capace di coinvolgere il grande pubblico in tutto ciò che ancora non sapevano su loro stessi. Come spiega Patrizia Cacioli, Direttore della Comunicazione Istat, la campagna dei censimenti permanenti, on air dal 29 Settembre, sarà: “Unica, cross-mediale e digital oriented. La campagna ha valenza informativa e valoriale, sottolinea l’importanza della partecipazione, non solo come obbligo di legge, ma anche e soprattutto come contributo alla costruzione del futuro del Paese. La rappresentatività è il perno strategico intorno cui si snoda l’impianto creativo e comunicativo: le persone intervistate sono dei campioni ma le loro risposte permettono  di raccontare le caratteristiche e le evoluzioni appunto dell’Italia, giorno dopo giorno che è poi il pay off della campagna”.

Gianfranco Nitti




Roma, semaforo verde per la sesta edizione di Showrum: una domenica dedicata al distillato da canna da zucchero, con molte certezze e alcune novità

ROMA – Tutto pronto, nella cornice dell’hotel A-Roma Lifestyle, per la sesta edizione di Showrum, la manifestazione dedicata al distillato caraibico, che anno dopo anno incontra un interesse crescente nel pubblico capitolino e non solo. L’appuntamento è per domenica 30 settembre, presso il A-Roma Lifestyle Hotel, in via Giorgio Zoega, 59, presso la valle dei casali, dalle 14:00 alle 21:00.

Grandi aspettative da parte degli organizzatori

dopo le 3.500 presenze dello scorso anno, un successo che si cerca di incrementare, anche grazie al maggior numero di brand presenti, circa ottanta, raddoppiando quasi la scelta rispetto allo scorso anno. Per la presentazione dell’evento, la distilleria venezuelana Diplomatico ha presentato le bottiglie del prodotto “single vintage”, un Rum invecchiato 13 anni in botte, selezionato in base alle sue qualità, uno dei prodotti di maggiore pregio del proprio repertorio.

“Non è solo una fiera – ci dice l’organizzatore Leonardo Pinto – noi nella rassegna cerchiamo soprattutto di incrementare la conoscenza del prodotto, cerchiamo di far avere una consapevolezza maggiore alle persone che vengono”. Per questo motivo, sono previsti all’interno della manifestazione sono stati creati dei percorsi divisi per tipologia di prodotto, per consentire un migliore orientamento nella scelta del prodotto da degustare.
Durante la kermesse ci sarà, così come avvenuto negli scorsi anni, lo Showrum tasting competition, una gara che premia i migliori prodotti divisi per tipologia. L’unica competizione di questo tipo in Italia.

Silvio Rossi

 




Omicidio Serena Mollicone, l’ipotesi: picchiata brutalmente e poi soffocata nella caserma dei carabinieri di Arce

Serena Mollicone è stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce. A confermarlo sono le analisi del Ris. Un verdetto che arriva dopo diciassette anni dal delitto.

Ora la conferma del Ris, che ha effettuato la perizia sia su quella porta sia sul nastro adesivo usato per bloccare mani e piedi della 18enne. Anche quello proveniva dalla caserma di Arce, ritengono i carabinieri. Serena Mollicone, questa è l’ipotesi, sarebbe stata picchiata brutalmente e poi soffocata mettendole la testa in un sacchetto di plastica.

Per il delitto di Serena venne inizialmente indagato un carrozziere, Carmine Belli, con cui si sospettava la giovane avesse un appuntamento. Ma fu prosciolto. Nel 2008 poi il misterioso suicidio del carabinieri Santino Tuzi, tra i militari presenti in caserma il giorno della scomparsa di Serena. Al momento per la morte della ragazza di Arce sono indagati, con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere, l’ex comandante della stazione di Arce, il maresciallo Franco Mottola, il figlio Marco e la moglie Anna, il luogotenente Vincenzo Quatrale per concorso morale nell’omicidio e per istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi, e l’appuntato Francesco Suprano per favoreggiamento.

Serena Mollicone era sparita il 1 giugno del 2001

Serena Mollicone, morta a 18 anni nel giugno del 2001 e il suo cadavere venne rinvenuto nel bosco dell’Anitrella. Il 24 settembre 2002, la Procura di Cassino iscrisse nel registro degli indagati il carrozziere di Rocca D’Arce, Carmine Belli. Un indizio che inizialmente destò sospetti sull’uomo fu il rinvenimento del nastro adesivo. Il Belli aveva un nastro adesivo simile a quello che teneva mani e piedi di Serena legati, ma la comparazione delle impronte digitali ha portato esito negativo, nell’ottobre del 2006, la Cassazione ribadì che il carrozziere era estraneo ai fatti.

La svolta arriva però nell’aprile 2008, con la morte di Santino Tuzi, brigadiere dei carabinieri che in precedenza era stato ascoltato come persona informata sui fatti e aveva riferito che il giorno della scomparsa di Serena, aveva visto quest’ultima in caserma dai Mottola. Santino Tuzi successivamente però si suicida e tale morte è tutt’ora avvolta da una fitta cortina di mistero.

Omicidio Serena Mollicone e morte del brigadiere Tuzi: il video messaggio della figlia Maria

 




Trento, la street art come mezzo per riappropriarsi della città

TRENTO – A Trento Street art come mezzo per riappropriarsi della città, educando alla legalità e alla cura dei beni comuni e valorizzando questo tipo di arte contemporanea attraverso interventi di estetica e rigenerazione urbana. Per realizzare questo progetto l’amministrazione comunale ha individuato alcuni muri, (liberi e Hall of fame) per offrire ai giovani writer la possibilità di agire nella legalità, che diventano così una sorta di “tela urbana” dove si possono confrontare nell’esecuzione di opere di diverso stile, contribuendo spesso a recuperare alla città zone degradate o dimenticate.

L’attività 2018

Il Tavolo street art, coordinato dall’ufficio politiche giovanili, è uno spazio di confronto “aperto” con soggetti che si occupano di espressione artistica, di inclusione sociale giovanile e di educazione alla legalità attraverso la forma artistica dei murales.

Avviato lo scorso anno, il Tavolo si è allargato in questi mesi ad altri soggetti che hanno chiesto di farne parte.

Attualmente è composto da Cooperativa Arianna/Educativa di strada, Associazione Balaclava formata da writers trentini, MCZ Radio, Cooperativa Adam 0-99, Mart Galleria civica di Trento, Associazione La Cerchia, Associazione Alchemica, Associazione culturale Andromeda, Collettivo Contra la Pared, alcuni rappresentanti del liceo scientifico da Vinci e del liceo artistico Vittoria.

L’attività 2018 si è concentrata sulla pulizia e sul decoro di alcuni muri della città, sulla creatività giovanile riconosciuta anche attraverso l’arte di strada, sulla formazione per migliorare le competenze artistiche.

Ad inizio estate l’intervento di formazione-azione realizzato a cura dell’Associazione Balaclava, mirato a conoscere le tecniche del graffito, ha visto la partecipazione di otto ragazzi dai 14 ai 18 anni.

L’artista Dado ha eseguito presso l’ex distributore al ponte di S. Lorenzo un’opera d’arte di effetto, disegnando un fiore stilizzato in armonia cromatica con l’ambiente.

Durante l’estate una squadra di 4 ragazzi tra i 16 e i 17 anni, nell’ambito del progetto Summerjobs, è stata impegnata nella pulizia del muro del parcheggio ex Sit, creando una superficie adatta ad ospitare nuove opere.

È infatti in programma per la prossima primavera un evento a cui potranno partecipare i giovani writers.

Dieci artisti diversi hanno aderito nel periodo estivo all’Hall of fame, prendendosi cura di 13 lotti in via Doss Trento ex Zuffo, Via dei Valoni a Povo e nei Giardini di Piazza Venezia
(sottopasso). Il totale dei metri di muro messo a disposizione dall’Amministrazione comunale è di circa 240 mq.
Inoltre i Muri liberi, in particolare il muro in Via Hubert Jedin, vicino allo Skatepark, sono molto utilizzati dai giovani writers che in essi riconoscono una “palestra” di facile accesso.
Le altre murate libere si trovano al Parco Duca d’Aosta, in via filari Longhi a Ravina e nel Parco di Melta.

Il nuovo sportello per i giovani, Civico 13, dedicherà, il prossimo 15 novembre, un appuntamento di approfondimento proprio sulla street art.

Irene Tagliente




Ricorrenza unità nazionale: ad Albano Laziale FdI chiede al sindaco di promuovere l’evento

ALBANO LAZIALE (RM) – E’ stato votato ieri all’unanimità, nella seduta del consiglio comunale di Albano Laziale, un ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia sulla ricorrenza del prossimo 4 novembre, giorno in cui si celebra il centenario dell’Unità nazionale.

A presentare l’ordine del giorno è stata la consigliera Federica Nobilio. “Quest’anno ricorre il centenario della conclusione della prima guerra mondiale: la Grande Guerra. Un evento che vide l’Italia in un ruolo determinante sapendo resistere all’invasione nemica e sostenendo al tempo stesso i suoi alpini, fanti, soldati e ufficiali, ma anche quei tanti volontari che scelsero di combattere valorosamente in nome dell’Unità e della libertà della propria patria. Per questo chiediamo al Sindaco e alla Giunta di prevedere, incoraggiare, promuovere il prossimo 4 novembre 2018 come una giornata di celebrazione particolare. E’ importante, inoltre, che in particolare vengano coinvolte tutte le scuole di ogni ordine e grado nonché tutte le associazioni fra militari in congedo attualmente presenti ad Albano. Chiediamo, inoltre, che venga speso il nome e il prestigio della nostra Città affinché il prossimo 4 Novembre sia dichiarato, almeno in questo anno centenario, festa nazionale.” Così commenta il portavoce di Fratelli d’Italia di Albano, Roberto Cuccioletta: “Sicuramente parlare di ricorrenze appare di secondaria importanza se paragonato ai problemi economici e sociali che giornalmente siamo chiamati ad affrontare, ma in un periodo di tensioni e di divisioni trovare l’unanimità nel consiglio comunale di Albano su una data storica assume una importanza non trascurabile. Il 4 novembre, una volta festa nazionale, è probabilmente l’unica ricorrenza che unisce tutti gli italiani e rimanda ad un periodo storico in cui il sentimento patriottico era prevalente agli schieramenti politici. Una società come la nostra in cui l’odio sociale è ormai all’ordine del giorno, rinnovare nei nostri giovani l’amore per la patria, il senso della nazione e l’eroismo dell’Unità nazionale attraverso le il ricordo dei personaggi simbolo del patriottismo vissuto sotto la bandiera tricolore come Cesare Battisti, Nazario Sauro, Enrico Toti, Gabriele D’Annunzio e tanti altri eroi dimenticati, non può che essere un buon motivo per applaudire l’approvazione dell’ordine del giorno. Auspichiamo, quindi, che per un giorno la nostra città non si veda divisa nella celebrazione di una ricorrenza, ma che ci veda tutti insieme festeggiare una Albano Italiana”.




Lanciano, coniugi massacrati: presi tre banditi. E’ caccia al quarto uomo. Salvini: “Queste bestie devono marcire in galera!”

LANCIANO (CH) – E’ caccia al capo della banda che ha messo a segno la violenta rapina nei confronti di una coppia di Lanciano.

L’uomo secondo la descrizione della vittima di una precedente rapina è un italiano, “forse è un pugliese”. Proprio da questa testimonianza c’è stata la svolta che hanno portato all’arresto dei tre romeni oggi. “Anche se ho visto solo occhi dietro un cappuccio e voci il capo forse è un pugliese e gli altri sono dell’Est Europa”, da detto il commerciante Massimiliano Delle Vigne ricordando il pestaggio subito.

I tre banditi fermati ieri stavano tentando la fuga ed erano diretti in Romania

Un quarto sarebbe riuscito a fuggire. Avevano addosso circa 3.400 euro. La Golf nera sequestrata e bloccata dopo un inseguimento dei carabinieri è rimasta danneggiata sulla fiancata sinistra per un incidente occorso ai fuggitivi. “La notizia mi rende più sereno e mi restituisce una maggiore tranquillità nel rientrare a casa. Adesso davvero non vedo l’ora”. Così Carlo Martelli dal suo letto di ospedale dopo aver appreso dell’arresto di tre persone. “Desidero recuperare al più presto la normalità della mia vita e la dimensione di riservatezza che l’ha sempre caratterizzata”, dice Martelli.
”Li hanno presi? Bravi, ma a me non cambia niente. Certo, se me li dovessero far vedere in faccia, forse potrei riconoscerli”, dice una delle vittime della banda delle rapine violente, il commerciante Domenico Iezzi, a cui è stato tagliato un dito. ”Mentre era lì a gonfiarmi di botte pieno di sangue uno di loro ha alzato leggermente il passamontagna, e mi ha urlato di non guardarlo: non so – conclude – forse, ce la potrei fare. Fatemi vedere qualche foto”.

“Coniugi massacrati a Lanciano, in manette tre rumeni che stavano fuggendo con i soldi rubati.

Grazie alle nostre Forze dell’Ordine, queste bestie devono marcire in galera! #tolleranzazero”, commenta in un tweet il ministro Salvini.




ANPS: 50 anni di valori, impegno e passione. Sabato 7 mila poliziotti dal Santo Padre. Domenica “Sfilata della legalità”

Quest’anno l’Associazione Nazionale Polizia di Stato celebra i suoi i 50 anni della fondazione con due momenti importanti:

Per sabato 29 settembre è prevista l’udienza con il Santo Padre alla quale parteciperanno circa 7.000 poliziotti con i loro familiari, provenienti da tutta Italia. All’Udienza, oltre al Presidente, i vice presidenti e vertici territoriali dell’ANPS è prevista la partecipazione del Ministro e dei sottosegretari dell’Interno, del Capo della Polizia con i Vice Capo e i Direttori Centrali del Dipartimento della PS. .

Per le ore 11 di domenica 30 alla presenza del Presidente della Repubblica, si terrà sul lungomare Toscanelli di Ostia un raduno nazionale degli associati, il settimo, con una ” Sfilata della legalità ” aperta alla cittadinanza e che coinvolgerà oltre 6.000 poliziotti in rappresentanza delle 167 sezioni di cui si compone l’Associazione. Sfilerà anche una rappresentanza di funzionari della Scuola Superiore di Polizia, degli allievi agenti della Scuola di Pescara, dei giovanili e medagliati delle Fiamme oro, 200 donatori dell’associazione donatori volontari della Polizia di Stato. La Sfilata sarà chiusa dalla Fanfara appiedata della Polizia di Stato.

Un momento istituzionale importante della cerimonia sarà il conferimento, da parte del Capo dello Stato, di una onorificenza alla madre dei fratelli Massimiliano e Davide Turazza, due poliziotti delle Volanti uccisi nell’adempimento del dovere, rispettivamente nel 1994 e nel 2005, Una donna, una madre che nonostante l’atroce dolore per la perdita di entrambi i figli non ha smesso di amare la Polizia di Stato ed ha trovato, nella sofferenza, la forza per farsi ella stessa portatrice di messaggi ed iniziative di legalità e giustizia. Oltre alla “Sfilata della legalità”, sul lungomare verrà allestita una tribuna per le varie autorità, sono previsti anche allestimenti per varie esibizioni musicali e stand d’informazione e visite mediche gratuite

Significativo è lo slogan scelto per sintetizzare mezzo secolo di vita: “50 anni di valori, impegno e passione” a significare un incontro di Uomini vicini alla gente, ieri come oggi, che nella continuità tra passato e futuro, nella consapevolezza che poliziotti si è sempre a prescindere dal servizio attivo, continuano ad offrire il proprio contributo alla società civile, organizzando iniziative di volontariato che vanno dalla promozione di eventi ricreativi, alla vigilanza davanti alle scuole; dal concorso alle attività di protezione civile, alle lezioni sull’educazione alla legalità agli studenti; dalle attività a tutela dell’ambiente e del patrimonio artistico, al sostegno agli anziani; dall’organizzazione di eventi benefici, anche in collaborazione con altre associazioni ed Enti, alla programmazione di sedute di ippoterapia e lezioni di equitazione ai più giovani.

Per questa attività al servizio della gente, nel 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha concesso all’ANPS una Medaglia d’argento al merito civile consegnata dal Ministro Giuseppe Pisanu in occasione della Festa per il 154 compleanno della Polizia per “ l’alto valore delle iniziative in favore della educazione alla sicurezza e alla legalità delle giovani generazioni ma anche all’impegno concreto nella vita civile e sociale e il grande senso di appartenenza che contraddistingue la più profonda essenza di chi ha donato il suo lavoro e la sua vita agli ideali della Polizia di Stato al servizio supremo dei cittadini

L’ANPS è anche custode del Medagliere della Polizia di Stato che rappresenta il sacrificio e la dedizione al servizio di tanti operatori della Polizia di Stato che hanno immolato la loro vita per garantire il rispetto delle leggi dello Stato e per tutelare la sicurezza di tutti i cittadini della Nazione. Il loro sacrificio è sempre vivo e presente nell’opera quotidiana di tutti gli appartenenti alla Polizia. L’ANPS è una grande famiglia che condivide il motto di vicinanza alla gente della Polizia di Stato protagonista di ieri e di oggi.

Per l’anniversario l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha coniato una moneta d’argento, del valore di 5 euro, ideata e disegnata per l’occasione dall’artista Silvia Petrassi. Raffigura sul dritto la composizione del logo dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, con il numero 50 e le date 1968 -2018, anno della fondazione e di emissione della moneta, mentre nel rovescio, in primo piano, sono ritratti due rappresentanti dell’ANPS in divisa, sullo sfondo di San Michele Arcangelo, ripreso da un particolare di un dipinto di Guido Reni. Domenica ad Ostia, nello spazio dedicato all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, sarà possibile acquistare la moneta.

Lo scrive Il prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Roma, sulla pagina FB al quale abbiamo chiesto di dirci chi sono gli associati all’ANPS.

“Prima di parlare delle varie categorie di soci – ha detto Tagliente – voglio premettere che tra gli oltre 30.000 iscritti all’Associazione Nazionale Polizia di Stato ci sono persone che ci hanno arricchito del loro patrimonio di sapere professionale e di cultura della sicurezza

Ci sono Persone che hanno rinunciato ai propri diritti per garantire quelli degli di chi aveva bisogno di loro; poliziotti che hanno lottato, contro la criminalità a rischio ed a costo della loro stessa vita. Persone che hanno rischiato la vita per combattere la criminalità più agguerrita e il terrorismo.

Ci sono persone che hanno combattuto e sopravvissuto alla criminalità agguerrita e a quel terrorismo vigliacco e sanguinario: Molti a ragione dichiarano con orgoglio che l’Italia ha combattuto il terrorismo con gli strumenti della democrazia. Io aggiungo l’Italia ha combattuto il terrorismo con quegli strumenti giuridici e con gli uomini e le donne che hanno utilizzato quegli strumenti giuridici. Il terrorismo è stato battuto grazie a tutti quegli uomini, che hanno combattuto con quegli strumenti giuridici pagando un presso molto alto.

Tornando alle categorie soggettive, tra gli associati all’ANPS, oltre ai soci effettivi (appartenenti a qualsiasi qualifica della Polizia di Stato o dei disciolti Corpi della P.S. e della Polizia Femminile, sia in servizio che in congedo), ci i sono i soci simpatizzanti, sostenitori, benemeriti ed onorari. Tra questi ultimi rientrano i già Capo della Polizia, i Vice Capo della Polizia, i Prefetti e i Questori in sede, le Medaglie d’oro e i grandi Invalidi di Guerra e per Servizio, appartenenti o appartenuti all’Amministrazione della Pubblica Sicurezza”.




Stepchild: valida in Italia adozione Usa

La Corte d’appello di Bologna ha dichiarato efficace in Italia una sentenza con cui un tribunale degli Stati Uniti disponeva l’adozione di una bambina da parte di una donna italo-americana e sposata negli Usa con la madre biologica della minore. I giudici, secondo quanto apprende l’ANSA, hanno dunque accolto il ricorso della donna, assistita dall’avvocato Claudio Pezzi, nei confronti del Comune di Bologna e del Ministero dell’Interno. È l’esito di un caso giudiziario iniziato nel 2014, di cui si occupò anche la Corte costituzionale.
“Il provvedimento, anche per chiarezza e approfondimento delle questioni – commenta l’avvocato Pezzi, esperto di diritto internazionale che ha patrocinato la coppia – rappresenta un ulteriore importante passo nella faticosa affermazione dei diritti civili dei minori e delle coppie omosessuali nel nostro Paese, riaffermando, tra l’altro, l’importante principio di apertura del nostro Ordinamento alla dimensione internazionale”.




Amatrice, il sindaco: “Il commissario deve avere poteri speciali come a Genova” [Intervista]

AMATRICE (RI) – L’Osservatore d’Italia, a distanza di un anno dal reportage nella zona rossa colpita dal terremoto del 2016, è tornato ad Amatrice per incontrare Filippo Palombini, neo sindaco dal 4 maggio scorso, che dopo aver raccolto l’eredità di “un grande sindaco” come Sergio Pirozzi, alza la voce sulle modalità delle misure da prendere per la zona terremotata dal sisma del 24 agosto 2016. Palombini si dice “indignato” dalle solite e sterili passerelle di politici. Le comunità del cratere necessitano di “progetti a più ampio respiro”.

Sindaco Palombini, prima di tutto, come sta Amatrice?

Posso essere molto sintetico? Male. È un momento di grande disagio, di incertezza sul futuro perché la vita precaria non fornisce certezze. È questa la situazione attuale.

Lei il 24 agosto scorso, giorno in cui tutti abbiamo riportato la mente ed il cuore al terribile sisma, ha detto che quello era il momento peggiore per gli abitanti di Amatrice che si rendevano conto che ci vuole molto tempo per tornare alla normalità.

Vivere precariamente, senza un progetto per il futuro, è quanto di peggio possa esserci per una comunità che ha bisogno di risposte.

Con una nota divulgata il 22 settembre, lei si diceva indignato per lo stato di immobilismo a cui è ridotta la politica nei confronti dei vostri bisogni. Nel nostro reportage dello scorso anno abbiamo riportato l’indignazione nei confronti delle solite passarelle di politici. Ma non pensa che il messaggio della prima visita del premier Conte sia sinonimo di vicinanza e cosa chiedete riguardo il commissario alla ricostruzione?

Sì, la visita del premier Conte è stata sicuramente gradita e importante come segno di vicinanza, però sono passati ormai 5 mesi, sono troppi. Non vedo decisione nell’affrontare un tema che è di fondamentale importanza.

Proprio per il commissariato alla ricostruzione si fa il nome di Pirozzi nell’area leghista mentre i grillini cercano un nome nella Regione Marche, che ne pensa?

Non credo sia importante discutere del nome quanto del ruolo. A Genova sono stati dati poteri speciali, il Commissario deve avere potere speciali. 

Qual è la sua considerazione riguardo la norma sulle seconde case approvata dalla Regione e pensa anche lei, come l’ex sindaco Pirozzi, che dovrebbe essere diminuito il numero di comuni del cratere?

Sicuramente, dal primo giorno di questa vicenda che ci ha colpito, diciamo che tutti i comuni nei quali la ricostruzione deve partire dalle strutture e dalle infrastrutture sono diversi da quelli che hanno avuto danni di altro tipo. Sulle seconde case, va concordata la applicabilità della legge con il Ministero dei Beni Culturali innanzitutto. Poi ritengo che possa aiutare qualcuno ma che non risolva il problema. Abbiamo bisogno di progetti di più ampio respiro per tornare ad abitare questi luoghi.

Gianpaolo Plini




Smartphone e altre “droghe”: c’è chi la chiama “cocaina digitale”

C’è chi la chiama “cocaina digitale”. In effetti hanno molto in comune.
In entrambi i casi vieni preso, portato in un mondo frizzante di illusioni e finte speranze e poi rilasciato in un senso di vuoto e di apatia.
In entrambi i casi non hai idea di essere dipendente da qualcosa.
In entrambi i casi ti senti molto figo perché hai tanti amici virtuali.
In entrambi i casi inizi a vivere una doppia vita.
In entrambi i casi sei solo.
In entrambi i casi ti dici che smetti quando vuoi.
In entrambi i casi non è vero.
È la prima cosa che fai quando apri gli occhi la mattina e l’ultima prima di addormentarti.
Se scrivi un whatsapp a qualcuno che non risponde immediatamente e vedi la fantomatica “doppia spunta blu” vai in ansia, pensi che non voglia più vederti, che forse hai fatto una gaffe senza accorgerti che hai rovinato inesorabilmente il vostro rapporto e ora probabilmente non
potrai mai più riparare, pensi che in effetti potevi usare un tono diverso quando gli hai scritto che era meglio vedervi giovedì e che un rapporto come quello sarà difficile da ricostruire e poi – finalmente – il tuo telefono trilla: ti ha risposto.
Siamo l’esercito della notifica. Del tweet, del like, del poke, del wave…
Un’enorme folla narcotizzata che lentamente scivola nella sillabazione delle risposte farcite di emoticon senza accorgersi di alimentare un analfabetismo funzionale che, probabilmente, non sarebbe opportuno sottovalutare.
Un tempo i bambini facevano rumore al ristorante. Si sbucciavano le ginocchia. Costruivano la casa sotto il tavolo con gli scialli delle mamme e ci portavano dentro le provviste. I pavimenti erano tappeti di pennarelli dove rischiavi di romperti un dente perché i bambini, un tempo, disegnavano.
Oggi hanno le occhiaie presto, quelle da monitor, e gli occhi pallati che cercano di raccogliere tutte le caramelle per finire il quadro… al ristorante non li vedi e non li senti. Sono buoni. Buonissimi. Troppo. Non si muovono più. Forse tra qualche centinaio d’anni non avremo più bisogno delle gambe, ci basterà telecomandarci in giro per il mondo.
Da qualche parte iniziano a spuntare studi, terapie ad hoc per disintossicarci; e iniziamo a renderci conto che non è poi così facile.  Lo smartphone ci è entrato dentro, è una parte del nostro cervello.
Benedetta tecnologia, ma per favore non abituiamoci al punto di non saper più riconoscere quando stiamo per essere lobotomizzati.

Valeria De Luca