Una vacanza italiana all’insegna del buon vino: Ecco le 5 destinazioni enologiche suggerite da HomeToGo

In occasione del periodo della vendemmia di questo 2018, HomeToGo, il più grande motore di ricerca per alloggi vacanza al mondo, torna a parlare di enoturismo suggerendo 5 destinazioni enologiche in Italia da raggiungere quest’anno per una vacanza all’insegna del vino. Alcune regioni sono una costante nel panorama enologico italiano e internazionale, altre relativamente emergenti sono le nuove tendenze dell’enoturismo. Insieme, rendono l’Italia il produttore di vino numero 1 al mondo. Un orgoglio da sostenere e supportare con una serie di attività, una tra tutte il turismo del vino. 5 regioni italiane, i loro imperdibili vini e un paio di consigli per chi deciderà di scoprirle.

Piemonte
Primo propulsore del rilancio dell’enologia italiana nel mondo, il Piemonte, conosciuto più per i suoi vini rossi, offre in realtà anche ottimi bianchi e spumanti, che crescono favoriti dalla composizione argillosa delle colline rivolte a sud, del clima ventilato e dell’escursione termica notte giorno.
La superficie vitata è intorno ai 44.000 ettari e si sviluppa per lo più nell’area sud-est e nord della regione, raggiungendo le zone alpine e prealpine. La zona, forse in assoluto, più celebre e decisamente ideale per la viticoltura sono le Langhe, un altopiano a 500 metri sul mare, parte del patrimonio dell’UNESCO e culla di due grandi nomi tra i vini piemontesi: il Barolo e il Barbaresco.
Qui la percentuale di vini DOC in rapporto alla produzione vinicola totale – circa 2 milioni di ettolitri nel 2017 – è davvero alta, sono ben 17 i vini DOCG e 42 quelli DOC3, la maggior parte dei quali derivano da una ventina di vitigni autoctoni.

Vitigni principali: Barbera, Moscato bianco, Dolcetto, Nebbiolo, Cortese
Zone vinicole principali: Langhe, Monferrato, Astigiano, Canavese, Gattinara e Ghemme
Vini imperdibili: DOCG – Barolo, Barbaresco, Cortese di Gavi, Bracchetto d’Acqui passito, Moscato d’Asti DOC – Dolcetto D’Alba, Roero Arneis
Consigli extra: Stop alla città termale di Acqui, degustare il moscato in combo con i “coppi di tegola”, bike tour per le “colline moreniche”

Un soggiorno in Piemonte durante la vendemmia costa in media 116€/notte.
Occhio al budget: 206€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!

Toscana
Sono circa 70.000 gli ettari destinati alla viticoltura sulle sue dolci colline. Icona del vino Chianti, la Toscana ha storia e tradizione del vino secolari e deve le sue ottime capacità in termini di produzione vinicola, almeno in parte, al suo clima temperato. La vicinanza alla costa e le caratteristiche del suo territorio rappresentano lo scenario ideale per la viticoltura.
Nonostante siano stati 1.901.000 gli ettolitri prodotti nel 2017, 37% e del 30% sotto la media storica, la Toscana resta una terra di rubini e granati davvero preziosi – quasi il 90% dei vitigni toscani sono rossi – produttrice, infatti, di alcuni dei vini italiani più richiesti all’estero, con Stati Uniti e Germania come principali mercati di destinazione.
Qui sono 52 i vini Dop, di cui 11 Docg e 41 Doc, 6 gli Igp e il vitigno Sangiovese è senz’altro il più rappresentativo della regione – circa il 62% della superficie dedicata – seguito da Merlot e dal Cabernet Sauvignon.

 

Vitigni principali: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Trebbiano toscano, Merlot, Canaiolo, Vernaccia S. Gimignano
Zone vinicole principali: Chianti, San Gimignano, Montalcino, Val di Chiana e Cortona, Val d’Orcia
Vini imperdibili: DOCG – Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Morellino di Scansano, Vernaccia S. Gimignano, Amarone della Valpolicella DOC – Bolgheri Sassicaia
Consigli extra: Visitare una villa del 500′ sulle colline lucchesi, le botteghe del vino a Montalcino, la zona di Marradi per castagne e marone glacé e la Costa degli Etruschi

Un soggiorno in Toscana durante la vendemmia costa in media 127€/notte.
Occhio al budget: 218€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!

Sicilia – Trend Enoturismo 2018     
Vini da dessert ma anche bianchi e rossi robusti, la produzione vinicola della regione è varia come il suo territorio. Dalle zone collinari, a quelle vulcaniche, isole incluse, la viticoltura copre qu107 mila ettari, tra le più estese in Italia.
L’enoturismo in Sicilia è tra i settori dalla maggiore crescita. Già un paio di anni fa i numeri hanno riconosciuto l’impatto del turismo enogastronomico sul turismo regionale. Quest’anno, il Primo Rapporto sul Turismo Gastronomico Italiano vede la Sicilia sul podio tra le migliori destinazioni italiane da visitare per un viaggio enogastronomico. La Sicilia enologica è, quindi, IL trend del 2018.
Tra i vini siciliani più noti, anche a livello internazionale, vi sono senz’altro il Marsala, un vino liquoroso dalle radici antiche, prodotto a Marsala, da cui prende il nome, e in tutto il trapanese, e lo Zibibbo. Tra i prodotti agroalimentari da non perdere vi sono il Cappero di Pantelleria IGP e il Pomodoro di Pachino IGP.

 

Vitigni principali: Corvina, Rondinella e Molilnara, Trebbiano di Soave, Garganega, Vespaiola, Fiularo, Glera

Zone vinicole principali: Trapanese, Vittoria, Etna, Siracusano, Lipari, Pantelleria

Vini imperdibili: DOCG – Cerasuolo di Vittoria DOC – Nero d’Avola, Marsala di Siracusa e di Noto, Nerello Mascalese, Cerasuolo, Passito di Pantelleria, Malvasia delle Lipari, Alcamo Bianco, Etna

Consigli extra: Vedere gli affreschi del Borremans a Caltanissetta, visitare il borgo di Erice, l’isola di Pantelleria, provare i “Facciuni di Santa Chiara” (dolce tipico della provincia di Siracusa) con un Moscato di Noto

Un soggiorno in Sicilia durante la vendemmia costa in media 100€/notte.
Occhio al budget: 173€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!

Puglia
Nota tanto per il vino quanto per l’olio, qui uniti da un forte legame, la Puglia è tra le principali regioni vinicole italiane per superficie vitata, oltre 87.000 ettari, che si sviluppa per lo più nelle aree pianeggianti della regione. La diversità del territorio si riflette nei vini locali in una grande varietà di sapori e profumi.
4 i vini riconosciuti DOCG – di cui tre prodotti in provincia di Bari nella zona di Castel del Monte e il quarto in provincia di Taranto, il famoso Primitivo di Manduria – 29 i DOC. Nonostante circa il 65% della produzione sia di vini rossi, alcune uve a bacca bianca sono particolarmente note, tra cui Greco, Fiano, Verdeca e Falanghina.
6.740.000 gli ettolitri prodotti nel 2017, con un calo del 30% rispetto all’annata precedente. Valori in discesa, però, si sono registrati a livello regionale così come nazionale e internazionale. La produzione per il 2018 è stimata a 9.934.000 ettolitri, una cifra persino maggiore rispetto al 2016.

 

Vitigni principali: Negro amaro, Sangiovese, Primitivo, Uva di Troia, Malvasia, Bombino Nero, Fiano, Verdeca, Trebbiano

Zone vinicole principali: Daunia, Alta e Bassa Murgia, Valle d’Itria, Penisola Salentina

Vini imperdibili: DOCG – Primitivo di Manduria, Castel del Monte Nero di Troia riserva DOC – Gioia del Colle, Aleatico di Puglia, Salice Salentino, Locorotondo

Consigli extra: Visita a una tipica masseria, giro a cavallo al tramonto, visita al borgo di San Severo e a Altamura dove abbinare il noto pane a un Primitivo

Un soggiorno in Puglia durante la vendemmia costa in media 96€/notte. Occhio al budget: 170€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!

Veneto
Piacevolmente amarognoli o spumeggianti, i vini prodotti in Veneto sono da numeri 1. Con una superficie vitata di oltre 75.000 ettari, per lo più in pianura ma anche in collina, il Veneto è tra i primi produttori di vino in Italia e in Europa. La sua produzione vinicola è tra le più variegate, in grado di soddisfare qualsiasi palato: rossi, bianchi e rosati ma anche passiti e spumanti per oltre 25 DOC e 14 DOCG.
I vini più conosciuti sono prodotti principalmente nelle province di Verona e Vicenza. Il più noto dei vini veronesi è l’Amarone della Valpolicella, di fama mondiale. Tra i bianchi, i vitigni del Soave – da solo contribuisce al 40% della produzione regionale – e del Gambellara beneficiano delle proprietà del terreno vulcanico in cui crescono.
Il Veneto è, poi, particolarmente conosciuto per il suo Prosecco, vino spumante immancabile per aperitivi e diversi cocktail. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, nelle versioni Extra Dry o Brut, è il prosecco veneto DOCG. Tante sono le strade del vino, tra valli e colline, alla scoperta di castelli, borghi e le bellezze naturalistiche e le tradizioni enogastronomiche da scoprire nella culla del Rinascimento.

 

Vitigni principali: Corvina, Rondinella e Molilnara, Trebbiano di Soave, Garganega, Vespaiola, Fiularo, Glera

Zone vinicole principali: Valpolicella, Conegliano-Valdobbiadene, Veronese, Colli Euganei, Breganze

Vini imperdibili: DOCG – Amarone e Recioto della Valpolicella, Bagnoli Friularo, Bardolino Superiore, Soave Superiore DOC – Bianco di Custoza, Gambellara Classico, Lugana spumante

Consigli extra: Scoprire il territorio di Negrar e le sue ville, assaggiare le famose Ciliegie di Marostica, fare tappa a Verona, un tour in barca sull’Adige, del trekking alternativo con gli asini sui Colli Euganei

Un soggiorno in Veneto durante la vendemmia costa in media 97€/notte. Occhio al budget: 147€ per la settimana dal 29/09 al 06/10!




Camminata tra gli olivi nel Lazio: Il 28 ottobre torna la giornata dedicata alla preziosa natura

Una giornata dedicata alla preziosa natura. Prenderà il via domenica 28 ottobre la seconda edizione della ‘Camminata tra gli olivi’ con nuovi percorsi e passeggiate alla scoperta delle piante secolari nel Lazio. A presentare l’evento è l’Associazione Nazionale Città dell’Olio, che ha richiamato l’attenzione sulla qualità e il valore dell’olio extravergine, degli olivicoltori e dei territori. Nella Regione l’esperienza coinvolge i Comuni di Canino in provincia di Viterbo, Lenola in provincia di Latina, Mompeo in provincia di Rieti e Sant’Elia Fiumerapido in provincia di Frosinone.

Ognuno ha selezionato un percorso tra gli olivi con caratteristiche uniche dal punto di vista storico e ambientale, che documentano il fascino di una produzione indissolubilmente legata a dimore storiche, frantoi e borghi di fascino immutato nel tempo. Nel 2017 sono stati oltre 20 mila i partecipanti in tutta Italia agli eventi organizzati da 121 Comuni.

“Un successo che ci ha regalato la conferma di un percorso che intreccia il valore delle coltivazioni e la passione dei loro custodi, gli olivicoltori – afferma il presidente delle Città dell’olio Enrico Lupi – chi cura e chi visita questi luoghi rappresenta ugualmente un investimento per il futuro economico e turistico”. L’Associazione Nazionale Città dell’Olio è convinta che il turismo dell’olio può incrementare la competitività dell’olivicoltura tradizionale, diventando una risorsa per l’ambiente, il territorio e i produttori.

La Camminata del Lazio, con percorsi distribuiti su quattro diverse province, coinvolge i partecipanti alla scoperta delle culture locali, come l’Itrana di Latina, di piante secolari come quelle del Monte, all’interno del monumento naturale Gole del Farfa di Mompeo, dei panorami dal caratteristico colore argento delle colline di Sant’Elia e del borgo rinascimentale fortificato da Ranuccio Farnese di Canino. Una domenica tutta dedicata all’antica tradizione dell’olivo. Per scegliere il proprio itinerario o solo per saperne di più basta un click.

È online il sito www.camminatatragliolivi.it per scaricare subito il programma della giornata e trovare notizie sul territorio, il paesaggio, la storia. E c’è anche la fanpage su Facebook e i canali Instagram e Twitter con l’hashtag #camminatatragliolivi che potrà essere utilizzato anche per postare foto dei luoghi e degli eventi così da creare una vera e propria community della giornata.

Marco Staffiero




“Il Pecorino Romano DOP nei territori della gastronomia italiana”: count down per la finale del concorso alla Casina Valadier

Si avvicina la sfida finale della prima edizione del concorso nazionale di cucina “Il Pecorino Romano DOP nei territori della gastronomia italiana”, organizzato dal Consorzio del Pecorino Romano e rivolto agli studenti degli istituti alberghieri dell’intera penisola.

37 istituti alberghieri iscritti, 67 classi partecipanti, 86 ricette inviate, 10 ricette finaliste: questi i numeri della prima edizione del concorso nazionale di cucina indetto dal Consorzio di Tutela del Pecorino Romano DOP che si appresta alla gara conclusiva a Roma che si terrà mercoledì 17 ottobre 2018 a partire dalle ore 10.00, nella splendida cornice della Casina Valadier.

Sono 10 i finalisti aspiranti chef di domani

si sfideranno dal vivo, preparando le ricette a base di Pecorino Romano, selezionate dallo chef stellato cagliaritano Luigi Pomata, tra quelle proposte dai quarantadue istituti iscritti, distribuiti da Nord a Sud della penisola. La sfida proposta a questi giovani studenti non era scontata: inventare uno o più piatti a scelta tra antipasto, primo, secondo o dessert, utilizzando come elemento caratterizzante il Pecorino Romano DOP abbinato ad altri ingredienti scelti tra quelli più tipici e rappresentativi del territorio di appartenenza della scuola. Il giudizio insindacabile della selezione delle ricette finaliste è stato affidato allo chef Luigi Pomata, una forchetta Michelin e proprietario dell’omonimo ristorante di Cagliari.

I 10 istituti da lui prescelti parteciperanno quindi alla prova finale. Ogni classe finalista sarà rappresentata sul palco da due promettenti chef in divisa, chiamati a realizzare un piatto da esposizione e 3 mini-porzioni per una giuria d’eccezione, composta dal presidente del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, dr. Salvatore Palitta, dallo chef Matteo Barbarossa, coordinatore di cucina della scuola Chef Academy a Terni e dallo chef Luigi Pomata.

Il Pecorino Romano DOP è il formaggio italiano più venduto nel mondo

dopo il parmigiano, grazie anche alla sua grande versatilità sotto ogni punto di vista: dal consumo, che non ha stagioni, alla ricettabilità. Il Pecorino Romano DOP è un prodotto per tutti, in quanto recenti studi hanno messo in luce un’altra sua importante caratteristica: l’assenza di lattosio che lo rende ottimo anche per i soggetti intolleranti. La fantasia e la voglia di osare di questi ragazzi hanno permesso di realizzare un ricettario unico, con abbinamenti originali e moderni, che mostrano come il Pecorino Romano DOP, nonostante il forte legame con il territorio di provenienza, possa essere consumato in tutto il territorio nazionale e da diverse tipologie di consumatori, oltre che inserito in tutte le portate, durante tutto l’arco dell’anno. Gusto, originalità, entusiasmo e territorialità sono il giusto condimento di un’iniziativa dedicata a valorizzare un gioiello della gastronomia italiana insieme alle aspirazioni dei giovani cuochi di domani.




Galaxy A9, lo smartphone Samsung con 4 fotocamere

Samsung ha annunciato il nuovissimo Galaxy A9, lo smartphone progettato per chi ama esplorare, immortalare ogni momento e condividerlo istantaneamente. Con una rivoluzionaria quadrupla fotocamera posteriore un design elegante e funzionalità fondamentali per la vita di ogni giorno, Galaxy A9 è lo smartphone capace di trasformare la realtà in immagini. “Come leader globali nel settore degli smartphone, siamo ben consapevoli dell’esigenza di significative innovazioni in un mondo frenetico guidato dalla comunicazione visiva”, ha dichiarato DJ Koh, Presidente e CEO della divisione IT & Mobile Communications di Samsung Electronics. “Grazie alla nostra esperienza nello sviluppo di fotocamere per gli smartphone, stiamo introducendo tecnologie di nuova generazione in tutto il portfolio Galaxy, per offrire ad un numero sempre maggiore di persone la possibilità di sperimentare funzionalità all’avanguardia. Siamo entusiasti di essere riusciti a mantenere questa promessa e di poter presentare una tecnologia unica al mondo con la fotocamera di Galaxy A9”. In un mondo stimolante e sempre connesso, in cui si scattano e condividono istantaneamente le foto dei momenti da ricordare, lo smartphone è diventato molto di più di un semplice telefono. Ecco perché Galaxy A9 è dotato delle più avanzate innovazioni, per consentire a tutti di vivere nuove esperienze e immortalare ogni giorno i momenti migliori in altissima definizione.

L’innovativa quadrupla fotocamera posteriore

Galaxy A9 permette di scattare con la massima facilità splendide foto. Quattro obiettivi offrono prospettive illimitate per dare sfogo alla creatività per scattare, creare e condividere immagini mozzafiato. È possibile sfruttare lo zoom ottico 2x per scatti incredibili e ultra-dettagliati, sia da vicino che da lontano. Scattare foto da professionista sarà un gioco da ragazzi grazie all’obiettivo ultra-grandangolare che permette di catturare non solo il soggetto ma tutto il panorama. Per esprimere la propria creatività è disponibile l’obiettivo di profondità da 5MP. Sarà sufficiente sfruttare la funzione Messa a fuoco Live per controllare la profondità di campo e ottenere un effetto bokeh incredibile. Infine, è possibile scattare immagini chiare e luminose in qualsiasi condizione di illuminazione grazie all’obiettivo principale da 24 MP di Galaxy A9, che consente di realizzare splendide foto in qualunque momento della giornata. Un comparto fotografico completo reso eccezionale dall’aiuto di strumenti come Ottimizzatore Scene, grazie al quale la fotocamera intelligente è in grado di riconoscere in automatico la scena inquadrata per ottimizzare istantaneamente la qualità dell’immagine, e la Rilevazione Difetti, per scatti sempre perfetti.

Funzionalità incredibili per prestazioni eccezionali

L’affidabile durata della batteria da 3.800 mAh di Galaxy A9 consente di sfruttare prestazioni elevate con la massima autonomia. Galaxy A9 è l’espressione massima della tecnologia: un concentrato di velocità, potenza e memoria grazie ai 6GB di RAM, al processore Octa Core e ai 128 GB di memoria interna espandibili fino a 512 GB. Progettato per rendere la vita di ogni giorno più semplice, il nuovo Galaxy A9 al lancio avrà già in dotazione funzionalità quali Bixby, Samsung Pay e Samsung Health, oltre a numerose funzionalità per il multitasking, come Unisci App.

Design che esalta ogni stile

In linea con la grande tradizione di Samsung nel campo del design, Galaxy A9 è disponibile in tre colorazioni uniche con un design elegante ed ergonomico che si adatta perfettamente alla mano e una parte posteriore arrotondata in 3D Glass, il nuovo smartphone di Samsung risulta pratico e confortevole nella mano. Galaxy A9 sarà disponibile a partire da novembre al prezzo consigliato di 629€, nelle colorazioni Caviar Black, Lemonade Blue e Bubblegum Pink.

 

Francesco Pellegrino Lise




Romano, romanesco e romanoide, dai nonni ai ragazzi 2.0: il poeta Roberto Ciavarro erede della scuola di Trilussa

Il dialetto romanesco, o “romano”, ha subito un’accelerazione della sua evoluzione all’inizio del xx secolo, quando si accentuarono i flussi migratori dalle altre zone del Lazio e dal resto d’Italia, e in tempi più recenti anche dall’estero, verso la Capitale. Il fenomeno ha dunque comportato un afflusso di molte altre popolazioni, ognuna con propri usi, costumi, tradizioni, e con un proprio dialetto originario che nel tempo, ha finito per fondersi e confondersi con il dialetto romanesco autentico, originando una connotazione linguistica dialettologica ibrida, ossia quel vernacolo che attualmente viene parlato, nella Capitale e zone limitrofe, il quale è una sorta di espressione coagulata tra diverse parlate locali definita dai media “romanoide”.

IL VIDEO SERVIZIO

Gli anni ’70 e ’80

Un significativo cambiamento del dialetto romanesco avviene intorno agli anni settanta e ottanta dove il vernacolo di Trilussa e Belli, progressivamente si impoverisce a causa dei grandi stravolgimenti sociali che hanno interessato i quartieri più popolari della Capitale, dove ancora era possibile incontrare una romanità “pura”.
In quel periodo quartieri come quelli del centro storico, di Trastevere, San Lorenzo, Testaccio, si trasformano da zone tipicamente popolari e basso borghesi a zone di classe e di moda con un massiccio ricambio di popolazione.

Una certa cinematografia e la ghettizzazione del romano

Un’altra importante causa della morte del romanesco puro e soprattutto della ghettizzazione del romano è da ricercarsi in quella cinematografia che, a partire dagli anni 1950, neorealismo a parte, ha fatto dell’idioma romano uno stereotipo di ignoranza, cafonaggine e pigrizia.

Il romanesco nell’area metropolitana di Roma

Il dialetto romano moderno viene parlato quotidianamente da quasi tutti gli abitanti dell’area metropolitana di Roma; la maggioranza di essi possiede anche la padronanza della lingua italiana grazie alla forte scolarizzazione, ma essa viene utilizzata più spesso nelle situazioni formali, e risulta meno utilizzata nella vita quotidiana. Il dialetto romanesco vero e proprio, inoltre, è originario esclusivamente della città di Roma dacché nell’area appena circostante (Velletri, Frascati, Monte Porzio, Monte Compatri, Rocca Priora, Lanuvio…), la parlata autoctona cambia sensibilmente, e il romano lascia il posto alle parlate laziali, anche se recentemente questi dialetti nell’area di Roma stanno andando sempre più a scemare lasciando il posto al romanesco che vista la sua vicinanza all’italiano tradizionale sta prendendo sempre più piede nelle zone limitrofe. Ormai però anche gli idiomi di queste località della provincia romana si vanno modificando; i dialetti per esempio di Frascati, ed in generale di tutti i Castelli Romani o di Anzio, col tempo si sono avvicinati di più a quello romano e similmente è accaduto in grandi città delle province vicine. Solo la gente più anziana del posto parla ancora il dialetto locale, ormai la maggior parte dei giovani ha una parlata più vicina a quella romana moderna.

E a cercare di mantenere viva la cultura dialettale di Roma è il poeta Roberto Ciavarro, romano di nascita, che scrive in un dialetto piu’ vicino ai giorni nostri, prendendo spunto come dice lui “piu’ da Trilussa che dal Belli entrambi grandissimi poeti ed artisti”. Ha scritto, nel tempo, un centinaio di sonetti che presto saranno raccolti e presentati in un libro.

Irene Tagliente




Fiumicino, morte di Maria Tanina Momilia: si costituisce l’assassino

Andrea De Filippis, il personal trainer indagato per la morte di Maria Tanina Momilia, si è costituito presso la stazione dei carabinieri di Fiumicino. L’uomo ha confessato l’omicidio. A quanto si è appreso, De Filippis, dopo essersi costituito poco prima delle 12.30 presso la caserma dei carabinieri di via Anco Marzio, è stato trasferito da Fiumicino ad Ostia, presso il Gruppo Carabinieri.

Il legale dell’indagato: verità è fatta

“Ha rivissuto la scena di cui nemmeno, al momento, si era reso conto. Come se non fosse lui in quel momento. Intanto, la cosa importante è che verità sia fatta e che lui si prenda tutte le responsabilità”. Lo ha detto a Fiumicino Cristian Milita, l’avvocato di Andrea de Filippis, mentre accompagnava l’assistito alla caserma carabinieri di via Anco Marzio dove si è costituito per la morte di Maria Tanina Momilia. Il personale trainer, felpa nero grigia, la mano a coprire parzialmente il volto, assai tirato, al suo fianco, non ha detto nulla ed è entrato poi, assieme all’avvocato, nella caserma. Ieri i carabinieri avevano sequestrato, su disposizione dell’autorità giudiziaria, la palestra, a pochi metri dalla casa della vittima, dove la donna si allenava con l’uomo e dove era andata anche domenica.

Domenica la scomparsa, lunedì il ritrovamento del corpo

Maria Tanina Momilia aveva 39 anni, un lavoro da commessa, un marito e due figli. È stato proprio il marito, domenica, a denunciarne la scomparsa: il corpo è stato ritrovato lunedì poco distante da Via della Scafa, lungo un canale di Isola Sacra, nel Comune di Fiumicino. Presentava segni di percosse non compatibili con una caduta, che hanno fatto subito pensare ad un’aggressione probabilmente subita in un luogo diverso da quello dove è stato trovato il cadavere. Non è escluso che la donna sia stata uccisa proprio nella palestra finita sotto sequestro.

Le indagini

Da lunedì, i carabinieri hanno passato al setaccio ogni dettaglio della vita della donna: abitudini, situazione economica, amicizie e frequentazioni, comprese quelle che la famiglia conosceva meno. Gli inquirenti hanno sentito diverse testimonianze, a cominciare da quelle del marito e delle persone più vicine alla donna. Ieri la svolta dopo il sopralluogo dei carabinieri del Ris nella palestra in cui lavorava l’allenatore. Secondo alcune testimonianze i due avevano un legame stretto e complicato da recenti dissidi.




Firenze , studentesse americane stuprate: 4 anni e 8 mesi per l’ex carabiniere

Condannato a 4 anni e 8 mesi: questa la sentenza emessa dal gup al processo con rito abbreviato a Marco Camuffo, uno dei due carabinieri accusati di aver violentato due studentesse americane, nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2017, dopo averle riaccompagnate a casa da una discoteca fiorentina. Rinviato a giudizio Pietro Costa, l’altro militare coinvolto nell’inchiesta, che non ha scelto il giudizio abbreviato: prima udienza 10 maggio 2019.

La richiesta del rito abbreviato, da parte di Camuffo, 44 anni, ex appuntato, prevede la riduzione di un terzo della pena. L’accusa aveva chiesto 5 anni e 8 mesi. Secondo quanto ricostruito dalla magistratura, i due avrebbero agito abusando della qualità di carabiniere in servizio e avrebbero violato gli ordini impartiti dai superiori. Entrambe le ragazze salirono, sempre secondo l’accusa, “illegittimamente” a bordo della Fiat Bravo del 112. Le due studentesse risultarono alla rilevazione effettuata alle 6.51 del mattino del 7 settembre in stato di ebbrezza alcolica, con 1.68 grammi di alcol per litro una e 1.59 per l’altra.

Secondo il capo d’imputazione notificato a conclusione delle indagini, i due carabinieri, che sono stati destituiti al termine dell’indagine preliminare avviata dopo la denuncia, avrebbero violentato le due ragazze agendo in modo “repentino e inaspettato”.

I due ex militari hanno ammesso di aver avuto rapporti sessuali con le due ragazze, ma hanno sempre affermato che le studentesse statunitensi fossero consenzienti. Versione che oggi, davanti al gup, Camuffo ha ribadito rendendo dichiarazioni spontanee, sottolineando però che non fu lui a decidere di accompagnare le ragazze dalla discoteca alla loro casa di Firenze, ma fu iniziativa del collega Pietro Costa, 32 anni. Prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio, gli avvocati Filippo Viggiano e Cristina Menichetti. legali di Camuffo, avevano chiesto l’assoluzione per il loro assistito. I difensori di Costa, Giorgio Carta e Andrea Gallori avevano risposto alla richiesta di rinvio a giudizio dell’ex carabiniere scelto, chiedendo il proscioglimento.




Caso Cucchi, è svolta: carabiniere accusa due colleghi

Colpo di scena a inizio udienza del processo che vede cinque carabinieri imputati per la vicenda della morte di Stefano Cucchi. Il pm Giovanni Musarò ha reso noto un’attività integrativa di indagine dopo che uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia ha ricostruito i fatti di quella notte e ha “chiamato in causa” due dei militari imputati per il pestaggio. “Il 20 giugno 2018 – ha detto il pm – Tedesco ha presentato una denuncia contro ignoti in cui dice che quando ha saputo della morte di Cucchi ha redatto una notazione di servizio”. In successive dichiarazioni ha poi chiamato “in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”. I successivi riscontri della procura hanno portato a verificare che “è stata redatta una notazione di servizio – ha detto il pm – che è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza”.

“Gli dissi ‘basta, che c…fate, non vi permettete”. Queste le parole che Francesco Tedesco disse ai suoi colleghi carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro (anche loro imputati come lui di omicidio preterintenzionale, ndr) mentre uno “colpiva Cucchi con uno schiaffo violento in volto” e l’altro “gli dava un forte calcio con la punta del piede”. E’ quanto si legge nel verbale di interrogatorio di Tedesco del 9 luglio 2018. “Fu un’azione combinata, Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore”. Così Francesco Tedesco, accusando i carabinieri D’Alessandro e Di Bernardo, descrive le fasi del pestaggio di Cucchi nel verbale. “Spinsi Di Bernardo -aggiunge Tedesco- ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra”.

Il ministro dell’Interno Salvini ha invitato la sorella Illaria e i parenti di Stefano al Viminale. ‘Sorella e parenti sono i benvenuti al Viminale. Eventuali reati o errori di pochissimi uomini in divisa devono essere puniti con la massima severità, ma questo non può mettere in discussione la professionalità e l’eroismo quotidiano di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi delle forze dell’ordine” ha precisato il ministro. “Saremo lieti di andare da lui, insieme anche all’avvocato Anselmo”. Così Ilaria Cucchi, in un ‘intervista a Radio Capital, risponde all’invito del Ministro dell’Interno

“Quanto accaduto a Stefano Cucchi era inaccettabile allora e lo è ancor di più oggi, che sono emersi nuovi elementi scioccanti. Mi auguro che la giustizia faccia al più presto il suo corso e definisca le singole responsabilità. Chi si è macchiato di questo reato pagherà, ve lo assicuro. Lo voglio io, lo vuole questo governo e lo vuole tutta l’Arma dei Carabinieri, che merita rispetto. Ho la massima fiducia verso il Comando Generale e sono vicino alla famiglia di Stefano, ai suoi amici e ai suoi cari. Abbraccio tutti con grande affetto”. Così su Fb il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

 

Processo Cucchi. Udienza odierna ore 11.21. Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi“.

E’ quanto scrive in un post su Facebook Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il detenuto di 31 anni morto all’ospedale Sandro Pertini di Roma, commentando la notizia secondo cui uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia ha ricostruito i fatti di quella notte e ha “chiamato in causa” due dei militari imputati per il pestaggio

 

“Oggi – ha dichiarato l’avvocato Eugenio Pini, difensore di Francesco Tedesco – c’è stato uno snodo significativo per il processo, ma anche un riscatto per il mio assistito e per l’intera Arma dei Carabinieri. Gli atti dibattimentali e le ulteriori indagini – ha aggiunto Pini – individuano nel mio assistito il carabiniere che si è lanciato contro i colleghi per allontanarli da Stefano Cucchi, che lo ha soccorso e che lo ha poi difeso. Ma soprattutto è il carabiniere che ha denunciato la condotta al suo superiore ed anche alla Procura della Repubblica, scrivendo una annotazione di servizio che però non è mai giunta in Procura, e poi costretto al silenzio contro la sua volontà. Come detto, è anche un riscatto per l’Arma dei Carabinieri perché è stato un suo appartenente a intervenire in soccorso di Stefano Cucchi, a denunciare il fatto nell’immediatezza e a aver fatto definitivamente luce nel processo”.  Alessio Cremonini, regista film su Stefano ‘Sulla mia pelle’ ha commentato: ‘ Si è aperta quella maledetta porta,  la giustizia è lenta ma arriva per tutti’. 

Immensa soddisfazione, la famiglia Cucchi ne aveva diritto. Mi è venuta la pelle d’oca nell’apprendere la notizia. Tutti i dubbi sono stati tolti. Signora Ministro io sono un vero carabiniere. L’Italia intera ora aspetta i provvedimenti che prenderà sulla base di quello che è stato detto durante l’incontro. Sempre a testa alta. Bravo Francesco, da quest’oggi ti sei ripreso la tua dignità”. Lo ha detto Riccardo Casamassimal’appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza fece riaprire l’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi, commentando la notizia secondo cui uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, in una denuncia ha ricostruito i fatti di quella notte e ha “chiamato in causa” due dei militari imputati per il pestaggio

 




Viaggiare nell’era dei pacchetti digitali e dei servizi collegati: professionalità e trasparenza a tutela del consumatore

L’appuntamento è per giovedì 11 ottobre, ore 10.30, Padiglione A6 ingresso Hall presso la Sala Noce della Fiera di Rimini

RIMINI – Centro Europeo Consumatori Italia ha organizzato, insieme a Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) e Adiconsum, il Convegno “L’Agente di viaggi e i viaggiatori nell’era dei pacchetti digitali e dei servizi collegati: professionalità e trasparenza a tutela del consumatore”, in occasione della 55ma edizione del TTG Travel Experience, la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale in Italia e per la commercializzazione dell’offerta turistica italiana nel mondo.

L’evento tenta di fare un primo bilancio sull’applicazione della nuova direttiva pacchetti UE 2302/2015, divenuta operativa nel nostro Paese dal 1° luglio scorso con il D. lgs 62/2018, sentendo le voci dei vari operatori del settore. Viene, inoltre, presentato il nuovo formato contrattuale di vendita dei pacchetti di viaggio predisposto da Fiavet, d’intesa con Assoviaggi, che sarà oggetto di confronto con il Centro Europeo Consumatori Italia e con Adiconsum per ricercare condivisioni che facilitino il rapporto impresa-consumatore secondo regole di legalità, affidabilità e professionalità degli operatori.

Gianfranco Nitti




Trapani, chiavetta usb esplosiva in procura: agente di polizia perde tre dita

TRAPANI – Un ispettore di polizia della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Trapani, Gianni Aceto, è rimasto gravemente ferito alla mano sinistra mentre stava inserendo una chiavetta usb in un computer. La chiavetta, che secondo i primi accertamenti conteneva esplosivo, contenuta in un plico, era stata inviata ad un avvocato che, insospettitosi, la ha, a sua volta, consegnata alla polizia. All’agente sono saltate tre dita della mano sinistra.




Festa del Cinema di Roma: annunciato il programma della 13a edizione

ROMA – Da Cate Blanchett a Robert Redford: numerosi i talenti del cinema internazionale presenti nei film in selezione alla imminente Festa del Cinema di Roma. Nel quadro dell’Auditorium Parco della Musica di Roma è stato presentato il programma della 13a edizione della Festa del Cinema di Roma, che si svolgerà dal 18 al 28 Ottobre 2018 in numerose postazioni esclusive della capitale (Auditorium, MAXXI, Museo dell’Ara Pacis…).

Una festa che avrà, in base a quanto affermato dal direttore artistico Antonio Monda, tre parole chiave: “donna, perché abbiamo dodici registe e numerose attrici famose; memoria, in quanto ci saranno molteplici film dedicati al tema dell’olocausto; documentario, un genere che avrà amplio spazio all’interno del festival.”

Protagonisti della Festa del Cinema di Roma saranno i 38 film e documentari presenti nella Selezione Ufficiale. Tra questi il thriller di Drew Goddard, ‘7 sconosciuti a El Royale’, con Dakota Johnson e Chris Hemsworth, e ‘The Old Man & the Gun’, il film di addio di Robert Redford alla sua carriera di attore. Attese anche le proiezioni del documentario di Charles Ferguson, ‘Watergate’, e di ‘Il vizio della speranza’ di Edoardo De Angelis, che approda alla Festa del Cinema di Roma dopo essere passato lo scorso anno al MIA.
Punto forte di questa edizione della Festa del Cinema di Roma sarà anche la sezione ‘Incontri ravvicinati’, spazio dedicato agli appuntamenti con personalità di spicco del mondo del cinema e della cultura. Tra questi Martin Scorsese (che riceverà il premio alla carriera 2018), Cate Blanchett, Michael Moore, Giuseppe Tornatore e Alba e Alice Rohrwacher.

Gianfranco Nitti