Roma, LunEur: riparte la battaglia e si prepara una manifestazione

ROMA – Riparte la battaglia per il Luneur e si prepara una manifestazione. A dichiararlo è stato Damiano Lucarelli amministratore del gruppo Fb “RIAPRIAMO IL LUNEUR 1953/2008” che durante la puntata dello scorso 18 ottobre di “Officina Stampa” ha detto “Da oggi ripartiamo”.

Una battaglia, quella dei nostalgici del vecchio Luneur che punta il dito su un iter definito da Lucarelli “poco articolato” cui il LunEur è stato sottoposto dal 2008 ad oggi. “Tra le tante chiacchiere – ha detto ancora – l’elemento sempre assente era lo stesso: non si parlava mai del modello di parco che si doveva e voleva realizzare.”

Damiano Lucarelli e Saverio Pedrazzini ospiti della puntata di Officina Stampa del 18/10/2018

Da Luneur a Luneur Park

Dopo 8 anni e mezzo di chiusura e abbandono il 27 ottobre del 2016 ha riaperto i battenti il Luneur, con il nuovo nome di Luneur Park. Lo storico parco divertimenti di Roma che vanta il primato di essere il più antico d’Italia, fu costruito nel lontano 1953 e nella sua nuova versione si rivolge ad un target decisamente diverso da quello che i romani ricordano come protagonista della propria adolescenza nel corso dei due decenni che segnarono il periodo d’oro del parco: gli anni ’80 e gli anni ’90.

Nel dicembre del 2007, EUR SpA proprietaria del suolo nel quale sorge il parco bandisce una procedura di gara per individuare un soggetto in grado di ristrutturare, valorizzare e rilanciare il Parco, con attrazioni e standard di livello internazionale. Vincitore del bando nel febbraio del 2008 è Cinecittà Entertainment, che at-traverso la NewCo Luneur Park ne deterrà l’esclusiva gestione.

Il Luneur viene così chiuso il 19 aprile 2008 per l’inizio dei lavori di ammodernamento e restauro che però iniziano ufficialmente nel dicembre del 2012 a causa di alcuni contenziosi tra la nuova gestione e i vecchi gestori. La riapertura fissata inizialmente per il 2013 slitta all’anno successivo per poi essere spostata al 2015 per arrivare infine alla riapertura ufficiale del 27 ottobre 2016, giornata in cui il nuovo Luneur venne preso letteralmente d’assalto dai visitatori.

Il bando di gara e l’esclusione dei vecchi subconduttori

“Noi subconduttori siamo stati totalmente derubati dei nostri sacrifici”. Con queste parole, Saverio Pedrazzini, portavoce dei giostrai del LunEur ha manifestato la sua delusione. “E’ bene ricordarlo – ha detto ancora Pedrazzini – lo Stato non è mai intervenuto a sostegno di quelle persone che hanno iniziato l’avventura del LunEur. Fino ad oggi: noi giostrai siamo accusati di essere “occupanti abusivi”. Il portavoce dei giostrai del LunEur ha inteso smentire le voci secondo cui la presenza dei giostrai nella precedente concessione non sia stata riconosciuta da Eur Spa puntualizzando il fatto che esistono invece documenti che testimonierebbero il contrario.

“I problemi più grandi – ha detto ancora Pedrazzini – sono stati causati dalla cattiva gestione del bando.” Pedrazzini ha voluto mettere in risalto il fatto che il bando prevedeva che il nuovo LunEur avrebbe dovuto ricomprendere nella gestione i subconduttori, ovvero i vecchi giostrai. I quali sostengono a gran voce che la loro improvvisa esclusione da ogni progetto relativo al nuovo LunEur serva a facilitare nuovi investimenti, che loro potrebbero ostacolare. Non solo. Viene anche lamentata la modifica della penale giornaliera, in caso di inadempienza contrattuale, da 10mila a 2mila euro, relativamente al contratto di locazione presentato al momento dell’offerta vincolante. Tutto questo, in corso d’opera. Ed è questo che non va giù ai vecchi giostrai, e ai nostalgici del LunEur.

L’indagine della Procura di Roma

Dal McDonald’s ai centri estivi alla Casa dell’Algida. Le strutture degli undici esercizi commerciali del Luneur sono finite a giugno del 2017 nel mirino della procura di Roma per il sospetto di essere giganti nati grazie a un diffuso abusivismo edilizio. Il sostituto Procuratore Michele Nardi ha disposto una consulenza tecnica per accertare se ricorressero i presupposti a costruire. Un esame complesso, che imporrà di ripercorrere le tappe amministrative attraverso le quali i titolari hanno ottenuto il via libera ai lavori.

L’ipotesi formulata dal sostituto Procuratore è appunto abuso edilizio

Il nodo cruciale è rappresentato dal passaggio dalla vecchia alla nuova gestione del Luneur. Fino al 2007 nelle aree dove oggi si trovano il fast food, il ristorante, alcuni negozi e chioschi, andavano in scena gli spettacoli viaggianti, che non prevedevano cubature. Ora il problema è capire in che modo il limite alla mancanza di una regolamentazione sulla volumetria, che avrebbe permesso solo di edificare bagni e depositi, sia stato superato.”

Filippo Chiusano, Amministratore delegato di Luneur ha affermato che il clamore creato attorno a questo caso si tratterebbe esclusivamente di una sorta di “guerra santa” intentata da qualcuno che avrebbe interesse a ostacolare il futuro del Luneur. “Attendiamo fiduciosi le conclusioni di questa indagine e ribadiamo ancora una volta che gli edifici costruiti all’interno del Luneur Park rispettano tutte le norme di edilizia” ha dichiarato Chiusano sulle pagine del Corriere, dicendosi desolato perché la riapertura del Luneur dopo anni di abbandono dovrebbe essere un’occasione di rilancio per la città, oltre che di indotto economico e occupazione.”




L’abbraccio materno della Legge: un salto fino in Benin

L’originale poesia sulla Legge, scritta da Fabio Bergamo – già esposta nel prestigioso Duomo di Ravello in Costiera Amalfitana, come nel bel Santuario della Madonna del Granato a Capaccio-Paestum, ed ancora in diversi luoghi aperti al pubblico – è giunta, in questi giorni di metà ottobre, anche in Africa, e precisamente nello Stato del BENIN.

Nel disegno il Benin è evidenziato in arancione. L’Italia è visibile in alto

La poesia è stata tradotta appositamente in lingua francese, per i 200 bambini beninesi che frequentano le scuole elementari della Missione dei Frati Cappuccini delle Marche, che da anni operano in favore dello sviluppo socio-umanitario di alcune aree povere del piccolo stato dell’Africa Centroccidentale, geograficamente collocato appena al di sopra dell’Equatore terrestre, e con una popolazione che raggiunge suppergiù 8 milioni di abitanti.

Alle 200 copie si aggiunge una cornice in legno, con la stampa su pergamena della poesia, che è stata esposta nella scuola; ed una sintesi del testo destinata all’insegnante, per facilitarne la divulgazione.

Per la traduzione in francese, visto il valore educativo del testo, si è subito offerta Madame Florence Bois, insegnante madrelingua

Padre Francesco Pettinelli

A guidare la Missione in Benin è Padre Francesco Pettinelli che ha accolto la richiesta dell’Autore di far pervenire, come omaggio da parte sua, ad ognuno dei bambini, la poesia, così da permettere loro di studiarla, e con essa comprendere l’importanza ineludibile della legge, unico strumento che possa garantire all’uomo la libertà dalle ingiustizie, la violenza e la guerra; e una volta divenuti adulti, avere nella memoria il ricordo d’aver letto ed imparato una poesia dedicata ad essa – dono più bello e più importante fatto da Dio all’uomo – per costruire un mondo dove regni la pace, la libertà e il rispetto tra gli uomini, superando ogni sorta di discriminazione (razziale, culturale, economica, ideologica, religiosa, ecc…), proprio come Gesù ha promesso agli uomini di buona volontà.

 

Al di là delle solite poesie trasmesse ed insegnate da sempre nelle scuole dell’obbligo, nessun poeta, insegnante, filosofo in epoca passata, recente o a noi contemporaneo, italiano o straniero, ha avuto la sensibilità e sentito l’esigenza interiore di dedicare una poesia alla legge – ha affermato Fabio Bergamo – ed il suo messaggio fortemente pedagogico – nel mondo di oggi così difficile, segnato dall’egocentrismo, da ogni tipo di violenza sui più deboli e gli svantaggiati, e regolato dall’ossessione per l’arricchimento e l’indifferenza verso il prossimo – non potrà che trovare terreno fertile nel cuore dei fanciulli del Benin, come in quello degli alunni italiani; egli ha tenuto, in ultimo, a ricordare, uno dei passi più belli delle Beatitudini del Vangelo di GesùCristo che detta: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati Figli di Dio” .

Ricordiamo, in ultimo, che Fabio Bergamo ha ingaggiato, da solo, senza alcuna collaborazione lavorativa o sostegno economico di altri, e da diversi anni, una non facile battaglia in favore della sicurezza stradale, arrivando a proporre un vero e proprio pacchetto di originali idee ed importanti innovazioni – segnalate su giornali e riviste cartacee nazionali, ed ancora 430 giornali online in tutta Italia – utili a ridurre gli incidenti che causano, ogni anno in Italia, migliaia di vittime, in massima parte giovani, che sono giunte meritatamente, alla Camera dei Deputati, in attesa della riforma del Codice della Strada.




Nemi, Università della Terza Età: il professor Guido Brunetti rinuncia all’incarico

NEMI (RM) – Il professor Guido Brunetti ha comunicato all’Università della Terza Età di Nemi di rinunciare a tenere conferenze e lezioni. Brunetti non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito alle motivazioni che lo hanno spinto a rinunciare al prestigioso incarico.

L’inaugurazione della sede Unitre a Nemi

Lo scorso 14 settembre presso la Sala del Pattinaggio si è inaugurata a Nemi una sede Unitre, Università della terza Età. E’ prevista la presenza sul territorio di 19 corsi di formazione: archeologia, attività motoria in gravidanza, allenamento funzionale, bioenergetica, chitarra, danza e ballo, fotografia, ginnastica posturale, teatro, informatica 1° e 2° livello, io film maker, erbe selvatiche, lingua francese, nordic walking, salute e benessere, storia dell’arte, tai chi chuan, tradizioni popolari.

Brunetti e l’amore per Nemi

Guido Brunetti ha fatto sapere di essere legato da profondi sentimenti affettivi alla cittadina dei Castelli Romani, che frequenta fin da bambino quando entrò nel locale collegio dei Mercedari dove studiò fino alla soglia del liceo.

Sue le trattazioni di alcune grandi questioni, come “Le meravigliose scoperte delle neuroscienze”, “Aspetti medici, psichiatrici e sociali della violenza sulle donne. Il femminicidio”, “Il processo di invecchiamento, il ruolo dei neuroni”, “La donna nell’arte, nella letteratura, nel cinema, nella psicoanalisi e nelle neuroscienze”. Alla città delle fragole, Brunetti ha dedicato una ode incisa su una targa marmorea affissa su una parete del giardino pubblico e una pubblicazione che s’intitola “Nemi, terra di magia, poesia e incanto dei Castelli Romani”.




Casa sicura con un impianto fai da te

Chi un tempo voleva installare un impianto di allarme per rendere la sua casa più sicura era costretto a contattare un tecnico esperto, che si sarebbe occupato di posizionare correttamente sensori e centralina. Oggi le cose si sono ampiamente semplificate grazie alla disponibilità in commercio di impianti di allarme completamente senza fili.

Le componenti di un impianto di allarme

Un impianto di allarme che ci consente di monitorare i movimenti attorno e all’interno della casa è costituito da varie parti. Il cuore è la centralina, da cui parte l’eventuale segnale acustico di allarme e che si preoccupa di elaborare i dati ricevuti dall’intero impianto. Le centraline oggi disponibili sono prive di cablaggi, quindi si possono posizionare anche in un cassetto, o dietro un mobile, in una posizione difficile da trovare da parte di un malintenzionato che entri in casa nostra. La centralina funziona grazie alla presenza di una batteria interna a lunga durata e alla disponibilità di una carta SIM, che permette di effettuare chiamate preregistrate o di inviare dei messaggi SMS a dei numeri appositamente predisposti. Se qualcuno entra in casa nostra, o si muove lungo il perimetro, riceveremo un messaggio che ci avvisa dell’evento. Oltre alla centralina l’impianto si compone poi di alcuni sensori, in grado di monitorare la situazione all’interno e all’esterno della casa.

I sensori: tipologie e modalità di funzionamento

La centralina di un impianto di allarme non fa altro che ricevere ed elaborare i dati ottenuti tramite dei sensori, che vanno posizionati nei punti salienti della casa. Ad esempio su porte e finestre, lungo il perimetro esterno, nel giardino, nel parcheggio e anche nelle zone di ingresso alla casa. Esistono varie tipologie di sensori, tra cui i più sfruttati sono i sensori di movimento. Si tratta di un minuscolo sensore che è in grado di rilevare del movimento all’interno di una precisa zona della casa, evitando di attivarsi nel caso di animali domestici. Oltre ai sensori di movimento ci sono anche quelli di prossimità, che invece si attivano al passaggio di una persona nelle loro vicinanze. Su tutti gli accessi della casa invece si installano dei sensori che monitorano l’apertura di tali accessi, ad esempio la porta di casa o le finestre che danno sul giardino. Ovviamente a ognuno sta il compito di valutare se porre questi sensori ovunque nella casa o se invece evidenziare alcuni accessi o alcune zone più interessanti di altre.

I sensori wireless

L’enorme innovazione degli ultimi anni riguarda la possibilità di installare un impianto d’allarme completamente wireless, cioè privo di cablaggi. Sensori, centralina e anche eventuali telecamere non hanno necessità di alcun tipo di cavo, né per la connessione alla rete elettrica, né per interconnettersi tra di loro o alla centralina.

Ad esempio sul sito  https://prodotti.irenlucegas.it/sensore_movimento_casa è disponibile un sensore di movimento wireless che chiunque è in grado di installare, basta infatti semplicemente applicarlo nella zona da monitorare: comunicherà direttamente con la centralina dell’impianto di allarme, attivandola in caso di passaggio di persone all’interno di un ampio raggio d’azione.




Un salmone fresco dal mar glaciale artico al ristorante di Tokyo in 36 ore

È nota la passione gastronomica dei giapponesi per il pesce ma non certo solo per il sushi. Una passione che li porta ad essere esigenti ed anche generosi, se si tratta di assaggiare un pescato di qualità, come il salmone delle fredde ma limpide acque del mar Glaciale Artico.

Durante uno dei tanti periodici viaggi che mi portano in Scandinavia, mi è capitato recentemente di visionare un breve ed originale video*, prodotto e diffuso dalla Finnair, la compagnia aerea di bandiera finlandese, sull’itinerario compiuto dal salmone nordico per arrivare nel piatto di un affamato giapponese in un ristorante di Tokyo, a sole 36 ore dalla sua cattura. Ed ho voluto approfondire le modalità di questa impresa logistica, anche perché un salmone artico, con tutta la sua buona volontà, non ce la farebbe mai a nuotare in 36 ore dal mare Glaciale al mar del Giappone….

Ho quindi incontrato Janne Tarvainen, direttore generale della divisione Cargo di Finnair, e l’incontro si svolge presso il nuovissimo centro cargo nell’area dell’aeroporto di Helsinki, un grande complesso, costato 80 milioni di euro, operativo da inizio 2018, denominato Finnair Cargo COOL Nordic Cargo Hub. ‘Cool’, per ‘fresco’, intende sottolineare la particolarità di questa struttura, una cui sezione è riservata proprio alla gestione di raccolta e spedizione nel mondo di elevati volumi di merci e prodotti alimentari e farmaceutici che richiedono particolari condizioni di attenzione e temperatura controllata per la loro manipolazione.

Janne Tarvainen, in Finnair da circa 25 anni in varie posizioni, illustra con orgoglio e competenza le caratteristiche del nuovo centro di controllo del carico altamente tecnologico (CCC) che gestisce in modo intelligente e ottimizzato il flusso di merci e le prestazioni dell’hub. Indica anche le specifiche di Cargo Eye, una nuova piattaforma di monitoraggio delle operazioni sviluppata da Qoco Systems, che offre a CCC una visione diretta a 360 gradi di ciò che sta accadendo attraverso la rete: Cargo Eye raccoglie dati in tempo reale da tutti i sistemi di informazione e tracciamento di Finnair Cargo, come la posizione globale degli aeromobili, le informazioni di volo, la posizione geografica del traffico cargo e i dati chiave di SkyChain, il sistema di gestione del carico di Finnair sviluppato da Accelya.

“Grazie a Cargo Eye, dal Control Center nel nuovo terminale COOL possiamo vedere dove si trova ogni camion e aereo che trasporti, ad esempio, pesce o prodotti farmaceutici, ricevere le ultime informazioni sugli arrivi di merci e il trasporto di collegamento, controllare il contenuto e la temperatura, ed essere pronti a spostare le risorse a terra dove sono più necessarie in previsione della consegna “, spiega Tarvainen,

Ampiamente considerato dal settore della logistica aerea come il più avanzato in Europa. COOL è il gioiello della corona di Finnair Cargo nel rispetto dei suoi sforzi in corso per primeggiare nel collegamento cargo Est / Ovest nell’emisfero settentrionale ed è particolarmente degno di nota per il suo design, tecnologia e processi eco-compatibili. In effetti, COOL è eccezionale perché è uno dei due soli terminal cargo al mondo ad essere valutato ‘Molto buono’ dai valutatori di fama mondiale di sostenibilità degli edifici, BREEAM.

Una delle cose che più ha apprezzato della sua attuale posizione è la gestione del cambiamento che sta attraversando il settore del cargo aereo.

“La gestione dei cambiamenti e il cambiamento in generale sono qualcosa che mi piace e che trovo stimolante. Con questo progetto parliamo di trasformazione, non solo di un miglioramento incrementale, ma di una trasformazione, costruendo un terminale più ‘intelligente’ “.

Tarvainen afferma che il motivo principale per la costruzione del nuovo centro cargo è stato che la struttura esistente stava raggiungendo il limite di capacità. Con la compagnia aerea che aggiungeva ulteriore spazio per le merci, era imperativo che gli addetti disponessero degli strumenti giusti per essere in grado di elaborare il traffico nel modo più efficiente possibile. Il carico è importante per la compagnia aerea – rappresentando circa il 15% dei ricavi generati dalle sue operazioni widebody a lungo raggio – e pertanto Finnair era pronta a investire tempo e denaro nella costruzione di una struttura leader del mercato.

Un altro motivo per garantire che il centro sia il più efficiente possibile è il fatto che l’80% del carico gestito a Helsinki è traffico di trasferimento, il che significa che deve essere rapidamente elaborato.

Un altro punto di forza della compagnia aerea, sottolinea Tarvainen, è che volare attraverso Helsinki è geograficamente la via più breve verso l’Asia. Inoltre, l’aeroporto non soffre di congestione, a differenza di alcuni dei suoi più grandi concorrenti europei.

Il terminale è uno strumento sofisticato, che utilizza i dati e l’automazione per creare efficienza, processi e visibilità migliorati, piuttosto che un semplice magazzino. Ciò è ottenuto attraverso i suoi sistemi di gestione del carico e del magazzino, l’automazione e il software di monitoraggio Cargo Eye.

Dal fiordo al piatto

Ritornando al salmone norvegese appena pescato, sono oltre 450 tonnellate di merci trasportate da Finnair Cargo ogni giorno, ed alcuni degli articoli più comuni sono l’elettronica di consumo, le medicine e le sostanze deperibili come prodotti ittici e fiori. L’industria dei deperibili è destinata ad espandersi ulteriormente nel 2018 ed anni successivi, in quanto i consumatori richiedono cibi freschi fuori stagione. Circa una cinquantina di tonnellate è costituita da salmone norvegese e granchi reali molto richiesti dai mercati asiatici. Il carico trasportato per via aerea equivale solo a circa il 1% del flusso annuale di merci, ma rappresenta il 35% del valore di mercato, e ciò a causa di prodotti di valore elevato come i granchi reali. Grazie a sensori, Finnair Cargo è in grado di controllare la temperatura dei prodotti ittici durante l’intero viaggio. Ciò significa che i ristoranti in Giappone possono fidarsi al 100% della freschezza del salmone trasportato da Finnair Cargo. Presso l’hub COOL l’area di imballaggio per ittici e altri prodotti deperibili è mantenuta tra 6 ° e 8 ° Celsius e l’area di stoccaggio a 2 ° Celsius. Le merci deperibili vengono imbarcate solo 30 minuti prima della partenza, e, a differenza del carico generale che viene spostato 50 minuti prima, i beni deperibili procedono più tardi riducendo il tempo in cui sono esposti a condizioni meteorologiche esterne.

Finnair e la ditta di prodotti ittici norvegese Lerøy hanno sviluppato quello che chiamano il concetto “Pesce fresco ogni giorno“,  il che significa che insieme sperano di soddisfare la crescente domanda di salmone come ingrediente principale del sushi al mondo.

Il salmone del tipo Norwegian Aurora Salmon® è particolarmente richiesto in Giappone ed è un prodotto esclusivo di alta gamma su misura per il sushi e il segmento di mercato è tra i più esigenti.

Gli esigenti consumatori orientali di sushi si aspettano sicurezza e affidabilità nei loro prodotti e,  poiché l’impianto per il trattamento degli Aurora è situato nel nord della Norvegia, ha più senso inviare camion che trasportano salmoni a Helsinki invece che ad Oslo.

Il concetto del ‘pesce fresco ogni giorno’ è quindi garantire che il salmone sia trasportato rapidamente a Helsinki e in Asia, nel più breve tempo possibile, insieme al continuo miglioramento dell’affidabilità e della qualità della cooperazione con lo stato dell’arte delle tecnologie di monitoraggio.

Dei 31.000 metri quadrati della capacità totale di COOL, 3000 metri quadrati sono riservati per deperibili, 3000 metri quadrati per prodotti farmaceutici; e 25.000 metri quadrati per merci generiche e c’è lo spazio per la COOL Nordic Cargo Hub per crescere di ulteriori 10.000 metri quadrati

La nuova capacità di carico del vettore prodotta da altri aerei Airbus A350  in arrivo significa un aumento di carico gestito da Finnair del 45% entro il 2020. Un risultato indubbiamente lusinghiero per un investimento di risorse finanziarie e umane, oltre 300 gli addetti, di notevole impegno.

La riconosciuta cura di Finnair per la compatibilità ambientale è rinvenibile anche nell’uso di energia solare prodotta dai 1200 pannelli collocati sul tetto dell’edificio, e che fornisce il 10 % dei consumi energetici annuali sostenendo la strategia di sostenibilità di Finnair che mira a ridurre l’impatto ambientale. Ciascuno dei pannelli installati può produrre fino a 260 watt di energia e il livello annuale di produzione di energia è stimato in circa 265 MWh / a.

Il miglioramento costante dell’efficienza energetica delle sue strutture fa parte della citata strategia , sottolinea Tarvainen. Lo sviluppo sostenibile è stato un fattore chiave nella costruzione del nuovo terminal merci e le caratteristiche di sostenibilità dell’edificio hanno fatto guadagnare al terminal il rating “molto buono” anche qui sotto la certificazione di sostenibilità BREEAM.

Per quanto riguarda il contributo economico del settore merci al risultato globale di Finnair, Tarvainen cita che iricavi di Finnair Cargo nel 2017 sono stati di € 197,4 milioni, in crescita del 13,5% rispetto a € 173,8 milioni (2016). Tali  ricavi di Finnair Cargo ammontavano al 7,7% delle entrate totali di Finnair nel 2017, e di € 197,4 milioni di entrate cargo, l’Asia ha contribuito con € 147,1 milioni, il Nord Atlantico € 10,9 milioni, l’Europa € 31 milioni, il mercato interno con € 1,8 milioni.

Forse il buongustaio giapponese non può sapere tutto ciò che ha contribuito a portare il salmone artico nel suo piatto, ma certamente non sarà dispiaciuto nel saldare il conto del ristorante dopo aver fatto concludere il viaggio del salmone nel suo stomaco esperto e soddisfatto.

Gianfranco Nitti




Riace, il sindaco Lucano si è allontanato all’alba dopo la decisione del tribunale

RIACE – Ha lasciato Riace poco dopo le 6 di questa mattina Domenico Lucano, il sindaco sospeso per il quale ieri il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha revocato gli arresti domiciliari, disponendo però nei suoi confronti il divieto di dimora. Resta a Riace, invece, la compagna di Lucano, per la quale il divieto di dimora é stato attenuato con la misura dell’obbligo di firma.

Domenico Lucano si sarebbe trasferito in un centro del circondario. Pur rispettando l’obbligo di allontanarsi dal paese di cui é sindaco, sia pure sospeso dopo l’arresto, Lucano non si sarebbe spostato di molto. A Riace, provvederanno a proseguire l’attività di assistenza ai circa 150 migranti che si trovano ancora in paese, la compagna etiope di Lucano, Tesfahun Lemlem, cui é stato imposto l’obbligo di firma, i numerosi volontari che da anni collaborano con Lucano e l’Amministrazione comunale, tutti intenzionati a portare ancora avanti con l’autofinanziamento ed i contributi quel “modello Riace” di cui il Governo ha decretato la soppressione con l’uscita dallo Sprar.

Lucano si trovava ai domiciliari dal 2 ottobre scorso. Prima di conoscere la decisione del Tribunale del riesame, subito dopo l’udienza, Lucano aveva detto a chiare lettere, con decisione, che il modello di accoglienza e integrazione creato nel suo comune sarebbe andato avanti. Obiettivo che, certamente, Lucano perseguirà anche stando fuori, ma comunque bisognerà vedere quando la sua assenza influirà sui tanti migranti che a Riace vivono e che in lui hanno un sicuro, se non l’unico, punto di riferimento.

E che ora si trovano a dovere decidere se rimanere ma senza i finanziamenti pubblici, o se pure accettare il trasferimento in un altro Sprar dopo la chiusura dell’esperienza riacese decisa dal Viminale.

“Riace – ha detto ieri in tarda mattinata – rappresenta un’idea che va contro la civiltà della barbarie. Anche senza contributi pubblici andiamo avanti lo stesso, da soli, perché negli anni abbiamo costruito dei supporti all’integrazione che oggi fanno la differenza”.

La chiusura dello Sprar, decisa dal ministero dell’Interno e la conseguente possibilità che i migranti che vivono a Riace – alcuni da anni – se ne possano andare, non lo spaventa. Anzi.

Ha rivendicato lui la chiusura dello Sprar. “Voglio trasmettere questo messaggio – ha detto – al Governo: vogliamo uscire dallo Sprar. Lo voglio io come volontà politica. Non voglio avere a che fare con chi non ha fiducia e con questo Governo che spesso non rispetta i diritti umani”




Verità e giustizia per Daphne Caruana Galizia: davanti l’ambasciata di Malta il sit in dei rappresentanti dei giornalisti italiani

Verità e giustizia per Daphne Caruana Galizia. E per Jan Kuciak, Viktoria Marinova, Jamal Khashoggi. Per Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Andrea Rocchelli e per tutti gli operatori dei media che nel mondo hanno dato la vita per raccontare la verità e sulle cui vicende ancora non si è avuta giustizia.

I rappresentanti dei giornalisti italiani sono tornati in piazza, davanti all’ambasciata di Malta, nel giorno del primo anniversario dell’omicidio della reporter maltese per ribadire che non “lasceremo cadere nell’oblio le storie delle donne e degli uomini rimasti uccisi per adempiere il diritto-dovere di informare. Non possiamo tollerare che mandanti ed esecutori dei loro omicidi restino impuniti”, ha detto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, aprendo il presidio.

“Siamo qui – ha ribadito – per Daphne e per tutti i cronisti e le croniste ammazzati in Europa, che in questo momento vengono ricordati anche Malta e Bruxelles dai rappresentati dei sindacati dei giornalisti di tutto il continente”.

Il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna, ha chiesto di “continuare a ‘illuminare’ le storie dei colleghi uccisi per via del loro lavoro. Dobbiamo continuare ad andare nei luoghi dove hanno perso la vita e dove è stata assassinata la libertà di stampa – ha incalzato – per raccontare quella verità che esecutori e mandanti non volevano venisse a galla”.

Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha ricordato i tanti, “troppi colleghi, italiani e stranieri, per i quali ancora oggi chiediamo verità e giustizia” e ha poi lanciato una proposta: “Celebriamo tutti insieme il 2 novembre (Giornata mondiale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti) e il 3 maggio (Giornata internazionale per la libertà di stampa) e facciamolo a Malta in ricordo di Daphne e di tutti i cronisti morti per raccontare la verità”, ha detto.

Lidia Galeazzo, in rappresentanza dell’Usigrai, ha voluto ricordare che “siamo qui oggi perché Daphne non muoia di nuovo” ed Elisa Marincola, portavoce dell’associazione Articolo21, ha chiesto “l’impegno delle autorità internazionali per tutelare il lavoro degli operatori dei media” e invitato “a ricordare i colleghi uccisi riprendendo e continuando le loro inchieste”. Marino Bisso, della rete NoBavaglio, ha infine esortato ad “adoperarci tutti per far sì che non dobbiamo mai più provare rammarico come in questa circostanza”.

Malta, omicidio Daphne Galizia: una democrazia al bivio

Il presidio di Roma si è chiuso con la lettura da parte del segretario Lorusso del messaggio inviato alla Fnsi da Corinne Vella, sorella di Daphne Caruana Galizia.

Intanto anche a La Valletta Federazione nazionale della Stampa italiana e Federazione europea dei giornalisti, insieme ad un gruppo di organizzazioni internazionali che operano in difesa della libertà di stampa e per la sicurezza dei giornalisti, continuano a chiedere verità e giustizia per Daphne.

E a Bruxelles è stato osservato un minuto di silenzio nella sala stampa della Commissione europea per ricordare Daphne Caruana Galizia, Juan Kuciac e gli giornalisti uccisi o intimiditi per via del loro lavoro. “Oggi dobbiamo alzare la voce e dire che l’Europa deve essere un posto sicuro in cui i media possono parlare liberamente. In Europa i giornalisti non devono mai essere intimiditi, spaventati o uccisi. La nostra democrazia deve essere aperta e libera”, ha detto il portavoce dell’esecutivo Ue Margaritis Schinas.

Di seguito il messaggio inviato alla Fnsi da Corinne Vella

La morte di mia sorella Daphne e il modo in cui è stata uccisa sono stati una sciagura per la libertà di espressione a Malta e nel resto d’Europa. Dopo un anno intero di impunità per i suoi assassini, la situazione è peggiorata, con gli omicidi di Jan Kuciak e Martina Kusnirova in Slovacchia, l’agguato a Olivera Lakic in Montenegro, il piano di attentato a Paolo Borrometi in Italia.
Come i giornalisti italiani sanno per via delle esperienze dei loro colleghi uccisi, l’assassinio è solo il primo passo per far sparire qualcuno. Il passo successivo consiste nel cancellare il suo lascito, distruggerne la reputazione, sabotarne il lavoro ed emarginare chi cerca di tener vivo il suo ricordo lottando per ottenere giustizia o conducendo campagne per investigare sui crimini che ha denunciato.
Il ministro dell’Interno maltese ha derubricato l’omicidio di Daphne come un ‘caso sfortunato’, il ministro delle Finanze ha detto che l’indignazione globale che è seguita alla sua morte è stata ‘esagerata’. Due mesi dopo il funerale di Daphne, il primo ministro ha dichiarato che era giunto il momento di andare oltre. A La Valletta, una delle capitali europee della Cultura di quest’anno, i manifestanti che davanti al tribunale cercano di lasciare fiori e messaggi per chiedere giustizia vengono contestati e minacciati.
Un piccolo monumento spontaneo, sorto davanti al tribunale, è stato distrutto o rimosso già 20 volte. Gli striscioni appesi in memoria di Daphne vengono continuamente tolti e riposizionati per poi essere di nuovo tolti. Le veglie tenute ogni 16 del mese per celebrare il giorno in cui Daphne è stata uccisa non sono mai segnalate dall’emittente pubblica statale.
Ci sono politici, funzionari pubblici, agenti di polizia, persone che non hanno mai letto nulla che Daphne abbia scritto, ma che sono contenti che sia morta. Alcuni di coloro che dovrebbero garantire la giustizia sono contenti che nessuno più riferisca delle loro pratiche corrotte. Chi governa, e controlla i media statali e le forze dell’ordine, dice che Daphne ha pubblicato notizie false, che è stata uccisa perché ‘se l’è andata a cercare’. Si prendono gioco di quelli che la ricordano, incoraggiano gli altri a dimenticarla, sperando che anche il suo lavoro venga dimenticato. Nel frattempo, chiunque abbia ordinato, commissionato e pagato per l’assassinio continua a godere di completa impunità.
Il lavoro di Daphne ha ispirato migliaia di persone a Malta e altrove a contrastare l’abuso di potere, a mobilitarsi per chiedere che chi ha sbagliato paghi, a chiedere di porre fine all’impunità. Ora Daphne non ha più bisogno di protezione fisica. Ma la sua memoria e il suo lavoro continuano ad essere presi di mira da persone potenti che sono decise a distruggere la sua eredità. Non possiamo lasciare che questo accada.
Ricordare Daphne oggi significa contribuire a proteggere la sua memoria e il suo lascito e ad avvicinarci alla giustizia: non la giustizia dei tribunali per la sua morte, ma un altro tipo di giustizia, che riconosce il lavoro della sua vita come un arricchimento per tutti noi e il suo assassinio come un crimine contro tutti noi.




Anguillara Sabazia, abusi a cinque stelle: consigliere denuncia il fabbricato nella dichiarazione obbligatoria, ma è in zona inedificabile

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Denuncia il fabbricato come civile abitazione, ma la struttura sorge all’interno della zona A di parco in fascia di inedificabilità a ridosso del lago di Bracciano e del fiume Arrone e non risulta provvisto di alcuna licenza edilizia. Questo il fatto accaduto ad Anguillara Sabazia, con l’aggravante, quantomeno sotto il profilo etico-morale, che il responsabile della vicenda fa parte della compagine consiliare di maggioranza.

Il tutto nasce ad inizio settembre

Un cittadino presenta un esposto segnalando il disboscamento della strada di accesso al fabbricato, oltre alle opere in cemento e muratura. Nonostante l’amministrazione comunale fosse a conoscenza dell’esistenza del fabbricato (dichiarazione dell’immobile nell’ambito della dichiarazione del patrimonio del Consigliere, obbligatorio ai sensi del DLGS 313 del 2013) c’è voluto un blitz dei carabinieri, di una settimana fa dove, a seguito del quale sono scattate le indagini, tutt’ora in corso, per determinare la consistenza di questo fabbricato.

Ad oggi, dopo un mese dall’esposto e una settimana dal blitz, non c’e’ ancora traccia sull’Albo Pretorio online di ordinanza di rimessa in pristino dello stato dei luoghi. Forse i “Savonarola” consiglieri a cinque stelle resteranno a guardare per non danneggiare ulteriormente una maggioranza già sotto la lente di ingrandimento dei vertici pentastellati?




Canosa di Puglia, convegno ANCRI: Tagliente simboleggia con la maniglia, la sedia e la lampadina, i servizi da erogare ai cittadini

CANOSA DI PUGLIA – Grande successo di partecipazione al Convegno “Sicurezza nelle città a base della democrazia”, promosso ed organizzato dall’Associazione Nazionale degli Insigniti dell’Ordine al Merito delle Repubblica Italiana –Delegazione ANCRI Puglia – Sezione Territoriale BAT “Canusium”, che ha avuto luogo nell’accogliente Auditorium di Palazzo Mariano a Canosa di Puglia(BT).

Uno spazio di condivisione delle competenze per riflettere insieme sulle politiche della sicurezza come garanzia di democrazia, nell’ambito di un progetto ANCRI, “Viaggio tra i valori e i simboli della repubblica”, nato dalla esigenza di promuovere ogni possibile iniziativa ritenuta idonea per contribuire a far conoscere e tenere alti i valori e i simboli della Repubblica (come la persona, la libertà, il lavoro, la salute, la sicurezza) che sono i pilastri su cui poggia la costruzione della democrazia e, in generale, della qualità della vita. Un grande evento su un argomento suggestivo e anche di grande valore culturale e sociale, che ha visto la partecipazione di relatori di altissimo profilo professionale e portatori di esperienze straordinarie sul campo e un uditorio numeroso qualificato e attento.

Tanti giovani studenti, rappresentanti delle istituzioni civili, militari religiose nonché avvocati del Consiglio dell’Ordine e della Camera Penale di Trani. Presenti anche altri vertici dell’ANCRI tra cui i vice presidenti Domenico Garofalo, Francesco Avena e Franco Graziano, il tesoriere nazionale Luigi Vergaro, il delegato regionale Puglia Aurelio Vieri e tutti i quadri direttivi pugliesi.

Molto apprezzati gli interventi d’apertura dei lavori che sono andati oltre i rituali saluti. Il tema peraltro è risultato di particolare attualità alla luce del decreto legge Salvini sulla sicurezza e immigrazione approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 24 settembre ed entrato in vigore il 5 ottobre Particolarmente interessanti e ricchi di spunti di riflessione, ripresi poi dai relatori, gli interventi introduttivi del Cavaliere Cosimo Sciannamea organizzatore dell’evento, del Sindaco di Canosa avvocato Roberto Morra, del presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove, del Vescovo della Diocesi di Andria Mons. Luigi Mansi e del Prefetto di Barletta Andria Trani Emilio Dario Sensi.

Le relazioni che hanno fatto seguito ai saluti-interventi istituzionali hanno riscosso un grandissimo interesse per i temi trattati, per l’autorevolezza dei relatori e per l’abilità e la padronanza degli argomenti moderati dal giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno Paolo Pinnelli.

Dopo l’intervento del Presidente Tribunale Trani Antonio De Luce e del Procuratore della Repubblica Trani Antonino Di Maio ha preso la parola comandante Regionale Puglia della Guardia di Finanza Generale di Divisione Vito Augelli.

Il moderatore ha dato poi la parola alla senatrice Angela Bruna Piarulli, già Dirigente penitenziario da più di vent’anni, membro della 2ª Commissione permanente Giustizia.

Il Convegno è stato chiuso dall’ intervento del prefetto Francesco Tagliente, delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’ANCRI, una vita dedicata al servizio dei cittadini peraltro come direttore dell’Ufficio ordine e sicurezza pubblica del Ministero dell’Interno, Questore di Firenze e di Roma e Prefetto di Pisa, tenendo come filo conduttore i valori fondanti della Repubblica.

Il presidente dell’Ancri, Tommaso Bove, nel suo indirizzo di saluto ha voluto sottolineare che “Il concetto di sicurezza è richiamato più volte nella Costituzione, molte volte, però, questo diritto viene limitato per l’insorgere di fenomeni riconducibili alla criminalità e a situazioni di forte degrado, che provocano una rilevante percezione d’insicurezza da parte della comunità e dà origine ad una forma di isolamento dovuto principalmente alla paura, che impoverisce la qualità della vita perché spinge la gente a rinchiudersi nel proprio spazio privato”. Credo sia preliminarmente necessario – ha aggiunto il presidente Bove – attribuire al termine sicurezza un significato più ampio di quello che la parola comunemente porta con sé. Essa, oggi, non può essere più intesa solo ed esclusivamente come una mera azione di repressione del fenomeno della criminalità: l’operato delle Forze dell’Ordine, invero, deve essere sempre più coordinato con gli interventi di prevenzione sociale, recupero del degrado e riqualificazione del territorio urbano, che solo il governo locale può garantire”.

“La Puglia – ha dichiarato il generale Vito Augelli – dispone oggi di uomini rappresentanti delle forze dell’ordine e magistrati di altissimo valore professionale. Lavoriamo per gli operatori economici, per la sicurezza economico finanziaria affinché possano svolgere la propria attività e dare occupazione, lavoriamo per la tutela delle entrate e per il corretto impiego delle risorse, contrastiamo la criminalità economico finanziaria. In Puglia lo Stato c’è. – ha sottolineato – La Puglia è una terra di grandi opportunità. Occorre tuttavia fare squadra, è una battaglia quella per la legalità che si vince tutti insieme, dobbiamo essere gelosi dei nostri diritti e della nostra libertà e consapevoli dei nostri doveri ed avere fiducia negli uomini delle forze dell’ordine. Lo Stato vince – ha detto ancora- abbiate fiducia”. Il prefetto Francesco Tagliente, invitato dal moderatore Paolo Pinnelli a prendere la parola, ha ripreso i temi della lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione su mafia, trattati dai relatori che lo avevano preceduto, ha parlato di “desk antimafia, anticorruzione e antiusura” attivato nel mese di ottobre del 2011 da Questore di Roma e nel mese di giugno del 2012 da Prefetto di Pisa; ha parlato di “sfogatoi” della rabbia nell’ambito di tavoli territoriali “partenariato sociale ”; ha parlato di “sartorie istituzionali e sociali. Ha concluso il suo intervento simboleggiando con la maniglia, la sedia e la lampadina, i servizi da erogare ai cittadini.

La maniglia per significare l’esigenza di garantire la pronta accessibilità ai servizi di polizia nell’arco delle 24 ore; la sedia o poltrona per significare la necessità di creare le migliori condizioni di comunicazione e di ascolto facendo ricorso agli elementi della psicologia della testimonianza e della comunicazione; “la lampadina sul comodino” per significare l’esigenza di far sentire le istituzioni e le amministrazioni, a distanza di gomito. Creare le condizioni affinché chi dovesse trovarsi in una condizione di pericolo o di bisogno senta lo Stato vicini, accessibile e disponibile ad erogare un servizio il più rispondente possibile alle aspettative.




Amministrazioni Comunali sotto la lente: Albano Laziale

Come verificare se un sindaco e la sua amministrazione rispettano le promesse fatte in campagna elettorale? Un buon metodo può essere quello di consultare il DUP (Documento Unico di Programmazione) che i Comuni devono rendere pubblico anche sul proprio sito istituzionale. Abbiamo quindi deciso di passare in rassegna questo documento per alcuni Comuni iniziando da quello di Albano Laziale guidato dal sindaco Nicola Marini al suo secondo mandato.

Il DUP (il cui aggiornamento verrà presentato al Consiglio entro il 15 novembre) suddivide gli obiettivi in aree tematiche e le relaziona al termine con vari parametri di bilancio tra cui la gestione di competenza dove risultano stanziati 110mila euro per il 2017 e altri 250mila per il biennio successivo. Bisogna, innanzitutto, precisare che il Comune di Albano Laziale presenta molti punti di linee programmatiche e ciò ci ha costretto ad annoverarne solo alcuni.

Situazione viabilità instabile ad Albano Laziale

Anche se il 10 ottobre scorso il sindaco Nicola Marini ha diffidato la Società Onorati Autolinee Srl a seguito dei soliti disservizi (con controllo della Polizia Locale sugli scuolabus) e nell’estate il Comune, come ente capofila, ha presentato una rete per la riorganizzazione del trasporto pubblico con i Comuni limitrofi, la cittadina castellana necessiterebbe comunque di due manovre:
– Una migliore programmazione delle numerose linee di collegamento soprattutto in riguardo agli orari dei treni che partono da Pavona e che impiegano solo 30 minuti contro i 55 minuti di Albano Laziale per raggiungere Roma;
– Un’opera di decongestionamento del traffico dopo l’inutile e costosa Appia Bis.

Lo scorso inverno, poi, anche su queste pagine abbiamo denunciato lo stato delle principali arterie stradali albanensi per le quali risultano inutili i risibili rattoppi. In tal senso qualche provvedimento è stato preso.

Albano Laziale, lavori su via Trilussa: l’amministrazione incontra i residenti

È da sottolineare anche la grande ambizione di trasformare il parcheggio vicino all’istituto Collodi in un posteggio multilivello, ma allo stato di cose risulta soltanto un campetto calcistico in terra e ghiaia con tanto di porte.

Albafor e i debiti milionari

Ma se per l’integrazione della raccolta differenziata il Comune non sembra registrare disservizi o esasperanti ritardi, per le politiche del lavoro sono ancora troppo poche le parole spese per il caso Albafor. Forse unico vero fardello per l’amministrazione e soprattutto per il primo cittadino che per i debiti milionari dell’istituto professionale è stato sotto processo e poi assolto. Restano, in ogni caso, 150 famiglie senza stipendio da 12 mesi e la posizione ancora tutta da chiarire dell’Associazione Alles Don Milani che ha acquistato per soli 50mila euro la società Formalba (Ex Albafor) su cui oggi grava un debito di 8 milioni. Scelta imprenditoriale quantomeno discutibile e che fa sorgere dubbi legittimi.

Sotto gli obiettivi che l’amministrazione presenta per i Diritti delle persone e Servizi, appare l’istituzione del registro delle coppie di fatto a sostegno del riconoscimento dei diritti delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale da attuarsi entro il 2016. Il Sindaco Nicola Marini ha ottemperato alla questione con riguardo alla legge n.76 del 2016. Ma ciò non si può dire per la paventata “riorganizzazione della struttura amministrativa con conseguente risparmio economico” della quale non si trovano dati utili. Stessa situazione per le oasi scolastiche e gli orti urbani per i quali manca financo un progetto serio, mentre è nata e si sta perfezionando una banca del tempo (FAreteFAmiglia) per i lavori di pubblica utilità destinata ai cittadini con evidenti problemi economici o personali.

Nell’ambito del turismo il comune di Albano Laziale risulta essere quantomeno carente

L’amministrazione ancora non informa a riguardo l’Ostello della Gioventù che non appare nemmeno sui siti internet e di cui due anni fa se ne è denunciato un uso improprio. Mentre per le promesse sportive niente è stato fatto a cominciare dal campo sintetico di Cecchina per passare alla tribuna del campo dell’Albalonga fino al Palazzetto dello Sport di Pavona. Ma il comune di Albano Laziale è all’avanguardia per quanto riguarda le politiche giovanili. L’Osservatore d’Italia ha raccontato la genesi del Consiglio Comunale dei Giovani che opera con facoltà consultiva.
Mentre lontano dai traguardi programmatici, ma al passo con il nuovo schema mediatico del Pd, Nicola Marini si destreggia sui social con una media salvinian-calendiana di due o tre post al giorno.

Gianpaolo Plini




Premio Food & Travel Italia Reader Awards: la Puglia premiata come regione dell’anno

La Puglia è stata premiata a come “Regione dell’Anno” a Cagliari alla serata di Gala del Premio Food & Travel Italia Reader Awards svoltasi al Forte Village Resort.

Sono stati i lettori di Food and Travel Italia, la rivista internazionale di enogastronomia pubblicata in diversi paesi nel mondo, a votare la Puglia come regione dell’anno. Non solo: il Salento è stato premiato come territorio dell’anno e Lecce come destinazione 2018. Numerosi gli operatori pugliesi della ristorazione e dell’ospitalità premiati nelle diverse categorie.

Questa la motivazione del premio alla Puglia:

Il fiato si sospende ad ogni sguardo: tutto è armonico splendore accostato a sapori, aromi, essenze che ricordano il nostro amato territorio italiano. Storia, paesaggi, natura, borghi antichi che racchiudono patrimoni di inestimabile valore per l’umanità: Locorotondo, i Trulli di Alberobello, Ostuni, Lecce, i magnifici tratti della costa salentina, le antiche masserie. Un itinerario immaginato ma non immaginario, perché le rocce si toccano con mano, le strutture architettoniche si presentano in tutta la loro bellezza, la natura decanta la sua possente presenza, il mare porta aliti di vento, il sole matura vigne e irradia gli uliveti secolari: siamo in Puglia e non vorremmo essere altrove.”

Emozionata e soddisfatta, l’Assessore all’Industria Turistica e Culturale, Loredana Capone che ha ritirato il premio alla Puglia, ha dichiarato:

La Puglia turistica sta vivendo un momento magico, di crescita, di capacità di attrazione, di riconoscimenti e di risultati che non sono espressi solo dai numeri positivi dei flussi turistici. I Premi ricevuti a Cagliari ci fanno sentire una grande squadra, fra Pubblico e privati, e ci emozionano. Non è tanto la quantità di premi ricevuti dai nostri operatori, pure davvero rilevante, ma le motivazioni che hanno accompagnato la vittoria, soprattutto della Puglia. E’ una soddisfazione che per un attimo non ci fa pensare, “ma c’è ancora molto da fare”, come di fatto è, ma ci fa solo sentire una grande squadra con i tanti pugliesi, anche giovanissimi, che si stanno dando da fare per migliorare, che, studiano, viaggiano, per capire come fare, e investono e ci rendono attrattivi, promuovendo tutta la stupefacente bellezza della nostra Regione”.

Gianfranco Nitti