Palermo, trovati 1000 kg di carne avariata: denunciate 2 persone e sequestrata intera area

PALERMO – I Carabinieri della Compagnia di San Lorenzo nell’ambito di un servizio organizzato finalizzato al contrasto delle illegalità diffuse e svolto unitamente al personale della Polizia Municipale e al Nucleo Carabinieri Cinofili, hanno proceduto al controllo di una superficie adibita ad autorimessa di circa 3000 mq, con all’interno 53 box sita in via D. Modugno prossima al quartiere Uditore. Al termine dell’ispezione è stata accertata la totale assenza delle autorizzazioni per l’apertura e la conduzione dell’attività e pertanto sono state comminate sanzioni per oltre € 6.000.

Il gestore dell’area, S.p., nato a Palermo, classe 1985 è stato segnalato per furto di energia elettrica, poiché i tecnici del E.N.E.L. hanno riscontrato la manomissione del contatore, a lui intestato con un regolare contratto.

A seguito della verifica dei parcheggi sono stati rinvenuti alcuni frigoriferi contenenti circa kg 1.000 di vari tagli di carne, in pessimo stato di conservazione. All’uopo, U.F. nato a Palermo, classe 1967 e Z.S.P. nato a Villafrati, classe 1951, dopo essere stati identificati quali proprietari della merce in menzione, sono stati denunciati per detenzione per la vendita di alimenti in cattivo stato di conservazione. L’area in esame è stata posta sotto sequestro.




Ragusa, in manette due scafisti algerini incastrati dal video girato da un migrante

RAGUSA – La Polizia di Stato ha sottoposto a fermo due scafisti algerini di 25 e 27 anni per aver condotto in Italia 30 migranti a bordo di un gommone. Sbarcati a Lampedusa sono poi stati trasferiti a Pozzallo ed a seguito delle indagini della Squadra Mobile di Ragusa, la Procura della Repubblica di Agrigento ha emesso un decreto di fermo nei loro confronti.

Determinante un video-selfie girato da uno dei migranti di origini marocchine che, al fine di documentare le fasi di viaggio, ha inquadrato più volte i due indagati mentre conducevano il natante.

Secondo i testimoni i due fermati hanno condotto l´imbarcazione partita dalle coste libiche. I migranti sono stati ospitati presso l´Hot Spot di Pozzallo per essere visitati e identificati dalla Polizia Scientifica.

Tra gli identificati anche una donna marocchina che è stata arrestata dalla Squadra Mobile di Ragusa perché ha fatto ingresso clandestinamente nonostante fosse stata espulsa dall´Italia. La donna ha precedenti per reati contro il patrimonio ed era già stata respinta per aver tentato un ingresso irregolare a Trapani nel 2017.

33 i fermati (1 minore) nel 2018; 112 i fermati nel 2017 (7 minori); 200 i fermati del 2016 (29 minori).

Le modalità di arrivo in Italia

Alle ore 23.20 di giorno 8.11.2018 la motovedetta CP 319 del Comando della Guardia Costiera di Lampedusa avvistava un gommone lungo circa 7 metri carico di migranti in acque territoriali italiane. In considerazione delle condizioni di sovraffollamento del natante, la motovedetta di soccorso dichiarava evento SAR e procedeva al trasbordo dei complessivi 32 migranti, conducendoli presso il molo Favarolo di Lampedusa. Il gommone utilizzato dai migranti veniva trainato sino al molo di approdo e sottoposto a sequestro da parte dell´unità intervenuta.

Una volta sbarcati a Lampedusa tutti i migranti recuperati venivano esclusivamente sottoposti alle procedure di pre-identificazione e fotografati. Nelle ore successive i migranti venivano trasportati a bordo di due distinti pattugliatori presso il porto di Pozzallo, affinché venissero poi condotti presso l´Hotspot. Lo sbarco a Pozzallo è avvenuto alle ore 23:50 del 09.11.2018 e le fasi di identificazione sono durate tutta la notte del 10. Insieme ai 32 migranti sono poi sbarcati altri 58 migranti per un totale di 90, in seguito ad altri eventi sar gestiti dalle motovedette di stanza a Lampedusa.

Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti sono stati trasferiti presso il locale Hotspot per la conclusione delle operazioni già avviate a Lampedusa dai colleghi della Questura di Agrigento ed in particolar modo dalla Polizia Scientifica della Questura di Ragusa che cura le procedure di fotosegnalamento.




Pozzuoli, boom di presenze a palazzo Migliaresi per la proiezione del cortometraggio “Goodbye Marilyn”: l’intervista alla regista Maria Di Razza

POZZUOLI (NA) – Sala gremita di persone a Palazzo Migliaresi lo scorso venerdì in onore della regista Maria Di Razza, autrice del cortometraggio di animazione dal titolo “Goodbye Marilyn” tratto dall’omonimo romanzo a fumetti edito da BeccoGiallo e scritto da Francesco Barilli.

Il cortometraggio è stato proiettato per la prima volta nella città flegrea dopo l’anteprima alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia Evento Speciale delle Giornate degli Autori. L’evento è stato promosso dal Comune di Pozzuoli, ed è stato presentato da Giuseppe Borrone storico del cinema, ed inoltre sono intervenuti il Sindaco della città di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia e Mariateresa Moccia Di Fraia, assessore alla Cultura che in merito all’evento ha dichiarato: “Questo incontro è stato voluto dalle istituzioni, ma voluto fortemente anche dai cittadini”.

Maria Di Razza è una cinefila e poi diventata regista a 50anni “spinta dalla caparbia” come lei stessa ha dichiarato, ma anche dalla passione di voler inseguire un sogno, nel 2007 frequentò un corso di regia presso la scuola di cinema “Pigrecoemme” di Napoli e nello stesso tempo realizzò il cortometraggio “Ipazia”, tratto dalla storia sulla figura dell’unica donna scienziata dell’antichità.

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Maria Di Razza ha risposto ad alcune domande riguardo qualche particolare sul suo percorso formativo e le influenze che l’hanno portata nella kermesse tra le più ambite della Settima Arte a livello internazionale

Maria chi è il tuo regista preferito?
Il mio regista preferito è Hitchcock, mi piace lo stile narrativo, fra il drammatico e l’onirico, mi piacciono i suoi leggendari piani sequenza, mi piacciono le storie che ha raccontato, insomma un regista che mi piace a tutto tondo

Qual è il suo film preferito?

E’ una domanda molto difficile, ce ne sono talmente tanti, uno di Hitchcock che mi piace moltissimo è “Nodo alla gola”, oltre che per la storia anche per la genialità con cui è girato, un unico piano-sequenza che ha fatto storia. Mi piace moltissimo “C’era una volta in America” e tanti altri.. dopo il cinema amo moltissimo la musica che ascolto molto, ascolto colonne sonore, Morricone in primis, ma anche tanti altri, amo soprattutto gli anni ’70.
Progetti futuri?
Progetti futuri non so ancora, sto leggendo delle storie che mi ispirano, ma è presto per sbilanciarsi.

Il filo rosso è senza dubbio il collante che lega tutti i suoi cortometraggi proiettati durante l’evento ed è senz’altro la “difesa verso gli indifesi”, ad esempio il cortometraggio dal titolo “Forbici” sul tema del femminicidio, in menzione speciale ai Nastri d’argento 2014, ed inoltre presentato in decine di festival in tutto il mondo, alla domanda perché è stato creato in chiave di animazione la regista puteolana ha risposto “L’animazione mi sembra una scorciatoia per raccontare di femminicidio, per non urtare la sensibilità dei familiari delle vittime”.

Il cortometraggio “Goodbye Marilyin” è doppiato da un’attrice d’eccezione, Maria Pia Di meo (doppiatrice italiana di Maryl Streep, Barbra Streisand, Jane Fonda e tante altre…) e dal critico cinematografico Gianni Canova. Il corto propone un’intervista immaginaria di un giornalista dei nostri giorni alla diva per eccellenza e senza tempo Marilyn Monroe, che all’apice del successo preferì sparire dalle scene e dalle luci della ribalta.

Giuseppina Ercole




Catania, scuola Parini: un’eccellenza del territorio. I docenti della prima ora incontrano il preside dopo 19 anni:

CATANIA – I docenti della prima ora della scuola Parini di Catania si sono riuniti per un incontro conviviale per condividere ricordi e memorie degli anni trascorsi a scuola insieme al preside Giuseppe Adernò. “E’ stata una grande gioia ed una profonda emozione rivedervi a diciannove anni dal nostro primo incontro – settembre 1999 – ed è stato bello rivedere volti e persone che, concluso il servizio scolastico, non ho avuto modo di incontrare. – Ha detto il preside Adernò nel saluto di accoglienza – Ed è stato emozionante – ha proseguito il preside – incontrare la Segretaria Marcella Finocchiaro, la vice preside Maria Ciancio, le professoresse: Nives Franzò, Grazia Spina, Maria Teresa Di Vincenzo, Antonia Floris, Laura Monaco, docenti della ”scuola media “Parini”, la quale, avendo soltanto 210 studenti, era destinata ad essere accorpata ad un’altra scuola. Hanno partecipato all’incontro anche le maestre: Maria Olindo, Nella Nicolosi, Agata Sortino, Maria Rosa Calì, Giusy Pucci, che operavano allora nei plessi accorpati, dipendenti dal Circolo didattico “Capponi” e “XX Settembre”.

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Nel piano di dimensionamento provinciale il preside Adernò ottenne l’assegnazione di due plessi di scuola primaria, ai quali è stato dato il nome di “Albatros” e “Ginestre”, e si costituì l’Istituto comprensivo Parini, raggiungendo il numero di 402 alunni. Numero che negli anni è sempre cresciuto fino ad arrivare nel 2012 a 1.280 studenti.

Rileggere la storia del passato e constatare il cammino di crescita e di qualità è stato motivo di soddisfazione per tutti i partecipanti, attori e protagonisti nella storia della scuola Parini, che a Catania conserva la sua identità di eccellenza. Sono intervenuti all’incontro anche alcuni docenti ancora in servizio ed hanno condiviso con le colleghe pensionate esperienze e ricordi di vita scolastica intensa e serena, ricca di progettualità e di entusiasmo.




Anguillara Sabazia, piani integrati: ecco le azioni possibili contro la cementificazione selvaggia

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Mancata attivazione da parte dell’Amministrazione comunale di Anguillara Sabazia a guida Sabrina Anselmo della procedura per la presentazione delle osservazioni da parte della società civile e della politica in genere prevista dalle norme che regolano il funzionamento e l’attivazione dei Piani Integrati di Intervento. Questo quanto emerge dalla nota congiunta del Gruppo Consiliare di Minoranza, Forza Italia, Partito Democratico, Fratelli d’Italia, Associazione AnguillaraSvolta, Associazione Progetto Comune.

La fuoriuscita dal gruppo di maggioranza del consigliere Antonio Fioroni

Anguillara Sabazia: pesanti accuse del consigliere Antonio Fioroni

Una questione, quella dei piani integrati ad Anguillara Sabazia che ha portato alla fuoriuscita dal gruppo di maggioranza del Consigliere comunale Antonio Fioroni che ha puntato il dito sui punti disattesi del patto etico. “Non c’è stata nessuna consultazione pubblica sul consumo dei suoli e i piani integrati, non sono stati organizzati incontri pubblici ogni 6 mesi ma uno solo in due anni dove si faceva presente che c’erano dei problemi di comunicazione all’interno della maggioranza.”

Problemi di comunicazione interni alla maggioranza Anselmo

Un tema, quello dei problemi di comunicazione interni alla maggioranza Anselmo, che spesso ritorna e che ultimamente ha caratterizzato la questione della convenzione per la gestione associata dei servizi sociali: la vice sindaco Sara Galea in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Anguillara Sabazia aveva approvato sia il regolamento dell’Ufficio di Piano (a marzo 2018) e sia la nuova Convenzione per la gestione associata dei servizi sociali in ambito territoriale del distretto Roma 4.3 (ex F3). (a maggio 2018) per poi trovarsi di fronte ad un dietro front espresso con un comunicato del 29 ottobre dove addirittura si legge che la convenzione stipulata e controfirmata dal rappresentante del Comune – vice sindaco Sara Galea – in sede di Comitato istituzionale è “fuori da ogni logica procedurale”. Un comunicato, quello del Comune di Anguillara che faceva seguito alla lettera inviata dal sindaco di Bracciano lo scorso 24 ottobre con cui diffidava la collega sabatina ad adempiere alla convenzione. E ora la questione verrà discussa mercoledì prossimo in sede di Consiglio comunale dove probabilmente le opposizioni chiederanno spiegazioni riguardo quelle che appaiono come discrepanze interne alla maggioranza, anche nel rispetto dei ruoli, e che ora rischiano di far perdere il 40% dei finanziamenti regionali all’intero distretto Roma 4.3.

Anguillara Sabazia, scontro sulla gestione associata dei servizi sociali: la Regione Lazio sollecita il Comune. Ecco la lettera e tutti gli atti firmati dal vice sindaco

“Nel corso delle ultime tre settimane, – scrivono nella nota congiunta del Gruppo Consiliare di Minoranza, Forza Italia, Partito Democratico, Fratelli d’Italia, Associazione AnguillaraSvolta, Associazione Progetto Comune –  gli esponenti delle forze politiche e della società civile locali firmatarie della presente, si sono riuniti per discutere nel merito dei piani integrati recentemente approvati dalla maggioranza (forse) grillina. Le informazioni e i documenti raccolti sono stati, poi, sottoposti al parere di due diversi studi legali specializzati in urbanistica.
Questi hanno fornito indicazioni e suggerimenti sui possibili percorsi che la “società comune” e la “politica” possono compiere al fine di tutelare gli interessi collettivi lesi dall’approvazione di strumenti urbanistici fortemente invasivi, e comunque non corrispondenti alla legge vigente, soprattutto laddove gli stessi sono usati in maniera erronea e senza il rispetto dei principi che ne sostanzierebbero e motiverebbero il loro utilizzo.
Tralasciando la lunghissima sequela dei rilievi tecnico-normativi emersi, che saranno oggetto di successivi atti che renderemo pubblici, vorremmo mettere a conoscenza sin da ora i cittadini di Anguillara delle prime azioni concordate.
Le norme che regolano il funzionamento e l’attivazione dello strumento urbanistico, noto come Piani Integrati di Intervento (PII), prevedono la possibilità di aprire dei termini per la presentazione delle osservazioni da parte della società civile e della politica in genere.
Non risulta, agli scriventi, che tale procedura sia stata rispettata da parte dell’Amministrazione, e per questo si è già provveduto alla richiesta di chiarimenti dalla quale emerge che “si sta provvedendo”.
Dunque, è lecito pensare che questo adempimento non sia stato ancora compiuto e, per questo, riteniamo possibile presentare osservazioni per tutti e tre i piani integrati sinora adottati. Ed invitiamo a farlo tutti coloro che ne abbiano la possibilità o abbiano rilievi da fare.
Nel merito, la minoranza consiliare, i movimenti e le associazioni apartitiche firmatari della presente, presenteranno delle osservazioni che saranno inviate anche agli organi sovracomunali quali Area Metropolitana e Regione Lazio preposti alla verifica e al rispetto delle eccezioni in esse contenute.
Tali osservazioni dovranno poi essere discusse, approvate o respinte con motivazione in sede di Consiglio comunale.
L’azione stragiudiziale sostanzierà e documenterà il mancato rispetto di alcuni requisiti (tecnici, amministrativi e procedurali) obbligatori e chiamerà a responsabilità, anche penale ed erariale in taluni casi, gli esponenti del Consiglio comunale tramite la posizione da questi espressa con il voto.
Tuttavia, pur non potendo ricorrere al tribunale amministrativo per mancanza di “legittimo intreresse” che comporterebbe il rigetto della domanda, i firmatari tutti del presente documento si rendono disponibili a fornire risorse e documenti a quei soggetti che, avendo un reale “legittimo interesse” (quali ad esempio: proprietari di terreni confinanti o vicini all’area oggetto del PII, associazioni ambientaliste di tutela del territorio da tempo operanti in zona), intendono procedere all’azione giudiziale presso il TAR.

Pertanto esortiamo gli aventi diritto a manifestarsi pubblicamente per la condivisione del medesimo obiettivo: “stop alla cementificazione selvaggia, senza se e senza ma.”

OFFICINA STAMPA 25/10/2018 IL CONFRONTO SUI PIANI INTEGRATI DISERTATO DALLA SINDACA SABRINA ANSELMO




Referendum Atac. Mussolini e Catalano a Officina Stampa. Nicodemi: “Ecco cosa avrei voluto dire a riguardo”

Di David Nicodemi (*)

Problemi di natura logistica mi hanno impedito di partecipare alla puntata de «Officina Stampa» di giovedì 8 novembre, incentrata, nella seconda parte, sul Referendum consuntivo di domenica prossima (11 novembre) sulla liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico di Roma Capitale, promosso dai Radicali, in testa l’ex-consigliere Riccardo Magi, e caldeggiato da buona parte del PD – mah! – e da Forza Italia. Per questa mia débâcle chiedo principalmente scusa alla conduttrice e giornalista Chiara Rai, che ha avuto la sensibilità di invitarmi, alla redazione e ai agli altri ospiti, la consigliera comunale Rachele Mussolini e all’esponente della direzione romana dei Radicali Claudio Catalano. Al quale avrei voluto spiegare come stanno realmente le cose, dato che, a mio avviso, la campagna referendaria portata avanti dai promotori si basa quasi esclusivamente sull’emotività dell’utenza. Ma andiamo per ordine.

PUNTATA OFFICINA STAMPA 8/11/2018 RACHELE MUSSOLINI E CLAUDIO CATALANO SU REFERENDUM ATAC

 Un Referendum demagogico

Occorre subito chiarire che il 95% degli italiani si sono espressi contro la liberalizzazione della gestione dei servizi pubblici essenziali (acqua, trasporti etc.), abrogando, con il Referendum dell’11 giugno 2011, l’articolo 23bis del Decreto Legge 112/2008 convertito con la Legge 113 del 6 agosto 2008. Ma di cosa parliamo allora? A fronte di questa pragmatica analisi e considerata la gestione partitocratica di Atac – che vedremo a breve -, chiedere la liberalizzazione dei trasporto romano, enfatizzando il malfunzionamento aziendale, oltre ad apparire come un puro e semplice attacco all’attuale amministrazione, con la quale spesso sono entrato in conflitto, sia chiaro, «sembra», riprendendo le dichiarazioni del vicesegretario nazionale del SLM-Fast Confsal Antonio Prontestì, «possa nascondere qualche interesse diverso da quello che è contenuto nei dettami costituzionali». Pertanto, chiedo agli elettori di votare secondo coscienza, lasciando a casa l’ideologia e le simpatie partitiche: c’è in ballo il futuro di Atac, patrimonio dei romani.

Ce lo chiede l’Europa 

È Una delle tante favole raccontate dai promotori del referendum, e sostenitori del SI. Sfatiamo il mito, nessuna grande città europea ha messo a gara il trasporto pubblico, ci ha provato soltanto Londra, sulla scia delle esternalizzazioni/privatizzazioni delle ferrovie di thatcheriana memoria, ma entrambi i casi sono risultati un fallimento, al punto da costringere le istituzioni inglesi a tornare sui propri passi. Questo perché il complesso reticolato normativo attualmente in vigore, che disciplinano il settore, consente alle autorità competenti l’affidamento – senza alcun limite – dei servizi di TPL in house alle società a rilevanza pubblica, aggiudicando tramite contestuale procedura ad evidenza pubblica almeno il 10% del servizio a soggetti diversi da quelli che operano, come si evince dall’articolo 5 paragrafo 2 del Regolamento (CE) 1370/2007. Nel DL 50/2017, che recepisce la menzionata direttiva europea, stabilisce una decurtazione fino al 15% dei corrispettivi del Fondo Nazionale dei Trasporti ai «contratti di servizio non affidati con procedure ad evidenza pubblica (in house).

Roma liberalizzata

Nel corso della trasmissione il signor Catalano afferma, correggendo la Mussolini dicendo, che RomaTpl scarl opera dal 2010. Niente di più inesatto e forviante: amnesia o mera dimenticanza? In realtà, la normativa di riforma del TPL, avviata nel 1997 con il Decreto Legislativo 422 e la Legge Regionale 30/98 di attuazione imponeva, tra le altre cose, la fine del monopolio con l’introduzione di regole di concorrenzialità, utile ad ottenere servizi qualitativamente migliori a costi più bassi per i cittadini. In quest’ambito, sul finire del 1999, in occasione del grande Giubileo del 2000, il Comune di Roma decise di affidare le “linee J” a una società temporanea d’imprese di Sita, Cipar, APM, Transdev, denominata inizialmente Tevere TPL, antesignana di RomaTPL Scarl. Che successivamente si aggiudica il 20% delle linee di superficie, messo a gara dal Campidoglio, nel rispetto del citato Regolamento europeo 1370/2007. Con la gara del 2010 e ulteriori estensioni del contratto di servizio, prorogato sino al 2020, al consorzio RomaTPL Scarl sono stati affidati attualmente 30milioni di chilometri l’anno, pari al 30% delle linee. Percentuale superiore a quanto indicato dalla Direttiva europea.

Le liberalizzazioni funzionano?

È il quesito cardine che avrei voluto sottoporre all’esponente radicale, che, quasi certamente, avrebbe tirato fuori varie scartoffie con l’intento di rispondermi. Lavoro inutile, credetemi. All’estero si stanno affrettando a rinazionalizzare il servizio pubblico dei trasporti e in Italia le cose non sono andate meglio. Eclatante l’esempio della città di Genova, dove il TPL era stato affidato, con gara a doppio oggetto, a una società privata. Che nell’arco di poco tempo, non avendo ricevuto le necessarie copertura dal Comune, ha mollato la presa e lasciato tutti a piedi. E vogliamo parlare della stessa RomaTPL, la quale pur gestendo linee periferiche, con una velocità commerciale superiore a quelle in mano all’Atac, offre all’utenza un servizio qualitativamente e quantitativamente insoddisfacente. Poco edificante è, inoltre, il trattamento che il consorzio riserva al personale, e qui servirebbero altri due o tre capitoli aggiuntivi: mi limito soltanto a dire che quelle madri e quei padri di famiglia aspettano giorni, mesi prima di vedere lo stipendio, una condizione disumana.

PD bipolare

A eccezione della “cordata” legata al consigliere regionale Eugenio Patanè, comunque ragguardevole, l’intero Partito Democratico è salito sul carro del SI, facendo da spalla ai Radicali. O viceversa. Una contraddizione nella contraddizione: da un lato disconosce il Referendum del 2011 che aveva ampiamente sostenuto, dall’altra ammette, implicitamente, il proprio fallimento nell’Amministrazione di Roma Capitale. Il centrosinistra ha governato la città per circa 18 anni, al netto della parentesi di Alemanno, non ce lo dimentichiamo: un periodo lunghissimo, nel quale il trasporto pubblico ha subito cambiamenti sostanziali in meglio e in peggio. E che qualcosa sia andato storto, soprattutto dopo la creazione della nuova Atac, nata nel 2010 dalle ceneri di Trambus e MetRo, lo dice il buco di 1miliardo e 300 milioni di euro, che di certo non può essere ascrivibile all’attuale compagine amministrativa. Ma da qui a rinnegare il proprio passato, ce ne vuole. La schizofrenia aumenta se si pensa che alla Regione Lazio il PD, azionista di maggioranza del Presidente Zingaretti, è stato uno degli autori del risanamento della Cotral, ovvero dell’azienda di trasporto interamente pubblica – Operazione che ha fatto già risparmiare 35milioni di euro alla Regione sui costi di gestione della Compagnia -. Certo, piccolo inciso, occorre ammettere che il risanamento è stato un bagno di sangue, data la gestione privatistica, binomio inquietante, sono, infatti, numerosi i contenziosi aperti a tal proposito dai lavoratori. Fermo restando tale aspetto, estremamente delicato, insieme all’ATM di Milano, Cotral è un altro esempio fulgido di azienda pubblica applicata ai trasporti. E allora, sulla base di queste considerazione, perché dopo aver votato contro il Referendum sulle liberalizzazioni del 2011, gestito i trasporti pubblici di Roma e risanato Cotral, ora il PD è schierato in favore delle esternalizzazioni/demolizione della stessa Atac? Per opportunismo politico? Perché Cotral sarà ceduta soggetti privati? Cosa nasconde questa viscerale voglia di esternalizzare?

Caos Atac

Lo spezzatino promosso dai Radicali ci riporta indietro di oltre cento anni, al caos tariffario e gestionale antecedente alla riforma del sindaco Nathan, dove le imprese private, che gestivano i servizi tramviari, avevano assunto una posizione monopolistica, date risorse in loro possesso, riuscendo a dettare legge sulle politiche del trasporto e piegando, altresì, ai propri voleri il Comune. A parte questo c’è da dire che il debito di Atac, come detto, è figlio di una politica di gestione e pianificazione distorta, deriva da un uso scriteriato della politica e di quei dirigenti cooptati dalla politica che hanno trasformato l’azienda in un bancomat, in una sorta di machettificio, fatta salva l’esperienza di Rettighieri. Lo dicono le carte giudiziarie. E ora, quella stessa politica, che ha gravi responsabilità, chiede lo smembramento di Atac e, di conseguenza, la precarizzazione degli autoferrotranvieri romani – che sono gli unici a guidare oltre sei ore di fila -, facendo leva sull’emotività degli utenti. Ma più di tutte pesa l’inadeguatezza dei finanziamenti: il fatto che, ancora oggi, la Regione Lazio percepisce, in seguito alla Conferenza Stato/Regione del 1996, solo 176 milioni di euro, pari a circa 11% dal Fondo Nazionale TPL, a fronte del 17% concesso alla Lombardia. Una cifra nettamente insufficiente per garantire il trasporto ai cittadini del Lazio e di Roma che con Atac, l’azienda più grande d’Italia, serve un territorio vastissimo rispetto alle altre società pubbliche italiane ed ha un costo gestionale che supera abbondantemente i 300 milioni di euro; pesa la tariffazione clandestina, nessuno ne parla, che si è mangiata, lo dicono le carte in Procura, circa 700milioni di euro; pesa la destituzione del fiorente polo turistico di Atac, rappresentato da Trambus Open, un’eccellenza nel settore e, pesa, infine, l’esternalizzazione dei chilometri con maggiore velocità commerciale, mantenendo a sé le linee più lente. Al riguardo, dagli studi scientifici ed economici, emerge che con una velocità commerciale media sotto i 17 Km/h la società di trasporto, di qualunque natura sia, non riesce a coprire i costi di gestione. Questi sono soltanto alcuni esempi che hanno contribuito al dissesto finanziario di Atac che, messa alla strette, è stata costretta a economizzare sulle manutenzioni. È importante che il governo faccia la sua parte nel piano di risanamento messo in cantiere dall’Amministrazione Comunale con il concordato preventivo, e configgere, all’occorrenza, la sacca di potere che da anni tira le fila da via Prenestina.

(*) blogger, cronista e
responsabile Ufficio Stampa Fast-Confsal




Bologna, uccide la madre: il Gip dispone il carcere

BOLOGNA – Il gip del Tribunale di Bologna, Alberto Gamberini, non ha convalidato il fermo, ma ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di Bruno Grandi, geometra bolognese di 58 anni, che mercoledì sera ha strangolato e ucciso la madre 85enne, Elvira Marchioni, gravemente malata.

Inizialmente ai soccorritori, che lui stesso ha chiamato, Bruno Grandi ha detto che la madre – con problemi alla vista e non più autosufficiente – era morta soffocata da un boccone e che i segni sul collo erano dovuti al suo tentativo di liberarle la gola, ma fin dall’inizio questa versione non ha convinto la polizia. Poi il giorno successivo davanti agli investigatori della squadra Mobile e al pm Luca Venturi l’uomo è crollato.

“Ho sbroccato, non ce la facevo più, siete gli unici che mi hanno ascoltato, forse avrei dovuto farmi aiutare prima” ha detto dopo la confessione, ringraziando i poliziotti. Il 58enne, che durante l’udienza si è avvalso della facoltà di non rispondere, è difeso dall’avvocato Alberto Bernardi.




Roma, “Excellence – Food Innovation”: all’ex dogana di San Lorenzo sbarca Venolea

Promuovere il primo Parco tematico sull’olivo del Mediterraneo, il territorio venafrano, diffondere la cultura dell’olio extra vergine con una degustazione offerta da produttori locali, far apprezzare gli scenari naturali e artistici della regione Molise, ma soprattutto la possibilità di invitare il pubblico romano a “Venolea”, evento dedicato all’olio di oliva e all’accostamento con il cibo, che si terrà il 29 e 30 dicembre nella “Palazzina Liberty” a Venafro.

Sono solo alcuni degli aspetti che verranno trattati sabato 10 novembre, alle 17,30 presso la “sala Intrecci” , ad “Excellence – Food Innovation”, uno spazio di oltre 2000 mq interamente dedicati alle eccellenze enogastronomiche del made in Italy , che si terrà all’ex-dogana, in via dello Scalo di S. Lorenzo 10, a Roma.

È fondamentale, spiega il dott. Emilio Pesino, Presidente dell’Ente Parco Regionale dell’Olivo di Venafro che il pubblico della Città Eterna possa conoscere direttamente i produttori di olio extra vergine del territorio, apprezzarne le peculiarità uniche del prodotto e le opportunità che la regione Molise offre in termini di storia, cultura, tradizione e di gastronomia”.

L’edizione di Venolea 2018, aggiunge il Presidente Pesino, manifestazione di punta della Regione Molise, vuole sottolineare il legame stretto tra il territorio rurale, che nelle nostre zone ha scorci di particolare interesse e il prodotto che è il miglior ambasciatore della cultura contadina rappresentata. Questa trasferta a Roma è una vetrina importante, ringrazio l’organizzazione di Excellence, rappresentata dal dott. Pietro Ciccotti, gli sponsor istituzionali della Regione Lazio, l’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) e l’Università di Roma TRE per questa opportunità che ci viene data, fuori confine, per promuovere il patrimonio olivicolo del territorio.

Venafro, che ha il pregio di essere “Città dell’Olio” è stata inserita recentemente come “Paesaggio del Parco Regionale” nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Ministero Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo.

Ricorda il Presidente Pesino come sia entrato in un prestigioso elenco che al momento annovera una decina di siti in Italia ed è finalizzato, tra l’altro, a sperimentare politiche di tutela dei paesaggi rurali storicizzati.

Per far conoscere le realtà olivicole del territorio, sono state invitate alcune aziende, che faranno degustare i loro oli, eccellenze riconosciute in tutta Italia. L’olio di Venafro e gli oli prodotti dalle aziende della zona adriatica, ottenuti da cultivar specifiche del territorio, caratterizzati da gusti decisi e bassa acidità. “L’invito che rivolgo ai presenti e a tutti i visitatori di Excellence – conclude il Presidente Pesino – è di visitare Venafro, il Parco regionale dell’Olivo e Venolea, dove l’olio sarà protagonista delle due giornate del 29 e 30 dicembre, con incontri, dibattiti, degustazioni e un concorso di pittura e fotografia riservato ai ragazzi delle scuole”.

Tra gli interventi previsti nella kermesse, anche l’assessore del comune di Venafro, dott. Dario Ottaviano e il presidente dell’associazione “Terra Tricolore”, dott. Silvio Rossi, promotere dell’iniziativa romana.

Simonetta D’Onofrio

 

 




Anguillara Sabazia, valorizzazione e protezione dei beni comuni: da Terre Sabatine parte l’iniziativa per l’istituzione di un Comitato promotore

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – “Il dominio collettivo di Anguillara Sabazia” il titolo del convegno organizzato dall’associazione “Terre Sabatine” che si terrà nella città sabatina il prossimo sabato alle 11 all’Aviosuperficie Santo Stefano in via Igino Annesi, 8. Un evento aperto a tutta la cittadinanza dove i rappresentanti delle associazioni locali e degli agricoltori sottoscriveranno l’istituzione di un Comitato Promotore che si occuperà della gestione dei beni di proprietà collettiva e degli usi civici del territorio.

“Un evento di grande portata – dichiarano dall’associazione Terre Sabatine – in quanto per la prima volta dopo decenni di vuoto gestionale e di regolazione, tutti i cittadini verranno coinvolti direttamente nella gestione dei beni comuni e saranno artefici della valorizzazione e protezione di questi meravigliosi beni”




Omicidio Serena Mollicone, torna in scena il criminologo Carmelo Lavorino: si preannuncia lo scontro con il Ris dei carabinieri

Carmelo Lavorino, il noto criminologo che già ad Arce, con la sua squadra, condusse le indagini criminologiche che portarono all’assoluzione in tre gradi di giudizio dell’unico indiziato per la morte di Serena Mollicone, il carrozziere Carmine Belli, scarcerato dopo 18 mesi di detenzione, in quel lontano giugno del 2001, ritorna ad indagare sullo stesso delitto irrisolto, ma questa volta come consulente per la famiglia dell’ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco, tutti e tre indiziati di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

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L’incarico al prof Carmelo Lavorino

Infatti il 2 di novembre 2018 l’avvocato di fiducia della famiglia Mottola, Francesco Germani, ha depositato alla Procura di Cassino la richiesta di incarico del prof. Lavorino, che ha accettato, quale consulente, con il mandato di stilare una relazione criminale, criminalistica, criminologica e investigativa a favore degli indagati.

Contrariamente a quanto sostenuto dalla consulenza firmata dalla dottoressa Cristina Cattaneo, la stessa che si occupò del caso Gambirasio, Lavorino non considera la porta interna della caserma quale arma del delitto, nonostante siano state repertate dal RIS dei carabinieri tracce lignee sul corpo di Serena Mollicone, dopo l’esumazione.

Già una volta il criminologo – noto per la sua avversione a quello che lui chiama ‘innamoramento della tesi accusatoria’- si scontrò, nel caso di Carmine Belli, con le conclusioni dell’UACV della Polizia, Unità Analisi Crimine Violento – la task force voluta da Gianni De Gennaro quand’era capo della polizia di Stato, per contrastare l’aumento dei crimini violenti in Italia – demolendole al punto di portare all’assoluzione del Belli.

Stavolta si profila l’ennesimo scontro nei confronti del RIS dei carabinieri e delle loro conclusioni in ordine alla repertazione e analisi di vario materiale sul corpo di Serena Mollicone. Assisteremo probabilmente alla confutazione della relazione della dottoressa Cattaneo, quella che è stata consegnata al procuratore capo di Cassino dottor Luciano D’Emanuele, che, insieme al sostituto procuratore dottoressa Maria Beatrice Siravo, cercano di far luce su questa morte per la quale ancora oggi nessuno ha pagato. L’ingresso di Lavorino e della sua equipe nelle indagini certamente segnerà un livello più alto di indagine e di confronto nella ricerca della verità.

Le ombre sulla morte del brigadiere Santino Tuzi

Omicidio Serena Mollicone e morte del brigadiere Tuzi: il video messaggio della figlia Maria

Sulla vicenda, tuttavia, si allunga l’ombra di un’altra morte, quella del brigadiere Santino Tuzi, archiviata come suicidio, ma in realtà mai accettata come tale dalla famiglia.

Santino Tuzi doveva essere ascoltato in tribunale a proposito della visita di Serena Mollicone alla caserma di Arce, proprio il giorno successivo a quello della sua morte. Il brigadiere infatti testimoniò di aver visto Serena, alle 11,00 del 1 giugno del 2001, entrare nella caserma della quale era comandante il maresciallo Mottola, il che aveva anche l’abitazione al piano superiore, e di non averla più vista uscire fino alle 14,00, orario in cui smontò dal turno di servizio.

Santino Tuzi fu trovato l’11 aprile del 2008 in una Fiat Marea nei pressi della diga di Arce in località S. Eleuterio, ucciso da un colpo di pistola sparato al petto, in circostanze poco chiare, sulle quali non fu mai indagato. La mancanza di una situazione conclamata e pregressa di disagio che fornissero una motivazione al gesto estremo, il fatto che alcuni riscontri non furono approfonditi e che non furono neanche fatte foto del corpo nell’auto, le modalità stesse del suicidio, portano la famiglia a pensare che di suicidio non si trattò.

Il professor Lavorino tiene a precisare che attualmente sta studiando il fascicolo che l’avvocato Germani gli ha consegnato, e che non rilascerà dichiarazioni in merito al caso se non dopo le decisioni della Procura di Cassino relative alla chiusura delle indagini. Il professore ha dunque rimarcato il fatto che collabora e collaborerà per la verità dei fatti, per la giustizia e per la soluzione del caso, come fece per Carmine Belli, e si augura che tutti coloro che sono impegnati nelle indagini facciano altrettanto.

Roberto Ragone




Genova, effettuato il più ingente sequestro di eroina degli ultimi venti anni: 270 kg occultati in containers provenienti dall´Iran

GENOVA – La Polizia di Stato, all´esito di una complessa attività d´indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, ha effettuato a Genova il più ingente sequestro di eroina degli ultimi venti anni. L´attività trae origine dalla condivisione di informazioni elaborate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.

I poliziotti della Squadra Mobile di Genova e dello SCO, coadiuvati dal personale delle Agenzie delle Dogane hanno scovato al porto di Genova, anche con l´ausilio di unità cinofile, Kg. 270 circa di eroina, occultati in containers provenienti dall´Iran. A seguito del sequestro è stata organizzata ed eseguita la prima consegna controllata transnazionale richiesta dall´Italia, che ha visto, con il coordinamento del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e di Eurojust la collaborazione delle Forze dell´ordine e delle Autorità giudiziarie di Svizzera, Francia, Belgio ed Olanda, ove si è conclusa con l´arresto di due soggetti.