Antonio Megalizzi, condizioni disperate per il giornalista italiano: i medici attendono ancora 48 ore

I medici si sono presi 48 ore per valutare le condizioni di Antonio Megalizzi, il giornalista trentino di 29 anni colpito alla testa da un proiettile nell’attentato di Strasburgo. “Sono stato ieri sera in ospedale a Strasburgo, la situazione è stabile, stazionaria. Antonio è in coma farmacologico. Non è cambiato nulla nelle ultime ore. Confermo che Antonio è stato colpito alla testa da un proiettile ma non sono riuscito a capire bene dove, perché è bendato e ha solo il viso scoperto”, ha detto all’ANSA Danilo Moresco, padre di Luana, la fidanzata di Antonio.

Antonio Megalizzi è un giovane giornalista radiofonico italiano, originario di Trento. E’ in condizioni giudicate irreversibili. E’ stato colpito alla testa da un proiettile.

“Siamo venuti con spirito cristiano e umano per portare la nostra solidarietà alla famiglia di Antonio Megalizzi. Abbiamo incontrato la mamma che ha avuto indicazioni dai medici che la situazione è irreversibile, lei è disperata e molto provata”, ha detto all’ANSA l’eurodeputato della Lega, Mario Borghezio, all’uscita dell’ospedale di Strasburgo. Con Borghezio c’era anche l’europarlamentare Oscar Lancini.

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in cui si ipotizzano i reati di strage e attentato con finalità di terrorismo.

La famiglia abita a Trento. I vicini di casa commentano con grande sconforto i fatti. Sono giunti in macchina a Strasburgo il papà Domenico, la mamma Annamaria e la sorella, assieme alla fidanzata Laura Moresco.

“Ci hanno detto che Antonio è stato colpito alla testa da un proiettile sparato da quel delinquente. Le due ragazze che erano con lui (la trentina Caterina Moser e Clara Stevanato, veneta e residente a Parigi, ndr) ce l’hanno fatta a scappare, rifugiandosi poi in un locale pubblico. Hanno perso di vista Antonio, perché lui è rimasto a terra”. Danilo Moresco, presidente dei ristoratori del Trentino, è il padre di Luana, la fidanzata di Antonio Megalizzi. Moresco risponde all’ANSA mentre guida verso Strasburgo.




L’aeroporto di Helsinki diventa il primo al mondo a rete 5G

HELSINKI – L’aeroporto di Helsinki diventa il primo aeroporto a rete 5G al mondo mentre Finavia, il gestore degli aeroporti finlandesi, e Telia, la società finlandese di telecomunicazioni, introducono un robot per utilizzare la rete 5G lanciata all’aeroporto appena inaugurata da Telia,.
Finavia e Telia hanno avviato un progetto che esplora le possibilità di utilizzare il 5G nelle operazioni aeroportuali e di offrire nuovi tipi di esperienze ai passeggeri. Il progetto significa che Finavia sarà il primo cliente di Telia ad utilizzare la rete pre-commerciale5G in Finlandia.
Il robot 5G opera dal 3 dicembre scorso nell’area non Schengen del terminal T2. Telia e Finavia studieranno come i passeggeri e il personale dell’aeroporto reagiscono e interagiscono con un robot autonomo che svolge compiti di servizio.

“Il robot è in grado di fornire flussi video in tempo reale dal terminale e consente ad esempio di monitorare l’area del terminale tramite controllo remoto o autonomo e verificare che tutto funzioni come dovrebbe.

Il robot può anche guidare i passeggeri nel terminal e miriamo a provare diversi casi d’uso durante il progetto “, afferma Heikki Koski, Chief Digital Officer di Finavia.

La trasmissione e il controllo dei dati del robot sono effettuati su una stazione base 5G in aeroporto. La rete, basata sulla tecnologia di Nokia, utilizza la banda di frequenza a 28 GHz, banda di frequenza più elevata riservata per il5G. Questa è la prima volta in Finlandia che le cosiddette onde millimetriche vengono utilizzate per il 5G in un caso di uso pubblico.
“Il 5G inizierà con i clienti aziendali, in particolare per l’automazione industriale e il controllo remoto. La connessione a bassa latenza e la massiccia capacità del 5G serviranno l’aeroporto con le masse di passeggeri e dati e con l’attenzione per la sicurezza e la fluidità dei servizi “, afferma il direttore del programma 5G Janne Koistinen, diTelia Finland.

Gianfranco Nitti




Roma, teatro Palladium: grande partecipazione all’evento di formazione dell’Ordine dei giornalisti del Lazio “Giornalismo, il nuovo presente, tra fake news, deontologia e inchieste online”

ROMA – Sala stracolma al teatro Palladium dell’Università degli Studi di Roma Tre per l’evento formativo “Giornalismo, il nuovo presente, tra fake news, deontologia e inchieste online” promosso principalmente da Carlo Picozza, consigliere dell’Ordine responsabile della Formazione, il quale ha moderato e coordinato gli interessanti interventi dei relatori.

A salutare i tanti giornalisti presenti il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio Paola Spadari e la consigliera segretaria Odg Lazio Maria Lepri.

Teatro Palladium: Giornalismo, il nuovo presente, tra Fake news, deontologia e inchieste online (1 Parte)
Teatro Palladium: Giornalismo, il nuovo presente, tra Fake news, deontologia e inchieste online (2 Parte)

In apertura sia Paola Spadari che Maria Lepri hanno richiamato l’attenzione sull’importanza che ha la deontologia nella professione giornalistica: “Bisogna sempre ricordarsi di essere fedeli – ha ricordato la presidente Spadari – alla verità sostanziale dei fatti, svolgendo l’attività giornalistica con responsabilità e correttezza e verificando sempre con molta attenzione i fatti e le circostanze che si raccontano”.

Spadari ha ricordato un fatto importante: “Il nuovo testo unico della deontologia – ha detto – che è un sunto delle principali carte deontologiche ha fatto i conti con il web e ha stabilito che ogni iscritto all’albo non può scrivere notizie false nei propri profili di Facebook. Ecco la novità fondamentale è che oggi anche i social vengono asseverati a queste regole deontologiche”.

Poi ancora ha parlato di “emergenza delle democrazie” con la diffusione delle fake news, con un occhio al panorama internazionale e a cosa è accaduto con le elezioni negli Stati Uniti e i migliaia di messaggi provenienti da profili falsi messi in giro e condivisi: “I giornalisti – ha aggiunto Spadari – hanno una responsabilità civile e penale che nella rete purtroppo non esiste. Auspico inoltre che i protagonisti dell’informazione sollecitino una regolamentazione internazionale per punire coloro che utilizzano internet come strumento di linciaggio mediatico”.

Anche Maria Lepri ha fatto molto riflettere: “Faccio la parte di quella che vuole imparare – ha detto – mi interessa il profilo non solo deontologico ma anche psicologico ed etico che c’è dietro una fake news, che generano le bufale. Il fatto è che siamo ormai terrorizzati da questo bombardamento di fake news e quello che può dire la rete che ci concentriamo molto sull’evitare di metterle in circolazione”. Poi Lepri ha citato anche un episodio di quando era piccola per capire che le fake news sono sempre esistite e che è importante come si reagisce ad esse: meglio amplificarle e controbattere o avere la capacità di prenderle per quello che sono? Suo fratello disse che era stata adottata e quella, ha spiegato Maria Lepri” era una fake news, una “bufala democratica”: “Io avrei potuto rispondere – ha detto – ma non era nella mia indole, ho pianto e mi sono ritenuta adottata fin quando i miei genitori non mi hanno convinto che fosse una bufala. Oppure ci dimentichiamo quando Tremonti disse che c’era un buco dell’economica italiana di miliardi imputabile al governo Prodi? A quel punto anche la politica si è interrogata: “Dobbiamo anche noi replicare con un’altra bufala ancora più grossa?”. Lepri ha fatto diversi esempi, tra cui anche quello della diffusione della foto della profuga sbarcata a Pozzallo con le unghie smaltate pubblicate da una collega: ”Quella non è più neppure una “bufala democratica” si scade proprio nella mancanza di etica”.

Interessante anche la relazione di Giuseppe Smorto,vicedirettore di Repubblica, già direttore di Repubblica.it il quale con parolesemplici e dirette ha spiegato il processo di cambiamento dalla carta al web e le insidie che si affacciano ogni giorno nel lavoro giornalistico.  Smorto ha poi ritenuto che il momento storico odierno dove carta e web convivono sia “una grande occasione per i giornalisti di rimettersi a studiare e considerare che tra la carta e l’online si raggiungono molti più lettori di prima e quindi è importante puntare sulla qualità delle notizie diffuse per il rilancio della professione giornalistica.

Si è voluto inoltre porre l’accento sull’importanza dei “verificatori
di notizie”, i cosiddetti fact checking una pratica di autoverifica delle
notizie che è fondamentale fare prima della pubblicazione degli articoli perché
una verifica a posteriori è poco utile ed efficace.

Un contributo importante al convegno, in tal senso lo ha fornito anche Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale il quale ha messo in evidenza quanto sia fondamentale la verifica che oggi più che mai assume un ruolo fondamentale: “Gli errori sono inevitabili – ha detto – ma da questi bisogna cercare di imparare come evitare di ripeterli in futuro”.  De Mauro ha posto l’accento sull’importanza che ha oggi la carta a prescindere dalle correnti contrarie che vorrebbero farci credere il contrario: “Il futuro dei giornali non è online, ma è di carta”. Poi ha citato i risultati di una ricerca decennale sui quotidiani americani locali, dal titolo “trial and error”, condotta da Iris Chyidella University of Texas: “La profezia che circola da vent’anni – ha dettoDe Mauro – che i giornali stanno per sparire, è evidentemente una profezia sbagliata”.

Dino Pesole de Il Sole 24 ore invece ha posto l’accento sui danni che provocano le fake news nel contesto economico e finanziario: “La preparazione e lo studio –ha detto – sono l’unica arma per difendersi dalle false notizie. Ci sono degli algoritmi che manipolano il mercato e poi è scesone i particolari citando un interessante articolo de Il Sole che parla propriodi come “bufale” influiscono sulle borse, l’acquisto dei prodotti e l’andamentodegli stessi mercati.  A tal proposito ha citato la pratica dello “spoofing scheme”. L’operazione consiste nell’immettere sul mercato un ampio flusso di proposte di negoziazione, tramite piattaforme computerizzate. L’obiettivo non è concludere l’operazione, ma generare informazioni fittizie per orientare le contrattazioni: “Facciamo un esempio. L’operatore A vuole acquistare delle azioni. Il prezzo in Borsa dei titoli è, in quel momento, 10 dollari. Per lui troppo alto. Un valore accettabile sarebbe 8 dollari. Ecco che, allora, “spara” in un millisecondo una valanga di proposte di negoziazione di vendita leggermente superiori alla migliore offerta di cessione presente in Borsa. In altre parole: la migliore proposta di vendita è a 9 dollari e il nostro operatore “mitraglia” il listino con delle offerte a 9,01 dollari, quanto basta per scongiurare eventuali immediate esecuzioni degli ordini. A quel punto gli altri investitori, vedendo aumentare i volumi in vendita, credono che stia iniziando un trend ribassista sul titolo e corrono a disfarsene. Il risultato? Le azioni, mentre l’operatore A cancella in un millisecondo le sue proposte di cessione, calano in Borsa. A quel punto, lo stesso operatore A può comprare i titoli, nel frattempo calati, a un livello più vicino a quello da lui desiderato”

Andrea Garibaldi, inviato speciale del Corriere della Sera ha parlato di “bufale planetarie e ingerenze tra Stati”, ha fatto i complimenti alla platea che non si è fatta distrarre dagli smartphone durante il corso. Garibaldi ha commentato 10 fotografie,  citando tra l’altro esempi molto calzanti di come a volte l’inviato può trovarsi di fronte a scenari che possono generare false notizie. Lì va posta molta attenzione e non ci si può far trovare impreparati. Tra l’altro, il giornalista Andrea Garibaldi ha ricordato uno studio dell’Institute of Tecnology che dimostra che proprio la particolarità della struttura dei social network e la limitata capacità di attenzione sono i due fattori che rendono possibile la diffusione sproporzionata delle fake news a discapito della qualità delle informazioni. Lo studio dimostra che proprio la particolarità e la struttura dei social media consentono la massima diffusione in rete in presenza di una limitata capacità di attenzione.

Piacevole anche la performance di Federico Renzetti, esperto informatico e mentalista il quale con brevi trucchi e coinvolgendo la platea ha dimostrato come sia facile cadere nell’ inganno tra trucchi “veri” e false notizie.  

Molto pratici ed estremamente utili per “scovare le bufale”gli interventi di Alessio Sgherza, docente a Urbino e Sara Bertuccioli giornalista nel sito Repubblica.it i quali hanno spiegato come la diffusione della rete e dei social network ha modificato in modo sostanziale il giornalismo ed il modo di produrre informazione. Il flusso continuo e dirompente dell’informazione che proviene anche da non professionisti impone di accorciare i tempi, a discapito della verifica scrupolosa delle fonti e questo può generare grandi problemi. Perciò è importante analizzare le immagini, capirnela provenienza e studiare come e quando sono state diffuse.

Sgherza ha anche indicato dei siti utili per “verificare” se determinate immagini o notizie siano attendibili.




Anguillara Sabazia, Giovanni Chiriatti: “Non ci siamo proprio!”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la nota dell”ex vice sindaco di Anguillara Sabazia Giovanni Chiriatti. Una disamina sull’attuale compagine politica che governa la città sabatina vista dall’ex consigliere, poi assessore e vice sindaco, tra l’altro, il candidato più votato di quella rappresentanza che doveva essere il Movimento Cinque Stelle di Anguillara Sabazia.

Ecco la nota di Giovanni Chiriatti

“Non ci siamo proprio!
Questa amministrazione insiste nel non capire che non può operare con presunzione, arroganza e supponenza quando dovrebbe impegnarsi nella ricerca del percorso giusto per entrare in sintonia con la cittadinanza. Sembra aver perso contatto con la realtà e non riesce a comprendere che la grande maggioranza dei cittadini di Anguillara è ormai stanca e delusa dalle tante promesse disattese.

Ognuno di loro continua a guardare il dito e non la luna e sebbene sia vero che i vecchi partiti ma anche gli ultimi arrivati cavalcano l’onda del malcontento è altresì innegabile che l’intolleranza e il nervosismo scaturiscono dal basso e la stragrande maggioranza di cittadini è insoddisfatta e disarmata davanti a questa gestione approssimativa e pasticciata della cosa pubblica, dai risultati disastrosi e fallimentari registrati in questi tre anni ma soprattutto dall’arroganza delle risposte fornite.

Ai consiglieri di maggioranza vorrei quindi chiedere di risvegliare il loro spirito critico, quello che sembrava esistere prima dell’ascesa al “palazzo baronale”, invitandoli ad esaminare le motivazioni reali dell’insofferenza dei loro “vicini di casa”.

La cosa più grave che potessero fare (tralasciando le voci poco edificanti su vicende private che poco hanno a che fare con l’essere rappresentanti di un paese, sulle vicende giudiziarie e l’atteggiamento dispotico verso la cittadinanza) è stata quella di disattendere le promesse relative alla trasparenza e alla partecipazione. Se invece di organizzare assemblee postume alle loro sciagurate decisioni avessero dato vita ad una pianificazione con i famosi tavoli di lavoro, probabilmente non saremmo a questo punto e non sarebbero state prese decisioni inopportune come quella del divieto di balneazione, del senso unico o dell’installazione coatta dei giochi sull’arenile.

Sentir affermare nel consiglio comunale dal loro capogruppo …di non aver voluto ascoltare i cittadini perché avrebbero scelto di non usare i fondi a disposizione del comune per opere di assoluta priorità ma solo per opere secondarie… è contraddire se stessi e i propri ideali alimentando l’insofferenza e la delusione della gente.

Il clamoroso voltafaccia sulla questione ambiente e territoriale ha da subito compromesso il consenso ricevuto alle ultime elezioni. Sono passati dalla “Revoca del Piano Regolatore Senza Se e Senza Ma!” all’approvazione di una ulteriore variante per poi arrivare con un secondo atto all’adozione di Piani Integrati che avranno la conseguenza disastrosa di aumentare le aree edificate del paese senza il necessario studio della pianificazione dei servizi necessari.

Le persone ormai si domandano che fine hanno fatto i loro discorsi sulla tutela dell’ambiente e sugli interventi di ripristino dell’esistente e dello stop al cemento. Non capiscono come si possa svendere il territorio senza pensare che nuove unità abitative non faranno altro che aggravare ulteriormente la già esistente carenza di infrastrutture e la mancanza di servizi.

Chiedo quindi ai consiglieri di maggioranza di riflettere ogni volta che gli verrà richiesto di alzare la mano nei consigli comunali, di non lasciarsi intrappolare e trasportare dal semplice senso di appartenenza che gioca solo a favore di qualcuno, ma di farlo convinti di quello che si sta deliberando e delle conseguenze che ne derivano.

Infine invito tutti ad una riflessione su quanto è accaduto nell’incontro avvenuto il 6 dicembre u.s. presso l’ex consorzio agrario, sia sugli atteggiamenti intimidatori tenuti da un consigliere che per sua natura è avvezzo all’arte dell’insulto e alle minacce ma soprattutto per la reazione/aggressione deprecabile e indegna, a seduta ultimata, di una consigliera comunale verso una cittadina, atteggiamento che denota chiaramente l’inadeguatezza del ruolo che si ricopre, l’insofferenza e la tensione che si mostra verso il paese e un nervosismo alimentato dall’aumento della distanza culturale ed ideologica tra la società civile e le istituzioni.

Mi permetto di esprimere la mia personale solidarietà a Nadia, una persona che si batte da sempre per l’acqua pubblica che a differenza di molte, che si nascondono dietro “l’essere donna” quando ricevono una contestazione politica, è sempre stata coerente e presente in prima linea per il bene comune.

Il cittadino
Giovanni Chiriatti #chedelusione”




Sieropositivo contagiò donne, condannato a 22 anni

E’ stato condannato a 22 anni di reclusione Valentino Talluto, il 34enne di origini siciliane, sotto processo perché accusato di aver contagiato con l’Hiv 32 persone.

La prima Corte d’Assise d’Appello di Roma ha concesso uno sconto di pena – in primo grado era stato condannato a 24 anni – di due anni poiché è stato assolto per 4 episodi con formula dubitativa “per non aver commesso il fatto”.

Secondo l’accusa, Talluto sapeva di essere sieropositivo ma non ne informava le donne con cui aveva incontri sessuali. E a tutte chiedeva di avere rapporti non protetti. Molte delle ragazze che hanno frequentato l’imputato, arrestato il 23 novembre del 2015 anche per l’accusa di lesioni gravissime, erano al loro primo rapporto sessuale.

Nel corso dei vari interrogatori resi nel corso delle indagini, pur dicendosi dispiaciuto per quanto accaduto, il 33enne si è sempre difeso sostenendo di non essere consapevole dei danni che avrebbe potuto causare per la sua sieropositività.




Editoria, Fnsi e Odg a Di Maio: “non chiniamo la testa”

Giornalisti che pur di informare hanno rischiato la loro incolumità, come Federica Angeli, autrice di inchieste sulla mafia di Ostia, e Stefano Andreone, che denuncia le malversazioni nel territorio dove vive, in provincia di Napoli, insieme a tanti cronisti precari (sono centinaia, si ricorda, anche in Rai) e di piccole testate nazionali e locali che con l’annunciato taglio all’Editoria rischiano di scomparire: dall’Avvenire a Il Manifesto, dal Primorskidnevnik, quotidiano della minoranza di lingua slovena del Friuli-Venezia Giulia al Messaggero di Sant’Antonio, mensile dei frati della Basilica di Padova del quale è già stata annunciata la chiusura e che ora ha la redazione occupata dai Giornalisti.

Sono fra le voci che hanno dato vita all’Assemblea pubblica organizzata da Odg e Fnsi davanti al Ministero dello Sviluppo Economico per spiegare il no alla convocazione del ministro del Lavoro Di Maio, fissata proprio per stamattina al Mise. “Quella di oggi non era una convocazione, ma una provocazione”, chiarisce Raffaele Lorusso segretario della Fnsi. “Ci è stato detto che si sarebbe parlato di equo compenso e precari, ma come sarebbe stato possibile, considerando che nelle stesse ore al Senato si approva un emendamento che farà tagliare il fondo per l’Editoria, facendo così chiudere principalmente molte piccole testate, che danno lavoro a 1000 colleghi”, prosegue. Dopo le ingiurie ricevute, “senza rispetto e legittimazione reciproca, non ci si può sedere al tavolo – ribadisce Lorusso -. Noi non abbassiamo la testa davanti a nessuno”.

Secondo Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Odg, al governo “si devono rassegnare, il giornalismo è fatto per i governati non per i governanti. Caro ministro (Di Maio, ndr), lei rappresenta il potere, di conseguenza deve cortesemente soggiacere alle regole della democrazia di cui l’informazione è un organo di controllo”. Verna annuncia anche che “il Consiglio di disciplina dell’Ordine della Lombardia ha archiviato l’istruttoria su Rocco Casalino (in merito al suo messaggio audio nel quale parlava dei tecnici del Mef, ndr). C’era chi ci aveva attaccato per questo procedimento, mentre, come è stato dimostrato, era per controllare la liceità di un comportamento. Non ci sono pregiudizi da parte nostra”.

L’assemblea va avanti e arriva eco della dichiarazione del sottosegretario all’Editoria Crimi che definisce quella in corso come “una manifestazione della casta”‘. Invece “è importante essere qui – commenta Federica Angeli – soprattutto per difendere i diritti di quei colleghi che guadagnano 4 centesimi a riga”. In Italia, fra quelli in attività “tre Giornalisti su quattro sono precari – spiega Mattia Motta, presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi – . Per tutelarli realmente, “servirebbero misure come una tabella per la liquidazione giudiziale dei compensi, fermare lo sfruttamento dietro l’utilizzo dei co.co.co, o applicare la legge dell’equo compenso, che c’è già”.

In chiusura Beppe Giulietti Presidente della Fnsi ringrazia ancora una volta il Capo dello Stato (per lui c’è stato un applauso collettivo, ndr) “che per sette volte ha dovuto dire in queste settimane che la libertà di informazione è un presidio della democrazia”. L’ambizione di Odg e Fnsi “è trattare con il governo ma se non ci saranno i presupposti, il prossimo passo sarà una grande manifestazione nazionale per chi vuole proteggere la Costituzione e l’Articolo 21″.




Statua per Gigi Riva, appello a Salvini

Il futuro della statua dedicata a Gigi Riva è nelle mani del ministro dell’interno Matteo Salvini.  “Solo lui – spiegano i promotori dell’iniziativa che punta a realizzare un monumento in onore di Rombo di tuono – può concedere la deroga al divieto di erigere statue giganti dedicate a personaggi ancora in vita”.

La lettera del comitato “Una statua per Gigi Riva” è già stata consegnata all’esponente del governo Conte. “Ci auguriamo di ricevere la deroga quanto prima- riferisce il presidente del comitato Pietro Porcella – in maniera da poter continuare la raccolta fondi con la sottoscrizione popolare già in atto”.

Il comitato chiede che lo strappo alla regola sia considerato come “un atto dovuto verso un uomo, un campione un sardo valoroso che ha portato benefici ineguagliabili all’Italia e alla Sardegna”. La richiesta riguarda la sistemazione del monumento nel Lungomare Sant’Elia di Cagliari, davanti al Lazzaretto. “Il caso eccezionale per il quale chiediamo la deroga per il campione – si legge nella lettera – non è rappresentato soltanto dal record sportivo con la nostra nazionale che resiste da mezzo secolo (35 gol in 42 partite), ma anche dal comportamento dell’uomo, onesto, leale, generoso che a fine carriera ha onorato la stessa nazionale da Dirigente Federale e la città di Cagliari e la Sardegna intera da cittadino residente ed affezionato ai nostri più alti valori”.

Come uomo. ricorda il documento consegnato al ministro, Riva “ha sempre rifiutato ogni compromesso di interesse economico o politico”. Ed “è amato e rispettato in tutto il territorio nazionale proprio per le sue qualità di uomo coraggioso, leale e schivo”. Questo di Gigi Riva sarebbe il primo e unico caso in Italia di una statua gigante dedicata a un campione in vita. Ma situazioni simili – ricorda il comitato – esistono già in Portogallo (Ronaldo), in Francia (Zidane) in Olanda (statua di Van Basten) per non parlare di Pelè in Brasile o Michael Jordan e tanti altri negli Usa.




Souvenir dall’Italia ad Helsinki: influenze mediterranee nell’edificio Rautatalo di Alvar Aalto

HELSINKI – Questa piccola mostra prodotta dalla Fondazione Alvar Aalto presenta l’architettura dell’edificio per uffici Rautatalo completato sulla via Keskuskatu di Helsinki nel 1955. Illumina anche la parte più privata di Alvar Aalto, come la sua vita familiare e numerosi viaggi nel Mediterraneo. Aalto ha viaggiato molte volte in Italia, e vi si recò anche per la sua luna di miele nel 1924.

Dai suoi viaggi Aalto ha riportato influenze sulla sua architettura, che sono evidenti nel cortile all’aperto, in stile piazza, Marmoripiha, incorniciato dagli spazi degli uffici di Rautatalo e dalle pareti interne rivestite in marmo di Carrara e travertino.

Nei progetti di Aalto questa piazza in stile italiano doveva essere aperta agli abitanti delle città, uno spazio animato dal brusio delle conversazioni e delle persone che si incontravano, illuminata dalla luce naturale dai lucernari.
La mostra nel cortile di Marmoripiha è costituita da materiale pittorico dei viaggi di Aalto, con informazioni stampate in finlandese, svedese e inglese.

Informazioni sull’evento:

31 dicembre 2018
presso
Edificio per uffici Rautatalo, Helsinki, Finlandia
Biglietti: Ingresso libero
Maggiori informazioni: https://www.rautatalo.fi/en/
La mostra è aperta nei giorni feriali 9-16, e nei fine settimana per abbinare gli orari di apertura del ristorante Dylan Marmoripiha sul sito

Gianfranco Nitti




Padova, spettacolo ed emozioni al Grand Prix Antenore Energia 2018 con la grande Ginnastica azzurra

PADOVA – Esecuzioni spettacolari ed emozionanti con oltre 30 stelle della Ginnastica: tutto questo e molto di più è stato il Grand Prix Antenore Energia 2018.

L’attesissimo evento, in diretta su Rai Sport HD sul canale 57 del DTT), ha confermato le aspettative e i campioni si sono lasciati stringere dal grande abbraccio del pubblico con 3.600 spettatori che hanno occupato la Kioene Arena di Padova in ogni ordine di posto.

La vincitrice del premio Antenore Energia – consegnato dall’Amministratore delegato Filippo Agostini – per la migliore prestazione è stata la squadra Nazionale di Ginnastica Ritmica, vice campionessa del Mondo, allenata da Emanuela Maccarani.

Premiati da Casio, nuovo partner della FGI, anche Veronica Paccagnella della Bluekippe di Ginnastica Artistica di Padova, Vanessa Ferrari, Michela Castoldi e Giorgia Villa. In apertura è stato osservato un minuto di silenzio in onore di Asia Nasoni e delle altre vittime della tragedia di Corinaldo.
Presenti varie istituzioni sportive. A partire da Gherardo Tecchi, Presidente della Federazione Ginnastica d’Italia: “Il Grand Prix di Ginnastica: da sempre rappresenta una festa e un’occasione per i nostri atleti di essere vicino agli appassionati con il solo obiettivo di divertire tutti.

Quest’anno è oltretutto una degna conclusione di un 2018 ricco di successi per tutte le nostre discipline”. Al suo fianco anche i due vice presidenti della FGI, Valter Peroni (vicario) e Rosario Pitton, il presidente regionale del CONI Veneto Gianfranco Bardelle, il presidente del Comitato regionale Veneto FGI Dario Martello e il Segretario Generale della FGI Roberto Pentrella.
A fargli eco è Diego Bonavina, Assessore allo Sport del Comune di Padova: “Siamo tutti molto contenti, perché oggi rappresentiamo la capitale internazionale della ginnastica. La nostra città e tutto il veneto vivono di questo meraviglioso sport. Vedere poi il palazzetto così gremito e caloroso è fantastico”.

Prima delle esibizioni Azzurre in pedana sono scesi gli atleti della “Ginnastica per Tutti”: il Gruppo Regionale Veneto di Ginnastica Ritmica, il Special Team Bluekippe di Ginnastica Artistica di Padova con Giacomo Bacelle e Veronica Paccagnella, il Gruppo Gym Fly Boselli.

Spettacolari le esibizioni della Nazionale di ritmica

Le Farfalle sono riuscite a sbalordire il pubblico con tre coreografie tra cui l’esercizio che ha permesso di vincere l’Oro mondiale nella specialità con 3 palle e 2 funi al Mondiale di Sofia. Non da meno sono state le individualiste, le azzurre Alexandra Agiurgiuculese, Milena Baldassarri, Alessia Russo e Talisa Torretti.
Sotto gli occhi di Vanessa Ferrari, presente ma ancora ferma per un infortunio, sono salite alla trave e alle parallele Nina Derwael, Alessia Federici, Sara Ricciardi, Giorgia Villa, Elisa Iorio, Lara Mori, Asia e Alice D’Amato.

Nel campo dell’artistica maschile sono saliti sugli attrezzi, anelli e sbarra, Nicolò Mozzato, Andrea Russo, Ludovico Edalli, Marco Sarrugerio e Carlo Macchini. Presente anche il bronzo mondiale di Doha agli anelli l’aviere dell’Aeronautica militare Marco Lodadio.

Grande spettacolo per l’aerobica con Michela Castoldi e Davide Donati, campioni iridati con l’Oro a Guimaraes 2018, in Portogallo. Applausi per la padovana d’adozione Anna Bullo, nata a Venezia, ma iscritta fisioterapia all’Università di Padova, è stata la rivelazione del Campionato del Mondo 2018 con la medaglia di bronzo. Il pubblico del Grand Prix Antenore Energia infine ha potuto applaudire le evoluzioni di Michael Grossi e Rebecca Sirca.

Presenti anche il bronzo di Rio de Janeiro 2016 Marta Pagnini, farfalla d’argento di Atene 2004 Fabrizia D’Ottavio e il doppio oro iridato a squadre di Ritmica Giulia Galtarossa.

Il Grand Prix Antenore Energia 2018 è stato organizzato da Federazione Ginnastica d’Italia, in collaborazione con SG Plus Ghiretti & Partners, il supporto e il patrocinio del Comune di Padova. I partner, oltre ad Antenore Energia Title Sponsor Grand Prix 2018, sono Baby-G, Freddy e Ringo. I partner istituzionali sono: Istituto per il Credito Sportivo, Esercito, Aeronautica Militare e CONI Comitato Regionale Veneto. La Gazzetta dello Sport, il Mattino di Padova e Radio Bella & Monella affiancano l’evento come Media Partner.

Gianfranco Nitti




Festività, incognita trasporti. E il PD si massacra su Atac

ROMA – Dopo la sortita di Roma Servizi per la Mobilità e quella dell’Assessora Linda Meleo, che ha scatenato le ire dei lavoratori, anche Atac è uscita all’avanscoperta, con la Disposizione Operativa 214 a firma dei rispettivi Direttori dell’esercizio. Nel documento  i ribadisce che in occasione del Capodanno i servizi metroferroviari saranno attivi fino alle 3.30 del 1 gennaio dell’anno. Con buona pace delle Organizzazioni Sindacali e degli eventuali accordi.

La querelle è tutt’altro che chiusa, anche se il Comune, l’Agenzia e l’Azienda si ostinano a dire il contrario,con fare arrogante e infischiandosene delle rimostranze dei dipendenti. “Ci domandiamo come sia stato possibile dare un’informazione del genere, illudendo cittadini e turisti” ha tuonato la SegreteriaSLM-Fast Confsal di Roma, “sono ancora in corso le trattative tra le parti sociali e Atac, non c’è nulla di concreto”. “Questi si sono venduti la nostra pelle per farsi belli davanti all’opinione pubblica” gli fa eco un macchinista,mentre un altro aggiunge lapidario: “Pur di raggiunge il loro obiettivo,calpestano i nostri diritti e ci mettono contro i romani”.

La partita si gioca nei prossimi giorni, in un clima assai teso. “Sulla Roma-Lido”, confida un lavoratore, “ci sono a tutt’oggi zero disponibilità. Vi è una grossa preoccupazione da parte aziendale”. Un altro ancora fa notare che “non sono stati accordati neanche i turni relativi a Natale pomeriggio”. Ma allora, che hanno scritto? “Questo lo dovreste chiedere agli illustri signori”,risponde, “ai tavoli propedeutici la fumata è stata nera. C’è da discutere sulla sicurezza, sul piano ferie e sui trattamenti economici, che non posso essere quelli dell’anno passato. Sia chiaro”. Ne fate una questione di soldi? “No, di equità retributiva. Le responsabilità e i rischi annessi sono molteplici, la notte di Capodanno può succedere di tutto”.

Nell’attesa di conoscere nuove e croccanti puntate di questa telenovela, l’agenda politica registra il primo e duro round dello scontro tra il consigliere regionale Eugenio Patanè e l’ex assessore ai Trasporti Stefano Esposito sulla gestione dell’Azienda capitolina, andato inscena su Facebook.

“Alcuni hanno osannato per anni il duo Stefano Esposito (ex senatore ed assessore alla mobilità di Roma per pochi mesi) e Rettighieri (ex ad di Atac)”, ha esordito Patanè nel suo profilo, “quest’ultimo di gran lunga sopravvalutato, mentre il primo uno dei peggiori assessori alla mobilità che Roma abbia visto.Peggiore persino della Meleo: almeno lei fa male l’assessore, lui non lo faceva proprio. Si era dedicato a fare un po’ il senatore e un po’ il passacarte delle Procure, perché Roma e Atac erano per lui il luogo della corruzione e della perdizione, in un delirio maccartista e persecutorio che lo portò a far licenziare dirigenti, a portare a Piazzale Clodio quintalate di carta di esposti su cose inesistenti, archiviate successivamente dalla Procura; a far chiudere il dopolavoro Atac e licenziare tutti i suoi 56 dipendenti sulla base di presunte irregolarità poi rivelatesi inesistenti. 56 famiglie senza lavoro a casa senza alcun motivo: non me lo dimenticherò mai”.

E ancora, “come non mi dimenticherò quando Rettighieri, su suo ordine, licenziò senza motivo 2 dirigenti capaci, competenti e per bene: Franco Middei e Emilio Cera. Quest’ultimo dapprima aveva fatto causa al senatore Esposito che si è avvalso dell’immunità parlamentare poi votatagli dal Parlamento per sottrarsi al risarcimento del danno. E già questo dice moltissimo. A tutti noi capita nella vita di sbagliare oppure che i fatti ci diano ragione prima. Ma se fai il politico o peggio ancora l’amministratore devi saper riconoscere chi è capace e chi no. E il prossimo che mi dice che Rettighieri ed Esposito sono stati capaci, il mio sarà un giudizio su di lui non su di loro”.

Immediata la replica dell’ex-senatore Esposito: “Patanè”, attacca, “hai scritto un sacco di fregnacce sul merito, il tuo giudizio su di me è davvero una medaglia. D’altra parte tu rappresenti l’idea clientelare e consociativa che ha distrutto Atac, io quella opposta, insieme a Rettighieri e a molti altri. Quindi non perderò tempo a smentirti, evidentemente questo post ti serve per raccattare un po’ di consenso in vista dei prossimi appuntamenti, lo capisco quando non si ha un’idea su nulla non resta che mantenere il consenso basato su piccoli favori e piccole clientele. Legittimo ma io preferisco essere definito passacarte della procura che amico di quei dirigenti per i quali tanto ti spertichi in complimenti. Comunque i miliardi di debito e le irregolarità sugli appalti sono certificati da una relazione ANAC. Ma a te immagino che anche Cantone stia un po’ sulle palle. La legalità non è roba per tutti. Buona fortuna vecchio mio e buona fortuna al PD romano se tu ne fossi l’espressione maggioritaria. PS. Fossi inRettighieri ti farei una querela di quelle che non si dimenticano, ma credo che non perderà tempo. Non l’ha perso quando lo chiamavi non credo che lo farà ora che lo insolentisci scrivendo bugie degne di un grillino qualunque”.

David Nicodemi




Meridionali poveri al pari dei romeni

La povertà assoluta nel 2017 è alta nel Mezzogiorno quasi come in Romania, il paese europeo che detiene questo triste primato.

Lo ha detto il direttore della SVIMEZ Luca Bianchi, intervenendo alla Stampa estera in un incontro con i corrispondenti dei media esteri dall’Italia presso la loro Associazione.

Nel Mezzogiorno, il livello è ormai al 12%, contro il 12,1% del Paese ex comunista, con una differenza di fondo, però: che in Romania nel 2008, era attorno all’11%, nel Sud dieci anni fa era al 10%.

Di qui la preoccupante accelerazione dalla crisi recessiva fino all’attuale fase di ripresina.
“Nel Mezzogiorno – ha spiegato Bianchi – si delinea una netta cesura tra dinamica economica che, seppur in rallentamento, ha ripreso a muoversi dopo la crisi, e dinamica sociale che tende ad escludere una quota crescente di cittadini dal mercato del lavoro, ampliando le sacche di povertà e di disagio a nuove fasce della popolazione”. Secondo il Direttore SVIMEZ, “particolarmente preoccupante è la crescita del fenomeno dei ‘lavoratori poveri’, conseguente all’aumento di lavori a bassa retribuzione, dovuto a complessiva dequalificazione delle occupazioni e all’esplosione del part time involontario”.

I poveri assoluti sono saliti nel 2017 in Italia sopra i 5 milioni, di cui quasi 2,4 milioni nel solo Mezzogiorno. Le famiglie in povertà assoluta sono cresciute al Sud dalle 700 mila del 2016 alle 845 mila del 2017. Nell’area meridionale più di un quarto delle famiglie, coppie e mono-genitori, con figli adulti, si collocano nella più bassa fascia di reddito, per giungere addirittura a circa la metà della popolazione se si parla di famiglie con figli minori. L’incidenza della povertà assoluta aumenta nel Mezzogiorno soprattutto per il peggioramento nelle grandi aree metropolitane (da 5,8% a 10,1% nel 2017), nelle quali incidono massicciamente le spese abitative, che rappresentano la voce di uscita più consistente nei bilanci familiari, colpendo soprattutto i soggetti più vulnerabili: giovani, disoccupati, lavoratori con bassi salari, immigrati, genitori single, persone con disabilità fisica e intellettiva, anziani.

Per di più, nelle regioni meridionali, l’incidenza della povertà relativa risulta più che tripla rispetto al resto del Paese (28,2% a fronte dell’8,9%del Centro-Nord), a seguito del basso tasso di occupazione e di un reddito pro capite pari a circa il 56% di quello del Centro-Nord.

Nell’incontro con i corrispondenti, il primo del suo genere da tempo, il direttore Bianchi ha affrontato, in una sequenza serrata di domande, le problematiche più contingenti: dall’emigrazione qualificata dal Sud, al tasso di utilizzo dei fondi europei, all’impatto della manovra economica sulle prospettive dell’area, ed, in generale, ai temi più di attualità che coinvolgono un terzo del paese.

Gianfranco Nitti