Anguillara, Lega su assenza luminarie e commercianti in ginocchio. “Sindaco si vergogni!”

Mancano le luminarie a scaldare il clima natalizio per le vie di Anguillara e
il coordinatore locale della LEGA Daniele De Vito non ha risparmiato una dura nota nei confronti dell’amministrazione di Sabrina Anselmo che sembra incassare sempre più mancanza di consensi da parte dei cittadini. “L’Amministrazione di un Comune – afferma De Vito – indipendentemente dal suo colore, credo debba basare la sua opera sull’organizzazione, sulle tempistiche
degli eventi e, soprattutto, sulle esigenze del proprio territorio.
Nel nostro caso, sarebbe quantomeno umano, che si prepari il paese alla stagione estiva in tempo per renderla fruibile dagli ormai pochi turisti che ci vengono a trovare e, soprattutto, per il Natale che con le sue luci e le sue feste, dovrebbe allietare gli ormai pochi giorni di festa dei lavoratori!
La presenza di luminarie, da sempre simbolo di gaiezza delle feste natalizie, non serve solo ad alimentare l’orgoglio dei cittadini, ma soprattutto ad attrarre i turisti, anche dei paesi limitrofi, visitatori che si spera spendano i propri soldi sul territorio di Anguillara.
Ma quale è la trovata di questa amministrazione che sta affondando in balia delle onde? Eliminare le luminarie e le attrazioni, con una Pro Loco ormai allo sfinimento che cerca di fare i salti mortali per dare decoro a questo paese, con un’amministrazione che cerca di gestirla come se fosse un’Area comunale.
Sindaco ma lei si è mai soffermata a parlare con qualche commerciante di Anguillara? Ha mai chiesto loro cosa avrebbe potuto fare per aiutarli? Perché aiutare gli esercizi commerciali aiuta il paese stesso, poiché
loro sono sempre in prima linea a finanziare le varie feste cittadine con soldi intrisi di sangue e sudore!
Sì, sangue e sudore! Si rende conto che le sue battaglie contro l’ACEA, le sue ordinanze di non balneazione, i ritardi nelle concessioni demaniali e comunali, i suoi mega piani di sicurezza per le feste, i suoi sensi unici
annullati dal TAR, la mancanza di luminarie, sta uccidendo le attività produttive di Anguillara?
Sa che è proprio durante il periodo natalizio che i negozi, ristoranti e attività riescono ad incassare di più? Oppure si diverte a camminare sulla luna?
Per non parlare del fatto che all’area artigianale dove lei, invece di sollecitare le imprese ormai disincantate a presentare i progetti e costruire facendo crescere l’occupazione, ha preferito revocare le concessioni
nonostante gli stessi avessero pagato migliaia di euro per oneri concessori, ed esporre il Comune ad una miriade di ricorsi al TAR che hanno confermato l’assoluta inidoneità degli atti effettuati dalla sua Amministrazione.
Perché cerca in tutti i modi di distruggere l’economia di Anguillara? Cosa le hanno fatto i commercianti ed i cittadini di Anguillara, che le pagano regolarmente lo stipendio il 27 di ogni mese? Lo sa che, a causa delle
scelte strampalate sue e della sua Giunta, dovranno passare un Natale ristretto e pieno di debiti? E cosa dire di quelle attività che si trovano nelle aree periferiche del paese?
Qui non si parla più di politica o di scelte politiche, qui ad Anguillara si parla di sopravvivenza! Ma lei lo capisce?
Per adesso, nelle segrete stanze del suo misero potere, si vergogni e prima di approcciarsi alla sua tavola imbandita di natale, si soffermi per una preghiera per i commercianti ormai costretti alla fame per le sue
scelte scellerate.
La nostra letterina a Babbo Natale l’abbiamo già inviata ! Gli abbiamo chiesto di farci dimenticare i nostri ultimi tre anni del suo governo”.




Scuola: rissa tra mamme a recita Natale

La recita di Natale dei bambini della scuola elementare di contrada «Albani Roccella» a Gela è finita con un fuggi-fuggi generale per la rissa scoppiata tra due mamme che si contendevano il posto migliore per girare il video dello spettacolo cui partecipavano i propri figli. Nemmeno l’aria natalizia e l’ambiente scolastico in cui si trovavano sono riusciti a indurle alla calma, mentre gli scolari sul palco vestiti da angioletti e da personaggi del presepe piangevano terrorizzati.

Lo scontro tra le due donne, a pugni, calci e schiaffi, ha coinvolto anche alcuni loro familiari e parenti inducendo le altre mamme a prendere i figli e allontanarsi in tutta fretta dalla gremita sala teatrale trasformata in ring. Molti hanno temuto che la calca potesse degenerare in tragedia.

Qualcuno telefonato alla polizia che è intervenuta con due «volanti». I protagonisti della rissa (due donne e due uomini, che hanno riportato graffi e contusioni) sono stati fermati e trasferiti in commissariato dove sono stati identificati e deferiti alla magistratura. Alcuni video girati dalle mamme con i telefonini sono stati acquisiti agli atti delle indagini per identificare altri partecipanti alla rissa




Gioco, Italia primatista europea per tutela del consumatore

Avanguardia per livello di sperimentazione, l’Italia si colloca ai primi posti anche perquanto riguarda la tutela del consumatore, nonostante il Governo si ostini anon tenere conto dei passi fatti in questa direzione.

A
certificare la leadership sono le cifre, che dimostrano inequivocabilmente la
bontà dei vincoli assunti, alcuni dei quali molto rigidi, assolutamente congrui
a contrastare le degenerazioni legate al gioco d’azzardo.

L’Italiaè senza dubbio uno dei mercati al quale gli operatori internazionali del settore del gioco online guardano con maggiore attenzione. All’annuale evento di SiGma Malta è stato dedicato unintero ciclo di conferenze al caso italiano, per affrontare la questione delfaccia a faccia con il governo e studiare i progressi evidenziati nel campodella sperimentazione tecnologica (basti pensare ai Virtual Game, amatissiminel nostro paese, che ne è stato tra i principali apripista). L’attenzioneposta al caso italiano appare quindi come una naturale conseguenzadell’importanza assunta in questi anni. Un’importanza a cui il Governopurtroppo pare non corrispondere il giusto riconoscimento.

Comedetto, le cifre sono dalla parte dell’Italia. Nel 2017, sono stati 3,7 milionigli account aperti in uno dei tantissimi siti di scommesse, e di questi 2,2milioni hanno effettuato almeno una giocata, in crescita del 22% rispettoall’anno precedente. Complessivamente, ammonta a 3 miliardi il deposito suiconti gioco, anche questo dato in crescita rispetto ai circa 2 miliardi del2016. Ma non c’è solo questo. Grazie ad una normativa molto rigidasull’autoesclusione (in Italia è sorto anche un registro unico delle autoesclusioni, acronimo RUA), sono stati circa 56mila i giocatori che hanno preferito allontanarsi temporaneamente dal mondo delgioco. Un ottimo modo per contrastare la Ludopatia.

L’Italia è uno dei pochissimi paesi in cui la pubblicità del gioco d’azzardo è vietata.Inoltre, a seguito di un’autoesclusione (che nel nostro paese è una procedurache può adottare anche l’agenzia stessa), è possibile riattivare l’account soloal termine di un periodo di 6 mesi. In Europa, sono soltanto 5 i paesi chehanno un vincolo così rigido; oltre all’Italia, la Spagna, la Slovacchia, laRomania e la Lituania. A fronte degli sforzi in questa direzione, il proibizionismo del Governo non pare essere la soluzione. Gli operatori europeipropongono invece un approccio più equilibrato, che faccia leva principalmentesulla distinzione tra gioco legale e illegale e sull’importanza di salvaguardarei minori (un altro tema sul quale l’Italia ha fatto passi da gigante; inEuropa pochi altri possono vantare la rigidità del divieto del gioco minorileche ha conosciuto il nostro paese). La tutela del consumatore passa infatti perla consapevolezza dei rischi legati al gioco e per la capacità di riconoscereil gioco illegale che, contrariamente agli operatori che agiscono in manieralecita, non ha sicuramente nel rispetto dei giocatori il proprio punto di forza. 




Castel Gandolfo, successo per il Concorso Fotografico “Il Movimento”: aspettando il prestigioso Premio “Castel Gandolfo”

Premiati al Centro Arte e Cultura di Castelgandolfo i fotoamatori che hanno partecipato al Concorso Fotografico “Il Movimento”.

Di seguito i nomi di tutti i partecipanti : NANDO PIZZINI – ROMA, CLAUDIO GIULI- ROMA, RICCARDO SALVATELLI VELLETRI, ROBERTO SABATINI – RAVENNA, STEFANO RUZZINI – ALBANO, MARCO SORRENTINO – ROMA, SIMONA PERONI – ALBANO, CLAUDIO TEMPOBUONO – CIAMPINO, MARCO FUNARI- SANTA MARIA DELLE MOLE (MARINO), MASSIMO IENCO -CASTEL GANDOLFO.

La mostra collettiva rimarrà aperto presso il Centro Arte e Cultrura di Corso della Repubblica fino a Martedì prossimo, dalle 16 alle 18. Le Associazioni culturali “Centro Arte Castel Gandolfo”, “CulturiAmo” e “AgenSal” hanno organizzato la 7^ edizione del Premio di Fotografia “Cultura e Arte – Castel Gandolfo”, con il patrocinio gratuito del Comune di Castel Gandolfo.

Un concorso fotografico con il fine di promuovere e divulgare l’Arte e la cultura della fotografia valorizzando e promuovendo il territorio. La premiazione si è tenuta alla presenza del fotogiornalista del Messaggero Luciano Sciurba e del direttore artistico del Centro Culturale Dario Pettinato.

La commissione giudicatrice è stata composta da membri afferenti a varie categorie professionali, specializzati nel settore della fotografia, del fotogiornalismo e dell’arte.

Sono stati omaggiati con una pergamena tutti i dieci finalisti, le migliori tre fotografie sulla base della qualità e della tecnica fotografica, della creatività e della migliore espressione del tema proposto, hanno vinto : 1° classificato: mostra personale di una settimana e candidatura per il prestigioso “Premio “Castel Gandolfo” nella sede del Centro Arte Castelgandolfo, 2° classificato: targa ricordo e piccola scultura del maestro Dario Pettinato, 3° classificato: cena per 2 persone in un noto ristorante di Marino.

I primi 3 classificati sono stati : Marco Funari, di Santa Maria delle Mole ( Marino), giovane tecnico sulle piattaforme petrolifere, con la foto “ L’Attesa” che ritraeva alcune donne su un isola di Zanzibar, in attesa che si asciugassero i loro panni stesi su due bastoni. 2° posto Nando Pizzini, romano, 30enne, con la foto della Foca Pulcinella che si posa su una roccia nel mar della Norvegia, 3° posto Caludio Giuli, 40enne infermiere di Roma, con la foto di un pugile in un angolo, bagnato dalle gocce d’acqua lanciate dal suo allenatore.

Premio della critica giornalistica a Massimo Ienco, di Castelgandolfo, con la foto di uno scorcio di Castelgandolfo centro, con due cornacchie in volo, scattata alle prime ore del mattino.

Tutti i ragazzi sono stati lodati dalla giuria per le bellissime foto esposte, tra cui uno scorcio di Atene su una strada con i una veduta dei pedoni dall’alto, un bus nella notte romana, in via della Conciliazione, davanti alla Cupola di San Pietro, con un gruppo in movimento ed una signora anziana ferma ad osservare, un salto di gioia di una ragazza che balla, migliaia di stelle nel cielo soprastante a delle croci sferzate dal vento, un ballo di gruppo mosso e molto colorato. Appuntamento al prossimo anno, con l’ottava edizione del Premio Fotografico “Cultura e Arte Castelgandolfo”




Osservatorio Accessibilità dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, concorso fotografico: mensione speciale per l’Asd Scacchi in Tour

In occasione della giornata dedicata alla disabilità e all’impegno per l’abbattimento di ogni barriera che ostacoli l’integrazione del disabile nel contesto sociale, l’Associazione Sportiva Dilettantisca Scacchi in Tour ha partecipato ad un concorso fotografico indetto dall’Osservatorio Accessibilità dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia.

L’obiettivo del concorso era quello di rappresentare, quanto di positivo è stato fatto e quanto c’è ancora da fare in tema di accessibilità degli edifici e degli spazi urbani quali piazze, strade, giardini, marciapiedi, parchi, accessi a edifici pubblici e edifici privati aperti al pubblico, nella convinzione che la prima barriera da abbattere sia l’indifferenza.

La fotografia denominata “SCACCO ALLA DISABILITA’ “, presentata dall’Associazione marinese che si dedica alla promozione del gioco degli scacchi, si è aggiudicata una Mensione Speciale della giuria del concorso.

La foto rappresenta la difficoltà per un disabile (pedone) di accedere ad un passaggio pedonale privo di rampa, le sole persone non disabili (cavalli) possono attraversare perché è capace di saltare.

“Sempre più orgogliosi portiamo a casa un altro successo nel nostro ambizioso percorso: associare il nobile gioco ad altrettanto nobili cause sociali”, dichiara Igor Sagratini, Presidente dell’ASD Scacchi Tour, ” Non c’è soddisfazione nel perseguire un progetto se il risultato non è orientato verso il miglioramento comune”.
La foto dell’ASD Scacchi in Tour insieme alle altre foto presentate al concorso, sono rimaste esposte fino all’ 8 dicembre nella prestigiosa Casa dell’Architetture a Roma, dove è avvenuta la consegna dei riconoscimenti.

Il concorso fotografico punta l’attenzione sulla necessità di rendere accessibile il patrimonio culturale per iniziare a declinare il tema del superamento delle barriere architettoniche a Roma.

Questa scelta, come ribadito nei corsi dei lavori introdotti da Ombretta Renzi, Consigliere dell’Ordine degli Architetti e Coordinatore Osservatorio Accessibilità, nasce dalla consapevolezza di ” un cambiamento radicale nei concetti di museo e bene culturale, che non sono più soltanto luoghi di conservazione, ma elementi dinamici in cui si innesca un dialogo con il fruitore. Luoghi chiave per la crescita culturale, dove la fruibilità non rappresenta tanto il diritto della persona diversamente abile, quanto un dovere sociale della collettività”




L’anno che verrà, gestirlo al meglio con l’agenda Flexy 2019

Pratici, colorati, di designer internazionali. Anche per il 2019 Nava propone una vasta scelta di calendari e agende per regalare e regalarsi 365 giorni di stile ed efficienza e per un anno senza intoppi programmando bene. Nonostante la tecnologia ed i calendari elettronici, un prodotto fisico di qualità e stile italiani reggono sempre bene.

Ed ecco una scelta di quello che l’azienda leader italiana propone per il 2019: Agenda Work Baladek con copertina in baladek e scritta serigrafata. Dotata di elastico di chiusura e nastro segna pagina, è disponibile in vari colori e formati (giornaliera, settimanale, 12 o 18 mesi).

Design Artemio Croatto, da € 8

La colorata agenda FLEXY 2019 dall’originale copertina flessibile in PU con logo stampato a caldo, è disponibile in vari formati (giornaliera, settimanale, 12 o 18 mesi) e colori che la rendono un prodotto al contempo estetico e funzionale, Design Artemio Croatto,da € 9.
Calendario mensile da parete CALENDIARY con rilegatura spiralata. E’ caratterizzato dall’uso di 2 lingue (italiano e inglese). Utile per tenere sotto controllo tutti i giorni del mese. Misure 16,5×49 cm
Design Giulio Confalonieri,da: € 8.
Calendario bimestrale da parete INTERNATIONAL. Consente di tenere sotto controllo 2 mesi (3 nel formato small) contemporaneamente, Utilizza 5 lingue: italiano, inglese, francese, tedesco e giapponese. Misure 32×138 cm (nel formato small 23,5 x 72,8 cm), Design Ornella Noorda, da € 8.

Gianfranco Nitti




Napoli, al Museo Nazionale Archeologico i tesori del Sichuan nell’antica Cina

NAPOLI – La mostra “Mortali e immortali. I tesori del Sichuan nell’antica Cina” visitabile fino all’11 marzo 2019 al Museo Nazionale Archeologico di Napoli.

L’esposizione-mostra “racconta” attraverso manufatti di una straordinaria originalità e tecnica una cultura millenaria diversa dalla nostra, attraverso di essi un focus sull’Oriente del Paese del Dragone in particolar modo sulla regione del Sichuan appartenenti all’età del bronzo a confronto con la cultura antica partenopea.

La mostra rinnova un dialogo millenario tra l’Oriente e l’Occidente, tra il paese del Dragone e il Bel Paese, culture che hanno viaggiato parallelamente ma anche incrociandosi come testimoniano reperti archeologici in bronzo, oro, giada e terracotta, databili dall’età del bronzo (II millennio a.C.) e fino all’epoca Han (II secolo d.C.). All’esposizione nel Salone della Meridiana del Mann sono evidenziati i tratti evocativi ed enigmatica della tradizione Shu, come testimoniano le maschere in bronzo ed alla dedizione al culto del sole.

La città di Napoli è aperta allo scambio culturale continuo contribuendo alla crescita del nostro paese d’immagine a livello internazionale, dando ulteriori “racconti” alla storia stessa sia dell’Oriente e dell’Occidente, tessendo un dialogo tra culture logisticamente lontane, ma vicine.

“Mortali e Immortali”

I tesori del Sichuan nell’antica Cina” è uno scambio culturale bilaterale con il fine di lavorare con reciprocità, per far conoscere la cultura dei rispettivi popoli, infatti attualmente la Cina ospita i reperti di Pompei registrando ben 2milioni di visitatori e rafforza ancor di più il Museo Archeologico di Napoli in un’ottica mondiale.

L’aspetto semantico di tutto il percorso espositivo nel Salone della Meridiana al Mann evidenzia attraverso le statuette di terracotta, il cavallo di Sanxingdui, il sole di Jinsha un dialogo contiguo e senza tempo con i nostri tesori, ad esempio con il bronzo di Apollo ed il cavallo di Ercolano, la gioia di vivere dei bassorilievi cinesi dimostrano la grande affinità con i reperti della Pompei antica, i visitatori potranno “viaggiare” nelle culture di epoche millenarie, ripercorrere attraverso i reperti archeologici appartenenti ad un mondo spirituale di un’antichissima civiltà, ma anche fruirne la loro quotidianità.

La mostra è realizzata sotto la guida dell’Ufficio provinciale della cultura del Sichuan e patrocinata da Regione Campania, Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e Comune di Napoli, la mostra “Mortali Immortali” raccoglie reperti provenienti da importanti istituzioni cinesi: tra queste, è necessario ricordare il Museo di Sanxingdui, il Museo del Sito Archeologico di Jinsha, Il Museo del Sichuan, Il Museo di Chengdu, l’Istituto di ricerca di reperti e archeologia di changdu, il Museo di Mianyang, il Museo Etnico Qiang della Contea di Mao.

Il Direttore del Mann, Paolo Giulierini: ”Questa importante esposizione, che chiude idealmente l’anno del turismo Europa-Cina del Mibac”,- procede – “procedura da un momento di studio sulle tecnologie nella comunicazione museale, conferma sempre il più solido legame tra il Museo Archeologico di Napoli e il paese del Dragone per la promozione del patrimonio culturale italiano, ma anche di quello cinese in Italia”. Prosegue sempre Giulierini – “Ricordiamo che le mostre del Mann su Pompei, itineranti nei maggiori musei cinesi fino al luglio 2019, contano già oltre due milioni di visitatori. Come Direttore del Mann e del parco dei Campi Flegrei ho firmato lo scorso settembre a Chengdu un doppio protocollo di intesa e cooperazione sulla Conservazione e Valorizzazione del Parco Archeologico di Donghuamen, a testimonianza dell’altissima considerazione in quel paese per la competenza archeologica italiana. Il dialogo tra il Mann e la Cina continuerà per tutto il 2019”.

Giuseppina Ercole




Pisa, focus Ancri sui disastri ambientali. Tagliente: “Servono interventi sul piano urbanistico, reti fognarie e un monitoraggio costante degli argini dei fiumi e dei torrenti con il mondo del volontariato e la tecnologia più avanzata”.

“Servono interventi sul piano urbanistico, reti fognarie e un monitoraggio costante degli argini dei fiumi e dei torrenti con il mondo del volontariato e la tecnologia più avanzata”. Lo ha detto il Prefetto Francesco Tagliente intervenendo al convegno “Disastri Ambientali”, promosso a Pisa dall’Ancri, l’associazione nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, al quale ha partecipato anche il capo della protezione civile, Angelo Borrelli.

Dopo i saluti introduttivi del Presidente della Fondazione Pisa Cosimo Bracci Torsi, del presidente dell’ANCRI Tommaso Bove, del Vicario del Prefetto di Pisa Valerio Romeo e del Capo del Dipartimento della
Protezione Civile Angelo Borrelli
, moderati dal Prefetto Francesco Tagliente, sono intervenuti Paolo Ghezzi, ingegnere esperto in tematiche ambientali e Responsabile scientifico del Master “Gestione e controllo
dell’ambiente: economia circolare e gestione efficiente delle risorse” della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Ottavio Zirilli, Ingegnere e Responsabile dell’Area della Ricerca del CNR di Pisa, Direttore Tecnico
dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e autore del libro “Disastri e Catastrofi”, delegato ANCRI per la ricerca ed innovazione.

“Per cercare di comprendere cosa si può fare per ridurre il rischio di tragedie umane causate dal maltempo e dall’incuria dell’uomo – ha detto il presidente Tommaso Bove – l’Associazione nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) ha deciso di organizzare una riflessione con l’ngegner Ottavio Zirilli del CNR e con l’Ing Paolo Ghezzi, che peraltro da vice Sindaco di Pisa, ha affrontato con il prefetto Tagliente, le varie fasi emergenziali determinate dal dissesto idrogeologico, nell’esondazione dell’Ozzeri del novembre 2012 e nella grave frana sull’A11 dell’aprile 2013, ma soprattutto la gestione dell’emergenza della piena dell’Arno del febbraio 2014 con straripamenti seguiti da danni e paura per le comunità della provincia di Pisa”.

Tagliente: “Sul piano urbanistico è indispensabile un vincolo assoluto di non edificabilità vicino ai bacini” 

“In cima alla lista degli interventi – ha premesso il prefetto Francesco Tagliente – vedo l’educazione del cittadino al rispetto del bene comune e la pulizia delle strade.

Talvolta le fognature non ricevono perché intasate da fogliame e rifiuti abbandonati. Sul piano urbanistico è indispensabile un vincolo assoluto di non edificabilità vicino ai bacini e il contestuale ripristino dei luoghi ove sono accertati gli abusi.
Bisogna rendere più agevoli i lavori di dragaggio e tornare ad avere la rete di canali, efficiente e in grado di garantire la sicurezza. Gli argini dei fiumi e dei torrenti andrebbero monitorati, in particolare in prossimità dei centri abitati. Non è pensabile farlo in fase critica durante la piena. Sarebbe utile ispezionarli facendo ricorso al mondo del volontariato e agli strumenti che la tecnologia oggi ci consente di poter disporre.
Inoltre andrebbero dragati i fiumi soprattutto alla foce e ripensare alla manutenzione dei reticoli minori”.
Bisogna prevenire il rischio idraulico ripensando al pericolo derivante dai vincoli delle normative vigenti, che di fatto rendono difficile lo scavo degli alvei dei fossi e dei canali e oneroso lo smaltimento dei fanghi di
escavazione, con rischio serio per tutta la popolazione.
In passato i materiali risultanti dall’escavazione venivano depositati lungo le fasce limitrofe al corso del canale. Con l’entrata in vigore dei nuovi vincoli questa attività non è più possibile: i fanghi, devono essere
trattati tutti come rifiuti, e spesso come rifiuti speciali. Ne consegue che un’attività che prima veniva eseguita come manutenzione ordinaria, adesso deve essere trattata come straordinaria, con conseguente complicazione operativa ed aumento esponenziale dei costi, sia per le analisi che per l’adozione di soluzioni tecniche per lo stoccaggio. Oggi per pulire i canali e i fossi i costi sono altissimi. I “fanghi di dragaggio”, dopo le analisi chimico-fisiche nella maggior parte dei casi sono classificati come rifiuto e talvolta speciale dovrebbero essere conferiti in discarica, con un alto costo, mediamente mille euro al metro, per il trasporto e lo smaltimento. Il dragaggio dei canali e dei fossi è fondamentale perché evita gli allagamenti: in caso di evento meteorico superiore alla media o addirittura eccezionale, l’aver effettuato correttamente la pulizia significa la difesa di tutti i cittadini”.

Ghezzi: “Indispensabile oggi una più diffusa cultura della
prevenzione”

Paolo Ghezzi ha affermato che “I disastri ambientali, con le conseguenze distruttive che possono generare, hanno caratterizzato tutta la storia dell’umanità. Nell’ultimo secolo, tuttavia, e in particolare negli ultimi 50 anni alcuni effetti globali, sia per le dinamiche socio demografiche che per i cambiamenti climatici in atto, le responsabilità dell’uomo risultano più evidenti che in passato. Nel 2030 il 70% della popolazione mondiale si concentrerà in centri urbani in cui si prevede vivranno circa 6.5 miliardi di persone nel 2050.

Un processo che in Italia si è già in buona parte consumato spesso senza però tenere in adeguata considerazione le fonti di rischio tipiche del nostro paese. Per questo è indispensabile oggi una più diffusa cultura della
prevenzione, perseguendo con forza gli obiettivi del Piano di riduzione del rischio (Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030) in stretta correlazione con gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030”

Zirilli: “Proteggere le proprie comunità dai disastri è il modo
per rendere sostenibile un territorio”

A seguire ha preso la parola Ottavio Zirilli, che è anche membro del Consiglio direttivo dell’associazione europea per i laboratori sostenibili, il quale ha aggiunto che “i disastri e le catastrofi sono fonte di particolare apprensione a causa della loro imprevedibilità, da cui la difficoltà di garantire adeguate misure di emergenza. La complessità delle cause responsabili di questi episodi rendono prioritario considerare la
necessità di occuparsi della valutazione, riduzione e gestione di questi rischi, ed è quindi fondamentale dotarsi del minimo grado di conoscenza degli effetti dopo aver indagato sulle cause, per sapere poi con quali elementi, reali o presunti, confrontarsi in fase di pianificazione e gestione; sottolineando quanto il comportamento dell’uomo sia direttamente connesso con quei fenomeni.

La comunità mondiale e la maggior parte dei singoli paesi hanno in passato preferito affrontare il problema cercando di rispondere, atteggiamento reattivo, agli eventi avversi piuttosto che anticiparli, atteggiamento proattivo; ma questa posizione è diventata sempre più difficile da sostenere, perché gli effetti dannosi che devono essere sopportati dopo il disastro sono diventati così alti da risultare insostenibili e tali da danneggiare in modo talvolta permanente l’economia.

Proteggere le proprie comunità dai disastri, diviene quindi non solo un
“dovere istituzionale” ma il modo per rendere sostenibile un territorio. Oggi la preparazione, mitigazione e risposta ai disastri sono parte del linguaggio di tutte le organizzazioni nazionali e internazionali e sono la base per promuovere la riduzione del rischio disastri. Molti disastri sono legati all’uso indiscriminato del suolo, al crescente uso di tecnologie, alla crescita demografica, ai cambiamenti climatici globali e all’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali che incidono pesantemente sugli equilibri naturali; infatti, solo di recente si cerca di modificare questa tendenza introducendo tecnologie a impatto ambientale ridotto o comunque compatibile con il naturale funzionamento del sistema ambiente, ma la loro conversione è molto lenta e spesso costosa e la politica del profitto le rende difficilmente attuabili. Tutto questo ha come conseguenza il fatto che questi eventi presentano ogni volta un “costo” sempre più alto in termine di vite umane, di perdite economiche e di sviluppo sia sul breve che sul lungo periodo, limitando la crescita economica e socio-culturale delle aree colpite. E’ quindi compito dell‘uomo – ribadisce Zirilli – cogliere il contributo che la storia dei disastri può offrire, analizzando e studiando i disastri negli aspetti tecnici, sociali e organizzativi, per non commettere gli stessi errori, cosi che le tragiche vicende delle quali la storia è testimone non possano più ripetersi”.

Borelli: “Il sistema di messaggistica che usa Pisa lo replicheremo su scala nazionale”

“A Pisa – ha detto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli – da molti anni c’è un efficace sistema di protezione civile e un consolidato rapporto di collaborazione tra il Comune e il Dipartimento della Protezione Civile. Il sistema di messaggistica che usa Pisa lo replicheremo su scala nazionale, abbiamo preso il modello pisano e lo stiamo replicando in altre realtà. Qui – ha aggiunto Borrelli – il sistema di allerta funziona attraverso una preventiva iscrizione del cittadino a una piattaforma, mentre quello nazionale lo abbiamo pensato analogo ma senza iscrizione, ovvero raggiungendo tutti i telefoni cellulari che si agganciano alle celle telefoniche, un sistema capillare che non richiede la registrazione preventiva da parte dei cittadini”.

Borrelli ha anticipato che entro l’anno sarà varato un piano straordinario di interventi nel settore della prevenzione. «I dati degli ultimi due mesi parlano di sei miliardi di euro di danni e di 50 morti (ai quali si aggiungono i 43 del ponte Morandi di Genova), in 10 regioni e due province autonome”.




Roma, Tiburtina: rapina un passante con un coccio di bottiglia

ROMA – Nel corso dei quotidiani servizi di controllo nei pressi della stazione ferroviaria Tiburtina e aree limitrofe, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Parioli hanno arrestato un 31enne delle Filippine, senza fissa dimora e con precedenti, con l’accusa di rapina.

Ieri pomeriggio, l’uomo ha avvicinato una passante, 54enne del Marocco, che camminava a piedi sulla circonvallazione Nomentana in direzione dello scalo ferroviario e, minacciandola con un coccio di bottiglia, le ha strappato con violenza la borsa, che conteneva documenti d’identità e denaro contante.

Intervenuti immediatamente su richiesta della vittima giunta al 112, i Carabinieri hanno acquisito la descrizione del malvivente e lo hanno rintracciato e bloccato poco distante dalla stazione, ancora in possesso della refurtiva, che è stata recuperata e restituita alla malcapitata.

L’arrestato è stato portato in caserma e trattenuto in camera di sicurezza, in attesa del rito direttissimo.




Roma, grossa operazione della Finanza: sgominata cellula di narcotrafficanti olandesi

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito complesse indagini all’esito delle quali il Tribunale capitolino, su proposta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 soggetti, dediti al traffico di droga sull’asse Olanda – Italia.

I Finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e servizi dinamici sul territorio, hanno scoperto l’operatività di una cellula criminale in contatto con distributori di Roma e provincia, che riusciva a canalizzare verso il mercato clandestino della Capitale considerevoli quantitativi di droga, in particolare marijuana, provenienti dai Paesi Bassi e occultati all’interno di autovetture appositamente adibite a tale scopo.

Referente a Roma della gang era il cittadino olandese SOETEN Arne – classe 1969, già domiciliato in Italia – che, con l’ausilio del “corriere” di fiducia MARTIN Mauricio Alessandro – connazionale, classe 1977 – e con la collaborazione di LETSCHERT Jermaine – anch’egli olandese, classe 1986 – aveva organizzato un fiorente traffico internazionale di stupefacenti.

Il definitivo riscontro alle ipotesi investigative si è avuto quando le Fiamme Gialle hanno sequestrato, presso il casello autostradale di Roma Nord, una partita di circa 4,8 kg. di marijuana, abilmente occultata all’interno dell’imbottitura dei sedili posteriori di un’autovettura con targa estera, traendo in arresto – in flagranza di reato – il “corriere”.

Essendo i tre destinatari della misura attualmente all’estero, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Roma ha emesso un Mandato di Arresto Europeo, sulla base del quale le autorità di polizia dei Paesi Bassi e della Spagna, attivate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, in sinergia con il II Reparto del Comando Generale della
Guardia di Finanza, hanno provveduto alla loro cattura.




Mandato d’arresto per il terrorista rosso Cesare Battisti: pronta l’estradizione per l’Italia

“Cesare Battisti deve essere arrestato per evitare il pericolo di fuga in vista di un’eventuale estradizione”.

Il nuovo corso voluto da Jair Bolsonaro ha avuto conseguenze immediate sulla vicenda dell’ex terrorista dei Pac.

A ordinarne l’arresto, con un provvedimento immediatamente esecutivo, è stato un magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano, Luis Fux.

Che ha invece chiesto una decisione collegiale (pur definendosi favorevole) sulla possibilità che un capo di Stato annulli la decisione di un suo predecessore sulla concessione dell’estradizione.

Formalmente, il giudice Luis Fux ha revocato una misura a favore di Battisti, che lui stesso aveva concesso nell’ottobre dell’anno scorso. Lo ha fatto su richiesta della Procuratrice Generale, Raquel Dodge, per “evitare il rischio di fuga e assicurare una eventuale estradizione”, secondo un comunicato diffuso dalla stessa Procura.

Il Stf si era già dichiarato a favore dell’estradizione di Battisti nel 2010, lasciando però l’ultima parola all’allora presidente, Lula da Silva, riguardo alla sua permanenza nel paese.

Lula concesse all’italiano la residenza permanente in Brasile nelle ultime ore del suo mandato. Lo scorso 6 novembre Fux aveva presentato al Stf la sua relazione sul caso Battisti, chiedendo che sia esaminato in sessione congiunta da tutti i magistrati dell’alta corte. Il Stf deve decidere se un presidente può legalmente modificare una decisione del genere presa da un suo predecessore.

Il presidente eletto, Jair Bolsonaro, ha assicurato molte volte – l’ultima ieri, ricevendo l’ambasciatore italiano in Brasile – che intende concedere l’estradizione di Battisti, che considera un “piccolo regalo” per il popolo italiano.

Un atteggiamento che è stato molto apprezzato da Matteo Salvini. I media brasiliani danno per scontato che i legali di Battisti presenteranno un ricorso contro la decisione di Fux, chiedendo un parere dell’intero Srf. Ma l’ex terrorista dovrà aspettare la decisione dietro le sbarre. Al momento il suo legale si è limitato ad un “non comment” dopo aver precisato di non aver ancora avuto accesso agli atti del giudice:”l’ho saputo dai media”, ha detto. Battisti vive in Brasile dal 2009, e attualmente risiede a Cananeia, sulla costa dello stato di San Paolo. Nell’ottobre dell’anno scorso è stato arrestato a Corumbà, nello stato di Mato Grosso del Sud, mentre, secondo l’accusa, tentava di attraversare il confine boliviano con 6 mila dollari e 1.300 euro non dichiarati. Liberato dopo tre giorni, è rimasto comunque sotto processo per esportazione illegale di valuta.

Le condanne

In Italia Cesare Battisti è stato condannato a due ergastoli (gli ergastoli vengono considerati due, anche se nella sentenza unica del processo ai PAC si parla di condanna all’ergastolo, al singolare) per i delitti Santoro e Campagna e svariati anni di carcere, principalmente per concorso morale nell’omicidio Torregiani (13 anni e cinque mesi), concorso nell’omicidio Sabbadin, e per insurrezione armata (12 anni), possesso illegale di armi, banda armata, associazione sovversiva, rapina, furto a cui si aggiunse poi evasione; per quanto riguarda i quattro omicidi eseguiti dal gruppo dei PAC, in tre venne giudicato come concorrente nell’esecuzione (in due avrebbe sparato di persona i colpi mortali), in uno co-ideatore, anche se eseguito da altri; durante il processo ai PAC vennero stilati in totale 68 capi d’accusa, di cui 34 anche contro Battisti. Per alcuni capi d’accusa minori venne assolto. In primo grado ebbe solo una condanna a 6 anni per possesso di armi e banda armata, raddoppiati però a 12 per l’aggravante di finalità terroristica (associazione sovversiva), come previsto della legislazione speciale; ormai contumace, in appello (1986) e in via definitiva (1991, 1993 per il delitto Torregiani), subì l’ergastolo.

Gli omicidi addebitati a Battisti 

• 6 giugno 1978 a Udine, Antonio Santoro, maresciallo della Polizia penitenziaria; il delitto, subito attribuito alle Brigate Rosse, viene poi rivendicato il giorno dopo dai PAC con una telefonata al Messaggero Veneto. A sparare fu Battisti, che ebbe la collaborazione della complice Enrica Migliorati (fingendosi una coppia di fidanzati), studentessa di 23 anni, che non ebbe l’ergastolo come Battisti ma 22 anni di carcere (ne scontò 14 dopo la sua estradizione dalla Svizzera nel 1992) per concorso e parziale dissociazione. Santoro era accusato dai PAC di maltrattamenti ai danni di detenuti, in seguito a inchieste giornalistiche della stampa di sinistra, specie del quotidiano Lotta Continua, che lo accusarono di abuso d’ufficio e abuso di potere; nel volantino di rivendicazione, intitolato Contro i lager di Stato, i PAC scrissero che l’istituzione carceraria andava distrutta perché «ha una funzione di annientamento del proletariato prigioniero» e di «strumento di repressione e tortura».

• 16 febbraio 1979 alle ore 15 circa a Milano, Pierluigi Torregiani, gioielliere[; questo e il successivo delitto Sabbadin vengono rivendicati dai Nuclei Comunisti per la Guerriglia Proletaria con un volantino lasciato in una cabina telefonica di piazza Cavour a Milano. Battisti, che era in un altro luogo, occupato con l’omicidio Sabbadin, fu condannato come co-ideatore e co-organizzatore. Nel corso dell’assassinio di Pierluigi Torregiani, eseguito da un commando composto da Giuseppe Memeo, Sebastiano Masala e Gabriele Grimaldi (con la complicità di Sante Fatone), venne coinvolto anche suo figlio adottivo Alberto, che da quel giorno vive paralizzato su una sedia a rotelle per un colpo sparato dal padre durante il conflitto a fuoco con gli attentatori. Torregiani, il 22 gennaio precedente, aveva ucciso un rapinatore durante una tentata rapina in un ristorante, in cui si trovava con i gioielli che aveva mostrato a una vendita televisiva; per recuperare i gioielli, Torregiani e un suo amico aprirono il fuoco contro i banditi armati che stavano svuotando la cassa del ristorante Il Transatlantico, e nello scontro che ne seguì morirono un rapinatore, Orazio Daidone, 34 anni, e un altro cliente, Vincenzo Consoli, commerciante catanese. Un altro dei clienti rimase ferito. Alberto Torregiani sostiene che i PAC scelsero il padre come vittima perché era stato diffamato dalla stampa locale e presentato come “giustiziere” (in un titolo su la Repubblica) e “sceriffo” contro gli “espropriatori proletari”. Secondo Battisti, i PAC consideravano Torregiani e Sabbadin come «uomini di estrema destra che praticavano autodifesa, che andavano sempre armati (una specie di milizia)», «giustizieri di estrema destra» e della “controguerriglia”, praticanti la giustizia sommaria. Alberto Torregiani ha dichiarato di voler chiedere il risarcimento danni allo Stato italiano, anziché a Battisti, vista la mancata estradizione.

• 16 febbraio 1979 alle ore 18 circa a Santa Maria di Sala, Lino Sabbadin, che svolgeva attività di macellaio. Battisti fu complice nell’omicidio facendo da “copertura armata” all’esecutore materiale Diego Giacomin, reo confesso («devo dire che fui l’autore degli spari e che mi trovavo insieme a un compagno dell’organizzazione» disse al processo), coadiuvato da Paola Filippi (autista) e sotto la direzione organizzativa di Pietro Mutti. Sabbadin, militante del Movimento Sociale Italiano, si era opposto con le armi al tentativo di rapina del suo esercizio commerciale, uccidendo Elio Grigoletto, 23 anni. Il figlio di Sabbadin, in un’intervista a una rivista della destra radicale francese, ha sostenuto che gli uccisori erano complici del rapinatore, ma la cosa è stata smentita, gli stessi PAC affermarono di aver voluto vendicare l'”espropriatore proletario”. Sabbadin aveva già subito un attentato dinamitardo da parte della Guardia Territoriale Comunista.

• 19 aprile 1979 a Milano, Andrea Campagna, agente della DIGOS[78]. Il delitto fu subito rivendicato dai PAC e poi da altri gruppi terroristici, per cui i PAC intervennero con una seconda telefonata di rivendicazione in cui viene definito «torturatore di proletari». L’omicidio fu eseguito con diversi colpi d’arma da fuoco al volto, di cui fu riconosciuto come l’esecutore materiale, mentre Pietro Mutti e un altro complice aspettavano in automobile. Campagna aveva partecipato ai primi arresti legati al caso Torregiani, in qualità di guidatore dell’auto con a bordo i capisquadra, ed era apparso in televisione accanto ad alcuni membri dei PAC e dell’Autonomia Operaia appena arrestati.

Sia Andrea Campagna sia Antonio Santoro furono in seguito insigniti della medaglia d’oro al merito civile “alla memoria”.