Venafro, a Venolea 2018 si parla di ecosostenibilità con il prof. Livio De Santoli

VENAFRO (IS) – Venolea 2018, la manifestazione promossa dal Parco dell’Olivo di Venafro che punta alla tutela dei paesaggi rurali storici, vedrà tra i suoi partecipanti il pro Rettore dell’università La Sapienza con delega all’energia, il Professore Livio De Santoli. Di origine molisana, sarà presente al convegno proprio per parlare di territorio, dell’impatto che le attività umane hanno sui territori agricoli e rurali.

Puntata di Officina Stampa del 13/12/2018
Puntata di Officina Stampa del 23/02/2017

Abbiamo chiesto al pro Rettore quale è il messaggio che vuole portare nella discussione, in una dichiarazione che pubblichiamo in anteprima per i lettori de L”Osservatore d’Italia

Quella di sabato sarà la prima uscita ufficiale da quando è stato nominato Pro Rettore, nella quale si parlerà di territorio. Quanto può influire un’attenta politica energetica per la salvaguardia di luoghi come quelli del Molise, che lei conosce bene perché ne è originario?

Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno assunto l’obbligo di presentare entro il 2018 il Piano nazionale clima-energia, che deve contenere la definizione degli obiettivi e delle misure al 2030 coerenti con quelli su energia e decarbonizzazione dell’Unione europea (Clean Energy for All European Package) e una proiezione di questi obiettivi al 2050.

Gli obiettivi della UE sono molto sfidanti e possono essere conseguiti solo con azioni contestuali, congiunte ed intersettoriali su tutti i centri di consumo. Un centro di consumo molto rilevante è quello dell’agricoltura, che rappresenta attualmente circa il 30 per cento del consumo totale di energia del mondo ed il 22 percento delle emissioni di gas climalteranti totali. I paesi industrializzati utilizzano una porzione maggiore di questa energia per la lavorazione e il trasporto, tre-quattro volte superiore all’energia usata per la produzione primaria.

Questo significa che occorre necessariamente migliorare l’efficienza energetica per l’intera filiera alimentare, nelle coltivazioni, nell’uso dell’irrigazione e fertilizzanti, nella refrigerazione, nei sistemi di stoccaggio, nei trasporti, nella produzione e nella preparazione del cibo. I consumi di energia nel sistema agricolo-alimentare italiano sono – dopo un lungo trend in diminuzione – in rialzo, con una quota parte dell’energia finale consumata in Italia pari a circa 12%. Anche in questo settore occorre fare di più e soprattutto farlo in maniera organica, proprio nel settore alimentare dove si consuma quasi il doppio di quello agricolo (8 contro 5 Mtep/anno).

I potenziali risparmi energetici del settore sono da considerarsi significativi, con valori del 25% nell’irrigazione, del 70% nella ventilazione degli ambienti industriali e del 20% nella trasformazione agroalimentare, con interventi di efficienza energetica che devono riguardare contestualmente sia la produzione, la trasformazione, la conservazione dei prodotti, la climatizzazione degli ambienti di lavoro. Ma per rendere più strutturale il tema dell’efficienza energetica nel settore agricolo, occorre riferirsi obbligatoriamente alla filiera corta come strumento per ridurre le emissioni e contenere il consumo di fonti fossili. Questo significa valorizzazione dei territori ed investimenti soprattutto rivolti a questi.

Infine, l’accesso all’energia prodotta da fonti rinnovabili trova una perfetta integrazione e utilizzazione nei settori dell’agricoltura, dell’acquacoltura, negli impianti di trasformazione dei prodotti e l’energia può essere fonte di introiti supplementari se venduta sul territorio, soprattutto se favorisce lo sfruttamento delle risorse locali, dei residui di biomassa, della produzione e della trasformazione alimentare. L’aumento dell’uso delle fonti rinnovabili è allo stato iniziale nel settore agricolo, e proprio per questo il settore in questo campo si rivela ad elevato potenziale, a patto che si potenzino investimenti e ricerca, unitamente allo sviluppo di programmi di istruzione e di disseminazione di buone pratiche.

Simonetta D’Onofrio




Marsala, giornata storica per 268 lavoratori precari: dopo 20 anni arriva l’assunzione a tempo indeterminato

MARSALA (TP) – Duecentosettantotto. Sono i lavoratori in servizio al Comune di Marsala che diranno “addio” al precariato. Mentre per i 19 lavoratori impegnati in Attività socialmente utili (ASU) si dovrà aspettare gennaio prossimo; per gli altri 249 contrattisti, domani – venerdì 28 dicembre – sarà il momento della loro entrata in ruolo nei ranghi comunali.

“Una giornata storica per il mondo del lavoro siciliano, afferma il sindaco Alberto Di Girolamo

Dopo quasi vent’anni, tantissimi lavoratori marsalesi saranno stabilizzati, entrando nella pianta organica dei dipendenti comunali. Un traguardo per il quale abbiamo svolto un meticoloso lavoro di preparazione, sfruttando tutte le opportunità che la normativa via via consentiva. Oggi, con grande soddisfazione poniamo fine a quella condizione lavorativa che teneva in apprensione anche le rispettive famiglie che tantissimi, pur nella precarietà del servizio, hanno nel tempo formato”. I primi 249 precari prossimi alla definitiva stabilizzazione – alcuni in servizio al Comune dal lontano 2001 – hanno superato il concorso della categoria di appartenenza e saranno inquadrati nel corrispondente profilo professionale. In particolare:

n. 12 di categoria “D” (7 Istruttori direttivi
amministrativi/tecnici, 2 Avvocati, 2 Assistenti sociali,1 Ufficiale di Polizia
municipale,);

n. 151 di categoria “C” (93 Istruttori amministrativi, 33
Istruttori tecnici, 25 Agenti di Polizia municipale);

n. 42 di categoria “B” (12 Collaboratori
amministrativi/informatici, 30 Esecutori);

n. 44 di categoria “A” (profilo professionale di Operatore).

Tutti loro, domani – venerdì 28 dicembre – a Palazzo Municipale
(si comincerà alle ore 9 circa) firmeranno l’atteso contratto a tempo indeterminato,
per 24 ore mensili. “Alla loro esperienza sul campo, sottolinea il
vicesindaco Agostino Licari, hanno aggiunto la formazione che questa
Amministrazione ha programmato in vista dell’assunzione. In più, lo studio per
la partecipazione ai rispettivi concorsi ha fatto si che il Comune – ora –
possa contare su lavoratori più preparati, in grado di offrire un servizio
migliore ai cittadini”
.

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Latina, suicidio di 2 poliziotti della Questura: parla Elvio Vulcano Ugl-Les

LATINA – Due Poliziotti della Questura di Latina si suicidano sparandosi. A distanza di pochi giorni due poliziotti in servizio presso la questura di Latina si sono suicidati sparandosi con l’arma in dotazione, l’ultimo dei due, persino sul terrazzo della stessa questura, molto probabilmente il giorno precedente il Natale o proprio il giorno di Natale.

Riteniamo l’argomento della massima importanza, poiché due suicidi di appartenenti alle Forze dell’Ordine, nel giro di così breve tempo, è un fatto che merita molta attenzione.

Ne parliamo con Elvio Vulcano, Coordinatore Nazionale del sindacato Ugl-LeS (ovvero l’unica voce dell’Ugl nella Polizia di Stato).

Il LeS, di cui Lei è portavoce, è sempre stato una voce che si è contraddistinta per le battaglie civili in favore delle Forze dell’Ordine in generale e degli appartenenti alla Polizia di Stato, in particolare, mostrando sempre molta attenzione alle problematiche della provincia pontina. Le chiediamo: cosa sta succedendo nella Questura di Latina? Inoltre, non le sembra che il precedente suicidio sia passato sin troppo sotto silenzio?
Da tempo denunciamo il malessere che vivono i colleghi che prestano servizio nel territorio pontino, dovuto a molteplici cause, tuttavia, ahimè, non sembra che siano stati presi provvedimento per eliminare almeno qualcuna di queste cause, quali, ad esempio, gli stressanti turni di servizio a cui qualcuno si sottopone, forse perché non sa dire di no alle richieste del proprio dirigente o per qualche altro motivo. Latina è una realtà particolare in cui persino fatti così eclatanti passano in sordina e, probabilmente, la cosa a qualcuno potrebbe non dispiacere.

Lei ci sta raffigurando un quadro che sembra abbastanza singolare nel panorama nazionale. Il vostro sindacato, come si sta muovendo per sollevare l’attenzione su questa situazione?
Le mie sono soltanto delle ipotesi. Spetterà alla Magistratura fare piena luce sui due fatti accaduti e, ne siamo certi, che la Magistratura andrà fino in fondo, come è giusto che sia. Inoltre, il nostro Segretario Nazionale Giovanni Iacoi ha immediatamente richiesto l’intervento del ministro Salvini con un’accorata lettera nella quale, partendo dal suicidio del giovane Assistente Capo di Latina, ha sollevato l’attenzione sull’aumento esponenziale dei suicidi nelle forze dell’ordine. Sappiamo che anche il sindacato al quale era iscritto l’Assistente Capo ha formalizzato una richiesta di “accesso agli atti” e tale richiesta rende plausibile la tesi che in questo caso la causa sia attribuibile allo stress lavoro correlato, nonostante il tentativo, che da qualche parte è stato tentato, di screditare un bravo ragazzo ed un ottimo poliziotto.

Cosa ci può dire del suicidio dell’Ispettore che è stato trovato solo il giorno di Natale sopra un terrazzino della Questura, malgrado egli si sia tolto la vita, forse, qualche giorno prima?
Era un poliziotto molto conosciuto, serio ed apprezzato e lo dimostrano anche i numerosi messaggi di cordoglio sui social media. Era una persona generosa e pronta ad esporsi per reclamare rispetto per i propri diritti. Una persona con un carattere forte da cui non ti puoi certo aspettare un gesto così. Non vorremmo che a qualcuno, ora, venisse la tentazione di giustificare il suo gesto attribuendolo di getto a cause esterne all’ambiente lavorativo. Ben due casi a distanza di pochi giorni uno dall’altro reclamano e meritano la massima attenzione sia da parte della magistratura locale che da parte dello stesso Ministero dell’Interno, ed è proprio quello che, come colleghi, come amici, prima ancora che come poliziotti, riteniamo lecito attenderci.

Che cosa proponete come Organizzazione Sindacale?
Se sarà accertata qualche responsabilità in ambito lavorativo, andrebbe pure appurato quanti poliziotti sono in malattia per stato ansioso ed in quali uffici questi prestano servizio. Se i casi dovessero essere in numero relativamente elevato rispetto ad altri uffici della questura o, persino, rispetto, ad altre questure, il Ministero dovrebbe adottare provvedimenti immediati nei confronti di coloro che dovessero essere ritenuti in qualche modo responsabili, anche se, ovviamente, in maniera indiretta di queste situazioni, anche se non portate alle estreme conseguenze. In sostanza, se deve manifestarsi l’opportunità di rimuovere qualche dirigente, è bene che il Ministero adotti gli opportuni provvedimenti, senza guardare in faccia a nessuno, come è giusto che sia. Nelle prossime ore chiederemo a Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl, sindacato del quale, peraltro, condividiamo pienamente lo statuto e che ha portato in diverse piazze Italiane l’iniziativa ‘Lavorare per Vivere’, di aiutarci in questa lotta. Durante le iniziative che l’UGL ha finora portato avanti sul tema, per sensibilizzare l’opinione pubblica, sono state installate sagome bianche in numero pari alle persone morte sul lavoro. Lo riteniamo un segnale importante per sensibilizzare i vertici dei vari Ministeri interessati su un tema ormai non più eludibile.
La sensibilità di Capone sulla tematica dei decessi, soprattutto nelle forze armate, è da sempre una costante tra le finalità della lotta sindacale di quella Organizzazione Sindacale e noi non possiamo che plaudire al fattivo sostegno che ci aspettiamo di ricevere, e che informalmente ci è stato anche anticipato per l’opera che stiamo svolgendo localmente perché tutti, a partire dai parenti e finire a noi colleghi abbiamo la certezza che saranno svolte le indagini più minuziose, perché crediamo fortemente nello Stato e nelle sue istituzioni, ed, in primo luogo, proprio nella magistratura.




Caltanissetta, discoteca stracolma: denunciato titolare

CALTANISSETTA – I poliziotti della sezione volante domenica scorsa hanno denunciato, in stato di libertà, il titolare di una sala da ballo ubicata in via Due Fontane poiché, di seguito a un controllo amministrativo, all’interno della stessa hanno trovato quasi il triplo di persone rispetto alla capienza massima autorizzata dal Questore.

In particolare, nella notte tra sabato e domenica, intorno alle due, tre pattuglie si sono recate presso l’anzidetta sala da ballo, regolarmente autorizzata a fare trattenimenti danzanti, con capienza massima di 176 persone. All’interno della sala i poliziotti hanno riscontrato la presenza di un ingente numero di giovani, che a stento riuscivano a muoversi all’interno del locale, nel quale l’aria era irrespirabile. Accertato il potenziale pericolo per l’incolumità pubblica, i poliziotti hanno fatto spegnere l’impianto stereo e, in piena sicurezza, i ragazzi presenti all’interno della sala da ballo sono stati fatti defluire all’esterno.

Al termine del deflusso i giovani presenti all’interno della sala conteggiati dai poliziotti erano ben oltre 400, più un altro gruppo di giovani non conteggiato poiché uscito da un’altra uscita. E’ stata ordinata la cessazione dell’evento danzante e il titolare è stato denunciato, alla locale Procura della Repubblica, per inosservanza delle prescrizioni imposte dal Questore con la licenza di autorizzazione, sebbene l’organizzazione della serata era di persona diversa dal titolare di licenza che però, secondo il testo unico sulle leggi di pubblica sicurezza, è il responsabile della licenza, motivo per il quale è stato deferito.




Riccione, arrestato “nonno orco” per violenza sessuale sulle nipotine

RICCIONE (RN) – Un uomo di 68 anni è stato arrestato dai carabinieri di Riccione con l’accusa di violenza sessuale sulle nipotine in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Rimini, Benedetta Vitolo, su richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani.

Le condotte dell’uomo sarebbero state ripetute negli anni ai danni di diverse bambine, nipotine del “nonno orco” che per molto tempo avrebbe tenuto soggiogate le donne della famiglia.

Le violenze sessuali sulle nipotine, cinque cugine minorenni, sarebbero iniziate in Sudamerica, nel suo Paese d’origine, e poi continuate in Italia.

Il 68enne è stato arrestato perché due delle minori, figlie del figlio, le avrebbe violentate in Italia commettendo l’ultimo reato nel 2017. Oggi sono ragazzine di 15 e 16 anni e hanno confermato tutto agli inquirenti dopo che la cugina più grande, oggi una donna di 29 anni, si è rivolta ai carabinieri. Al momento dell’arresto l’uomo ha respinto le accuse.




Si separa e trova l’amore: l’ex marito li uccide

Ha reso una “confessione piena” Giuseppe Gualtieri, l’uomo sottoposto a fermo per omicidio plurimo aggravato e porto d’armi illegali per la morte della ex moglie, Francesca Petrolini, di 53 anni, e del suo compagno Rocco Bava (43). Lo rendono noto i carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro.
    Gualtieri ha ammesso le proprie responsabilità nel corso dell’interrogatorio cui è stato sottoposto, alla presenza del suo legale, dal pm del Procura di Catanzaro Chiara Bonfadini che ha operato con il coordinamento del procuratore Nicola Gratteri ed il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla. L’uomo ha spiegato il suo gesto con la non accettazione della nuova relazione sentimentale avviata dalla ex moglie da cui Gualtieri era separato legalmente da quasi un anno.
    L’uomo, che si era reso irreperibile subito dopo il duplice omicidio, è stato rintracciato stamani nelle vicinanze dell’abitazione di un congiunto e quindi portato in caserma per essere interrogato. Chiarite anche le modalità di esecuzione del duplice omicidio, commesso con un fucile – trovato nel corso di una perquisizione – e con una pistola gettata successivamente in un dirupo e per la quale sono ancora attive le ricerche. 




Papa: “Superare ingordigia ed egoismi. Basta avidità!”

“L’uomo è diventato avido e vorace. Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere”. E’ stato questo il forte richiamo del Papa nell’omelia della messa della Notte di Natale. “Betlemme è la svolta per cambiare il corso della storia”, ha indicato il pontefice. Andare dunque a Betlemme, andare incontro a Dio: questo l’invito del pontefice. “La strada, anche oggi, è in salita: va superata la vetta dell’egoismo, non bisogna scivolare nei burroni della mondanità e del consumismo. Voglio arrivare a Betlemme, Signore, perché è lì che mi attendi. E accorgermi che Tu, deposto in una mangiatoia, sei il pane della mia vita. Ho bisogno della fragranza tenera del tuo amore per essere, a mia volta, pane spezzato per il mondo”.
La messa di questa sera, con imponenti misure di sicurezza, ha aperto le celebrazioni natalizie in Vaticano. Domani il Papa impartirà la tradizionale benedizione ‘Urbi et Orbi’, nel corso della quale sono da attendersi ancora messaggi a favore della solidarietà e della pace, a partire da quelle aree del pianeta ancora piagate dai conflitti. Natale in Iraq invece per il Segretario di Stato Vaticano, il card. Pietro Parolin, che stanotte celebra la messa a Baghdad e che nei prossimi giorni si recherà anche ad Erbil e nella Piana di Ninive dove stanno faticosamente rientrando i cristiani che erano stati cacciati dall’Isis. Grande gioia per il Patriarcato caldeo che si augura che la visita di Parolin possa essere tra l’altro “una premessa” ad un possibile viaggio di Papa Francesco in Iraq.
Stanotte il messaggio del Papa è tutto dedicato alla necessità di condividere con chi è più in difficoltà: “Spezzo il mio pane con chi ne è privo?”, ha chiesto. Poi il pontefice ha esortato a vivere in “attesa”, non nella pretesa, e a non aspettare Dio “sul divano”, come “chi si sente arrivato e non ha bisogno di nulla”. Solo andando incontro a Dio e agli altri si potrà cogliere l’essenza del messaggio di Natale.
Saluti a sorpresa questo pomeriggio dal Papa agli uomini e le donne dell’esercito italiano. In un videomessaggio si è rivolto soprattutto a coloro che sono in servizio, lontani da casa.
Un Natale all’insegna dell’attenzione per l’altro: la Chiesa italiana chiede di cogliere l’occasione della festività per mostrare solidarietà. Da Cremona a Matera, fino al messaggio dei Gesuiti, l’invito è a guardare a chi è nella necessità e non ai bagliori delle chiese. Perché oggi, come allora fu per Gesù, c’è chi è rifiutato, come coloro che sono “stipati nei barconi”, ha detto monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo




Roma, metro B: quando il viaggio può diventare un incubo

ROMA – All’improvviso, tra uno scossone e l’altro, si sono aperte le porte del treno, ma quelle del lato opposto alla banchina, lasciando i passeggeri increduli. Fortuna ha voluto che il convoglio non fosse stipato, come spesso accade nei giorni antecedenti al Natale, altrimenti le conseguenti sarebbero state certamente gravi.

L’incredibile – e grave – episodio si è verificato nel pomeriggio del 23 dicembre, intorno alle 17.24 a bordo di un treno della Linea B della metropolitana di Roma, diretto a Rebibbia, facente parte del gruppo MB del 1990 (materiale ancora funzionale se non fosse per la scarsità delle manutenzioni, un fatto risaputo). E, specificatamente, alla fermata Castro Pretorio, come testimoniato dall’immagine scattata da un utente. Che immortala, in maniera inconfutabile, le porte spalancate dalla parte sbagliata. “Le altre, quelle sul lato banchina”, racconta il passeggero che preferisce l’anonimato, “sono rimaste chiuse. Dato che era un treno a più elementi, non un CAF insomma, non ho visto in quel momento se lo ha fatto su tutte le carrozze o solo su alcune”. Inoltre, riferisce che “la macchinista è riuscita a chiuderle e ad aprire quelle giuste, verificando, prima di ripartire, se tutti i vagoni erano apposto”.

Il viaggio è proseguito
regolarmente, ma fino alla stazione Tiburtina,
“dove ci hanno fatto scendere”, continua il malcapitato, “e il treno ha
proseguito vuoto, fuori servizio. Abbiamo dovuto attendere il successivo. E
Meno male che non era pieno e che il fatto è avvenuto in una delle poche
stazioni a canne singole, anche se è pericoloso ugualmente”.

Errore umano o problema tecnico? L’enigma è degno dei migliori gialli inglesi, anche se c’è da dire che quei convogli, seppur superati, sono dotati di un sistema elettronico capace di leggere la posizione del marciapiede in fermata (lato desto o sinistro), superabile soltanto con una forzatura manuale.

David Nicodemi




Napoli, 1220 opere da non perdere al Museo e Real Bosco di Capodimonte

“Depositi di Capodimonte – Storie ancora da scrivere” al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli visitabile fino al 15 maggio 2019.

Il Museo di Capodimonte mette in mostra 1220 opere finora custodite nei suoi ben 5 depositi di dipinti, sculture e oggetti vari, l’intera esibizione costituisce circa il 20% del totale delle opere in essi contenute.

L’intento di Depositi non è solo di dare una nuova vita alle opere finora accantonate dalla selezione, dal gusto e da una ragione storica artistica, per la quale in passato si decise di non far vedere perché volta ad individuare una nuova corrente che meritava di essere vista, ma la mostra dà una nuova collocazione all’immaginario collettivo del deposito stesso dei musei, non più luoghi inaccessibili di tesori nascosti o di universi chiusi, ma luoghi pieni anche di capolavori sconosciuti.

La mostra Depositi offre la possibilità agli studiosi e appassionati di arte di tutto il mondo, grazie alla digitalizzazione delle immagini ad alta definizione delle opere, l’opportunità di fruire appieno l’opera d’arte, di interagire con il museo contribuendo alla rigenerazione stessa dell’opera, rafforza ancor di più il Museo e Real Bosco di Capodimonte nell’ottica mondiale dando ulteriori “racconti” alle opere.

L’esposizione Depositi con il progetto della digitalizzazione si scrive nuove pagine della storia dell’arte, con questa mostra si è creato un nuovo dialogo e senza barriere con il museo, con le opere e con la storia dell’arte, i fruitori potranno contribuire alla catalogazione di opere prive di notizie e alla storia dell’arte.

La conoscenza dell’arte con le immagini ad alta definizione, si diffonde in maniera esponenziale grazie anche alla campagna Google attivata dall’estate 2018, con l’immissione di oltre 500 capolavori del Museo di Capodimonte (di cui 200 sono stati fotografati con la tecnica di ultima generazione “Art camera”), sulla piattaforma dedicata Google Arts & Culture, offre agli studiosi di arte la possibilità di visite virtuali a 360° delle sale del Museo e dei viali del parco.
Il Museo di Capodimonte grazie al virtuale anticipa il reale, rende visibile ciò che è nascosto e quanto è esposto, muta grazie alla digitalizzazione la storia dell’arte, che consapevolmente, non è stata mai oggettiva, offre un nuovo Grand Tour agli appassionati d’arte che non hanno la possibilità di poter visitare il museo, a differenza dei viaggiatori del passato del settecento e ottocento in visita in Italia nei luoghi dell’arte.

La fotografia storicamente è sempre stata legata alla storia dell’arte, le immagini ad alta definizione rappresentano un’innovazione nella disciplina, infatti da casa si potrà fruire l’opera d’interesse dal proprio computer e osservare ancor meglio da vicino segni, pennellate, dettagli iconografici e consistenze materiche dei pigmenti, estendendo le possibilità visive dell’occhio umano ad una maggiore analisi e lettura dell’opera.
Walter Benjamin nel saggio degli anni ’30 del 900 con “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità” accusava la fotografia della perdita dell’aura di un lavoro artistico, con la digitalizzazione si scrive un nuovo capitolo della storia dell’arte, perché dà agli studiosi una lettura maggiore all’opera d’arte.

Il Museo di Capodimonte ha avviato, con la mostra Depositi, un progetto scientifico in collaborazione con la Regione Campania e il Mibac, finalizzato alla digitalizzazione progressiva dell’intero patrimonio storico artistico, con bibliografie articolate per facilitare le ricerche degli studiosi di tutto il mondo.

Con la mostra “Depositi di Capodimonte – Storie ancora da scrivere” si ha una nuova visione dei depositi, non più luoghi chiusi da non mostrare al pubblico perché all’interno contenenti oggetti di poca importanza, con questa esibizione la visione cambia nell’immaginario collettivo, mutando la visione del deposito in un luogo contenente tesori che hanno ancora da raccontare, perché rappresentano la testimonianza storica di un determinato momento, a prescindere dal valore estrinseco.

I musei europei sono responsabili di un patrimonio inalienabile, di un’eredità storica ed identitaria, le collezioni devono essere preservate nella loro unitarietà.

Giuseppina Ercole




Velletri, Banca Popolare del Lazio: dalla lettera anonima di “soci e dipendenti coraggiosi” parte l’inchiesta– Seconda parte

Per ottenere un credito da parte della Banca Popolare del Lazio è necessario che il richiedente, qualora sia un imprenditore agricolo sia garantito da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) che è un ente pubblico economico che nel caso di insolvenza garantisce il 50 per cento dell’importo mutuato.

Coopcredit istruisce le pratiche Ismea per conto Banca Popolare del Lazio

La Banca Popolare del Lazio quindi delega la CoopCredit S.c.p.A., Società Cooperativa di Mediazione Creditizia ad istruire la parte relativa all’ottenimento della garanzia Ismea e gli riconosce tra il 2 e il 4 per cento dell’importo mutuato. Sul sito della CoopCredit si legge che è “l’unico Mediatore Creditizio specializzato nei servizi di consulenza e nell’intermediazione finanziaria al settore agricolo, agroalimentare ed agroindustriale”.

Banca Popolare del Lazio, Coop Credit, Ampla e quei legami parentali

Ampla è una società il cui oggetto sociale prevede l’istruttoria di pratiche. Ampla ha come socio di maggioranza all’80 per cento Angela Ghirga, moglie di Roberto Lucidi fratello di Massimo Lucidi, attuale amministratore delegato della Banca Popolare del Lazio.

Inoltre il presidente del collegio sindacale della CoopCredit è risultato essere Carmelo Milone il quale era anche amministratore unico di Ampla: in pratica la CoopCredit pagava una società amministrata dal presidente del suo collegio sindacale.
Sembra di ricordare la situazione in cui il consigliere Natalizia non dichiarava i conflitti d’interesse quando venivano affidati dalla banca i suoi clienti e il presidente del collegio sindacale della banca, il dottor Romagnoli, non rilevava l’omissione benché fosse presidente del collegio sindacale della Natalizia Petroli.

Introduciamo la figura di Massimo Lucidi, amministratore Unico di Banca Popolare del Lazio

Veniamo alla ricerca nel fantastico mondo del web che ormai è un contenitore fondamentale per capire molte corrispondenze e legami che altrimenti sarebbero sconosciuti. Chi è Massimo Lucidi?… e iniziamo ad introdurre la figura. Questo e altro nella seconda puntata dedicata alla Banca Popolare del Lazio andata in onda su Officina Stampa lo scorso 20 dicembre.

Officina Stampa puntata del 20 dicembre 2018 (prima parte su Banca Popolare del Lazio)



Con il 2019 arriva JAUMO: l’app d’incontri in nome dell’amore

Il 2018 è agli sgoccioli e cosa c’è di meglio che celebrare il Natale e il nuovo anno con un nuovo amore? JAUMO, app d’incontri con più di 800.000 iscritti solo in Italia, è lo strumento ideale a cui affidarsi durante le festività natalizie per iniziare l’anno con il piede giusto! Le vacanze di Natale potrebbero, infatti, rappresentare il momento ideale per mettersi alla ricerca, in tutta calma, dell’anima gemella.

E un’app di dating come JAUMO è un ottimo metodo per combattere la sindrome del single a Capodanno ed evitare di dover celebrare il nuovo anno tra coppie di amici dal bacio facile.

Con la funzione live streaming di JAUMO, poi, trovare la persona che davvero risponde ai propri criteri non è mai stato così facile.

L’app consente, infatti, di videochiamare il nostro match per capire sin da subito se c’è feeling o meno prima di passare direttamente agli auguri di persona. Jaumo è una parola aramaica e significa un “nuovo giorno”, una “nuova alba”. E chi lo sa, il 2019 potrebbe davvero essere l’anno della svolta per migliaia di single in Italia e non solo…

L’app è facile, sicura e garantita:

Facile perché grazie alla sua iscrizione one tap è sufficiente inserire sesso ed età per entrare subito nel mondo di JAUMO! Non è necessario inserire dati sensibili come la propria mail o utilizzare altri profili social per accedervi.

Sicura perché il suo innovativo sistema antifrode rileva attività insolite sull’app. Inoltre, il team di supporto, attivo 24/7, elabora le segnalazioni di abuso da parte degli utenti in pochi minuti.

Garantita in quanto circa il 90% delle registrazioni sono effettuate da persone reali e i profili fraudolenti vengono scovati entro pochi minuti dalla loro iscrizione alla piattaforma. Gli account fake vengono subito eliminati, così come le loro eventuali conversazioni, foto e attività come visite o match. Insomma con JAUMO trovare l’anima gemella non è mai stato così facile!

F.P.L.