Roma, Capodanno: Atac in campo per scongiurare la chiusura della Roma-Viterbo

ROMA – Prosegue, tra defezioni e sorprendenti retroscena, la sfiancante diatriba inerente la programmazione dei trasporti nella giornata del 31 dicembre. Infatti, quando tutto sembrava appianato, e la partita definitivamente chiusa, è spuntata, a sorpresa, una nuova bega che rischia di compromettere l’apertura della tratta urbana della Roma-Viterbo. E questo, mentre il servizio ferroviario della Termini-Centocelle subiva una limitazione in seguito al cedimento di un binario, come denunciato da l’Osservatore d’Italia quattro settimane fa circa. Altra nota dolente.

A poche ore dai festeggiamenti
del Capodanno, l’Atac, e con essa il
Campidoglio, è costretta fronteggiare
un’improvvisa emergenza. Si è riuscita con astuzia a dribblare l’accordo
siglato il 20 dicembre coi Confederali,
emanando il Comunicato al Personale n. 9
a firma del Direttore Ceresatto,
che prevede l’ulteriore extra – comunque legittimo – ai soli macchinisti e capotreno,
garantendosi così la copertura dei turni metroferroviari fino alle ore 3.30 del 1 gennaio, ma questo non sarebbe sufficiente a far dormire sonni
tranquilli ai vertici di via Prenestina.  

Dall’Acqua Acetosa, secondo le indiscrezioni, si sarebbe messo di
traverso il personale di stazione (DCT) della Viterbo, indispensabili per
l’apertura, al punto da spingere Ceresatto in persona a interloquire con le RSU
di riferimento, della CISL e della CGIL. Col chiaro tentativo, estremo, di
trovare una soluzione accettabile e scongiurare la chiusura della linea. Che
avrebbe sicuramenti pensanti ripercussioni a livello politico.  

A monte del malessere ci
sarebbero le tante problematiche presenti nella linea rimaste irrisolte, sotto
il profilo della sicurezza e della regolarità dell’esercizio, segnalate di
continuo dai fonogrammi/denunce inviate all’Azienda dai rappresentanti
sindacali. E, inoltre, le conseguenti condizioni precarie in cui lavorano alle
quali si è aggiunta, nelle ultime ore, la disparità del trattamento economico per
la notte di San Silvestro. Un mix esplosivo.

Le trattative continuano
ininterrottamente, e in modo serrato, anche se le stesse RSU tengono a
precisare che “stante la volontà aziendale di tenere aperta la ferrovia nella
notte del 31 dicembre, fatte le dovute valutazioni con i lavoratori
interessati, e considerato l’accordo sottoscritto il 20 dicembre tra OO.SS. e
Azienda, basato sulle prestazioni volontarie, hanno reputato che la scelta di
prestare la propria opera sia facoltà del singolo dipendente”. E questo apre
uno scenario tutt’altro che rassicurante. Alla prossima puntata.

David Nicodemi




Scossa di terremoto tra Gallicano e Colonna: paura in Capitale e ai Castelli Romani

ROMA – Una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 è stata registrata nella zona est della provincia di Roma, alle 00:52.

Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma si è verificato a 10 km di profondità con epicentro tra Gallicano nel Lazio e Colonna. Non si hanno notizie di danni a persone o cose, anche se la scossa è stata avvertita chiaramente dalla popolazione.

Continua a tremare la terra anche nelle zone etnee

Nella notte sono state numerose le scosse in provincia di Catania: le due più forti, di magnitudo 2.9, sono state registrate – secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) – alle 00:36 con epicentro vicino Adrano (a una profondità di 6 km) mentre la seconda si è verificata alle 4:12 a 12 chilometri da Ragalna (con profondità di 1 km).




Roma, Atac. Telenovelas di Capodanno: dopo le precisazioni di Ceresatto arriva il monito dei sindacati confederali

ROMA – L’infinita telenovela di Capodanno, che non lesina colpi di scena, si arricchisce di una nuova e spumeggiante puntata. A poche ore dalle “precisazioni” del Direttore di Atac Cristiano Ceresatto, racchiuse nel Comunicato n. 9, giunge la nota, univoca e piccata, della CGIL, CISL e UIL, dribblate allo scadere dei tempi supplementari dalla decisione unilaterale assunta dai vertici aziendali. Da comprendere, considerata la posta (politica) in gioco.

Un volta c’era l’accordo del 20 dicembre, siglato tra
Atac e le sigle Confederali, relativo alla retribuzione economica prevista ai dipendenti
per le prestazioni lavorative extra di Natale e Capodanno. Quello che, anticipato
a colpi di slogan dall’Amministrazione Comunale ancora prima di essere
sottoscritto, non faceva distinzioni tra le mansioni aziendali e prevedere un’indennità
massima di 170 euro lorde e omnicomprensiva per chi rimaneva in sella fino alle
ore 3.30 la notte di San Silvestro. Un accordo a perdere – scritto e riscritto-,
rispetto all’anno scorso e virtù dell’aumento delle ore lavorative, bocciato
specialmente dai macchinisti della Metro
B
.

Oggi c’è, a meno di nove giorni,
il Comunicato n.9 del Direttore Ceresatto che premia proprio i macchinisti e
capitreno – “personale di condotta e di scorta”- con un’ulteriore indennità
omnicomprensiva di 25 Euro lorde, per ogni corsa straordinaria effettuata la
sera del 31 dalle ore 19.01 in poi. Una decisione logica, era infatti iniquo il
corrispettivo iniziale – e dov’erano i Confederali? –, se l’azienda non avesse
scavalcato e forzato quelle che sono, comunque, le relazioni industriali e,
inoltre, avesse previsto il medesimo trattamento agli autisti. Che di certo non
figli di un dio minore.

Ma, come detto, la posta in gioco
è elevata e se, la notte di Capodanno, fossero saltare metro e ferrovie in un
colpo solo, qualche testa sarebbe stata tagliata, tra i vertici del Campidoglio
e dell’Azienda. A cominciare da quella dell’assessore capitolino alla mobilità Linda Meleo, la prima a esporsi e a
parlare pubblicamente dell’apertura delle linee ferrate fino alle ore 3.30, dando
per certo l’accordo tra Atac e le Organizzazioni Sindacali, con la conseguente
adesione dei dipendenti.

Un errore di valutazione madornale, il suo e di riflesso dell’Amministrazione, che certamente ha indotto la municipalizzata a cercare un rimedio plausibile pur di evitare una figuraccia di fronte ai cittadini. Rimedio rappresentato, in corner, dal Comunicato del Direttore Ceresatto, preso a sua volta di mira dalle segreterie Confederali, sentendosi tradite e tacitamente bypassate. Dopo un’ampia premessa la nota, inviata anche al Prefetto di Roma Capitale, attacca che suona come un ammonimento: “Ci è doveroso oltremodo richiamare”, recita, “il rispetto delle norme sui tempi massimi di lavoro giornalieri, nel rispetto delle pause minime tra un turno e l’altro, ai fini della garanzia sulla sicurezza di esercizio e la buona riuscita dell’evento straordinario”. Cosa c’è dietro? Hanno annusato accavallamenti anomali nella costruzione dei turni o prestazioni di gran lunga superiori rispetto ai paletti normativi? È interessante saperlo com’è altrettanto legittimo domandarsi fino a che punto la legge permetta di “monetizzare” – così come scritto nel Comunicato del Direttore – il giorno di riposo previsto ai lavoratori impegnati nella giornata del 31 dicembre, trasformandolo in Riposo Lavorato.

David Nicodemi




Frosinone, accoltella il fratello durante una lite

FROSINONE – Accoltella il fratello maggiore dopo una lite. Il fatto è successo verso le 21 di ieri nel capoluogo ciociaro dopo che tra i due fratelli era scoppiata una lite scaturita dal fatto che durante la giornata il fratello maggiore, tossicodipendente, al fine di acquistare una dose di stupefacente aveva venduto la bicicletta di famiglia. Il fratello più piccolo sferrava, con una coltello di circa 30 cm, diversi fendenti al braccio e alla gamba del maggiore, provocandogli diverse ferite tanto da rendersi necessario da parte del personale 118 accorso sul posto l’immediato trasferimento presso il Pronto Soccorso.

Sul posto è intervenuta una volante della polizia di Stato

Gli agenti dopo aver ricostruito la scena del crimine hanno arrestato il ragazzo, responsabile dell’insano gesto e ancora sul posto all’arrivo della pattuglia e lo hanno portato in carcere su disposizione dell’Autorità giudiziaria. La vittima è stata giudicata guaribile in 20 giorni a seguito delle ferite riportate.

Invero il fratello minore, a seguito della discussione, scaturita dal fatto che nella giornata il fratello maggiore, tossicodipendente, al fine di acquistare una dose di stupefacente aveva venduto la bicicletta di famiglia, sferrava con una coltello di circa 30 cm diversi fendenti al braccio e alla gamba di quest’ultimo, provocandogli diverse ferite tanto da rendersi necessario da parte del personale 118 accorso sul posto l’immediato trasferimento presso il locale Pronto Soccorso.
L’intervento tempestivo della volante ha permesso agli agenti di ricostruire la scena del crimine e di trarre in arresto nell’immediatezza dei fatti il responsabile dell’insano gesto, ancora sul posto all’arrivo della pattuglia operante.
La vittima è stata giudicata guaribile in 20 giorni a seguito delle ferite riportate, mentre l’autore del delitto è stato associato, su disposizione dell’A.G., alla locale casa circondariale.
Quello di ieri è stato il secondo episodio di violenza domestica in pochi giorni;il giorno di Natale all’ora di pranzo una volante della polizia è stata costretta ad intervenire in Corso Francia a seguito di una lite in famiglia, nell’occasione, tra due coniugi. A chiamare è stata nella circostanza la moglie intimorita dall’aggressione fisica del marito. Giunti sul posto gli operanti per sedare la lite sono stati aggrediti dal 58 enne che brandendo un coltello ha tentato di sferrare una coltellata ad un agente.
Pronta la reazione degli agenti che immobilizzavano l’uomo e lo traevano anche in questa occasione in arresto.




Roma, Atac rilancia e si garantisce il servizio di Capodanno: sindacati confederali spiazzati?

ROMA – Con un colpo finemente magistrale degno dei migliori pokeristi, Atac si è garantita il servizio di Capodanno, salvando le capre del Campidoglio e i cavoli del personale. E poco è importato, ai piani alti di via Prenestina, se, nel rilanciare al controbuio, i sindacati Confederali siano rimasti spiazzati e con il cerino – ovvero l’accordo – in mano. Lo spettacolo deve proseguire, the show must go on (anche a costo di dissanguare le casse aziendali?) e consentire al personale di rimanere in sella dalle 17 alle 4.00.

A calare gli assi, e lenire l’entusiasmo della triplice, ci ha pensato il Direttore del Personale Cristiano Ceresatto con il Comunicato ai Lavoratori n. 9 emanato questa mattina, contenente le “precisazioni intensificazione del servizio nella giornata del 31/12/2018”.

Il primo capoverso stabilisce che “il personale che effettuerà la chiusura del servizio alle ore 3.30 del 1 gennaio 2019” può richiedere la monetizzazione del giorno di recupero”. Il secondo, invece, quello più succulento, vede corrispondere al “solo personale di condotta e di scorta”, cioè macchinisti e capotreno, “l’indennità di corsa omnicomprensiva pari a 25 euro lorda per ognuna delle corse effettuate e non previste nel turno ordinario”, che ricadono “nella fascia oraria dalle ore 19.01 del 31 dicembre 2018”. E questo oltre al trattamento economico già riconosciuto dal famigerato accordo del 20 dicembre. Che, nella superficie come nel metroferro, è sempre omnicomprensivo (tale voce sta a significare che sono incluse le retribuzioni previste nel Contratto Nazionale in caso di prestazione ordinaria o festiva).

Una mossa che riconosce,
implicitamente, le lacune contenute nel documento sottoscritto dai Confederali,
sventolato da questi come fosse una vittoria epica, e premia, al contempo, chi lo
aveva fermamente avversato, fin dalla prima ora. Da un lato i macchinisti della
Metro B, dall’altra quelli della
ferrovia Roma-Viterbo, che non ne
volevano proprio sapere di tirare la manetta per vedersi appioppare un
corrispettivo oggettivamente infelice, rispetto alla gravame di lavoro prospettato
e ai rischi connessi. Che non sono pochi.

Ma c’è il rovescio della medaglia, come in ogni cosa

Anzitutto c’è da dire che aver alzato la posta in gioco non garantisce, sia chiaro, la copertura dei turni, specie quelli serali dove si registra l’emorragia maggiore. E laddove il meccanismo riuscisse, la decisione unilaterale dell’Azienda, a conti fatti, crea una grave discriminazione tra macchinisti e gli autisti, i quali, come i primi, saranno sulla breccia a girare la ciambella, tra la confusione generale, ma non usufruiranno dell’extra-bonus. Dovevano alzare la voce anche loro? Sicuramente. Portare un bus o un treno nella Capitale, durante i festeggiamenti del Capodanno, è un’impresa da titani che meriterebbe l’encomio da parte sia dell’Azienda che dell’Amministrazione. Altro che indennità. Iniquità di trattamento che è sempre figlia di quell’accordo sindacale (a perdere), che, in termini economici, ha messo sullo stesso piano tutti i lavoratori, indistintamente, senza fare alcuna distinzione tra chi se ne starà seduto sulla sedia e chi, al contrario, in mezzo alla strada o sui binari. C’è poco da rimanere stupiti, del resto divide et impera.

David Nicodemi




Manovra, Silvestroni (FdI): “Che fine ha fatto la flat tax?”

“Avremmo voluto votarla questa legge di bilancio perché insieme a Giorgia Meloni il 4 marzo scorso noi abbiamo votato anche Matteo Salvini. Ma non possiamo perché nella manovra non c’è nulla del programma di centrodestra che come coalizione avevamo condiviso e che la maggioranza degli italiani ha votato.

Che fine ha fatto la flat tax? Che fine hanno fatto il sostegno alle imprese, al lavoro, alle famiglie?

Aumenta la pressione fiscale, diminuiscono gli investimenti. La pace fiscale si blocca ad una soglia ridicola e l’IVA aumenta. L’Europa ordina e l’Italia ancora una volta batte i tacchi.

Nessun cambiamento, anzi la brutta copia delle scellerate politiche del PD. E il rischio che si prenda una strada senza ritorno per il nostro paese è davvero alto. Ancora una volta agli interessi del popolo si sono preferiti quelli della finanza. Se i gialloverdi dormiranno sonni tranquilli dopo questo ennesimo inganno gli italiani invece non dormiranno bene per niente. Per questo noi di Fratelli d’Italia diciamo NO ad un provvedimento che riteniamo irricevibile”

Lo ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni nel suo intervento in Aula durante la discussione sul maxiemendamento.




Genzano, case popolari per gli sfollati di piazza Buttaroni: ecco il punto

Il comune

Questa mattina sono stati consegnati gli appartamenti ai nuclei familiari che ad oggi non hanno trovato una soluzione autonoma a seguito dell’esposizione avvenuta la notte di sabato 13 ottobre a piazza Buttaroni.

Le abitazioni sono state messe a disposizione del Comune dall’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica della Provincia di Roma (Ater).

Dopo il tragico incidente gli abitanti del Condominio Margherita e degli edifici limitrofi sono stati costretti a lasciare le proprie case. L’Amministrazione comunale ha attivato una rete solidale con le associazioni del territorio, individuando una sistemazione per chi era in difficoltà.

Oggi si è svolta la formale consegna delle chiavi degli alloggi, che saranno a disposizione fino ad agosto. “Il nostro grazie ai sindaci dei Comuni che si sono resi disponibili, all’Ater e alla Regione – ha commentato il sindaco Daniele Lorenzon –. Oggi, finalmente, abbiamo raggiunto un traguardo importante. In questi due mesi e mezzo la nostra, la mia più grande preoccupazione, è stata cercare di supportare le famiglie in difficoltà: ho cercato di coinvolgere associazioni, forze dell’ordine ed enti sovra comunali in modo che dove non arrivasse il Comune ci potesse essere un ulteriore supporto esterno. E così è stato: le nostre istanze sono state accolte e la risposta alle nostre richieste si è formalizzata con l’individuazione di questi appartamenti di proprietà dell’Ater. 

Certo non siamo completamente soddisfatti, ma è un risultato importante che fa emergere l’impegno di questa Amministrazione nei confronti dei suoi concittadini. Il mio ringraziamento va a tutti coloro che anche indirettamente hanno reso possibile questo percorso e il mio augurio, più sincero, è che le persone in difficoltà possano tornare alla loro quotidianità quanto prima”.

Il consigliere Fabio Papalia

Questa importante risposta agli sfollati si è potuta dare grazie all’interessamento del Consigliere regionale Righini e dell’assessore regionale Valeriani.
Al di là dei colori politici va riconosciuto l’impegno che ha portato una risposta di fondamentale importanza!

I fatti

Venti famiglie potranno rientrare in alcuni appartamenti appena dissequestrati che si trovano nella palazzina esplosa il 13 ottobre in piazza Buttaroni a Genzano a causa di una fuga di gas dalla casa di Alessandro Abbatini, allenatore di calcio, figlio Bruno detto “Schiccherò” che giocò nella Roma Calcio negli anni Sessanta.

Alessandro, 47 anni, è deceduto a seguito delle gravissime ustioni riportate. Altre quattro famiglie entreranno dopo che verrà dissequestrata la parte di palazzina più alta con gli appartamenti più deteriorati per cui dev’essere completata la messa in sicurezza. Altre dieci famiglie circa resteranno fuori fino al termine definitivo della ristrutturazione  per cui ancora non è prevista una data certa.

Tra queste ci sono cinque nuclei familiari che hanno allogiato dai Gesuiti fino al 14 dicembre e per cui è stata trovata accoglienza nelle case popolari nei Comuni limitrofi a Genzano

Buone notizie arrivano dunque sotto le feste per alcuni degli inquilini evacuati ormai da quasi tre mesi, i quali hanno partecipato ad una riunione a cui erano presenti l’amministratore del condominio Walter Gabriele e l’avvocato dei condomini Valentina Pavan, l’ingegnere Mitolli, i tecnici e anche un agente assicurativo. Prima del rientro verrà realizzata una scala temporanea per poter accedere ai primi 20 appartamenti dissequestrati.




Addio 2018, considerazioni semi serie sulla fine di un anno

Probabilmente tutti ci siamo accorti, in un modo o in un altro, che qualcosa sta profondamente cambiando. 

Probabilmente tutti abbiamo percepito un’intensità crescente, a volte parecchio scomoda e spesso decisamente spaesante.

Si, anche quelli che quando lo dici ti guardano come se fossi un marziano. Anche loro lo stanno percependo. Saperlo o non saperlo non cambia moltissimo.

C’è un mondo vecchio che sta morendo: i vecchi parametri della politica, della cultura, dei valori e delle strutture di riferimento (famigli, partiti, associazionismo di vario genere) sono ormai come dinosauri che camminano stupiti in una metropoli millenni dopo la loro estinzione. Non perché non avessero valore di per se, quelle cose. Al contrario. Semplicemente perché fanno l’effetto di un abito da damigella in una discoteca house. 

Il vecchio mondo non c’è più, anche se il suo riflesso a volte è così forte che sembra di poterci ancora riferire ad esso. Ma è come allucinare la figura di qualcuno che è morto, anziché vedere che non è più in quella forma, in quel corpo.. 

A volte mi chiedo quanto ci vorrà per fare quel salto di coscienza che ci permetterà di ragionare fuori dai vecchi schemi, anziché rincorrerli; a volte – guardandoci – mi sembra di vedere tanti adulti che cercano di farsi calzare ancora addosso la tutina dei sei mesi disperandosi nel vedere che non entra neanche più in un braccio o, a volte, andando in giro nudi senza accorgersi che quella tutina non li copre più. 

Altre volte invece mi sembra di intravedere un’umanità gravida di cose nuove, in dolce attesa di un futuro più ampio, meno rigido, più creativo e più libero di qualsiasi passato vogliamo rendere la nostra nostalgica Itaca. 

Come sarebbe accorgerci che tutto quello che stiamo lasciando sono le nostre vecchie limitazioni e abbracciare finalmente il nuovo con nuova presenza, gioia e con una rinnovata capacità di giocare e di essere spensierati, accorgendoci finalmente che giocare è la forma più seria di creazione che abbiamo a disposizione?

Brindo in questa fine anno ad un presente e un futuro in cui poter sperimentare assenza di giudizio ed esuberanza della creazione. 

Un mondo in cui si sventolino meno bandiere e più armonia. 

Un mondo, in poche parole, più sveglio e allegro. 

Buon 2019 a tutti!

Valeria De Luca 




Milano, morto ultrà investito prima della partita: 9 indagati. Il calcio non si ferma

Si chiama Daniele Belardinelli il tifoso dell’Inter morto investito ieri a Milano in via Novara dove, prima della partita con il Napoli, ultras nerazzurri hanno attaccato alcuni pulmini di tifosi partenopei.Originario di Varese, 35 anni, Belardinelli aveva ricevuto in passato almeno un Daspo di cinque anni. 

Sono complessivamente nove, compresi i tre interisti già in carcere, gli indagati per gli scontri di ieri sera. Per tutti l’accusa è di rissa aggravata, mentre gli investigatori della Digos sono ancora al lavoro per identificare il conducente del Suv che ha investito e ucciso Belardinelli.

Belardinelli – secondo quanto riferito dalla questura di Varese – era sorvegliato speciale per reati connessi a manifestazioni sportive. Era stato oggetto di “diversi provvedimenti di Daspo, l’ultimo dei quali concluso nel 2017.

Belardinelli era riconosciuto a Varese come uno dei capi dei ‘Blood Honour’, la frangia più estrema del tifo biancorosso che è storicamente gemellato con quello dell’Inter. Un Daspo di cinque anni risale al novembre 2007, per gli scontri a margine di Varese-Lumezzane, un altro al luglio 2012, quando Belardinelli era a Como per l’amichevole estiva tra la squadra locale e l’Inter.

Questa mattina alcuni ultrà dei “Blood Honour” si sono radunati davanti allo stadio comunale chiedendo novità sulle condizioni del loro compagno poi deceduto all’ospedale San Carlo di Milano.

L’investimento, secondo quanto ricostruito finora, sarebbe il momento conclusivo di scontri tra tifosi di opposte fazioni avvenuto in via Novara intorno alle 19.30. I magistrati stanno anzitutto accertando se vi sia una relazione tra gli incidenti e l’investimento. Certa è invece l’ipotesi di reato contestata ai tre tifosi interisti allo stato indagati: rissa aggravata e lesioni.

Un’azione squadristica ignobile” è il modo in cui il questore di Milano ha definito ‘l’attacco’ da parte di oltre cento ultrà dell’Inter, del Varese e del Nizza ad alcuni pulmini di tifosi napoletani, ieri sera prima della partita Inter Napoli.

Ancora da chiarire la dinamica dell’investimento. Lo ha spiegato lo stesso questore Marcello Cardona, il quale ha detto che si sta lavorando sulle immagini delle telecamere di sorveglianza in cui compare un suv scuro che potrebbe aver investito la vittima. Ad investirlo quindi non sarebbe stato uno dei van a bordo dei quali si trovavano i tifosi napoletani. Il questore ha parlato di “gravissimi incidenti”.

Anche 4 tifosi napoletani hanno riportato ferite da taglio e contusioni negli scontri precedenti l’incontro Inter-Napoli. L’investimento e il ferimento dei 4 napoletani sono trattati in modo distinto. I due interisti già arrestati sono accusati di rissa aggravata mentre si sta lavorando per identificare chi era alla guida del suv che sarebbe estraneo agli incidenti.

Erano “oltre 100” – ha evidenziato – gli ultras interisti, ma tra loro vi erano anche supporter del Varese e del Nizza, che prima dell’incontro Inter-Napoli hanno preso d’assalto pulmini con a bordo tifosi partenopei.  Il questore Cardona ha poi spiegato che nelle immagini si vede un suv sulla corsia di sorpasso che travolge Belardinelli. Non si conosce chi era alla guida e “non abbiamo nemmeno la certezza che se ne sia accorto” ha aggiunto Cardona. Sono stati gli stessi tifosi del Napoli a richiamare l’attenzione degli interisti su Belardinelli a terra.

Tre tifosi dell’Inter sono stati arrestati in relazione agli scontri con l’accusa è di rissa aggravata e di lesioni. Gli agenti della Digos hanno eseguito numerose perquisizioni a carico di supporter interisti e del Varese.

“Chiedero’ al comitato per l’ordine pubblico – ha detto il questore – il blocco delle trasferte dei tifosi dell’Inter per tutta la stagione, e la chiusura della curva dell’Inter a San Siro fino al 31 marzo 2019″




Bologna, incidente stradale sulla “A.13”: si ribalta autocisterna con 33 mila litri di gasolio

Il 27 dicembre alle 09.04, i Vigili del Fuoco del Comando provinciale,  sono intervenuti sull’autostrada “A.13” Ferrara-Bologna direzione Sud, poco prima dell’uscita di Altedo, per incidente stradale.

L’incidente ha riguardato un’autocisterna trasportante circa 33.000 litri di gasolio che, per cause, ancora, da accertare, è uscita di strada terminando la corsa sul fosso di guardia posto a margine della sede stradale, ribaltata su un fianco.

Il sinistro non ha determinato conseguenze per il conducente ed il passeggero ed ha causato lo sversamento di piccoli quantitativi di gasolio, immediatamente tamponato con apposite “panne” antinquinamento.  L’intervento è durato diverse ore, ma i disagi alla circolazione sono stati limitati e l’autostrada è rimasta regolarmente aperta, perché il mezzo era finito fuori dalla carreggiata in mezzo ai campi.




Roma, dopo le aggressioni di Natale i lavoratori Atac chiedono rassicurazioni all’azienda per Capodanno

ROMA – Quanto avvenuto la sera di Natale nei vagoni della ferrovia Roma-Lido ha rimesso al centro della discussione l’accordo sindacale sottoscritto lo scorso 20 dicembre dalla CGIL, CISL e UIL – e maldigerito –, riferito alla programmazione del servizio per la notte di Capodanno. E sotto il profilo della sicurezza, tema assai sentito dai lavoratori di Atac. Che ora, considerate le aggressioni e gli atti delinquenti, chiedono rassicurazioni all’azienda.

Spintoni e rissa, psicosi da
spray urticante e caos dilagante, sono gli ingredienti principali dell’entusiasmante
serata – si fa per dire – vissuta dai passeggeri della Lido partiti da Porta San Paolo col treno delle 20.30 la
sera del 25. Scandita da una donna che, presa dal panico, ha tirato il freno d’emergenza,
inchiodando il convoglio tra le fermate di Vitinia
e Casal Bernocchi, in aperta
campagna, e terminata, dopo il primo intervento pacificatore del personale di
macchina, con l’arrivo della Polizia. Fortuna che lo spray spruzzato da uno dei
due litiganti, entrambi romani, non fosse al peperoncino e che, inoltre,
nessuno dei presenti sia rimasto ferito nel disordine creatosi tra i vagoni.

Ma tanto è bastato, archiviata la rissa, a innescare una reazione a catena nei dipendenti della municipalizzata, anche da coloro che sono iscritti alle sigle Confederali, firmatarie dell’accordo, per nulla esplicativo (e lo avevamo detto) su ciò che concerne la sicurezza.

Strappo, in primis sindacale, che si è concretizzato con la nota inviata questa mattina ai vertici di Atac: “Le scriventi RSU, componenti del collegio 18 Atac, dato quanto accaduto la sera di Natale sulla Roma-Lido e la mancata risposta al fonogramma su quanto accade ogni sabato sera sulla stessa, chiedono all’Azienda di essere informati sulle disposizioni che intende emanare per garantire la sicurezza a tutti i lavoratori che saranno chiamati ad opera nella notte di Capodanno”.

Insomma, non c’è pace, al malessere derivato dalle retribuzioni previste, contenute del documenti, si aggiunge quello legato alla sicurezza. E non è poco, anche se la Triplice ce la sta mettendo tutta per onorare quanto sottoscritto con Atac. Forse troppo.

David Nicodemi