Eco design: idee, strategie e nuovi trend per una casa sostenibile

Attualmente la sostenibilità rappresenta un elemento chiave nella vita di ognuno di noi, ed è l’ambiente a chiedercelo, a gran voce. Di conseguenza, ciò spiega perché attualmente la bioedilizia e l’eco design sono spesso al centro delle discussioni, dato che risultano fondamentali per una questione di risparmio energetico e di abbattimento del carbon footprint. Oggi scopriremo insieme alcune idee, strategie e nuovi trend da seguire in merito all’eco design, così da allestire finalmente una casa che possa dirsi al 100% ecosostenibile.

Cosa si intende per eco design e perché sceglierlo

L’eco design è una filosofia progettuale che cerca di ridurre l’impatto ambientale negativo delle nostre case, attraverso un’attenta selezione dei materiali e delle tecnologie utilizzate fra le quattro mura domestiche. La sfida che l’eco design pone, dunque, è la seguente: conciliare le esigenze degli individui con quelle del pianeta, senza compromettere l’estetica o la funzionalità delle proprie case, e senza per questo rinunciare ad un fattore fondamentale come il comfort.

Quali sono i vantaggi delle case sostenibili? Innanzitutto il risparmio sui consumi energetici, che per molti cittadini può diventare piuttosto consistente nel tempo, dipendentemente dalle tecniche e dalle tecnologie adottate, con l’obiettivo di raggiungere l’efficienza energetica di cui tratta anche VIVI energia in una guida dedicata. Inoltre, risparmiare sui consumi significa anche andare incontro al pianeta, abbattendo le emissioni di CO2 e riducendo la propria impronta di carbonio.

A seguire, va da sé che una casa sostenibile è una casa più sana. Ciò avviene grazie alla maggiore qualità dell’aria che si può ottenere con un’attenta selezione dei materiali edili, evitando quelli che rilasciano sostanze nocive nell’ambiente.

Strategie e trucchi per una casa sostenibile

Sono tre i fattori da considerare, quando si implementa l’eco design nella propria casa: l’involucro edilizio (che comprende l’isolamento, i vetri e l’orientamento della casa), le tecnologie per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Per quel che riguarda le fonti di energia, si consiglia di ricorrere alle rinnovabili, dunque ad impianti come il fotovoltaico ad esempio. Per risparmiare sui consumi, agendo sull’involucro, si suggerisce di utilizzare i doppi o tripli vetri, che permettono di avere un eccellente isolamento termico e acustico. Anche la posa di un cappotto termico è una soluzione ottima, dato che impedisce le fughe di calore verso l’esterno.

Ci sono poi alcune nuove tendenze per quel che riguarda l’arredamento eco. Si parla ad esempio dell’utilizzo di materiali rispettosi dell’ambiente come il legno certificato FSC, il marmo, il vetro, le bioplastiche, i tessuti in fibra naturale e l’alluminio. Anche le vernici atossiche ad acqua, poi, si stanno diffondendo molto velocemente, così come opzioni come il riuso creativo e l’utilizzo di materiali di recupero. Infine, esistono software specifici per creare dei progetti di design sostenibili.




Roma, al teatro Olimpico arriva CinéMagique: il cinema nelle mani degli illusionisti

Dal 16 al 20 Novembre 2022
 
 
ROMA – Arriva CinéMagique, l’unico grande spettacolo di Magia che racconta il grande Cinema, un’esperienza magica travolgente, uno show visuale ricco di emozioni e divertimento. Il Cinema nelle mani degli illusionisti.
 
I Disguido hanno aggiunto il loro tocco alla magia creando uno spettacolo originale dal ritmo incessante, surreale, divertente e poetico, in cui si fondono magia, trasformismo, danza, mentalismo, grandi illusioni, musica e cabaret. Sul palco insieme ai Disguido, la Cinemagic Orchestra, un ensemble musicale che esegue la colonna sonora dello spettacolo, le folli incursioni di Yari Croce, il soprano Rosaria Angotti e la straordinaria partecipazione del grande SILVAN, il Mago dei Maghi che si esibirà con la sua arte manipolatoria e molto altro ancora.
 
Incanto, divertimento e meraviglia per tutta la famiglia. Un susseguirsi di quadri che si rifanno al meraviglioso universo cinematografico, personaggi e citazioni raccontano l’evoluzione dell’uomo e dell’eterno bambino che è in lui. A fare da collante tra un capitolo e l’altro è il puntino sulla “i”, una pallina rossa come il naso di un clown.
 
100 minuti di Magia, fantasticherie e acrobazie in cui gli eccentrici protagonisti sembrano moltiplicarsi sulla scena come i riflessi di una lanterna magica.
 
Palle volanti, palloncini giganti, donne tagliate, levitazioni, miracoli, metamorfosi, sparizioni e musica dal vivo per dare libero sfogo al sogno e all’immaginazione attraverso la comicità e la poesia dei Disguido.
 
Fatevi trasportare dalla fantasia di CinéMagique, uno spettacolo unico nel suo genere, estremamente dinamico e visuale, dove nulla è come sembra e tutto è realmente possibile, proprio come al cinema!
 
I Disguido sono campioni europei di Comedy Magic, premiati a livello mondiale e vincitori del Mandrake d’Or, l’Oscar della Magia. Ospiti di svariati programmi televisivi fra cui Fool Us, il noto show di Las Vegas. Milioni di spettatori hanno applaudito le loro incredibili performance durante i loro tour in 48 diversi paesi del mondo.
 
 
 
 
 




Economia, Moody’s scommette sull’Italia: rialzo Pil 2022 al 3,7%

Moody’s vede per l’Italia quest’anno una “performance economica migliore del previsto, sempre vincolata comunque all’approvvigionamento energetico”.

Lo si legge in un una ‘credit opinion’ sul credito sovrano italiano della società statunitense, che non presuppone un’azione sul rating, nella quale Moody’s spiega di aver rivisto al rialzo la
previsione sul Pil della penisola per il 2022 al 3,7% dal precedente 2,7%.

Giovedì l’agenzia di rating aveva invece abbassato le stime sul prodotto interno lordo dell’eurozona per l’anno prossimo, portando le previsioni per l’Italia a un calo dell’1,4%.

Secondo Mood’y però “il nuovo governo mancherà i suoi obiettivi fiscali a causa di un contesto economico che nel 2023 rimarrà difficile per tutto l’anno, poiché l’inverno 2023-24 accuserà notevoli venti contrari alla crescita economica”. 

A proposito della Nadef, Moody’s conferma che l’obiettivo di disavanzo 2023 sia “sostanzialmente superiore a quanto previsto dal governo Draghi a settembre (4,5% del Pil contro il 3,4%), ma le misure più costose proposte in campagna elettorale, che comporterebbero disavanzi di bilancio più elevati, non sono all’ordine del giorno nel 2023”.




Endometriosi, continua il percorso verso la legge 4.0 di Michela Califano

Importante incontro presso l’Università degli studi internazionali di Roma

“𝐸𝑛𝑑𝑜𝑚𝑒𝑡𝑟𝑖𝑜𝑠𝑖. 𝐼𝑙 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑣𝑖𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒” questo il titolo dell’evento che si è tenuto lo scorso venerdì all’Università degli studi internazionali di Roma a cura della Commissione Terza Missione di ateneo e del Centro di Ricerca DRC – Disability Research Centre.

“𝐶𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒 ” il messaggio fondamentale alla base dell’incontro.

Prezioso l’intervento del ginecologo e esperto in endometriosi Fiorenzo De Cicco Nardone che ha spiegato quelle che sono le caratteristiche principali della malattia e che ha sottolineato quanto sia importante ascoltare il proprio corpo quando manda dei segnali.

Ad intervenire anche Alessandro Frolli, neuropsichiatra infantile, docente e direttore del Centro di Ricerca sulle disabilità DRC UNINT e Michela Califano, consigliera in Regione Lazio, e prima firmataria della legge ‘Endometriosi 4.0’.

Michela Califano Consigliere in Regione Lazio e prima firmataria della proposta di legge sull’endometriosi che porta il suo nome

Di gran valore la testimonianza della studentessa Francesca Volpe che ha permesso di toccare con mano gli effetti dell’endometriosi sulla vita quotidiana e le sue ripercussioni dal punto di vista psicologico e sociale. L’impatto del dolore cronico è stato rappresentato anche attraverso la realtà virtuale, grazie ad un esperimento condotto dall’esperto Marco Borgese e che ha visto protagonista proprio la studentessa.

L’intero incontro è stato moderato da Sara Rizzo sociologa, docente e coordinatrice del Centro di Ricerca sulle disabilità DRC UNINT e da Chiara Rai, giornalista de Il Messaggero e direttore de L’Osservatore d’Italia e si è concluso con un’interessante sessione di domande e risposte.




Bavaglio alla stampa: oggi la mobilitazione a Piazzale Clodio

I cronisti romani ritengono sia assurdo che nella capitale del Paese, sede di tutte le istituzioni, a decidere cosa sia di interesse pubblico, se e cosa debba essere detto o non detto ai giornalisti sia esclusivamente una persona, un procuratore

Vietato parlare con i giornalisti, il decreto sulla “presunzione di innocenza” non può essere l’alibi per procure e forze dell’ordine per imporre censure all’informazione

L’8 novembre (ore 10.30 Piazzale Clodio) mobilitazione a difesa del diritto di cronaca e del diritto dei cittadini a essere informati

Vietato parlare con i giornalisti. Più che concentrarsi sulla prevenzione e repressione dei reati, a Roma, ormai Procura e Questura sembrano, piuttosto, impegnate a imbavagliare la stampa.

La legge sulla presunzione di innocenza, di cui la libera informazione in Italia attende da parte dei Ministeri competenti una corretta lettura attraverso nuove circolari esplicative che non mettano a repentaglio (come sta avvenendo) il diritto di cronaca, appare un pericoloso alibi. Eppure è fondamentale permettere la verifica di fatti e notizie nell’immediatezza, oltretutto, in un momento così delicato per la vita del Paese colpita da una crisi economica gravissima che rischia di generare grandi tensioni sociali.

Ma per la paura di assumersi responsabilità o di essere “redarguiti”, tutti i livelli coinvolti in quello che dovrebbe essere un aperto confronto con gli organi di stampa, nel rispetto dei ruoli, si stanno trincerando dietro un “no comment” che spesso è o sfiora la censura. Una condizione inaccettabile: chi opera in difesa dello Stato e dei cittadini deve anche essere in grado di potere interloquire con i professionisti dell’informazione i quali, ricordiamo, hanno dei doveri già sanciti dai codici deontologici.

I cronisti romani ritengono sia assurdo che nella capitale del Paese, sede di tutte le istituzioni, a decidere cosa sia di interesse pubblico, se e cosa debba essere detto o non detto ai giornalisti sia esclusivamente una persona, un procuratore. Se non altro per la mole di procedimenti e fatti di cronaca che avvengono a ogni ora del giorno e della notte: sarebbe umanamente impossibile. Da anni ai giornalisti di Roma, poi, è stato sbarrato addirittura l’ingresso nel palazzo di via di San Vitale, sede della Questura. È stata chiusa e mai più riaperta la storica sala stampa. Sembrava di avere toccato il punto più basso nei rapporti, invece, no.

Noi giornalisti ci opponiamo con fermezza a chi tenta di relegarci a solo megafono per veline “di regime”, rinunciando al nostro diritto dovere verso la comunità di raccontare i fatti: non è questa la democrazia. Per questo chiediamo il ripristino immediato di un adeguato scambio di informazioni che risponda almeno al buon senso piuttosto che alla declinazione fallata e fuorviante di una norma europea il cui spirito (che condividiamo) è stato ampiamente travisato nell’adozione legislativa italiana.

Chiediamo al nuovo Governo e al Parlamento di rivedere il meccanismo che ha portato a questo deterioramento dei rapporti che rischia di privare tutti i cittadini e gli organi di controllo stesso (non solo a Roma, ma in tutta Italia) della conoscenza effettiva di ciò che succede nelle loro città. Mesi fa il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti aveva chiesto un incontro al procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, a cui non è seguita risposta.

Per l’8 novembre, a un anno dall’introduzione del decreto legislativo 188/2021 sulla “presunzione di innocenza”, chiamiamo le singole colleghe e i colleghi, anche le pubbliche autorità che non si riconoscono in una norma che sta travalicando il suo obiettivo finendo per ledere un altro diritto fondamentale, a una mobilitazione generale con la partecipazione della Fnsi, dell’Ordine dei Giornalisti, di tutte le associazioni di stampa regionali e gli istituti di categoria e di tutte le organizzazioni e associazioni che lottano per la difesa della libertà e l’indipendenza dell’informazione.

Appuntamento 8 Novembre ore 10.30 piazzale Clodio (ingresso Tribunale)

All’appello hanno aderito finora: Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio, ControCorrente Lazio, Articolo 21, Rete NoBavaglio – Liberi di essere informati, Libertà e Giustizia Lazio, Libera Informazione, GayNet, Sindacato Cronisti Romani, Associazione Stampa Romana, The Women Sentinel…

Presunzione di innocenza, l’8 novembre la Fnsi in piazza al fianco dei cronisti romani

Le nuove norme recepite in Italia con il decreto legislativo 188/2021 «non possono essere l’alibi per procure e forze dell’ordine per imporre censure all’informazione», denunciano i promotori. Appuntamento alle 10.30 di fronte all’ingresso del tribunale a piazzale Clodio.
La Federazione nazionale della Stampa italiana sarà in piazza, martedì 8 novembre 2022, al fianco dei cronisti romani che hanno convocato, per le 10.30 davanti al tribunale (piazzale Clodio), un presidio per protestare contro l’applicazione nell’ambito della regione Lazio delle norme sulla presunzione di non colpevolezza introdotte dal decreto legislativo 188 del 2021, «di cui la libera informazione in Italia attende da parte dei ministeri competenti una corretta lettura attraverso nuove circolari esplicative che non mettano a repentaglio (come sta avvenendo) il diritto di cronaca», rilevano i promotori dell’incontro.

«Vietato parlare con i giornalisti – incalzano i giornalisti –. Più che concentrarsi sulla prevenzione e repressione dei reati, a Roma, ormai Procura e Questura sembrano, piuttosto, impegnate a imbavagliare la stampa. La legge sulla presunzione di innocenza appare un pericoloso alibi. Eppure è fondamentale permettere la verifica di fatti e notizie nell’immediatezza, oltretutto, in un momento così delicato per la vita del Paese colpita da una crisi economica gravissima che rischia di generare grandi tensioni sociali. Ma per la paura di assumersi responsabilità o di essere “redarguiti”, tutti i livelli coinvolti in quello che dovrebbe essere un aperto confronto con gli organi di stampa, nel rispetto dei ruoli, si stanno trincerando dietro un “no comment” che spesso è o sfiora la censura. Una condizione inaccettabile: chi opera in difesa dello Stato e dei cittadini deve anche essere in grado di potere interloquire con i professionisti dell’informazione i quali, ricordiamo, hanno dei doveri già sanciti dai codici deontologici».

I cronisti romani ritengono «assurdo che nella capitale del Paese, sede di tutte le istituzioni, a decidere cosa sia di interesse pubblico, se e cosa debba essere detto o non detto ai giornalisti sia esclusivamente una persona, un procuratore. Se non altro per la mole di procedimenti e fatti di cronaca che avvengono a ogni ora del giorno e della notte: sarebbe umanamente impossibile. Da anni ai giornalisti di Roma, poi, è stato sbarrato addirittura l’ingresso nel palazzo di via di San Vitale, sede della Questura. È stata chiusa e mai più riaperta la storica sala stampa. Sembrava di avere toccato il punto più basso nei rapporti, invece, no».

I giornalisti si oppongono quindi «con fermezza a chi tenta di relegarci a solo megafono per veline “di regime”, rinunciando al nostro diritto dovere verso la comunità di raccontare i fatti: non è questa la democrazia. Per questo – proseguono – chiediamo il ripristino immediato di un adeguato scambio di informazioni che risponda almeno al buon senso piuttosto che alla declinazione fallata e fuorviante di una norma europea il cui spirito (che condividiamo) è stato ampiamente travisato nell’adozione legislativa italiana».

Da qui la richiesta al nuovo governo e al nuovo parlamento «di rivedere il meccanismo che ha portato a questo deterioramento dei rapporti che rischia di privare tutti i cittadini (non solo a Roma, ma in tutta Italia) della conoscenza effettiva di ciò che succede nelle loro città. Mesi fa il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti aveva chiesto un incontro al procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, a cui non è seguita risposta. Per l’8 novembre, a un anno dall’introduzione del decreto legislativo 188/2021 sulla “presunzione di innocenza” – concludono i cronisti romani –, chiamiamo le singole colleghe e i colleghi, anche le pubbliche autorità che non si riconoscono in una norma che sta travalicando il suo obiettivo finendo per ledere un altro diritto fondamentale, a una mobilitazione generale con la partecipazione della Fnsi, dell’Ordine dei giornalisti, di tutte le Associazioni di stampa regionali e gli Istituti di categoria e di tutte le organizzazioni e associazioni che lottano per la difesa della libertà e l’indipendenza dell’informazione».




Banca Popolare del Lazio, dalla lettera di “soci coraggiosi” alla fusione tra Blu Banca e Banca Valconca

Ancora al centro dell’attenzione del nostro quotidiano la fusione tra Blu Banca – la collegata del gruppo Banca Popolare del Lazio – e la Banca Popolare Valconca. In questa fase il ruolo dei media è importante perché funge anche da archivio storico della cronaca e critica degli ultimi tempi e permette di trarre conclusioni ragionevoli e coerenti con i fatti. Nel caso contrario, con l’appiattimento dei media spesso assoldati ai poteri forti, la memoria svanisce e si resta in balia del buono e del cattivo tempo.
E così, siamo qui a ricordare con tanto di video ritrovato, le parole che neppure due anni fa spendeva per la Banca Popolare Valconca l’attuale direttore generale Dario Mancini che con soddisfazione parlava del rilancio della popolare con la sua identità, appartenenza e valori, parlava di riduzione dei crediti deteriorati di oltre 75 milioni euro e approvazione bilancio con buone prospettive per il futuro da presentare in quella che era la prossima assemblea dei soci.

L’INTERVISTA DEL 2020 AL DG DI BANCA POPOLARE VALCONCA

Oggi, lo stesso Mancini pieno di speranze che soltanto due anni fa parlava di rilancio, giustifica la fusione con Blu Banca come se fosse l’unica via d’uscita per garantire un futuro a Valconca che naviga in brutte acque.

Intervista AL DG DI BANCA VALCONCA DEL 2022

Una banca che con la fusione andrebbe a perdere definitivamente la sua identità come del resto ha detto l’ex presidente Valconca Gianfranco Vanzini che stiamo cercando per farci una chiacchierata e anche Federconsumatori Rimini Graziano Urbinati che ha espresso preoccupazione per i soci Valconca e per questa fusione.

L’Osservatore d’Italia con questo “richiamo” giornalistico ha inteso mettere a confronto anche questi due spezzoni di video per capire meglio l’evoluzione di una banca “sana” due anni prima e che due anni dopo si trova talmente sull’orlo del default e che deve affrettarsi a garantirsi un futuro con la fusione con Blu Banca, costola del gruppo Banca Popolare del Lazio presieduta dal notaio Edmondo Maria Capecelatro che con grande sorpresa siede addirittura nel Consiglio di amministrazione della Banca Popolare Valconca. Strane coincidenze. A breve usciremo con una nuova puntata…

DI SEGUITO TUTTI GLI ARTICOLI DE L’OSSERVATORE D’ITALIA SU BANCA POPOLARE DEL LAZIO




YouTube si rifà il look per le esigenze dei più giovani

YouTube si rifà il look. Google cambia il modo di presentare i formati video sia sulla versione web che app, iOS e e Android, della popolarissima piattaforma. Come anticipato su Twitter dall’account ufficiale TeamYouTube, poi confermato sul blog del servizio, si vedranno presto tre menu distinti per altrettante tipologie di filmati. Uno per i video classici, il secondo per gli shorts e il terzo con le dirette degli utenti. La volontà sarebbe quella di riportare i più giovani sulla piattaforma, cercando di controbattere all’ascesa di rivali come Tik Tok. Quando si fa partire un cosiddetto “shorts”, il contenuto di breve durata, l’app mostreranno anche altri video dello stesso formato, sia dell’autore del primo che di altri correlati. Questo, per il team di YouTube, dovrebbe incrementare il tempo di fruizione dei filmati brevi. A fine settembre, il colosso americano aveva dichiarato la volontà di ampliare il programma di retribuzione per i creator, consentendo a più utenti di ricevere contributi per i loro video. Dal 2023, basterà raggiungere una soglia di 1.000 iscritti e 10 milioni di visualizzazioni sugli short in 90 giorni per entrare nel Partner Program. La riprogettazione di sito e app segue un altro importante aggiornamento di YouTube che ha introdotto, qualche settimana fa, gli “handle”, ossia la possibilità di scegliere un nome utente diverso per il proprio canale. Gli username permetteranno ai creatori di identificare il proprio canale e interagire meglio con gli spettatori attraverso gli shorts, le pagine e i commenti. Con queste modifiche la piattaforma video più famosa al mondo diventa ancora più fruibile e funzionale per i più giovani senza stravolgere quanto è presente nella versione attuale.

F.P.L.




Primo decreto sulla giustizia. Misure su Covid e rave

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto unico sulle misure per il Covid, i rave party e il carcere ostativo. Tra le misure decise nel decreto c’è anche il rinvio al 30 dicembre dell’attuazione della riforma Cartabia.

E’ stata inoltre approvata la nomina dei 31 sottosegretari e degli 8 viceministri. Stop all’obbligo vaccinale anti-Covid per medici e professioni sanitarie. Resta, invece, l’obbligo di mascherina negli ospedali e nelle Rsa.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto unico sulle misure per il Covid, i rave party e il carcere ostativo.Tra le misure decise nel decreto c’è anche il rinvio al 30 dicembre dell’attuazione della riforma Cartabia. Stop all’obbligo vaccinale anti-Covid per medici e professioni sanitarie. Resta, invece, l’obbligo di mascherina negli ospedali e nelle Rsa.

LA CONFERENZA STAMPA “Abbiamo proceduto ad approvare un primo decreto che secondo me è molto importante. Per me è a tratti simbolico”, ha detto Meloni. “Avevamo promesso che saremmo stati veloci e veloci siamo stati”. “Sono molto contenta delle misure approvate sulla giustizia”, ha aggiunto Meloni. La premier si lascia andare anche ad una battuta: come avete visto “ho anche tolto il bavaglio al ministro Nordio”, ha detto alludendo ad alcune ricostruzioni giornalistiche.”Se ricordate, nella relazione che ho fatto in Parlamento avevo detto che la lotta alla criminalità organizzata era uno degli obiettivi del governo, e sono contenta che il decreto contenga una norma che va in questo senso, quella sull’ergastolo ostativo, una materia che ci sta a cuore”, ha detto la presidente del Consiglio.”C’è una corsa contro il tempo per la manovra, nel prossimo cdm del 4 novembre si aggiornerà la Nadef e si potrebbe aprire il dossier energia”, ha detto Meloni. Nel Consiglio dei ministri di venerdì “spero ci saranno alcuni primi provvedimenti sull’energia, al netto di quello che deve essere previsto con la Legge di bilancio”. Così in conferenza stampa il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Da venerdì, ha aggiunto, “passiamo a parlare di economia, spero anche di energia con alcuni primi provvedimenti. E poi ci saranno le deleghe ai ministeri”. Al termine della conferenza stampa Meloni è tornata a Palazzo Chigi “per una riunione” proprio sui temi economici, come ha annunciato lei stessa lasciando la sala Polifunzionale.”Abbiamo aperto il consiglio dei ministri tributando il nostro pensiero all’anniversario di una delle stragi che ci hanno colpito di più: la vicenda dei 27 bimbi e della maestra che a San Giuliano di Puglia sono morti per una scuola fatiscente. Lo abbiamo fatto per” ricordare “l’impegno che abbiamo in tema di messa in sicurezza degli edifici scolastici”, ha detto la premier.

LE MISURE SUL COVID “E’ anticipata al 1 novembre la scadenza dell’obbligo di vaccinazione Covid. Questo perché il quadro epidemiologico è mutato, in particolare dai dati si vede che impatto su ospedali è limitato e c’è diminuzione contagi e stabilizzazione occupazione ospedali. A cio’ si aggiunge la carenza del personale medico: quindi aver rimesso a lavorare questi medici non vaccinati serve a contrastare la carenza e garantire il diritto alla salute”, ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri.”Ho voluto un ministro della Sanità cosi perché il tema della scienza non si affronta con un approccio ideologico, ma con evidenze scientifiche a supporto dei provvedimenti. In passato sono stati presi una infinità di provvedimenti che non avevano alla base evidenze scientifiche. Quindi non si replica”, ha detto Meloni.”Se ci saranno nuove varianti siamo pronti a intervenire. Quanto al bollettino dei dati sul Covid, i dati sono raccolti tutti i giorni ma avere una stima settimanale dà un quadro diverso. I dati non sono secretati e sono a disposizione delle autorità competenti”, ha detto Schillaci.

ERGASTOLO OSTATIVO Sull’ergastolo ostativo “abbiamo accolto l’indicazione della Consulta”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, spiegando che “la norma non compromette la sicurezza e la certezza della pena. “Si tratta di adeguarci alle indicazioni della Corte, e anche di recepire l’indicazione data dal precedente Parlamento che aveva proposto questa modifica”. Abbiamo “accolto il grido di dolore di Procure, gip, Corti di Appello e Procure generale nel chiedere il rinvio dell’applicazione della riforma Cartabia che comunque va nella giusta direzione”, ha detto il ministro.

LA STRETTA SUI RAVE Ad una stretta sui rave party “ci stavano già lavorando. I requisiti di necessità e urgenza nascono dal fatto che l’assenza di una normativa efficace nel nostro Paese ci rendeva particolarmente vulnerabili, come testimonia la cronaca degli ultimi anni”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.Con la norma sui rave party ” interveniamo sulla materia con una norma che prevede un reato nuovo, quello di Invasione per raduni pericolosi”, ha annunciato la presidente del Consiglio. “Inizialmente si era ragionato di intervenire su un’aggravante per il reato che già esiste, e cioè Invasione di terreni ed edifici, ma abbiamo scelto di introdurre un reato nuovo e diverso per evitare che si inserisse tra i reati contro il patrimonio e non per l’incolumità pubblica” ha spiegato Meloni.”Confidiamo, come avviene in altri paesi e in altri settori, che la norma, una volta introdotta, possa essere un elemento di deterrenza per questi eventi”, ha detto Piantedosi sottolineando che la pena per chi “organizza” un rave varia da 3 a 6 anni. Inoltre, ha aggiunto il titolare del Viminale, “confidiamo molto nella sanzione accessoria della confisca dei mezzi che vengono utilizzati” nei party.




Fusione Blu Banca (gruppo BPL) e Valconca: quando scegliere il “futuro” per il bene del passato

Graziano Urbinati esponente di Federconsumatori Rimini ha espresso preoccupazione rispetto alla accelerazione dei tempi per la fusione prevista tra Banca Popolare Valconca e Blu Banca. Dopo l’ok della Banca d’Italia, c’è una data stretta che scandisce ritmi serrati: l’assemblea dei soci prevista il 20 novembre. Federconsumatori Rimini è preoccupata per il futuro degli azionisti “che rischiano di ritrovarsi in Blu Banca, depauperati, come già malauguratamente accaduto con Banca Carim”.
Che intende? Semplicemente che Banca Carim dopo la fusione in Credit Agricole è fattivamente scomparsa, estinta come del resto ha spiegato Gianfranco Vanzini l’ex presidente della Banca Popolare Valconca in una recente replica pubblicata su “La piazza online” all’avv. Ronci, Presidente del Cda della Banca Popolare Valconca.
Ronco avrebbe detto a Vanzini che la Banca continuerà ad operare sotto le insegne storiche della Banca Popolare Valconca. La fusione serve a questo scopo: garantire un futuro a Banca Valconca…”.
Nelle idee di Vanzini però non è così perché nel progetto di fusione a pag. 5 c’è scritto: “La fusione determinerà, alla data del perfezionamento della stessa, l’estinzione della Società  Incorporanda”.
Vanzini è lapidario: “La fusione determinerà, alla data del perfezionamento della stessa, l’estinzione della Società  Incorporanda”.
E dice ancora: “Sull’utilizzo delle insegne BPV l’accordo quadro è chiaro sul punto e Blu Banca è impegnata alla loro conservazione sul territorio”. (Che cosa prevede l’accordo quadro? Possiamo saperlo?) Caro Presidente, non scherziamo sulle cose serie. Il Progetto di Fusione parla di ESTINZIONE che ha un significato ben preciso: la Banca scompare, non esiste più. Esattamente come è successo alla Carim dopo la fusione in Credit Agricole, sono rimaste solo le insegne scolpite nei muri delle filiali perché costava distruggerle, ma quelle che contano sono quelle aggiunte dopo e legittimamente da Credit Agricole. E allora non prendiamoci in giro, siamo tutti adulti e sappiamo leggere e scrivere, ragioniamo serenamente insieme e cerchiamo le soluzioni migliori e utili per i clienti, i dipendenti e gli oltre 4000 soci di BPV, ma con una premessa indispensabile diciamo LA VERITA’ e non nascondiamoci dietro discorsi vaghi e fumosi. Veniamo ai numeri, io ho citato gli unici numeri presenti nel Progetto di Fusione, che sono quelli che contano e che determineranno le quote di proprietà della nuova Blu Banca. Ai vecchi soci BLU Banca spetterà il 93% (Novantatre per cento)  ai nuovi soci (ex BPV) il  7% (Sette per cento), in pratica non conteranno niente.
Secondo me sono valori sproporzionati”.  Parole pesanti di vera preoccupazione quelle espresse da Vanzini ma sorrette da dati e da richiami inconfutabili.
Così quelle espresse da Graziano Urbinati di Federconsumatori Rimini: ”Da quanto apprendiamo – si legge in una nota dell’associazione – la fusione prevede una operazione di contro cambio. I termini dell’offerta prevedono l’emissione da parte di Blu Banca di 37.501 azioni ordinarie da assegnare ai soci della Banca Popolare Valconca. Ogni socio avrà una azione ordinaria Blu Banca di nuova emissione per ogni 282 azioni ordinarie”. Federconsumatori ricorda che “il sistema bancario del nostro territorio è stato rivoluzionato con operazioni di fusioni e acquisizioni, così come a livello nazionale, in cui il controllo dei nostri principali istituti bancari sta passando progressivamente in mani estere” e, prosegue l’associazione “questi profondi cambiamenti sono stati pagati a caro prezzo dai risparmiatori, spesso pensionati che avevano investito i loro risparmi o il TFR frutto di una vita di lavoro.”
E poi ci siamo noi della redazione dell’Osservatore d’Italia che continuiamo a dare lettura del verbale di Banca d’Italia per cui abbiamo già scritto diversi approfondimenti.
Un verbale che parla di mancate dichiarazioni di conflitti di interesse, rischi per finanziamenti dati senza garanzie. Prendiamo anche i mutui agrari come grande esempio del modus agendi del gruppo BPL.
“L’esame di un campione di 32 posizioni ha evidenziato la sistematica concessione di fido esorbitanti rispetto alle capacità di rimborso degli affidati. Il 38 per cento del campione è stato riclassificato tra le posizioni deteriorate, i conseguenti squilibri finanziari hanno spesso determinato il deterioramento delle posizioni a breve distanza dalle erogazioni. [   ]. In merito rileva inoltre la circostanza che le facilitazioni veicolate dalla società di mediazione (tra banca e agricoltore) Coopcredit sono state accordate anche in presenza di elementi di attenzione sollevati dagli analisti e a seguito del rigetto di precedenti richieste”.
Ad esempio i mutui per un totale di 6 milioni di euro concessi al gruppo Capitani dal consiglio di amministrazione su proposta dell’allora direttore generale BPL Massimo Lucidi (oggi alla guida di Blu Banca), destinati a finanziare capannoni e impianti agricoli. L’istruttoria aveva rilevato l’assenza di adeguata capacità di rimborso. “La garanzia ISMEA prospettata in istruttoria per 800 mila euro è stata esclusa con delibera d’urgenza del Presidente del 12/10/2016 su proposta del direttore. All’epoca delle concessioni erano noti vari elementi pregiudizievoli”.
Ma non è tutto è doveroso anche sottolineare come gli ispettori di Banca d’Italia abbiamo evidenziato che dalla movimentazione transitata sui conti in essere presso la Bpl si evince un utilizzo dei mutui per finalità diverse (sottoscrizioni di fondi, giroconti…).
“Hanno contribuito ad appesantire la situazione economica delle imprese finanziate – si legge ancora nel verbale – le commissioni corrisposte da queste alla Coopcredit (3% dell’importo erogato). In proposito è emerso che si trattava quasi sempre di aziende che non necessitavano di presentazione in quanto già clienti della Banca”. In pratica le relazioni di Coopcredit erano la copia dei dati già forniti alla Banca dalle stesse imprese. Paradossale come paradossale è il ruolo di Ampla (la società della cognata di Massimo Lucidi che spesso ha istruito le pratiche presso ISMEA per conto di Coopcredit); un meccanismo drogato dalla necessità ben poco trasparente di dover far affluire denaro della Banca alla società della cognata del direttore Generale Lucidi. Un sistema che Banca D’Italia non ha mai voluto vedere potendo ottenere in cambio, in una forma di malato rapporto simbiotico, la pulizia sul territorio di banche in cattive acque, fin quando non sarà la stessa incorporante che inevitabilmente verrà incorporata per essere essa stessa caduta in disgrazia a causa delle troppe acquisizioni. I soci che oggi fanno la parte del Leone, domani saranno a loro volta gazzelle al pari dei poveri ed evidentemente disperati soci Valconca. Tanto disperati da dover accettare di essere incorporati i una banca i cui vertici sono i “pupilli” della Banca d’Italia, non certo una garanzia di trasparenza, visti i precedenti.
Così come paradossale può rivelarsi la dinamica di girarsi dall’altra parte e fare finta di nulla, lasciare andarsi al fatto che chi decide il bello e il cattivo tempo, chi finanziare e chi no, chi tenere e chi scartare, a chi dare mutui milionari e a chi no, a chi premiare e a chi mettere alla porta siano sempre dei signori di una governance che non viene colpita da Banca d’Italia per le inadempienze ma addirittura sembra quasi “promossa” per la fedeltà nel togliere le caldarroste dal fuoco senza batter ciglio.
In tanti si chiedono perché Banca d’Italia che dovrebbe vigilare e perseguire le condotte e criticità che andiamo evidenziando da anni sembra quasi fare parte attiva di una dinamica che “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”, ovvero quella per cui presumibilmente, dati i fatti, si chiude un occhio sulle condotte perseguibili e malsane in cambio di accogliere a braccia larghe banche sull’orlo del dafult, come successo per la popolare di Spoleto e ora con Valconca. Ma ad inglobare è un ormai colosso che agisce come vuole, sicura di essere intoccabile. Come dicevamo, sono solo pensieri cattivi. Ma se si aprisse un processo serio d’ufficio…allora forse sarebbe difficile giocare al gioco della scimmia: non vedo, non sento e non parlo.
Il 20 novembre è dietro l’angolo, un sussulto di appartenenza alle radici, la possibilità di domandare, dissentire, riflettere sul vero significato di “futuro”.




Lago Albano, successo per il Premio Lago di Castel Gandolfo: grandi novità per il bacino

Giornalisti e istituzioni alla manifestazione. Presente il Procuratore Capo della Repubblica presso il tribunale di Velletri Giancarlo Amato
Lago Albano di Castel Gandolfo, dopo la staffetta dei cinque Sindaci uniti per il lago, si conclude con successo “ACQUAEVITA” la prestigiosa iniziativa che include anche il “Premio Lago di Castel Gandolfo” promossa dall’associazione Lago di Castel Gandolfo con il contributo della Regione Lazio e finalizzata a sensibilizzare il tema della tutela ambientale e del risparmio idrico.
Presenti i primi cittadini: Il Sindaco di Castel Gandolfo Alberto De Angelis e il vicesindaco con delega al lago Cristiano Bavaro, il Sindaco di Ariccia Gianluca Staccoli, la Sindaca di Rocca di Papa Veronica Cimino, il Sindaco di Albano Massimiliano Borelli, il Sindaco di Marino Stefano Cecchi.
Le novità di quest’anno vedono impegnate cinque amministrazioni locali che affacciano sul lago agire compatte per interloquire con Enti sovracomunali per ottenere finanziamenti in grado di salvaguardare un bacino famoso in tutto il mondo: il lago Albano di Castel Gandolfo, Città Vaticano II.
Il consorzio di bonifica Litorale Nord, delegato dal contratto di Falda come soggetto attuatore del progetto, ha presentato una scheda al Ministero per il Sud per ottenere fondi finalizzati a riportare l’acqua al lago Albano di Castel Gandolfo. La scheda è stata trasmessa al CIS, Contratto Istituzionale Acqua, che mette a disposizione 1,9 miliardi di euro per questa tipologia di interventi. Sono risorse FSC, Fondo Sviluppo e Coesione.
Nel contempo degno di attenzione è stato l’impegno della consigliera regionale Michela Califano: «È un grande piacere aver ricevuto il premio Lago di Castel Gandolfo per il mio impegno a salvaguardia del patrimonio idrico laziale. Un onere e un onore che in questi anni, con orgoglio, ho fatto mio. E che ci porterà, entro la prossima settimana, ad approvare in Consiglio Regionale un importantissimo provvedimento che porta la mia firma.  Un piano di incremento e risparmio delle riserve idriche grazie al quale avremo maggiori strumenti per contrastare l’emergenza climatica e tutelare uno dei nostri asset più importanti: l’agricoltura e l’ambiente. Un grazie di cuore all’associazione Lago di Castel Gandolfo per lo straordinario evento organizzato ieri sera, a tutti i premiati, ai sindaci e agli amministratori presenti, uniti insieme siamo più forti per combattere e risolvere i problemi».
Dal 2017 è iniziata una operazione di sensibilizzazione al problema grazie al Premio Lago di Castel Gandolfo che ha attirato l’interesse delle istituzioni locali e sovracomunali nonché di Bruxelles nella persona di Daniel Calleja, direttore generale del Servizio Giuridico, protagonista del premio durante la kermesse «Acqua e vita» attraverso il riconoscimento conferito per i risultati conseguiti come direttore generale dell’Ambiente.
Il PREMIO LAGO DI CASTEL GANDOLFO è una iniziativa che nasce da alcune realtà ed eccellenze locali finalizzato a promuovere lo sviluppo e il turismo del territorio del Lazio e a tutelarne le bellezze e ricchezze naturalistiche e storico – culturali.
L’evento che si è appena concluso ha coinvolto come ogni anno prestigiosi ospiti di caratura nazionale e internazionale: ministri, prefetti, ambasciatori, senatori e deputati, istituzioni e imprenditori, rappresentati regionali, delle Forze dell’Ordine e di Sicurezza. Presente anche il Procuratore Capo della Repubblica presso il tribunale di Velletri Giancarlo Amato, molto vicino e sensibile alla tematica dell’acqua e della tutela ambientale.
Non è mancata anche la partecipazione del Prefetto Francesco Tagliente.
L’attenzione del Premio è rivolta con particolare riguardo ai settori Ambiente, Agricoltura, Comunicazione, Turismo e Attività Produttive. Il PREMIO promuove il tema “Acqua e Vita” e quest’anno i fondatori tra cui la Presidente Chiara Rai, giornalista che da oltre 18 anni scrive di ambiente, il Dottor Massimo Gargano esperto nazionale sul tema acqua e direttore generale Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di bonifica), gli imprenditori Daniele e Dario Carducci, hanno inteso premiare cinque personalità che con la loro professione e dedizione fanno da traino al progetto per il lago sensibilizzando a loro volta sul tema a seconda delle proprie competenze.
Tra i premiati anche rappresentanti della società e che si sono distinti per azioni di rilievo morale e istituzionale promuovendo costantentemente i valori fondanti della Costituzione della Repubblica Italiana.
Tra gli obbiettivi del PREMIO vi è la volontà di consolidare un percorso che pone al centro dell’attenzione la sfida dei cambiamenti climatici e la volontà di perseguire politiche che mirano a migliorare la qualità di vita.
La serata di premiazione si è conclusa con un grande successo di presenze sulle rive del lago Albano a Castelgandolfo presso la prestigiosa location “I Quadri” in via dei Pescatori,  sede dell’associazione LAGO DI CASTEL GANDOLFO.
I premiati di quest’anno sono:
Dott. Maurizio Amoroso vicedirettore presso News Mediaset
Dott.ssa Roberta Serdoz, caporedattrice della redazione Rai del TgR Lazio
On. Michela Califano Consigliere regionale, tra i ruoli ricoperti è anche  Vice Presidente: XII commissione – Tutela del territorio e componente: IV commissione Bilancio e programmazione economico-finanziaria
Dott. Maurizio Capogrossi Presidente della Banca di Credito Cooperativo dei Colli Albani
Prof. Marco Mattei  Capo della segreteria tecnica del Ministero della Salute
Prof. Giuseppe Quintavalle Direttore generale del policlinico di Tor Vergata




Banca Popolare del Lazio, Blu Banca e fusione con la popolare Valconca: scoperto l’arcnano. Chi siede su più poltrone?

La prima settimana di Ottobre è stato ricevuto il provvedimento con il quale la Banca d’Italia ha rilasciato l’autorizzazione alla fusione per incorporazione di Banca Popolare Valconca S.p.A. in Blu Banca S.p.A..

Le società hanno depositato presso ciascuna delle sedi sociali di Blu Banca S.p.A. e di Banca Popolare Valconca S.p.A. la documentazione inerente alla fusione.

Il Consiglio di Amministrazione di Blu Banca S.p.A. provvederà a convocare l’assemblea straordinaria dei soci. Il Consiglio di Amministrazione della popolare Valconca ha già provveduto a convocare l’assemblea straordinaria dei soci, chiamata a deliberare in merito all’operazione di fusione per la data del 20 novembre 2022.

Sono giornate frenetiche in cui se prima, si presume, poteva aleggiare qualche titubanza sulla fusione in qualche recondita coscienza di soci o simpatizzanti della popolare Valconca, pian piano, un passo alla volta, la presunta nebbia sembra essersi diradata in favore di una idea: anziché fare naufragare la Valconca, meglio buttarsi nelle braccia di una banca come Blu Banca (Gruppo Banca Popolare del Lazio) pronta a risollevare le sorti della “malconcia”.

Chi è meglio avvezzo a utilizzare i proverbi direbbe con ironia “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”. Ma perché mai tanta ingratitudine? Non è forse Banca Popolare del Lazio l’istituto passato alle cronache per la poliedricità e il trasformismo ma anche per la drastica riduzione del valore delle azioni dall’insediamento dell’ultima governance?

È notizia consultabile e ufficiale che il prezzo delle azioni è sceso dalle quasi 40 euro dell’era precedente all’attuale governance fino a 17 euro e rotti centesimi. Soltanto lo scorso anno la BPL si è trovata a dover rimborsare con 40 mila euro una vittima del cosiddetto “risparmio tradito”.

Non è Banca Popolare del Lazio cui dinamiche di prestiti senza garanzie hanno richiamato l’attenzione della Guardia di Finanza e a scoppio presuntivamente ritardato della Banca d’Italia? Non è la BPL ad aver collezionato una sfilza di mancate dichiarazioni di conflitti d’interesse? Tanto che uno dei consiglieri ha subito un sequestro preventivo penale per ben 2 milioni di euro e il figlio oggi ancora siede nel Consiglio di amministrazione della banca.
Non è la BPL interessata da condanne alla restituzione del valore delle azioni ai presuntivamente malcapitati soci?

Ebbene, in un momento dove chi ha gli occhi foderati di prosciutto, le orecchie turate e le corde vocali sonnolenti (la presunta condotta: non vedo, non sento e non parlo), c’ è un ennesimo paradosso. Ma per farlo ben comprendere occorre declinare i cosiddetti “pezzi da novanta”.

Il presidente di Banca Popolare del Lazio è il notaio Edmondo Maria Capecelatro che si è trovato più volte diviso tra il suo ruolo di notaio e quello di “garante” della banca, chi non ricorda le vicende che abbiamo narrato di Capecelatro che poneva in essere una serie di attività tese a favorire Salvatore Ladaga (un politico locale di Velletri per cui il Notaio presidente ha fatto alienare dal Ladaga in favore della moglie separata tutti i propri beni immobili sottraendoli di fatto al credito vantato dalla Banca) e Italo Ciarla (ex vicepresidente della Banca, oggi presidente Onorario) che prima di far sottrarre i propri beni e dei loro cari dall’aggressione della BPL, pensava bene di citare in giudizio altri istituti bancari (Ex Toniolo) chiedendo la condanna per avergli praticato interessi usurari ed anatocistici.

Ma di situazioni che fanno arrossire i più sprovveduti ce ne sono più d’una. Proseguiamo con un altro membro della governance. Fino a circa due anni fa l’amministratore delegato di BPL era Massimo Lucidi, per intenderci citato in molte nostre cronache per essere cognato di Angela Ghirga socia di maggioranza di una società di mediazione della BPL, oppure lo ricordiamo per aver incoraggiato il finanziamento di oltre un milione e mezzo senza alcuna garanzia a una società di Perugia (la Protercave) di G.C. Lucidi, padre di Fabrizio che all’epoca dei fatti, diviene direttore di filiale della Banca Popolare di Spoleto dove lo stesso G.C. è consigliere d’amministrazione, lo stesso G.C. presidente del Consorzio Apifidi che ha garantito G.C. (se stesso!) e presentato in Banca Popolare del Lazio per l’apertura dei conti quale amministratore della Protercave.

Lucidi si è dimesso dalla Bpl per guidare la controllata Blu Banca. E Ora l’operazione Valconca, una popolare con sede in Emilia Romagna.

Ebbene, guardando la governance della Valconca rimaniamo di stucco: chi siede in consiglio di amministrazione? L’onnipresente Notaio Edmondo Maria Capecelatro!

Chissà se avrà votato a favore della fusione con la controllata della banca popolare del Lazio di cui è presidente?

Chissà se Capecelatro è al corrente che l’art. 36 del “Decreto Salva – Italia” (d.l. n. 201/2011, poi convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214), ha introdotto nell’ordi­namento italiano un esplicito divieto di interlocking? Un interlocking directorate può essere definito come il legame personale che si instaura tra due imprese nel momento in cui l’amministratore di una sieda anche nel consiglio di amministrazione dell’altra.

Legami di tale tipo possono presentarsi come orizzontali o verticali, a seconda che le imprese interlocked operino o meno ad un medesimo livello sul mercato e l’art. 36 del Decreto Salva Italia è stato emanato per tutelare la concorrenza nei mercati del credito e finanziari.

Le preoccupazioni in merito alla situazione concorrenziale in tali settori erano state portate all’attenzione pubblica dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) all’esito dell’Indagine Conoscitiva sulla corporate governance di banche e compagnie di assicurazione attive in Italia, nota come IC36. Tale indagine aveva evidenziato come più dell’80% dei gruppi esaminati (pari al 96% dell’attivo globale del campione analizzato) presentassero al loro interno legami riconducibili alla tipologia degli interlocking directorates.

Ma ormai la tanto agognata commissione banche sembra essere un lontano ricordo naufragato nelle primordiali e più buone intenzioni del giornalista Paragone che tra l’altro è stato anche contattato per dire la sua sugli approfondimenti che questo giornale ha fatto su BPL.

Silenzio. Nessun fruscio sulle nostre sequenze. Non ci si sorprende quasi più di nulla. Ma poi, nel caso ci fosse qualche futuro sussulto giudiziario sarebbe difficile dover ammettere che nessuno ne aveva parlato.