Orrore a Madrid: uccide la madre e se la mangia

Ha ucciso la madre dopo l’ennesimo litigio, ne ha smembrato il corpo dividendolo in piccoli pezzi che ha sparso per la casa, mangiandone un pezzetto alla volta con l’aiuto del cane.

Il momento dell’arresto da parte della polizia

L’incredibile, macabra, vicenda di cannibalismo che ha scosso l’opinione pubblica, è avvenuta a Madrid. La polizia ha rinvenuto il cadavere smembrato di Maria Soledad Gomez, 66 anni, dopo la denuncia di un’amica che non la vedeva da un mese. Allarmata, ha quindi contattato gli agenti che si sono recati nella casa in cui la donna abitava con il figlio di 26 anni, Alberto Sanchez Gomez. Il giovane è parso subito strano alla polizia che, insospettita, ha insistito per poter entrare dentro l’abitazione.

Qui, la macabra scoperta del cadavere, ormai putrefatto, e diviso in contenitori tupperware sparsi per la casa. Lo shock è stato talmente forte che uno dei poliziotti non ha retto ed è uscito dall’abitazione dando di stomaco.




Velletri, Banca Popolare del Lazio: quell’operazione definita “truffaldina” (L’inchiesta 5 parte)

Prosegue l’inchiesta su Banca Popolare del Lazio e sugli affidamenti a società senza garanzie, sui conflitti d’interesse non dichiarati e sulle “doppie vesti” di alcuni componenti del consiglio di amministrazione e della stessa presidenza che si trovano a gestire casi dai quali sarebbe opportuno che si astenessero.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa lo scorso 21/02/2019

Nella scorsa puntata abbiamo parlato della società Protercave S.p.a. amministrata da G.C., una persone che in questa storia ricopre tre ruoli: amministratore della Protercave SPA, presidente della Apifidi Centro Italia che garantisce l’affidamento per la Protercave SPA (G.C. che garantisce G.C. ricordate?) e componente del cda della Banca Popolare di Spoleto dove, caso vuole, nello stesso periodo è stato assunto il figlio di Massimo Lucidi, attuale Ad della Banca Popolare del Lazio, come dirigente di una filiale in Roma Prati.

La Protercave è stata presentata proprio dall’attuale Ad Massimo Lucidi e affidata per un milione e 600 mila euro senza garanzie.

Quella lettera dell’avv. Petronio che coinvolge lo studio del notaio Capecelatro

Al termine di questa prima parte la giornalista Chiara Rai, conduttrice di Officina Stampa ha poi letto una lettera che coinvolge un’altra volta, dopo il caso della Millenium e del consigliere di maggioranza Salvatore Ladaga, l’attuale presidente della Banca Popolare del Lazio Edmondo Maria Capecelatro, storico notaio di Velletri.

La lettera è scritta dall’Avvocato Ugo Petronio il 12 giugno del 2017 e indirizzata a Alessandro Di Giacomantonio, Manolo Di Giacomantonio e Patrizia Mattacchioni con oggetto cause di usucapione davanti al Tribunale di Velletri riferite a vari procedimenti relativi Alessandro Di Giacomantonio, Elvezio Di Giacomantonio, Manolo Di Giacomantonio e Patrizia Mattacchioni. La lettera fa inoltre riferimento ad una precedente lettera datata 5 maggio 2017 indirizzata a Loris Di Giacomantonio. Per chiarezza specifichiamo che Elvezio è il padre di Loris e Patrizia Mattacchioni è la cognata di Loris).

Una situazione definita “temeraria” e “truffaldina”

Ma cosa dice la missiva? In pratica l’avvocato Petronio rimette il suo mandato nei confronti dei suoi clienti Di Giacomantonio, che gli sono stati presentati dallo studio notarile Capecelatro, perché il 5 maggio la Banca Popolare del Lazio si è costituita con un atto d’intervento rispetto una situazione definita dallo stesso Petronio “temeraria e truffaldina” di cui lo stesso Petronio dichiara di non esserne al corrente sebbene gli atti confermino invece il contrario.

La vicenda

Di che parliamo? Praticamente Loris Di Giacomantonio, cliente storico del notaio Capecelatro che con il suo gruppo portava allo studio notarile almeno 50 atti l’anno, risulta garante di un debito della società Building House Srl nei confronti della banca per oltre 1 milione di euro. Come liberare i garanti del debito dai propri beni per evitare che questi venissero presi dalla banca?

Su consiglio del Notaio Capecelatro di cui ricordiamo che sia Elvezio che Loris sono clienti storici, i signori Di Giacomantonio Alessandro (figlio di Elvezio garante) e Patrizia Mattacchioni (cognata di Loris) si “mettono contro i garanti Loris ed Elvezio” per richiede l’usucapione dei beni del padre e del cognato (si proprio quelli a garanzia del mutuo concesso dalla banca).

Un particolare molto singolare in quanto il figlio avrebbe cominciato ad usucapire quando aveva 15 anni. Rispetto a questa operazione, iniziata in sordina, non appena la Banca, ignara dei fatti descritti, ne viene a conoscenza, si mette ovviamente di traverso e Petronio sentita puzza di bruciato rimette il mandato e lo fa nero su bianco con la famosa lettera letta in studio da Chiara Rai, nella quale l’avvocato ravvede nella proposizione dei giudizi di usucapione anche un comportamento definito dallo stesso come “truffaldino” ai danni della Banca Popolare del Lazio e nella quale fa altresì presente che i clienti gli erano stati indirizzati dal “Dott. Scotti dello Studio Capecelatro di Velletri”.

Dagli atti risulta che tutti sapevano tutto

Lo studio del notaio Capecelatro affida i suoi clienti Di Giacomantonio all’avvocato Ugo Petronio tanto che il legale addirittura elegge domicilio a Velletri in Piazza Cairoli, 44 proprio presso lo studio del Notaio Capecelatro.

Il notaio che in pratica con questa operazione non fa certo gli interessi della banca si espone ancora di più. Come? Il 10 ottobre 2016 sottoscrive addirittura una relazione detta “ipocatastale” richiesta dal Giudice dell’usucapione e depositata dai Di Giacomantantonio per mezzo del loro legale Petronio, quale atto istruttorio necessario per ottenere la sentenza di usucapione.

Gli atti parlano chiaro

Allora Petronio sapeva? Gli atti parlano chiaro: nella relazione ipocatastale depositata quasi un anno prima della lettera in cui dichiarava di non sapere si certifica dell’esistenza del credito della banca.

Il notaio presidente e quell’atto che sottrae di fatto i beni immobili alla garanzia del credito della Banca Popolare del Lazio

Ma non è finita perché il notaio Capecelatro prima della procedura di usucapione poi naufragata pur sapendo che sia Loris Di Giacomantonio che Elvezio avevano già in precedenza prestato garanzie fideiussorie dal 2007 per gli affidamenti concessi dalla Banca Popolare del Lazio, stipula il 22 febbraio 2011 addirittura un contratto di Mutuo con il quale iscrive ipoteca sui beni di Di Giacomantonio Elvezio ed a favore della Banca di Credito Cooperativo di Roma, sottraendo di fatto i beni immobili alla garanzia del credito della Banca Popolare del Lazio.

Il notaio Pistilli (associato Capecelatro) e il mutuo su un immobile abusivo

Successivamente il 6 luglio 2011 il notaio Paolo Pistilli, associato dello studio notarile Capecelatro, stipula un mutuo a favore del gruppo Di Giacomantonio con garanzia reale su un appartamento ad uso ufficio a Lariano.

L’immobile in sede di espropriazione immobiliare promossa dalla Banca Popolare del Lazio nei confronti dei Di Giacomantonio Loris ed Elvezio è risultato totalmente abusivo essendo in realtà un piano PilotY come è stato accertato dal consulente tecnico nominato dal Giudice dell’esecuzione e come risultava evidente dalla lettura dell’atto di provenienza con il quale la società Elios 88 aveva venduto il detto piano piloty ai Di Giacomantonio in data 22 novembre 2004.

Quei “buoni consigli” che non hanno funzionato

Nell’ulteriore tentativo di salvare i beni dei debitori, quindi scatta poi l’idea dell’usucapione che però va male e che succede? Petronio alza le mani e i Di Giacomantonio perdono tutto. Per loro i “buoni consigli non sono funzionati” nonostante tutti i tentativi fatti per far andare in porto l’operazione “purgazione”.




“I Boreali”, da Roma a Milano la cultura del nord Europa in bella mostra

Mentre a Roma furoreggia l’Equilibrio Festival, dedicato alla danza ma non solo, dei 5 paesi nordici, Milano non si fa attendere e si appresta a lanciare I Boreali, il più grande festival italiano interamente dedicato alla cultura del Nord Europa, ideato e organizzato da Iperborea con il patrocinio del Comune di Milano e in collaborazione con il Teatro Franco Parenti, dove da giovedì 21 a domenica 24 febbraio ci si immergerà nel fascino del mondo nordico.

Il festival anche per questa 5a edizione è l’occasione per un’esplorazione dei diversi ambiti artistici e culturali del Nord Europa, partendo dalla letteratura e dall’incontro con autori conosciuti e tradotti in tutto il mondo, per aprirsi ad altre aree di avanguardia come la musica, il cinema, la gastronomia.

Dopo le giornate milanesi, il festival raggiungerà anche altre città italiane nel corso del 2019: dopo Venezia, Firenze, Torino, Cagliari, Trento e Rovereto, I Boreali approderà a Bologna e Matera, e per la prima volta all’estero con un’edizione a Cernobbio/Lugano.
Giunto alla 5a edizione, il festival ha proposto nelle prime quattro rassegne più di 150 eventi in 20 sedi diverse, 80 partner e 140 ospiti, la maggior parte dei quali venuti dal nord Europa. Anche nel 2019, I Boreali si terrà nella prestigiosa sede del Teatro Franco Parenti di Milano dal 21 al 24 febbraio 2019: quattro giornate con scrittori, intellettuali, artisti, registi, musicisti, librai, professori, laboratori, letture, spettacoli, proiezioni, concerti, corsi e molto altro…

Dopo il successo della prima edizione, nel 2016 il festival ha cambiato formato e si è «allargato» anche al di fuori della realtà milanese, portando i suoi ospiti e i suoi incontri in alcune delle maggiori città italiane: Torino, Venezia, Genova, Trento, Rovereto, Firenze, Udine e Cagliari, registrando in ogni tappa grande partecipazione ed entusiasmo. Nel 2019 il festival raggiungerà nuove città e porterà il festival in altre grandi realtà italiane (e non solo), come Cernobbio/ Lugano, Bologna e Matera.
Tra gli altri ospiti internazionali, sono intervenuti Elisabeth Åsbrink, Jan Brokken, Bruxas, Stig Dalager, Jens Christian Grøndahl, Pasi Ilmari Jääskeläinen, Siri Ranva Hjelm Jacobsen, Jaakko Eino Kalevi, Khan of Finland, Jonas Hassen Khemiri, Jeppe Kjellberg, Björn Larsson, Minna Lindgren, Andri Snær Magnason, Man Duo, Mr. Silla, Hanne Ørstavik, President Bongo, Steve Sem-Sandberg, Fredrik Sjöberg, Jón Kalman Stefánsson, Sara Strindberg, Morten Strøksnes, Frank Westerman e Kjell Westö.

Tra gli ospiti italiani delle scorse edizioni, hanno partecipato al festival Marco Ardemagni, Violetta Bellocchio, Federico Bernocchi, Matteo Bordone, Matteo Caccia, Giuseppe Cederna, Massimo Cirri, Luca Crovi, Francesco Costa, Gigi Donelli, Fulvio Ferrari, Goffredo Fofi, Giorgio Fontana, Bruno Gambarotta, Alessandra Iadicicco, Natascha Lusenti, Valerio Millefoglie, Paolo Nori, Giacomo Papi, Maurizio Principato, Marco Rossari, Luca Scarlini, Adriano Sofri, Andrea Vitali e molti altri…

Il programma dettagliato di questa edizione è consultabile sul sito:
www.iboreali.it
informazioni: festival@iperborea.com, t 02.87398098




Ferrovia Roma-Viterbo, le RSU all’Atac: “Rispettate le disposizioni del Ministero?”

ROMA – Hanno chiesto di “essere convocati d’urgenza” i rappresentanti sindacali della Cgil e Cisl della ferrovia regionale Roma-Viterbo in gestione all’Atac, all’indomani del deragliamento verificatosi l’8 febbraio scorso presso stazione di Acqua Acetosa, che ha provocato la momentanea sospensione dell’esercizio e scatenato l’ira – legittima – dei pendolari. L’obiettivo è di avere “chiarimenti” sull’applicazione della D.O. 298 del 07.12.2016, che recepisce, per ciò che riguarda le ferrovie concesse, le “disposizioni contenute nella Circolare della DG STIF TPL n°7922 del 02/12/2016”.

Quel
fatidico venerdì un convoglio, intorno alle ore 15, sviava, durante le
operazioni di manovra, sul deviatoio contraddistinto sulla piantina aziendale col
numero 5, che mette in relazione i binari dell’attiguo deposito con quelli
destinati al servizio. È l’inizio di un lungo calvario per gli utenti della
RomaNord, la tratta urbana resta interrotta per tre ore circa, il tempo richiesto
dai tecnici aziendali per liberare dal treno il binario di circolazione pari
(direzione Montebello, Civita e Viterbo) e i relativi circuiti elettrici di blocco di cui la sede è
dotata.  

Alle ore 17.30, mentre il caos raggiungeva il
culmine, partiva dalla stazione di testa di Piazzale Flaminio un convoglio scortato dal capotreno per
effettuare il treno 134 (GrottarossaMontebello). Ma non potendo utilizzare il binario pari, ancora occupato, riceveva dalla DCT (Dirigenza Centrale Traffico) di Acqua Acetosa l’autorizzazione
a svolgere “servizio su binario
unico
percorrendo Il binario dei dispari da Flaminio a Grottarossa per
trasferimento materiale
”.

Decisione questa che,
stando ai rumors, sarebbe risultata
indigesta ai rappresentanti sindacali, al punto da chiedere all’Atac, col fonogramma 8 del 13 febbraio, di “essere convocati con urgenza per chiarimenti
in merito all’applicazione della Disposizione Operativa a firma del Direttore
di Esercizio, che recepisce quanto disposto dalla Direzione Generale per i
Sistemi di Trasporto e Impianti Fissi TPL n. 7922 del 02.12.2016
”.

Ma perché? Cosa
sarebbe successo di grave? Una risposta potrebbe emergere leggendo con la
dovuta attenzione la stessa Circolare ministeriale, cui l’Azienda capitolina fa
riferimento nella richiamata D.O. 298 del 07.12.2016. Che, infatti, al punto 3 chiarisce: “La
circolazione treni in senso opposto rispetto a quello per cui il binario è attrezzato
non
è ammessa
se non in caso di interruzione accidentale del binario attrezzato,
al
solo fine di consentire ai treni già in circolazione di superare il
tratto interessato dall’anormalità
, garantendo le necessarie condizioni
di sicurezza”.

In altre parole, solo
i “treni già in circolazione” possono
essere instradati “in senso opposto
rispetto a quello per cui il binario è attrezzato
”.  Il che, facendo un raffronto, potrebbe
stridere con quanto accaduto quel venerdì a Flaminio e giustificare così le
reazioni delle RSU. A questo punto vien da chiedersi: chi ha suggerito al DCT
di prendere quella decisione?  




Amatrice, dopo 3 anni dal sisma è ancora emergenza. Palombini: “Tempi biblici per le procedure”

AMATRICE (RI) – A distanza di due anni e mezzo dal sisma dell’agosto 2016, L’Osservatore d’Italia è tornato ad Amatrice.

Sulla strada si riconoscono ancora le rovine di decine di ristoranti ed hotel costretti alla chiusura

Il video servizio su Amatrice trasmesso a Officina Stampa del 21/02/2019

La giornata è soleggiata e gli abitanti ne traggono nuova energia per affrontare un altro giorno di attesa per una ricostruzione che non è ancora partita. Solo pochi giorni fa, Amatrice e le 69 frazioni sono state colpite da esose nevicate che hanno costretto la popolazione ad avvicinarsi a Roma.

L’intervista a Maria storica commerciante di Amatrice

L’intervista di Gianpaolo Plini per L’Osservatore d’Italia

La proprietaria di “Maria Sport”, un negozio di abbigliamento che sorge all’interno del Centro Commerciale il Triangolo, racconta come “le scorse settimane le temperature sono scese sotto i -20 c° distruggendoci fisicamente e mentalmente: si blocca tutto, dalle attività commerciali allo smistamento delle macerie: ci si sente soli”.

L’intervista a Filippo Palombini sindaco di Amatrice

L’intervista di Gianpaolo Plini per L’Osservatore d’Italia

Il sindaco Palombini, ingegnere sismico, spiega che il problema sono i detriti e le macerie che bloccano la ricostruzione. La Regione è deputata allo smistamento delle macerie mentre il comune si occupa solo delle ordinanze per quegli immobili pericolosi che vanno abbattuti. Mentre la rimozione dei detriti è bloccata al centro storico, dove hanno perso la vita molte persone, per disposto della procura. Idem per le 103 chiese dell’area, le quali sono sotto osservazione da parte del MIBAC.

Il secondo passaggio sarà quello della microzonazione sismica che i tecnici svolgeranno verso gli inizi di giugno. Ad oggi i cittadini che detenevano la residenza in una casa dichiarata modulo E vivono all’interno delle SAE (soluzioni abitative di emergenza) che sono 1900 nel cratere e 500 ad Amatrice. Si è discusso spesso della loro efficienza e, a due anni e mezzo dal sisma, si può affermare tranquillamente che non risultano essere adatte. Dalle testimonianze istituzionali e non che siamo stati in grado di raccogliere, è evidente che le SAE non rappresentano una sicurezza per i cittadini delle aree terremotate. Sono più che soventi i problemi legati all’umidità che alza i pavimenti o fora i soffitti non avendo i tetti a spiovente. La domanda è come mai vengono utilizzate a quelle latitudini? Le soluzioni abitative sono state acquistate prima del terremoto non tenendo conto che le strutture vanno adattate all’ambiente circostante (una casa al mare non può essere identica ad una casa in montagna). In molti ora risiedono entro i confini della zona franca urbana e perciò sono esentati dal pagamento delle imposte. In realtà la condizione è più complessa e presenta dei risvolti che suscitano molti interrogativi. L’emolumento dell’Enel, per esempio, è sospeso (lo paga il comune) fino al termine del 2019 quando i cittadini aretini dovranno pagare anche gli arretrati che, nel frattempo, si saranno cumulati in 2 o 3 mila euro. Una proposta più consona sarebbe stata quella di rimborsare interamente e senza nulla pretendere le tariffe delle bollette calcolando il consumo medio. Qualora qualcuno oltrepassasse la media indicata, allora paga l’ammontare in eccedenza.

Una questione urgente è il popolamento delle zone colpite dal sisma

È preoccupante analizzare il numero di abitanti rimasti e la loro età media. I giovani non hanno scelta: o partecipano alla rimozione delle macerie con tutti i danni psicologici che ne derivano oppure fanno i bagagli e vanno via. Bisogna ripartire dalle case modulo B, quelle con danni non troppo ingenti, che dalla prossima primavera dovrebbero cominciare ad essere ristrutturate. L’ex sindaco di Amatrice, il consigliere regionale Pirozzi è riuscito a far approvare una legge sul terremoto e la prevenzione che, con rischi di incostituzionalità, permette “ai proprietari delle seconde case dichiarate inagibili di installare, anche sul terreno non di proprietà, fino alla completa ristrutturazione dell’immobile, una o più strutture abitative temporanee e amovibili”.

Il sindaco Palombini utilizza parole forti nei confronti del terzo commissario alla ricostruzione Farabollini, professore all’università di Camerino, che “non ha capito dove sta, sbagliando totalmente approccio e quindi: o questo ruolo non è giusto per lui oppure non l’ha capito”.
Il 14 gennaio scorso, il primo cittadino ha accolto il sottosegretario alle aree terremotate Vito Crimi. Sono tre i punti principali dell’analisi del tavolo tecnico. Il primo riguarda lo sblocco dei finanziamenti, 2,3 miliardi nel 2017 fino a un miliardo e mezzo nel 2019, che però non sono spendibili a causa delle procedure bibliche, farraginose e non adatte ad una situazione di estrema emergenza. Il secondo, quello del rinnovo dei contratti a termine dei dipendenti comunali è stato licenziato in ritardo dalla Finanziaria mentre ancora nessuna notizia per i contratti dei segretari. Il terzo punto riguarda il PASS (Presidio assistenza Socio-Sanitaria): il sindaco ha ottenuto un’automedica e un’ambulanza con la permanenza stabile di un medico. Ma il ruolo che svolgono è solamente quello di trasferimento del malato all’ospedale di Rieti. Per lo storico ospedale Grifoni si stanno ancora svolgendo le gare per gli appalti.

È pleonastico che il grimaldello per la rinascita delle aree colpite dall’ondata sismica è lo sviluppo del turismo. Bisogna ricostruire gli alberghi, ristrutturare le seconde case per combattere l’abbandono del territorio soprattutto da parte dei giovani e dare, così, impulso al commercio che ora sembra quasi al limite della sopravvivenza.




Genzano, bambina picchiata dal compagno della madre: parla la donna che conosce Sara fin da piccola: “Tante bugie”

GENZANO DI ROMA (RM) – Sarà sentita in audizione protetta la figlia più grande di Sara, la mamma della bambina di 22 mesi massacrata di botte da Federico Zeoli lo scorso 13 febbraio a Genzano di Roma.

VIDEO – Nel corso della trasmissione Officina Stampa dello scorso 21 febbraio Chiara Rai ha parlato del caso insieme agli ospiti l’Avv. Gabriele Sepio e l’opinionista Azzurra Marinelli

Sciolta la prognosi riservata per la bambina di 22 mesi

Sciolta, nel frattempo, la prognosi riservata per la bambina che si trova ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. La piccola è stata trasferita dall’area intensiva ad un reparto di degenza ordinaria e le sue condizioni di salute sono stabili. Proseguono le cure del caso e l’osservazione clinica dello stato generale e neurologico.

L’uomo che l’ha ridotta in fin di vita, un 26enne di Campobasso con precedenti per lesioni, stalking e furto

Zeoli si trova ora recluso nel carcere di Velletri con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. Zeoli durante l’interrogatorio di garanzia ha confermato di aver malmenato la bambina e di averla presa a morsi perché “piangeva troppo forte”.

Le indagini della Procura

La più grande delle figlie di Sara, verrà sentita dagli specialisti incaricati dalla Procura di Velletri per verificare il comportamento dell’uomo durante i due mesi di convivenza famigliare. Questo anche perché sul corpo della piccola i medici avrebbero rilevato altre ferite non riconducibili al grave episodio avvenuto la notte del 13 febbraio.
Sara, la 23enne madre delle tre bambine, intanto è stata trasferita in una struttura protetta e tenuta a distanza dalle figlie. Questo fino a quando i magistrati non avranno chiaro l’intero quadro.

La testimonianza chock della donna che accudisce il padre di Sara

VIDEO – L’intervista di Chiara Rai con la donna che accudisce il padre di Sara e che la conosce fin da piccola

Sara è residente ad Albano nella frazione di Pavona dove vive suo padre malato con problemi di carattere psichiatrico. La ragazza mercoledì era uscita per portare a suo padre le medicine lasciando le due gemelline e la bimba di 5 anni a casa col nuovo compagno che, a detta di Sara, avrebbe sposato nel mese di aprile. Il padre ha 43 anni e da qualche anno soffre di problemi di schizofrenia. La signora Marisa che vive al piano di sotto lo va a trovare più volte al giorno e spesso gli fa la spesa: “Valery – così la signora chiama Sara – non gli porta spesso da mangiare e allora gli compro qualcosa io e lo vado a trovare per vedere se sta bene. Se non prende le medicine purtroppo diventa pericoloso per se stesso. Non è violento ma è malato”.

Sara è in carico ai servizi sociali di Albano

L’avvocato Gabriele Sepio, consigliere delegato ai Servizi Sociali del Comune di Albano conferma che il padre della giovane è seguito dai servizi sociali: “Avendo problematiche di carattere sanitario – spiega Sepio – è principalmente seguito dal dipartimento di Salute Mentale”.
Sara invece risulta in carico ai servizi sociali di Albano: “La ragazza – aggiunge Gabriele Sepio – in carico dal 2015 riceve un sostegno socioeconomico e interventi educativi. Spesso non si faceva vedere per dei periodi e poi ricompariva. Da quattro mesi non si presentava ai colloqui sebbene ricevesse sussidi economici anche straordinari. Inoltre, era anche segnalata come nucleo problematico all’interno di un progetto denominato “Pippi”, arrivato alla settima edizione e che rappresenta un aiuto concreto per tante famiglie. L’ultima convocazione dell’assistita risale all’8 febbraio ma i vigili urbani non l’hanno trovata perché di fatto era domiciliata a Genzano”.

Le contraddizioni di Sara

Intanto anche in televisione si è parlato delle contraddizioni di Sara: La prima intervista alla ragazza è stata fatta da Chiara Rai il 14 febbraio, la mattina dopo la notte dell’orrore: “Io penso che lui queste cose non le fa con cattiveria, perché le vuole fare. Gli partono quei momenti, vogliamo chiamarli di schizofrenia? Io ho mio padre che sta così, lo posso capire. Secondo me quando sta in quella condizione non si rende conto. Quando gli partono quei 5 minuti lui non si rende conto di quello che fa. Dopo si rende conto e si pente. Io penso che lui non lo ha fatto con cattiveria. Lui sta in carcere a Velletri io lo voglio vedere a tutti i costi, io devo parlarci, non lo voglio abbandonare, lo voglio aiutare… è difficile ma penso di farcela”. Queste le parole pronunciate da Sara all’indomani di una nottata orribile in cui proprio il suo compagno, l’uomo di cui parla e che vuole incontrare, si è scatenato come una furia massacrando la piccola di 22 mesi. L’indomani la ragazza madre cambia versione durante la trasmissione Pomeriggio Cinque condotta da Barbara D’Urso dove ha condannato il gesto dell’uomo dicendo di non poter perdonare un’azione simile ed è giusto che lui paghi: “Non lo perdonerò mai. Non è vero quello che è scritto sui giornali io lo odio, io lo odio”, ha ripetuto.




Meteo, ondata di gelo nel week end: attese tempeste di neve

Le condizioni meteo stanno per cambiare. Per alcune regioni d’Italia sarà un cambiamento eclatante, non certo indolore.

Stiamo parlando di quell’ipotesi continentale ampiamente discussa a inizio mese, in realtà già a fine gennaio ma che a livello di tempistiche ha richiesto una dilazione importante. Ma ci siamo, magari non avverrà con le stesse dinamiche ipotizzate a suo tempo ma non ci si andrà così lontano.

Stiamo parlando del gelo. Gelo che sta per irrompere, violentemente, sull’Europa orientale incuneandosi al di sotto di quel mastodontico Anticiclone posizionato sui settori centro occidentali del vecchio continente. Gelo che passerà tra Grecia e Balcani, gettandosi al Sud Italia.

Gelo sì, perché al di là del nostro mare verranno registrati valori di temperatura estremamente bassi. Le agenzie meteorologiche di quelle aree sono già in allerta perché si prevedono forti nevicate. Potrebbero verificarsi veri e propri blizzards, ovvero tempeste di neve e vento

L’aria gelida scaverà un minimo ciclonico proprio sullo Ionio, foriero di maltempo all’estremo Sud. Ma diciamo questo, che tra venerdì e domenica le temperature registreranno un crollo su gran parte del Centro Sud e Isole Maggiori. Perché l’aria fredda riuscirà a penetrare all’interno dell’Alta Pressione.

Per quanto riguarda le precipitazioni le ultimissime proiezioni modellistiche ci dicono che potrebbe nevicare a bassissima quota – addirittura sin sulle coste – dall’Abruzzo in giù. Pensate, potrebbe nevicare sin sulle coste della Sicilia settentrionale. Non saranno fenomeni eclatanti, ma ovviamente dove entrerà in gioco il cosiddetto stau – nelle interne appenniniche – gli accumuli potrebbero essere interessanti.

Tornando sul peggioramento del vortice ciclonico, sarà meglio tornarci su perché in questo momento le proiezioni dicono che potrebbe portare un rialzo delle temperature ma le nevicate risulterebbero forti oltre gli 800-1000 metri. Quindi seguiteci, perché ne vedremo delle belle.

Concludiamo dicendo che al Nord l’influenza dell’ondata di gelo sarà ridotta ai minimi termini perché qui la componente anticiclonica sarà ben più forte e difficilmente attaccabile. Insomma, sembra un po’ di rivivere ciò che accadde a inizio gennaio




Scientology e Damanhur Ostaggi delle sette e love bombing: ecco cosa non si dice

Il fenomeno delle sette sataniche in Italia è molto più diffuso di quanto viene portato a galla finora dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura. Non è possibile quantificare i numeri effettivi perché, per sua natura, il satanismo agisce in modo occulto, sotterraneo, oscuro ed è un fenomeno trasversale, riguarda tutti i ceti sociali.

In Italia sono oltre 4 milioni le vittime dei cosiddetti “culti distruttivi”. La Polizia, in considerazione della pericolosità e proliferazione delle sette, nel 2006 ha costituito una Squadra speciale Antisette che, solo nel 2018, ha ricevuto più di 2400 richieste d’aiuto da parte di persone vittime di queste organizzazioni, con una prevalenza di contatti dal Nord Italia (39%), seguito dal Centro (32%) e dal Sud (29%).

Tra le diverse realtà settarie si evidenziano le psicosette (il 41% dei casi), i gruppi che praticano culti estremi (30%), le sette magico esoteriche (16%) e quelle pseudo-religiose (13%).

Attraverso le attività di indagine emergono reati come: violenza sessuale, anche di gruppo, maltrattamenti, truffe, estorsioni, profanazione di cimiteri. Si tratta di organizzazioni gerarchiche, piramidali con a capo un leader carismatico, manipolatore, dotato di grande abilità criminale e imprenditoriale, con un preciso programma di proselitismo basato sull’asservimento totale delle vittime, sulla negazione del mondo esterno (descritto come pericoloso e fuorviante), sull’allontanamento dalla famiglia d’origine.

Si tratta della tecnica del Love Bombing: il bombardamento di amore, attenzione, comprensione che i guru esercitano verso gli adepti, volto a ottenere potere e controllo sulle vittime, isolarle dal mondo, rinnegare la precedente vita.

Le vittime delle sette sono, spesso, persone fragili, con un forte disagio psicologico dovuto a un lutto, un dolore sentimentale, alla perdita del lavoro.

Uscire da questi infernali meandri settari fatti di violenze, riti, divieti assurdi, privazioni di cibo e sonno per indebolire la volontà, non è affatto facile sia per la paura di non essere più accettati dai familiari, sia per la paura di minacce e ritorsioni (oltre a un forte senso di vergogna).

Nel quartiere meneghino Bicocca, nel 2015 è stata aperta la più grande sede italiana di Scientology (lussuosa, immensa, super accogliente). La chiesa di Ron Hubbard da Hollywood è, dunque, sbarcata a Milano. Ovviamente stessa tecnica di manipolazione mentale del Love Bombing. In Piemonte, a circa 50 chilometri da Torino, vi è la Federazione di Damanhur fondata nel 1975 da un ex broker assicurativo Oberto Airaudi, detto Falco Tarassaco, morto nel 2013 (e che per gli adepti comunicherebbe anche da morto). Il Tempio è una meraviglia di sale, elementi decorativi, sculture, mosaici scavati dentro una montagna per un totale di 8500 metri cubi. I seguaci di Falco ci hanno lavorato per anni, senza alcuna autorizzazione. Entrare in questa comunità damanhuriana vuol dire cambiare il proprio nome con quello di un animale e di una pianta, come simbolo di rinnovamento e unione con la natura. Dopo l’intervento di alcuni politici e un lungo palleggio, oggi il Tempio è riconosciuto opera d’arte dalla Soprintendenza ed è visitabile per 70 euro, a beneficio delle casse di Damanhur.

All’interno vi sono adepti, turisti, negozi in franchising, casa editrice, assicurazione, azienda edile. A 150 euro si può acquistare una multisfera che sembra curare tutto (dal grasso in eccesso alla memoria), a 37 euro il bracciale anti-insonnia. Qui si paga con un’altra moneta, c’è un’altra bandiera e si celebra il matrimonio a tempo! Come rivelato da alcune vittime, in questi posti “ti svuotano di te per riempirti di loro”. L’abrogazione del reato di plagio, in certi casi, non ha consentito di perseguire queste attività di tipo manipolatorio.

Il vuoto normativo su questo tema è un ostacolo rilevante alla tutela penale delle vittime. Occorrerebbe, a mio avviso, una normativa specifica che punisca la manipolazione mentale, come si è più volte tentato di fare. Ma ad oggi la situazione risulta ferma e le vittime restano intrappolate nel limbo dell’abbandono istituzionale. Inoltre, lo Stato è assente anche per quanto riguarda l’adozione di politiche preventive. Il contrasto dei fenomeni criminali passa, innanzitutto, dalla prevenzione, dalla consapevolezza sociale sui pericoli connessi alle sette e alla rete, e dal rafforzamento della Polizia Postale. Non dimentichiamoci che il fenomeno settario coinvolge sempre più minori reclutati principalmente attraverso la rete. Avvocato – Criminologa Luana Campa




La FISE presenta i Pratoni del Vivaro e Bracciano per i mondiali di equitazione 2022

Finalmente è certezza: il Centro Equestre dei Pratoni del Vivaro e la Tenuta di Santa Barbara a Bracciano sono i siti proposti per ospitare i Campionati del Mondo 2022 degli sport equestri.

La manifestazione di interesse è stata formalizzata la scorsa settimana dalla Federazione Italiana Sport Equestri (FISE).

“Con questa rilevante iniziativa di portata internazionale – illustra il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini –  il Centro Equestre avrà l’opportunità di esprimere appieno le sue che caratteristiche tecniche definite “uniche” sul panorama mondiale, come nel caso delle centinaia di diverse manifestazioni di altissimo profilo agonistico. Si avrà modo di confermalo come indiscusso punto di riferimento nel settore degli sport equestri.”

“La possibilità di ospitare i mondiali di equitazione – prosegue  il primo cittadino – costituisce un’occasione rilevante per Rocca di Papa e tutti i Castelli Romani. Una manifestazione simile è in grado di attrarre migliaia di persone, con un conseguente flusso economico e lavorativo. Questo comporterà sicuramente un’accelerazione dello sviluppo della frazione Vivaro e la valorizzazione del compendio immobiliare e sportivo del prestigioso Centro, con un successivo aumento e miglioramento dei servizi nella zona, sia per i residenti sia per i visitatori.”

“Se la candidatura verrà perfezionata nei prossimi mesi a Mosca – continua il sindaco – sono sicuro che avremo buone probabilità di vederci affidato l’onore di ospitare i mondiali. Il Centro Equestre dei Pratoni del Vivaro è tra gli impianti più idonei sotto molti punti di vista, senza mettere in secondo piano la vicinanza a Roma, elemento da prendere in considerazione dal lato logistico. Inoltre, i Castelli Romani vantano un’ottima offerta ricettiva e ristorativa, distribuita su tutto il territorio, requisito fondamentale nell’organizzazione di eventi di tale portata.”“Come Amministrazione Comunale – conclude Crestini – ringrazio il presidente della FISE, Marco Di Paola, per essere riuscito nel comune intento di coinvolgere Rocca di Papa in questo progetto, che potrà incidere positivamente sui territori su cui si realizzerà e sulla scena internazionale degli sport equestri, costituendo un passo importante per il rilancio del Centro Equestre e della frazione Vivaro.”

La Tenuta a Bracciano si estende per oltre 180 ettari e comprende ben cinque arene coperte, tre arene scoperte, un campo da polo, trecento box residenti e la capacità di estenderli a mille durante le manifestazioni oltre al lago balneabile e a numerose strutture ricettive. “Un onore per noi – ha affermato il sindaco di Bracciano Armando Tondinelli – poter accogliere una manifestazione simile. Sarebbe un ulteriore volano per il turismo a Bracciano e per conoscerne le sue bellezze e peculiarità”. Soddisfatto il presidente della Fise Marco Di Paola che ha inteso ricordare che questa candidatura è parte fondamentale del progetto di ”Elementa”, che affianca la Fise in questa importante avventura sportiva.




Delitto Serena Mollicone, perizia del Ris. Il criminologo Carmelo Lavorino aspetta le carte e prepara la difesa dei Mottola

Falso allarme, secondo il noto criminologo Carmelo Lavorino, incaricato dalla famiglia Mottola nell’ambito della difesa dall’accusa dell’omicidio di Serena Mollicone, 18 anni, ad Arce, avvenuto il 1 giugno del 2001. A dispetto di quanto comunicato dal RIS dei Carabinieri agli organi di stampa, il professor Lavorino non ritiene esatte le conclusioni a cui gli stessi sono giunti.

Secondo il RIS, infatti, Serena Mollicone sarebbe stata uccisa dal figlio del maresciallo dei carabinieri Mottola, Marco, il quale le avrebbe violentemente sbattuto il capo contro una porta della caserma dei carabinieri di Arce, porta su cui sono state trovate tracce di sangue.

Lui stesso poi – non è ancora chiaro se da solo o con dei complici – ne avrebbe trasportato il corpo nel boschetto di Fontecupa, ad Anitrella, 8 km. Da Arce.

L’assassino le aveva coperto il capo con un sacchetto di plastica, ad evitare di lasciare tracce di sangue, mani e piedi legati con scotch e fil di ferro. Naso e bocca avvolti da numerosi giri di fil di nastro adesivo, che ne avevano causato la morte per asfissia.

“Leggo con fastidio e stupore – dichiara il professor Lavorino – articoli dal titolo ‘Il cerchio si stringe attorno al figlio del maresciallo’, ‘Il delitto è avvenuto in caserma’, ‘Serena sbattuta con forza contro la porta della caserma’, ‘Un’informativa/rapporto incastra il figlio del maresciallo’, e similari, dove si travisano gli esiti degli accertamenti tecnici che qualche ignorante continua imperterrito a chiamare impropriamente ‘perizie’, si strumentalizzano alcune nostre eccellenze (leggere “RIS”), facendo credere all’opinione pubblica che i RIS concludano in tal senso… mentre non è vero, si attribuisce a un atto di parte – l’informativa – una valenza investigativa, tecnica e scientifica spropositata, dimenticando le regole del “giusto processo” e della cautela, non si tiene conto delle confutazioni della difesa.
Ricordo a tutti – prosegue il criminologo – che molti anni fa venne scritto, sempre a proposito del delitto di Arce: “Il cerchio si è stretto attorno al carrozziere Carmine Belli“. Ebbene, questi si fece ingiustamente 18 mesi di ingiusta detenzione e venne assolto soltanto grazie a noi del pool di difesa, in quanto demolimmo l’impianto accusatorio dei due sostituti procuratori e impedimmo un terribile errore giudiziario.
Ritengo che gli Inquirenti siano entrati, – ha proseguito Lavorino – ancora una volta, nel deserto dell’innamoramento del sospetto e dell’ipotesi per non uscirne più, avvolti dal pregiudizio del gruppo e dell’équipe e dall’autoconvincimento riverberante.
Aspettiamo la chiusura delle indagini, – ha concluso Lavorino – aspettiamo le carte, poi analizzeremo e valuteremo sia gli aspetti difensivi, sia quelli per individuare il vero assassino di Serena Mollicone”.

Aggiungiamo che ci auguriamo venga fatta chiarezza anche a proposito del suicidio del brigadiere Santino Tuzi, che apparve poco chiaro nelle sue modalità di esecuzione. Il brigadiere Tuzi, stando alle apparenze, si suicidò con la pistola d’ordinanza, nell’auto di sua proprietà, proprio il giorno prima della sua convocazione in Tribunale per essere interrogato quale persona informata sui fatti.




Arce, delitto Serena Mollicone: la perizia dei Ris conferma le accuse a Marco e Franco Mottola

-La perizia dei Ris ora è contenuta in un’informativa consegnata alla Procura di Cassino nella quale in sostanza si ribadisce ciò che era emerso dall’atto istruttorio: per la morte di Serena Mollicone, uccisa il 1 giugno del 2011, le indagini conducono a Marco Mottola e al padre Franco, allora comandante della stazione dei carabinieri di Arce.

I due, con la moglie di quest’ultimo Anna sono infatti da tempo iscritti nel registro degli indagati per omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere. Altri due carabinieri sono indagati per favoreggiamento.

Secondo quanto emerso dalla perizia dei Ris Serena Mollicone sarebbe stata colpita negli alloggi della caserma al culmine di una lite. Successivamente il cadavere sarebbe stato spostato nel boschetto dell’Anitrella dove poi è stato trovato. La perizia medico-legale infatti indica una compatibilita’ tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata da Serena Mollicone.