Costruire la resilienza, una conferenza sulle connessioni tra economia e politica nei Paesi del Golfo arabo

Lo sviluppo economico
sostenibile, la crescita socio-economica e gli elevati standard di qualità
della vita sono sempre più considerati ingredienti chiave per qualsiasi paese
per costruire pace, sicurezza e resilienza, ovvero la capacità di adattarsi ai
cambiamenti di varia natura.

Per i paesi del Golfo arabo,
questo si traduce nella necessità di diversificare rispetto ad una dipendenza
insostenibile dalle entrate energetiche e di costruire un’economia che
garantisca maggiori opportunità e non metta in pericolo il delicato ambiente in
cui vivono le popolazioni. Sulla base di queste premesse, il Centro del Bahrain
per gli studi strategici, internazionali ed energetici (DERASAT), in
collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), ha
pubblicato nel 2018 il primo Rapporto sullo sviluppo umano del Bahrain, uno
studio completo sul presente e sul futuro di sostenibilità che possa servire
come punto di riferimento per la regione e oltre.

Il 15 marzo, il Centro di informazione
Euro-Golfo ospita il dott. Omar al-Ubaydli, direttore del programma per gli
studi internazionali e geopolitici presso DERASAT, per presentare i risultati
del rapporto e condividere una potenziale tabella di marcia per migliorare gli
indicatori chiave dello sviluppo umano. Esperto economista, il dott. Al-Ubaydli
è anche Professore Associato di Economia alla George Mason University ed, in
precedenza, Visiting Professor of Economics presso l’Università di Chicago.

Il Dr. Al-Ubaydli sarà
introdotto dal professor Davor Džalto, direttore del programma per gli studi
sulla pace presso l’Università americana di Roma, che fornirà un quadro di idee
su come collegare lo sviluppo socio-economico e umano al raggiungimento della
pace.

L’evento si svolgerà tra le
11:00 e le 13:00 nella sede centrale di EGIC in via Gregoriana 12 a Rom.

Per registrarsi:
https://www.egic.info/building-resilience




Il Re di Giordania ad Assisi per ricevere la Lampada della Pace

ASSISI (PG) – Il Re di Giordania, Abdullah II, farà visita, accompagnato dalla Regina, Rania, alla Basilica di San Francesco d’Assisi il prossimo 29 marzo per ricevere in dono, dai frati del Sacro Convento, la Lampada della pace di San Francesco per “la sua azione e il suo impegno tesi a promuovere i diritti umani, l’armonia tra fedi diverse e l’accoglienza dei rifugiati “. All’incontro di Assisi interverranno anche la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di
Assisi, padre Enzo Fortunato, ha sottolineato che la lampada di San
Francesco verrà consegnata dal Custode del Sacro Convento di Assisi, padre
Mauro Gambetti, a Sua Maestà il Re Abdullah IIche “in
Medio Oriente e in tutto il mondo ha distinto sé stesso e il Regno Hascemita di
Giordania attraverso la sua azione e il suo impegno tesi a promuovere i diritti
umani, l’armonia tra fedi diverse, la riforma del sistema educativo e la
libertà di culto, e allo stesso tempo ha dato ospitalità e un rifugio sicuro a
milioni di rifugiati. Queste sono le ragioni per le quali abbiamo deciso di
premiare Sua Maestà con la Lampada della Pace
”.

Alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si è tenuta nella
sede dell’Associazione Stampa Estera in Italia, hanno partecipato i frati del
Sacro Convento, l’Ambasciatore del Regno Hascemita di Giordania in
Italia, Fayiz Khouri, l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa
Sede, Pietro Sebastiani, il Portavoce dell’Ambasciata della
Repubblica Federale di
Germania, Fabrizio Micalizzi, e il Direttore della Sala Stampa del
Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato.

Durante l’incontro è stato annunciato dal direttore di Rai
Ragazzi, Luca Milano, il cartone animato sul Santo di Assisi che andrà in
onda sulle reti Rai.  “Un film d’animazione per ragazzi e famiglie, con
attenzione particolare al pubblico che va dai 7 ai 14 anni
 – ha
dichiarato il direttore Milano – Il film parte dall’incontro avvenuto
nel 1219, ottocento anni fa, tra san Francesco e il Sultano d’Egitto. Da lì a
ritroso, il film d’animazione presenta i momenti essenziali della vita del
Santo di Assisi ai ragazzi d’oggi. Il film, avviato in produzione da Rai
Ragazzi con uno studio di animazione torinese, sarà pronto per la trasmissione
sulle reti Rai a fine 2019 e verrà quindi distribuito internazionalmente”.




Il Cd compie 40 anni e si avvia verso la “pensione”

Nel lontano 8 marzo del 1979 la Philips presentava il primo cd. Tale supporto era destinato a rivoluzionare l’ascolto e soprattutto la memorizzazione digitale delle informazioni. Adesso il compact disc è ormai in declino per l’arrivo dei nuovi formati digitali come lo streaming e l’archiviazione dati nel cloud. Il declino di tale supporto è sancito in Italia dall’uscita del Cd dal paniere Istat, che annovera i beni e i servizi più acquistati. E negli Usa dalla chiusura nel 2018 dell’ultima fabbrica che li produceva. Di fatto la progettazione del Cd nella sua configurazione definitiva risale al 1979 e si deve ad una joint venture della Philips con l’azienda giapponese Sony, che già dal 1975 stava sperimentando in modo indipendente la tecnologia per un disco ottico digitale. Un accordo tra la casa giapponese e quella olandese portò alla definizione dello standard per il compact disc, che prevedeva dischi di 12 centimetri e una risoluzione di 16 bit, e al lancio definitivo. Parlando un po’ di storia, a sancire il successo del cd fu il direttore d’orchestra Herbert Von Karajan che con i Berliner Philharmoniker è protagonista del primo disco registrato con il nuovo formato, mentre il primo album pop pubblicato su questo supporto è 52nd Street di Billy Joel. Nel 1990 l’intero settore dei Cd supera i 33 giri. Nel 2007, quando già l’mp3 è una realtà da diversi anni, si contano 200 miliardi di compact disc venduti nel mondo. E proprio l’mp3 e piattaforme come Napster e successivamente lo streaming di Spotify saranno determinanti per il declino del Compact disc, mai amato davvero dagli appassionati di musica per la qualità del suono, con il 2015 che verrà ricordato come l’anno in cui i formati “immateriali” hanno superato quelli fisici. Anche il suo utilizzo nel settore informatico crolla per il sopravvento delle chiavette usb, capienti e meno ingombranti, o di sistemi come wetransfer che permettono il trasferimento online di dati, video e foto in maniera veloce. Ma non è detto che fra qualche anno i cd non saranno destinati a tornare, infatti attualmente i suoi predecessori, dischi in vinile e musicassette, si sono recentemente presi la loro rivincita e sono tornati ad essere richiesti. Nel 2018 hanno fatto registrare aumenti delle vendite a due cifre, come riporta l’indagine della società specializzata BuzzAngle. In ogni caso, che sia destinato a sparire o a tornare in voga fra qualche anno non possiamo che augurare buon compleanno al cd.

F.P.L.




Roma, a Villa Lante la conferenza su “Fatidiche Sorores”: le gemelle nell’antica Roma

Nella suggestiva Sede dell’Institutum Romanum Finlandiae (che, come noto, si dedica alla cultura classica, con particolare riferimento alla ricerca e all’insegnamento delle antichità romane) di Villa Lante al Gianicolo, la direttrice Arja Karivieri ha introdotto la professoressa Laura Chioffi (ha retto la cattedra di Storia ed Epigrafia della facoltà di Lettere e Filosofia della Seconda Università degli Studi di Napoli della quale si ricordano i forti legami ed il proficuo rapporto con l’Università di Helsinki) la quale ha svolto una lezione sulle relazioni tra le gemelle (Clodiae) e il culto gestito da sorelle, praticato ad Anzio.

Laura Chioffi ha iniziato la conferenza analizzando una nota iscrizione romana su marmo, scoperta nel 1983 ad Anzio in una necropoli, e ha esposto in dettaglio quali potrebbero essere i significati delle parole declinate gemellae (gemella) e sorori (soror) in essa contenute.

In occasione di un parto gemellare, considerato ben augurante dal mondo romano antico, se femminile, veniva imposto ad una il nome Gemella. Immediato il riferimento ai gemelli Romolo e Remo e al mito del loro fortunato salvamento. Il culto mirava a ottenere, anche attraverso parti multipli, una maggiore prolificità nella casa del praticante. Nella targa sepolcrale, del I secolo d.C., è intuibile che ad una delle due Ge, in vita (riconoscibile da una V aggiunta, incisa debolmente accanto al nome), toccò il triste compito di provvedere alla sepoltura della gemella e di predisporre la propria per il futuro.

Ha quindi evidenziato le fonti letterarie, in particolare degli storici Marziale e Svetonio, per stabilire una connessione tra le Clodiae (così chiamate in quanto liberte vissute durante la dinastia Clodia) e il culto esercitato nella città a sud di Roma da sorores, citate da Marziale. Inoltre, scrive Svetonio, la loro capacità profetica connota le sorores come Fortunae Antiatinae e che l’errata comprensione di una profezia fatta da sorores rese inaspettato l’assassinio dell’imperatore Caligola.

Anzio era sotto la protezione della Dea Fortuna. La duplicità insita nel termine Fortunae potrebbe riscontrarsi anche nella monetaria dell’imperatore Augusto dove in una, coniata per celebrare le vittorie sui Parti, è osservabile il doppio profilo della medesima Dea (uno con elmo e veste che la copre, l’altro senza elmo e con le spalle scoperte).

Ha poi proseguito citando ulteriori fonti riguardanti lo stesso collegamento interpretativo per concludere che le giovani sorelle gemelle, da liberte divenute profetesse, intermediarie tra i richiedenti l’oracolo e il volere della divinità interrogata, avrebbero potuto avere un diretto riscontro nella bellissima statua femminile, recuperata ad Anzio e conservata presso il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo a Roma; la cosiddetta “Fanciulla di Anzio”. La statua decorava la Villa di Nerone, in riva al mare, allora eretta nella stessa città laziale ove l’imperatore nacque.

La Fanciulla, dall’abbigliamento e dall’acconciatura particolari che suscitano alta considerazione, osserva estatica un vassoio contenente oggetti per eseguire pratiche divinatorie (rotolo per scrittura, ramo di alloro, zampette di gatto, altro), attribuibili con ogni probabilità al culto del Dio Apollo. L’alloro, nella mitologia, è legato alla metamorfosi di Dafne in albero, supplicata della ninfa, per evitare che nella fuga fosse afferrata da Apollo attratto dalla sua straordinaria bellezza (raccontato da Ovidio, il mito è rappresentato dallo stupendo gruppo scultoreo, capolavoro del Bernini, visitabile al Museo di Villa Borghese in Roma).

Ecco il testo della targa latina rinvenuta ad Anzio

Ampia partecipazione alla conferenza. Al termine, molte richieste di chiarimenti.

di Edoardo Caielli




Bologna, bambino cade da un carro di carnevale: è grave

Un bambino è rimasto gravemente ferito cadendo da un carro mascherato, durante la sfilata di carnevale in corso nel centro di Bologna. L’incidente è avvenuto poco prima delle 15 in via Indipendenza. Sul posto il 118, con ambulanza e auto medica, e le forze dell’ordine. Il piccolo, portato all’ospedale Maggiore di Bologna, sarebbe grave.

Il bimbo ha due anni e mezzo e, secondo le prime ricostruzioni, era sul carro insieme alla madre, quando è scivolato. Sono state fatte manovre per rianimarlo da parte del personale sanitario intervenuto. La sfilata è stata successivamente annullata.

“Era sul carro insieme alla mamma, quando è caduto dalle ringhiere che lo delimitano”. Lo racconta una testimone che ha assistito alla caduta del bambino. Il bambino, dopo le manovre per provare a rianimarlo, è stato portato d’urgenza all’ospedale Maggiore. Sul posto i carabinieri che stanno sentendo alcune persone. C’è gente che piange, sotto choc per quanto successo. Il carro, a tema MasterChef, stava andando verso piazza Nettuno ed era trainato da un trattore. Ha una ringhiera gialla. La madre dunque era sul carro, il padre pare fosse a piedi, secondo quanto riferiscono i testimoni.

I carabinieri hanno posto sotto sequestro il carro a tema ‘Masterchef’ dal quale è caduto il bambino di due anni e mezzo oggi in centro a Bologna. Dalla prima ricostruzione, il piccolo sarebbe scivolato dalle braccia della madre che era con lui ed è finito a terra, dove ha battuto la testa poi è stato verosimilmente urtato dallo stesso mezzo. I Carabinieri hanno avviato accertamenti per ricostruire cause e dinamica dell’incidente: stanno ascoltando diversi testimoni e visioneranno anche i filmati di alcune telecamere di sorveglianza lungo la via, che potrebbero avere ripreso il momento della caduta.

“Ho visto che il bambino era a terra, in arresto cardiaco ed era ferito. Allora mi sono avvicinato e gli ho fatto il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Sono andato avanti non so per quanto, forse 15-20 minuti, prima che arrivasse l’ambulanza. Poi ho lasciato fare al personale del 118″. A parlare è un dipendente della Curia di Bologna, che per primo ha prestato soccorso al bimbo di due anni e mezzo che oggi pomeriggio è caduto da uno dei carri della tradizionale sfilata di Carnevale organizzata nel centro della città. Il bimbo è ora ricoverato in ospedale e le sue condizioni sono gravissime. “Quando mi sono allontanato gli operatori del 118 hanno continuato a rianimarlo – ha aggiunto il soccorritore, che stava facendo il servizio d’ordine per la sfilata – solo più tardi ho saputo che mentre lo portavano via aveva ripreso a respirare”.




Cassazione, lavoro: chi abusa della 104 può essere licenziato

L’ordinanza della Corte di Cassazione è del 18 febbraio scorso. È la numero 4670/2019. Con questo provvedimento si conferma il rigore nei confronti di chi fa un uso improprio dei permessi per assistere i familiari disabili.

La legge 104 insomma. Il caso specifico è quello di un dipendente licenziato perché invece di impiegare le ore di permesso ai sensi di legge per assistere il familiare bisognoso, le dedica ad attività personali ledendo il vincolo fiduciario che è alla base di un rapporto di lavoro.

Né vale, per rendere illegittimo il licenziamento, il fatto che il datore di lavoro avesse ottenuto conferme dell’atteggiamento del dipendente avvalendosi di servizi di investigazione privata.

L’ordinamento permette l’intervento del detective per il controllo di condotte extralavorative che sia rilevante al fine del corretto adempimento delle obbligazioni del lavoratore.
Enrico Pellegrini




Guidonia, Giovanna Ammaturo (Fdl): “Basta rom da quasi un anno in un’area industriale simbolo di civiltà e progresso”

Viai rom dalla zona industriale Pip2 di Guidonia Montecelio che portano solo sporcizia, degrado, rifiuti. Il consigliere di Fratelli d’Italia Giovanna Ammaturo torna a denunciare questa grave situazione d’illegalità attraverso una nota. “Dopo le vane promesse dell’Amministrazione grillina a giugno scorso sono aumentate le presenze e i cumuli di immondizia. Un sito industriale sotto scacco, al diavolo il lavoro e le leggi oltre al rispetto dovuto ai cittadini .

Nel maggio del 2018 denunciammo l’arrivo di una decina di camper e roulotte di etnia rom.
A Giugno il vice sindaco affermava : “ I camminanti sono cittadini italiani. Ammaturo alimenta odio, lavoriamo per l’integrazione. E questa amministrazione comunale ha grande senso di responsabilità cercando di offrire loro un percorso di integrazione. Stiamo lavorando per risolvere il problema rispettando le regole e le normative vigenti”. A novembre erano diventate un sessantina e i cumuli di immondizia non si contavano più. A
marzo 2019 siamo ritornati richiamati dagli imprenditori alcuni dei quali stanno costruendo nuovi opifici con le difficoltà che si possono creare mentre i mezzi di cantiere costretti a passare con enormi limitazioni tra panni stesi, roulotte, macchine e bimbi in bici.

“Basta rom da quasi un anno , tra rifiuti e degrado, in una area industriale simbolo di civiltà e progresso. E’ la denuncia di Giovanna Ammaturo de Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio: ” Oggi ne ho visto oltre 100 tra roulotte e camper , decine di auto e furgoncini. Bucato steso e coperte lungo le strade appena asfaltate del Pip 2, l’area industriale della Città a ridosso della Tiburtina tra la Pista d’Oro e Setteville. Lì dove sono presenti decine di aziende , che ben rappresentano il fiore all’occhiello della operosità di una
comunità che quotidianamente fa mille sacrifici, anche per pagare i tributi. Lì dove vengono in visita le delegazioni straniere e delle ambasciate per acquistare prodotti Made in Italy. Dove diversi operatori commerciali stanno costruendo i loro nuovi opifici per offrire lavoro a chi non lo conosce ancora. Dopo le vane promesse di questa amministrazione grillina è necessario intervenire per evitare che i terreni non vengano ridotti a vespasiani all’aperto o come si può constatare con centinaia di piccole discariche che poi il Comune sarà costretto a pulire al modico costo di 300 euro cadauna, secondo il prezzario Tekneko, comunque con i soldi dei contribuenti. Strade appena asfaltate lastricate da ogni genere di rifiuti. Dove si gettano masserizie che qualche povero diavolo avrà pure pagato per farle portare via, come non è difficile trovare furgoncini che scaricano ogni schifezza come abbiamo fotografato.

È urgente intervenire per evitare il diffondersi di stanziamenti che sono vietati dalle leggi e per controllare chi e perché ha scelto questa zona a ridosso di centinaia di aziende manifatturiere e di stoccaggio di merci di vario genere con le naturali apprensioni degliimprenditori e dei dipendenti. Il controllo del territorio rientra tra i compiti dell’Amministrazione Barbet il cui fine è anche di garantire la sicurezza alla Comunità”.

IL CONSIGLIERE di FRATELLI D’ITALIA Giovanna Ammaturo




Bullismo, la crudeltà di una baby gang per 5 euro

“Le modalità con le quali sono stati compiuti i reati denotano una particolare ferocia del gruppo, che ha agito come un vero e proprio branco”. Ferocia e violenza solo per impossessarsi, come è capitato, di un cappellino o di 5 euro. E quanto si legge nell’ordinanza del gip dei minorenni di Milano che ha disposto il carcere 5 ragazzini e per 4 la misura cautelare del collocamento in comunità, per una serie di episodi di percosse, lesioni, minacce, rapine ed estorsioni nella zona di Abbiategrasso.

Gli episodi di bullismo non si placano. Lo scorso anno un ragazzino di 13 anni è rimasto vittima dei bulli in una scuola di Milano ed è stato arrestato un 14enne
Un ragazzino di 14 anni è stato portato agli arresti domiciliari dai carabinieri. Il giovanissimo, nato a Milano, accusato di essere il capetto di una gang di bulli che faceva il bello e il cattivo tempo in un scuola nella periferia sud di Milano. Aggressioni, ricatti ed estorsioni ai compagni prescelti come vittime. Episodi quotidiani, tanto che un 13enne è arrivato ad avere attacchi di panico alla sola idea di tornare a scuola.

Il 14enne ha costretto il 13enne a rubare a casa dei genitori. L’indagine dei carabinieri, coordinata dalla Procura per i minorenni, ha al centro un 13enne, la vittima, “costretto a rubare prima dei gioielli e poi dei soldi in casa da ‘offrire’ alla stessa banda”.

Gli investigatori – scrive il Andrea Galli sul Corriere – allertati dalla denuncia di un papà, hanno trovato indizi evidenti su un cellulare. Il genitore avrebbe anche precisato di essersi rivolto subito alla scuola dove si sarebbe sentito dire da una professoressa che in quell’istituto della zona Sud di Milano il bullismo non esisteva.

“Invece secondo le indagini il bullismo c’era e andava avanti da parecchio tempo – riporta l’articolo – almeno dal 2016” grazie a una banda di 4-5 giovanissimi che accerchiava compagni, li minacciava e in un caso forse ne ha picchiato uno.“




Figli, la presa in carico e l’intervento riabilitativo: di cosa si tratta ?

Albano Laziale, la rubrica delle specialiste del Centro Psicologia Castelli Romani

L’intervento riabilitativo, in generale, ha alla base il prendersi cura della persona globalmente nella sua unicità e irripetibilità. Prendersi cura, in questo caso di bambini, significa impegnarsi a riaffermare e confermare alla vita il suo senso, e dunque il dovere di garantire, a chi soffre di una condizione di salute precaria, la possibilità di un progetto esistenziale.
Il processo di presa in carico che è alla base dell’intervento riabilitativo è perciò tutto l’insieme di attenzioni, degli interventi (sanitari e sociali) e delle condizioni (organizzative e giuridiche) che garantiscano alla persona la massima partecipazione possibile alla vita sociale, economica e culturale, in relazione allo sviluppo di abilità raggiunte e potenziali.
Le risorse per adempiere a questo progetto sono la famiglia, la rete dei servizi, la rete parenterale, la rete amicale e la rete del volontariato.
Spesso alle “unità di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza” (NPIA) spetta il compito di definire oltre alla diagnosi anche il percorso riabilitativo, attraverso la rete delle strutture pubbliche e/o private accreditate; in queste strutture viene definito il progetto riabilitativo individuale che è appunto lo strumento principale del processo di presa in carico clinico-riabilitativa.
La regola principale di questo processo è la tempestività, definendo subito l’equipe riabilitativa che, includendo la famiglia, definirà il progetto riabilitativo.
Il trattamento abi-riabilitativo rappresenta la fase decisiva del processo di presa in carico del bambino con patologia neuropsichica. Lo scopo è quello di favorire sia lo sviluppo di funzioni non ancora acquisite, sia il ripristino di quelle attività e capacità che per varie ragioni lesive sono state temporaneamente compromesse (Imperiali, 2012).

Care, Abilitazione e Riabilitazione

E’ molto importante in ambito riabilitativo soffermarsi sulla distinzione dei termini care, abilitazione e riabilitazione, questo perché si riferiscono a situazioni ed esigenze diverse per ogni bambino che necessita di particolari cure assistenziali.
Parlando di “Care” ci si riferisce “all’ insieme delle cure, delle sollecitudini e degli accorgimenti che offriamo al bambino per farlo stare bene, o per limitare il più possibile i suoi disagi” (Stival G.,1998).
Alla care partecipano tutti i neonati e tutti coloro che si prendono cura di loro, specialmente in ambiente sanitario. In terapia intensiva neonatale (TIN) è appunto previsto un “programma di care”

finalizzato alla promozione dello sviluppo neuro-comportamentale e alla protezione dagli stimoli invasi per facilitare lo sviluppo adattivo.
Con il termine “Abilitazione” ci riferiamo alla peculiarità del percorso riabilitativo del bambino che non deve recuperare una funzione persa ma deve acquisire ex novo una competenza, partendo da una condizione di base. L’abilitazione, dunque, può essere intesa come un processo teso a rendere il bambino abile a svolgere una determinata attività.
Per quanto concerne la definizione di riabilitazione, espressa dalle linee guida per la riabilitazione dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile (SIMFER; SINPIA; 2006):
“La riabilitazione è un processo complesso teso a promuovere nel bambino e nella sua famiglia la migliore qualità di vita possibile. Con azioni dirette ed indirette essa si interessa dell’individuo nella sua globalità fisica, mentale, affettiva, comunicativa e relazionale (carattere olistico), coinvolgendo il suo contesto familiare, sociale ed ambientale (carattere ecologico). Si concretizza con la formulazione del progetto riabilitativo e dei vari programmi terapeutici attivi nei tre ambiti della rieducazione, dell’assistenza e dell’educazione”.
Per garantire la sua efficacia, soprattutto nei primi anni di vita del bambino, l’intervento oltre ad essere individualizzato deve essere tempestivo (iniziato precocemente), intensivo e continuativo, almeno per i primi anni di vita del bambino.
Tutto ciò’ naturalmente deve essere compatibile con la tolleranza del bambino e le sue capacità di apprendimento.
Nel momento in cui il rischio di patologia cerebrale è conclamato, la care diventa a tutti gli effetti un trattamento riabilitativo. Il trattamento “abilitativo” individualizzato con la presenza di personale specializzato è possibile considerarlo un trattamento riabilitativo, anche se principalmente a valenza preventiva.
Concludendo, l’importante fattore, che accomuna i tre termini riferiti al trattamento è l’efficacia.
Perché la terapia possa essere definita efficace deve essere basata su evidenze scientifiche. Spesso vi viene associata anche la parola “globale” che è tuttavia maggiormente pertinente al progetto terapeutico, che non deve tralasciare alcuna area funzionale del bambino e che si pregiudica l’obiettivo di poter sostenere uno sviluppo il più possibile armonico di tutte le sue competenze.
Dottoressa Cristina Monaco, neuropsicomotricista

Centro Psicologia Castelli Romani

BIBLIOGRAFIA
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 Als H. et al (2012), “NIDCAP improves brain function and structure in preterm infants with severe intrauterine growth restriction.”, Journal of Perinatology, 32, 797–803

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 Artese C. (2008), “La Riabilitazione Integrata in Neonatologia”, Firenze, IMR Europe
 Battaglia C. et al. (2005) , “Fattori di rischio e diagnosi clinica del parto pretermine”, Riv. It. Ost. Gin., Vol 8
 Ferrari A.(1997), “Proposte riabilitative nelle Paralisi Cerebrali Infantili: storia naturale e orientamenti riabilitativi”, Pisa, Edizioni del Cerro.
 Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani (2009), “La Riabilitazione precoce nel bambino con danno cerebrale”, Milano, FrancoAngeli
 Le Metayer M. (1998), “Rieducazione cerebro-motoria del bambino”, Milano, Editrice Speciale Riabilitazione
 Manuel A. Castello (2007), “Manuale di pediatria”, Milano, Piccin
 Martinetti M.G., Stefanini M.C. (2012), “Approccio evolutivo alla neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza”, Firenze, Seid Editore
 Valente D. (2009), “Fondamenti di riabilitazione in età evolutiva”, Roma, Carrocci Faber




Nutrizione post carnevale e obesità dei bambini: come ritrovare la forma fisica

Tutta la nostra bella penisola è costellata da tanti piatti tipici che tanto caratterizzano le regioni del Bel Paese da nord a sud e fanno parte della nostra memoria storica soprattutto in prossimità delle feste. Il Carnevale sembra alle porte con coriandoli e piatti tipici di questa festa ma, le tanto amate chiacchiere, tortelli alla crema, lasagne di carnevale, frappe, zeppole hanno lasciato le loro “tracce” e purtroppo a dircelo è l’ago della nostra bilancia che non ci lascia scampo.

Come dobbiamo fare per ritrovare la forma fisica?

Su come fare il nutrizionista Stefano Scafuri risponde a qualche domanda de L’Osservatore D’Italia.

I tanti gustosissimi piatti caratteristici regionali in prossimità della festa di Carnevale hanno invaso le nostre tavole in questi giorni di festa e purtroppo dopo aver tolto il costume e la maschera, rimesso i nostri amatissimi jeans, ci accorgiamo che abbiamo messo qualche chilogrammo in più o aver lasciato qualche recettore del gusto ormai anestetizzato, il mio consiglio è assolutamente che dobbiamo riprendere il nostro programma di educazione alimentare. La Regione Campania sull’argomento dell’educazione alimentare (devastata dal problema dell’obesità infantile) ha ideato nel 2014, in collaborazione con l’Osservatorio regionale sulla dieta mediterranea una “pagella sull’educazione alimentare”, da far proporre dagli insegnanti nelle scuole, per affrontare la sopraccennata situazione allarmante, che purtroppo colpisce, oramai, un bambino su due. Quali sono le cause dei risultati di questa “pagella”? L’etimologia della parola dieta, dal latino diaeta, a sua volta dal greco, dìaita, vuol dire “modo di vivere”, si nota dunque che, nell’antichità, aveva un senso molto ben diverso dalla classica e consueta interpretazione assunta dall’immaginario comune odierna, tale interpretazione è fonte di terrore per molti che non lascia scampo a nessuno dai bambini agli adulti; a dieta nell’immaginario collettivo è intesa come un menù composto da due misere mele, un quantitativo petto di pollo accompagnato da un’abbondante piatto di insalata condita con un cucchiaino di olio extravergine di oliva. Dunque, si deve intendere che l’educazione alimentare dev’essere intesa come l’insieme delle abitudini alimentari utili e durature per il resto della vita, per ciascun individuo dev’essere uno schema flessibile che prenda in considerazione tutti i gruppi alimentari, avere la capacità di saper gestire le situazioni e i periodi dell’anno e della vita in cui, per vari motivi interpersonali, siamo indotti a mangiare. Il cibo dev’essere inteso necessariamente quale “strumento” per prevenire, e non come eventuale “fine”. Un tempo il trattamento ha subito del soggetto obeso, normopeso o sottopeso un evoluzione, è andata incontro ad un radicale cambiamento, il messaggio della restrizione e della perdizione gradualmente è stato sostituito dalla proposta di abitudini alimentari sane e di uno stile di vita salutare. Si tratta di un processo innescato da una nuova definizione di salute, non più statica, ma bensì dinamica, non più settoriale, ma globale, non più assenza (malattia), bensì presenza di benessere.
Abbiamo il compito di informare e non solo di educare all’alimentazione, perché informare è un atto, educare è un processo che richiede maggior impegno e indicazioni semplici, chiare, ma rigorose e realistiche al fine di muovere al cambiamento verso nuove abitudini. Bisogna precisare che non esistono “campagne di educazione” ma, “interventi educativi” mirati per età, sesso e stile di vita. Tale educazione ci premette di conoscere meglio gli alimenti e meglio il nostro corpo; rispondere adeguatamente ai segnali fisiologici quali fame, appetito e sazietà. Saper riconoscere la fame biologica e la fame nervosa e saper rispondere in maniera adeguata, saper gestire anomalie prandiali ed extra prandiali – ipo-ed iperfagia, compulsioni alimentari, vomito, iperfagia notturna-. In tal modo, con l’informazione, diventiamo protagonisti nella relazione con il “cibo”, costruendo con quest’ultimo un rapporto che non sia aggressivo ed incontrollato e neppur passivo, in balia della situazione contingente.

Cosa dev’esserci sulla tavola appena ci svegliamo?

“Chi ben inizia… è a metà dell’opera” così recitava un vecchio detto che calza perfettamente con l’inizio della giornata dal punto di vista alimentare: la colazione! Purtroppo in tanti, bambini e adulti, trascurano questo momento pur di restare qualche minuto in più a letto o dinnanzi allo specchio. Quest’abitudine, così poco considerata, se non addirittura sconosciuta, è in realtà un vero e proprio biglietto da visita per cominciare nel modo giusto la giornata: oserei definirla un vero e proprio “rito”!
Il concetto è semplice: chi non fa colazione al mattino è portato a mangiare molto di più nel corso della giornata, con il rischio di eccedere e, quindi, di ingrassare. Una prima colazione nutriente permette di iniziare la giornata con vitalità senza arrivare stanchi ed affamati alla pausa pranzo. E’ scientificamente dimostrato che chi salta questo importante appuntamento con la salute ha maggiori difficoltà di concentrazione durante la mattinata, e con poca “benzina” nei muscoli e nel cervello si corre il rischio di rendere poco, pochissimo e soprattutto male, a scuola come ala lavoro, così come nello sport. Ma, non è tutto: la conseguente e successiva “abbuffata” a pranzo condiziona negativamente, infatti anche il rendimento pomeridiano a causa dell’eccesivo sbalzo insulinico e del grosso impegno digestivo. Una prima colazione nutriente contribuisce a risvegliare e ad accelerare il metabolismo corporeo, regolando quella sferzata di energia necessaria per affrontare la giornata con il giusto spirito. La corretta ripartizione energetica dei pasti prevede che la prima colazione debba costituire circa il 20% dell’apporto di calorie totali.

Cosa mangiare?

La frutta: un ottimo alimento da consumare a colazione, infatti fornisce vitamine, antiossidanti, fibre e aiuta il ripristino delle riserve glucidiche. Non affatica l’apparato digerente e stimola il processo di detossificazione dell’organismo che durante la notte raggiunge i massimi livelli. Il succo di frutta: dissetante, ricco di antiossidanti e minerali rappresenta un’ottima scelta per la prima colazione, in particolare se preparato in casa. Attenzione quindi a non confonderlo con le bibite zuccherate povere di frutta e ricche di coloranti, conservanti, zucchero e derivati. Il pane integrale con marmellata: ricco di fibre, associa agli amidi gli zuccheri semplici della marmellata. Un mix vincente che fornirà un rilascio costante di energia durante la mattinata. Latte e yogurt parzialmente scremati: forniscono calcio, proteine, fermenti lattici e il giusto quantitativo di grassi.

Cosa evitare?

Un alimento che negli ultimi vent’anni ha preso sempre più posto sulle nostre tavole: le brioche. Purtroppo si tratta di uno dei cibi meno salutari in assoluto a causa del frequente utilizzo di grassi vegetali idrogenati. Il basso potere saziante e l’alto contenuto calorico la rendono del tutto inadatta a chi segue una dieta dimagrante. Bisogna porre molta attenzione anche ala tipo di corn-flakes che si acquistano, quelli con tanto cacao e molto zucchero è meglio lasciarli sullo scaffale. Ecco alcune caratteristiche su cui focalizzare l’attenzione: °Il contenuto calorico dev’essere inferiore alle 300 Kcal per 100 grammi;
°La presenza di fibra dovrebbe superare i 15 grammi su 100;
°tra gli ingredienti non devono comparire del tipo: “grassi vegetali idrogenati” e/o “oli tropicali” e/o la sigla seguita da un numero che indica l’impiego di additivi alimentari.

Colazione al bar?

Per molti il rito della colazione al bar è un piacere irrinunciabile, per molti una semplice esigenza. Purtroppo la scelta degli alimenti è limitata. Scartati snack e brioche per motivi sopra citati, si può sempre ripiegare su una tazza di latte caldo, oppure una su una spremuta di arancia. In conclusione la soluzione ideale è preparare la colazione a casa al mattino, sedersi comodamente per 10 minuti e consumarla con calma. A chi sostiene di “non avere abbastanza tempo perché bisogna scappare a lavoro”, consiglio di anticipare la sveglia di qualche minuto e così facendo ottenere innumerevoli benefici in termini di qualità, benessere ed energia. Buona colazione e buona giornata!




Trapani, colpo alla mafia: 25 arresti. Anche ex deputato regionale Ruggirello

I carabinieri del Comando Provinciale di Trapani stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 25 esponenti della mafia trapanese. Il provvedimento, emesso dal gip di Palermo, su richiesta della dda, ipotizza le accuse di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, danneggiamento.

Tra gli arrestati ci sono due esponenti politici. Si tratta dell’ex deputato regionale del Pd Paolo Ruggirello, accusato di associazione mafiosa, e dell’ex assessore comunale di Trapani Ivana Inferrera, indagata per voto di scambio politico-mafioso.

Secondo gli inquirenti, i due politici si “offrivano” ai mafiosi, proponendosi come “punti di riferimento” per i clan e arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione della campagna elettorale. Ruggirello, 52 anni, trapanese, eletto all’Ars due volte, è stato deputato questore.   Si è candidato alle ultime elezioni politiche ma non ce l’ha fatta.

Nell’ambito dell’indagine, i militari hanno individuato una “cellula” di Cosa nostra nell’isola di Favignana e sequestrato beni per circa 10 milioni di euro.