Albano Laziale, la sfida a Forza Italia: Palozzi e Aracri con Giovanni Toti nel feudo di Tajani

ALBANO LAZIALE (RM) – Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, parteciperà all’iniziativa “Officine del Futuro” che si terrà alle 17.30 di domani al teatro Alba Radians di Albano Laziale.

Un futuro movimento, quello pensato dal governatore della Liguria, con basi assolutamente democratiche senza congressi ma con primarie. Un “Movimento liberale e liberista” come sottolineato più volte da Giovanni Toti successivamente alla sua applaudita partecipazione durante la conferenza di Fratelli d’Italia a Torino e che ora potrebbe portare via acqua a Forza Italia.

Un incontro, quello dell’Alba Radians, che chiude il convegno dei consiglieri regionali, primo fra tutti Adriano Palozzi, e amministratori del Centro Italia (Lazio, Umbria e Marche) che con lui condividono le critiche a Forza Italia.

E la scelta della location ad Albano Laziale non sembra del tutto casuale

La città castellana è la roccaforte del collegio elettorale di
Antonio Tajani, vice presidente di Forza Italia e capolista per le Europee in
Centro Italia. Uno sconfinamento, quindi, che è fonte di fibrillazioni all’interno
del partito guidato da Berlusconi.

“È necessario tornare a dare voce a un pezzo di Italia che vuole continuare a riconoscersi in un centrodestra riformista, liberale ed europeo. – Hanno dichiarato in una nota comune il consigliere regionale del Lazio ed ex vice presidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi e l’ex senatore Francesco Aracri – Per queste ragioni, ecco “Officine del Futuro”, un laboratorio di idee e di persone che, rapportandosi quotidianamente con i territori e i suoi rappresentanti, intende elaborare e raccogliere soluzioni e proposte per un centrodestra realmente partecipato, meritocratico e radicato, quindi più vicino ai bisogni delle famiglie”.




La perla del Baltico Helsinki e la grassa e dotta Bologna unite con tre ore di volo

In una mite mattinata di aprile, l’aeroporto ‘Guglielmo Marconi’ di  Bologna ha accolto un aeromobile Embraer 190, con registrazione OH-LKE, della compagnia di bandiera finlandese Finnair. Si è trattato del primo volo di linea in assoluto a collegare la capitale finnica Helsinki con Bologna.

L’evento è stato festeggiato all’arrivo con una cerimonia cui hanno partecipato passeggeri, equipaggio e rappresentanti dello scalo bolognese. Il collegamento avviene tre volte per settimana fino al 18 ottobre, con frequenze di lunedì, mercoledì e sabato.

I voli del lunedì e mercoledì possono
essere utilizzati  in coincidenza con il
volo American Airlines Philadelphia – Bologna – Philadelphia: la Finnair vende
infatti anche le tratte da Bologna verso gli Stati Uniti oltre al suo volo da e
per la Finlandia. Ma dall’aeroporto bolognese si incrementano anche le possibili coincidenze per le numerose destinazioni
asiatiche della rete di Finnair. Grazie all’apertura di questa nuova
rotta, le destinazioni italiane di Finnair, tra annuali e stagionali, salgono a
sei (Roma, Milano,Catania,Bologna, Pisa,Napoli).

Nel numero di marzo della sua prestigiosa rivista di bordo, Blue Wings, la Finnair aveva presentato
un suggerimento di itinerario di Bologna gastronomica in un ottimo reportage
anticipatorio, definendola ‘capitale
italiana del buon cibo’
.




Da Catania a Firenze: continuano “I Sintomi di felicità” del tenore Marco Voleri e del maestro Peppe Vessicchio

Dopo il grande successo ottenuto al Teatro Bellini di Catania lo scorso 24 febbraio, “Sintomi di Felicità Tour 2019”, arriva il prossimo 17 aprile all’Auditorium CTO Careggi di Firenze. Come nella tappa siciliana anche in questa occasione ad accompagnare il tenore Marco Voleri ci sarà la presenza del maestro Beppe Vessicchio e della sua ensemble.

“Il concerto andato in scena al teatro Bellini è stato un momento veramente molto significativo per me”, così il tenore Marco Voleri racconta emozionato quella magica serata del 24 febbraio scorso “Riempire un
teatro come quello di Catania, – continua il tenore – con un programma musicale di grande valore ed una ensemble di qualità indiscussa come quella de “I solisti del sesto armonico”, diretta dal maestro Peppe
Vessicchio, insieme alla splendida voce di Giacinta Nicotra e ad i brani recitati da Andrea Rizzoli, che ha fatto da perfetto collante allo spettacolo, è stato davvero un momento di grande felicità, che adesso siamo pronti a vivere nuovamente a Firenze!”.
La conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si è svolta presso la Sala Barile, del Palazzo della Regione Toscana, ha visto la presenza anche del presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani: “A Marco Voleri – ha sottolineato il presidente Giani – bisogna dire grazie; questa deve essere un’iniziativa
simbolo, perché attraverso momenti di altissima qualità, attraverso la musica, si dà il senso di come gli
ospedali, luoghi di disagio, possano vivere dimensioni di aggregazione e quindi di beneficienza per i fondi
che si possono raccogliere”
Infatti la data del 17 Aprile sarà dedicato ad A.Gi.Mus Firenze, che illustrerà e raccoglierà fondi a sostegno
del progetto “Musica in ospedale”, una stagione di concerti in ospedale pensati per i degenti, per le loro
famiglie e per il pubblico esterno.
“E’ dal’99 che portiamo avanti nell’ospedale fiorentino il progetto ‘Careggi in musica’ – ha spiegato Giulia
Nuti di A.Gi.Mus Firenze – Siamo molto grati di essere stati coinvolti in questa bellissima iniziativa. Sarebbe
bello utilizzare il ricavato del concerto per portare avanti percorsi musicali che arrivino a chi non si può
muovere e si trova ricoverato all’interno dell’ospedale”
Grande l’attesa anche per la prestigiosa presenza del maestro Peppe Vessicchio insieme alla sua ensemble.
“Ho sempre pensato che la musica non potesse fermarsi solo all’intrattenimento – sottolinea il maestro
Vessicchio – perché ha in se qualcosa di straordinario, di misterioso e benefico. Infatti esiste la
musicoterapia, che apporta benefici reali alle persone con problemi psicofisici. Per questo io penso che la
musica è con gli altri e per gli altri. La felicità spesso citata in questo progetto poi, la troviamo in quello che
ci circonda, dando ad ogni cosa il suo valore, e tracciando poi dei sintomi per poter così individuare il
cammino giusto da intraprendere. Per questo ringrazio di cuore Marco Voleri per aver saputo coniugare
così bene le parole sintomi e felicità”
In questi anni, grazie al Tour, la APS Sintomi di Felicità ha sostenuto altre associazioni in varie attività
riguardanti persone con disabilità: tra queste cicli fisioterapici e riabilitativi per persone con SM, un corso di
teatro per persone con Parkinson, l’apertura di uno sportello psicologico per parenti di persone con
disabilità; recentemente è stato acquistato un monociclo da trekking per persone con disabilità, realizzato
appositamente per il bilanciamento del trasportato durante percorsi su terreni impervi e discoscesi.

Qualsiasi portatore di Handicap potrà, gratuitamente, richiederne il noleggio per visitare, ad esempio, la via
Francigena toscana.
Il tour, sostenuto da Roche Italia, è patrocinato dal Comitato Italiano Paralimpico, dalla Federazione Italiana
Pallavolo, dalla Associazione Italiana Sclerosi Multipla e da ANCRI, l’Associazione Nazionale Insigniti al
Merito della Repubblica, Comune di Catania, Regione Sicilia, Fondazione Arpa.
“Con questa iniziativa – sottolinea il Prefetto Francesco Tagliente, Delegato ai Rapporti Istituzionali ANCRI –
Marco Voleri, benemerito della Repubblica e socio onorario dell’Associazione ANCRI, conferma anche il suo
amore verso la Patria e il suo impegno per tenere vivi i valori della persona e della solidarietà verso chi ha
bisogno”. Questa tappa vedrà il supporto della associazione Corte Tripoli Cinematografica che realizzerà un
video dell’evento. Media partner dell’iniziativa il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana,
“Avvenire”.
“È per noi un grande orgoglio essere al fianco delle due tappe italiane di Sintomi di Felicità Tour 2019, che
unisce la passione e la forza della musica alla testimonianza positiva di Marco Voleri che non si è lasciato
fermare dalla malattia. La musica è emozioni, è terapia, è linguaggio universale in grado di avvicinare le
persone alle tematiche più complesse” – dichiara Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato
di Roche Italia – “Crediamo che questa iniziativa possa essere un’occasione per sensibilizzare il pubblico
sulla patologia e possa portare un messaggio di speranza e coraggio alle tantissime persone che convivono
con la sclerosi multipla”.




Colpo al clan Casamonica: ecco gli affari di Bitalo

ROMA – Dalle primi luci dell’alba, circa 150 Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio di unità cinofile, un elicottero dell’Arma e del personale dell’8° Reggimento “Lazio”, sono impegnati fra le province di Roma e Frosinone, nonché in varie regioni d’Italia, per eseguire 23 misure cautelari (20 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 2 obbligo di dimora), emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettanti soggetti, fra cui 7 donne, ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, spaccio di stupefacenti ed altro, reati per buona parte commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati fra aprile e novembre del 2018 sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, costituiscono il proseguo dell’operazione GRAMIGNA, eseguita nel mese di luglio 2018, che aveva portato all’arresto di 37 soggetti, fra cui 13 donne, a diversi dei quali era stato contestato anche l’art. 416 bis C.P., per avere costituito e preso parte all’associazione mafiosa denominata “clan CASAMONICA” operante nella zona Appia-Tuscolana della città di Roma, con base operativa in vicolo di Porta Furba; il ruolo apicale di promotore era stato attribuito a CASAMONICA Giuseppe detto “Bitalo”, tuttora ristretto in regime di 41bis anch’egli destinatario di un nuovo provvedimento cautelare.

L’ordinanza eseguita nel luglio 2018, che è stata confermata dal Tribunale del Riesame e dalla Corte di Cassazione, ha compendiato le indagini dei Carabinieri che, condotte per quasi tre anni ed avviate nell’estate del 2015, ancor prima degli sfarzosi funerali di “Zio Vittorio”, avevano permesso di documentare l’esistenza di un’associazione mafiosa autoctona strutturata su più gruppi criminali, prevalentemente a connotazione familiare, dotati di una propria autonomia decisionale, operativa ed economica e dediti a vari reati tra i quali lo spaccio di stupefacenti, l’usura, le estorsioni ed altro.

Le risultanze acquisite nella seconda fase dell’attività investigativa hanno consentito di ricostruire nuove condotte di usura, estorsione, intestazione fittizia di beni, cessione di sostanze stupefacenti, poste in essere sia da soggetti già arrestati nel luglio 2018 (GRAMIGNA), fra cui i due promotori CASAMONICA Luciano e CASAMONICA Giuseppe detto Bìtalo, nonché CASAMONICA Salvatore detto Do’, recentemente arrestato nuovamente per traffico internazionale di stupefacenti, sia da altri personaggi, quasi tutti appartenenti alle famiglie sinti CASAMONICA/SPADA/DI SILVIO.

Nel corso delle attività, oltre a contestare nuove ipotesi di reato, è stato possibile rafforzare ulteriormente il quadro indiziario ricostruito nella prima fase investigativa, confermando come il “clan CASAMONICA” si avvalga tuttora di una forza numerica che, unita alla totale chiusura verso l’esterno ed all’utilizzo di una lingua difficilmente decifrabile, conferisce forza al gruppo, permettendo ad ogni singolo appartenente di avere atteggiamenti di prevaricazione e minacciosi nei confronti dell’esterno, avvalendosi anche della forza intimidatrice oramai insita nel nome “CASAMONICA”. 

Come già emerso nelle pregresse fasi investigative, è stato accertato il “tipico” modus-agendi posto in essere dai CASAMONICA, caratterizzato da larvate forme di violenza e minaccia, veicolate attraverso un compulsivo approccio verso le vittime, sottoposte a continue richieste prive di ogni giustificazione e che finiscono per metterle in uno stato di totale assoggettamento. Molte persone offese, infatti, una volta ricevuto un prestito dai CASAMONICA, non riescono praticamente più a sottrarsi alle richieste di denaro da parte degli indagati, che continuano anche a distanza di anni e che, ad un certo punto, assumono innegabile matrice estorsiva in quanto sono oggettivamente prive di ogni giustificazione e si fondano esclusivamente sulla forza di intimidazione del gruppo, che spesso non ha neanche la necessità di far ricorso a minacce esplicite per ottenere la consegna di quanto indebitamente preteso.

In questa nuova ed ulteriore fase investigativa, tuttavia, è stato riscontrato un atteggiamento più collaborativo da parte di alcune vittime che, in forza degli arresti eseguiti nella scorsa estate, hanno confermato e chiarito il loro stato di soggezione, pur manifestando comunque il timore di subire ritorsioni, ennesima conferma della forza intimidatrice che esprime il “clan CASAMONICA”. 

Fra le vittime degli episodi di estorsione ed usura anche alcuni commercianti del posto, in un caso specifico un importante imprenditore della Romanina, già vittima, anni addietro, di alcuni esponenti della famiglia CASAMONICA.

Nell’ambito del procedimento penale è stato deferito anche un notaio romano che ha stipulato un atto di compravendita con cui CASAMONICA Salvatore detto Dò era riuscito ad acquisire la proprietà di una villa nel comune di Anzio, formalmente intestata ad un prestanome, anch’egli arrestato nella giornata odierna.  

Contestualmente alle misure cautelari è in atto il sequestro di diversi beni, tra cui la citata abitazione ad Anzio (Rm), una lavanderia in zona Centocelle, oltre a vari conti correnti, libretti di risparmio e autovetture nella disponibilità degli indagati.

Nel corso delle perquisizioni odierne, inoltre, sono stati rinvenuti e sequestrati denaro contante, gioielli e 14 orologi di lusso per un valore stimato di oltre 150.000 euro.




Marsala, la scuola “Asta” si rifà il look: dal Ministero il finanziamento di 400 mila euro

MARSALA (TP) – Sono sei i finanziamenti concessi in Sicilia – per il tramite della Regione – dal Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca per altrettanti interventi di edilizia scolastica.

Tra questi, uno riguarda il Comune di Marsala cui sono stati assegnati quasi 400 mila euro per opere di riqualificazione della scuola “Asta”, in via Falcone.

I lavori serviranno a potenziare l’area esterna – destinata ad attività sportive – del plesso che fa parte del Comprensivo “L. Sturzo”.

Nuove risorse quindi per le scuole marsalesi, al fine di renderle più funzionali, moderne e sicure, che vanno ad aggiungersi ai finanziamenti da ultimo concessi (oltre 1 milione e 600 mila euro) per la “Pellegrino” di Paolini, la scuola di Piano Olivieri e il plesso “Garibaldi”, nonché per la palestra “Grillo” chiusa da un decennio.

“Il progetto nasce per dotare il plesso Asta di spazi esterni riqualificati per le esigenze sportive degli studenti, sottolinea il sindaco Alberto Di Girolamo. Complessivamente, si arricchisce la struttura di un nuovo servizio al fine di soddisfare sia aspetti didattici che importanti momenti di socializzazione dei giovani”.

Il finanziamento, in particolare, riqualificherà a fini sportivi un lotto di terreno di quasi duemila mq., realizzandovi un campo di calcio a 5 e una pista, tutti con materiale sintetico, nonché una fossa per il salto in lungo e un ulteriore spazio circolare di diametro di dieci metri, con sedili a gradoni, utile per rappresentazioni all’aperto. Contestualmente alla concessione del finanziamento (l’importo è di 363.850 mila euro, cui si aggiunge un contributo comunale di circa 20 mila euro), l’Amministrazione Di Girolamo è stato anche autorizzata ad avviare le procedure di gara per l’affidamento dei lavori, tenuto conto che il progetto per il plesso “Asta” è esecutivo e munito di verbale che ne accerta la cantierabilità.




Bullismo, Cangemi: prosegue la campagna “No Bulli” con Roma, Lazio e Frosinone

Prosegue la campagna di prevenzione e di contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo “‘No Bulli”, presentata lo scorso mese in Consiglio regionale del Lazio e promossa dal Vice Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi, insieme alle società di calcio professionistiche di Roma e del Lazio: SS Lazio, As Roma e Frosinone Calcio.

Il
progetto, realizzato attraverso una convenzione siglata dalle società sportive
con il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio, promuove iniziative
comuni al fine di prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo
e tutelare la crescita educativa, sociale e psicologica dei minori. A sostegno
dell’iniziativa anche il Corecom Lazio, presieduto da Michele Petrucci,
promotore di progetti di indagine e prevenzione sul cyberbullismo.

In
apertura della presentazione, in Consiglio regionale, è stato proiettato lo
spot ‘No Bulli’ realizzato dalla società Micromegas Comunicazione, a cui hanno
partecipato i calciatori delle prime squadre e i bambini delle Scuole Calcio di
Frosinone, Lazio e Roma.

La
campagna ‘No Bulli’ coinvolge le bambine e i bambini delle Scuole Calcio delle
tre società professionistiche che, come ha spiegato il vicepresidente Cangemi,
“giocheranno le partite della stagione 2018/19 indossando il logo ‘No bulli’
sulla spalla delle maglie di gioco, facendosi portavoce di un messaggio di
rispetto e amicizia da trasmettere agli altri atleti che incontreranno sul
campo. L’obiettivo è condividere questi progetti per fare sì che le società
siano a fianco delle istituzioni nella lotta al contrasto del bullismo e del
cyberbullismo. Questo è il punto di partenza di un progetto che condivideremo
per il resto di questa stagione e la prossima”.

Il
Garante dell’Infanzia Marzetti ha ricordato che “il Lazio è stata la prima
regione in Italia a dotarsi di una legge sul bullismo” e rivolgendosi ai
calciatori presenti ha sottolineato come “siete un esempio sul campo per tanti
ragazzi e un piccolo gesto da parte vostra è grandissimo per loro. Il bullismo è
una piaga della nostra società, dobbiamo contrastarlo con tutte le nostre forze
e per questo è importante essere uniti”.

Testimonial
d’eccezione i calciatori Ciro Immobile,
Alessandro Florenzi
e Daniel Ciofani
che insieme alle calciatrici Melissa
Adiutori
, Martina Santoro e Flaminia Simonetti hanno presentato le maglie
della Scuola Calcio e il logo No Bulli. “Sono felice di questa iniziativa – ha
detto Immobile – rappresento una società importante come la Lazio e siamo
contro ogni forma di violenza, nelle scuole, negli spogliatoi e nel mondo”.
Anche Florenzi ha evidenziato l’importanza del progetto e rimarcato come “i
bambini devono sapere che il calcio prima di tutto è un gioco e non devono
pensare al futuro. Il mio gruppo è come una scuola, una comitiva. Mi sono fatto
male due volte e senza il sostegno dei miei compagni non ce l’avrei fatta”.
Sulla stessa linea il gialloblu Ciofani il quale ha sottolineato che “lo
sport di squadra è una fucina per la condivisione, quando sbagli gli altri
rimediano: questa è la solidarietà per far sì che il seme del bullismo non fiorisca”.

Significativo,
a sottolineare l’attenzione verso una tematica delicata per i giovani e la loro
crescita sociale oltre che sportiva, l’intervento dei vertici delle società.
“Abbiamo messo in campo da diverso tempo azioni per educare sia i ragazzi
che gli stessi genitori, – ha detto il presidente della SS Lazio, Claudio
Lotito –  mettendo a disposizione uno
psicologo. Nei campi di calcio del settore giovanile i genitori sono i più
sfrenati. Quindi abbiamo aderito con grande entusiasmo a questa iniziativa perché
i giocatori devono essere campioni nella vita, dando l’esempio anche fuori dal
campo”.

Il
vicepresidente della Roma, Mauro Baldissoni, ha auspicato che “il protocollo
sia il veicolo per iniziative congiunte perché lo sport è all’opposto del
bullismo: bullismo in fondo vuol dire vigliaccheria. Il più forte fisicamente
che se la prende col più debole è il contrario di ciò che avviene nei gruppi sportivi:
quando si fa sport il gruppo è unito e aiuta chi è in difficoltà”

Per
il dirigente del Frosinone, Salvatore Gualtieri, “una società di calcio
moderna deve essere in prima linea sui questi temi. Da due anni abbiamo implementato
il progetto Frosinone Experience, che all’interno ha il progetto Scuole.
Andiamo ogni mese nelle scuole di Frosinone e provincia con un format che
prevede un calciatore che racconta la sua storia, il preparatore atletico che
racconta della sana alimentazione, la Questura e l’università Cassino. Questa
campagna contro il bullismo sarà inserita nel nostro progetto”

Importante
inoltre il contributo dei referenti dei settori giovanili: Stefano Pasquinelli,
Coordinatore Attività di Base SS Lazio, Massimo Tarantino, Responsabile del
Settore Giovanile AS Roma e Luigi Lunghi, Presidente Accademia Frosinone Calcio
i quali hanno ribadito l’apprezzamento per la campagna e assicurato il massimo
impegno per la riuscita delle iniziative previste nel progetto.

La campagna ‘No Bulli’ proseguirà, infatti, con altre attività, previste dall’intesa e con il coinvolgimento del Corecom Lazio, tra cui un mini torneo, che sarà programmato al termine delle attività della scuola calcio, e giornate di formazione e informazione, da svolgere presso gli impianti sportivi delle singole società, al fine di coinvolgere il maggior numero di atleti e gli staff tecnici ai quali spetta il delicato compito di allenare e di educare le ragazze e i ragazzi, dentro e fuori il campo di gioco.




Finlandia, elezioni: vittoria della sinistra

La sinistra ha vinto di un soffio le elezioni politiche in Finlandia – e potrebbe tornare a guidare il governo dopo 20 anni – con un vantaggio risicato sui populisti dei Veri Finlandesi che hanno mancato un clamoroso trionfo per una frazione di punto.

Il Partito socialdemocratico (Sdp), guidato di Antti Rinne, ha ottenuto il 17,7% rispetto al 17,5% dei ‘Veri Finlandesi’, gli alleati di Matteo Salvini, che esulta: “Gli amici ‘populisti’ del Partito dei Finlandesi diventano secondo partito in Finlandia!!! Il 26 maggio, insieme alla Lega, finalmente si cambia l’Europa”, ha affermato il vice premier e ministro dell’Interno. Secondo i calcoli dei media locali, ai socialdemocratici vanno 40 seggi e ai Veri Finlandesi 39




Centro Psicologia Castelli Romani, disturbo da stress post-traumatico: come riconoscere i sintomi e perché chiedere aiuto

Le persone che nella vita si trovano ad affrontare un evento
traumatico vivono una sofferenza psicologica che può essere molto variabile ma
comunque molto intensa, i sintomi potrebbero spaziare dall’ansia fino alla
paura, alla rabbia, all’aggressività e all’irascibilità ma potrebbero anche
essere caratterizzati da ritiro emotivo e sociale fino ad arrivare a veri e
propri sintomi dissociativi.

Un evento traumatico lascia un segno quasi indelebile nella
persona che lo vive, non è possibile cancellarne il ricordo ma è possibile
lavorare con le persone traumatizzate per ridurne l’impatto negativo sulla vita
personale, cercando di elaborare ed ammortizzare gli effetti psicologici
disfunzionali mettendo la persona nelle condizioni di poter integrare
l’esperienza in modo funzionale e compatibile con la propria storia personale e
le proprie risorse emotive e psicologiche.

Il Disturbo Post Traumatico da Stress è un disturbo
psicologico specifico che si verifica in persone esposte a eventi catastrofici
e come tale richiede un intervento psicologico da parte dei professionisti
della salute mentale perché sopravvivere all’evento stesso non garantisce in
alcuno modo l’annullamento degli effetti psicologici negativi derivanti
dell’essere stati esposti alla situazione traumatica.

La caratteristica essenziale del DSPT  (Disturbo da Stress Post-Traumatico) è lo
sviluppo di sintomi tipici che seguono l’esposizione ad uno o più eventi
traumatici, il tipo si sintomi che ogni individuo manifesterà è variabile e non
prevedibile, alcuni rivivranno con paura i sintomi emotivi e comportamentali in
altri saranno gli stati d’animo disforici e i pensieri negativi a creare
maggiore sofferenza, in altri ancora si manifesteranno in modo predominante i
sintomi dissociativi, in tutti comunque il livello di sofferenza sarà intenso e
doloroso fino a compromettere la qualità della loro vita.

Tra gli eventi che possono essere definiti come traumatici
possiamo indicare: una malattia importante che mette a rischio la vita, essere
esposti alla guerra, ad un terremoto, o ad una aggressione fisica come una
rapina o un scippo, una violenza sessuale, un rapimento o un attacco
terroristico fino ad arrivare ai disastri naturali più importanti. Il DSPT
potrebbe risultare particolarmente grave quando il fattore stressante è
interpersonale e intenzionale come il subire una tortura o una violenza
sessuale. L’evento traumatico può essere rivissuto in vari modi: tramite
ricordi ricorrenti intrusivi ed involontari riguardanti l’evento; sogni
spiacevoli che ripetono l’evento e che sono collegabili alle principali minacce
contenute nell’evento traumatici; la persona potrebbe sperimentare stati
dissociativi di durata variabile – da pochi secondi fino a qualche giorno –
durante i quali si rivivono  fasi
dell’evento come se lo si rivivesse in quello stesso istante con tutto il
correlato emotivo che ne consegue. 

La letteratura internazionale ha identificato alcuni criteri
diagnostici la cui presenza è necessaria perché il disturbo possa essere
identificato come post-traumatico da stress.

Vediamo in elenco i criteri diagnostici secondo la
classificazione internazionale del Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi
Mentali – DSM V (2013):

A – Esposizione a morte reale o ad una minaccia di morte,
a una grave lesione, a violenza sessuale
nei seguenti modi: fare esperienza
diretta, assistere direttamente ad un evento accaduto ad altri, essere esposti
ripetutamente all’esperienza diretta o a dettagli dell’evento (questo vale in
modo particolare per agenti di polizia o per i soccorritori sanitari ad
esempio).

B – Presenza di sintomi intrusivi legati all’evento
traumatico
, la cui comparsa è successiva all’evento stesso come ricorrenti
ed intrusivi ricordi spiacevoli, sogni spiacevoli legati all’evento, avere
sofferenza psicologica in tutte quelle situazioni che possono richiamare o
ricordare o essere in qualche modo legate all’evento.

C – Evitamento di situazioni  o stimoli associati all’evento traumatico,
tentativi ripetuti di evitare ricordi, pensieri, sentimenti; evitare inoltre
persone, luoghi e situazioni ricollegabili in qualche modo all’evento
traumatico.

D – Pensieri ed emozioni negative associate all’evento traumatico;
non ricordare dettagli dell’evento, essere convinti di essere responsabili o
comunque alimentare una idea negativa di sé stessi, avere persistentemente uno
stato emotivo di tipo negativo; distacco dalla vita sociale e relazionale.

E – Alterazione della reattività, mostrando un
comportamento rabbioso ed irritabile, o spericolato ed autodistruttivo, avere
marcate difficoltà di concentrazione, difficoltà nell’addormentamento e
nel  mantenimento del sonno.

F – Tutte le alterazioni sopra elencate devono
avere una durata in termini di comparsa di più di un mese
.

G – L’alterazione generale del funzionamento deve essere
causa di disagio consistente sia in ambito sociale che lavorativo.

H – Le alterazioni non sono attribuibili ad uso di
sostanze o ad altre condizioni mediche generali
.

Potrebbe accadere di provare una forte sofferenza psicologica
quando si è esposti a eventi o situazioni che ricordano, raccontano o
simboleggiano un aspetto dell’evento traumatico – una somiglianza o essere
nello stesso luogo, avere le stesse condizioni climatiche, sentire uno stesso
odore … – infatti, il fattore scatenante potrebbe anche essere lo sperimentare
una stessa sensazione fisica. Le persone con DSPT possono mostrare una distorta
considerazione delle cause determinanti l’evento con una tendenza
continua a incolpare sè stessi come causa dell’evento
. Frequentemente
queste persone mostrano una considerevole diminuzione dell’interesse nei
confronti di attività piacevoli, persistente incapacità di provare emozioni
positive, aumentata sensibilità alle potenziali minacce sia quelle direttamente
collegate all’evento traumatico che non. Sono frequenti i problemi relativi
alla sfera del sonno sia nella fase dell’addormentamento che nella possibilità
di mantenere il sonno soprattutto a causa di incubi notturni o a preoccupazioni
relative alla propria sicurezza personale. Infine nelle situazioni più
importanti alcuni individui mostrano sintomi dissociativi sia in senso di
depersonalizzazione come sensazione di distacco dal proprio corpo che come
derealizzazione  e cioè distacco dal
mondo intorno a loro.

Lo sviluppo e il decorso del DSPT è interessante, si può
manifestare in qualsiasi età (per i bambini da 0 a 6 ani si rimanda a specifica
letteratura), i sintomi generalmente insorgono in  genere nei primi 3 mesi dopo il trauma, la
ricorrenza e l’intensificazione dei sintomi può verificarsi in risposta a
situazioni che ricordano il trauma, a fattori stressanti della vita quotidiana
o a recenti eventi traumatici appena vissuti.

Bibliografia di riferimento:

DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali,
Raffaello Cortina Editore, 2014

Dr.ssa Catia ANNARILLI

Psicologa e Psicoterapeuta – Terapeuta EMDR

Centro Psicologia Castelli Romani

cell. 3471302714

catia.annarilli@gmail.com

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Palermo, mutilavano gli arti a vittime compiacenti per frodare le assicurazioni

PALERMO – Scattata a Palermo la vasta operazione della Polizia di Stato denominata “Tantalo bis” volta a disarticolare una pericolosissima organizzazione criminale dedita alle frodi assicurative realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti.

Le indagini dei poliziotti delle Squadre Mobili di Palermo e Trapani hanno permesso di scoprire numerosissimi episodi criminosi in frode alle compagnie assicurative.

A finire in manette decine di persone destinatarie del provvedimento tra cui un avvocato che curava la parte legale di molti dei falsi sinistri.

Le vittime compiacenti, come emerso dalle indagini della Polizia di Stato, venivano reclutate dai membri delle organizzazioni in luoghi frequentati da soggetti ai margini della società. Venivano, pertanto, individuati come congeniali ai fini dei gruppi criminali tossicodipendenti, persone con deficit mentali o affetti da dipendenza da alcool, e con grandi difficoltà economiche, attratti dalle promesse di facili e cospicui guadagni, mai corrisposti dall´organizzazione criminale.

Oltre 50 le vittime che, con i loro racconti colmi di disperazione, hanno consentito di avvalorare il quadro accusatorio nei confronti dei sodali dell´associazione criminale.

Centinaia risultano inoltre essere le persone indagate

L’associazione criminale ha evidenziato la particolare cruenza dei suoi componenti che, per procurare delle fratture che spesso costringevano anche per lunghi periodi all’uso di stampelle e sedie rotelle, scagliavano pesanti dischi di ghisa sugli arti delle vittime come quelli utilizzati nelle palestre. Importanti per il buon esito delle indagini le dichiarazioni rese alla Procura da parte di alcuni collaboratori. Si tratta di soggetti arrestati nell’ambito dell’operazione tantalo dello scorso anno, che hanno deciso di collaborare dopo l’arresto.




Assange arrestato: interrogativi sui rapporti tra governi e governati

Il potere è inteso come dominanza e non come possibilità, quasi da sempre e quasi ovunque? E i governi mentono o nascondono cose ai loro cittadini? Sono questi gli interrogativi inquietanti che da anni vengono riproposti con la vicenda di Julian Assange, prepotentemente riemersa in queste ore.

L’arresto dell’ideatore di WikiLeaks, colui che ha svelato al mondo verità altrimenti nascoste,si è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra e lì è rimasto per anni.

Poi la tutela è venuta improvvisamente meno e si è assistito all’arresto, con il prelievo di forza di Assange da parte degli agenti londinesi. C’è un ordine preciso, nei riguardi di Julian Assange considerato alla stregua di un terrorista. Ha destabilizzato molto, questo è fuori discussione. Ma ha fatto riemergere quegli interrogativi, che sono planetari: come viene esercitato il potere? E i governi, che rapporti hanno, in realtà, con i governati?

Enrico Pellegrini




Bullismo, a 9 anni presa a calci in pancia e in mezzo alle gambe. La madre aveva segnalato il problema agli insegnanti

Una bimba di 9 anni delle elementari è finita al pronto soccorso per 18 ore dopo essere stata presa a calci al basso ventre da un compagno di classe che l’avrebbe presa di mira da tre anni. L’episodio, riportato dall’Arena, è avvenuto nel veronese. I referti del pronto soccorso di Villafranca sono stati trasmessi alla Procura e la dirigente scolastica dell’istituto ha avviato accertamenti.

Le vessazioni del ragazzino, racconta la madre della vittima, “sono un problema per il quale avevo chiesto più volte alle insegnanti di intervenire, senza però ottenere nulla”. Secondo le parole della piccola, mentre si stava lavando le mani in bagno il compagno l’ha prima spinta violentemente da dietro, facendole sbattere la pancia contro il lavandino, poi l’avrebbe picchiata al corpo e alla testa e infine le avrebbe dato un calcio in mezzo alle gambe.