Celebluation, la mostra dedicata al pittore della moda

Bellissima la mostra “Celeblueation” di Renato Balestra alla Certosa e Museo di San Martino di Napoli, l’allestimento proseguirà fino al 18 giugno nei preziosi ambienti del Quarto Priore del Polo Museale Campano.
“Celebluation” è una mostra antologica e i viaggiatori potranno fruire ben oltre 250 bozzetti, disegni e abiti scelti personalmente dal maestro, l’intento della mostra è un focus dell’evoluzione della carriera dello stilista che venne subito identificato agli inizi della sua carriera come “Il pittore della moda” per le sue capacità creative, il couturier internazionale approdò nel mondo del fashion per una scommessa con un amico e diventò in pochissimo tempo fra i massimi creatori di moda italiani.

La serata inaugurale al Polo Museale Campano è avvenuta il 30 maggio nella splendida chiesetta della Certosa, hanno partecipato alla conferenza la Sovrintendente al Polo Museale Campano, Anna Imponente, Production dell’evento, Armando Fusco. La serata dell’evento nella storica Certosa è stata illuminata di colore Blu nuances identicativa del maestro originario di Trieste, ed è un omaggio al couturier internazionale che ha tanto saputo improntarsi nel mondo facendo conoscere il “Made in Italy” sia nel campo della sartoria che nel cinema vestendo star come Liz Taylor, Claudia Cardinale, Zsa Zsa Gabore, Tina Louise, Nataline Wood e molte altre.

La serata inaugurale, organizzata in collaborazione con il Campus Salute, presieduta dalla Prof.ssa Annamaria Colao, professore ordinario di endocrinologia e direttore della UOC di endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e dalla Fondazione ADASTRA, presieduta dall’Avv. Luciano lepre. A rendere ancor di più la serata preziosa il concerto dell’orchestra formata dai Professori del Teatro San Carlo di Napoli con le voci del soprano Maria Grazia Schiavo e dal tenore Francesco Malapena diretti dal M°Jacopo Sipari di Pescasseroli.

L’esposizione nella storica Certosa mette in risalto la costante ricerca tesa sempre all’incensante evoluzione del maestro, ricerca che ha avuto sempre rispetto della tradizione sartoriale. La mostra è allestita in un luogo sacro, il monumentale appartamento del Padre Priore, che si distingue per la superba decorazione architettonica e pittorica, furono realizzati nell’ambito del rinnovamento tardo cinquecentesco della Certosa e sontuosamente decorati negli anni della regia fanzaghina, l’allestimento sembra dialogare perfettamente fra gli abiti e il luogo sacro, seppur in contrasto, lo space specific mette in risalto sia le opere, ma anche il genio creativo di Balestra. L’esposizione al Polo Museale del capoluogo campano è ampliata rispetto alle altre realizzate in passato dal maestro, Balestra durante la conferenza ha confermato l’esposizione dell’ultima creazione inedita per il balletto “Il lago dei cigni” per il teatro dell’Opera di Belgrado, e per la prima volta per la quale ha firmato anche le scene.




Ci vediamo a via Veneto, la quarta puntata con Marina Baldi e Carlotta Bolognini

Carlotta Bolognini e Marina Baldi si incontrano nel salotto romano dell’Harry’s Bar in occasione della trasmissione “Ci vediamo a via Veneto” condotta dalla giornalista Chiara Rai e arrivata alla 4 puntata.

Una organizzatore generale cinematografico e l’altra biologa e genetista forense. Le accumuna una passione molto forte e l’affetto che cresce in una grande famiglia. Entrambe figlie d’arte, ognuna a modo suo ha raccolto un grande testimone, soprattutto in termini di ricchezza interiore.

L’intervista potrà essere seguita anche su questa pagina a partire dalle ore 18 di sabato 1 Giugno alle 18




Morte di Sestina Arcuri, terza volta dei Ris a Ronciglione: ancora un sopralluogo nella casa di via Papirio Serangeli

RONCIGLIONE (VT) – Omicido o incidente? Su queste ipotesi indagano il PM Franco Pacifici, insieme con il sostituto procuratore Paolo Auriemma e il GIP Francesco Rigato a proposito della morte della 26enne Maria Sestina Arcuri, originaria di Nocara (CS), un paese di circa 400 anime, in Calabria.

Il ‘caso’ di Sestina ha già riempito i palinsesti dei vari programmi TV che si occupano di questi argomenti, da ‘Chi l’ha visto’ a Quarto Grado, a ‘La vita in diretta’. Di certo c’è che Sestina fu accompagnata all’ospedale Belcolle, a Viterbo, dopo che una prima visita all’ex ospedale S. Anna di Ronciglione non potè sortire alcun effetto, dato che il S. Anna , dismesso dai recenti tagli sulla spesa sanitaria, non è più, a tutt’oggi, neanche un PPI, Punto di Primo Intervento.

Sestina è morta il 4 di febbraio, dopo essere stata sottoposta ad un delicato intervento per il riassorbimento di un ematoma cerebrale, e dopo essere giunta già in condizioni critiche al nosocomio. Il fidanzato Andrea Landolfi Cudia ha dichiarato che la notte fra il 3 e il 4 di febbraio, dopo una serata trascorsa al pub ‘il Castello’, di Ronciglione, insieme al figlio di cinque anni di lui, avuto da un precedente matrimonio, erano, lui e Sestina, sulle scale della casa di proprietà della nonna 80enne di lui, dove erano soliti trascorrere alcuni fine settimana, dato che la nonna, come anche i due giovani, vive a Roma. Landolfi ha descritto una caduta di ambedue dalle scale, in cui ha avuto la peggio la ragazza. E comunque, dice il fidanzato, sono ugualmente andati a dormire, nonostante Sestina perdesse sangue dal naso e dalle orecchie. La corsa in ospedale solo quando lei mostrava di non essere più cosciente. Il sospetto degli inquirenti e della madre di Sestina è che Landolfi sia responsabile della caduta della ragazza.

“Un atto dovuto” ha definito le indagini sul 30enne operatore socio-sanitario e appassionato di boxe il PM Pacifici, che ha secretato per 30 giorni i risultati dell’autopsia eseguita dai proff. Mauro Bacci e Massimo Lancia. Pacifici ha anche chiesto una misura di custodia cautelare per il giovane, istanza rigettata dal GIP Francesco Rigato, avverso il quale rigetto il PM ha presentato nuova istanza al Tribunale del Riesame, che ha preso 30 gg. di tempo per stabilire la data dell’udienza. Contrariamente a ciò che ritiene il GIP Rigato, il Sostituto Procuratore Franco Pacifici ha dichiarato che esiste a tutt’oggi un quadro accusatorio solido, costituito, oltre che dai risultati dell’esame autoptico, anche da varie intercettazioni ambientali e telefoniche. In avverso, l’avvocato Luca Cococcia di Roma, difensore del Landolfi, sostiene la tesi dell’accidentalità della caduta e della non responsabilità del suo assistito nella morte di Sestina.

La desecretazione dei risultati dell’autopsia potrà fornire nuove luci sulle due ipotesi in oggetto, incidente o omicidio. Intanto ieri 29 i RIS di Viterbo, accompagnati dal maggiore Alfredo Tammelleo, comandante del Gruppo CC di Ronciglione, hanno effettuato una terza visita nell’appartamento incriminato. Cosa cercassero è avvolto nel riserbo più assoluto da parte di tutti. Anche il risultato di quest’ultimo esame sarà importante per il procedimento penale, che molto probabilmente si giocherà tutto sui risultati dell’autopsia e sulle varie interpretazioni che le parti ne daranno.




Roma, stazione Lepanto: è caduta una persona

Una donna è caduta sotto la metro della stazione Lepanto ed è rimasta incastrata tra la banchina e le rotaie, sotto il convoglio. Le squadre di Vigili del Fuoco specializzate sono già sul posto.  La tratta da Termini a Ottaviano, in entrambe le direzioni, è interrotta e l’Atac ha attivato il servizio bus sostitutivo. Sul posto ci sono anche quattro volanti della polizia e due camion dei pompieri, oltre agli operatori del 118.
 

I passeggeri sono preoccupati e allarmati. Non sanno cosa stia succedendo e il perché dei ritardi




Guidonia, colpo alle istituzioni: bandiera tricolore a brandelli all’Istituto Giovanni XXIII

Nonostante una visita di 5 giorni fa all’I.C. Giovanni XXIII a Villanova di Guidonia dove tra bagni chiusi, muffa salnitro e davanzali rotti insieme alle infiltrazioni d’acqua l’Amministrazione dorme.

E’ indecoroso e oltraggioso che da mesi la bandiera tricolore esposta sul frontespizio dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII a Villanova di Guidonia sia a brandelli. Lo conferma il Consigliere e Capo Gruppo di Fratelli d’Italia in Comune, “ Oggi a Guidonia Montecelio, seconda Città in Italia non capoluogo di provincia, accade anche questo. La bandiera italiana ridotta a brandelli davanti ad una scuola dove 600 ragazzini frequentano le elementari e le medie: diventa una questione di civiltà a cui la giunta penta stellata ancora una volta non sa offrire riparo sebbene l’ufficio tecnico era ben a conoscenza della situazione.
Ci sono delle regole sulla esposizione del tricolore e sono regolamentate dalla legge del 5 febbraio 1998 n.22 e il DPR 7 aprile 2000 n. 121 che stabiliscono i criteri e le regole di esposizione della bandiera della Repubblica Italiana e di quella dell’EU, all’esterno di edifici
pubblici. Proprio nella parte del “Capo IV – Disposizioni generali e finali” si legge: “Le bandiere sono esposte in buono stato e correttamente dispiegate; né su di esse, né sull’asta che le reca, si applicano figure scritte o lettere di alcun tipo”. “Ogni ente designa i responsabili alla verifica della esposizione corretta delle bandiere all’esterno e all’interno”. È alquanto indecoroso vedere mortificato il simbolo della Repubblica Italiana le istituzioni in questo modo. In una città che si vantava di essere denominata Città dell’Aria con migliaia di records ancora imbattuti , con l’unico parlamentare eletto locale del M5S. Sembra evidente il parallelismo tra le condizioni della bandiera esposta e l’attuale momento politico che interessa
la maggioranza guidata dal sindaco Barbet , che in queste giorni ha di cui pensare: imbastire il suo ufficio di comunicatori e portavoce a sua esclusiva, saccheggiando le tasche dei cittadini, e ricucire gli strappi con una parte della sua maggioranza che non hanno condiviso l’ultima disfatta elettorale. Nei fatti un controllo dei simboli della Repubblica è molto più
importante che crearsi un pedigree con il sangue degli altri. Per gli Italiani la bandiera è un simbolo al di sopra delle fazioni politiche e della inconsistenza amministrativa della Giunta penta stellata. Per il Tricolore sono morti milioni di Italiani, abbiate rispetto e soprattutto su una scuola dove si educa i più piccoli alla civiltà ed alla dignità quanto alla onorabilità ed al decoro. Con una interrogazione chiederemo il nome dei responsabili di tutti gli uffici pubblici del territorio per la bandiera.”

IL CONSIGLIERE di FRATELLI D’ITALIA GIOVANNA AMMATURO




Puglia, orrore a Collepasso: anziano bruciato vivo. Lo ha ucciso suo figlio

Ha confessato durante un lungo interrogatorio protrattosi nella notte il figlio di Antonio Leo, l’anziano trovato morto bruciato in casa ieri sera a Collepasso. E’ stato lui ad uccidere durante una lite il padre cospargendolo di alcol e dandogli fuoco.

L’uomo, Vittorio Leo, di 48 anni, che è stato arrestato, è titolare di un’agenzia immobiliare. Davanti al magistrato inquirente Luigi Mastroniani e alla presenza del proprio legale difensore, l’uomo ha detto di aver ucciso il padre 89enne durante un acceso diverbio




Monterotondo, Fonte Nuova e Mentana: sgominato grosso giro di spaccio. Diciannove arresti

Al fine di assicurare, nel rispetto del segreto investigativo e dei diritti delle parti coinvolte, il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, comunico che questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza che dispone misure cautelari nei confronti di 19 persone (8 custodie cautelari in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 3 obblighi di firma), emessa dal GIP- dottor Mario Parisi- del Tribunale di Tivoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per il reato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Nello stesso contesto operativo, su disposizione della Procura della Repubblica di Tivoli, sono state eseguite numerose perquisizioni nei comuni di Monterotondo, Sant’Angelo Romano, Fonte Nuova, Mentana e Poggio Mirteto (RI).

L’indagine, avviata nel mese di marzo 2018, a seguito del sequestro di una decina di grammi di cocaina rinvenuti nella disponibilità di un 34enne incensurato di Mentana, ha consentito di individuare due gruppi di soggetti, in contatto tra loro, dediti allo spaccio di stupefacente nei comuni di Fonte Nuova, Mentana e Monterotondo.

L’operazione è stata denominata convenzionalmente “New Generation”, perché i soggetti coinvolti nell’indagine, in particolare coloro che sovrintendevano alle attività di organizzazione dello spaccio, rappresentano nel panorama dell’attività illecita delle nuove leve, spesso incensurate, che hanno sostituito altri personaggi, coinvolti in precedenti operazioni di polizia.

Il primo gruppo, quello operante in Mentana e Monterotondo, era gestito da un 33enne di Mentana, che avvalendosi di giovani collaboratori, era in grado di garantire oltre 30 consegne di cocaina al giorno. I giovani pusher si avvalevano dei più svariati stratagemmi per occultare lo stupefacente, in particolare utilizzavano anfratti e arbusti di strade isolate come nascondigli dei quantitativi di droga, che poi provvedevano a confezionare e a spacciare; lo stesso modus operandi veniva utilizzato per occultare il denaro proveniente dall’attività illecita.

Inoltre, l’indagine ha consentito di ricostruire due ipotesi di estorsione poste in essere da altrettanti pusher, che, spacciandosi per appartenenti al “clan dei Casamonica”, minacciavano di morte una coppia di tossicodipendenti di Fonte Nuova, in ritardo nel pagamento di alcune dosi di cocaina.

Il secondo gruppo, presente in Fonte Nuova, era organizzato da un 27enne di Tor Lupara, che, avvalendosi di diversi collaboratori, gestiva, tramite un collaudato sistema di smistamento delle “richieste” basato sull’utilizzo di telefonini di “servizio”, una fiorente attività di spaccio di hashish e cocaina. L’attività l’illecita, che assicurava la consegna di oltre 30 dosi giornaliere, si concentrava negli androni e negli spazi comuni di una palazzina popolare di via delle Mimose di Fonte Nuova.

Le complesse indagini – condotte attraverso le intercettazioni telefoniche e numerosi servizi di pedinamento – hanno consentito negli scorsi mesi di eseguire 17 arresti in flagranza (che si aggiungono alle 19 misure cautelari eseguite oggi) e di sequestrare oltre 200 gr di cocaina, 150 gr di hashish, nonché 5.000 euro in contanti, quale provento dello spaccio.

Ancora una volta, l’impegno delle forze dell’ordine, specificamente dell’Arma dei Carabinieri, coordinate della Procura della Repubblica, ha consentito di intervenire su un pericoloso sistema criminale, con l’arresto di numerose persone per le quali il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati contestati, con sequestri di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente destinata alla vendita.




Roma, Parco Appio: tutto pronto per il “Tutto fritto festival”

Il fritto d’autore va in scena al Parco Appio dal 31 maggio al 2 giugno

Al “Tutto Fritto Festival” street food romano e musica dal vivo con The BeaTers, la cover band ufficiale dei Beatles

Una celebrazione del fritto in tutte le sue declinazioni, quella in programma da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno a Parco Appio, nel comprensorio regionale dell’Appia Antica. Il “Tutto Fritto Festival” sarà un grande villaggio della frittura d’autore, organizzato da Federico Feliziani e Parco Appio in collaborazione con Roma Food Porn, durante il quale alle creazioni dei maestri dell’olio caldo si accompagneranno birre artigianali di alta qualità e musica dal vivo con The BeaTers, la cover band ufficiale dei Beatles che sabato 1 giugno, a partire dalle 22.30, farà rivivere le atmosfere dei concerti della storica band inglese.

Cinque gli espositori presenti che, dagli stand del villaggio gastronomico immerso nel verde, proporranno preparazioni fragranti e dorate, tutte fritte sul momento.

Protagonista assoluto della manifestazione sarà il must dello street food capitolino: il supplì, rielaborato dalla fantasia degli chef in inediti mix di sapori. Ai classici supplì “al telefono” si alterneranno rivisitazioni capaci di portare i piatti tipici della tradizione romana dentro la panatura dorata: cacio e pepe, amatriciana, gricia, carbonara, con fiori di zucca e alici, in versione “ajo e ojo” o puttanesca, con fave e pecorino o con rigaglie di pollo. Spazio anche alle pizze fritte, alla mozzarella in carrozza, al baccalà e alle particolari preparazioni di Mirko Rizzo, di “180gr Pizzeria Romana”, come i tonnarelli cacio e pepe, le fettuccine al ragù e i cannelloni con salsa di lasagna, tutto rigorosamente fritto. «In questo tipo di preparazioni – spiega Rizzo – è importante che la pasta sia lasciata al dente per poi finire la cottura durante la frittura».

Nel corso della manifestazione sarà possibile degustare le creazioni di Stefano Callegari, inventore del celebre Trapizzino, e vedere all’opera Arcangelo Dandini, chef del ristorante “l’Arcangelo” e di “Supplizio”. Proprio da loro arrivano le regole d’oro per la frittura perfetta: «Per fare in modo che la mozzarella all’interno dei supplì sia ‘filante’, l’olio non va mai portato a una temperatura troppo alta, ma tenuto tra i 165 e i 170 gradi», spiega Callegari. Determinante per la buona riuscita di un fritto è anche la panatura, che secondo Dandini «va preparata grattugiando rigorosamente a mano il pane, proprio come si faceva una volta, e facendolo scottare in forno per almeno cinque minuti; questo serve per proteggerlo dall’olio caldo durante la frittura. È importante inoltre che le materie prime siano sempre di altissima qualità, comprese le uova e il sale».

Ogni fritto sarà proposto in abbinamento a una birra artigianale scelta per integrare, smorzare, completare o esaltare la componente aromatica di ciascuna ricetta.

Per i più golosi non mancherà anche il fritto in versione dessert: ciambelle, bombe e cannoli.




Frascati, criminalità: l’impero dei “Mercuri”

Si erano costruiti un impero di 10 milioni di euro di valore grazie a furti, truffe, ricettazione,  riciclaggio e contrabbando.  

Facevano tutto in famiglia e la loro attività criminale, avviata ormai dagli anni ’80, era ben radicata non solo ai Castelli Romani e nella Capitale ma aveva ramificazioni a Reggio Calabria, Frosinone, Latina, Livorno e Milano. È stato un maxi sequestro quello operato ieri dai finanzieri di Frascati.

Gli uomini delle fiamme Gialle sono partiti a contare gli immobili acquistati da moglie e marito ottantenni e due figli cinquantenni di origini calabresi ma ben radicati ai Castelli, dalla periferia di Frascati proseguendo con Guidonia e Gallicano nel Lazio.

Lunghi i curriculum criminali di questa famiglia a partire da Francesco Mercuri, capostipite “imprenditore”, la moglie Carmela Fazzari e i due figli Giuseppe Mercuri che attualmente si trova in carcere e Angelo Mercuri. Tutti gravati, a partire dagli anni ‘80, da numerosissimi precedenti penali e numerose sentenze definitive di condanna per reati contro il patrimonio, l’economia e la fede pubblica commessinell’area dei Castelli Romani e provincia di Roma. Il provvedimento di misura di prevenzione patrimoniale, eseguito dalla Compagnia di Frascati, è l’epilogo di complesse indagini condotte, ai sensi del “Codice Antimafia”, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma che ha ritenuto la famiglia di cirminali “un’allarmante pericolosità sociale”, perché, si legge ancora nel dispositivo “stabilmente dediti al compimento di attività delittuose compiute, nel corso di svariati anni, in forma associativa e altamente remunerativa”. Insomma soggetti ritenuti “irrecuperabili” in quanto nessun deterrente o terapia riabilitativa ha prodotto effetti su questi signori. E neppure le numerosissime condanne emesse a loro carico e i periodi di detenzione scontati come pene o in forza di misure cautelari. Il loro obiettivo, per tutti e quattro i personaggi, è sempre stato concentrato a imbrogliare le persone, rubare, raggirare chiunque gli capitasse a tiro, riciclare denaro e compiere numerosi altri atti. Grazie alle attività illecite, questa famiglia manteneva inalterato un tenore di vita di gran lusso. Ad esempio erano frequentatori assidui di esclusivi club in località marittime, spesso raggiunte a bordo della barca a vela “CiuCiu”, definita dallo stesso Angelo Mercuri sui social network un’imbarcazione foriera di grandi emozioni. Ma veniamo al regno di beni che negli anni si erano costruiti. Ovviamente sono emerse delle grosse sproporzioni tra i redditi dichiarati, quasi inesistenti, e il patrimonio costituito da 24 beni immobili, tra villa, appartamenti e terreni, 32 autovetture, un’imbarcazione a vela, conti correnti, quote societarie, capitale e un intero compendio aziendale costituito da cinque società operanti nei settori immobiliare e del commercio di autoveicoli. Dalle accurate indagini svolte dalle Fiamme Gialle dei Castelli, oltre alla titolarità di società immobiliari e di vendita di automobili, in capo ai fratelli Mercuri è emersa la gestione di un noto locale della movida romana, in zona Tiburtina, particolarmente attivo nell’organizzazione di eventi e concerti.




Alla 58ima Biennale d’Arte di Venezia alla ribalta per la prima volta l’arte e cultura Sámi

È in corso a Venezia, fino al 24 novembre, a mostra “A Greater Miracle of Perception by the Miracle Workers Collective” che costituisce una significativa presenza all’interno della 58a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale, nel padiglione Alvar Aalto della Finlandia.
All’inaugurazione ufficiale erano presenti, tra gli altri, il ministro finlandese della Cultura, Sampo Terho, il sindaco di Helsinki, Jan Vapaavouri, il presidente del Parlamento Sámi in Finlandia (rappresentante del popolo lappone), Tiina Sanila-Aikio.

L’esposizione, fortemente voluta e sostenuta dal Ministero dell’Istruzione e della Cultura della Finlandia, insieme con la città di Helsinki, la Fondazione Saastamoinen, la Fondazione culturale finlandese e l’Ambasciata di Finlandia a Roma ospita per la prima volta in Italia una interessante testimonianza della cultura e arte Sámi.

La presidente Sanila-Aikio ha dichiarato che “la versatilità e il livello dell’arte Sámi affascinano a livello internazionale, ed è fantastico che Pieski e West partecipino alla Biennale”.

La prima mostra congiunta del collettivo Miracle Workers presso il padiglione Alvar Aalto in Finlandia comprende A Greater Miracle of Perception dell’artista Outi Pieski e opere della cantastorie e cineasta Suvi West. L’opera site specific di Outi Pieski “Ovdavázzit – Forewalkers”(2019) evidenzia la lotta per la sovranità oltre i confini degli stati Sámi su terre e acque della loro aree, sottolineando come la vita e la mobilità devono essere basate sulla coesistenza sostenibile con i bisogni naturali della regione.

Inoltre, la mostra presenta The Killing of Čáhcerávga (2019), che consiste in cinque cortometraggi, in cui i membri del collettivo Miracle Workers studiano il potenziale della disobbedienza nei vecchi schemi di pensiero. Il film racconta strane storie di comunità.

Secondo una loro descrizione, il Miracle Workers Collective è formato e alimentato da una comunità transdisciplinare e transnazionale, che condivide e sviluppa un’ecologia di pratiche nel contesto della 58. Esposizione Internazionale d’Arte. La loro proposta evidenzia un impegno critico verso la collettività e verso pratiche che articolano vari concetti di miracolo come mezzi poetici con cui ampliare ciò che può essere percepito, esperito, fatto e immaginato. Attingendo alle riflessioni di Esiaba Irobi sul miracolo, inteso come “tropo di resistenza spirituale e politica” e come “atto comunitario”, il loro approccio implica una disobbedienza disciplinare volta a enfatizzare la costante sfida della percezione intesa come atto politico. Il MWC a Venezia è composto dalla scrittrice Maryan Abdulkarim; sceneggiatore Khadar Ahmed; scrittore Hassan Blasim; coreografo Sonya Lindfors; artista Outi Pieski; artista Leena Pukki; artista Martta Tuomaala; artista Lorenzo Sandoval; cineasta Christopher L. Thomas e cantastorie Suvi West.

Padiglione: Finlandia
Artisti: Miracle Workers Collective
Curatori: Giovanna Esposito Yussif, Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, Christopher Wessels

Evento:

  1. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia
    Dove: Giardini del Castello, Biennale di Venezia
    Quando: 11 maggio – 24 novembre 2019

Maggiori informazioni sulla mostra in Frame Finland:

https://frame-finland.fi/en/venice-biennale/venice-biennale-2019/



Furia cavallo del west, morto l’attore Bobby Diamond

Morto a 75 anni Bobby Diamond, avvocato e attore americano, da molto tempo in lotta con il cancro, che grazie alla serie tv lanciata negli anni ’50 dalla Nbc era diventato un po’ un’icona del piccolo schermo.

Anche se a quell’exploit non era seguita poi una vera e propria carriera nella recitazione. A dare la notizia della sua morte, a esequie avvenute, è stata oggi l’autrice tv e sua grande amica Laurie Jacobson, che ne ha parlato con l’Hollywood Reporter. Il ciuffo riccioluto sul volto minuto, l’aria sempre un po’ schiva e imbronciata, Diamond in Furia era Joey Clark Newton, un ragazzino orfano adottato dal burbero proprietario di un ranch che aveva perso la moglie e il figlio naturale in un incidente d’auto.

Un ruolo decisamente tipico nelle narrazioni dell’epoca nel quale quel ragazzino piccolo borghese, maglietta a righe e pantaloncini corti, era molto credibile, tanto da diventare il paladino di tantissimi coetanei e poi nel tempo di altri ragazzini come lui che si identificano nelle fughe solitarie con il cavallino, con quelle carezze e le parole sussurrate all’orecchio dell’animale.

Dopo le cinque stagioni da protagonista nella serie tv, che negli Usa andò in onda fino al 1968 con grandissimo successo (in Italia arrivò invece negli anni ’70 e da noi è rimasta un tormentone anche la sigla affidata alla voce di Mal), Diamond, che era figlio di un broker immobiliare e di una casalinga, proseguì gli studi, si fece notare anche come brillante ginnasta e diventò avvocato, professione che alternò per tutta la vita a piccoli ruoli d’attore, soprattutto in tv.

Fino all’età adulta fu la madre a guidarlo nello show business e a fargli da manager per film come Il più grande show sulla Terra (1952), Gli uomini preferiscono le bionde, Ring Circus e All’inferno e ritorno. Negli anni ’60 è’ stato premiato per Airbone, un film sui paracadutisti, ed è apparso in Billie (1965) nella parte di un ragazzino atletico. Qualche ruolo lo ha avuto anche negli show tv degli anni ’80 e ’90, il Loretta Young Show, Handy Griffit Show, Lassie, Medical Center e Divorce Court. Anche come avvocato è rimasto nel mondo dello spettacolo rappresentando gli interessi di diversi attori. Lascia due figli Robbie e Jesse.