Orrore a Ciampino, anziano abusa di un 15enne spacciandosi per prof universitario

CIAMPINO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo hanno arrestato un 72enne di Ciampino con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di un minorenne, notificandogli un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Velletri.

Il provvedimento, richiesto dalla Procura della Repubblica veliterna, scaturisce dalle risultanze investigative dei Carabinieri della Tenenza di Ciampino i quali, dai primi mesi dell’anno, hanno indagato sull’uomo che, in più circostanze, aveva costretto un 15enne del posto a compiere e subire atti sessuali. In particolare l’uomo, dopo aver adescato il giovane spacciandosi per un professore universitario ed ex militare, lo aveva fatto entrare in casa sua dicendo di essere un conoscente del nonno e che gli avrebbe trovato un lavoro. Dopo aver carpito la fiducia del ragazzo, gli incontri sono stati sempre più frequenti fino a che l’uomo, a volte anche dietro minaccia, ha sistematicamente abusato del giovane che, dopo circa tre mesi, ha avuto il coraggio di raccontare tutto ai genitori che si sono rivolti ai carabinieri. Durante la perquisizione è stato anche sequestrato materiale informatico che verrà fatto analizzare.L’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari.




Tivoli, “Tutti in volo” da Monte Ripoli con i ragazzi disabili: un’emozione mozzafiato

Una domenica speciale per 24 persone definite diversamente abili ma al contrario vitali e felici grazie ad ALTIVOLI che con capacita e in totale sicurezza li ha portati “Tutti in volo”
Il 30 giugno 2019 si è svolta la quarta edizione di “Tutti in volo” organizzato dall’ASD Altivoli presieduto da Michele Morabito unitamente all’intero Direttivo, in collaborazione con l’Associazione CMG Onlus e con il patrocinio dell’Aero Club Italia, comune di Tivoli, Centro Maria Gargani Onlus. Una manifestazione evento gratuito rivolto ai ragazzi disabili ai quali è stata data la possibilità di provare l’emozione di volare con il parapendio biposto da Monte Ripoli.

Nel pomeriggio di un domenica ventilata si è perfezionata una delle più belle ed interessanti celebrazioni che si possano ideare: abbattere ogni barriera anche culturale. Sul
Monte Ripoli grazie a questi piloti appassionati ed esperti che hanno tutto tranne che la bizzarria ed in totale sicurezza hanno accompagnato 24 persone diversamente abili proprio come novelli Icaro. 24 persone che hanno dimostrato di essere più sani dei “normali” e che si sono lasciati trasportare dal vento con il mezzo di volo libero più semplice e leggero esistente, derivato dai paracadute guidato magistralmente attraverso con i fasci funicolari. I passeggeri erano pieni di vita, speranza e passione, felici ed ebbri di emozioni e dell’opportunità che gli esperti piloti della Altivoli hanno riservato.

Un volo rassicurato prima di ogni decollo e dopo il morbido atterraggio mentre era facile per le centinaia di persone presenti tra accompagnatori parenti amici e curiosi riuscire a trattenere le emozioni pensando che a mille metri di altezza la disabilità non esisteva. C’erano solo sorrisi ed abbracci. La cosa più bella che si può donare la conferma che la disabilità esiste solo nella mente di chi per forza si dichiara normale. Si percepiva la sintonia, tra lo stupore dei presenti, la gioia dei partecipanti e la passione degli istruttori.

“Le ali oggi le avete voi” ha esordito così una delle guide. Una giornata che ha regalato ai passeggeri le ali, con le quali hanno potuto osservare la terra da un’altra prospettiva e che ha permesso di varcare quel confine immaginario del “non posso” per avere la certezza che di bello nella vita c’è ancora molto. I loro occhi i sorrisi e la felicità era palese anche quando con mani forti e delicate li adagiavano sulla sedia a rotelle con cui erano arrivati sul campo di volo e che per venti minuti avevano lasciato
incustodita.

Nessuno ha avuto timore di un’esperienza unica, anzi già pronti per la prossima edizione, grazie agli istruttori capaci di trasmette sicurezza. Per qualcuno si è trattato di una gioiosa esperienza da custodire gelosamente e da raccontare a tutti. Circa seicento le persone presenti all’evento tra cui due esponenti di Fratelli d’Italia: la consigliere regionale Chiara
Colosimo e Giovanna Ammaturo, consigliere comunale di Guidonia Montecelio che con il Presidente Sirio Veroli della ASD Alessandro Guidoni, che da anni è vicino ad Altivoli, hanno tentato da tempo di coptare alcuni ragazzi di Guidonia Montecelio frenate loro malgrado da una burocrazia sempre negativa.




Casoria, una voragine fagocita un compattatore di rifiuti: puzza di gas ovunque

Una grossa voragine sta interessando la zona antistante la Basilica di San Mauro in Largo San Mauro, a Casoria, in provincia di Napoli. Larga e profonda decine di metri, nella voragine è precipitato un compattatore di rifiuti: l’autista, recuperato dai vigili del fuoco, è al momento in ospedale per accertamenti. La strada è stata chiusa al traffico e transennata: sette i palazzi sgomberati e interruzione di acqua ed energia elettrica nella zona. Secondo quanto riferito dai presenti, nell’area si è sentito un forte odore di gas.




Atac, certificata la “morte” delle Ferrovie regionali. Di chi sono le colpe?

Riduzione
della velocità commerciale, soppressioni incroci, battuta d’arresto agli
attraversamenti e nei deviatoi: queste, in sostanza, le pesanti restrizioni
della Direzione Esercizio Atac in vigore da lunedì 1 luglio, e riferite agli esercizi delle ferrovie Roma-Viterbo e Termini-Giardinetti. Provvedimenti emanati in applicazione del Decreto 1/2019 (Allegato B) dell’ASFN – Agenzia Nazionale per la Sicurezza
delle Ferrovie
, che subentra all’USTIF
– a Roma come nel resto d’Italia – nel monitoraggio della sicurezza anche delle
linee isolate.

A
sancire il passaggio le modifiche inserite all’articolo 2 comma 4 del Decreto
Legislativo 162 del 10 agosto 2007
(“Attuazione
delle direttive 2004/49/CE e 2004/51/CE relative alla sicurezza e
allo sviluppo delle ferrovie comunitarie
”), apportate con il Decreto Legge 148 del 16 ottobre 2017 convertito, con
modificazioni, tramite la Legge 172 del
4 dicembre 2017
recante “Disposizioni
urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili
”. Al comma 4,
infatti, è stato aggiunto che il “presente
decreto non si applica alle reti
funzionalmente isolate dal resto del sistema ferroviario ed adibite unicamente
a servizi passeggeri locali, urbani o suburbani
, nonché alle imprese ferroviarie che operano esclusivamente su tali
reti, fino al 30 giugno 2019
” e che “entro il 31 dicembre 2018,
l’ANSF individua le norme tecniche e gli standard di sicurezza applicabili alle reti funzionalmente isolate dal resto
del sistema ferroviario
nonché ai gestori del servizio che operano su tali
reti, tenendo conto delle caratteristiche delle tratte ferroviarie, dei
rotabili e del servizio di trasporto, fermo restando quanto previsto dai
trattati internazionali per le reti isolate transfrontaliere
.

Di fatto, com’è già successo per le ferrovie complementari interconesse alla rete nazionale di RFI, in ossequio al Decreto del Ministero dei Trasporti 5 agosto 2016, licenziato in seguito al disastro ferroviario avvenuto in luglio sulla Andria-Corato in cui morirono 23 morti persone, anche le linee isolate sono soggette agli obblighi individuati nel Decreto Legislativo 162 e, di conseguenza, al Decreto 1/2019 dell’ANFS. Sotto controllo dell’USTIF, istituiti nel 1986 con l’obiettivo di mettere ordine proprio nelle reti complementari ex-concesse, realizzate per lo più dall’industria privata tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, restano solo le metropolitane, le tranvie e gli altri impianti leggeri di trasporto su rotaia e a fune. “Nel rilasciare le autorizzazioni di propria competenza – rimarca la normativa – l’ANSF valuta le misure mitigative o compensative proposte dai gestori del servizio sulla base di una analisi del rischio che tenga conto delle caratteristiche della tratta ferroviaria, dei rotabili e del servizio di trasporto”.

Il che applicato nelle linee in gestione – ma ancora per poco – all’Atac, è un’ecatombe, una Walterloo, in quanto sia la Roma-Viterbo che la Termini-Giardinetti non presentano standard di sicurezza rispondenti alle Direttive ANSF. Tanto da costringere l’Azienda Capitolina a ricorrere alle “misure mitigative”, previste nel Decreto 1/2019 dell’Agenzia, al fine di garantire la continuità al servizio. Ma si può parlare ancora di servizio?

Nella tratta extraurbana della Viterbo, quella maggiormente colpita, la Disposizione Operativa n. 135 del 29/ 06 /2019, nelle more dell’adeguamento tecnologico e normativo, dispone: 50 Km/h velocità massima consentita, “salvo eventuali limitazioni più restrittive di velocità notificate secondo le modalità regolamentari in vigore”; abolizione tutti gli incroci; battuta d’arresto su tutti gli attraversamenti, “pertanto tutti i treni prima di impegnare gli stessi devono arrestarsi e l’agente di condotta può riprendere la marcia dopo essersi accertato del relativo stato di libertà e dell’assenza dei transiti sugli stessi”; battuta d’arresto su tutti i deviatoi di linea non comandati da ACEI, “pertanto tutti i treni prima di impegnare tali enti devono arrestarsi e l’agente di condotta può riprendere la marcia dopo essersi accertato del corretto posizionamento degli stessi”. Inoltre, “nella tratta Catalano-Viterbo viene istituito servizio a Spola” e “si abolisce la sede obbligatoria di giunto di Vignanello e rimangono confermate le sedi obbligatorie di S. Oreste e Castelnuovo”.

Per quanto attiene la tratta urbana: “la circolazione dei treni in senso opposto rispetto a quello per cui il binario è attrezzato non è ammessa se non in caso di interruzione accidentale del binario attrezzato, al solo fine di consentire ai treni già in circolazione di superare il tratto interessato dall’anormalità, garantendo le necessarie condizioni di sicurezza; “Per i treni deve essere garantita la presenza del secondo agente in cabina, in possesso di abilitazione per la frenatura dei rotabili col compito di vigilare sulla corretta applicazione dei segnali di linea; Ai convogli non dotati di dispositivo di train-stop non è consentita la circolazione sulla tratta urbana; I treni straordinari per trasferimento materiali rotabili circolanti ad agente unico devono viaggiare alla velocità massima di 50 km/h; Qualora un movimento di manovra debba oltrepassare il punto protetto dal segnale di protezione, deve essere preventivamente interrotta la circolazione dei treni nel tratto di linea attiguo”. Analogo discorso nella Giardinetti, ora limitata a Centocelle (Disposizione Operativa 136 del 29/06/2019), solo che la velocità massima consentita passa dagli attuali 50km/h ai 30 Km/h.

Devastante l’impatto, 22 treni extraurbani sospesi e solo parte di questi sostituiti coi bus, così come annunciato da Atac nel presentare l’orario estivo, che, coincidenza, entra in vigore proprio il 1 luglio. I treno depennati sono: il 300, 302, 304, 305, 307, 309, 310, 311 (tratta Montebello-Catalano e viceversa), il 400 e 401 (tratta Vignanello-Viterbo e viceversa), il 500 e 501 (tratta Montebello-Sant’Oreste e viceversa), il 600 e 617 (tratta Flaminio-Catalano e viceversa), il 803, 808, 809, 816, 820 (tratta Viterbo-Catalano e viceversa) e, infine, il 817 e 821 (tratta Viterbo-Civitacastellana e viceversa). “I treni 300, 302, 304, 305, 307, 309, 310, 311, 500 e 501- prosegue la nota – saranno sostituiti da un servizio di bus che seguono lo stesso orario dei treni sospesi, compatibilmente con la situazione del traffico. I treni 600 e 617 saranno cancellati tra Flaminio e Montebello e viceversa e sostituiti da bus tra Montebello e Catalano e viceversa”. Mentre nella tratta urbana “non saranno effettuati i treni: da Flaminio ore 9.38; da Montebello ore 13.10 e 22.18”.

“Siamo diventati una gommovia”, ironizza un lavoratore dell’Azienda. “La Roma-Viterbo è morta”, tuona il Comitato Pendolari della RomaNord, “sono quasi due anni che si sa questa cosa, maturata subito dopo la tragedia ferroviaria di Andria e Corato e nessuno ha fatto nulla per prevenire. È una vergogna, l’ennesima. Uno schiaffo che non possiamo tollerare, un immane e apocalittico disservizio che ha come primi responsabili i dirigenti di Regione Lazio e Atac, incapaci nonostante il molto tempo avuto, di fare gli interventi necessari per evitare lo sfacelo. Con la prima che si trascina con le aggiudicazioni della gara per il raddoppio tra Riano e Morlupo da ormai 7 mesi e attualmente il contratto con le aziende aggiudicatarie dei due lotti non è ancora stato firmato. Ricordiamo che per fare il progetto esecutivo le ditte hanno a disposizione altri 3 anni. L’acquisto dei nuovi treni non è ancora perfezionato, ma se dovesse essere firmato oggi, questi nuovi mezzi non arriverebbero prima della fine del 2021″.

“Quelle poche corse effettuate saranno lentissima, al limite dello sfinimento per il povero e (sempre più) martoriato pendolare della Romanord. Si potrà prendere il treno forse solo di domenica, quando ci saranno meno corse e meno utenti, e questo è veramente paradossale. La conseguenza sarà l’abbandono della linea per salire sulle automobili private per spostarsi a Roma, con la chiusura di fatto dell’extraurbano…ma forse qualcuno vuole proprio questo? Chi sta sbagliando deve pagare”. Da qui l’invito: “Sollecitate i vostri sindaci, assessori e cittadini (non solo gli utenti della ferrovia) a prendere coscienza del problema e a farsi promotori di una forte azione sociale per evitare il peggio. Noi faremo altrettanto, ma dobbiamo essere uniti…soprattutto in questo momento”.

“Quarant’anni
fa questi paesini contavano ciascuno 4000 abitanti circa, oggi la loro
popolazione è più che raddoppiata e quel trenino per come lo conoscevamo non ha
migliorato il suo servizio, anzi da quello che dicono gli attuali utenti la
situazione è peggiorata. Un tema da Conferenza dei Sindaci – approva Stefano Rossi, attivista di Fratelli d’Italia di Riano – una richiesta di finanziamenti
e miglioramenti da spingere tutti insieme. Oggi quella tratta deve essere potenziata e
non abbandonata, i binari devono essere raddoppiati e le corse devono essere
intensificate
, per incoraggiare l’utenza a non optare per il mezzo
privato per raggiungere Roma (considerando che anche Flaminia e Tiberina non
sono state adeguate) ma per quello pubblico. Questioni politiche, questioni di
cui partiti e amministrazioni comunali dovrebbero farsi carico non lasciando da
soli i cittadini che, non adeguatamente rappresentati, si sono organizzati da
soli e da qualche tempo per chiedere miglioramenti”.

Reazioni pesanti anche dal mondo sindacale. Le RSU Cisl delle ferrovie, in risposta alle Disposizioni 135 e 136, hanno tempestivamente inviato un fonogramma ai vertici aziendali e all’ANSF. “Le sottoscritte RSU – recita il testo – fanno presente che il Personale tutto non è stato né formato né informato sull’Allegato B al Decreto ANSF N° 1/2019 e del contenuto dell’allegato 1 del decreto stesso, riguardo norme tecniche e standard di sicurezza applicabili alle reti funzionalmente isolate dal resto del sistema ferroviari, nonché ai gestori del servizio che operano su tali reti, in cui entra in vigore il Regolamento per la circolazione ferroviaria emanato dall’ANSF con decreto 4 del 2012. Per la tratta extraurbana al quinto capoverso [della Disposizione n.d.r.] si legge ‘nella tratta Catalano Viterbo viene istituito servizio a spola’. Tale servizio impone un altro regime di circolazione che confligge con l’attuale e senza una regolamentazione con successiva formazione e informazione mette a rischio i lavoratori deputati a dirigere la circolazione treni, alla condotta e alla scorta dei convogli ferroviari. Dovrebbe essere emanata una Disposizione Operativa che contenga: Norme Generali; Norme Integrative, Generalità; Norme Impiantistiche; Normative di Esercizio. In mancanza di ciò non si capisce come possano i Dirigenti di Movimento gestire la circolazione dei treni a spola”.

Il documento sottolinea altresì che “le modifiche interessanti la circolazione treni vanno emanate e coordinate nei tempi e nei modi previsti per ottemperare alle normative di legge quali ad esempio il TU 81/2008 in materia di salute e sicurezza relativamente alla formazione e informazione. L’azienda ha invece cambiato il quadro normativo e il regime di circolazione treni (Catalano Viterbo) con le disposizioni in oggetto, emanate il 29 giugno 2019 e da applicare a far data del 1 luglio 2019. L’obbligo della formazione e informazione è un obbligo di legge che non può essere disatteso. Invitiamo pertanto i soggetti in indirizzo affinché prima di applicare quanto contenuto nelle Disposizioni Operative in oggetto sia effettuata la dovuta formazione e informazione al personale tutto. Si invitano le segreterie sindacali a chiedere urgente riscontro al Direttore di Esercizio della mancata formazione e informazione su quanto da egli disposto nelle Disposizioni Operative e sulla mancata emissione di Disposizione Operativa che regoli il servizio a spola tra Catalano e Viterbo”.

Sulla Giardinetti è il Blog Sferragliamenti dalla Casilina a tirare le fila: “Analogamente a quanto sta accadendo sulla Linea C, anche sulla Termini-Centocelle la politica ha vinto sulla logica. Nonostante infatti, gli annunci pomposi degli scorsi mesi che, non è possibile nascondere, ci avevano ammaliato con la prospettiva del rilancio della linea a Tor Vergata, oggi i nostri più cupi timori sul passaggio sotto la legislazione ANSF si stanno avverando. Le disposizioni imposte determineranno un sostanziale abbattimento della velocità commerciale che, unitamente alla battuta di arresto su tutti gli attraversamenti (i treni si dovranno fermare anche col semaforo verde!), completeranno la distruzione della linea, che verrà abbandonata dai passeggeri perché troppo lenta. Il nostro appello, che rivolgiamo con forza agli assessori Alessandri e Meleo, è che si acceleri quanto prima al declassamento della linea da ferrovia a tramvia: un atto formale, di natura puramente burocratica, che potrebbe cancellare di colpo queste assurde imposizioni”. “Uniamoci all’appello di Sferragliamenti della Casilina – rilancia Gianfranco Gasparutto, consigliere del Municipio VI del PD -per chiedere all’assessore Linda Meleo e al Presidente della Commissione Mobilità Pietro Calabrese di procedere al declassamento della linea da ferroviaria a tranviaria in modo da rendere queste disposizioni ininfluenti”.

L’iniziativa del Blog trova un suo fondamento nel parere espresso dalla Direzione Regionale Infrastrutture e Mobilità in risposta al Ministero (prot. n. 3556 del 16/05/2019), dove rileva come la Giardinetti “non possa essere inserita tra quelle individuate come ferrovie isolate in quanto la stessa ha caratteristiche tranviarie. Il servizio svolto su tale linea ha velocità massima di 50 km/h, ridotta a 30 km/h in corrispondenza degli attraversamenti, tutti regolati da impianti semaforici di tipo stradale con circolazione a destra e marcia a vista”. “Tali caratteristiche generali della linea sono peraltro sostanzialmente corrispondenti alle norme tranviarie UNI 11174 e UNI 7156″.

E ancora: “Rispetto alle tranvie tradizionali la linea ha alcune caratteristiche specifiche che, pur nell’ambito del classico regime di circolazione di tipo tranviario sopra descritto, ne accrescono il livello di sicurezza e di efficienza quali: sede completamente protetta; Viale del stazioni controllate da ACEI con itinerari di ingresso e di partenza protetti da segnali di tipo ferroviario; scambi comandati elettricamente dai rispettivi impianti ACEI e non dal macchinista del treno. Tali caratteristiche la rendono del tutto conforme alla tipologia di tranvia veloce così come definita dalla Norma UNI 8379. Le caratteristiche specifiche della linea quali scartamento ridotto e alimentazione a 1,5 KV cc non si ritiene che possano in alcun modo essere considerati motivo ostativo alla definizione della linea in questione come linea tranviaria. Alla luce di quanto riportato in precedenza – conclude la nota – si ritiene urgente un incontro per una valutazione congiunta di quanto sopra con la partecipazione di ATAC SpA e USTIF”.

Appare logica una domanda: ma è colpa dell’Agenzia? Certamente no. Anzi: “La presa in carico della gestione della sicurezza da parte dell’ANSF tramite può considerarsi una svolta positiva”, si apprende dall’ultimo numero del giornalino interno La Marmotta a cura delle RSU Cisl-Cgil sempre delle ferrovie concesse, “che punta a superare la doppia normativa sulla sicurezza e allineare gli standard di tutta la rete italiana. Due diversi organismi di controllo sulla rete ferroviaria italiana andavano superati.  Ci sono adeguamenti più complessi, che richiedono tempo ma anche interventi da attuare subito. Tra questi la riduzione dei limiti di velocità e la messa in sicurezza dei passaggi a livello e il superamento del giunto telefonico”.

Su quest’ultimo – e rilevante – argomento, Atac istituiva nel 2014 (Ordine di Servizio 48 del 14/11/2014) un “Gruppo di lavoro interfunzionale in grado di garantire la messa a punto dell’informatizzazione ed emissione titoli di viaggio elettronici nelle biglietterie, l’informatizzazione della procedura di sicurezza del giunto telefonico, nell’ottica di miglioramento del servizio della linea ferroviaria Roma – Viterbo e nell’ambito delle linee strategiche di informatizzazione e digitalizzazione indicate nel Piano Industriale dell’Azienda”, formato, tra gli altri, dal Direttore dell’esercizio medesimo. Perché non è stato dato seguito?

Questa, come altre carenze croniche mai colmate in questi anni, pesano ora sull’andamento dei servizi, al personale quanto all’utenza. E ciò fa presupporre che, oltre alle responsabilità oggettive dell’Azienda, sia venuto meno il controllo analitico da parte di Roma Capitale, istituto ammesso negli affidamenti in house, e la mancata vigilanza della Regione Lazio, proprietaria delle infrastrutture.

Aspetti tutt’altro che irrilevanti, i quali impongono, almeno, la sostituzione o l’avvicendamento dei responsabili metroferro, dato che queste disposizioni suonano come l’ennesima sconfitta per le ferrovie concesse. Dopo il Premio Caronte alla Roma-Lido, che in questa vicenda si è salvata in corner, la multa comminata dall’Antitrust, confermata dal T.A.R, che altro deve succede? Qualcuno risponda.

David Nicodemi




Show di Panzironi a Roma, attacco al mondo scientifico: “Tanti nemici, tanto onore”

In migliaia oggi al Palazzo dello Sport di Roma per il “Life120 Day”, una iniziativa promossa da Adriano Panzironi, controverso giornalista che propone un regime alimentare a base di integratori commercializzati da una sua società e che promette di far vivere fino a 120 anni, oltre che di curare diverse patologie. Evento bocciato da medici e istituzioni, che avvertono come il metodo non abbia alcuna validità scientifica. Lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo ha duramente criticato il guru in più occasioni.
    “In sala oggi ci sono i carabinieri del Nas – dice Panzironi – credo vogliano ascoltare quello che dirò, come è già accaduto per altri incontri su filosofie alimentari lontane dalla dieta mediterranea”. E riferendosi al mondo scientifico afferma: “Essere attaccati sapendo di essere nel giusto è un grande onore. Qualcuno disse ‘tanti nemici, tanto onore’, questo è proprio il caso”. Secondo l’ideatore di ‘Life120’ oggi all’evento ci sono 4.500 persone accreditate e circa 3mila che arriveranno senza prenotazione”




Catania, va a comprare la droga ma viene rapinato e accoltellato

CATANIA – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto il 19enne Bubaj Fadera, originario del Gambia senza fissa dimora, poiché ritenuto responsabile di rapina aggravata in concorso.

La vittima, un nigeriano di anni 30, l’altra notte si è addentrato nel quartiere San Berillo Vecchio per acquistare delle dosi di stupefacente per uso personale. Incontrando quello che da lì a poco sarebbe diventato uno dei suoi carnefici, gli ha chiesto del “fumo” consegnandogli una banconota da 50 euro utili all’acquisto dello stupefacente. Il pusher, preso il denaro, dopo aver detto all’acquirente di attenderlo sul posto, si allontanava nei meandri del quartiere. Il cliente, dopo alcuni minuti, non vedendolo più tornare, è andato a cercarlo trovandolo, poco dopo, in compagnia di altri due gambiani. L’uomo, avvicinatosi al terzetto, ha prima chiesto spiegazioni circa la mancata consegna della droga e poi la restituzione dei 50 euro. Per tutta risposta i tre lo hanno immobilizzato e colpito con dei cocci di bottiglia, impossessandosi anche del cellulare che il poveretto teneva nella tasca dei pantaloni.

La vittima, lasciata in terra sanguinante, ha chiesto aiuto tramite un passante al 112 consentendo ad una pattuglia del radiomobile di intervenire sul posto, acquisire la descrizione dei rapinatori, e rintracciare ed ammanettarne uno mentre tentava di far perdere le proprie tracce nel dedalo di viuzze del quartiere.

Il rapinato, prima di salire sull’ambulanza del 118 che lo avrebbe trasportato in ospedale, ha riconosciuto il 19enne preso dai carabinieri come uno degli aggressori. Visitato al pronto soccorso dell’Ospedale Garibaldi Centro se l’è cavata, per fortuna, con 8 giorni di prognosi per delle ferite lacero contuse ad entrambe le braccia.

Il fermato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza dove permarrà così come deciso dal G.I.P. del Tribunale etneo in sede di convalida.




Anguillara Sabazia, tutto pronto per “Zu-Zu Zuppa di Lago”: alla scoperta dei sapori antichi

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Tradizione contadina per l’evento “Zu-Zu Zuppa di Lago” in programma domenica 30 giugno ad Anguillara al Museo della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare “Augusto Montori”.

Sarà un viaggio alla riscoperta di saperi e sapori antichi con pesce rigorosamente pescato in zona e con una articolata preparazione della zuppa secondo i gusti anguillarini. L’evento è inserito nel calendario Tesori Naturali promosso in collaborazione con il Parco di Bracciano-Martignano, ed è in programma in via Doria D’Eboli 2 il 30 giugno alle ore 20.30 (il forte caldo di questi giorni ha infatti indotto gli organizzatori a spostare l’orario).

L’Associazione Culturale Sabate nella stessa giornata propone inoltre la minicrociera Carpe Diem con visita guidata al centro storico di Anguillara. Partenza alle 16.30 dal Molo degli Inglesi di Bracciano. Ale 17.05 si sbarca ad Anguillara per visita guidata del centro storico di Anguillara, del palazzo baronale Orsini e della Collegiata. Alle 18.30 imbarco sulla motonave per il rientro a Bracciano. I partecipanti verranno muniti di auricolari che consentirà loro di ascoltare le spiegazioni della guida e allo stesso tempo di godersi in libertà la vista del paesaggio lacustre.




Giovanni dietro Falcone – terza puntata: la genesi del maxi processo a cosa nostra

A metà degli anni ’80, il maxi processo a Cosa Nostra inizia a prendere forma. Nell’84 il boss dei due mondi, Tommaso Buscetta, conosciuto con il soprannome di Don Masino rompe il muro del silenzio e dell’omertà. Descrive a Falcone la gerarchia di Cosa Nostra, ma già prima il vice questore Ninni Cassarà, giovane vice capo della mobile di Palermo, insieme al maggiore dei carabinieri Angiolo Pellegrini, aveva stilato il famoso rapporto “Michele Greco + 161” grazie alla fonte “prima luce”, nome in codice del mafioso Totuccio Contorno.

Cliccare sulla foto per guardare il video servizio

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 27/6/2019

La mole di dati da catalogare e collegare per arrivare al Maxi processo è enorme. Ad aiutare il pool anti mafia sarà l’ex autista di Rocco Chinnici scampato per miracolo all’attentato di via Pipitone Federico, Giovanni Paparcuri. Il 16 aprile 85 nasce la banca dati del maxi processo.
Il bunkerino nel tribunale di Palermo era costituito di 4 stanze. Una era riservata all’archivio dei dati più sensibili: i documenti bancari, le intercettazioni e i faldoni delle indagini sull’omicidio del generale Dalla Chiesa. È lì che il giudice a latere, Pietro Grasso, incontrerà per la prima volta il maxi processo… a presentarglielo è Giovanni Falcone.

Cliccare sulla foto per guardare il video dell’intervista

L’intervista alla dottoressa Patrizia Torretta Direttore tecnico superiore psicologo della Polizia di Stato attualmente in forza presso il Servizio Postale delle Comunicazioni. All’epoca dei fatti Ispettore di polizia (1988 al 1999) dove operava nel nucleo centrale anticrimine specializzato nel contrasto alla mafia

Ma dietro il lavoro estenuante di questi integerrimi giudici, c’è la vita quotidiana. Fatta anche di amicizie e legami indissolubili: ne sono un esempio Borsellino e Falcone.




Fregene, grande attesa per l’evento con Roberta Bruzzone

Grande attesa per la presentazione del libro “Io non ci sto più” scritto dalla Psicologa forense e Criminologa investigativa più famosa d’Italia Roberta Bruzzone che sarà a Fregene domani 29 giugno 2019 ore 21:00 presso l’Auditorium scuola media statale Albertini .

Un vademecum fondamentale per riconoscere i manipolatori affettivi, le cosiddette “sanguisughe” della vita degli altri, egocentrici e che assorbono energie e potenziale di altre persone a loro vicine per nutrire il proprio disturbo narcisistico, la propria carenza di autostima.

Insieme a Roberta Bruzzone interverranno:

L’Avvocato penalista Serena Gasperini, la Dottoressa Marina Baldi, biologa e genetista forense. Modera l’incontro la giornalista Chiara Rai 




Osservatorio Nazionale Amianto e Unione Sindacati di Base denunciano la presenza amianto all’Agenzia delle Entrate: presentato esposto alla Procura della Repubblica di Roma

Il presidente ONA, Bonanni: “I lavoratori sono stati esposti alla fibra killer con alta incidenza di patologie asbesto-correlate”

ROMA – Si è tenuta oggi l’assemblea, promossa dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dall’Unione Sindacati di Base, con tutto il personale dell’Agenzia delle Entrate della capitale esposto ad amianto per motivi professionali. ONA e USB denunciano ancora una volta il rischio amianto dell’Agenzia delle Entrate – Territorio, facendo riferimento, in particolare, all’esposizione ad amianto di tutti coloro che, in precedenza (18 anni), hanno prestato servizio nella sede di Viale Ciamarra. Nella struttura e nell’impiantistica dell’immobile erano stati rinvenuti materiali contenenti amianto e, allo stesso tempo, era stata riscontrata una più elevata incidenza epidemiologica di casi di malattie asbesto correlate, in particolare neoplasie delle vie respiratorie e del tratto gastrointestinale. Per queste motivazioni dall’ottobre 2016 il personale di Viale Ciamarra è stato trasferito nella nuova sede di Via Raffaele Costi di Roma.

L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’USB, con azione sinergica, hanno avviato una verifica su base epidemiologica dell’incidenza di patologie asbesto correlate tra coloro che hanno svolto servizio in Viale Ciamarra, ed hanno rilevato un maggior numero di casi rispetto a quelli attesi.

Dal momento dell’esposizione alla fibra killer i tempi di latenza delle patologie asbesto correlate vanno da 15 fino a 50 anni, mentre per quanto riguarda il mesotelioma sono di circa 38 anni. Questi dati portano a concludere che i casi di mesotelioma ed altre patologie con più prolungati tempi di latenza si verranno a manifestare nei prossimi decenni.

Per tale ragione, per tutti i dipendenti esposti, è stata richiesta la sorveglianza sanitaria e il prepensionamento. Nel suo intervento, infatti, Bonanni ha chiarito che l’esposizione ad amianto e/o ad altre polveri, anch’esse dannose per la salute umana, dà diritto ad un prepensionamento, ovvero ad una rivalutazione della posizione contributiva, quale indennizzo del danno che le fibre creano all’organismo umano.

Con queste motivazioni la Sig.ra Isabella Catalano, avendo anche appreso di analoghe infermità di numerosi colleghi, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma– ha spiegato il presidente ONA – perché ha subito danni alla salute per esposizione ad amianto e ad altri cancerogeni presenti nell’ambiente lavorativo e mi ha ufficiato del mandato per compiere indagini difensive, al fine di ottenere l’accertamento della verità sulla violazione delle regole cautelari”. “Tra i dipendenti – aggiunge il legale – si riscontra una più alta incidenza di cancro in generale, nello specifico di malattie da asbesto, tra le quali il carcinoma della laringe e del tratto gastrointestinale e numerosissimi casi di carcinoma mammario e genitale, linfomi e moltissime altre patologie”. “Per questa ragione – ha aggiunto – saranno al più presto avviate una serie di iniziative giudiziarie in sede civile per ottenere, oltre alla costituzione della rendita per coloro che si sono ammalati, anche il riconoscimento delle maggiorazioni contributive utili per il prepensionamento e per la rivalutazione dell’entità delle prestazioni pensionistiche, e di risarcimento di tutti i danni. “Verranno avviate anche azioni per il riconoscimento della qualità di equiparati alle vittime del dovere, poichè le attività di servizio in favore della Pubblica Amministrazione sono state svolte in particolari condizioni ambientali ed operative eccedenti l’ordinarietà (art. 1, del DPR 243/2006, con riferimento all’art. 1, commi 563 e 564 della L. 266/2005). Rimarremo in trincea fino a quando il Ministero, come crediamo, accoglierà le nostre richieste nell’interesse dei lavoratori” – ha concluso Bonanni.




Reggio Emilia: grosso giro d’affari su affidamento minori: disegni “ritoccati” e “lavaggio del cervello” di psicologi e assistenti sociali

Diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino sono stati stati raggiunti da misure cautelari dai carabinieri di Reggio Emilia. Al centro dell’inchiesta ‘Angeli e Demoni’, coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi, la rete di servizi sociali della Val D’Enza, accusati di aver redatto false relazioni per allontanare bambini da famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti.

Gli indagati sono decine e quello ricostruito dagli investigatori è un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Tra le contestazioni emergono ‘lavaggi del cervello’ ai minori in sedute di psicoterapia, anche con impulsi elettrici per “alterare lo stato della memoria”. Tra i reati contestati frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.

Dalle carte dell’inchiesta emergono anche altri dettagli. Disegni dei bambini falsificati con l’aggiunta di dettagli a carattere sessuale, abitazioni descritte falsamente come fatiscenti, stati emotivi dei piccoli relazionati in modo ingannevole, travestimenti dei terapeuti da personaggi ‘cattivi’ delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male, denigrazione della figura paterna e materna. Questi, secondo l’indagine, erano solo alcuni dei metodi adottati nei confronti dei bambini con l’obiettivo di allontanarli dai genitori, per poi mantenerli in affido e sottoporli a un circuito di cure private a pagamento di una Onlus piemontese. Decine anche i regali e le lettere di affetto, consegnati negli anni da parte dei genitori naturali, che i carabinieri hanno sequestrato in un magazzino dove erano nascosti e che gli appartenenti ai servizi sociali indagati non avrebbero mai consegnare ai piccoli.

“Quanto sta emergendo dall’inchiesta ‘Angeli e Demoni’ è di una gravità inaudita“, commenta il ministro per la Famiglia e le Disabilità, con delega alla tutela minori, Lorenzo Fontana, che annuncia: “D’intesa con i gruppi Lega ci siamo già attivati per istituire una commissione d’inchiesta sulle comunità familiari che accolgono minori”.